argomentazioni quotidiane - Dipartimento di Comunicazione e
Transcript
argomentazioni quotidiane - Dipartimento di Comunicazione e
ARGOMENTAZIONI QUOTIDIANE Cos’è l’argomentazione? Concezione ristretta: Va n E e m e r e n e G r o o t e n d o r s t , U n a t e o r i a s i s t e m a t i c a dell’argomentazione, Mimesis 2008:13 «l’argomentazione è un’attività verbale, sociale e razionale mirante a convincere un critico ragionevole dell’accettabilità di una tesi tramite un insieme di proposizioni che vengono avanzate per provare o confutare la proposizione espressa nella tesi». • Cosa vuol dire addurre ragioni a sostegno delle proprie tesi e perché le ragioni dovrebbero convincere e persuadere il destinatario? • La forza delle ragioni è un fatto oggettivo, soggettivo o pragmatico? Concezione allargata: Grize, Logique et langage, Paris, 1990, p. 41 «è anche possibile concepire l’argomentazione da un punto di vista più ampio e considerarla come un processo che mira a intervenire sull’opinione, l’attitudine, persino il comportamento di qualcuno». Enunciare è sempre argomentare, ogni discorso ha una dimensione argomentativa. Produrre un enunciato significa «prendere posizione», costruire una rappresentazione, una messa in scene (schematizzazione) del mondo, a partire dal modo in cui si nominano persone, oggetti, eventi (es. immigrato, migrante, straniero, clandestino, profuso, ecc.). Obiettivo: accrescere l’adesione delle menti a determinati valori, orientare la visione del mondo (discorso epidittico > rapporto con la retorica e la dialettica classiche). Argomentazione e rinascita della retorica • L’interesse per l’argomentazione è al centro della rinascita della retorica a metà del Novecento • Traité de l’argumentation (1958) di Perelman e Olbrechts-Tyteca • The Uses of Argument (1958) di Toulmin. • La nuova retorica è un ritorno ad Aristotele e alle «tecniche discorsive atte a provocare o accrescere l’adesione delle menti alle tesi che vengono presentate al loro assenso» (TA, p. 6). Retorica Persuadere Pratiche orientate alla azione (Intento perlocutivo) Difesa del verosimile, finalità pratiche Ambito politico, giudiziario, etico (valori) Monologo Strumenti persuasivi (logos, ethos, pathos) Dialettica Convincere Pratiche orientate alla riflessione Dimostrazione della verità Ambito scientifico e filosofico Dialogo, scambio simmetrico Strumenti argomentativi logici Nuova retorica • Il Trattato dell’argomentazione di Perelman e Olbrecht-Tyteca (1958) punto di partenza ufficiale della rivalutazione della retorica nel pensiero contemporaneo: • centralità di inventio e dispositio • assimilazione di retorica e dialettica • recupero della tradizione aristotelica • Oggetto specifico: adesione delle menti ottenuta per via linguistica • La ripresa della teoria dell’argomentazione è stata associata alla esigenza di affiancare nuove forme di razionalità alla forma deduttiva scientifica. • È orientata allo studio del meccanismo argomentativo presente nel discorso ordinario, per mostrare che non solo nella pratica scientifica ma anche nelle interazioni quotidiane si applica un procedimento basato sul dare e chiedere ragioni. • La validità argomentativa si basa sull’idea che vi sia un comportamento razionale, un’idea di razionalità o di ragionevolezza che si esprime attraverso la scelta delle ragioni migliori. Due modelli di razionalità Cartesiana: - La ragione coincide con processi logici di tipo dimostrativo, dotati del carattere della evidenza e della necessità. - Ciò che non risponde a questi criteri non è razionale. - Di fronte alla verità l’accordo è inevitabile, il disaccordo è segno di errore. - Spazio della dimostrazione Pratico-discorsiva - Il campo della razionalità non si identifica con la ragione logicoformale - Campo del probabile, del verosimile: valori, politica, etica. - Zona intermedia di ragionevolezza tra l’isola della ragione logicomatematizzante e l’oceano dell’irrazionale - Spazio dell’argomentazione Modello cartesiano Irrazionalità Razionalità logicomatematica Dove si colloca la razionalità pratico-discorsiva? Modello della neo-retorica razionalità irrazionalità pratica logica Obiettivo della teoria dell’argomentazione • Studio dell’azione sulle menti mediante il discorso; comprensione del meccanismo del pensiero. È possibile migliorare la capacità di discernere le buone dalle cattive ragioni, ma non è possibile fornire una ricetta per ben argomentare. La teoria dell’argomentazione è parte di una teoria della ricezione. • Condizione preliminare dell’argomentazione è l’accordo in via di principio sulla formazione di una comunanza intellettuale (contatto delle menti) e in seguito sul fatto di discutere insieme una questione determinata: questo accordo non si dà spontaneamente (cfr. Principio di cooperazione di Grice). • La centralità dell’uditorio lega la teoria dell’argomentazione (nuova retorica) alla retorica classica: ogni discorso si rivolge a un uditorio. Implicazioni etiche • La teoria dell’argomentazione si salda con il tentativo di cogliere i principi dell’etica come specificazioni della teoria dell’argomentazione (etica della discussione critica, etica procedurale del riconoscimento reciproco). • L’interesse per l’argomentazione cresce in una modernità divenuta riflessiva, che mette sempre più a tema la sua base di validità e nell’ambito della società del rischio (Beck), che incrementa per gli individui possibilità di scelta per cui si richiede insieme una giustificazione argomentativa. • La teoria dell’argomentazione risponde anche alla esigenza sociale di accertare, giustificare, assicurare e estendere la base razionale della forma politica democratica, come governo di cittadini liberi che si riconoscono reciprocamente uguali. Il problema dell’uditorio • L’uditorio è l’insieme di coloro sui quali l’oratore vuole influire per mezzo della sua argomentazione (TA, p. 21) • È una costruzione di chi argomenta: possibile cesura tra uditorio reale e uditorio immaginato (cfr. Eco, Lettore modello) • Eterogeneità dell’uditorio e possibile sua organizzazione in gruppi ideali. • Uditorio particolare (rinvio al tema della persuasione: persuasiva è una argomentazione che pretende di valere solo per un uditorio particolare). • Uditorio universale (norma dell’argomentazione oggettiva; rinvio al tema del convincimento: convincente è una argomentazione che può ottenere l’adesione di ogni essere ragionevole). Accordo con l’uditorio • Perelman e Olbrechts-Tyteca distinguono 4 tipi di premesse che rendono possibile l’accordo: • Fatti • Verità • Presunzioni • Valori Valori • Base dell’argomentazione in ambito giuridico, politico, filosofico. • Esprimono un atteggiamento nei confronti del reale, un criterio di guida nell’azione, basato sul probabile spesso presentato come necessario. • Il loro compito è quello di giustificare delle scelte sulle quali non esiste accordo unanime. • Più sono vaghi più risultano utilizzabili con tutti gli uditori. • I valori più generali aspirano ad un accordo universale (valori di persuasione), pretendono uno statuto simile a quello dei fatti. • Non ci si può limitare a negarli: se non li si accetta occorre argomentarne il motivo (come per i fatti) (Trattato dell’argomentazione, p. 81) Luoghi • Topoi (loci, schemi). Premesse di ordine generale (spesso sottintese) che servono a fondare valori o gerarchie di valori, modelli logicodiscorsivi. Luoghi comuni Validi all’interno di qualsiasi scienza doxa Luoghi specifici Relativi a una scienza particolare (episteme) o ad un genere oratorio definito Secondo Barthes, La retorica antica “il luogo […] è l’elemento di una associazione di idee, di un condizionamento, d’un addestramento, d’una mnemonica […]; i luoghi