Analisi di bilancio - equilibrio economico

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Analisi di bilancio - equilibrio economico
Il conto economico secondo i dettami dell’art. 2425 c.c.
Il conto economico redatto secondo l’art. 2425 del c.c. permette di suddividere le
componenti di reddito in 5 aree:
 area caratteristica o ordinaria: classi A e B.
 area finanziaria: classi C e D
 area straordinaria: classe E
 area tributaria: voce 22)
Andiamo a vedere nel dettaglio ciascuna area quali poste conterrà.
Conto economico (area caratteristica o ordinaria)
A) VALORE DELLA PRODUZIONE:
1) ricavi delle vendite e delle prestazioni
2) variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti
3) variazione dei lavori in corso su ordinazione
4) incrementi delle immobilizzazioni per lavori interni
5) altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio
B) COSTI DELLA PRODUZIONE
6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci
7) per servizi
8) per godimento di beni di terzi
9) per il personale
10) ammortamento e svalutazioni
11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
12) accantonamenti per rischi
13) altri accantonamenti
14) oneri diversi di gestione
(A - B)
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Conto economico
area finanziaria
C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI:
15) proventi da partecipazione
16) altri proventi finanziari
17) interessi e altri oneri finanziari
D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE
18) Rivalutazioni:
a) di partecipazioni
b) di immobilizzazioni finanziarie
c) di titoli inscritti nell'attivo circolante
19) Svalutazioni:
a) di partecipazioni
b) di immobilizzazioni finanziarie
c) di titoli inscritti nell'attivo circolante
(C - D)
Conto economico
area straordinaria
E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI
20) proventi, con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni
21) oneri, con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni e delle imposte di esercizi
precedenti
(A - B) ± (C - D) ± E
(risultato ante imposte)
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Infine avremo l’area tributaria:
Conto economico
(art. 2425 c.c.)
area tributaria
22) imposte sul reddito d'esercizio
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE - IMPOSTE SUL REDDITO D'ESERCIZIO =UTILE D'ESERCIZIO
Il conto economico redatto secondo i dettami dell’art. 2425 c.c. non permette di
cogliere molte informazioni riguardanti l’equilibrio economico dell’impresa e, quindi,
indirettamente non permette di calcolare correttamente il valore dell’impresa: ciò
sulla base del presupposto che il valore di una azienda dipende anche dal suo
equilibrio economico.
Il problema fondamentale dello schema di Conto Economico “civilistico” è che non
permette di valutare l’apporto di ciascuna gestione (caratteristica, extrcaratteristica, finanziaria, straordinaria) all’utile d’esercizio. Infatti sia nel calcolo
dell’area caratteristica che di quella finanziaria è possibile trovare componenti che
invece andrebbero considerate nell’area straordinaria o in quella extracaratteristica. Dove per gestione:
 straordinaria: si intendono ricavi o costi non usuali, derivanti da:
o plusvalenze e minusvalenze – nascono, nel caso di cessione di un
immobile, quando il valore contabile del cespite è diverso dal prezzo di
vendita. In particolare si ha una plusvalenza quando il prezzo di vendita è
superiore al valore contabile del bene. Una minusvalenza in caso contrario;
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o insussistenze: rappresentano una inattesa diminuzione del valore di un
elemento del patrimonio, attivo o passivo. In particolare, qualora vi siano
una diminuzione di un elemento del passivo (un fornitore abbona
all’impresa un debito) si parla di insussistenza del passivo, in caso contrario
si parlerà di insussistenza dell’attivo (ad esempio un furto in cassa)
o sopravvenienze: rappresentano un inatteso aumento del valore di un
elemento del patrimonio, attivo o passivo (la vincita a una lotteria). In
particolare si avrà una sopravvenienza dell’attivo se vi è un aumento del
valore di un elemento dell’attivo del patrimonio (riscossione di credito
precedentemente stralciato dalla contabilità perché si credeva inesigibile),
in caso contrario si avrà una sopravvenienza del passivo.
 Extra-caratteristica: si intendo ricavi e costi non direttamente legati all’attività
d’impresa. Ad esempio, i costi legati alla manutenzione di immobili civili di
proprietà dell’impresa o i ricavi associati alla locazione degli stessi.
Presupposto ciò, nel Conto Economico è possibile trovare molti esempi di poste
riguardanti la gestione extra-caratteristica che vengono considerate nell’area
caratteristica o finanziaria.
