LO SVILUPPO FONETICO TIPICO DAI 6 MESI AI 3 ANNI Claudio

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LO SVILUPPO FONETICO TIPICO DAI 6 MESI AI 3 ANNI Claudio
LO SVILUPPO FONETICO TIPICO DAI
6 MESI AI 3 ANNI
Claudio Zmarich
Primo Ricercatore
Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del C.N.R.
Sede di Padova
E-Mail: [email protected]
----------Comunicare e parlare: la nascita di un gioco
“Burlo-Garofolo”, Trieste, 2/03/2007
LO SVILUPPO DELLA PERCEZIONE DEI SUONI
LINGUISTICI (Kent & Miolo, 1995)
„
Dalla nascita a 1 mese:
riescono a discriminare quasi tutti i contrasti acustici
che sono foneticamente rilevanti (cioè usati dalle lingue del mondo). Associano le
vocalizzazioni con le configurazioni facciali appropriate. Possono inoltre discriminare:
„
„
„
„
„
la voce della madre da quella di altre donne (sensibilità a caratteristiche individuali),
enunciati di una lingua diversa da quella dei genitori (sensibilità all’ambiente
linguistico),
la pronuncia corretta e “a ritroso” di suoni vocalici (sensibilità alle proprietà acustiche
del linguaggio naturale)
Da 1 a 4 mesi:
normalizzano tra locutori diversi, e tra velocità di elocuzione
diverse (per es. riconoscono la stessa vocale attraverso cambiamenti delle sue
caratteristiche tempo-frequenziali). Rilevano variazioni nelle configurazioni intonative
e riconoscono la stessa sillaba in enunciati differenti.
Da 4 a 6 mesi:
Sono sensibili ai marcatori prosodici degli enunciati (confini
frasali, accenti e intonazione) e preferiscono lo stile di linguaggio usato dalle madri
(motherese) allo stile usato tra adulti.
LO SVILUPPO DELLA PERCEZIONE DEI SUONI
LINGUISTICI (Kent & Miolo, 1995)
„
„
„
Da 6 a 8 mesi:
Usano le caratteristiche prosodiche (ritmo e
intonazione) per distinguere le parole straniere da quelle della lingua
nativa.
Da 7 a 10 mesi: Declino nell’abilità di rilevare certi contrasti fonetici
propri di lingue straniere e aumento della capacità di usare
caratteristiche segmentali per distinguere parole della lingua nativa da
quelle straniere. Prima manifestazione sistematica della capacità di
comprensione di alcune parole.
Da 10 a 12 mesi: Riorganizzazione delle categorie percettive in modo
da convergere sulla struttura fonetica del linguaggio nativo. Perdita
dell’abilità a discriminare alcuni contrasti acustici non usati nella lingua
nativa. E’ solo però a partire dai 17 mesi circa che vengono distinte (e
apprese) nuove parole che differiscono solo in un una caratteristica
fonetica (per es. “pin” vs “bin”, cfr. Werker 2003). L’età si abbassa se i
bambini possiedono già un grande vocabolario.
LO SVILUPPO ANATOMO-FISIOLOGICO DEL
TRATTO VOCALE (Kent & Miolo, 1995)
„
Adulto
„
„
Il tratto vocale del neonato è simile a quello dei
primati non umani (scimpanzè): cavità orofaringale
proporzionalmente più corta e inclinata, occupata
quasi interamente dalla lingua (appiattita e spostata
anteriormente). Velo ed epiglottide strettamente
ravvicinati. Laringe alta.
A 4 mesi: il tratto vocale incomincia ad assomigliare
a quello umano maturo.
Differenze evolutive nel controllo di mandibola e
lingua:
„
„
6 mesi: inizio di oscillazioni ritmiche spontanee di
effettori (braccia, gambe, mandibola). I primi molari
realizzano il contatto occlusivo attorno ai 16 mesi
Controllo tardivo dei movimenti fini della lingua: la
lingua è un unicum anatomico nel corpo umano, un
complesso idrostato muscolare senza scheletro osseo o
cartilagineo (Kent, 1992).
SVILUPPO DELLA PRODUZIONE ORALE
E METODI DI ANALISI
E’ possibile considerare la produzione del parlato sotto 2 punti di vista:
Descrizione fonologica
(linguistica):
numero ristretto di
unità discrete, atemporali
permutabili,
indipendenti dal contesto.
Descrizione fonetica (fisica):
attività fisica in variazione
continua indotta dal contesto,
in un gran numero di variabili
articolatorie, acustiche,
uditive o neurali.
