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INCONTRI RAVVICINATI
di Castrenze Calandra
INCONTRI RAVVICINATI.
Con il naso all’insù resto fermo a guardare. No!
Non posso dire che sono fermo, e neppure che guardo. Le mie gambe sono ferme, bloccate, ancorate
nella terra e fisso il vuoto.
Quella cosa mi è passata accanto a una velocità impressionante, eppure...eppure ho visto il suo pilota.
Vengo in questa foresta per non incontrare nessuno che appartenga al genere umano e chi incontro? Un
alieno!
Forse anche lui, lei o che ne so, viene qui per questo.
Non posso voltarmi perché il terrore si è impadronito di ogni muscolo del corpo tranne che del cervello.
“E prendilo, almeno fai tutto tu e io sto più tranquillo.” Ho pensato.
Alla paura non importa, così come a quell’affare fatto di.....veramente non so con quale materiale sia
costruito.
Si è avvicinato, credo che mi abbia annusato, fotografato e inviato tutto al pilota che mi fissa con ansia.
Poi quel sorriso a due denti. Si lui ne ha solo due che occupano tutta la bocca, in compenso credo di
avergli contato 32 o 33 tentacoli, braccia, non lo so quella cos...quell’essere è diverso da me. Eppure!
Eppure qualcosa ci unisce, l’Universo è davvero padre di tutti noi.
Mi ha parlato e ho compreso, tutto merito suo sia chiaro.
“Ti ho visto cercare”. L’ha sussurrato prima di offrirmi del vino con uno dei suo tentac...delle sue
braccia. Ecco! Devo atrofizzare tutto per sentirmi meglio, lo faccio con il mio cane figuriamoci se non lo
facessi con un extraterrestre.
Il vino è della terra, viene spesso qui a farne rifornimento e in ogni modo si...dicevo che mi ha visto
sullo schermo solo, senza compagnia e le fatiche, come le buone cose, vanno condivise e si è fermato a
prestarmi aiuto.
“ Non c’è uno dei tuoi simili in un raggio di dieci cantar.”
Credo volesse dire chilometri. Devo dire che mi sono sentito solo a saperlo.
“ Ti va un calice di vino”?
“ Vino?”
“ Vino!”
Ha sottolineato.
“Perché no?”
Tanto cos’ho da perdere anche se fosse dell’altro?
Eccellente davvero! Caspita! È davvero vino, di quello vero.
Mi ha domandato cosa stessi cercando, ma è troppo difficile da spiegare. Invece no! Come ho detto
dall’inizio tra noi due sono io che continuo a sbagliare.
“ Boletus? Sono buoni fritti”.
Devo dire che l’ha detto senza presunzione.
Bene! Ne sa più lui di me sia di vino sia di funghi.
Una giornata indimenticabile davvero. Un cestino di porcini e galletti a testa, di quella ne ha una sola.
Una sana bottiglia di vino bevuta assieme e cosa più preziosa, un incontro ravvicinato con un amico
nuovo, diverso. È ripartito senza fare promesse e mi ha donato un cartone con dodici sue bottiglie
terrestri.
La diversità è indispensabile per comprenderci meglio, ora lo so!
Gli esseri umani non sono poi così male come gli extraterrestri.
Il vino è memoria e la condivisione è il collante per tutte le cose fatte con l’amore vero, anche questo,
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grazie a lui, ora lo so.
Castrenze Calandra
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