Facciata e graffiti

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Facciata e graffiti
FACCIATA E GRAFFITI
La facciata sempre con maggior frequenza forma oggetto di discussione nelle assemblee condominiali,
proprio perché i condomini si preoccupano di conservarla e di mantenerla nel miglior modo possibile.
Ecco però che, magari appena dopo che la si è tinteggiata o che si è provveduto all’accurata pulizia
delle sue parti più decorative, all’improvviso viene imbrattata con scritte o con disegni che,
indipendentemente dalla loro fattezza, riportano lo stabile, e nell’insieme l’intera città , in uno stato di
complessivo degrado. Compaiono i graffiti, cioè una forma di espressione con cui sembra manifestarsi
il disagio sociale, uno strumento usato da alcuni giovani per rappresentare la propria personalità e che
si trasforma invece in emblema della loro maleducazione pure “taggata”, personalizzata cioè con la
propria firma apposta sul graffito ed elaborata a volte in modo addirittura fantasioso. La facciata, il
muro di cinta del giardino oppure il solo portone d’ingresso dello stabile diventa la carta su cui
l’incivile grafomane scrive e disegna per dare libero sfogo alla sua vena artistica e creativa, che pur
assumendo a volte carattere di originalità fa aumentare di giorno in giorno il fermo e legittimo biasimo
da parte della collettività verso tale fenomeno. Compiuto il disastro, vanno individuati coloro che
devono porvi rimedio. Inutile pensare ovviamente all’autore del misfatto, se non in quei rarissimi casi
in cui viene colto in flagrante o comunque individuato attraverso la “tag”, appunto la firma. Il pensiero
corre subito alla pubblica amministrazione cittadina, prima a dover essere particolarmente sensibile a
fornire una positiva immagine di efficienza nella manutenzione della città. Va bene per le strutture
pubbliche, ma su quelle private non se ne parla, perché ogni intervento diretto sul bene altrui è precluso.
Resta il fatto, però, che Comuni devono restare in prima linea nella battaglia contro i graffiti, se
vogliono salvaguardare il decoro e l’immagine delle città. L’obiettivo può essere raggiunto
indirettamente, proponendo agli amministratori degli stabili condominiali possibili convenzioni con
imprese di pulizia a prezzi davvero irrisori e di estrema convenienza. Così è avvenuto nei grossi centri
metropolitani, dove più si è sviluppato il fenomeno dei graffiti e dove i risultati, però, non sempre sono
stati pari a quelli sperati.
Il compito degli amministratori.
Il problema passa allora agli amministratori, tenuti per legge a gestire i beni comuni e a provvedere alla
loro ordinaria conservazione e manutenzione. Il primo intervento che devono fare, perché impostogli
dalla sua professionalità, è quello di far conoscere ai condomini l’esistenza di queste convenzioni,
laddove ci sono. Poca spesa, se si considera che i prezzi convenzionalmente applicati sono di gran lunga
inferiori a quelli del normale mercato, ma con il massimo risultato, in quanto operano imprese
specializzate che non solo ripuliscono le facciate dai graffiti, ma le proteggono da eventuali successivi
imbrattamenti. L’intervento, pur se necessario, non può certo qualificarsi come urgente, talché
all’amministratore è impedito di decidere senza il preventivo consenso dell’assemblea.
Le maggioranze in assemblea.
Il condomino diventa così arbitro delle sorti della sua città: pulendo il suo edificio, contribuisce senza
dubbio a rendere più piacevole il contesto urbano in cui vive. Trattasi di manutenzione ordinaria
dell’edificio, di un lavoro diretto a preservare il decoro dello stabile e per di più da eseguirsi con un
costo minimale, se si usufruisce delle predette convenzioni comunali. La guerra ai graffiti può quindi
essere vinta sol che lo voglia la maggioranza semplice dei condomini: è sufficiente infatti il voto
favorevole di un terzo dei partecipanti al condominio che rappresenti almeno un terzo del valore
millesimale dell’edificio.