Metodi di analisi
la trascrizione fonetica
l’analisi del segnale acustico
del percetto uditivo
(atteggiamenti degli organi articolatori
(la maggioranza);
e fonatori, dinamica articolatoria);
analisi dei patterns
fisiologici relativi alla
respirazione, fonazione
e articolazione
SVILUPPO DELLA PRODUZIONE ORALE
„
„
Trascrizione fonetica: frequenze assolute e relative dei singoli foni C e V
nelle varie posizioni fonotattiche (di enunciato, di sillaba), classificazioni per
classi fonologiche (modo e luogo di produzione, sonorità), frequenze delle
cooccorrenze C-V, inventari fonetici individuali e di gruppo, inventari dei tipi
sillabici (V, CV, CCV ecc.), inventari delle ossature segmentali delle parole
(tipo “pappa”=CVCCV), descrizione dei fatti prosodici e intonativi.
Problemi della trascrizione fonetica:
„ soggettività del trascrittore, anche esperto (il tipo narrow ha percentuali di
„
accordo inter- e intra-giudice del 74%, Schriberg & Lof 1991)
specialmente infantile...:
„ incompletezza e inadeguatezza della tavola dei simboli principali IPA: è
basata su categorie “adulte” mentre l’apparato fono-articolatorio almeno
fino al 4° mese è anatomicamente e funzionalmente difforme da quello
adulto. E’ solo a partire dal babbling che si può fare la trascrizione
fonetica con i simboli IPA.
„ indebita attribuzione di status (ad. es. segmentale) a percetti che molto
prob. non esistono come unità autonome nelle vocalizzazioni del bambino
STADI DI SVILUPPO DELLA PRODUZIONE ORALE
(Stark, 1980; Oller, 1980)
„
„
„
PIANTO RIFLESSO e SUONI VEGETATIVI (0-2 mesi): pianti, frigni, strilli e suoni
vegetativi (ruttini, colpi di tosse, deglutizioni). Grugniti, sospiri e suoni di tipo ingressivo
(su inspirazione).
VOCALIZZAZIONI e RISATE (2-4 mesi): vocalizzazioni di benessere (“cooing”).
Forse transizione verso un comportamento meno automatico. Anche se simili, non sono
ancora le vere consonanti e le vere vocali del parlato adulto. Emergono nasali sillabiche
o suoni vocalici nasalizzati. I suoni quasi consonantici tendono ad essere prodotti nel
retro della cavità orale (lingua palato più facilmente in contatto). In una fase più
avanzata, i dai singoli suoni si passa alle serie di vocalizzazioni
GIOCO VOCALE
(4-6 mesi): Serie più lunghe di sillabe e suoni vocalici e
consonantici prolungati. Differenza con il babbling: il movimento verso l’apertura (per la
vocale) e verso la chiusura (per la consonante) è molto lento. Grande varietà di
costrizioni articolatorie, e sempre più accentuata coordinazione tra articolazione e
fonazione. Suoni tipici: strilli acuti, grugniti, brontolii, frizioni faringali, trilli (anche
bilabiali, cfr. raspberries), pernacchiette, suoni ingressivi, nasali sillabiche e schiocchi
(clicks). Manipolazione “ludica” dei parametri di intensità e altezza tonale.
Definizione di babbling o
“lallalazione”
„
„
„
„
„
„
BABBLING CANONICO: chiamato anche reduplicato o “lallazione”.
Produzione di una sequenza di sillabe di tipo consonante-vocale (CV) che si
ripetono identiche con un’organizzazione ritmica e temporale simile a quella
del parlato adulto (Oller, Wieman & Doyle, 1976), cioè con transizioni
formantiche relativamente rapide tra gli elementi consonantici e vocalici, e
con una modalità fonatoria normale.
Esempi tipici: /papapa/ e /atatata/ (es: Giorgia, 12 mesi):
Il babbling canonico tende ad essere auto-stimolatorio piuttosto che
interattivo.
L’apparizione del babbling canonico coincide con l’apparizione di movimenti
ripetitivi e ritmici in altri sistemi motori (ad es. braccia e mani, Thelen 1991)
BABBLING VARIATO: produzione di sequenze di sillabe CV in cui da sillaba
a sillaba può variare ciascuno dei due foni (ad es. /pataga/, /papipe/ o
/patigo/), come anche anche l’andamento intonativo. Babbling canonico e
variato spesso non sono successivi, ma contemporanei.
PRIME PAROLE (dopo i 12 mesi): c’è una continuità temporale tra
babbling e prime parole, poichè la fase terminale del babbling si sovrappone
alla fase iniziale dell’acquisizione lessicale.
