p. 7-8 (continua) DOSSIER – Calcolosi

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p. 7-8 (continua) DOSSIER – Calcolosi
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S
in alute
DOSSIER
calcolosi
UN RISCHIO... IN ROSA
Hanno maggiori probabilità di presentare calcolosi biliare le persone sovrappeso, quelle che ingeriscono
grandi quantità di grassi con l’alimentazione, quelle che in famiglia hanno
altri casi di questo disturbo, i diabetici.
Gli inglesi hanno coniato per gli indi-
e irreversibile, sicché se la terapia
con antibiotici non è efficace occorre
intervenire chirurgicamente e a volte, per evitare guai peggiori, si rende
necessaria l’asportazione del rene
colpito.
CALCOLOSI
BILIARE
Il fegato produce la bile, un liquido
verdastro che facilita la digestione
dei grassi ed è composto da colesterolo, acidi biliari e fosfolipidi (lecitine). La bile si raccoglie nella colecisti (o cistifellea), una sorta di “sacchetto” dove la bile stessa viene condensata per essere poi riversata durante i pasti nella prima parte
dell’intestino (il duodeno) attraverso
un sottile condotto, il coledoco.
Quando la bile è povera di acidi
grassi e fosfolipidi e particolarmente
ricca di colesterolo, quest’ultimo
tende a consolidarsi sotto forma di
cristalli. Con un processo che ricorda quello della formazione delle perle, i piccoli cristalli di colesterolo si
ingrandiscono per la sovrapposizione di altri strati di colesterolo, pigmenti biliari e sali di calcio: così si
originano i calcoli biliari.
I sintomi
La calcolosi colecistica può rimanere
silente per molti anni o provocare
sintomi aspecifici come difficoltà digestive, specie per i cibi piccanti e i
fritti, cefalea, nausea, vaghi disturbi
intestinali. Il sintomo principale è
invece rappresentato dalla colica bi-
vidui più a rischio la definizione di
“persone con 5 F”: Female (donna),
Forthy (quarantenne), Fatty (sovrappeso), Fertility (in età fertile), Fair
(piacente).
Molte di queste caratteristiche, come
si vede, sono proprie del sesso femminile: la spiegazione del fenomeno è
da ricercarsi nella produzione ormonale, in quanto gli estrogeni (ormoni
liare, che compare d’improvviso, generalmente dopo un pasto abbondante e ricco di grassi, ed è a volte
accompagnata da nausea, vomito,
febbre, colorazione scura delle urine.
Il dolore, violentissimo, è localizzato
il più delle volte al di sotto dello
sterno e da qui si irradia verso il
fianco e la spalla di destra o, più raramente, verso la schiena; può durare da 30 minuti a 12 ore.
Un sintomo particolare è l’ittero,
cioè la colorazione gialla della cute e
delle sclere, che si manifesta quando
la bile non può defluire e si accumula nel fegato, da cui viene riassorbita
passando in grande quantità nella
circolazione del sangue.
ESISTONO ANCHE
GLI AIUTI NATURALI
Diverse piante hanno proprietà che
favoriscono la diuresi e l’eliminazione dall’organismo dei minerali in eccesso, contrastando in tal modo la
formazione dei calcoli urinari.
Le più note sono il rusco (ben conosciuto col nome di pungitopo), il
sambuco, l’ortica, la betulla, il mais,
l’alchechengi, il frassino, il mirtillo.
A queste piante, in una certa misura
utili nella prevenzione della calcolosi urinaria, va aggiunta la comune
parietaria, il cui nome botanico è
Phillanthus niruri, usata da tempo
nel sud Italia (dove viene chiamata
tipicamente femminili, prodotti in
quantità maggiore nel periodo fertile)
interferiscono con la sintesi degli acidi biliari, quelle sostanze che rendono
solubile il colesterolo.
Ma anche il dimagrimento troppo rapido, quello che si ottiene con le diete
squilibrate a cui le donne si sottopongno più spesso degli uomini, è stato
chiamato in causa come fattore re-
La diagnosi
Per la diagnosi della calcolosi biliare
si ricorre oggi essenzialmente
all’ecografia, anche se in alcuni casi
si rivelano utili anche esami strumentali come la colecistografia, la
biligrafia venosa o la radiografia
dell’addome. Gli esami ematochimici vengono invece riservati perlopiù
ai pazienti che presentano complicanze.
Le terapie
Per le coliche si interviene con farmaci antispastici e antidolorifici. Per
la terapia della calcolosi biliare si
possono usare farmaci come l’acido
ursodesossicolico, che può essere efficace nello scioglimento dei calcoli
“erba spaccapietra”) dai malati di
calcolosi urinaria.
