Maria Rita Bozzetti, Tu, l`altra carne. Poesie meditando la via Crucis

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Maria Rita Bozzetti, Tu, l`altra carne. Poesie meditando la via Crucis
 Maria Rita Bozzetti, primario di Ematologia clinica, ha
sempre coltivato la passione poetica parallelamente alla carriera
medica. Numerose le sue pubblicazioni poetiche tra le quali
ricordiamo: Il Dio che non parla (Manni 1998), Segmenti ex temporanei
(Campanotto 2006), Monade Arroccata (Lepisma 2008 ), Sulla soglia,
poesie sui bambini uccisi in guerra, bambini soldato, vittime di
stupri, donatori di organi (Lepisma 2010). A marzo è stata pubblicata
la sua ultima raccolta, Tu, l'altra carne. Poesie meditando la via
Crucis dalle rovine di un terremoto,con la quale si colloca sulla scia
della tradizione poetica religiosa italiana, da Luzi, a Rebora, a
Turoldo, a Valduga, sviscerando però la tematica della via Crucis
attraverso una personalissima ricerca di sensibilità e di stile che la
portano ad esempio non solo ad intrecciare il tema universale con la
realtà attuale della sofferenza del terribile terremoto di L’Aquila,
ma anche alla ricerca delle immagini fotografiche delle varie
stazioni della via Crucis messe a disposizione dell’autrice dalle
monache Benedettine di Lecce. Subito, quindi dalla composizione
strutturale e composita del libro emerge un’attenzione costante tra
le due dimensioni universale- religiosa e contingente –umana, un
dialogo io-mondo-Dio che diventa triadico, come è evidenziato anche
nell’introduzione al libro dal professor Carlo Alberto Augieri che
apre la sua riflessione proproi a partire dall’immagine della ricerca
da parte dell’autrice a cercare il suo posto lungo il cammino della
via Crucis. Essendo il libro molto composito lo esaminerò
suddividendolo in varie parti.
Sulle stazioni
La poesia di MariaRita diventa , in ognuno dei quadri in cui è
incorniciata dalle rispettive sezioni , un canto di preghiera corale,
una meditazione profonda sul senso più intimo della vita dell’uomo e
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sulla sua natura, della sua solitudine, dei suoi limiti e delle sue
finzioni, sul suo rapporto con Dio e la sua ricerca. E in questa
dimensione la sua ispirazione poetica pulsa e trasborda, regalandoci
immagini bellissime come quella del retro di copertina tratta dalla
poesia … Tradito da uno che ami “il disegno di un Dio è come acqua
nell’acqua terra nella terra aria nell’aria presente si assorbe fino
all’assenza”. Versi molto intensi, cos’è l’acqua nell’acqua? Come fa
a distinguersi una goccia d’acqua dispersa in un bicchiere, come fa a
distinguersi un granello di terra dalla terra di cui divine parte?
Eppure quel granello, quella goccia, ci sono ancora, fanno parte di un
tutto più grande nel quale si confondono sino a scomparire. Immagine
ossimorica quella della presenza-assenza, in cui si snoda tutta la
tensione della domanda dell’uomo alla ricerca di Dio.
Sulle immagini
L’immagine di copertina del libro che raffigura il compianto del
Cristo morto, sottolinea la scelta di evidenziare l’umanità di Dio
come mistero di misericordia. La sua morte è reale, la sua sofferenza
è tangibile tra le braccia di quella Madre alla quale la poetessa
dedica versi bellissimi “pietà, per l’essere donna e Madre in condanna
solitaria di vita, ultima tenerezza terrena di un Dio che soffre come
me”. Quella presente in copertina è un’immagine molto realista che si
intona e riprende i toni forti della parola poetica e come questa
sfuma i contorni, facendo emergere l’essenza del dramma e la bellezza
rigeneratrice dell’amore. L’immagine scelta esprime una presenza,
perché non quella della Croce? Perché l’immagine di una madre che
abbraccia il figlio lo rende ancora più umano nella sua sofferenza,
perché chi soffre non è mai solo se sa ascoltare la voce di Dio,
perché quell’abbraccio sembra allargarsi a tutta l’umanità che soffre.