Importanza del babbling (1)
„
„
si struttura sulla sillaba, che è la principale unità ritmica del
parlato adulto. Avvicina il babbling al parlato adulto, e consente
allo studioso di applicare i metodi e gli schemi interpretativi
validi per quest’ultimo. La sillaba del babbling è il punto di
contatto tra biologia e fonologia e la miglior base
comune per descrivere gli enunciati infantili con metodi
fisiologici, acustici e percettivi.
i foni del babbling sono in continuità con il parlato
adulto sotto due punti di vista:
„
„
1) i foni (e le loro combinazioni) che sono più frequenti nel
babbling lo sono anche nelle lingue del mondo;
2) le prime parole di un bambino contengono gli stessi foni nelle
stesse combinazioni dei suoi episodi di babbling (Oller et al., 1976,
Locke, 1983).
Bambini italiani (10-16 mesi): frequenza (%) delle consonanti iniziali di sillaba CV e CVC
(Zmarich e Miotti, GFS 2002, Pisa; Zmarich & Miotti, ICPhS 2003, Barcellona)
•
•
4 bambini dai 10 ai 16/18 mesi: le frequenze dei foni consonantici per tutti i bambini nella stragrande maggioranza
sono limitate a pochi tipi occlusivi e nasali, principalmente anteriori (alveolari/dentali e bilabiali), e non ci sono
grosse variazioni tra babbling e prime parole (cambiano le frequenze relative, ma i tipi conson. restano gli stessi).
Dati dall’inglese indicano che le dimensioni dell’inventario non aumentano marcatamente dagli 8 ai 18 mesi
(Robb & Bleile, 1994). In inglese la media è di 6 consonanti selezionate dal set [p t k th m n h w]. Il numero
maggiore di consonanti si trova in posizione iniziale di sillaba (5-10 consonanti) rispetto a quella finale (2-4).
Alessia
Caterina
Davide
Giorgia
babbling
866
parole
83
babbling
611
parole
101
babbling
268
parole
52
babbling
840
parole
177
t
28.1
n
22.0
d
14.4
j
6.5
m
3.5
t
31.3
n
14.4
m
13.2
d
7.2
k
4.8
t
20.4
d
12.1
k
8.8
b
8.8
p
7.5
k
19.8
t
18.8
n
18.8
b
12.8
p
10.8
t
20.1
d
11.1
p
9.3
b
8.9
n
8.5
m
17.3
n
15.3
d
11.5
t
9.6
p
9.6
t
25.4
l
12.8
n
12.8
k
8.9
p
7.3
t
40.6
m
20.3
p
11.8
n
10.7
k
5.0
altre:
25.5
altre:
28,1
altre
42,4
altre
19,0
altre
42,0
altre
56,7
altre
32,7
altre
11,6
IMPORTANZA DEL BABBLING:
indici predittivi e prognostici
„
Alcuni elementi del babbling sono predittivi del successivo sviluppo linguistico
(Lindblom & Zetterstrom, 1988): “un buon babbler diventerà di solito anche un
buon parlatore e un buon lettore” (Stoel-Gammon (1992):
„
„
„
„
Il bambino che produce più sillabe CV a 12 mesi arriva prima a produrre 50 parole
diverse;
il bambino che produce più vocalizzazioni (parole e/o babbling) contenenti una vera
consonante a 12 mesi commette meno errori linguistici a 2 e 3 anni.
Il bambino che mette in sequenza sillabe tra loro diverse e che produce più consonanti
avrà migliori punteggi di linguaggio espressivo e ricettivo a 6 anni.
Oller e coll. (2000; studio su circa 3000 bambini, normali e patologici):
„
„
„
l’età di comparsa del babbling canonico può essere ritardata dalla presenza di
uno stato patologico. La patologia può essere manifesta e non linguospecifica: i
bambini down o sordi profondi entrano nella fase di babbling canonico tipicamente dopo
il 10° mese.
In altri casi, la patologia non è così evidente e allora, se il babbling canonico
non compare entro il 10° mese d’età, il ritardo diventa un forte predittore di:
ritardo specifico di linguaggio (SLI), autismo, disordini fonologici (disartria,
disprassia, disordini articolatori), e dislessia.
I genitori sono straordinariamente capaci di riconoscere l’inizio del babbling
canonico (si può sfruttare a fini di screening).
MacNeilage & Davis sul babbling:
ipotesi della struttura intrasillabica CV
„
„
„
„
Le consonanti anteriori (coronali) cooccorrono con le vocali anteriori, le
consonanti posteriori (dorsali) con le
vocali posteriori e le consonanti labiali
con le vocali centrali.
Queste associazioni sono generate dal
vincolo biomeccanico che lega il
posizionamento di labbra e lingua
(articolatori ancora poco mobili) al
movimento ritmico di tipo oscillatorio
della mandibola (articolatore già molto
mobile).