In uno studio condotto recentemente presso l’Università di Modena un
gruppo di pazienti con calcoli a base di calcio sottoposti a litotrissia
extracorporea è stato messo a confronto con un altro gruppo, in cui la
litotrissia era stata seguita dalla
somministrazione dell’”erba spaccapietra”.
I risultati sembrano dare ragione
all’antica saggezza popolare: nel
primo gruppo, infatti, l’eliminazione
dei calcoli “triturati” si è verificata
nel 64% dei casi, mentre nel secondo la percentuale di successi è salita al 94%.
sponsabile della formazione dei calcoli. Altri fattori di rischio tipici del
sesso femminile sono la gravidanza
(che rallenta la motilità della colecisti, favorendo il ristagno della bile
dentro quest’organo) e l’uso di anticoncezionali e di terapie sostitutive in
menopausa (si tratta infatti, in entrambi i casi, di farmaci che contengono estrogeni).
se questi sono composti da colesterolo e hanno dimensioni inferiori ai
5 mm.
In alcuni pazienti con calcoli di dimensioni maggiori il trattamento
medico viene associato alla litotrissia con onde d’urto. L’intervento di
elezione è comunque quello chirurgico, che oggi viene quasi sempre
praticato per via laparoscopica, cioè
con la tecnica mininvasiva che consente di asportare la colecisti attraverso una piccolissima incisione
dell’addome, mediante strumenti
chirurgici miniaturizzati. L’intervento dura una mezz’ora, il ricovero
ospedaliero è brevissimo e la convalescenza si conclude nel giro di una
settimana.
Le complicanze
Numerose e tutte temibili, perché a
volte minacciano la sopravvivenza,
possono interessare anche organi diversi dalla colecisti. Le più importanti sono:
Colecistite acuta, quando il calcolo
blocca l’imbocco del coledoco impedendo il deflusso della bile.
Empiema della colecisti, quando la
bile che ristagna si infetta e l’organo
si riempie di materiale purulento.
Occlusione intestinale, quando un
grosso calcolo perfora la parete del
coledoco e del duodeno, incuneandosi in quest’ultimo.
Pancreatite acuta o cronica, quando
il processo infiammatorio provocato
dal calcolo si estende al pancreas,
una grossa ghiandola situata tra lo
stomaco e la colonna vertebrale proprio all’altezza della colecisti.
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e alla cura delle patologie correlate. Gli interventi sono così strutturati:
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DOSSIER
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calcolosi
Evitiamo i calcoli a tavola
Tutti sappiamo che una sana alimentazione è importante per il
nostro benessere, ma a volte anche cibi che sembrano del tutto
“innocenti” possono, in individui predisposti o se vengono assunti in
quantità improprie, favorire la comparsa di patologie come la calcolosi.
La prevenzione a tavola è quindi importante e se sarebbe eccessivo (o
forse impossibile) evitare grazie alla dieta qualunque malattia, i
soggetti che hanno già sofferto di calcoli alla colecisti o alle vie urinarie
possono, con un’alimentazione corretta, prevenire più facilmente
eventuali recidive.
CALCOLOSI BILIARE
Il consiglio di fondo è di assumere pasti
leggeri e frequenti, con un corretto
apporto proteico e un ridotto
consumo di grassi, che però non
vanno completamente aboliti.
Nei pazienti in cui la calcolosi
biliare è associata ad obesità, diabete e ad elevati livelli di trigliceridi nel sangue la dieta dovrà essere povera di zuccheri raffinati, ipocalorica e
ricca di fibra alimentare.