non sono dunque gli argomenti in sé, ma gli scomparti in cui vengono disposti. […]” “i luoghi, dice Dumarsais, sono le cellette in cui tutti possono andare a prendere, per così dire, la materia d’un discorso e gli argomenti su ogni tipo di soggetto”. Luoghi della quantità • Il valore di una cosa è basato su dati quantitativi (virtù del numero): • Es. Ciò che è utile a molti è preferibile a ciò che è utile a pochi; ciò che è utile in ogni occasione è preferibile a ciò che è utile in qualche occasione ciò che è ammesso dalla maggioranza è superiore a quanto ammesso da una minoranza: fondamento della democrazia; ma anche assimilazione della ragione al senso comune In pubblicità: Scavolini. La cucina più amata dagli italiani Luogo della quantità Luoghi della qualità • Valorizzazione dell’esiguità o anche dell’unicità: è preferibile ciò che riesce difficile (riferimento al soggetto), ciò che è raro (riferimento all’oggetto) • valore della eccezionalità (qualità) rispetto alla quantità • Coltivo un grano unico. Solo per la passata Barilla • Luoghi sfruttati nell’argomentazione di chi vuol mutare l’ordine costituito. Luogo della qualità Luogo della qualità Altri luoghi • Luoghi dell’ordine: • Superiorità dell’anteriore sul posteriore (della causa sull’effetto, dei principi sul concreto) • Ricondotti alla quantità: l’anteriore è più durevole, più stabile, più generale • Ricondotti alla qualità: • Ciò che è all’origine è superiore Ma anche inversione dell’ordine: • Il nuovo è originale, raro, migliore • Luogo dell’esistente Superiorità di ciò che esiste, del reale sul possibile (proverbio: il meglio è il nemico del bene) • Luogo dell’essenza Valore di ciò che meglio rappresenta un tipo, un’essenza, una funzione (superuomo; donna fatale); richiamo allo stereotipo • Luogo della persona relativo alla dignità, al merito, alla autonomia. Superiorità di quanto è fatto con cura, di ciò che richiede sforzo. Accordo sui valori • Valutazione • Espressione di sentimenti • Espressione di giudizi • Lessico valutativo: polarizzazione di valori (buoni e cattivi, amici e nemici, vecchio e nuovo) • Dissociazione • Separazione • Negazione • Gradazione di valore • Impegno • Gradazione dell’atteggiamento (variazione di intensità o modulazione dei termini) • Forme di hedging e possibilità di negoziazione delle proprie azioni Astratto e concreto • Valori astratti (validi per tutti e in tutte le circostanze): libertà, giustizia, verità ecc. • Funzione critica e rivoluzionaria del riferimento ai valori astratti: non ammettono parzialità • Valori concreti (riferiti al particolare): Stato, Chiesa ecc. • Funzione conservatrice del riferimento ai valori concreti (realismo del riferimento ai valori concreti) • Tuttavia, è difficile tenerli separati Dissociazione • Trasformazione di valori universali in valori particolari attraverso una tecnica argomentativa che consiste nel distinguere diversi aspetti all’interno di una nozione considerata inizialmente come unitaria (dissociazione esemplare tra apparenza e realtà) • Determina un rimaneggiamento più o meno profondo dei dati concettuali che servono da fondamento all’argomentazione. • Consente di trasformare valori universali troppo generici in valori marcati positivamente creando al contempo un polo negativo in cui collocare l’avversario. 