argomentazioni quotidiane - Dipartimento di Comunicazione e

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argomentazioni quotidiane - Dipartimento di Comunicazione e
ARGOMENTAZIONI
QUOTIDIANE
Cos’è l’argomentazione?
Concezione ristretta:
Va n E e m e r e n e G r o o t e n d o r s t , U n a t e o r i a s i s t e m a t i c a
dell’argomentazione, Mimesis 2008:13
«l’argomentazione è un’attività verbale, sociale e razionale mirante a
convincere un critico ragionevole dell’accettabilità di una tesi tramite
un insieme di proposizioni che vengono avanzate per provare o
confutare la proposizione espressa nella tesi».
•  Cosa vuol dire addurre ragioni a sostegno delle proprie tesi e perché
le ragioni dovrebbero convincere e persuadere il destinatario?
•  La forza delle ragioni è un fatto oggettivo, soggettivo o pragmatico?
Concezione allargata:
Grize, Logique et langage, Paris, 1990, p. 41
«è anche possibile concepire l’argomentazione da un punto di vista più ampio e
considerarla come un processo che mira a intervenire sull’opinione, l’attitudine,
persino il comportamento di qualcuno».
Enunciare è sempre argomentare, ogni discorso ha una dimensione
argomentativa.
Produrre un enunciato significa «prendere posizione», costruire una
rappresentazione, una messa in scene (schematizzazione) del mondo, a
partire dal modo in cui si nominano persone, oggetti, eventi
(es. immigrato, migrante, straniero, clandestino, profuso, ecc.).
Obiettivo: accrescere l’adesione delle menti a determinati valori, orientare la
visione del mondo (discorso epidittico > rapporto con la retorica e la dialettica
classiche).
Argomentazione e rinascita della retorica
•  L’interesse per l’argomentazione è al centro della rinascita della
retorica a metà del Novecento
•  Traité de l’argumentation (1958) di Perelman e Olbrechts-Tyteca
•  The Uses of Argument (1958) di Toulmin.
•  La nuova retorica è un ritorno ad Aristotele e alle «tecniche discorsive
atte a provocare o accrescere l’adesione delle menti alle tesi che
vengono presentate al loro assenso» (TA, p. 6).
Retorica
Persuadere
Pratiche orientate alla azione
(Intento perlocutivo)
Difesa del verosimile, finalità pratiche
Ambito politico, giudiziario, etico
(valori)
Monologo
Strumenti persuasivi (logos, ethos,
pathos)
Dialettica
Convincere
Pratiche orientate alla riflessione
Dimostrazione della verità
Ambito scientifico e filosofico
Dialogo, scambio simmetrico
Strumenti argomentativi logici
Nuova retorica
•  Il Trattato dell’argomentazione di Perelman e Olbrecht-Tyteca (1958)
punto di partenza ufficiale della rivalutazione della retorica nel pensiero
contemporaneo:
•  centralità di inventio e dispositio
•  assimilazione di retorica e dialettica
•  recupero della tradizione aristotelica
•  Oggetto specifico: adesione delle menti ottenuta per via linguistica
•  La ripresa della teoria dell’argomentazione è stata associata alla esigenza di affiancare nuove
forme di razionalità alla forma deduttiva scientifica.
•  È orientata allo studio del meccanismo argomentativo presente nel discorso ordinario, per mostrare
che non solo nella pratica scientifica ma anche nelle interazioni quotidiane si applica un
procedimento basato sul dare e chiedere ragioni.
•  La validità argomentativa si basa sull’idea che vi sia un comportamento razionale, un’idea di
razionalità o di ragionevolezza che si esprime attraverso la scelta delle ragioni migliori.
Due modelli di razionalità
Cartesiana:
-  La ragione coincide con processi
logici di tipo dimostrativo, dotati
del carattere della evidenza e
della necessità.
-  Ciò che non risponde a questi
criteri non è razionale.
-  Di fronte alla verità l’accordo è
inevitabile, il disaccordo è segno
di errore.
- Spazio della dimostrazione
Pratico-discorsiva
-  Il campo della razionalità non si
identifica con la ragione logicoformale
-  Campo del probabile, del verosimile:
valori, politica, etica.