Queste ipotesi sono state
sperimentalmente verificate in 6 bambini
americani (Davis & MacNeilage, 1995)
Le predizioni sulle co-occorrenze
intrasillabiche di Davis e MacNeilage
sono state parzialmente confermate in 4
bambini italiani (età: 10-16 mesi): si sono
verificati 8 patterns predetti sui 12
teoricamente possibili, mentre se ne sono
verificati solo 4 su 24 fra quelli non
predetti e teoricamente possibili.
MacNeilage & Davis sul babbling:
ipotesi della struttura intersillabica CVCVCV...
„
maggior variazione tra i foni di sillabe consecutive
nella dimensione articolatoria "alto/basso"
piuttosto che in quella "anteriore/posteriore“:
„
prevalgono i movimenti alto-basso di tipo attivo della
mandibola, mentre la lingua, maggior responsabile dei
movimenti antero/posteriori, ha scarsa motilità di tipo
indipendente.
Lindblom (2000): il principo di economia guida la produzione del
parlato ed opera ad ogni stadio di sviluppo
„
„
„
„
„
Il babbling segue la legge del minimo sforzo: è stato provato che l’oscillazione della mandibola
che ha il minor costo energetico, unita all’azione della laringe, produce un output acustico che
viene percepito come [bababa].
E’ dimostrabile che le strutture fonologiche delle diverse lingue sfruttano largamente il principio
del minimo sforzo.
Le lingue sono conformate per essere apprese dal bambino: i suoni a basso costo energetico che
produce hanno buone probabilità di essere presenti nella lingua da apprendere, e così vengono
rinforzati.
Lo stesso principio del minimo sforzo si applica alla memorizzazione delle nuove unità
articolatorie: poiché il costo biochimico è direttamente proporzionale al numero di unità da
memorizzare, il ri-uso dei gesti fonetici in nuove combinazioni è favorito rispetto alla
memorizzazione ex-novo di ogni unità
Per es., un bambino che già produce sistematicamente forme sonore come [didi], [mFmF], e
[bAbA]… ri-usando gli stessi gesti in nuove combinazioni produrrà nuove forme: [dEdE], [dQdQ],
[dµdµ], [mEmE], [mQmQ], [mµmµ], [bEbE], [bQbQ], [bµbµ].
posizione della lingua
grado di apertura
della mandibola
_µ_µ
_i_i
_F_F
_E_E
_A_A
_Q _Q
Dalle proprietà universali
alle linguospecifiche (1)
„
„
„
Il primo babbling manifesta proprietà universali: le restrizioni
di tipo neurofisiologico individuate da MacNeilage e coll. sono comuni
a tutti i bambini e spiegano come mai la frequenza di occorrenza dei
foni prodotti all’ “inizio” del babbling e le loro combinazioni non
risenta dell’influenza delle lingue native (Vihman, 1996).
Queste ed altre caratteristiche (ad es. la preferenza ad iniziare le
prime parole con la sequenza LC “Cons.Labiale-Voc-Cons. Coronale”)
fondano la loro universalità su proprietà che sono fondamentali per le
operazioni del sistema del controllo motorio (ad es. il principio del
minimo sforzo), e la loro traccia si ritrova cristallizzata anche nelle
strutture delle lingue odierne
L’ontogenesi “crea” la filogenesi: le capacità articolatorie (di
+), percettive e cognitive (di -) del bambino sono il filtro
attraverso cui le parole vengono trasmesse da una
generazione alla generazione successiva.
Dalle proprietà universali
alle linguospecifiche (2)
„
„
„
„
A che età il bambino si allontana dalle caratteristiche universali del
babbling e si avvicina a quelle linguospecifiche dei suoi genitori?
E’ stata rilevata un’influenza positiva della lingua nativa già a 9-10
mesi, allorchè i foni nativi aumentano, e un’influenza negativa a
partire dai 12 mesi circa, quando i foni non nativi diminuiscono
(Vihman & De Boysson-Bardies, 1994).
Per l’Italiano non esistono dati definitivi. Bortolini (1993), Zmarich
& Miotti (2003a, 2003b), partono tutti già dai 10 mesi: potrebbe
essere già tardi per individuare l’inizio dell’influenza della lingua
nativa.
Sono in corso studi su bambini dai 6 mesi (cfr. Giulivi, Zmarich,
Vayra e Farnetani, 2006).
Dai 18 ai 27 mesi: gli Inventari Fonetici
(Stoel-Gammon 1985, 1988)
L'analisi fonetica e fonologica di un campione rappresentativo del linguaggio
di un bambino di età prescolare che produce parole (a partire da circa 1618 mesi) deve fornire le seguenti informazioni:
1) ciò che il bambino ha tentato di produrre (analisi indipendente della forma
adulta);
2) ciò che un b/o ha realmente prodotto (analisi indipendente del
corpus lessicale infantile)
3) ciò che è stato prodotto correttamente (analisi relazionale);
4) la natura delle produzioni scorrette (analisi dei processi fonologici;
identificazione di altri errori, per es. di sostituzione);
6) l'estensione d'uso delle produzioni scorrette (calcolo della percentuale
d'occorrenza dei processi fonologici e degli altri errori identificati).