3 tipi di dissociazione • 1. Per separazione • 2. Per negazione • 3. Per gradazione di valore Dissociazione per separazione • Specificazione di un termine o precisazione di un concetto con il ricorso a sinonimi. Stato (concetto neutro) Stato amico, civile, moderno, liberale, di diritto, ecc.: Esiste uno Stato autoritario, invadente, prepotente, burocratico, criminogeno, pigliatutto ecc.: Democrazia (concetto neutro) Democrazia avanzata, liberale, ecc. Quella attuale è commissariata, ferita, minore • «Non sapevamo che questa non era una vera piena democrazia, che dentro questa democrazia covavano dei poteri, delle élite, che hanno recentemente reso la democrazia stessa una democrazia condizionata, una democrazia minore, una democrazia commissariata…» (Berlusconi a Gallipoli, 2004, cit. in Santulli, Le parole del potere, il potere delle parole, 2005) • «Noi siamo impegnati a dare agli italiani una giustizia giusta per garantire che i delinquenti siano rapidamente processati e puniti…» giustizia Giustizia giusta Esiste una giustizia delegata, politica, ritardata, strumentalizzata In pubblicità: C’è la birra e c’è la Grolsch Birra La Grolsch L’altra birra (qualità minore) • Es.: Libertà (valore generico e indeterminato) • Uso frequente nei discorsi di Berlusconi (250 occorrenze) • In un quinto delle occorrenze analizzate da Santulli (2005) la parola è seguita da un complemento di specificazione: libertà di…. un quinto dei complementi appartengono all’area dell’impresa: libertà di mercato, di lavoro, di impresa Il valore della libertà viene così specificato: da valore universale e generico la parola passa ad indicare un valore concreto riconoscibile da un uditorio più ristretto • Roma 6 febbraio 1994 (Il “credo laico” di Forza Italia, dal primo discorso a braccio di Berlusconi) I valori che sono il fondamento del nostro impegno civile e politico sono i valori fondanti di tutte le grandi democrazie occidentali. Noi crediamo nella libertà, In tutte le sue forme, molteplici e vitali: La libertà di pensiero e di opinione, La libertà di espressione, La libertà di culto, di tutti i culti, La libertà di associazione. Crediamo nella libertà di impresa, Nella libertà di mercato, regolata da norme certe, Chiare e uguali per tutti ….crediamo nell’individuo e riteniamo che ciascuno debba avere il diritto di realizzare se stesso…. ..per questo crediamo nella famiglia, nucleo fondamentale della nostra società. E crediamo anche nell’impresa…. ….– da liberisti – crediamo nei meccanismi del libero mercato che sa combinare insieme gli egoismi individuali e trasformarli in benessere collettivo, così come crediamo negli effetti positivi per tutti della competizione, della concorrenza e del progresso che non può esserci se non c’è la libertà. • Altri elementi lessicali: Rivoluzione, parola spesso accompagnata da un modificatore: rivoluzione pacifica r. liberale r. della politica legislativa Sua transcategorizzazione: Un cambiamento rivoluzionario Un modo rivoluzionario di governare Ma anche: sostegno concreto la dieta efficace guerra umanitaria bombe intelligenti Non chiedete un Vermouth, chiedete un Martini Dissociazione per negazione Forma di dissociazione che si manifesta linguisticamente in una opposizione segnalata dalla presenza del concessivo ma (o anche il sì) e della negazione non. • Due forme: Ma non Non…ma negazione semi-esplicita negazione esplicita • Il concessivo consente di evidenziare un valore positivo all’interno di un concetto altrimenti troppo vago e potenzialmente acquisibile dall’avversario «Non si tratta di un partito, ma di un partito nuovo...Nuova la leadership, anche generazionalmente, nuovi i programmi, nuova la liturgia e nuovo soprattutto lo strumento di partecipazione diretta dei cittadini...un linguaggio aperto a codici nuovi» (E. Mauro su «La repubblica», 15.10.2007) «è un partito liberale ma non elitario, anzi un partito liberaldemocratico popolare, è un partito cattolico ma non confessionale, è un partito laico ma non intollerante e laicista, è un partito nazionale ma non centralista» (Milano, 16 aprile 1998) «è un partito laico, ma non laicista» (Bindi su «L’Unità» 12.10.2007) All’opposto: ma anche (vedi Veltroni) Dissociazione per gradazione di valore e polarizzazione • Uso di modificatori per creare una differenziazione di grado all’interno di un medesimo valore (reale, vero, pseudo) • La gradazione può essere espressa