-  Zona intermedia di ragionevolezza
tra l’isola della ragione logicomatematizzante e l’oceano
dell’irrazionale
- Spazio dell’argomentazione
Modello cartesiano
Irrazionalità
Razionalità logicomatematica
Dove si colloca la razionalità pratico-discorsiva?
Modello della neo-retorica
razionalità
irrazionalità
pratica
logica
Obiettivo della teoria dell’argomentazione
•  Studio dell’azione sulle menti mediante il discorso; comprensione del
meccanismo del pensiero. È possibile migliorare la capacità di discernere le
buone dalle cattive ragioni, ma non è possibile fornire una ricetta per ben
argomentare. La teoria dell’argomentazione è parte di una teoria della
ricezione.
•  Condizione preliminare dell’argomentazione è l’accordo in via di principio
sulla formazione di una comunanza intellettuale (contatto delle menti) e in
seguito sul fatto di discutere insieme una questione determinata: questo
accordo non si dà spontaneamente (cfr. Principio di cooperazione di Grice).
•  La centralità dell’uditorio lega la teoria dell’argomentazione (nuova retorica)
alla retorica classica: ogni discorso si rivolge a un uditorio.
Implicazioni etiche
•  La teoria dell’argomentazione si salda con il tentativo di cogliere i principi
dell’etica come specificazioni della teoria dell’argomentazione (etica della
discussione critica, etica procedurale del riconoscimento reciproco).
•  L’interesse per l’argomentazione cresce in una modernità divenuta
riflessiva, che mette sempre più a tema la sua base di validità e nell’ambito
della società del rischio (Beck), che incrementa per gli individui possibilità di
scelta per cui si richiede insieme una giustificazione argomentativa.
•  La teoria dell’argomentazione risponde anche alla esigenza sociale di
accertare, giustificare, assicurare e estendere la base razionale della forma
politica democratica, come governo di cittadini liberi che si riconoscono
reciprocamente uguali.
Il problema dell’uditorio
•  L’uditorio è l’insieme di coloro sui quali l’oratore vuole influire per
mezzo della sua argomentazione (TA, p. 21)
•  È una costruzione di chi argomenta: possibile cesura tra uditorio reale
e uditorio immaginato (cfr. Eco, Lettore modello)
•  Eterogeneità dell’uditorio e possibile sua organizzazione in gruppi
ideali.
•  Uditorio particolare (rinvio al tema della persuasione: persuasiva è
una argomentazione che pretende di valere solo per un uditorio
particolare).
•  Uditorio universale (norma dell’argomentazione oggettiva; rinvio al
tema del convincimento: convincente è una argomentazione che può
ottenere l’adesione di ogni essere ragionevole).
Accordo con l’uditorio
•  Perelman e Olbrechts-Tyteca distinguono 4 tipi di
premesse che rendono possibile l’accordo:
•  Fatti
•  Verità
•  Presunzioni
•  Valori
Valori
•  Base dell’argomentazione in ambito giuridico, politico, filosofico.
•  Esprimono un atteggiamento nei confronti del reale, un criterio di guida
nell’azione, basato sul probabile spesso presentato come necessario.
•  Il loro compito è quello di giustificare delle scelte sulle quali non esiste
accordo unanime.
•  Più sono vaghi più risultano utilizzabili con tutti gli uditori.
•  I valori più generali aspirano ad un accordo universale (valori di persuasione),
pretendono uno statuto simile a quello dei fatti.
•  Non ci si può limitare a negarli: se non li si accetta occorre argomentarne il
motivo (come per i fatti) (Trattato dell’argomentazione, p. 81)
Luoghi
•  Topoi (loci, schemi). Premesse di ordine generale (spesso sottintese)
che servono a fondare valori o gerarchie di valori, modelli logicodiscorsivi.
Luoghi comuni
Validi all’interno di qualsiasi scienza
doxa
Luoghi specifici Relativi a una scienza
particolare (episteme) o
ad un genere oratorio
definito
Secondo Barthes, La retorica antica
“il luogo […] è l’elemento di una associazione di idee, di un
condizionamento, d’un addestramento, d’una mnemonica […]; i
luoghi non sono dunque gli argomenti in sé, ma gli scomparti in cui
vengono disposti. […]”
“i luoghi, dice Dumarsais, sono le cellette in cui tutti possono andare a
prendere, per così dire, la materia d’un discorso e gli argomenti su
ogni tipo di soggetto”.
Luoghi della quantità
•  Il valore di una cosa è basato su dati quantitativi (virtù del numero):
•  Es. Ciò che è utile a molti è preferibile a ciò che è utile a pochi;
ciò che è utile in ogni occasione è preferibile a ciò che è utile in qualche
occasione
ciò che è ammesso dalla maggioranza è superiore a quanto ammesso da
una minoranza:
fondamento della democrazia; ma anche assimilazione della ragione
al senso comune
In pubblicità:
Scavolini. La cucina più amata dagli italiani
Luogo della quantità
Luoghi della qualità
•  Valorizzazione dell’esiguità o anche dell’unicità:
è preferibile ciò che riesce difficile (riferimento al soggetto), ciò che è raro
(riferimento all’oggetto)
•  valore della eccezionalità (qualità) rispetto alla quantità
•  Coltivo un grano unico. Solo per la passata Barilla
•  Luoghi sfruttati nell’argomentazione di chi vuol mutare l’ordine
costituito.
Luogo della qualità
Luogo della qualità
Altri luoghi
•  Luoghi dell’ordine:
•  Superiorità dell’anteriore sul posteriore (della causa sull’effetto, dei
principi sul concreto)
•  Ricondotti alla quantità:
l’anteriore è più durevole, più stabile, più generale
•  Ricondotti alla qualità:
•  Ciò che è all’origine è superiore
Ma anche inversione dell’ordine:
•  Il nuovo è originale, raro, migliore
•  Luogo dell’esistente
Superiorità di ciò che esiste, del reale sul possibile (proverbio: il meglio è il
nemico del bene)
•  Luogo dell’essenza
Valore di ciò che meglio rappresenta un tipo, un’essenza, una funzione
(superuomo; donna fatale); richiamo allo stereotipo
•  Luogo della persona
relativo alla dignità, al merito, alla autonomia.
Superiorità di quanto è fatto con cura, di ciò che richiede sforzo.
Accordo sui valori
•  Valutazione
•  Espressione di sentimenti
•  Espressione di giudizi
•  Lessico valutativo: polarizzazione di valori (buoni e cattivi, amici e
nemici, vecchio e nuovo)
•  Dissociazione
•  Separazione
•  Negazione
•  Gradazione di valore
•  Impegno
•  Gradazione dell’atteggiamento (variazione di intensità o modulazione
dei termini)
•  Forme di hedging e possibilità di negoziazione delle proprie azioni
Astratto e concreto
•  Valori astratti (validi per tutti e in tutte le circostanze): libertà, giustizia,
verità ecc.
•  Funzione critica e rivoluzionaria del riferimento ai valori astratti: non
ammettono parzialità
•  Valori concreti (riferiti al particolare): Stato, Chiesa ecc.
•  Funzione conservatrice del riferimento ai valori concreti (realismo del
riferimento ai valori concreti)
•  Tuttavia, è difficile tenerli separati
Dissociazione
•  Trasformazione di valori universali in valori particolari attraverso una tecnica
argomentativa che consiste nel distinguere diversi aspetti all’interno di una
nozione considerata inizialmente come unitaria (dissociazione esemplare tra
apparenza e realtà)
•  Determina un rimaneggiamento più o meno profondo dei dati concettuali che
servono da fondamento all’argomentazione.
•  Consente di trasformare valori universali troppo generici in valori marcati
positivamente creando al contempo un polo negativo in cui collocare
l’avversario.
3 tipi di dissociazione
•  1. Per separazione
•  2. Per negazione
•  3. Per gradazione di valore
Dissociazione per separazione
•  Specificazione di un termine o precisazione di un concetto
con il ricorso a sinonimi.
Stato (concetto neutro)
Stato amico, civile, moderno, liberale, di diritto, ecc.:
Esiste uno Stato autoritario, invadente,
prepotente, burocratico,
criminogeno, pigliatutto ecc.:
Democrazia
(concetto neutro)
Democrazia avanzata, liberale, ecc.