P.S. E’ importante anche determinare i tipi sillabici prodotti dal bambino
(usando i simboli C e V), per analizzare le potenzialità fonotattiche (cioè
per sapere se ci sono allofoni in distribuzione complementare, e quanti e
quali foni occupano le posizioni dei vari tipi sillabici)
Il calcolo degli IF secondo Stoel-Gammon (1985)
„
„
„
„
„
Un inventario fonetico è il tipico prodotto della analisi indipendente:
rilevazione e classificazione, basata sulle caratteristiche di luogo, modo di
articolazione e sonorità, dei foni presenti in un dato campione lessicale.
Fornisce una misura delle abilita' fonetiche: quali foni vengono prodotti
frequentemente, quali meno frequentemente, quali altri sono assenti.
Stoel-Gammon (1985): calcola gli IF solo su un lessico individuale di almeno
10 parole diverse (type) e fermandosi alle prime 50 parole se la produzione
lessicale di un bambino e' piu' ampia (così è possibile il confronto diretto tra
inventari fonetici a prescindere dalla dimensione del lessico).
La selezione delle parole procede in ordine strettamente progressivo. Ogni
fono che ricorra nella posizione iniziale e mediana in almeno due
parole diverse viene incluso nell'inventario fonetico del bambino per
quella data posizione;
Se ci sono piu' forme variabili (per le consonanti) in corrispondenza di una
certa parola, vengono considerate per l'analisi solo le prime due in ordine
di occorrenza.
Inventari fonetici attestati in oltre il 50%
(* 90%) dei bambini (n.13)
(Zmarich e Bonifacio, 2004; 2005)
18 MESI (campione di 11 soggetti)
INIZ.
NONIN.
„
p* b
p t
t* k m
k m
solo occlusive (orali e nasali), preval. sorde (+facili delle sonore)
„
Preferenza per il luogo anteriore: le labiali possono essere prodotte con la sola mandibola e le
alveolari preferite tra le consonanti linguali perché +semplici rispetto alle dorsali.
„
L’occlusiva nasale prodotta con un range di sovrapposizione temporale molto ampio tra le due
azioni di abbassamento del velo e di effettuazione di una costrizione orale.
„
Preferenza per il tipo sillabico CV: può essere prodotta da un singolo organo che forma una
costrizione ed una apertura senza una precisa coordinazione tra i gesti di C e V.
21 MESI
INIZ.
NONIN.
„
p* b t* k m n
p* b t* d k* m n* t l*
l’ IF più completo è in posizione mediana; influsso lingua nativa.
„
si afferma il contrasto di sonorità.
„
i foni [l] e [t], introducono il prolungamento di un fono ([l]) o di una sua fase ([t]),
coordinandola alla fase precedente, con un grado di costrizione adeguato alla turbolenza.
Inventari fonetici attestati in almeno il 50% (* 90%)
dei bambini e confrontati con le parole adulte tentate
a 27 mesi (target) (Zmarich e Bonifacio, 2004; 2005)
24 MESI
INIZ.
p* b* t* d k m* n f l
NONIN.
p* b *t *d *k *m *n *f v s t l*
Consolidamento di tutti i foni occlusivi e all’ingresso massiccio delle fricative, differenziate per
modo e luogo di costrizione.
INIZ.
NONIN.
Targ. INIZ.
Targ. NONIN.
p*
p*
p*
p*
b*
b
b*
b*
t*
t*
t
t*
d* k*
d* k*
d* k*
d* k*
27 MESI
g
g
g
g
m n f v s l* kw
m* n* v s t l*
m n f s l kw
m n* f v s tS dZ l* r st
Le 2 posizioni si equivalgono per numero di foni attestati, ma mentre l’inventario iniziale
comprende tutte le consonanti richieste dal target adulto, l’inventario non iniziale manca
ancora di 4 foni e un gruppo consonantico ([kw]) presenti nel target. Diversamente dagli
inventari dei bambini americani, i glides [j] e [w] non compaiono mai negli inventari dei
bambini italiani (diversa incidenza % nelle rispettive lingue ?).
% dei TIPI SILLABICI in tutte le voci del PVB (1797 sillabe
per 670 parole) attestate nel 3° quartile (prodotte dal 5075% dei b.) in ciascuna fascia di età (18-23; 24-29; 30-36).