attraverso una forza implicita (lessicalizzata). Tono elogiativo, affettivo, familiare, sprezzante ecc. Amare/ adorare, esperti/mestieranti, ma anche: papà/padre, odontoiatra/dentista, destriero/ronzino, gruppo/cricca, migrante/extracomunitario, rifugiato politico/ clandestino • Oppure esplicita (aggettivi: vero, genuino, completo; avverbi: davvero, abbastanza, leggermente, relativamente): Democratici, davvero (democratici per Bindi) • Es.: frequente ricorso al modificatore “vero” nei discorsi di Berlusconi: • Vera giustizia, vera libertà, vera democrazia, vero stato di diritto, federalismo vero, unità nazionale vera • L’uso di vero crea una opposizione tra valori autentici e falsi, collocando l’oratore sul lato positivo e l’avversario sul lato negativo • Malaysia. Veramente Asia (cit. in Held 2007, p. 262 e Antelmi 2012, p. 119 • Acqua Vera Dissociazioni per ossimoro I due termini contrastanti sono disposti gerarchicamente: uno dei due (aggettivo o verbo) specifica, per contrasto, l’altro • Credo laico (1/2) • Giustizia ingiusta (1/2) • Dotta ignoranza (2/1) • Gioia amara (1/2) • Pensare l’impensabile (2/1) • Dire l’inesprimibile (1/2) • Perdere per vincere (1/2) • Il sole nero (1/2) Gradazione di valori Nella struttura della argomentazione le gerarchie di valori sono più importanti dei valori stessi (Trattato, p. 86); Diversa intensità di adesione ai singoli valori il modo in cui vengono gerarchizzati i valori può determinare la contrapposizione tra gruppi diversi • Gerarchie basate sulla preferenza • Gerarchie basate sulla quantità • Enfatizzazione (negativa) del vecchio e autopresentazione come protagonista del nuovo (implicitamente positivo): (luogo dell’ordine +polarizzazione di valori) • Vecchio è un disvalore: • Il paese è un’azienda vecchia • La Costituzione è vecchia • Il sistema fiscale è vecchio • L’apparato statale è vecchio • Le idee sono vecchie • Le menzogne sono vecchie (solite) • • • • • Prevalse la vecchia politica, la politica della sinistra Il nostro paese è un’azienda vecchia La nostra Costituzione, ormai vecchia di cinquant’anni Questo nostro vecchio e superato apparato dello Stato Questo nostro vecchio sistema fiscale Retorica del nuovo • Blair: New Labour, new Britain • Forza Italia è un partito nuovo, senza scheletri nell’armadio, senza vecchie cambiali da onorare Vecchio e nuovo • Vecchio armamentario • Nuovo movimento • Vecchie idee • Nuovo Risorgimento • Vecchie menzogne • Nuovo, magico presente Esempio Antelmi, p. 230 Campagna per le elezioni amministrative a Pavia, 2009 Cattaneo, candidato del centro-destra: «Rinnovare Pavia è una lista civica che sostiene il candidato sindaco del centro destra Alessandro Cattaneo. Una vera lista civica che si prefigge di suscitare l’interesse dell’elettorato moderato, che rifugge dagli estremismi, che aspira a un reale cambiamento nelle persone, nei metodi e nei modi. […] una lista autonoma, non targata […]. Un mix di entusiastica voglia di rendersi utile dei più giovani […]. La lista che rappresenta l’unica vera novità delle Elezioni Comunali di Pavia […]». Luogo dell’ordine: ciò che viene prima ha più valore + presupposizione (verbo tornare) Luogo dell’ordine + Verbo di presupposizione Luogo dell’ordine rovesciato+verbo di presupposizione Luogo della persona Argomenti e paralogismi (fallacie) • La definizione classica della fallacia è: argomento che sembra valido ma non lo è. Cioè argomenti irrilevanti in quanto non corroborano razionalmente la tesi da difendere o non criticano razionalmente la tesi da confutare. • razionalmente irrilevanti, quando fanno appello alla sfera irrazionale ed emotiva (comprendono la fallacia patetica) • logicamente irrilevanti, quando sono logicamente vuoti (comprendono la fallacia etica) • Centralità dello studio delle fallacie per comprendere meglio la validità generale delle inferenze. • La