Quella attuale è
commissariata, ferita, minore
•  «Non sapevamo che questa non era una vera piena democrazia, che dentro
questa democrazia covavano dei poteri, delle élite, che hanno recentemente
reso la democrazia stessa una democrazia condizionata, una democrazia
minore, una democrazia commissariata…» (Berlusconi a Gallipoli, 2004, cit.
in Santulli, Le parole del potere, il potere delle parole, 2005)
•  «Noi siamo impegnati a dare agli italiani una giustizia giusta per garantire che
i delinquenti siano rapidamente processati e puniti…»
giustizia
Giustizia giusta
Esiste una giustizia
delegata, politica, ritardata, strumentalizzata
In pubblicità: C’è la birra e c’è la Grolsch
Birra
La Grolsch
L’altra birra (qualità minore)
•  Es.: Libertà (valore generico e indeterminato)
•  Uso frequente nei discorsi di Berlusconi (250 occorrenze)
•  In un quinto delle occorrenze analizzate da Santulli (2005) la parola è
seguita da un complemento di specificazione: libertà di….
un quinto dei complementi appartengono all’area dell’impresa:
libertà di mercato, di lavoro, di impresa
Il valore della libertà viene così specificato: da valore universale e
generico la parola passa ad indicare un valore concreto riconoscibile
da un uditorio più ristretto
•  Roma 6 febbraio 1994 (Il “credo laico” di Forza Italia, dal primo
discorso a braccio di Berlusconi)
I valori che sono il fondamento del nostro impegno civile e politico sono
i valori fondanti di tutte le grandi democrazie occidentali.
Noi crediamo nella libertà,
In tutte le sue forme, molteplici e vitali:
La libertà di pensiero e di opinione,
La libertà di espressione,
La libertà di culto, di tutti i culti,
La libertà di associazione.
Crediamo nella libertà di impresa,
Nella libertà di mercato, regolata da norme certe,
Chiare e uguali per tutti
….crediamo nell’individuo e riteniamo che ciascuno debba avere il
diritto di realizzare se stesso….
..per questo crediamo nella famiglia, nucleo fondamentale della nostra
società.
E crediamo anche nell’impresa….
….– da liberisti – crediamo nei meccanismi del libero mercato che sa
combinare insieme gli egoismi individuali e trasformarli in benessere
collettivo, così come crediamo negli effetti positivi per tutti della
competizione, della concorrenza e del progresso che non può esserci
se non c’è la libertà.
•  Altri elementi lessicali:
Rivoluzione, parola spesso accompagnata da un modificatore:
rivoluzione pacifica
r. liberale
r. della politica legislativa
Sua transcategorizzazione:
Un cambiamento rivoluzionario
Un modo rivoluzionario di governare
Ma anche:
sostegno concreto
la dieta efficace
guerra umanitaria
bombe intelligenti
Non chiedete un Vermouth, chiedete un Martini
Dissociazione per negazione
Forma di dissociazione che si manifesta linguisticamente in una opposizione
segnalata dalla presenza del concessivo ma (o anche il sì) e della negazione
non.
•  Due forme:
Ma non
Non…ma
negazione semi-esplicita
negazione esplicita
•  Il concessivo consente di evidenziare un valore positivo all’interno di un
concetto altrimenti troppo vago e potenzialmente acquisibile dall’avversario
«Non si tratta di un partito, ma di un partito nuovo...Nuova la leadership, anche
generazionalmente, nuovi i programmi, nuova la liturgia e nuovo soprattutto
lo strumento di partecipazione diretta dei cittadini...un linguaggio aperto a
codici nuovi» (E. Mauro su «La repubblica», 15.10.2007)
«è un partito liberale ma non elitario, anzi un partito liberaldemocratico
popolare, è un partito cattolico ma non confessionale, è un partito laico ma
non intollerante e laicista, è un partito nazionale ma non centralista» (Milano,
16 aprile 1998)
«è un partito laico, ma non laicista» (Bindi su «L’Unità» 12.10.2007)
All’opposto: ma anche (vedi Veltroni)
Dissociazione per gradazione di valore e polarizzazione
•  Uso di modificatori per creare una differenziazione di grado all’interno di un
medesimo valore (reale, vero, pseudo)
•  La gradazione può essere espressa attraverso una forza implicita
(lessicalizzata). Tono elogiativo, affettivo, familiare, sprezzante ecc. Amare/
adorare, esperti/mestieranti, ma anche: papà/padre, odontoiatra/dentista,
destriero/ronzino, gruppo/cricca, migrante/extracomunitario, rifugiato politico/
clandestino
•  Oppure esplicita (aggettivi: vero, genuino, completo; avverbi: davvero,
abbastanza, leggermente, relativamente):
Democratici, davvero (democratici per Bindi)
•  Es.: frequente ricorso al modificatore “vero” nei discorsi di
Berlusconi:
•  Vera giustizia, vera libertà, vera democrazia, vero stato di diritto,
federalismo vero, unità nazionale vera
•  L’uso di vero crea una opposizione tra valori autentici e falsi,
collocando l’oratore sul lato positivo e l’avversario sul lato negativo
•  Malaysia. Veramente Asia (cit. in Held 2007, p. 262 e Antelmi 2012, p.