(Zmarich, Dispaldro, Caselli e Cardinaletti, 2007 )
Produzioni Effettive (IF di 13 bambini,
Zmarich & Bonifacio, 2005))
I “target” (le colonne scure più a dx)
sono forme lessicali corrette
che i b. tentano a 27 m.
struttura sillabica
PVB
75
90
80
50
18 months
70
18-23 mesi
24 months
24-29 mesi
media
60
Frequencies %
30-36 mesi
25
21 months
27 months
targets
50
40
30
20
0
cccv
cccvc
ccv
ccvc
cv
cvc
cvcc
v
vc
10
0
CCCV
CCV
CCVC
CV
Syllabic types
„
CVC
V
VC
Fino a 21 mesi la sillaba CV nelle produzioni effettive ha le % altissime tipiche del babbling
(circa 80%), mentre a 27 mesi si è già ridotta verso il 60% tipico dei target reali e anche del
PVB. CVC e CCV mostrano un progressivo aumento verso le % tipiche dei target reali e
anche del PVB (che evolutivamente appare più statico). Comune la tendenza delle
produzioni effettive e del PVB a ridurre evolutivamente le % della sillaba V.
% delle consonanti scempie classificate per
MODO e iniziali delle parole del PVB attestate
nel 3° quartile (prodotte dal 50-75% dei b.) in
ciascuna fascia di età (18-23; 24-29; 30-36)
Produzioni Effettive
I “target” (le colonne scure più a dx)
70 sono forme lessicali corrette
18 months
21 months
che i b. tentano a 27 m.
24 months
modo di articolazione
PVB
60
60
27 months
Targets
40
50
24-29 mesi
30-36 mesi
media
20
Frequencies %
18-23 mesi
40
30
20
10
0
Approssimante
Affricato
Fricativo
Laterale
Nasale
Occlusivo
Vibrante
0
glides
affricates
fricatives
laterals
nasals
Manner of articulation
„
plosives
trills
Fino a 21 mesi le occlusive delle produzioni effettive hanno le % altissime tipiche del babbling
(circa 60%), mentre a 27 mesi la % si è già ridotta verso le % inferiori tipiche dei target reali
(45%) e del PVB a 24-29 mesi (35%). Le fricative e affricate hanno % inferiori nelle
produzioni effettive rispetto al PVB e ai target reali. Il caso della vibrante /r/, molto frequente
nei target reali, ma poco frequente anche a 27 mesi nelle produzioni effettive, illustra il ruolo
della complessità articolatoria.
% delle consonanti scempie classificate per
LUOGO e iniziali delle parole del PVB attestate
nel 3° quartile (prodotte dal 50-75% dei b.) in
ciascuna fascia di età (18-23; 24-29; 30-36)
luogo di articolazione
PVB
60
60
18-23 mesi
40
Produzioni Effettive
I “target” (le colonne scure più a dx)
sono forme lessicali corrette
che i b. tentano a 27 m.
50
18 months
21 months
24 months
27 months
Targets
24-29 mesi
30-36 mesi
20
Frequencies %
media
40
30
20
0
10
Alveolari
Bilabiali
Labio-Dentali
Palatali
p< .05
„
„
PalatoAlveolari
Velari
0
alveolars
bilabials
labiodentals
palatoalveolars
palatals
velars
others
Place of articulation
PVB: nelle parole acquisite prima prevalgono le bilabiali (strategia “Labial-Coronal”, usata dal
b. con le primissime parole, per uscire dallo schema reduplicativo del babbling e facilitare
l’articolazione della sillaba iniziale, MacNeilage et al. 2000).
sia le produzioni effettive che il PVB riducono nel tempo le bilabiali mentre aumentano le
alveolari/dentali, labiodentali e palatoalveolari verso le % dei target reali.
COMMENTI
„
„
„
Chiunque si occupi del primo sviluppo linguistico sa che l’aspetto fonetico delle
parole da produrre rappresenta per il bambino una sfida non meno importante di
quella rappresentata dagli aspetti cognitivi.
I risultati esposti ci portano effettivamente a dire che le parole prodotte di meno
sono anche più complesse dal punto di vista fonetico di quelle che sono prodotte di
più, e che la complessità articolatoria, insieme alla frequenza dell’input lessicale, è
senz’altro un fattore che contribuisce a differenziare le produzioni in base all’età.