Più volte nella poesia di MariaRita ricorrono parole che evidenziano
la vicinanza di Gesù all’uomo, così si legge nella poesia … il tuo
dolore ‘il tuo dolore si veste delle nostre lacrime’ e poi ‘tu come
noi muti e frustrati da onde di tempo avverso affogati da armi di
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sevizie nella fragilità impotente di vittime”. Spesso inoltre
ricorrono le congiunzioni, come noi, anche noi (traditi anche noi
nella poesia a L’Aquila sulle rovine), insieme, (un patteggiare
insieme la pena nella poesia Le parole scivolate) che stringono
sintatticamente un legame tra due termini e quindi creano una
corrispondenza tra il dolore di Gesù e quello dell’uomo, tra la
fragilità di Gesù, la sua tristezza, e quelle dell’uomo.
Il titolo: tu l’altra carne
Mi piace moltissimo la scelta di inserire il pronome tu nel titolo, il
tu indica già nel suo nominarsi l’inizio di un dialogo, non esiste un
io senza un tu, ma questo tu a cui si rivolge Mariarita è un tu che
non comprende solo la diade io –tu, ma io –umanità. In quel dialogo ci
siamo tutti. L’aggettivo altra rinforza il senso di alterità già
espresso dal tu, perché non indica qualcosa di diverso, ma qualcosa di
eccedente. E’ l’eccedenza di Dio.
Livello morfologico: l’uso dei verbi
La poesia di MariaRita è la poesia della nominalizzazione, l’uso del
tempo presente, infatti, ricorre costante come richiamo alla
presentificazione dell’altro. L’altro è costantemente richiamato,
nominato dal tempo presente che ci dice, lui è qui, in mezzo a noi,
non è stato, non sarà, è qui , nel momento stesso in cui noi
camminiamo seguendo le stazioni della via crucis. Ogni sezione del
libro è, infatti, (a parte le prime due, il prologo e la folla)
corrispondente ad una stazione della passione, che seguono la
tradizionale Via Crucis di Giovanni Paolo II al Colosseo del 1991
ognuna di queste sezioni è introdotta dal titolo e da una frase, tutte
le frasi sono formulate al tempo presente. Seguire la via crucis
significa, immettendosi nella logica presentificata dell’essere,
ripercorrere la stessa strada insieme a Gesù, trasfondersi in lui, in
un mutevole scambio di accoglienza. Ascoltare, sentire in noi la
sofferenza che il DioUomo ha provato, ci insegna ad essere forti nella
sofferenza, ci insegna un altro volto del dolore, che è quello della
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compensazione nell’amore. Gesù vive ogni giorno la sua Via Crucis in
mezzo a noi, la vive tra le macerie dei terremoti, tra il dolore delle
vittime . La poesia di Maria Rita, con il suo ritmo e le sue parole si
immette nel tempo della Via Crucis.
Livello lessicale: la scelta delle parole
MariaRita sceglie parole semplici, ma di una semplicità purificata dal
pudore di essere troppo chiusa in se stessa, ne consegue uno stile
elegante, impreziosito talvolta da capricci voluttuosi di parole che
si incastonano in una struttura sintattica complessa, che si adagiano
perfettamente nell’orditura testuale. La parola di MariaRita è
autentica, nella sua tensione di avvicinarsi all’altro ( e chi non
conosce i suoi salotti, la sua modalità di ricevere e ascoltare le
persone ha un quadro incompleto di ciò che voglio dire), la parola
della poesia nella sua ricerca primaria, nella sua unità generativa
tra la cosa nominata e la sua esistenza è già in sé profondamente
religiosa.
Livello del significante e del significato: come si ricompone il
suono delle parole
Ho notato in questa raccolta poetica il susseguirsi, il ripetersi di
alcuni suoni, di alcuni fonemi, che tracciano un orditura geografica
spaziale del testo. Di seguito ne riporto alcuni significativi
suddividendoli per similarità di allitterazione.
Vero-amore-oscuro-crocepensiero-sepolcro-voragine-peccatore-ladrone-corona-corteo –
cuore-errore-dolore-morte-respiro-Maestro
Tenebre-potere-madre-confondere-rinnegare-terremoto-crocefiggere-oltre
-terra-sofferta
La sonorità della r confina con la cupezza della o, anch’essa molto
ricorrente , che se considerata pure nella sua dimensione
grafico-simbolica , quella di un cerchio, richiama l’immagine del la
divinità. Questi suoni sembrano quasi suggerirci che anche nel dolore,
anche nella morte, Dio ci parla oppure che noi, come suggerisce
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MariaRita dobbiamo porci in ascolto. La Parola di Dio costituisce,
infatti, la trama essenziale della Via Crucis. Ma la Parola è
meditata e riproposta da cuore e labbra umane.
La poesia di Maria Rita con quest’ultima pubblicazione, riconferma la
sua forte spiritualità che le fa abbracciare il mondo.
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