119
•  Acqua Vera
Dissociazioni per ossimoro
I due termini contrastanti sono disposti gerarchicamente: uno dei due
(aggettivo o verbo) specifica, per contrasto, l’altro
•  Credo laico (1/2)
•  Giustizia ingiusta (1/2)
•  Dotta ignoranza (2/1)
•  Gioia amara (1/2)
•  Pensare l’impensabile (2/1)
•  Dire l’inesprimibile (1/2)
•  Perdere per vincere (1/2)
•  Il sole nero (1/2)
Gradazione di valori
Nella struttura della argomentazione le gerarchie di valori sono più
importanti dei valori stessi (Trattato, p. 86);
Diversa intensità di adesione ai singoli valori
il modo in cui vengono gerarchizzati i valori può determinare la
contrapposizione tra gruppi diversi
•  Gerarchie basate sulla preferenza
•  Gerarchie basate sulla quantità
•  Enfatizzazione (negativa) del vecchio e autopresentazione come
protagonista del nuovo (implicitamente positivo): (luogo dell’ordine
+polarizzazione di valori)
•  Vecchio è un disvalore:
•  Il paese è un’azienda vecchia
•  La Costituzione è vecchia
•  Il sistema fiscale è vecchio
•  L’apparato statale è vecchio
•  Le idee sono vecchie
•  Le menzogne sono vecchie (solite)
• 
• 
• 
• 
• 
Prevalse la vecchia politica, la politica della sinistra
Il nostro paese è un’azienda vecchia
La nostra Costituzione, ormai vecchia di cinquant’anni
Questo nostro vecchio e superato apparato dello Stato
Questo nostro vecchio sistema fiscale
Retorica del nuovo
•  Blair: New Labour, new Britain
•  Forza Italia è un partito nuovo, senza scheletri
nell’armadio, senza vecchie cambiali da onorare
Vecchio e nuovo
•  Vecchio armamentario
•  Nuovo movimento
•  Vecchie idee
•  Nuovo Risorgimento
•  Vecchie menzogne
•  Nuovo, magico presente
Esempio Antelmi, p. 230
Campagna per le elezioni amministrative a Pavia, 2009
Cattaneo, candidato del centro-destra:
«Rinnovare Pavia è una lista civica che sostiene il candidato sindaco del centro
destra Alessandro Cattaneo. Una vera lista civica che si prefigge di suscitare
l’interesse dell’elettorato moderato, che rifugge dagli estremismi, che aspira a
un reale cambiamento nelle persone, nei metodi e nei modi. […] una lista
autonoma, non targata […]. Un mix di entusiastica voglia di rendersi utile dei
più giovani […]. La lista che rappresenta l’unica vera novità delle Elezioni
Comunali di Pavia […]».
Luogo dell’ordine: ciò che viene prima ha più
valore + presupposizione (verbo tornare)
Luogo dell’ordine + Verbo di
presupposizione
Luogo dell’ordine rovesciato+verbo di
presupposizione
Luogo della persona
Argomenti e paralogismi (fallacie)
•  La definizione classica della fallacia è: argomento che sembra valido ma non lo
è. Cioè argomenti irrilevanti in quanto non corroborano razionalmente la tesi da
difendere o non criticano razionalmente la tesi da confutare.