tradizione logica occidentale ha elaborato una lunga lista di paralogismi. L’identificazione delle fallacie • Una delle conseguenze della frequenza dell’uso implicito del linguaggio nel discorso e nei testi argomentativi è che l’identificazione di una possibile fallacia ha di solito un carattere condizionale. Di solito è una questione di interpretazione se ci sia o no fallacia. Le fallacie non possono essere individuate in modo automatico come argomenti invalidi. • Per determinare esattamente quali violazioni delle regole per una discussione critica abbiano luogo in un discorso o testo argomentativo è necessario esaminare innanzitutto fino a che punto un tale discorso o testo possa essere ricostruito come discussione critica. Argumentum ad baculum • Si basa sull’uso della forza e mira a persuadere facendo appello alla paura. È la negazione stessa della razionalità discorsiva. Esempio: “Ti conviene sostenere la teoria tolemaica altrimenti corri il rischio di passare per eretico e fare la fine di Galilei”. La minaccia è del tutto irrilevante rispetto alla verità o falsità dell’enunciato che si vuole sostenere, ma può essere estremamente “persuasiva”. Può essere esercitata anche all’interno di un medesimo schieramento politico per soffocare forme di dissenso. Altri esempi: • Un direttore del personale che si rivolge al rappresentante sindacale evocando conseguenze spiacevoli per chi non accetti la sua soluzione: “Se vuoi che nessuno perda il posto, farai bene a riconoscere che non c’è spazio per un aumento salariale”. • Nel discorso politico: Stia bene attento il presidente Scalfaro, per adesso lo chiamiamo presidente, se non scioglie il Parlamento, se non si indicono nuove elezioni dopo l’approvazione della legge finanziaria, noi facciamo lo sciopero del fisco…. Noi non vogliamo la secessione, ma se il Sud assistito continuerà a votare per lo statalismo, ci metterà con le spalle al muro: uomo avvisato, mezzo salvato. (Bossi, 11 luglio, 1993, cit. in Desideri, La comunicazione politica: dinamiche linguistiche e processi discorsivi, p. 186) Argomento ad metum Appello alla paura, argomento basato su dati extrarazionali. Un argomento che fa appello alla paura è basato sulla introduzione di dati non pertinenti, vedi analisi di Cantù su Oriana Fallaci, in Così casca l’asino, p. 10: «Non capite o non volete capire che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere più intelligente, cioè meno bigotto o addirittura non bigotto. E con quello distruggerà la nostra cultura, la nostra arte, la nostra scienza, la nostra morale, i nostri valori, i nostri piaceri». Argumentum ad populum Comprende gli appelli più o meno populisti all’uditorio, si argomenta cioè intorno alla verità o falsità di un enunciato facendo appello al sentimento popolare, ad emozioni, opinioni e convinzioni fondate su pregiudizi e appartenenti a uno specifico gruppo sociale o alla vox populi. • Es.: Siamo tutti italiani, quindi dobbiamo tifare per la nazionale. Anche difesa di una posizione solo perché sembra piacere ai più (vedi luogo della quantità). Argomento di autorità Appello agli atti o ai giudizi di una persona o di un gruppo di persone come prova a sostegno di una tesi. Es.: Citazioni, su giornali o nel discorso politico Fare ricorso a un parere autorevole a sostegno di una tesi può anche essere corretto. Tale ricorso non è accettabile se l’autorità invocata non è riconosciuta da entrambe le parti che sostengono la disputa, o se l’autorevolezza riguarda un ambito diverso da quello toccato dalla discussione; o ancora se chi è autorevole non era nel pieno possesso delle sue facoltà mentali quando ha espresso un certo parere, o se l’autorità non è pienamente identificata (diceria) > fallacia ad verecundiam. Es.: Così stanno le cose: lo dice Aristotele La nuova legge sugli stranieri sarà presto ritirata: lo afferma