In principio furono Versace e Gavoi

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In principio furono Versace e Gavoi
24 luglio 2008
QUELLE CHE FANNO
In principio furono Versace e Gavoi
ECCO I PROGETTI DELLE SORELLE PIREDDA
La maison cagliaritana cambia veste, nel cuore delle Barbagia i corsi di formazione
Il momento è cruciale per le stiliste sarde Rita, Patrizia, Paola e Betty Piredda: lanciano il
cuore oltre l’ostacolo che una crescita dimensionale e di investimenti comporta,
sostenute
da
un
piano
di
sviluppo
triennale
accuratamente
pianificato
e
dalle
soddisfazioni che il lavoro regala ogni giorno.
Cagliaritane con origini mamoiadine, solide amicizie in tutta l’isola, è soprattutto con
l’entroterra che mantengono un legame speciale: traggono grande ispirazione dai
costumi tradizionali e dai loro elementi decorativi rielaborati in chiave moderna e anche
un po’ sexy.
Su abiti e scialli fioriscono le frange applicate a mano, le spade del costume di Orgosolo, i
nastri di Desulo e i fiori di Oliena, ricamati con fili d’oro e argento con una tecnica che è a
metà fra il ricamo a mano e quello a macchina. Spiega infatti Paola: “è un compromesso,
perché le macchine – che lavorano sulle superfici piane - non ci fanno ottenere lo stesso
risultato, e la sola ricamatura a mano è troppo artigianale per noi che siamo fortemente
proiettate al futuro”.
Finora lo studio stilistico delle sorelle Piredda, composto dalle quattro sorelle che creano i
disegni degli abiti e i ricami, ha lavorato con la collaborazione di una sarta di fiducia e di
alcune grandi sartorie per le commesse degli abiti.
La decisione di svoltare è arrivata con l’elaborazione di un piano di sviluppo triennale sul
quale hanno investito moltissimo e che necessita di manodopera propria, perché la
struttura attuale risulta non essere sufficiente neanche per il “su misura”. Si prevede di
passare da 350 mila euro a un milione 400 mila euro nel 2009 per arrivare a 2 milioni e
mezzo di fatturato nel 2010.
L’idea risolutiva è nata in seguito alla conoscenza di lunga data col sindaco di Gavoi, che
cercava una soluzione per le difficoltà e l’isolamento di quel territorio: un corso di
formazione professionale finanziato dalla Regione che sta formando le future lavoranti
per l’atelier Piredda. Sono state le stesse stiliste a svolgere il ruolo di docenti, viaggiando
ogni giorno da Cagliari e scoprendo così la grande determinazione e voglia di conoscere
delle donne partecipanti, alcune anche oltre i 50 anni, i cui risultati “hanno superato le
nostre aspettative iniziali”.
I corsi di formazione di Gavoi e Sorgono, pensati per nuclei di 10-15 persone e più,
vogliono replicare quello che Rita definisce il “modulo Piredda”, ossia un gruppo di lavoro
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non troppo esteso in cui ci siano, ovviamente, le competenze di base e delle “mini
specializzazioni” nelle maestranze. “Non volevamo fare la fabbrica”, racconta Rita “ma
‘clonare’ il nostro gruppo di lavoro stabilendo un rapporto fiduciario e personale:
crediamo inoltre che la serenità nel lavoro sia più importante dell’età anagrafica”.
La struttura sarà probabilmente quella della cooperativa, seguita da persone di fiducia del
luogo. L’approccio è insomma quello che ha portato fortuna alle designers fin da quando,
ancora adolescenti, creavano nei ritagli di tempo i costumi da bagno per le amiche con la
Singer della madre sarta (lavorava nella prima grande sartoria di Cagliari, la Turinese) e
poi i tailleurs per le amiche, creandosi la clientela affezionata attraverso lo strumento
pubblicitario più efficace: il passaparola e l’autopromozione.
Per le quattro ragazze, nell’estate del 1988, la svolta fu rappresentata dalla lettura
casuale di un articolo che raccontava la storia di Gianni Versace, partito da una
laboratorio artigianale, e dal chiedersi se anche loro avrebbero potuto fare qualcosa di
simile. Poiché l’energia era ed è tanta, e la creatività pure, rientrate dalle ferie
acquistarono i macchinari, il locale di via Procida che è tuttora il loro atelier e costituirono
la società.
Il passo successivo fu quello di investire in pubblicità e promozione. La volontà di far
conoscere i loro abiti, quelle creazioni che “non possono piacere a tutti, ma hanno una
storia e perciò trasmettono delle tradizioni”, portò nel 1995 le Piredda alla sfilata sulla
scalinata di Bonaria. In seguito sono arrivate la Settimana della moda di Milano, l’Alta
Moda a Roma e le partecipazioni a eventi in Italia e all’estero. La clientela è sarda (molte
le spose dall’interno dell’isola), italiana e presto, grazie ai contatti per gli showroom a
New York, Capri e Milano, anche internazionale. La fascia di mercato sulla quale si
orienteranno è quella del prodotto di lusso, che nelle previsioni coprirà circa il 30 per
cento del fatturato.
Il 30 agosto gli abiti realizzati dalle nuove maestranze con la supervisione delle sorelle
Piredda verranno presentati a Gavoi, in occasione del Festival del Cinema.
Fr.Ma.