Il premier: «Ma quale lobby, la norma è mia, Tempa Rossa l`ho

Transcript

Il premier: «Ma quale lobby, la norma è mia, Tempa Rossa l`ho
MIlioni di documenti svelano i paradisi fiscali
dei potenti del mondo e dei vip: i “parenti”
di Xi Jinping e Putin, e poi Messi, Almodovar.
Fra gli italiani, si distingue Montezemolo. P. 7
€1,40
Anno 93 n. 92
Lunedì, 04 Aprile 2016
Fondata da
Antonio Gramsci
nel 1924
Questo giornale
ha rinunciato
al finanziamento
pubblico
unita.tv
La sfida di Renzi
Il premier: «Ma quale lobby, la norma è mia, Tempa Rossa l’ho sbloccata dopo 27 anni»
Pm di Potenza ascolteranno Boschi. Oggi direzione del Pd su elezioni e referendum P. 2-3
L’alleanza
per la palude
Giù le mani
da Saviano
Sondaggio: ma l’Italia si sente in guerra? Solo a metà P. 8-9
INTERVISTA A FRANCO CARDINI
Quali Stati
aiutano il terrore?
I
Andrea Romano
n Gran Bretagna si dice che
ogni opposizione contiene
sempre una promessa di
governo futuro, e che gli anni
di minoranza dovrebbero
servire a prepararsi a
governare da maggioranza. È noto
che l’Italia non sia la Gran Bretagna,
nel bene e nel male, ma potremmo
ugualmente chiederci quale
promessa (o minaccia) di governo sia
quella che viene espressa dall’asse
Casaleggio-Salvini-Brunetta
che si è saldato in questi giorni
intorno all’obiettivo di sbarazzarsi
ad ogni costo del governo Renzi.
Un asse dove non contano più i
posizionamenti politici tradizionali,
perché chi predica la tempesta
grillina contro le «multinazionali del
grande capitale» può serenamente
andare a braccetto con gli ultimi
giapponesi del berlusconismo e
con chi guarda alla destra radicale
europea. Un asse che concepisce le
Camere essenzialmente come un
ciclostile di mozioni di sfiducia, non
importa se individuali o collettive:
destinate regolarmente ad essere
respinte, eppure funzionali a
segnalare l’esistenza in vita di gruppi
parlamentari incapaci di produrre
soluzioni legislative realisticamente
alternative e impegnati per la
maggior parte del tempo a mettere
in scena coreografie sempre più
clamorose sul modello delle tifoserie
delle nostre curve calcistiche.
Ma soprattutto un asse che teme
sopra ogni cosa la ripartenza
italiana nell’economia, nel lavoro
e nelle riforme di sistema. Perché
è proprio la ripartenza la minaccia
più grave per una coalizione di
forze che ha nella palude della
stagnazione il principale giacimento
di risorse politiche e consensuali.
E se la ripartenza è la cifra
fondamentale di questa legislatura,
iniziata sotto i peggiori auspici e
mutata poi di segno per la capacità
del Partito Democratico di rifiutare
la tentazione dell’immobilismo e
di spostare gli equilibri politici del
paese, l’asse Casaleggio-SalviniBrunetta si manifesta con forza
proprio oggi perché è oggi che ci
troviamo alla vigilia di un semestre
decisivo per questa intera stagione
politica. Da qui al prossimo autunno,
dalle elezioni amministrative e fino
al referendum confermativo sulle
riforme istituzionali, gli italiani
daranno un giudizio netto non solo
sulla qualità di questo governo e di
questo PD ma anche sulla capacità
della politica di rinnovarsi e di saper
tornare a svolgere fino in fondo
la propria funzione di indirizzo e
cambiamento. Segue a pag 2
P. 9
Un elicottero della Polizia sorvola il Colosseo. Da un sondaggio Swg emerge che sono soprattutto quattro gli effetti sulle nostre vite prodotti dagli
attentati come quello di Bruxelles; l’Isis, secondo l’indagine, impaurisce, disorienta, disarticola le certezze, sfibra la capacità reattiva. Foto: Ansa
Staino
Erasmo D’Angelis
N
on è la prima volta che
Marco Travaglio ci prova
e prende fischi per fiaschi,
e non sarà nemmeno
l’ultima. Questo giornale non solo è
distante mille miglia dall’ennesimo
vergognoso titolo sotto il quale ha
provato ieri a sventolare presunte
accuse de l’Unità contro Roberto
Saviano che non stanno né in cielo
né in terra ma solo nella sua testa, ma
la lotta a mafie, mafiosi e mafiosetti
per l’Unità è motivo di esistenza.
Non prendiamo lezioni da nessuno,
e figuriamoci poi da quel pulpito. Ma
non c’è nulla di più imbarazzante
che difendersi dal nulla, e ricordare
ancora una volta al recidivo Travaglio
che per noi Saviano non ti tocca. Ha
scritto e scrive cose straordinarie,
è un protagonista delle battaglie
civili, lo scrittore che ha messo per
sempre a rischio la sua vita per il
coraggio delle sue denunce. Fabrizio
Rondolino poteva risparmiarsi quella
frase equivoca, quel riferimento
(«come un qualunque mafiosetto
di quartiere») dal quale prendiamo
nettamente le distanze, e risponderà
lui se crede di farlo, anche se era
evidente il riferimento solo all’uso,
anzi all’abuso di una metodologia
fatta di allusioni che alimentano
sospetti che gettano fango sulla
vita di persone che non c’entrano
assolutamente nulla. Segue a pag 5
Sala: «Ecco il programma
A destra comanda Salvini»
Noi, l’Africa e un
destino comune
Milano, intervista
al candidato
del centrosinistra
Gianni Pittella
«L’
Giuseppe Sala è soddisfatto dell’«ottimo avvio» dei tavoli tematici su
Milano e rilancia la sfida alla destra
«egemonizzata dalla Lega» P.4-5
Torino modello
per la cultura
La mia scala
di valori
Patrizia Asproni
Jean Cocteau
E
siste davvero un “modello
Torino” per la cultura?
Nell’anno in cui il New
York Times posiziona la città tra
le 52 mete da non perdere... P. 4
S
crivo queste righe un
anno dopo Il Potomak.
Impossibile aggiungere
un’altra prefazione a
questo libro. P. 12-13
Africa, questo
continente così
giovane deve
fare di tutto per
trattenere le sue risorse umane,
altrimenti avrà perso il proprio
futuro». La frase, pronunciata dal
Commissario per l’Immigrazione
dell’Unione Africana, incontrato
nel corso della mia recente
missione in Etiopia con i colleghi
Cécile Kyenge e Norbert Neuser, è
il cuore della questione africana.
Ed è anche la ragione di fondo
che ha spinto il mio gruppo
politico, i Socialisti e Democratici
europei, ad assumere l’Africa
come priorità tanto da organizzare
a partire oggi un’intera settimana
nel Parlamento europeo dedicata
al continente africano: l’African
week. Segue a pag 10
Addio a Cesare Maldini, il galantuomo del calcio: il Milan non lo onora. Il Napoli perde la testa, la Lazio il derby P. 20