Le prime regolarità fonetiche della lingua nativa che i bambini apprendono derivano
dalle proprietà statistiche del parlato circostante, che sono relative ai fasci di cooccorrenze fonetiche nei token in sequenza, e che riflettono la frequenza d’uso. Il
tipo di inizio bottom-up delle categorie fonologiche ha successo grazie al circuito di
percezione-produzione operante nella comunità linguistica, che riflette la
contrastività e la discriminabilità delle categorie della grammatica adulta. Una volta
che il bambino ha acquisito un piccolo lessico, il sistema fonologico in via di
sviluppo viene ulteriormente raffinato e migliorato ricorrendo al feedback interno
derivato dalla statistica sui type lessicali (Zmarich e Luppari 2006, da Pierrhumbert,
2003)
L'ANALISI ACUSTICA
„
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„
L'analisi acustica non è invasiva ed è relativamente semplice
da effettuare. Tra le analisi di tipo strumentale è anche la
meno costosa e la più facilemente disponibile (basta un PC
dotato di scheda audio e un software di analisi, che si può
scaricare anche gratis da Internet: per es., PRAAT, al sito:
www.praat.org)
Rispetto all’analisi del percetto uditivo (trascrizione fonetica)
quantifica la dimensione temporale (fonologicamente
distintiva o non), ad es. la durata delle unità linguistiche
(sillabe, consonanti, vocali) e sublinguistiche (VOT).
Caratterizza il comportamento verbale, tipico o patologico,
dei parlanti, negli aspetti costitutivi dell’Intelligibilità, della
Velocità di elocuzione e della Prosodia, e della Qualità della
voce (per es. MDVP).
Analisi del segnale acustico con Praat (da su in giù): forma d’onda, spettrogramma a
banda larga, segmentazione e etichettatura dell’enunciato (balbettato) “d-dididi viene”
L'ANALISI ACUSTICA: durata temporale
„
Durata dei segmenti o di altre unità linguistiche (sillabe, parole ecc.):
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„
„
generalmente diminuisce durante lo sviluppo fonetico (aumento della velocità di
locuzione).
Alcune unità sono più sensibili allo sviluppo di altre.
Le durate segmentali sono inoltre più variabili, da ripetizione a ripetizione, nei
bambini più piccoli.
Le modalità temporali di esecuzione articolatoria raggiungono la norma adulta
verso gli 8 anni.
La variabilità nell'esecuzione (in termini sia di precisione che di durata)
dipende anche dalla frequenza di occorrenza delle strutture fonologiche: le
strutture fonologiche meno frequenti sono prodotte con + errori e con durata
maggiore e + variabile.
E' importante però tener presente la distinzione tra variabilità dovuta a
errore (tipica del bambino) dalla variabilità funzionale (tipica dell’adulto),
che viene usata per risolvere problemi di natura motoria (compensazioni).
„
Non si sa come e quando il bambino acquisisca le capacità compensative tipiche
dell’adulto (Moore, 2004)
Il contrasto nascosto come stadio
nell’acquisizione fonetica e fonologica
(Scobbie et al. 2000)
„
„
„
I primi tentativi di un bambino di
ripodurre un contrasto fonologico non
sono né fluenti né corretti (cioè
secondo la norma adulta).
Ci può essere un ritardo, anche di
diversi mesi, tra la produzione di un
contrasto e la percezione di questo da
parte dell’ascoltatore.
L’analisi acustica ci aiuta ad
individuare la presenza di un
contrasto che il bambino si sta
sforzando di realizzare anche in
assenza della sua percezione.
Caso classico, il VOT (Macken &
Barton, 1980; Bortolini, Zmarich,
Fior e Bonifacio, 1995): consonanti
sorde e sonore sono
1.
2.
3.
realizzate con voicing lag (sorde);
realizzate con voicing lag e voicing
lead molto alti (sorde e sonore
“esageratamente diverse”);
realizzate con voicing lag e voicing
lead secondo la norma adulta.
Analisi Acustica dello sviluppo della
coarticolazione (Petracco & Zmarich, in
stampa)
„
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„
„
Con il termine coarticolazione ci si riferisce all’influenza
(acustica, articolatoria, percettiva) di un fono su un altro, che lo
segue (C. perseverativa) o lo precede (C. anticipatoria).
IPOTESI: nello sviluppo fonologico il bambino restringe il
dominio dell’organizzazione articolatoria dalla sillaba ai singoli
gesti C e V, quindi la coarticolazione diminuisce e la distintività
fonemica aumenta (Studdert-Kennedy & Goldstein, 2003)
In questo studio è stata analizzata la sola coarticolazione
anticipatoria (V su C) in sillabe “CV” (C=[p/b],[t/d],[k/g]).
Analisi acustica su sillabe CV prodotte da una bambina, usando
l’andamento di F2 nella transizione tra C e V come indice del
luogo di occlusione lungo la direzione antero-posteriore del cavo
orale (Fant, 1963).