ESEMPIO: supponiamo che l’impresa sia proprietaria di diversi immobili civili
(utilizzati come abitazione dalla proprietà):
 I costi sostenuti per la ristrutturazione di uno qualsiasi di questi immobili
andrà nel Conto Economico sotto la voce “oneri diversi di gestione” (B.9.e) e,
quindi, andrà a influenzare la componente del reddito d’esercizio legata
all’area caratteristica anche se, evidentemente, si tratta di un costo derivante
dall’attività extra-caratteristica;
 I ricavi derivanti dalla locazione di uno qualsiasi di tali immobili andrà nel
Conto Economico sotto la posta “altri ricavi e proventi” (A.5) e, quindi, andrà a
alimentare la componente del reddito d’esercizio legata all’attività
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caratteristica anche se, ancora una volta, si tratta di un ricavo derivante
dall’attività extra-caratteristica ;
 L’ammortamento degli immobili andrà nella posta “ammortamento di imm.
materiali” (B.10.b) e, quindi, ancora una volta andrà a diminuire la
componente del reddito d’esercizio legata all’attività caratteristica anche se si
tratta di un costo derivante dall’attività extra-caratteristica
Quanto detto finora evidenzia la necessità che l’attività di analisi di bilancio,
finalizzata alla stima del valore d’impresa, sia preceduta da una riclassificazione del
Conto Economico allo scopo di poter calcolare il contributo che le singole gestioni
(caratteristica, finanziaria, straordinaria e extra-caratteristica) apportano all’utile
d’esercizio. A tal riguardo distinguiamo due diversi tipi di riclassificazione del Conto
Economico:
1. Al costo del venduto
2. Al valore aggiunto
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Riclassificazione in base al costo del venduto
RICAVI
- COSTO DEL VENDUTO
= RISULTATO (O MARGINE) LORDO INDUSTRIALE
- COSTI AMMINISTATIVI
- COSTI DI MARKETING
- COSTI DI RICERCA E SVILUPPO
= REDDITO OPERATIVO (RO) O RISULTATO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA
OVVERO EBIT (EARNING BEFORE INTERESTS AND TAXES)
±
RISULTATO GESTIONE EXTRA-CARATTERISTICA (PROVENTI - ONERI PATRIMONIALI)
± RISULTATO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
(PROVENTI - ONERI FINANZIARI)
± RISULTATO DELLA GESTIONE STRAORDINARIA (PROVENTI – ONERI STRAORD.)
- IMPOSTE
= REDDITO NETTO
Tale riclassificazione in realtà può esser adoperata solo da chi ha accesso alla
contabilità interna (o analitica), come il management. Infatti, solo il management
conosce con precisione il costo del venduto che avrà tra le sue componenti:
 il costo dell’energia elettrica utilizzata negli impianti (e non quella utilizzata
nella sede amministrativa)
 i salari dei singoli operai/dipendenti impiegati nel processo produttivo (e non
il salario dei dipendenti impiegati in altre attività, come quella di ricerca e lo
sviluppo)
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Allo stesso modo, solo il management conosce i reali costi amministrativi, di
marketing, di ricerca e sviluppo che permetteranno, una volta stimato il risultato
lordo industriale, di calcolare il Reddito operativo.
Calcolato il reddito operativo, ossia il reddito associato alla gestione caratteristica,
ad esso andremo ad aggiungere/sottrarre il risultato della gestione extra-ordinaria
(i proventi e gli oneri patrimoniali, ossia derivati dalla vendita di immobili e titoli)
finanziaria, straordinaria e tributaria.
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Riclassificazione del Conto economico al valore aggiunto
RICAVI
- COSTI ESTERNI
= VALORE AGGIUNTO
- COSTI INTERNI (COSTI DEL PERSONALE)
MOL (MARGINE OPERATIVO LORDO) O EBITDA (EARNINGS BEFORE INTERESTS, TAXES,
DEPRECIATION AND AMMORTIZATION)
- AMMORTAMENTI/ACCANTONAMENTI/SVALUTAZIONI
= REDDITO OPERATIVO (RO) O RISULTATO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA
OVVERO EBIT (EARNING BEFORE INTERESTS AND TAXES)
±
RISULTATO GESTIONE EXTRA-CARATTERISTICA (PROVENTI - ONERI PATRIMONIALI)
± RISULTATO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
(PROVENTI - ONERI FINANZIARI)
± RISULTATO DELLA GESTIONE STRAORDINARIA (PROVENTI – ONERI STRAORD.)
- IMPOSTE
= REDDITO NETTO
Rispetto alla riclassificazione al costo del venduto quella al valore aggiunto è
attuabile anche da chi ha accesso solo alla contabilità generale e, quindi, dagli
stakeholders.
