Zanele Muholi – What don`t you see when you look at
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Zanele Muholi – What don`t you see when you look at
Nuova Agenzia Radicale, 28| 02| 2010 Zanele Muholi – What don’t you see when you look at me? di GIOVANNI LAURICELLA L'artista Zanele Muholi compie un tentativo di rottura radicale delle solite narrazioni stereotipate sulla condizione femminile in Africa con tre foto ed un video nella galleria romana Extraspazio. Quando la allora sconosciuta Zanele Muholi (Umlazi, Durban 1972) presentò alla sua prima mostra “What don't you see when you look at me?” alla Johannesburg Art Gallery nel 2004 una serie di foto scattate dal 2002 al 2004 destò un grande scandalo per il tema che trattava. Nudi femminili di donne africane vissute nella cruda realtà di oppressione sessuale che vivono in quelle terre dove le tradizioni e gli obblighi religiosi sono fortissimi. Una ricerca di immagine fotografica che che continuò fino al 2006 e che vennero raccolte nel catalogo “Only half the picture” pubblicato nel 2006, di cui le tre foto che vediamo esposte in galleria. Zanele Muholi è un attivista sociale che rivendica diritti per lesbiche e tutta la sua arte fa parte di questo messaggio che è un grido di allarme per l' aberrante condizione culturale africana dove le vittime dell'omofobia e dell'avversione sessuale non sono considerate come danneggiamento alle condizioni umane e ben che meno reato. Corpi sfregiati, mutilazioni della bellezza e avvenenza morbosa sono il mix estetico delle sue rappresentazioni che vagliano le aberrazioni umane. 'What don't you see when you look at me?' è adesso il titolo del video in bianco e nero che si vede proiettato in questi giorni in una sala di Extrasoazio dove la stessa artista si fa riprendere in una performance che interpreta simbolicamente con il suo corpo nudo e una lunga salsiccia che muove come se fosse un serpente, il fallo, delle piume, i peli del pube, e un copertone di camion, dove lei salta al suo interno ed entra impersonando una maternità sprezzante, il tutto su un fondo bianco ad esaltare il contrasto con le figure scure quasi nere chiaro intento di esprimere l' avversa società. In questa sequenza di movimenti convulsi, erotici e drammatici, la Muholi recita una poesia 'I ache for you' (sto male per te) di Yvonne Onakeme EtagheneI con un sottofondo di suoni stridenti, quasi a voler allacciare una relazione con un probabile spettatore da rendere responsabile e cosciente di quello che vuole esprimere. Una inequivocabile denuncia di chi è vittima di emarginazione forzata e di isolamento culturale di chi è in difficoltà di rivendicare un identità sessuale. Zanele ha lavorato in una comunità di donne lesbiche a Gauteng e come reporte per la rivista Behind the mask che affronta tematiche omosessuali e lesbiche e ha ricevuto premi per il suo contributo allo studio della sessualità in Africa. e x t r a s p a z i o via san francesco di sales 16 a 00165 roma [email protected] www.extraspazio.it