una fonte governativa (diceria) L’altro giorno un mio amico ha sentito dire che il politico X è un ladro (diceria) Biancodent, il dentifricio consigliato dai dentisti Argumentum ad verecundiam Verecundiam significa oltre che vergogna, timore reverenziale: Abuso dell’appello al principio di autorità (forza della convenzione sociale). Locke, Essay Concerning Human Understanding (1690), 1. IV, cap. XVII, ¶ 19: «Chiunque appoggi le proprie opinioni a simili autorità ritiene con ciò di aver causa vinta, ed è pronto a censurare come imprudente chiunque le contrasti. Mi sembra che questo potrebbe essere chiamato argumentum ad verecundiam.» Si cerca di persuadere l’interlocutore della validità della propria tesi, appellandosi al fatto che chi rifiuta di aderirvi si espone al ridicolo e al disprezzo sociale. Anche uso di testimonial non pertinenti nei messaggi pubblicitari (es. di Antelmi, p. 207: Gandhi nella pubblicità Telecom, Jennifer Hudson per il latte). Argumentum ad hominem • Confutazione di una affermazione in quanto associata ad un personaggio eticamente o professionalmente non attendibile. • Attacco verbale alla personalità dell’avversario che sostituisce la contestazione argomentata delle ragioni della parte avversa. Non riguarda i fatti relativi all’argomento in questione, ma le motivazioni nascoste di coloro che sostengono una tesi. • L’avversario viene attaccato nella sua integrità morale, nella sua competenza professionale, oppure per supposti interessi personali nel difendere una determinata posizione, o per una incoerenza tra idee e comportamenti dell’interlocutore con la tesi che egli sostiene (quest’ultima versione è definita argomento del tu quoque), Forma estrema: attacco all’aspetto fisico della persona Prodi ha la faccia larga e pastosa di un dottor Balanzone…ero indeciso tra Balanzone e fra’ Giocondo (Berlusconi su “La repubblica”, 28 marzo 1995, cit. in Desideri, La comunicazione politica: dinamiche linguistiche e processi discorsivi, p. 185) “Prodi, che è il nostro Valium, quello che fa così con le manine” “lo psiconano che è Berlusconi, truffolo, un venditore di bava” (Grillo, in Cantù, p. 84) • Circostanziale (indiretto): invece di attaccare un’affermazione ci si sofferma sul rapporto tra chi la enuncia e le circostanze in cui egli si trova gli argomenti di Mario Rossi non hanno valore perché si basano su dati elaborati dalla sua stessa azienda. • Tu quoque: questa forma di attacco all’antagonista sottolinea come egli stesso non metta in pratica ciò che sostiene così io non dovrei bere: lo dici tu che non sei stato mai sobrio per più di un giorno. Avvelenamento del pozzo • Considerato spesso una variante dell’attacco ad hominem, non è propriamente un argomento ma una strategia retorica più ampia di svalutazione e delegittimazione di un avversario, di una parte politica, di una professione (macchina del fango). Deriva dall’accusa di untori mossa nel Medioevo agli ebrei, accusati di aver avvelenato i pozzi e aver diffuso così la peste. Relativamente al dibattito pubblico, cfr. Franca D’Agostini, Verità avvelenata, Boringhieri, 2010, p. 13: forma di nichilismo, «tutti hanno torto, non c’è verità». Espressione usata da Saviano per descrivere il meccanismo di delegittimazione messo in atto dalle fonti di informazione conniventi con la mafia: «sostenere che niente è pulito, tutto è sporco, tutti si è uguali nei vizi e negli interessi. Dunque nessuno può fare la morale. La macchina del fango vive di questo desiderio di mettere tutti sullo stesso piano: tutti corrotti, tutti viziosi. Un meccanismo che si riesce a bloccare quando non si contrappongono più santi a demoni, ma piuttosto quando si dimostra che pur nella contraddizione che è degli esseri umani, gli interessi sono diversi, le azioni dono diverse. E anche le debolezze sono diverse» (Cantù,E qui casca l’asino, p. 154).