Avvalendoci proprio dello schema del conto economico è così possibile riscrivere la
suddetta riclassificazione come:
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A) Valore della produzione tipica (o caratteristica):
ricavi per la vendita di beni e servizi
Var. Rimanenze prodotti finiti, semilavorati..
Var. Lavori in corso su ordinazione
Var. Immobilizzazioni prodotte internamente
Altri proventi della gestione tipica
B) COSTI ESTERNI
Costi per materie prime, sussidiarie e di consumo
Costi per servizi
Costi per godimento beni di terzi
Var. Rimanenze materie prime, sussidiarie e di consumo
Altri oneri della gestione tipica
C = A - B = VALORE AGGIUNTO
D = COSTI DEL PERSONALE
C - D = MOL
MOL ± ACCANTONAMENTI/AMMORTAMENTI/SVALUTAZIONI = REDDITO OPERATIVO
± GESTIONE EXTRA-CARATTERISTICA
± GESTIONE FINANZIARIA
± GESTIONE STRAORDINARIA
= REDDITO D'ESERCIZIO
In tal caso, ai ricavi andremo a sottrarre non il costo del venduto, bensì i costi
esterni, ossia il costo associato a tutti quei fattori che vengono acquisiti dall’esterno
per poter produrre beni e servizi. Esempi di costi esterni sono le materie prime, i
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semilavorati, i servizi di consulenza e le spese per godimento di beni di terzi. Non
sono costi esterni i costi del personale dipendente dell’impresa.
Sottraendo ai ricavi i costi esterni si ottiene il valore aggiunto che indica il valore
creato dall’impresa con le proprie risorse umane, tecniche e finanziarie.
Dal valore aggiunto sottraiamo i costi interni ottenendo il margine operativo lordo,
detto anche EBITDA (earnings before interests, taxes, depreciation and
amortization, dove depreciation è l’ammortamento dei beni materiali e
amortization è l’ammortamento dei beni immateriali).
Se dal margine operativo lordo sottraiamo gli ammortamenti, gli accantonamenti e,
laddove vi siano, le svalutazioni, otteniamo il reddito operativo.
Dal reddito operativo in avanti si procede come nello schema del conto economico
al costo del venduto.
In conclusione, adottando il Conto Economico riclassificato secondo il criterio del
valore aggiunto è possibile distinguere l’apporto di ciascuna gestione al complessivo
reddito d’esercizio e, di conseguenza, valutare l’equilibrio economico d’impresa.
A tal riguardo, una impresa è equilibrata dal punto di vista economico se è capace di
produrre nel tempo risorse sufficienti a remunerare congruamente i fattori
produttivi impiegati, compreso il rischio imprenditoriale. In linea generale ciò
avverrà quando i rendimenti aziendali non solo sono elevati ma sono altresì costanti
nel tempo. Ciò si verificherà con maggiore probabilità se i profitti dell’impresa
derivano dalla gestione caratteristica e non dalle altre gestioni che si
contraddistinguono proprio per il carattere della eccezionalità.
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Indici di redditività
L’equilibrio economico di una impresa può esser verificato tramite il calcolo dei
seguenti indici di redditività:
 IL ROE
 IL ROI
 INDICE DI INCIDENZA DELLA GESTIONE CARATTERISTICA
 TASSO DI COPERTURA DEGLI ONERI FINANZIARI
ROE
Indica la redditività del capitale proprio ed è pari a:
𝑅𝑂𝐸 =
𝑅𝐸𝐷𝐷𝐼𝑇𝑂 𝑁𝐸𝑇𝑇𝑂
𝐶𝐴𝑃𝐼𝑇𝐴𝐿𝐸 𝑃𝑅𝑂𝑃𝑅𝐼𝑂
Se il ROE è del 10% significa che su 100 € investiti dagli azionisti si ha mediamente
un ritorno di 10 €.
Il limite di tale indicatore risiede nel fatto che è fortemente influenzato non solo
dalla gestione caratteristica, ma anche da quella finanziaria, straordinaria e extracaratteristica.
Così l’impresa potrebbe avere un ROE elevato perché ha venduto dei macchinari, un
evento “eccezionale” e irripetibile, e non perché è competitiva sul mercato. Ciò
potrebbe spingere a delle conclusioni fuorvianti sul reale equilibrio economico
aziendale, ossia sulla capacità dell’impresa di generare redditi nel tempo avvenire.
Per questo motivo al ROE spesso di affianca un altro indice, il ROI.