Dall’alto in basso:
Forma d’onda, Spettrogramma FFT e Tracciamento Formantico;
Sezioni spettrali FFT sulla sillaba [da:], per individuare la frequenza di F2
(Hz) all’inizio della transizione formantica (da C a V) e al centro di V
F2
F2 consonante
F2 vocale
Indici acustici di coart. (locus equation,
Sussman et al., 1992; 1999)
„
C
V
Locus invariante= No Coart.
L’influenza coarticolatoria di V su
C è indicizzata dal coefficiente (k)
e dall’intercetta (c) della retta di
regressione lineare che interpola
le coppie F2C e F2V (vedi le
corrispondenti figure a destra):
F2C=k*F2V+c
„
No Locus = Max. Coart.
(Lindblom, 1963)
I valori di k (la pendenza della
retta di regressione) variano
idealmente tra:
„
„
0 (nessuna coarticolazione: al
variare del valore di V non
varia quello di C)
1 (massima coarticolazione:
la variazione del valore di C è
completamente determinata
da V).
Analisi longitudinale delle slopes (k)
per le Bilabiali
„
adulto
„
L’occlusione bilabiale non essendo
anatomicamente vincolante (per la lingua)
permetterebbe la massima sovrapposizione
temporale dei due gesti, come avviene
nell’adulto dove l’influenza coarticolatoria è
massima: la lingua al momento del rilascio
dell’occlusione si trova già in posizione per la
vocale (coarticolazione come coproduzione articolatoria)
Caterina nel 10° mese coarticola poco: la
lingua è ancora in movimento nell’istante di
rilascio dell’occlusione. Dal 12 mese iniziano
movimenti indipendenti della lingua per la
produzione della vocale che terminano nel
momento del rilascio dell’occlusione.
Raggiunto un primo livello di coordinazione,
esso è mantenuto.
Analisi longitudinale delle slopes (k)
per le Coronali (dentoalveolari)
„
adulto
adulto
„
Per tali sillabe la bambina deve imparare a
differenziare e coordinare apice e dorso
della lingua (vincolo anatomico). Negli
adulti la coarticolazione ha effetti acustici
scarsi, poiché l’apice della lingua resta
fermo sul luogo consonantico
indipendentemente dalla posizione del
dorso che articola la vocale.
In linea con tale ipotesi a 10 mesi la
coarticolazione è maggiore, poi oscilla,
segno che la b/a deve imparare il corretto
coordinamento tra apice e dorso della
lingua.
Analisi longitudinale delle slopes (k)
per le Dorsali (Velari)
„
adulto
„
In questo caso i vincoli biomeccanici
sono massimi (C e V articolate con
dorso), e nell’adulto l’effetto acustico
evidenzia un grado di coarticolazione
molto alto (coarticolazione come
adattamento articolatorio
reciproco).
In Caterina, dopo un periodo iniziale di
variabilità le produzioni si stabilizzano su
valori molto alti che mostrano una
maggiore coarticolazione rispetto al
target e alle altre categorie di luogo
esaminate.
Moore e coll. (2004)
la cinematica applicata agli infanti
„
L’organizzazione coordinativa del gesto articolatorio per la chiusura bilabiale di
LS, LI e Mandibola cambia in modo drammatico durante i primi anni di vita e
continua a raffinarsi anche dopo l’età di 6 anni.
3 fasi principali nello sviluppo
della coordinazione tra
labbra e mandibola:
integrazione (a 1 anno):
mandibola attiva, labbra
passive
differenziazione (a 2 anni):
labbra indipendenti dalla
mandibola ma non tra loro
raffinamento (a 6 anni):
ottimizzazione della
sinergia tra le 3 strutture
(controllo separato di LS,
LI e mandibola)
La Fonologia Articolatoria e i disordini fonologici su base evolutiva
„
„
Studdert-Kennedy & Goodell (1995): le varianti delle parole bersaglio “apricot” contengono
molti errori segmentali (cioè molti foni scorretti), ma pochi errori di gesti (vedi es.: L=labiale,
V=velare, A=alveolare). I segmenti sbagliati non risultano dall’uso di gesti diversi da quelli
della parola target (errori di scelta dell’organo=di luogo di articolazione), ma da tentativi errat
di produrre la corretta organizzazione temporale tra gesti adiacenti (errori di armonia, di
inserzione, di cancellazione), o da errori nella durata o ampiezza dei gesti (errori di
dimensionamento del gesto articolatorio = di modo di articolazione)
Ad es., l’inserzione di una vocale neutra /´/ in un gruppo consonantico è causata da un’errata
relazione di fase tra la prima C e la seconda C (un ritardo), mentre lo stopping (una fricativa
che diventa occlusiva) è un errore di dimensionamento (cioè il bambino effettua un eccessivo
grado di costrizione)
GRAZIE PER L’ATTENZIONE