•  razionalmente irrilevanti, quando fanno appello alla sfera irrazionale ed
emotiva (comprendono la fallacia patetica)
•  logicamente irrilevanti, quando sono logicamente vuoti (comprendono la
fallacia etica)
•  Centralità dello studio delle fallacie per comprendere meglio la validità generale
delle inferenze.
•  La tradizione logica occidentale ha elaborato una lunga lista di paralogismi.
L’identificazione delle fallacie
•  Una delle conseguenze della frequenza dell’uso implicito del
linguaggio nel discorso e nei testi argomentativi è che
l’identificazione di una possibile fallacia ha di solito un carattere
condizionale. Di solito è una questione di interpretazione se ci sia o
no fallacia. Le fallacie non possono essere individuate in modo
automatico come argomenti invalidi.
•  Per determinare esattamente quali violazioni delle regole per una
discussione critica abbiano luogo in un discorso o testo
argomentativo è necessario esaminare innanzitutto fino a che punto
un tale discorso o testo possa essere ricostruito come discussione
critica.
Argumentum ad baculum
•  Si basa sull’uso della forza e mira a persuadere facendo appello alla paura.
È la negazione stessa della razionalità discorsiva.
Esempio: “Ti conviene sostenere la teoria tolemaica altrimenti corri il rischio di
passare per eretico e fare la fine di Galilei”.
La minaccia è del tutto irrilevante rispetto alla verità o falsità dell’enunciato che si
vuole sostenere, ma può essere estremamente “persuasiva”. Può essere
esercitata anche all’interno di un medesimo schieramento politico per soffocare
forme di dissenso.
Altri esempi:
•  Un direttore del personale che si rivolge al rappresentante sindacale
evocando conseguenze spiacevoli per chi non accetti la sua soluzione: “Se
vuoi che nessuno perda il posto, farai bene a riconoscere che non c’è spazio
per un aumento salariale”.
•  Nel discorso politico:
Stia bene attento il presidente Scalfaro, per adesso lo chiamiamo presidente,
se non scioglie il Parlamento, se non si indicono nuove elezioni dopo
l’approvazione della legge finanziaria, noi facciamo lo sciopero del fisco….
Noi non vogliamo la secessione, ma se il Sud assistito continuerà a votare
per lo statalismo, ci metterà con le spalle al muro: uomo avvisato, mezzo
salvato.
(Bossi, 11 luglio, 1993, cit. in Desideri, La comunicazione politica: dinamiche
linguistiche e processi discorsivi, p. 186)
Argomento ad metum
Appello alla paura, argomento basato su dati extrarazionali. Un
argomento che fa appello alla paura è basato sulla introduzione di dati
non pertinenti, vedi analisi di Cantù su Oriana Fallaci, in Così casca
l’asino, p. 10:
«Non capite o non volete capire che se non ci si oppone, se non ci si
difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo
che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a
rendere più intelligente, cioè meno bigotto o addirittura non bigotto. E
con quello distruggerà la nostra cultura, la nostra arte, la nostra
scienza, la nostra morale, i nostri valori, i nostri piaceri».
Argumentum ad populum
Comprende gli appelli più o meno populisti all’uditorio, si argomenta cioè intorno
alla verità o falsità di un enunciato facendo appello al sentimento popolare, ad
emozioni, opinioni e convinzioni fondate su pregiudizi e appartenenti a uno
specifico gruppo sociale o alla vox populi.
•  Es.: Siamo tutti italiani, quindi dobbiamo tifare per la nazionale.
Anche difesa di una posizione solo perché sembra piacere ai più (vedi luogo
della quantità).
Argomento di autorità
Appello agli atti o ai giudizi di una persona o di un gruppo di persone come prova a
sostegno di una tesi.
Es.: Citazioni, su giornali o nel discorso politico
Fare ricorso a un parere autorevole a sostegno di una tesi può anche essere corretto.
Tale ricorso non è accettabile se l’autorità invocata non è riconosciuta da entrambe le
parti che sostengono la disputa, o se l’autorevolezza riguarda un ambito diverso da
quello toccato dalla discussione; o ancora se chi è autorevole non era nel pieno
possesso delle sue facoltà mentali quando ha espresso un certo parere, o se l’autorità
non è pienamente identificata (diceria) > fallacia ad verecundiam.
Es.: Così stanno le cose: lo dice Aristotele
La nuova legge sugli stranieri sarà presto ritirata: lo afferma una fonte governativa (diceria)
L’altro giorno un mio amico ha sentito dire che il politico X è un ladro (diceria)
Biancodent, il dentifricio consigliato dai dentisti
Argumentum ad verecundiam
Verecundiam significa oltre che vergogna, timore reverenziale:
Abuso dell’appello al principio di autorità (forza della convenzione sociale).
Locke, Essay Concerning Human Understanding (1690), 1. IV, cap. XVII, ¶ 19:
«Chiunque appoggi le proprie opinioni a simili autorità ritiene con ciò di aver causa
vinta, ed è pronto a censurare come imprudente chiunque le contrasti. Mi sembra
che questo potrebbe essere chiamato argumentum ad verecundiam.»
Si cerca di persuadere l’interlocutore della validità della propria tesi,
appellandosi al fatto che chi rifiuta di aderirvi si espone al ridicolo e al disprezzo
sociale.
Anche uso di testimonial non pertinenti nei messaggi pubblicitari (es. di
Antelmi, p. 207: Gandhi nella pubblicità Telecom, Jennifer Hudson per il latte).
Argumentum ad hominem
•  Confutazione di una affermazione in quanto associata ad un personaggio
eticamente o professionalmente non attendibile.
•  Attacco verbale alla personalità dell’avversario che sostituisce la
contestazione argomentata delle ragioni della parte avversa. Non riguarda i
fatti relativi all’argomento in questione, ma le motivazioni nascoste di coloro
che sostengono una tesi.
•  L’avversario viene attaccato nella sua integrità morale, nella sua competenza
professionale, oppure per supposti interessi personali nel difendere una
determinata posizione, o per una incoerenza tra idee e comportamenti
dell’interlocutore con la tesi che egli sostiene (quest’ultima versione è definita
argomento del tu quoque),
Forma estrema: attacco all’aspetto fisico della persona
Prodi ha la faccia larga e pastosa di un dottor Balanzone…ero indeciso tra Balanzone e fra’
Giocondo (Berlusconi su “La repubblica”, 28 marzo 1995, cit. in Desideri, La comunicazione
politica: dinamiche linguistiche e processi discorsivi, p. 185)
“Prodi, che è il nostro Valium, quello che fa così con le manine”
“lo psiconano che è Berlusconi, truffolo, un venditore di bava” (Grillo, in Cantù, p. 84)
•  Circostanziale (indiretto): invece di attaccare un’affermazione ci si sofferma
sul rapporto tra chi la enuncia e le circostanze in cui egli si trova
gli argomenti di Mario Rossi non hanno valore perché si basano su dati elaborati dalla sua stessa
azienda.
•  Tu quoque: questa forma di attacco all’antagonista sottolinea come egli
stesso non metta in pratica ciò che sostiene
così io non dovrei bere: lo dici tu che non sei stato mai sobrio per più di un giorno.
Avvelenamento del pozzo
•  Considerato spesso una variante dell’attacco ad hominem, non è
propriamente un argomento ma una strategia retorica più ampia di
svalutazione e delegittimazione di un avversario, di una parte politica,
di una professione (macchina del fango).
Deriva dall’accusa di untori mossa nel Medioevo agli ebrei, accusati di
aver avvelenato i pozzi e aver diffuso così la peste.
Relativamente al dibattito pubblico, cfr. Franca D’Agostini, Verità
avvelenata, Boringhieri, 2010, p. 13: forma di nichilismo, «tutti hanno
torto, non c’è verità».
Espressione usata da Saviano per descrivere il meccanismo di
delegittimazione messo in atto dalle fonti di informazione conniventi
con la mafia:
«sostenere che niente è pulito, tutto è sporco, tutti si è uguali nei vizi e
negli interessi. Dunque nessuno può fare la morale. La macchina del
fango vive di questo desiderio di mettere tutti sullo stesso piano: tutti
corrotti, tutti viziosi. Un meccanismo che si riesce a bloccare quando
non si contrappongono più santi a demoni, ma piuttosto quando si
dimostra che pur nella contraddizione che è degli esseri umani, gli
interessi sono diversi, le azioni dono diverse. E anche le debolezze
sono diverse» (Cantù,E qui casca l’asino, p. 154).