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ROI
Il ROI indica la redditività della gestione caratteristica. Tale indice,
matematicamente, è pari a:
𝑅𝑂𝐼 =
𝑅𝑂
𝐶𝐴𝑃𝐼𝑇𝐴𝐿𝐸 𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸
Quindi il ROI consente di misurare il ritorno finanziario dell’attività tipica
dell’impresa che, per essere soddisfacente, deve risultare superiore
contemporaneamente:
 al tasso di remunerazione atteso dall’azionista ( ROE);
 o al costo medio del denaro preso in prestito (mezzi finanziari di terzi).
La misura e la variabilità del ROI dipende da due fattori:
 Il ROS che rappresenta quanto residua, una volta sostenuti tutti i costi
operativi, per coprire i costi associati alle altre gestioni. Matematicamente il
ROS è pari a:
𝑅𝑂𝑆 =
𝑅𝑂
𝐹𝐴𝑇𝑇𝑈𝑅𝐴𝑇𝑂
 Il capital turnover, che segnala quante volte il capitale investito ritorna in
forma liquida per effetto dei ricavi di vendita in un anno. Matematicamente è
pari a:
𝑇𝑈𝑅𝑁𝑂𝑉𝐸𝑅 =
𝐹𝐴𝑇𝑇𝑈𝑅𝐴𝑇𝑂
𝐶𝐴𝑃𝐼𝑇𝐴𝐿𝐸 𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸
Normalmente le imprese con un tasso di elasticità più alto sono anche quelle
con un turnover maggiore.
Per cui:
𝑅𝑂𝐼 =
𝑅𝑂
𝐹𝐴𝑇𝑇.
∙
𝐹𝐴𝑇𝑇 𝐶𝐴𝑃. 𝑇𝑂𝑇
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Indice di incidenza gestione non-caratteristica
Matematicamente è pari a:
𝐼𝐺𝑁𝐶 =
𝑅𝑁
𝑅𝑂
Questo quoziente evidenzia:
- Se la gestione non-caratteristica contribuisce al reddito d’esercizio;
- Come la gestione non-caratteristica influenza il reddito d’esercizio (
positivamente o negativamente);
- quanto la gestione caratteristica incide sul reddito d’esercizio
per quanto riguarda il primo punto: tanto più il valore di tale indice è vicino all'unità
quanto minore è l'influenza della gestione non-caratteristica.
Per quanto riguarda il secondo punto: se l’IGNC è:
 > 1 allora la gestione non caratteristica contribuisce aumentando il reddito
d’esercizio
 < 1 viceversa
Per quanto riguarda il terzo punto, occorre andar a vedere il valore assunto da tale
indice: se è pari al 30% , la gestione operativa genera il 30% del reddito totalmente
prodotto dall’impresa. Evidentemente il restante 70% è generato dalle altre gestioni
(extra-caratteristica, straordinaria e finanziaria).
Così, l’IGNC fornisce una foto di come si è sviluppato il reddito.
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Interest Converage Ratio (tasso di copertura degli oneri finanziari)
Indica come attraverso la gestione operativa sono coperti gli oneri finanziari.
Matematicamente è pari a:
𝐼𝐶𝑅 =
𝑅𝑂
𝑂𝐹
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Esercizio sul Conto Economico Riclassificato
Si consideri il seguente conto Economico costituito dalle seguenti poste:
- Ricavi caratteristici: 15000
- Rimanenze iniziali “materie”: 1000
- Rimanenze finali “materie”: 3000
- Rimanenze iniziali “prodotti”: 7000
- Rimanenze finali “prodotti”: 8500
- Costo acquisto materie prime: 4500
- Altri costi operativi esterni: 1000
- Costo del personale: 3500
- Altri costi operativi interni: 4200
CONTO ECONOMICO
RICAVI CARATTERISTICI
15000
- RIMANENZE INIZIALI PRODOTTI
-7000
+ RIMANENZE FINALI PRODOTTI
8500
VALORE DELLA PRODUZIONE (A)
16500
RIMANENZE INIZIALI MATERIE
1000
COSTI DI ACQUISTO DELLE MATERIE
4500
- RIMANENZE FINALI MATERIE
-3000
ALTRI COSTI OPERATIVI
1000
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COSTI DELLA PRODUZIONE (B)
3500
VALORE AGGIUNTO (A – B)
13000
CONTO ECONOMICO
VALORE AGGIUNTO
13000
- COSTI DEL PERSONALE
-3500
MOL
9500
ALTRI COSTI OPERATIVI INTERNI
-4200
RO
5300
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