sono consentiti
• pane integrale, pane tostato, crackers,
grissini magri, fette biscottate, biscotti secchi
• pasta glutinata, fiocchi di avena o
mais
• minestre di verdura, di riso e di pasta, di semolino
• brodo di carne in quantità limitata
• latte magro, yogurt e alimenti che ne
contengono (purea di patate, dolci,
creme, etc)
• formaggi freschi non fermentati e magri (mozzarella, scamorza, stracchino,
crescenza, fontina, fior di latte, ricotta di vacca)
• carni magre di vitello, pollo, coniglio,
manzo lessate o ai ferri
• prosciutto crudo sgrassato, bresaola
• pesce magro bollito o
alla griglia o al forno,
mai fritto (sogliola, trota, nasello e pesce persico, branzino, orata)
• verdure: preferibilmente lessate o in
purea condite con olio a crudo, limone o aceto, non fritte (fagiolini, carote, zucchine, spinaci, patate al forno);
carciofi, carote, cipolle, pomodori
senza buccia e senza semi
• burro, olio, margarina a crudo, erbe
aromatiche
• frutta cotta, frutta fresca ben matura,
frutta sciroppata
• bevande: acqua non gasata, succhi di
frutta
• dolci senza grassi: zucchero, crostate
di frutta, meringa, caramelle, biscotti
secchi, gelatine di frutta, miele, marmellata
sono da evitare
• antipasti piccanti, grassi, salati, salse
e spezie
• pane fresco e mollica
• minestre grasse o con brodo grasso
• formaggi fermentati e piccanti (peco-
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rino, gorgonzola, brie, camembert,
formaggio blu,
all’aglio, con le
noci, con il pepe), panna
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uova
•
carni
grasse e
condite
con salse, conservate sotto sale, affumicate, in scatola o marinate, cotte a lungo, in umido
(brasato, stracotto) carni di maiale, di
montone, agnello, capretto, cacciagione, oca e anatra, frattaglie; lumache
salame, mortadella, cotechino ed insaccati in genere
pesce grasso: sardine, aringhe, acciughe, anguilla, sgombro, cefalo, maccarello, salmone, caviale, crostacei;
tutte le preparazioni fritte, conservate
in scatola, affumicate, essiccate, salate o sott’olio
tutti i legumi secchi, i piselli, le cipolle, le verdure fritte, tartufi, funghi,
rapanelli, melanzane, peperoni, broccoli, cavolo e cavolfiore, cetrioli, verze, olive
tutti i grassi cotti, soprattutto se cotti
a lungo, i fritti, il lardo, lo strutto, tutte le spezie piccanti, la senape, la
maionese, i sughi
tutta la frutta secca; melone, cocomero, ciliegie, uva, arance
vino, birra, acqua gasata, the e caffè
forti, liquori ed aperitivi alcoolici;
tutte le bevande ghiacciate
dolci fritti o elaborati, con cacao,
cioccolato, panna, gelati e marmellata di arancia
CALCOLOSI URINARIA
È dimostrata l’utilità di introdurre una
notevole quantità di liquidi, per diluire
le urine: oltre all’acqua introdotta con gli
alimenti si consiglia di bere almeno 1,52 litri di acqua al giorno, preferibilmente
lontano dai pasti.
Per quanto riguarda il tipo più frequente
di calcoli renali, quelli formati da ossalato di calcio, in passato si usava prescrivere una dieta del tutto priva di latte e
suoi derivati ma ormai è dimostrato che
questa restrizione è inutile, anzi può risultare dannosa.
Invece la prevenzione delle recidive per
i calcoli da ossalato contempla una limi-
tazione di alimenti come radicchio, barbabietole, rabarbaro, prezzemolo, erba
cipollina, spinaci, cacao, che contengono grandi percentuali di questa sostanza.
Un altro provvedimento utile consiste
nel limitare il sale e gli alimenti che ne
contengono quantità notevoli come la
carne e il tonno in scatola, i salumi, le
arachidi. Infine è bene assumere abbondanti quantità di fibre, che riducono l’assorbimento del calcio.
Anche un’alimentazione iperproteica e
molto ricca di grassi animali favorisce la
formazione dei calcoli renali: l’apporto
di proteine non dovrebbe quindi superare 1 gr/Kg/die e si dovrebbe limitare il
consumo di grassi.
Anche per i pazienti che hanno sofferto
di calcoli di cui non si conosce la composizione valgono alcune indicazioni
dietetiche:
sono consentiti
• pane in quantità moderata
• pasta
• carne di bue, pollo, montone
• prosciutto magro
• pesce magro di acqua dolce
• uova
• latte magro in quantità moderata
• verdure: patate, pomodori in
quantità moderata
• formaggi non
fermentati
(da escludere se si sospetta che
i calcoli
fossero di fosfato)
• frutta: mele, uva,
limoni, fragole
• acqua oligominerale
• vino bianco o rosso poco alcolico in
piccole quantità
sono da evitare
• carni: agnello, vitello, piccione, coniglio; carni conservate e in salamoia;
carni gelatinose come piede e testa
• pesci grassi (salmone, crostacei, caviale)
• verdure: legumi (piselli, lenticchie,
fagioli), tartufi, funghi, melanzane,
asparagi, spinaci, barbabietole, sedano
• frutta: pere, ribes, cocomero, fichi
secchi, prugne
• the e caffè forti
• cioccolato, cacao
• alcoolici