ECO DE FEMMES_Ita_Def - Ghirba

Transcript

ECO DE FEMMES_Ita_Def - Ghirba
Il progetto
Il mediometraggio ECO DE FEMMES è un film corale che narra le esperienze di vita, lavorative e professionali,
di sei donne che vivono e lavorano in differenti zone rurali tra il Marocco e la Tunisia. La promozione dei loro
diritti ed la loro emancipazione socio-economica sono il cuore di un programma che due ONG italiane, GVC
www.gvc-italia.org e CEFA www.cefaonlus.it , stanno portando avanti da alcuni anni grazie al supporto
dell’Unione Europea e della Regione Emilia Romagna. Come le donne sono le protagoniste del progetto di
sviluppo e quindi del loro futuro, così lo sono di questo film: corale, al femminile.
Le donne che vivono nelle aree rurali del Maghreb costituiscono il 35% della popolazione femminile,
rappresentando tra il 70% e il 90% della forza lavoro nel settore agricolo. Quasi tutta la manodopera agricola
è costituita da donne, che però non sono mai coinvolte nella distribuzione della ricchezza che ne deriva.
Zina, Cherifa, Halima, Fatima, Amina e Jamila hanno tutte un unico obiettivo: sviluppare il loro business
attraverso la costituzione e lo sviluppo di cooperative agricole, in cui le donne abbiano l’opportunità di
trasformare le antiche conoscenze relative all’agricoltura e all’artigianato in capacità produttive, per poi
creare nuovi prodotti per il mercato.
Le protagoniste di ECO DE FEMMES non possono e non vogliono lavorare in solitudine: in tutti i loro progetti
commerciali hanno coinvolto altre lavoratrici, a volte le loro sorelle, altre volte le cugine o le vicine. Il
desiderio di costruire e condividere gli affari con altre donne non emerge soltanto da necessità produttive: le
protagoniste di ECO DE FEMMES vogliono liberarsi dalla loro condizione di sfruttamento, di disoccupazione e
inoccupazione, dall’analfabetismo. Per raggiungere questo obiettivo tutte le donne devono essere coinvolte
in questo processo, perché l’emancipazione deve essere collettiva.
Una produzione di:
Sinossi
Zina è una giovane donna tunisina di 38 anni, ancora nubile, quasi analfabeta. Zina vive nell’area di Kasserine,
nell’Elwassaiya, vicino al confine con l’Algeria, una terra di nessuno perché zona di transizione in cui regna il
contrabbando di merci tra la Libia e l’Algeria. Per le tradizioni locali essere una donna nubile rappresenta una
condizione particolare, ma prima di sposarsi Zina vuole ottenere l’indipendenza economica. La specialità di
Zina è la trasformazione dell’alfa, erba spontanea con la quale lei e altre donne creano prodotti artigianali
( cesti, tappeti ecc.); questi stessi prodotti sono venduti a caro prezzo nelle fiere e nei mercati da parte degli
uomini, che sfruttano il lavoro delle donne. Le donne non possono vendere i prodotti direttamente perché
non hanno un mezzo per spostarsi e, soprattutto, non hanno il diritto di viaggiare da sole. Devono dunque
sempre essere accompagnate da un uomo.
La storia di Zina, protagonista principale e narratrice dell’intera storia, è il fil rouge che lega tutte le vicende
narrate. Nonostante sia analfabeta, Zina è pienamente cosciente della condizione di estremo sfruttamento
subita dalle donne che vivono e lavorano nelle zone rurali. Zina è anche pienamente cosciente che la
rivoluzione tunisina non abbia portato cambiamenti positivi nella vita delle donne. La sua personalità dura,
obiettiva e ferma le permette di osservare con sguardo obiettivo i cambiamenti che le donne rurali stanno
affrontando per emanciparsi dall’attuale condizione di marginalità economica e sociale.
Attraverso la storia di Zina avremo l’opportunità di conoscere le altre cinque protagoniste: Halima (di Tella
Swayssiya, Tunisia), anziana tessitrice di tappeti, Cherifa (di Sbeitla, Tunisia), un’intraprendente
commerciante di tappeti, Fatima, una giovane, carina e tenace produttrice di Couscous (di Akka, Marocco),
Jamila (di Beni Mellal, Marocco), produttrice di olive e insegnante impegnata nell’alfabetizzazione delle
donne rurali e Amina (di Aglou/Essaouira, Marocco), produttrice di olio di argan. Una storia positiva di
redenzione femminile e un viaggio di conoscenza tra le colture tipiche delle terre tunisine e marocchine.
Una produzione di:
Note di regia
Le protagoniste di ECO DE FEMMES sono donne che assolvono due compiti importanti all’interno delle loro
società di appartenenza: sono allo stesso tempo casalinghe e donne in carriera che cercano di trasformare le
antiche conoscenze nel settore agricolo e artigianale in imprenditoria. Le protagoniste sono madri, mogli e
donne alla ricerca della propria indipendenza. Tutti i ruoli che ricoprono hanno contribuito a forgiare le loro
personalità, caratterizzate da delicatezza, sensibilità e determinazione.
Le interviste frontali e le storie personali contribuiscono a sottolineare, all’interno della narrazione, la
determinazione che guida le protagoniste a denunciare il loro sfruttamento lavorativo e il loro desiderio di
emancipazione. Le interviste ai personaggi secondari, tra i quali i mariti delle protagoniste e l’esperto locale
in startup agricole e commerciali, potenziano e supportano i progetti di sviluppo delle protagoniste.
La sensibilità delle protagoniste e i loro sforzi di donne, madri e lavoratrici, vengono ripresi in primo piano,
con l’intento essere il più vicino possibile al loro punto di vista e di mostrare le loro modalità di lavoro nei
campi e all’interno delle cooperative, descrivendo la loro quotidianità attraverso i loro movimenti, i momenti
di pausa, di riflessione e di silenzio. Le immagini di diversi territori rurali e urbani mostreranno la grande
diversità territoriale e culturale di due Paesi, il Marocco e la Tunisia. La durezza e la desolazione delle aree
rurali che abbiamo attraversato diventeranno metafore visive della condizione di isolamento e della costante
lotta contro la discriminazione lavorativa subita dalle donne, con una grande attenzione alla fotografia.
Il suono rappresenta un importante aspetto della narrazione. Le registrazioni all’aperto verranno
riprocessate e trasformate in composizioni musicali. Saranno inoltre utilizzate per definire il ritmo narrativo e
per sottolineare ancora una volta l’importanza dei gesti manuali nel corso della narrazione. La colonna
sonora, mai di sottofondo, abbinata ai momenti di pausa , è utilizzata per dare risalto ai momenti culminanti.
Produzione: GVC Onlus – EleNFant
Film
Co-finanziato da: Unione Europea,
Regione Emilia-Romagna
Contatti
Stefania Piccinelli - G.V.C. Onlus
[email protected]
Tel. 051 585604
Cell:338/9949320
Regia: Carlotta Piccinini
Genere: Documentario sociale
Durata: 30’
Prodotto in: Italia, Marocco,
Tunisia
Carlotta Piccinini - EleNFant Film
[email protected]
Tel. 335 8427756
Alessandra Cesari- EleNFant Film
[email protected]
Tel. 347 8604209
Lingua: Arabo, con sottotitoli in
lingua italiana, francese, inglese
Una produzione di: