Roma - Corriere del SUD
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Invito tutti ad entrare senza remore e a venire con noi, questo è quello che la gente vuole”. Così Silvio Berlusconi in piazza San Babila a Milano per la conclusione della raccolta di firme contro il governo Prodi. Il Cavaliere, attorniato da cori da stadio e urla e da una grande bolgia, ha arringato la folla con un megafono per poi improvvisare un comizio in mezzo alla piazza. “Abbiamo raccolto oltre 7 milioni di firme contro il governo - ha annunciato il leader di FI - perché gli italiani vogliono le elezioni per eleggere un governo che sia in armonia con la loro volontà”. “Forza Italia si scioglierà nella nuova formazione” ha detto Berlusconi, spiegando che il nome dovrebbe essere ‘Partito del Popolo Italiano della Libertà’ e che la sua ‘’speranza è che aderiscano tutti nessuno escluso. Sarà un partito protagonista della democrazia e della libertà per i prossimi decenni”. “La gente ci chiede di essere uniti per fronteggiare la sinistra - ha continuato - e per questo diamo vita a una nuova formazione politica, diamo vita oggi stesso, ne ho parlato con i responsabili politici. Lo vogliono tutti i cittadini, le milioni di per- sone che hanno firmato ai nostri gazebo, persone che sono per la metà di Forza Italia e per la metà di altri partiti, persone che vogliono stare insieme. Forza Italia è un nome che ha contato - ha rilevato Berlusconi - L’Emergenza sicurezza e le bugie della sinistra Domenico Bonvegna L a barbara uccisione di Giovanna Reggiani fa esplodere non solo la paura ma anche la rabbia nei comuni cittadini e non poteva mancare la demagogia dei vari politici, con in testa quelli di sinistra che sostengono che la destra sta strumentalizzando il delitto di Roma. C’è voluto il morto per fare emergere lo squallido degrado in cui è ridotta la capitale. Il sindaco Veltroni dov’era? A viaggiare per i quattro continenti, a proporsi come scrittore di romanzi e di saggi, a orga- nizzare feste per il cinema e balli in piazza? Un sindaco non può permettere che bidonville da quarto mondo si siano ormai insediate non soltanto attorno alla città ma anche nei pressi del suo centro storico e di quartieri residenziali. Sicuramente anche altre città italiane offrono simile degrado, ho potuto vedere personalmente il cambiamento in negativo che ha subito la città di Milano rispetto a qualche decennio fa. Nel maggio scorso un giornale di Milano quelli che ti danno gratis nella metropolitana, più di una volta ha pubblicato in prima pagina una serie di fotografie di zingarelli, rom, o altra genia in azione, nell’impunità più assoluta, borseggiano gli ignari passanti per la stazione centrale di Milano; in un altro interessante servizio ben documentato con relative immagini fa vedere come in certi quartieri di Milano, all’interno dei palazzi è praticamente impossibile vivere; giorno e notte i milanesi sono costretti a convivere con violenze e intolleranze inaudite, troppo per un paese civile. L’esasperazione dei cittadini è palpabile, l’anno scorso sempre a Milano ho assistito ad un dibattito in cui era presente il ministro degli interni Giuliano Amato, che parlando d’immigrazione è stato subissato di fischi ed epiteti poco ortodossi. Adesso dopo l’omicidio di Roma, il dibattito sulla convivenza nelle nostre città si accende. Si scopre di essere in balia del primo ladro o violentatore di turno senza che lo Stato fa nulla per evitare il reato. Hanno scritto che il Governo di Romano Prodi ha preso provvedimenti immediati perché c’era di mezzo il sindaco di Roma che non è un sindaco qualsiasi, dovrebbe Continua a pag 2 ma si scioglierà nella nuova formazione”. La nuova iniziativa verrà presentata “probabilmente domani’’. Quanto alle riforme, “vedremo se dall’altra parte arriveranno proposte o se diranno di sì alle nostre proposte, in questo caso saremo lieti di trovare per il nostro Paese una direzione di svolta che possa aiutare la democrazia, lo sviluppo e la libertà”. Il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, presentando i dati relativi alla tre giorni di raccolta di firme, ha poi annunciato che ‘’la prossima settimana ci sarà una nuova mobilitazione con i gazebo in tutta Italia per le adesioni al nuovo partito”. Una “scorciatoia plebiscitaria e personalistica”, presentata in modo “confuso”, e nella quale An, che “non si scioglie”, non è intenzionata ad entrare. Intervistato da Maurizio Belpietro nella rubrica ‘Panorama del giorno’ su Canale 5, Gianfranco Fini si esprime in questi termini sul nuovo Partito del popolo della libertà lanciato ieri da Silvio Berlusconi. “Non ho capito se è nuovo partito o un restyling di Forza Italia” esordisce Fini, aggiungendo che ieri Berlusconi ha “sostanzialmente archiviato la Casa delle libertà”. “E’ chiaro - dice ancora il leader di An - che Berlusconi tenta di mettere il popolo di centrodestra in sintonia con la sua persona. E’ legittimo, forse esagera quando se la prende con coloro che nel centrodestra sono e restano indispensabili per non far vincere Prodi. Lo inviterei a riflettere su quanto gli ha detto Bossi: attenzione perché con le migliori intenzioni del mondo poi si rischia di fare l’interesse Continua a pag 2 Pino Arlacchi La mafia imprenditrice Dalla Calabria al centro dell’inferno Il Saggiatore pp. 318 €. 17,50 A partire dagli anni sessanta e settanta, la nuova imprenditoria mafiosa afferma e consolida il proprio potere all’interno della vita economica, politica e sociale di interi settori produttivi su scala nazionale e internazionale. Onore e ricchezza divengono sinonimi, e lo stile di vita del mafioso cambia. Politica Segue dalla prima dell’altra parte”. In ogni caso, ribadisce Fini, “l’idea di un grande raggruppamento di centrodestra è un’idea che a noi stava a cuore e sta a cuore”, ma il modo con cui ieri è stata lanciata la proposta “non ci interessa”. Perciò An “non si scioglie” e quanto all’ipotesi di entrare nella nuova formazione “non se ne parla proprio. Eravamo pronti a discutere con Forza Italia, saremo pronti a discutere con il nuovo partito”, quando ne saranno chiari “i principi, le idee e le forme di organizzazione”. Per ora “non ci preoccupiamo più di tanto, calma e gesso...”. Infine la replica all’attacco del Cavaliere ai ‘’parrucconi’’ della politica: “Come si vede ho ancora qualche capello, non mi riconosco in quella categoria”. Fini nelle parole pronunciate dall’ex premier coglie, però, anche “scenari interessanti” in materia di riforme e legge elettorale. “Berlusconi, coi colpi di scena che gli sono congeniali, ha aperto scenari nuovi ed interessanti, ha fatto esattamente - afferma Fini - quello che diciamo da tempo. Lo avevo invitato a muovere le pedine, ha detto testualmente che è pronto a discutere delle proposte del centrosinistra. Questo è un oggettivo cambio di strategia ed era ora che lo facesse. Oggi credo debba concentrarsi in modo particolare ad un confronto con il centrosinistra ad una nuova legge elettorale”. Inoltre, “leggendo i giornali, ipotizza di sostenere il referendum: un Berlusconi sostenitore del referendum sarebbe il massimo”. Fini poi ribadisce che “Prodi prima va a casa e meglio è per tutti”, visto che “è il peggior governo della storia repubblicana. Purtroppo Prodi andrà a casa solo quando in Parlamento ci sarà un’alternativa e il dialogo e il confronto sulla legge elettorale può essere il Vietnam di Prodi, il terreno sul quale Prodi perde la sua partita dopo essersi salvato nel confronto sulla Finanziaria”. “Se la politica e’ cosi’ poco stimata, e’ perche’ non da’ un senso per il futuro”. E’ stato il ministro dell’Interno Giuliano Amato, intervenuto ad una commemorazione di Aldo Moro nel trentennale dell’ultimo discorso pronunciato dallo statista democristiano a Benevento, a denunciare “una situazione in cui oggi la politica e’ tutta immersa nel presente, nella rappresentazione di emozioni e reazioni a fatti che accadono e non si riesce ad andare oltre. Si aspettano solo i fatti per potere insultare l’altro”. In questo modo, ha avvertito, la politica non riesce piu’ a pensare “ad un paese che sta sempre piu’ andando per i fatti suoi”, con un aumento della “traccia della violenza: ci sono bambini che si giocano a dadi centinaia di euro e poi organizzano baby-prostituzione per pagarsi i debiti. Questa non e’ sociologia, e’ politica. Se non riusciamo a seguire questi fenomeni saremo condannati da Dio e dagli uomini”. La legge elettorale “non puo’ essere fatto al solo scopo di premiare il partito piu’ grande”. Al contrario, rileva Giuliano Amato, “occorre premiare le coalizioni di governo, coalizioni che pensino al paese”. Quanto al Partito democratico, “guai se vuole fare tutto da solo. In una societa’ come questa, pretendere di accorpare le rappresentare in due partiti di qua e di la’ e’ fuori dal mondo”, ha detto il responsabile del Viminale intervenendo a Benevento ad un incontro di commemorazione di Aldo Moro. “E’ bene quindi che nel centrosinistra ci sia una forza capace di essere baricentro ma altro -ha avvertitoe’ essere monopolisti: baricentro e’ aggregare, e’ una coalizione che condivide motivazioni e aspirazioni, pensando al domani”. “Non gioisco per quel che capita nel centrodestra, per le divisioni. Come diceva Aldo Moro, bisogna evitare di logorare l’altro perche’ cosi’ si logora il paese”. Lo sottolinea Clemente Mastella, intervenendo a Benevento ad una commemorazione di Aldo Moro. Il leader dell’Udeur fa invece l’esempio di una “non opposizione” costruttiva e propone alla Cdl “un accordo programmatico, anche dando una scadenza al governo prima della fine della legislatura”. Ma intanto Berlusconi va avanti «Vi ricorderete sempre di essere stati qui, oggi, in piazza San Babila». È domenica 18 novembre 2007, l’ex Premier spalanca le braccia nell’aria frizzante delle grandi occasioni, guarda negli occhi Michela Vittoria Brambilla e a Milano dà l’annuncio che tutti aspettavano da tempo: Forza Italia si scioglie e nasce il Partito del Popolo italiano della libertà. Addio alla vecchia Cdl, chi ci sta ci sta e chi non ci sta si arrangi. Inclusi An e Udc, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini? «Non devo, non voglio convincere nessuno. Se aderiscono bene, altrimenti andremo avanti con la forza della gente. Contro i parrucconi della politica». Gente «gli altri dicono società civile» è la parola d’ordine del nuovo, la formula magica scaccia palazzo. Sono gli otto milioni che hanno firmato per chiedere le dimissioni del governo Prodi: «Almeno la metà delle persone venute nei nostri gazebo non appartiene a Forza Italia ma a altri partiti e ciò dimostra che i nostri elettori sono più avanti di noi». È la massa che «ci chiede di essere uniti per fronteggiare la sinistra». Anche a costo di dribblare alleati riottosi e correre alla meta da solo. La gente lo assedia, lo tallona fino alla macchina, non lo lascia andare. Berlusconi quasi si arrampica sul tetto e improvvisa un nuovo comizio per spiegare il futuro di quel che è stata la Cdl: «Nasce un grande partito. Forza Italia è un nome che ha contato ma si scioglie e confluisce in questa nuova formazione. Invitiamo tutti a venire con noi. Avremo una nuova classe dirigente e saranno fatti fuori i vecchi fannulloni». Parole sufficienti a scatenare il panico tra i vertici azzurri e non solo. Una rivoluzione totale: «Saranno libere assemblee N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre a eleggere i rappresentanti. Tutte le cariche saranno decise democraticamente». In mezzo alla gente che saluta, incita, fa sventolare striscioni, non c’è spazio né tempo per commentare gli attacchi di Fini, le critiche di Casini, gli smarcamenti della Lega. Berlusconi salta oltre, fonda il nuovo partito e si propone come l’interlocutore, il passaggio obbligato per qualsiasi proposta politica in arrivo dal centrosinistra. È un’apertura al dialogo sulle riforme: «Se l’altra parte avanzerà proposte o dirà sì alle nostre proposte saremo lieti di trovare per il nostro Paese una direzione di svolta che arricchisca la democrazia, lo sviluppo e la libertà». Insomma, chi vuole trattare deve fare i conti con lui e con il nuovo Partito. Lestamente, l’Udc manda avanti Mario Baccini, per salutar democristianamente il colpo di barra impresso a sorpresa da Silvio Berlusconi. Non se l’aspettavano, nel partito di Pier Ferdinando Casini, un colpo di scena così clamoroso, ma ne temono gli sviluppi. E dunque Baccini, quello con le carte più in regola ma che non polemizza più di tanto con Forza Italia, è amico di Casini ma non certo succube, è forte nel suo territorio e ha lanciato il «manifesto di Subiaco», ieri sera non ha perso tempo per giudicare «positiva l’apertura di Berlusconi alle riforme». Dite che l’apertura alle riforme è soltanto un aspetto, e nemmeno il più eclatante, della «bomba» lanciata dal leader di Forza Italia? Gli è che nell’Udc, il timore che Berlusconi possa aprire un tavolo sulla riforma elettorale con Walter Veltroni, ma con due sole sedie, serpeggia da qualche settimana. Gli ammiccamenti tra i due sono noti. Così come la coincidenza di interessi tattici tra i due partiti dominanti sul proprio schieramento e spesso insofferenti dei rispettivi cespugli. Nel primissimo pomeriggio, a In mezz’ora di Raitre, Casini s’è lasciato sfuggire un «anzi, Gianni Letta sta già parlando con Veltroni», dopo aver gene- rosamente auspicato che Berlusconi «attivi» il suo consigliere più fidato, perché «nella storia di Forza Italia ci sono le manifestazioni e i banchetti, ma se non ci fossero state le crostate di casa Letta non ci sarebbe nemmeno il fenomeno di Forza Italia». La dichiarazione di Baccini suona come un invito alla pace e una richiesta di non cedere alle lusinghe esclusive del leader del Partito democratico. Lo scenario dell’«apertura alle riforme» è quello che l’Udc invoca da oltre un anno, dice il vicepresidente del Senato spiegando: «In questi giorni di riflessioni e diverse conversioni, assistiamo a prese di posizione di buon senso, talora lungimiranti. Ci auguriamo a questo punto che, una volta trovata la luce sulla via di Damasco, alle parole seguano i fatti e che non si tratti di mera tattica o ripicca ma della intenzione ad anteporre davvero gli interessi generali del Paese ad altre meno nobili dinamiche». E la gente , quella Gente che ha firmato di mandare Prodi a casa da oggi ha una ragione in più: tasse, Non sono ancora arrivate nelle tasche degli italiani che gia’ sono andate, gia’ in buona parte, in fumo.Tra tasse, mutui e rincari, e’ gia’ segnato il destino delle tredicesime che lavoratori e pensionati attendono a dicembre. Il monte complessivo della tredicesima mensilita’ e’ pari quest’anno, riferisce l’Adusbef, a 33,4 miliardi di euro (+ 0,9 miliardi rispetto al 2006), cosi’ ripartite: 9,9 miliardi ai pensionati; 8,60 miliardi ai lavoratori pubblici; 14,90 ai dipendenti privati (agricoltura,industria e terziario).’’Si tratta di una finanziaria di svolta, perche’ e’ la prima manovra da anni in cui non aumentiamo le imposte, non aumentiamo il peso sui cittadini, ma cominciamo a restituire risorse ai cittadini e alle strutture produttive. Questa’ e’ la svolta di cui il Paese aveva bisogno’’. Ne e’ convinto il premier Romano Prodi che ai microfoni del Tg1 difende la finanziaria approvata ieri dal Senato. .... il periodo di tre mesi, ma si sa con certezza che resterà in Italia dopo 90 giorni senza alcuna conseguenza; 4. Hanno usato il decreto flussi 2006 come sanatoria fittizia per i clandestini che già c’erano, piuttosto che come strumento per far arrivare i regolari dai Paesi di origine; 5. Hanno adottato norme per l’asilo che sono lo strumento per far entrare chiunque; 6. Non hanno varato la morotoria sulla libera circolazione di persone dalla Romania; 7. Non applicano la direttiva UE n. 38/2004 sulla espulsione dei comunitari che non hanno un reddito lecito. (Alfredo Mantovano, Sicurezza, le bugie della sinistra sulla Bossi-Fini, 3.11.07 l’Occidentale). G.L. Segue dalla prima essere il “salvatore” della patria del centrosinistra, quindi subito convochiamo il consiglio dei ministri e facciamo il muso duro ai rumeni. Non si era mai visto una cosa simile: tutto per accontentare Walter, in palese difficoltà. E’ demagogia della Destra? Penso di no, chi ha un minimo di ragione ha capito che le cose sono andate così. “Il delitto di Roma è stato il primo delitto dell’era Veltroni segretario del Pd. E, per gli strateghi della ualter-comunicazione, non può passare l’idea che nella città amministrata dal futuro leader del centrosinistra si possa morire così, mentre si torna a casa dallo shopping[…] Veltroni ha fatto il diavolo in quattro per piegare il governo alle sue esigenze.” (Mario Giordano, Ma i razzisti non hanno alibi, 4.11.07 Il Giornale). Ma che cosa ha partorito il governo Prodi? Il solito pacco: beccare a caso un po’ di rom borseggiatori, qualche rubagalline e via viaggio aereo pagato per Bucarest. Scommettiamo che fra qualche giorno ce li troviamo di nuovo in Italia? E magari tra qualche settimana, passata la grand’ondata emotiva, svanita la pressione mediatica, non ci sarà più nessuna espulsione, il foglio di via diventerà carta straccia. Sarà una vera e propria presa in giro, il decreto così com’è, non ha conseguenze concrete. E’ una presa in giro, in realtà, quel decreto si limita a spostare i fascicoli delle espulsioni dal tavolo del ministro dell’Interno al tavolo dei prefetti sostiene Alfredo Mantovano, ex sottosegretario agli interni del Direzione - Redazione - Amministrazione Via Lucifero 40 -88900 Crotone Tel. (0962) 905192 Fax (0962) 902528 I Funerali di Giovanna Reggiani governo Berlusconi. In pratica la sinistra è la meno adatta a fare una politica sulla sicurezza e tantomeno il governo Prodi che è prigioniero della sinistra cosiddetta massimalista, basta vedere cosa hanno fatto con la legge sull’immigrazione, la Bossi-Fini, una buona legge letteralmente sabotata dalla sinistra. Anzi hanno avuto la sfrontatezza di dire che la colpa del fallimento della politica per la sicurezza in Italia è della BossiFini. Il senatore Mantovano, che ha partecipato alla stesura della Bossi-Fini, in una serie di punti dimostra invece che la colpa è di Prodi e Amato, perché: 1. “Hanno chiuso tre Cpt per l’identificazione dei clandestini (a Ragusa, a Brindisi e a Crotone). Questo vuol dire che sono state ristrette drasticamente le espulsioni effettive: se si riducono i luoghi nei quali è possibile l’individuazione al fine della restituzione nel paese di origine, i clandestini restano in Italia e si consolida la convinzione che non è possibile procedere alle espulsioni (quindi ne arrivano altri); 2. Hanno ampliato i ricongiungimenti, andando molto oltre il nucleo familiare e precludendosi la certezza dell’identità; a parte coniuge e figli, come si fa a stabilire che vi è un rapporto di parentela quando si ha a che fare con Stati nei quali non esiste neanche l’anagrafe? 3. Hanno eliminato il visto d’ingresso per i soggiorni brevi, sostituendolo con una semplice autocertificazione. Dunque, non si sa con sicurezza chi è colui che viene per Direttore Editoriale Pino D’Ettoris Direttore Responsabile Tina D’Ettoris Iscriz. registro naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734 Servizi fotografici, fotocomposizione e impaginazione c/c postale 15800881 Intestato a IL CORRIERE DEL SUD Associato U. S. P. I. UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Sito Internet: http://www.corrieredelsud.it E-Mail: [email protected] - [email protected] [email protected] D. B. N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Pagina Tre Storie al femminile: Zana, Nadia e Maria 50^ Parte Roberto Cavallo A utrice di due volumi di grande successo, “Vendute” (1991) e, continuazione del primo, “Ti salverò” (2000), il racconto autobiografico di Zana Muhsen è ambientato nello Yemen. Zana è figlia di padre yemenita e di madre anglo-pakistana. Nonostante le sue origini è inglese a tutti gli effetti. Nata e cresciuta a Birmingham, nel 1980, a soli 16 anni, insieme alla sorellina Nadia - 14 anni viene mandata dal padre a trascorrere un periodo di vacanze nello Yemen. Nella terra paterna è accompagnata da due “amici” del papà; la prospettiva all’inizio era entusiasmante: sole, sabbia, il fascino del deserto e dell’Oriente…Ma appena giunta a destinazione, in uno sperduto villaggio yemenita, Zana si rende conto che quella non è una vacanza ma un viaggio senza ritorno. Il padre l’ha venduta - 1.300 sterline il prezzo - quale sposa per il figlio tredicenne del suo “amico” yemenita. Stessa sorte, ovviamente, per la sorella Nadia. Senza tanti convenevoli le ragazze, sino ad allora abituate alle comodità occidentali e alle luccicanti vetrine di Birmingham, da un giorno all’altro sono costrette a dimenticare tutto e ad obbedire ai dettami della più retrograda cultura araba e yemenita. Diventano spose-bambine e spose-schiave: prigioniere, umiliate, obbligate a fornire continue prestazioni sessuali ai loro sposi e a partorire in condizioni disumane. Tutto ciò dura per otto lunghi anni, Zana, Nadia e Tina Muhsen fino a quando Zana riesce a tornare in Inghilterra grazie all’aiuto della madre, che, dopo essersi separata dal marito, nemmeno per un attimo ha smesso di cercarle. Zana e Nadia non costituiscono un caso eccezionale. La stessa Zana racconta che nello Yemen ha conosciuto altre ragazze inglesi portate lì a loro insaputa e costrette a sposarsi e poi a prendere lo chador. Di solito per non avere noie le ragazze vengono vendute ancora piccole, tanto che in molte di loro i ricordi dell’Occidente quasi si perdono nel nulla. Non così per Zana, che aveva già 16 anni quando venne a trovarsi in quella assurda situazione; e per 8 anni, nonostante ogni specie di violenza, fisica e psicologica, mai ha abbandonato la speranza di ritrovare la madre e di tornare in Inghilterra. Nel 1988, proprio grazie alla disperata tenacia di madre e figlia, il sogno si avvera: il caso finisce sulle pagine dei giornali e il Foreign Office è costretto a fare pressioni sulle autorità yemenite affinché intervengano per liberare le ragazze. Ma neppure per lo stesso governo yemenita è facile andare contro le consuetudini più radicate, ispirate dalla legge islamica. La donna, anche se rapita e violentata, può ben poco contro la volontà dello pseudo-marito; e comunque nessun diritto può vantare nei confronti dei figli. Così Zana, nonostante una dura battaglia pubblicistica, è costretta a lasciare nello Yemen il figlioletto di tre anni, frutto della violenza, che necessariamente dovrà essere educato alla cultura araba paterna. Zana pre- ferisce comunque la libertà e ritorna in Inghilterra; la sorella Nadia, oramai madre di tre figli, non riesce invece a staccarsi dai bambini e ne seguirà il destino nello Yemen. Zana Muhsen nel suo libro racconta che le ragazze occidentali sono particolarmente ricercate anche perché, una volta sottomesse e trasformate in perfette mogli arabe (volenti o nolenti), dimentiche - dopo tanti anni - delle proprie origini, grazie alla loro vecchia cittadinanza costituiscono un potenziale biglietto d’ingresso in Europa per i mariti-padroni. Nonostante i suoi sforzi, raccontati nel secondo libro “Ti salverò”, Zana Muhsen non riuscirà a riportare in libertà la sorella Nadia e i suoi figli, che resteranno nello Yemen. I due volumi hanno comunque fatto il giro del mondo, e su internet sono attivi forum, Antonio Socci, scrittore e conduttore televisivo blog e associazioni on line che ancora continuano a sostenere la cau- di trasmissioni televisive per sa delle sorelle Muhsen. Ma RAI-2, ha scritto nel suo libro non è solo Yemen. Cambiamo “I nuovi perseguitati” (Ediscenario: Egitto. Il giornalista zioni Piemme, 2002) che il Antonio Socci, già direttore Novecento è stato senza omdi 30 GIORNI e conduttore bra di dubbio il secolo del più grande macello di cristiani. Il tutto suffragato da scrupolose ricerche documentali. Ebbene Antonio Socci dedica l’introduzione di questo suo volume a Maria, una giovane ragazza egiziana, cristiana copta, che nel 1994, mentre si trovava a casa di amici, fu rapita e stuprata da un gruppo di fondamentalisti islamici; per nove mesi fu tenuta come schiava e infine costretta a convertirsi forzatamente all’Islam: “… Come parte del loro programma per trasformare Maria in una musulmana, i sequestratori hanno versato acido solforico sul suo polso per cancellare il tatuaggio della croce che lei portava come espressione della sua fede… Mentre Maria era sotto sequestro suo padre andò alla polizia del Cairo. Lì gli dissero di dimenticare Maria, che era al sicuro nelle mani dell’Islam. A quell’uomo sconvolto fu ordinato di firmare un impegno secondo cui avrebbe cessato di cercare sua figlia.” (pag.16). Fortunatamente Maria riuscì a fuggire trovando aiuto nell’associazione “Servi della Croce”, che provvide a metterla al sicuro, anche perché con il ritorno al cristianesimo la ragazza rischiava la pena capitale. Uno dei rappresentanti dei “Servi della Croce” spiega: “Io mi occupo ogni mese di un numero di riconversioni che varia da 30 a 35. In tutto l’Egitto abbiamo da 7.000 a 10.000 casi di forzata conversione all’Islam. E’ nostro dovere salvarli…” (pag.17). Maria è soltanto una dei circa 10 milioni di cristiani, copti per la stragrande maggioranza, che con varie difficoltà oggi vivono in Egitto: una comunità minoritaria (su una popolazione di quasi 70 milioni di abitanti) che deve far fronte al crescente maltrattamento da parte delle organizzazioni musulmane fondamentaliste, spesso tollerate e talora perfino incoraggiate dalle autorità locali. Politica N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Il Ministro Fioroni cede alla piazza S embrava voler dare un’ulteriore svolta alla scuola italiana reintroducendo gli esami di riparazione di settembre, invece il ministro Fioroni si è limitato a un timido provvedimento teso al recupero dei debiti formativi nelle varie materie attraverso verifiche entro l’anno. Così dopo l’invito a studiare le tabelline, le poesie a memoria, la grammatica, il sano nozionismo della storia e della geografia, il ministro Fioroni ha dovuto cedere ai cosiddetti 60 saggi, pedagogisti “progressisti” e “democratici” fino ai rappresentanti della destra per finire agli studenti che stanno manifestando contro il ministro, ma questo è normale. Si tratta di minoranze vocianti, tanto da far credere che si tratti di maggioranza. Troppo poco speriamo che in un futuro prossimo si giunga agli esami di riparazione veri e propri. “Fioroni andrebbe stimolato ad essere più coraggioso e incalzato ad affrontare anche una profonda revisione dei contenuti dell’insegnamento”. La stragrande maggioranza degli italiani desidera che nella scuola ritorni il rigore e la serietà e soprattutto che siano cancellate certe deliranti riforme degli ultimi quindici anni. Questo desiderio è fortemente cresciuto soprattutto nell’ultimo anno proprio a causa del diffondersi del bullismo a scuola. “Dar retta alle manifestazioni studentesche di questi giorni non significa soltanto non aver capito niente, ma anche non avere il coraggio che si richiede ad una classe politica degna di questo nome, la quale non dovrebbe esitare a fare quel che è giusto anche di fronte alle proteste, soprattutto tenendo conto che una scuola la cui organizzazione viene decisa dagli studenti è morta e sepolta”. (Giorgio Israel, Sulla scuola la politica cede alla piazza e sbaglia strada, 18.10.07 l’Occidentale). Era naturale che “[…]i soliti pedagogisti “progressisti” o “democratici”, la cui matrice ideologica è ben chiara, anche se, per godere di un influsso trasversale, predicano che le loro teorie non sono né di destra né di sinistra, ma semplicemente giuste. Infatti, la loro trasversalità ha funzionato ancora una volta se pure da destra si sono levati gli stessi lai e con gli stessi argomenti “progressisti”. (Giorgio Israel, Sulla scuola è ora che il centrodestra dica da che parte sta, 8.10.07 L’Occidentale). Ma non era naturale che si associassero al coro di critiche contro Fioroni anche i rappresentanti della destra, infatti, ha ragione Giovanni Belardelli a chiedersi sul Corriere della Sera: “Il lassismo a scuola è una cosa di destra?». Già, perché l’abolizione degli esami di riparazione fu decisa dal ministro D’Onofrio nel primo governo di centro-destra e il ministro Moratti ha fatto tutto meno che reintrodurre il rigore nelle scuole”. E’ un dato di fatto che la crema del pedagogismo progressista ha prosperato durante il governo di centro-destra, spandendo le sue teorie sessantottine per ogni dove. I rappresentanti ufficiali della destra si schierano con il pedagogismo progressista e sparano contro i provvedimenti di Fioroni. In tal modo si dimostra l’incapacità di assumere scelte responsabili di fronte a questioni Calderoli che è sempre pronto ad esibire rigore e fermezza estrema quando si tratta di questioni padane o di immigrazione, questa volta sulla scuola ha sbagliato tre volte – scrive Israel – ha mostrato di cedere miseramente di fronte alle sgangherate richieste della piazza. Non conosce l’umore della gente e per guadagnare qualche misero consenso elettorale, ne perde tanti altri, soprattutto delle famiglie e degli insegnanti. Calderoli non ha capito il merito della questione, il provvedimento di Fioroni non ripristina gli esami autunnali, che richiedevano la formazione di commissioni, bensì accorcia i tempi di verifica del recupero dei debiti formativi e cerca di porre rimedio allo scandalo immorale di studenti che no fanno nulla e vanno avanti lo stesso. Comunque sia è interessante sapere che l’abolizione degli esami di riparazione è stato uno dei provvedimenti più infelici del primo governo Berlusconi, e sarebbe interessante conoscere i nomi di quei pedagoghi ed esperti che l’hanno suggerito. Si voleva evitare quella sorta di mercato nero della preparazione scolastica tramite la quale gli insegnanti avevano modo di integrare i loro magri stipendi. “Ma quegli esami avevano anche degli aspetti positivi che andavano al di là della possibilità di colmare lacune di trasparente, e cioè il ritiro della propria delegazione da un governo di cui non si condivide la politica giudiziaria. Il Guardasigilli ha il dovere di determinare nell’odierno Consiglio dei ministri un chiarimento definitivo sulla linea che il governo ha sin qui seguito nella politica giudiziaria, chiedendo a ciascuno di ripristinare quella coerenza tra giudizi e comportamenti senza la quale non sarà più possibile mantenere in vita l’attuale coalizione. Qualora fosse disattesa questa richiesta di chiarimento, l’ufficio politico invita il Guardasigilli e la delegazione governativa ad assumere le conseguenti determinazioni e decisioni. L’Ufficio politico si augura che il senso di responsabilità istituzionale prevalga su tutto, così come giustamente ha osservato il capo dello Stato», conclude il comunicato dell’Udeur. L’Udeur in una nota spiega che Mastella, in merito al pm di Catanzaro De Magistris e all’inchiesta Why Not, ha detto di «non volerne più parlare. Mi voglio solo difendere, non chiedo privilegi: l’inchiesta vada avanti, ma veloce- mente per non lasciare i cittadini-elettori nel limbo dell’incertezza». «Continuerò la mia battaglia di dignità e di difesa della mia onorabilità rispetto ai miei familiari, agli elettori, agli amici e alla mia storia per far emergere i fatti nella loro verità, al di fuori di ogni ricostruzione ideologica e di finte verità manipolate», prosegue la nota. «Lo farò fino a quando non sarò risarcito rispetto all’opinione pubblica dell’onore che qualcuno tenta di sottrarmi. Si dica presso quale giudice, non essendo a conoscenza di alcun fatto e di alcuna ipotesi di reato a me attribuita, debba recarmi per difendersi come un normale cittadino che non pretende e non vuole alcun privilegio Cosi Mastella risponde. E’ un fiume in piena il Guardasigilli. “Non pronuncerò mai più il nome di De Magistris né si occuperò mai più di replicare alle parole che, del tutto al di fuori della riservatezza cui i magistrati sono tenuti, non dovrebbero essere pronunciate da chi, magistrato, deve rispondere solo alla legge e alla sua coscienza”. Chiarimento politico «definitivo» in Consiglio dei ministri. “Purtroppo in queste settimane si è consolidata una preoccupante anomalia democratica per cui chi non condivide la politica del governo in un settore delicato come la giustizia, come da ripetute dichiarazioni anche televisive, resta nel governo e nella maggioranza. Il Guardasigilli, che a nome di tutto il governo è il responsabile politico del settore, ha il dovere di determinare nell’odierno consiglio dei ministri un chiarimento politico definitivo sulla linea che il governo, nella sua collegialità, ha sin qui seguito nella politica giudiziaria, chiedendo a ciascuno di ripristinare quella coerenza tra giudizi e comportamenti senza la quale non sarà più possibile mantenere in vita l’attuale coalizione. Qualora fosse disattesa questa richiesta di chiarimento, che per altro andrebbe doverosamente allargata ad altri aspetti dell’attività di governo, l’ufficio politico invita il Guardasigilli e la delegazione governativa ad assumere le conseguenti determinazioni e decisioni”. Lo sfogo Clima teso nell’ufficio politico dell’Udeur, convocato da Clemente Mastella per fare il punto sulla difficile situazione politica. Secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti, il ministro della Il Ministro Fioroni che riguardano il futuro del paese e il futuro dei nostri figli. E quel che è peggio si dimostra di non avere alcuna cultura propria dell’educazione e della scuola e di non essere capaci di altro che di farsi prestare quella “de sinistra”. Indicativo il caso del senatore Siamo alla fine di un Governo Clemente Mastella H o sentito in Parlamento un’aria diversa. Siamo alla fine di un governo. Andiamo alle elezioni. Non c’è più tempo per fare una riforma elettorale». Così il leader della Lega, Umberto Bossi, in un’intervista a Radio anch’io registrata lunedì, ha risposto alla domanda se a suo parere siamo alla vigilia dello scioglimento delle Camere, così come sostiene il pLUdeur e Mastella chiedono un chiarimento «definitivo» in seno al governo durante la riunione del Consiglio dei ministri in programma alle 16, smentendo le voci che erano circolate in mattinata delle sue dimissioni da ministro della Giustizia.cosi come sostiene presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. «L’ufficio politico dei Popolari-Udeur», informa una nota, «prende atto con viva preoccupazione che da settimane una componente della maggioranza parlamentare (Di Pietro e l’Idv, ndr) ritiene sbagliata la politica giudiziaria dell’intero governo. A tali ripetuti giudizi questa componente non fa seguire le conclusioni tipiche di una democrazia moderna e preparazione. Essere rimandati significava infatti rovinare le ferie estive della famiglia sia perché sottraeva risorse alle medesime, sia perché costringeva i genitori a far dei salti mortali per poter contemporaneamente andare in vacanza e consentire al pigro studente di seguire le lezioni private nella sede di residenza. La conseguenza era che i genitori, spinti da questi due incombenti calamità, prestavano maggiore attenzione al rendimento scolastico del proprio figliolo e, anche per motivi di bieco interesse, erano più attenti alla sua attività scolastica.” (Raimondo Cubeddu, Ecco perché gli esami di riparazione ci piacciono, 13.10.2007 l’Occidentale). Il risultato fu la trasformazione della scuola in una perdita di tempo o in un luogo di svago, mortificante tanto per i docenti, quanto per quegli studenti che s’impegnavano e che provavano un senso di frustrazione nel vedere alla fine promossi anche quei compagni che non avevano studiato. Perché impegnarsi se tanto la scuola era una buffonata in cui tutti erano promossi? Domenico Bonvegna Giustizia avrebbe spiegato ai dirigenti del partito la sua intenzione di dimettersi dal governo. “Voglio vedere se Prodi accetterà le mie dimissioni” avrebbe argomentato il Guardasigilli, amareggiato per non aver ricevuto la solidarietà del presidente del Consiglio. “Se Prodi dovesse accettare le mie dimissioni - avrebbe osservato Mastella, sempre secondo quanto riferito da alcuni partecipanti - allora un minuto dopo dovrebbe dimettersi anche lui, visto che è indagato come me dalla procura di Catanzaro”. Luigi De Magistris rilancia. Dopo l’avocazione della sua inchiesta da parte della Procura generale - fascicolo nel quale risulta indagato il ministro Mastella, il magistrato si dice “fiducioso” e dice ai microfoni di Radio24 che utilizzerà tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento giuridico affinchè il provvedimento di avocazione dell’inchiesta venga rivisto: è inconsistente in punto di fatto e di diritto”. E sulle polemiche politiche dice: “Non mi interessano, io faccio il magistrato e basta”. intanto il ministro delle Infrastrutture Di Pietro polemizza con il presidente Napolitano, che ieri ha detto di “vigilare sulla vicenda”. Per l’ex pm “è la garanzia del giorno dopo”. “Con tutto il rispetto per il capo dello Stato - dice Di Pietro -, da lui arriva una garanzia del giorno dopo”. “La frittata è già stata fatta - aggiunge - e ora sarà difficile andare avanti”. Il ministro ha spiegato che le iniziative di Mastella nei confronti del Pm De Magistris e l’avocazione dell’inchiesta che stava conducendo creeranno pesanti ripercussioni: “Se sarà archiviata resterà sempre l’ombra di un intervento della politica e una marea di persone cominceranno a non parlare più “. De Magistris difende la correttezza del proprio operato: “Il mio comportamento è stato lineare. Il conflitto d’interessi non è mio”. “Sono stato costretto ad intervenire pubblicamente perché ci sono stati troppi silenzi colpevoli e inquietanti”, dice ancora. “Ora bisogna aspettare che il Csm decide senza interferenze e senza pressioni in tempi rapidi. Io ho denunciato una situazione grave di carattere generale fondata su fatti concreti”. le prossime ore sono crissime, per il Governo Prodi... Giorgio Lambrinopulos Politica N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre “E’ un momento difficile, dobbiamo comunicare”. Lo dichiara Tariceanu La questione sicurezza Prodi: “abbiamo preparato le cose seriamente quindi io sono sereno” I l primo ministro della Romania Calin Popescu Tariceanu è arrivato poco dopo le 13, a Palazzo Chigi, per un vertice con Romano Prodi sulla questone sicurezza dopo il decreto legge sulle espulsioni approvato dal governo italiano. Dall’aeroporto di Bucarest, prima di partire per Roma, il premier romeno ha fatto sapere: “E’ un momento difficile, dobbiamo comunicare”. Tariceanu parlando alla televisione rumena ha spiegato che “sono state prese misure per rassicurare la maggioranza dei romeni in Italia” e tra queste “è garantita l’assistenza gratuita a quelli coinvolti in fatti criminali in Italia”. Inoltre il primo ministro ha annunciato l’intenzione di rafforzare la presenza consolare in Italia. Da parte sua il presidente del Consiglio Prodi si dice sereno in vista dell’incontro di oggi: “Abbiamo preparato le cose seriamente quindi io sono sereno”. Sul vertice tra i due premier, è intervenuto ieri il ministro dell’Interno Giuliano Amato avvertendo che considera “inopportuno e poco civile che l’arrivo del presidente del Consiglio di un Paese amico possa essere eventualmente salutato da manifestazioni di protesta o picchetti attorno a Palazzo Chigi, organizzati da partiti che oggi si accorgono di non amare i romeni”. il titolare del Viminale parlando ai giornalisti a Palazzo Chigi ha garantito che “non ci saranno espulsioni di massa”. Ma dal Consiglio d’Europa viene lanciato l’appello perché si trovi una soluzione “calma ed equilibrata” per il caso dei romeni. “Il governo e i cittadini italiani hanno il diritto di essere in collera per il brutale omicidio” di Giovanna Reggiani, osserva René van der Linden, presidente dell’Assemblea parlamentare al Consiglio d’Europa (PACE), sottolineando però che “l’arresto del romeno sospettato di questo omicidio non dovrebbe, comunque, portare ad una caccia alle streghe dei romeni”. I tre ragazzi con il bomber nero d’ordinanza sono in leggero anticipo. Il presidio è previsto per le 16.30, c’è ancora una mezz’ora di tempo. «Dovete capire che il popolo romeno non tollera umiliazioni» spiega Dan, ai giornalisti e agenzie stampa presente sul osto, che ad appena 19 anni ha già nel portafogli la foto di due figlie. Alza il dito: «Nessuno deve permettersi di toccare i nostri connazionali all’estero, nessuno ». Quando arriva l’ora del presidio, davanti all’ambasciata italiana sono in trenta, massimo 40. «Protezione per i nostri fratelli in Italia», «Non cacciate i romeni senza colpa», «Chi ci umilia pagherà». La manifestazione è stata organizzata dal partito Conservatore, uno dei mille partitini della destra romena. Il vicepresidente Bogdan Pascu mostra il ritaglio di un giornale di Bucarest e dice: «Se voi ci fate questo, noi rispondiamo allo stesso modo». A tutta pagina campeggia la foto di un manifesto dei fascisti di Forza Nuova, che in questi giorni i media romeni hanno riproposto a ciclo continuo. Per quelli in cerca di visibilità come Pascu e i suoi, è un pretesto perfetto: «La Romania deve fare la sua parte e proteggere Il primo ministro della Romania, Calin Popescu Tariceanu i suoi figli». L’idea non è un loro copyright esclusivo. ATimisoara, una cinquantina di militanti del Partito di Iniziativa Nazionale, filorussi, nazionalisti, hanno fatto la stessa cosa davanti al consolato italiano. I cori erano decisamente più grevi, l’ostilità manifesta. L’ambasciatore Daniele Mancini osserva e non nasconde la preoccupazione. «Stiamo vivendo una crisi di crescita nei rapporti tra i due Paesi. Ognuno deve capire le priorità dell’altro. Siamo in preda ad un attacco di febbre alta, ma spero che tra qualche anno questo venga letto come una nota a piè di pagina nella storia, un bisticcio tra famiglie che poi ricominciano ad andare d’accordo». L’amore familiare è importante, ma gli affari ancor di più. Da pre- Finanziamenti non trasparenti I l 10 novembre scorso tre illustri ricercatori italiani a livello mondiale - Elena Cattaneo, Paolo Bianco e Ranieri Cancedda - hanno inviato una lettera al Ministro della Salute, riguardo i finanziamenti di 3 milioni di euro per la ricerca sulle malattie rare e sulle cellule staminali previsti nella Finanziaria 2007. Per i tre ricercatori e’ necessario fare LETTERA AL DIRETTORE C erta bibliografia ha dipinto San Francesco d’Assisi come un sempliciotto pacifista che nel tempo libero parlava con gli animali e giocava a scopone con i compagni di merenda della mezza luna. In realtà, i suoi sermoni erano più simili alle scudisciate di Savonarola che ai “volemose ben” del papa buono, della luna, delle carezze e dei bambini. Tra i molti discorsi “dimenticati”, ecco che proferì nell’assai politicamente scorretta Lettera ai reggitori dei popoli: “Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico perciò di non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e dalle preoccupazioni di questo mondo, poiché tutti coloro che dimenti- cano il Signore e si allontanano dai Comandamenti di lui, sono maledetti e saranno dimenticati da lui. E quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte. E quanto più sapienti e potenti saranno stati in questo mondo, tanto maggiori saranno i tormenti che dovranno patire all’inferno..”. “Antipatico” no? Se le affatto lusinghiere profezie di Francesco si rivelassero vere, ricchi, potenti, sapienti, “assorbiti” e “indaffarati” senza fede, avranno un “grattacapo” in più a cui pensare: meglio una vita da leoni, o un’eternità da “inceneritori”? Gianni Toffali luce su come, con quali criteri e a quali ricercatori e strutture vanno i fondi e se e’ vero che i destinatari siano stati definiti a priori senza alcuna pubblicita’ e senza alcuna procedura di valutazione scientifica. I 3 milioni di euro per la ricerca sulle cellule staminali, sono stati gestiti, a quel che risulta, “direttamente dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanita’, ma non risulta che sia stato pubblicato un bando o che singoli ricercatori o istituzioni abbiano potuto liberamente presentare progetti o domande di finanziamento”. I tre ricercatori, nella lettera al ministro denunciano che il modo di finanziare la ricerca sulle staminali e’ sintetizzato nel neo-anglismo “top-down”, o di cooptazione, una procedura che non appartiene ad alcuna realta’ scientifica internazionale. Una catena che dalla Commissione ministeriale attribuisce risorse verso una singola istituzione e singoli ricercatori che con un passaparola scelgono i destinatari dei finanziamenti. Insieme agli al- tri deputati radicali della Rosa nel Pugno (Marco Beltrandi, Sergio D’Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco) abbiamo presentato al ministro della Salute un’interrogazione per sostenere le richieste dei ricercatori e per sapere se non ritenga di sospendere i finanziamenti, visto il modo assolutamente non trasparente in cui sono stati elargiti. In due precedenti interrogazioni, elaborate insieme all’Associazione Coscioni, (1) si era gia’ cercato di fare luce su alcuni finanziamenti per la ricerca sulle cellule staminali, quando Enrico Garaci fu nominato Presidente della Commissione Ministeriale cellule staminali, in seno all’Istituto Superiore della Sanita’, di cui lo stesso Garaci e’ presidente dal 2001. Le risposte forniteci non hanno chiarito la “spartizione” dei fondi, per l’esattezza 7,5 milioni di euro, anzi e’ emerso che la commissione e la “spartizione” di denaro pubblico avvenne grazie a un regolamento che prevedeva che chi chiedeva i finanziamenti sidente di Unimpresa Romania, l’associazione degli imprenditori italiani che operano qui, lo fa notare Mario Tempestini, tessile trevigiano che ha delocalizzato nel lontano 1997. «Speriamo che anche in Italia qualcuno si decida a far prevalere il buonsenso e ad abbassare i toni». Al registro del commercio romeno sono iscritte 23.000 società italiane, quattordicimila delle quali attive sul territorio. Le esportazioni italiane in questo Paese sono nell’ordine di grandezza di quelle dirette verso i mercati russo e cinese, e nel 2006 l’interscambio ha superato i 10,5 miliardi di Euro. Numeri importanti. Da sole, le speranze dell’ambasciatore non bastano a placare l’ansia dei nostri imprenditori. Ci prova Pierluigi Bersani, primo politico italiano a Bucarest dopo la morte di Giovanna Reggiani. La visita era programmata da tempo, ma il fatto che si tratti del ministro delle Attività produttive non è dettaglio sgradito. «Il timore che i rapporti si possano deteriorare esiste, e va evitato». Bersani tranquillizza, sopisce. Ma gela i giornalisti romeni quando si dice «convinto» che il decreto sulle espulsioni «non subirà modifiche». L’ambasciatore Mancini, con i suoi modi garbati, sottolinea la necessità di fare in fetta: «L’unica soluzione è risolvere presto e bene questa crisi. Anche perché non abbiamo un piano B da attuare». Giorgio Lambrinopulos era anche chi decideva a chi destinarli. In quella occasione il Ministro assicuro’ che per il futuro quella procedura poco trasparente sarebbe stata archiviata e sarebbero stati adottati i metodi utilizzati a livello internazionale di peer review system, che implica il coinvolgimento di revisori terzi e indipendenti. Del resto lo scorso 5 settembre si e’ insediata la Commissione Nazionale della Ricerca Sanitaria che ha tra i suoi compiti proprio la definizione dei criteri per la selezione dei progetti di ricerca secondo il metodo peer review. Purtroppo da come sembrano essere stati assegnati questi 3 milioni, non si puo’ non prendere atto che non c’e’ traccia delle promesse fatte sui metodi, e nei fatti si procede nella direzione della “spartizione” non trasparente. Colpisce anche che Enrico Garaci mantenga la direzione dell’ISS e il ministero della Salute lo sostenga per la terza volta a questo incarico nonostante la commissione Igiene e Sanita’ al Senato abbia espresso parere contrario, vista la gestione poco trasparente in merito all’assegnazione dei finanziamenti pubblici. Politica Europea POLITICA EUROPEA N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Gli incontri di Trasporti, Barrot nomina Ronald S. Lauder due nuovi coordinatori Il presidente del congresso ebraico mondiale Ronald S. Lauder incontra il Papa Benedetto XVI e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano I l presidente del Congresso Ebraico Mondiale (World Jewish Congress, WJC), Ronald S. Lauder, ha incontrato a Roma il Papa Benedetto XVI e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lauder era accompagnato dal Segretario Generale dal WJC, Michael Schneider. Lauder e Schneider hanno riconosciuto l’impegno dello stato italiano nella costruzione della pace, impegnato in azioni diplomatiche e militari in varie regioni del mondo, quali il Medio Oriente. Durante l’incontro che ha avuto luogo al Quirinale, Lauder e Schneider hanno affermato inoltre che l’Europa non deve essere compiacente con la minaccia del programma nucleare dell’Iran ed hanno chiesto all’Italia un impegno forte di fronte alle intenzioni nucleari del governo iraniano, affermando inoltre : “ Sponsorizzando atti terroristici in tutto il mondo, il regime di Teheran ha nel passato dimostrato che le sue minacce non sono solo retorica. Nessuna tregua deve essere data ai fanatici” ha inoltre sottolineato il presidente del Congresso Ebraico Mondiale. Nella stessa giornata, Lauder e Schneider sono stati ricevuti in Vaticano da Papa Benedetto XVI. Durante l’incontro il leader del Congresso Ebraico Mondiale han- Ronald S. Lauder no manifestato la preoccupazione per il ripetersi degli appelli antisemiti di “Radio Maryja”. Lauder e Schneider hanno sollevato la questione di possibili azioni in ambito di lotta alla poverta’ e con leader dell’Islam moderato. Il Congresso Ebraico Mondiale è un’organizzazione internazionale che rappresenta le comunità ebraiche in 80 paesi nel mondo. Il Congresso Ebraico Mondiale ha come servizio di rappresentare il braccio diplomatico delle comunita’ ebraiche presso i governi e le istituzioni internazionali. Giorgio Lambrinopulos L a Commissione, su proposta del vicepresidente Barrot, ha nominato due nuovi coordinatori europei per le reti transeuropee di trasporto: la signora Karla Peijs per le vie navigabili e il signor Luis Valente de Oliveira per le autostrade del mare. I due coordinatori avranno la missione di agevolare il dialogo tra gli Stati interessati in modo da meglio sincronizzare i lavori e i programmi di finanziamento. “Questi progetti - essenziali per lo sviluppo di una politica dei trasporti sostenibile - devono sormontare notevoli difficoltà: la scelta di due personalità di riconosciuto prestigio nel mondo dei trasporti è una garanzia di successo” ha dichiarato il Commissario Barrot. La Commissione aveva già adottato il 20 luglio 2005 una decisione di nomina di sei “Coordinatori europei”, con la missione di facilitare la realizzazione di alcuni progetti prioritari in modo coordinato tra gli Stati membri. I coordinatori europei sono ormai diventati personalità di riferimento e la loro attività ha avuto ripercussioni positive su questi progetti. Sulla scorta dei positivi risultati finora acquisiti, il Vicepresidente Barrot ha proposto alla Commissione di nominare due nuovi coordinatori: la signora Karla Peijs per le vie navigabili e il signor Luis Valente de Oliveira per le autostrade del mare. La signora Karla Peijs ha occupato tra il 2003 e il 2006 la carica di ministro dei Trasporti nei Paesi Bassi. In precedenza, tra il 1989 Aiuti di Stato al gruppo “Legler Spa” L a Commissione europea ha avviato la procedura formale di esame, prevista dalla norme del trattato UE sugli aiuti di Stato, riguardo a una serie di aiuti per un importo totale di 40,7 milioni di euro che l’Italia intende accordare alla Legler S.p.A, produttrice di tessuti denim. Nella fase attuale, la Commissione dubita che il piano di ristrutturazione della Legler S.p.A. possa ripristinare la redditività dell’impresa beneficiaria e teme che l’aiuto possa causare indebite distorsioni della concorrenza in un mercato caratterizzato da forte competitività. L’avvio della procedura formale di esame dà alle parti interessate la possibilità di esprimere le proprie osservazioni sui provvedimenti proposti e non pregiudica il risultato della procedura stessa. Il membro della Commissione responsabile della concorrenza, Neelie Kroes, ha dichiarato: “La Commissione deve accertarsi che un aiuto per la ristrutturazione ripristini effettivamente la redditività del beneficiario e non causi indebite distorsioni della concorrenza. Nel caso dell’aiuto al gruppo Legler, abbiamo dubbi al riguardo”. La Legler S.p.A. opera in Lombardia e in Sardegna quale grande produttrice di denim di alta qualità, di velluto a coste e di tessuti tipo flat. Il gruppo versa in difficoltà finanziarie da vari anni e sta ristrutturandosi. Per coadiuvarlo nella ristrutturazione, l’Italia intende concedere al gruppo Legler un aiuto di Stato in forma di una garanzia a lungo termine dell’importo di 13 milioni di euro, una sovvenzione a fondo perduto di 13,2 milioni di euro e la conversione in capitale del debito del gruppo Legler, dell’importo di 14,5 milioni di euro, nei confronti dell’ente pubblico Società Finanziaria Industriale Rinascita Sardegna (SFIRS). L’aiuto a favore del gruppo Legler deve rispondere agli orientamenti comunitari del 2004 sugli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione che, a determinate condizioni, autorizzano gli aiuti intesi a ripristinare la redditività nel lungo periodo di imprese in difficoltà. In particolare, gli orientamenti si basano Impianto della Legler Spa in Sardegna e 2003, era stata membro del Parlamento europeo. Più particolarmente, la signora Peijs dovrà seguire i progetti prioritari e il progetto n. 30 (Canale SennaSchelda), due progetti essenziali per rafforzare la coerenza della rete idroviaria transeuropea ed accresce la competitività di questo modo di trasporto. Il primo dei due progetti consiste nell´eliminare varie strozzature che limitano fortemente Karla Peijs il rendimento dell´asse Reno-Meno-Danubio, ma che logica di rete multimodale persono anche situate in zone eco- fettamente integrata, finalizzata logicamente sensibili. Il secondo non solo a evitare le strozzatuprogetto mira a costruire un im- re della circolazione stradale, portantissimo anello mancante ma anche ad integrare meglio della rete che consentirà di col- le regioni periferiche e le isole legare il porti del mare del Nord dell´Unione. al bacino di Parigi. Il signor Luis Valente de Oliveira ha esercitato G. L. negli ultimi anni varie funzioni nel governo portoghese: è stato in particolare ministro della Pianificazione e della politica territoriale tra il 1985 e il 1995 e ministro dei Lavori pubblici, dei trasporti e dell´edilizia tra il 2002 e il 2003. Lo sviluppo delle autostrade del mare - di cui è adesso responsabile - contribuirà ad agevolare il trasferimento del trasporto merci - che oggi viaggia su strada - verso la modalità marittima. Si tratta di realizzare collegamenti marittimi regolari e di qualità elevata tra i vari porti dell´Unione europea, in una Luis Valente de Oliveira sul principio essenziale secondo il quale in ogni operazione di ristrutturazione il beneficiario dell’aiuto è tenuto a finanziare un’ampia percentuale dei costi attinenti. Al momento attuale, la Commissione dubita che l’aiuto a favore del gruppo Legler soddisfi le condizioni stabilite negli orientamenti. In partico- lare, la Commissione si chiede come verrà attuato e finanziato il piano di ristrutturazione e se esso ripristinerà la redditività del beneficiario nel lungo periodo. La Commissione ha dubbi anche sulla posizione assunta dall’Italia, secondo la quale la conversione in capitale, a favore della SFIRS, un ente pubblico controllato dalla regione Sardegna, dei 14,5 milioni di debito è consona al comportamento di un investitore privato (il “principio dell’investitore in economia di mercato”) e non costituisce un aiuto di Stato. Inoltre, alla Commissione non sono state notificate misure compensative, prescindendo da quelle necessarie per ripristinare la redditività del beneficiario, che siano intese a controbilanciare le distorsioni della concorrenza causate dall’aiuto. Infine, la Commissione deve accertare se il grupvpo Legler potesse finanziare da solo la propria ristrutturazione e quale potrebbe essere l’entità del suo contributo. G. L. N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Attualità Enzo Biagi, un uomo del sud L a scomparsa di Enzo Biagi ha scatenato una caterva di ricordi del secolo appena concluso : Il Novecento. Fiumi di foto, parole e interviste per ricordarlo. Fra queste ve ne è una rilasciata ai microfoni del TG1 e trasmessa nella notte del 7 Novembre u.s.. A chi gli domandava se avesse voluto rifare il Reportage “ Un Viaggio Italiano” e alla specifica domanda : “ da dove voler ripartire ?” Biagi rispondeva così : “ desidero ripartire dal Sud perchè è studiando esso che si individuano i mali italiani . Le spinte leghiste mi inorgogliscono facendomi sentire sempre e ancor di più un uomo del Sud “. Lui, persona libera, che eccezzion fatta per la Guerra di Resistenza, dal secondo dopoguerra non si era mai schierato per questo o per quel Partito, per una volta, in quell’ultima intervista, assumeva una posizione chiara e netta di Italiano favorevole all’Unità nazionale e di Meridionalista per il peso che i problemi del Sud Italia ripercuoteva sull’intera vita italiana. In precedenza si accennava del suo passato di Partigiano. Un elemento di non poco conto che inciderà nella sua personalità di giornalista e di intellettuale. Combattè nelle fila di “ Giustizia e Libertà”; la Brigata Partigiana che politicamente dal 1943 al 1945 faceva riferimento al Partito d’Azione. Lui uomo del Nord nato e cresciuto nella Pianura Padana abbracciò nel fucile gli ideali di Giustizia sociale, di Libertà e di Democrazia partecipativa. Gli stessi che costituirono le fondamenta del Meridionalismo ed in particolare di quel percorso civile e intellettuale tracciato poco dopo l’Unità d’Italia da Giustino Fortunato e successivamente sviluppato da altri meridionali quali Crispi, Salvemini e lungo il quale altri intellettuali ed esponenti politici convennero nel sostenere che la Questione Meridionale è anche ed innanzitutto una Questione Nazionale. Questa fu anche la tesi sostenuta da Enzo Biagi. Nato nell’Emilia Rossa e trasferitosi nella altrettanto Milano Operaia dimostrava di andare controcorrente ogni qualvolta si parlava del Sud evidenziandone così la propria formazione liberaldemocra- c’era tutta la passione e l’energia di un’antica ed intramontabile cultura, c’era lo spirito ed il sangue italiano che scorre nelle vene d’America”, commenta Frank Guarini. Proprio così lo ha espresso il regista e supervisor alla comunicazione, Pino Tordiglione, irpino purosangue, che della propria terra, l’Irpinia, ne rappresenta la fierezza e, con un pizzico di presunzione, ne incarna la testardaggine di quello che fu il Popolo Sannita lottatore di libertà ed indipoendenza. “Ho cercatoi di raccontare quello che il mio cuore mi suggeriva, quello che diversamente non sarei mai riuscito a comunicare con le parole, è un concetto troppo inteso il desiderio di libertà umana che vale per tutti i Popoli del Pianeta. Non è stata una manifestazione apologetica alll’italianità, ma il percepire comune dell’uomo desideroso di dignità e libertà; questo è il mio film: l’uomo migrante nell’intelletto che scruta nei meandri tica ( la stessa di Salvemini e di Fortunato) nonchè repubblicana. Tratti, questi, politici e culturali che contraddistinsero l’effimera esistenza del Partito d’Azione. Quel “ Fatta l’ Italia occorre fare ora gli italiani” fu una frase che ereditò da Massimo D’Azeglio e che intervallava o concludeva gran parte dei suoi numerosi commenti. Italianità e Meridonalismo in lui divennero un unica cosa tanto da costruire quel cordone ombelicale che avrebbe dovuto unire almeno nelle buone intenzioni il Nord al Sud Italia. In tempi di proclami leghisti, minatorii di una secessione della Padania dal resto del Paese, il Corriere del Sud come testata giornalistica attenta alle vicende del Mezzogiorno Italiano non poteva esimersi dal commerare questo testimone del Novecento. Enzo Biagi prima ancora che essere un cittadino italiano era, ribadiamolo, un uomo del Sud. Per la sensibile attenzione che riservava verso lo stesso si desidera ricordarlo come un autentico Meridionalista. Grazie Enzo. Nicola Zuccaro Enzo Biagi Tre minuti per commuovere l’America N ew York - Sono bastati soli tre intensi minuti per commuovere quelll’America italiana al 63° Gala del Columbus Day nella grande sala del Waldorf Astoria di New York , un trailer, continuamente interrotto da applausi, che ha mostrato l’identità, il carattere e la firezza del Popolo Italiaco dal titolo “.. e loro scoprirono l’America” in onda su Rai International ed Abc il prossimo novembre. “In quei fotogrammi della propria anima per ritrovare se stesso nella libertà, habitat naturale della felicità. E’ questa la mia America costruita nel nobile pensiero di Filippo Mazzei, Cesare Beccaria, Gaetano Filangieri, tutti Italiani ed Universali che hanno dato all’uomo d’America l’essenza del vivere civile, ovvero il rispeto di se stesso e degli altri nel diritto della felicità, appunto” così ha dichiarato Pino Tordiglione, l’uomo che ha incarnato il concetto America. Vademecum per il giovane medico italiano P erdete ogni speranza voi che entrate”. Oggi giorno non vi è nessuna citazione letteraria più adatta per descrivere la condizione del medico in formazione specialistica in italia . Dopo la laurea si perde lo statuto di studente e ci si trova in una condizione di transizione fino all’entrata in un corso di specializzazione medica. Durante questo periodo il neo laureato svolge numerose attività, che comprendono sia quelle attuate nel reparto ai fini dell’ottenimento dei punteggi necessari per l’esame di specializzazione, sia quelli volti all’ottenimento dell’abilitazione alla professione medica. Successivamente, se la fortuna o la particolare condizione individuale lo permettono, si accede alle attività formative delle diverse scuole di specializzazioni. La vita dell’ aspirante medico, fin da quando si inizia alle attività di un reparto ospedaliero universitario, è paragonabile a quello di un pellegrino che deve raggiungere un luogo sacro, ove realizzare la sue aspirazione ideali, senza avere a disposizione una mappa o delle coordinate per raggiungerlo. Senza ombra di dubbio questa situazione, caratterizzata dall’incertezza del domani, è parte strutturale del sistema volto a far fare la cosidetta“gavetta”, essenziale per la formazione professionale. Durante questa strada il medico pellegrino si trova infatti a dover far fronte alle più disparate problematiche senza disporre di informazioni utili per affrontarle, né alla piena collaborazione di quelle figure professionali predisposte alla sua formazione. Il SIMS (Segretariato Italiano dei Medici e Specializzandi) è un’associazione tra medici chirurghi, professionisti ed in formazione special istica,aconfessionale, apartitica e senza finalità di lucro. La nostra associazione si propone di apportare un contributo che possa favorire la qualificazione, continua e permanente, dei giovani medici e dei medici in formazione Il tutto rispettando i profili etico-sociali della professione medica, della maturazione intellettuale, professionale e deontologica . l’associazione si sia già dotata di un prezioso strumento informatico, il sito web www. sims.ms, per offrire ai propri associati un servizio di informazione in tempo reale sulle offerte di lavoro, e per dotare i comitati scientifici organizzati per area specialistica di un luogo di incontro virtuale dove poter approfondire, grazie anche all’aiuto di specialisti e docenti, temi di interesse scientifico – specialistico. È stato inoltre istituito un comitato editoriale, composto da giovani medici Italiani e dell’Unione Europea, per la creazione e gestione di un Medical Web Journal, ossia di una rivista scientifica on line per la diffusione di contenuti scientifici di ampio interesse nella comunità scientifica internazionale, primo passo questo verso la creazione di un B.M.C. (bio med central). La nostra attività mira particolarmente a favorire rapporti tra la professionalità mediche italiane e di ogni nazionalità e con la società civile. Inoltre si indirizza ad ambiti quali l’istruzione medica generale e specifica, alla formazione sociale e medica ed alla ricerca scientifica. La parziale attuazione del DLgs 368/’99 mortifica e demotiva il giovane medico specializzando, privandolo di fatto di ogni attributo professionale e di ogni riconoscimento previdenziale. Le numerose mobilitazioni, che hanno visto protagonisti gran parte dei 25.000 specializzandi Italiani, hanno altre sì evidenziato l’indispensabile apporto che il medico specializzando fornisce al complesso impianto assistenziale del nostro Paese. La nostra organizzazione si è recentemente affaccendata per creare un vero e proprio “vademecum” per il giovane medico italiano, che ha l’intento di accompagnarlo dal conseguimento del diploma di laurea in Medicina e Chirurgia fino all’entrata nel mondo del lavoro, fornendo un’ accurata descrizione delle tappe che caratterizzano i diversi momenti formativi e professionalizzanti.Il suddetto manuale è facilmente consultabile attraverso l’ home page del sito internet www.sims.ms Il manuale in particolare Ritratto di Cesare Beccaria ha l’intento di rendere più compressibili e fruibili tutte le informazioni contenute nelle normative e procedure messe in atto dal processo di contrattualizzazione del D.Lgs 386; il manuale verrà continuamente aggiornato in relazione alle future evoluzionii normativo-strutturali. Il SIMS ha a disposizione mezzi d’informazione telematici efficienti, a copertura nazionale, che permettono una tempestiva diffusione delle notizie e novità, in materia di specializzazioni in ambito medico. Il manuale stesso sarà affiancato da alcune appendici, l’una relativa alle opportunità di lavoro all’estero, l’altra relativa al coinvolgimento dei giovani medici nella ricerca biomedica. LETTERA AL DIRETTORE C aro Direttore, quei cattolici che avevano riposto la speranza di un mondo nuovo nelle braccia del guitto Beppe Grillo, si devono ricredere. Dopo aver sparato a destra e a manca contro l‚inefficienza della politica e dei politicanti, forse per una questione di par condicio denigratoria, o più probabilmente per tenere alti i riflettori su se medesimo in vista del lancio ufficiale del suo nuovo partito, ha pensato „bene‰ di scagliarsi contro Papa Ratzinger. Nel blog più cliccato d‚Italia ha infatti asserito che „il papa è un amministratore delegato tedesco che gestisce due milioni di lavoratori in nero‰. A parte che l‚unica risposta a cotanta imbecillità non può che essere un bel vaffa, ciò che delude è il fatto che lo sboccato più famoso d‚Italia ha dimostrato di non essere poi cosi originale come invece vorrebbe far credere, visto che la moda dilagante dello sparare a zero contro la Santa Romana Chiesa, non l‚ha di certo inventata lui. Gianni Toffali Informazione Regionale dalla Calabria C rotone - La Calabria, tra qualche giorno, sarà al centro dell’attenzione internazionale, grazie al Premio “Kouros” che si terrà a Reggio Calabria. La manifestazione, certamente, inciderà sulla promozione culturale e turistica della nostra Regione e in particolare di Reggio Calabria, vetrina espositiva, e di Crotone, se si mette in conto la presenza dell’orafo Michele Affidato, che ha provveduto, per incarico dell’organizzazione, alla creazione del trofeo in argento, rappresentante la statua di Kouros, che sarà consegnato ai vincitori. L’intento dell’iniziativa è di fare della città dello Stretto la portavoce della cultura e della civiltà del Mediterraneo, ripercorrendo la strada tracciata dal genio creativo, “figlio illustre”, Gianni Versace. Gli organizzatori hanno pensato di caratterizzare il Premio con un’opera d’arte orafa di Michele Affidato, conosciuto ormai oltre i confini nazionali, ma per il nostro conterraneo è una ulteriore occasione per evidenziare la sua capacità artistica. Nella bellissima cornice del teatro Cilea, per la gran serata condotta da Nino Graziano Luca e da Barbara Chiappini, si prevede la presenza di numerosi stilisti dell’alta moda Italiana e Internazionale, non solo per l’importanza della manifesta- A Reggio Calabria al Premio “Kouros 2007” saranno consegnate opere di sua creazione Nuovi successi per l’arte di Michele Affidato zione, ma perché nell’occasione sarà conferito il Premio Kouros 2007 ad Alviero Martini, “Alto prèt-a-porter”, ad Ella Zahlan, “Stilista del Mediterraneo” a Litrico, “Premio Alta Moda Uomo”, a Nadege, “Premio Top Model Internazionale” e a Nicoletta Moretti “Premio Magazine”. Il Kouros sarà assegnato inoltre ad una importante giornalista televisiva. Con l’ottica di chi Tr a i p re m i a t i A l v i e ro M a r t i n i prèt-a-porter e Litrico Alta moda Teatro Cilea di Reggio Calabria Una condizione di continua sofferenza I l presidente del gruppo consiliare di Alleanza Nazionale, Alberto Sarra, ha rilasciato la seguente dichiarazione che si trasmette nella sua stesura integrale: “Siamo a metà legislatura e la sensazione è sempre quella. Ed è una sensazione palpabile che manifesta l’essenza velleitaria della tanto decantata svolta epocale da parte di un centrosinistra che non è stato capace di adottare alcun provvedimento in grado di incidere sulla realtà sociale ed economica della nostra regione. Il susseguirsi delle fasi politiche ed istituzionali hanno contribuito a configurare l’Ente come una sorta di ‘laboratorio politico’ relegando gradualmente l’attività amministrativa ai margini delle priorità istituzionali, sino a giungere all’ennesima fase di ‘predefinizione programmatica’ ed ai tentativi ormai avviati di dar vita al quarto Esecutivo. In tale contesto si innestano i dati forniti dalla Banca d’Italia sull’economia regionale, dati che rivelano una condizione di sofferenza in quasi tutti i comparti con un rallentamento preoccupante dei settori tradizionalmente ‘trainanti dell’economia regionale’. Una condizione di sofferenza N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Alberto Sarra, capo gruppo AN Regione Calabria dovuta a molteplici fattori ma sostanzialmente riconducibili all’atavica difficoltà a costituire circuiti produttivi efficienti e supportati dagli indispensabili ‘elementi territoriali’ : infrastrutture efficienti, un sistema creditizio che agevoli le imprese, il coinvolgimento delle popolazioni locali e la capacità di innescare meccanismi intersettoriali nella produzione e circolazione di beni tali da determinare condizioni potenziali di accoglimento per attrarre investimenti interni ed esterni. Una cerca di cogliere tutti i lati positivi si può affermare che la manifestazione del Premio Kouros darà prestigio alla nostra Regione, mentre le opere di Michele Affidato onore alla Calabria ed in particolare sfida mai iniziata e che avrebbe dovuto accentrarsi proprio sul rilancio dell’economia per il conseguimento di livelli ottimali di competitività dell’intero sistema regionale. Allo stato attuale, la certificazione dell’assenza di qualsivoglia programmazione a livello regionale ha finito per conferire una valenza del tutto formale alle priorità di per sé scontate a livello politico ed istituzionale. Si è ancora in attesa di bozze progettuali di sviluppo del territorio idonee a contrastare l’inconsistenza e l’inadeguatezza strutturale ed operativa di un sistema che ha un bisogno vitale di interventi volti a garantire strutture in grado di sfruttare razionalmente le risorse e che svolgano una funzione di supporto alla capacità, all’impegno, alla creatività delle popolazioni locali nelle variegate attività nell’ambito di settori trainanti quali il Turismo e l’Agricoltura. L’attività am- a Crotone ed il suo territorio. Ormai sono anni che la capacità artistica di Michele Affidato riceve alti riconoscimenti e le sue opere richieste per premi e manifestazioni in tutta Italia, di cui ci piace ricordarne qual- ministrativa dovrà porre sempre più attenzione alla costituzione di strutture che tendono a rafforzare i vincoli economici tra gli operatori e i rapporti con l’ambiente locale e ad incrementare proprio il fattore di interdipendenza con le altre categorie operanti nell’ambito di altri settori produttivi al fine di porre le basi di ‘forme integrate di sviluppo’. Occorre quindi giungere alla definizione delle linee guida di uno sviluppo integrato, un impegno progettuale di cui le forze politiche dovranno farsi carico e che privilegi i distretti territoriali, quali insiemi di comunità limitrofe dalle caratteristiche peculiari, individuabili nel caso specifico, nella vocazione turistica quale primaria componente economica territoriale e nella valorizzazione della produzione locale, elementi in grado di garantire un normale inserimento nei circuiti produttivi dei mercati nazio- cuna di questi ultimi mesi: “Il Premio Donna” di Bari, dove ha avuto il piacere di consegnare il riconoscimento al Premio Nobel Rita Levi Montalcini, il Concorso “The look the Weear” di Taormina. Grazie alla sua attività artistica, Michele Affidato, quest’estate, a Bovalino, ha ricevuto il premio “Pericle D’oro”, un riconoscimento di alto prestigio assegnato a quanti si distinguono nella propria attività. In questi giorni il suo laboratorio è impegnato, tra l’altro, alla produzione dei trofei commissionati dal “Premio Magna Grecia” che si svolgerà a Torino nel mese di dicembre prossimo, e alla progettazione di quelli per il Concorso Nazionale “Il bello d’Italia” per i quali è stato contattato direttamente dal Manager Lele Mora. L’orafo Michele Affidato, dopo tanti riconoscimenti, manifestazioni di stima e di apprezzamento dei suoi lavori, dovrebbe essere assuefatto, ma nonostante tutto, quando gli viene ricordato che la sua attività artistica contribuisce a tenere alto il nome della sua città e della sua gente, non nasconde la sua emozione. nali e comunitari. Un progetto di sviluppo del territorio scaturente tra realtà istituzionali, componenti socio-culturali ed imprenditoria locale con il coinvolgimento diretto delle comunità e di privati. In tali rapporti di mutua implicazione va individuata la sua forza progettuale che manifesti esteriormente la volontà di operare nel territorio per il territorio. Un progetto che s’inserisca di slancio superando i soliti incomprensibili steccati che ledono da sempre gli interessi di una comunità che rischia di implodere a fronte di altre realtà territoriali comunitarie e dell’area mediterranea che dimostrano ben altra efficienza e capacità decisionale nello sfruttamento delle risorse locali al servizio delle categorie produttive e nel costituire terreno solido per agevolare il flusso di investimenti esterni indispensabili per creare nuovo giacimenti occupazionali”. N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Informazione Regionale Il caso dalla Calabria LETTERA AL DIRETTORE E simio Direttore, anche da Crotone, profonda stima e fraterna solidarietà, al giovane Bivongese Francesco Carnovale, amministratore delegato della “COGEUR”, fatto oggetto giorni orsono di una intimidazione mafiosa: 5 proiettili di pistola sono stati recapitati nella “buca” delle lettere. Quanto è stato consumato ai danni di Franco, è un atto immorale; nonché un atto prolitorio …… inaccettabile ed incomprensibile; e non può lasciarci che sgomenti. Un giovane imprenditore, che fa parte a pieno tutolo dell’altra faccia della Calabria: la Calabria degli onesti, che lavora e che fatica, che attende e che spera, e che porta le ferite con dignità. Un giovane (per chi non lo sapesse) che non è cresciuto nelle “baubace”; che non è stato svezzato a latte, caffé e biscotti; ma che ha avuto unitamente ai suoi fratelli, il primo impatto con il mondo del lavoro in tenere età; seguendo le “orme del defunto genitore – Mastro Antonio”; un’ affermato muratore, ricco d’idee e di progettualità, da farne per questo un artigiano stimato ed apprezzato, non solo dalla comunità bivongese, ma di tantissime altre realtà sociali calabresi . E in questo contesto che Franco tempra ed arricchisce la sua formazione morale e spirituale; alternandosi fra scuola e lavoro, attraverso un percorso fatto tutto in salita; punteggiato da duri sacrifici e da dure rinunce. Oggi lo vediamo prestato alla politica nel ruolo di consigliere provinciale di Reggio Calabria; un impegno che Franco svolge come servizio; interpretandolo la politica, quale strumento idoneo di grande socialità; così come l’impegno morale di far aumentare i livelli di consapevolezza e di sensibilità per la cosa pubblica e la cultura. Valori questi che furono delle “Gilde”; delle corporazione mediavela e dei comuni, dove lo spirito civile di solidarietà, di rapporto e di confronto con la gente, e, l’abitudine a fare i conti con il bene pubblico era molto alto. A volte noi meridionali ed in special modo noi calabresi, abbiamo la pessima abitudine di misurare realtà sociali, con lo stesso metro; parliamo di Milano, di Torino e del nord/est; dove esistono da sempre i triangoli industriali; e poi di aree geografiche e periferiche, come il profondo sud dove ai triangoli industriali si sono importi selvaggiamente i triangoli della morte. Concludo il mio atto di stima e di solidarietà nei confronti di questo figlio di Calabria, con quanto affermava il sociologo Franco Cassano in un suo libro, “Pensieri Meridionali”: “auguro che la Calabria possa pensarsi , con la forza di un sapere,che in qualche forma già possiede”. Il sociologo parla in buona sostanza di qualcosa, che noi meridionali e in special modo calabresi abbiamo sempre saputo, e non abbiamo mai osato dire………. E su questo noi tutti, dovremmo fare un’accurata e profonda riflessione. Nicola Taverniti C Università Magna Graecia di Catanzaro atanzaro - Continua a non essere affatto trasparente l’università Magna Graecia di Catanzaro sulla vicenda corso di laurea specialistica in Biotecnologia. Un atteggiamento colpevole con risposte che seppur sollecitate da mesi non sono mai arrivate, se non parziali ed ufficiose, alimentando sentimenti di sfiducia nei tanti ragazzi che hanno deciso di vivere il proprio percorso di formazione professionale, culturale e sociale in Calabria. Troppi sono i dubbi che ad oggi rimangono sulla vicenda ed in molti, tra studenti e cittadini, si chiedono di chi siano le responsabilità e che ne sarà del loro futuro. Qualcosa non va e non si comprende dove finisca il dilettantismo ed inizi la mala fede. Nessuno potrà rassicurarci sull’eventualità che altri errori di questo tipo non verranno ricommessi in altre facoltà dello stesso ateneo. In questi mesi sono state numerose le domande poste da studenti, genitori ed associazioni, all’Università e l’atteggiamento palesato dall’istituzione accademica è stato inconcepibile. Forse ha dimenticato di avere negli studenti non un mezzo ma il fine ultimo; forse ha smarrito la grande lezione del compianto rettore Salvatore Venuta che parlando degli studenti li definiva “l’anima del campus”. Quei ragazzi che qualche mese fa sono scesi in piazza per sostenere l’università contro le interferenze decisionali della politica oggi sono delusi. Oltretutto ci chiediamo fino a che punto il master proposto tardivamente per riparare al pasticciaccio potrà valere come il primo anno della laurea specialistica in biotecnologie con garanzie per l’anno suc- cessivo? Chi ci rassicura che biotecnologie tornerà e che questo non sia l’ennesimo depotenziamento subito dall’università Magna Graecia di Catanzaro? Chi pagherà il master che seppur più economico a Catanzaro rispetto ad alte sedi rimane comunque più svantaggioso delle semplici tasse universitarie? Domande alle quali gli studenti ed i calabresi, questa volta vogliono una risposta. Noi come universitari calabresi avanziamo nuovamente, lo avevamo fatto già negli scorsi mesi, la nostra proposta: l’università faccia chiarezza; si assuma, ove ve ne siano e sia necessario, le proprie responsabilità; convochi gli studenti interessati per dialogare, per affrontare con loro, insieme, questa problematicità e per risolverla con una soluzione che tenga conto dei bisogni degli studenti. La Magna Graecia si apra, dialoghi con il territorio, ne percepisca i bisogni ed i malumori, diventi realmente l’università dei calabresi. E se la soluzione definitiva sarà il master se ne assuma le spese, a parziale indennizzo dei disagi arrecati ai ragazzi, e fornisca serie garanzie sull’istituzione del secondo anno di specialistica. Solo così si compenserà ad un grave deficit di fiducia e credibilità; solo così si eviterà l’emorragia di forze giovani che dopo essersi formate in Calabria andranno a portare il patrimonio di competenze accumulato in altre realtà nazionali ed in altre università, senza magari tornare mai più in una terra che li ha delusi, persi ed allontanati. Non possiamo e non dobbiamo più permetterlo. E poi dicono che i giovani fuggono via! Associazione Universitaria Ulixes Nasce in Calabria l’Associazione Italiana Editori N Cascata del Marmarico a Bivongi asce anche in Calabria la Rappresentanza regionale dell’Associazione Italiana Editori (AIE). Dopo quelle in Campania, Piemonte e Toscana è stata infatti la Calabria a costituire una struttura di decentramento operativo di AIE sul territorio, in grado di affermare il ruolo e le istanze dell’Associazione e degli editori anche in ambito locale. Il Consiglio generale di AIE ha ratificato la decisione assunta dalle case editrici socie dell’AIE con sede nella Regione Calabria, affidando il ruolo di delegato a Paolo Falzea (Falzea Editore): suo sarà il compito di costituire un reale punto di riferimento per la categoria sul territorio in stretta sinergia con la struttura centrale dell’AIE. AIE è l’associazione di categoria, che aderisce a Confindustria, degli editori che pubblicano libri, riviste e prodotti editoriali digitali: riunisce più di 400 editori, che coprono oltre il 90% del mercato librario. Tra i compiti dell’Associazione vi è quello di rappresentare e tutelare gli editori, di favorirne la crescita professionale, ma anche di promuovere iniziative che siano un contributo alla diffusione del libro e della cultura italiana in Italia e nel mondo. Informazione Regionale 10 dalla Calabria Un patto per lo sviluppo A bbiamo bisogno di un “patto per lo sviluppo” per il rilancio dell’economia della Calabria e la ripresa degli investimenti con un partenariato forte e duraturo tra istituzioni e organizzazioni socioeconomiche. Ma cos’è il Patto? È un documento strutturato che la Regione Calabria e le Parti LETTERA AL DIRETTORE U na delle leggende metro- rosso rispondono con la solita politane più dure a mo- minestra riscaldata del pluralirire è quella che afferma smo, dell’accoglienza, della sola superiorità intellettuale della lidarietà e buonismi discorrensinistra. Per sfatare siffatta fa- do. Gli incantati sognatori della vola è sufficiente un sola piccola, ma eloquente dimostrazione. Basti infatti pensare alle convinzioni dei progressisti a proposito di islam. Andiamo con ordine. Appare evidente che le dirigenze islamiche stanno attuando mediante lo strumento dell’immigrazione, un piano strategico di penetrazione soft nel mondo cristiano occidentale finalizzato alla sua colonizzazione. Purtroppo tale pianificazione sta silenziosamente procedendo a gonfie vele grazie all’ingenuità e all’annebbiamento ideologico terzomondista dei riciclati nipotini di Stalin. A chi osa rammentare il pericolo islam, oltre a gridare all’ossessione complottista, i nostalgici dell’impero Mons. Bernardini società multirazziale dovrebbero invece ricordare le parole che il Vescovo di Smirne (Turchia), Mons. Bernardini proferì qualche anno fa a Giovanni Paolo II durante un’udienza pubblica. “Santo Padre – disse – gli islamici mi ricordano ogni giorno che: grazie alle vostre leggi vi conquisteremo, grazie alle nostre vi domineremo”. Ora siamo maggioranza, ma quando saremo minoranza, chi avrà il coraggio di leggere la Costituzione italiana e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo ai nuovi inquilini della mezza luna? Per gli islamici esiste il Corano, tutto il resto è spazzatura: diritti, libertà e regole democratiche incluse. Se lo hanno pure capito i “duri” di comprendonio americani nel pantano Iraq, possibile che gli “intelligentissimi” compagni di casa nostra insistano beotamente ad annunciare l’apocrifo vangelo del “volemose ben”? Gianni Toffali Sociali riaffermano l’adesione ai principi e ai metodi di Partenariato e si impegnano a confrontarsi e a cooperare con il Governo Nazionale per la realizzazione di un costante e significativo percorso di crescita civile, economica, sociale ed amministrativa della Calabria. Transitiamo verso la ripresa economica, ancora impalpabile ma forse vicina. Occorre credere che l’uscita dal tunnel sia possibile e soprattutto a portata di mano, sebbene l’aumento intorno allo 0,2% del Pil previsto per questo 2007 non consenta, per ora, grandi entusiasmi. La Regione Calabria, nel corso del 2007, si è dotata di tanti strumenti e di “piani strategici” dedicando particolare attenzione al tema dello sviluppo e della competitività, trattandosi di una azione di grande respiro politico. Dopo la concertazione avvenuta per una esigenza contingente alle crisi industriali di tutte e cinque le Province, un nuovo partenariato dovrà avvenire per realizzare un “patto per lo sviluppo” l’occupazione e la competitività del sistema economico che dovrà costituire una forte innovazione nel campo delle relazioni sociali, economiche e industriali del territorio regionale. Un “patto per lo sviluppo” che diventi punto di riferimento per le politiche economiche che tutte le istituzioni vorranno intraprendere. La competizione non si basa più sulle qualità singolari di istituzioni e aziende ma sull’intero sistema territoriale in cui esse vivono e agiscono. Per questo, oggi più di ieri, le scelte strategiche devono essere ampiamente condivise con tutte le forze istituzionali, economiche e sociali per “fare sistema”. Per far fronte al cambiamento, nell’attuale fase economica calabrese per ritornare ad essere competitiva, dovrà avere una spiccata capacità di proiettarsi nel medio-lungo periodo, Economia, la Regione si avvarrà della Svimez per studi e analisi sulla congiuntura Conoscere per scegliere bene Spaziante: “niente nuovi carrozzoni, sfruttiamo il meglio che già esiste” C onoscere per scegliere bene. E’ su questo obiettivo che nasce la convenzione tra la Regione Calabria e l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez) sottoscritta oggi a Roma dall’assessore regionale al bilancio Vincenzo Spaziante e dal presidente della Svimez Nino Novacco. Alla Regione servono, infatti, elementi di maggiore conoscenza scientifica del sistema economico per capire e valutare gli andamenti della congiuntura e le sue ricadute sociali e per indirizzare, nel modo più proficuo, le decisioni politiche a favore dello sviluppo. L’accordo con la Svimez (che da 60 anni svolge quest’attività di studio e documentazione per l’intero Mezzogiorno) comporterà che esperti ricercatori analizzeranno tutte le variabili eco- Vincenzo Spaziante, Assessore Regionale al Bilancio nomiche e le loro ricadute sul territorio, fornendo alla Regione Calabria il supporto necessario agli atti della programmazione per una sempre più efficace azione di governo e di concertazione con le parti sociali, in N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre linea con quanto previsto dalla legge regionale n. 22/2007 che all’articolo 1 prevede “di potenziare ed organizzare in maniera strutturata ed unitaria la base di conoscenza e di elaborazione dei dati relativi al sistema economico regionale”. La convenzione Regione Calabria-Svimez avrà durata triennale e si concretizzerà nella predisposizione di relazioni e note periodiche sull’andamento congiunturale dell’economia regionale, tanto a livello generale che di singoli settori produttivi e servizi, così da alimentare un Osservatorio stabile sulla realtà socio-economica. L’insieme delle attività realizzate dalla Svimez confluirà in un “Rapporto annuale” sullo stato dell’economia calabrese, che costituirà elemento fondamentale di riferimento per l’azione di governo. “Abbiamo voluto accrescere la capacità di osservazione, lettura, analisi ed interpretazione della realtà economica e sociale regionale –ha sottolineato l’assessore Vincenzo Spaziante- e delle tendenze che la animano. Credo di potere, legittimamente, dire che arriveremo a conseguire quest’obiettivo nella maniera più adeguata: senza creare nuovi organismi destinati prima o poi a trasformarsi in arrugginiti carrozzoni, ma sfruttando quanto di meglio offre già oggi il mondo della conoscenza e della elaborazione scientifica. La Svimez –ha concluso Spaziante- è un soggetto di autorevolezza unanimemente riconosciuta e saprà fornirci quel supporto di cui abbiamo bisogno, per capire meglio la realtà nella quale viviamo e per intervenire su di essa nel modo più efficace”. dove si dovrà cogliere ed interpretare le nuove esigenze, approntare nuovi strumenti. Individuare le priorità avendo ben presente le latenze dei territori e mettere tutto su un tavolo concertativo per un confronto duro e possibilmente costruttivo. L’essenzialità del “patto per lo sviluppo” può essere racchiusa in tre punti di politica industriale, politica del lavoro e della formazione con particolare attenzione alle infrastrutture, ai servizi, al credito, al turismo e all’agroindustria. Analizzare e sviluppare le opportunità che possono derivare dall’applicazione dei principi di sostenibilità ambientale, il trasferimento tecnologico e l’innovazione nei settori dei beni culturali e dell’agroindustria dovranno essere gli sforzi che si dovranno fare per redigere il “patto per lo sviluppo”. Il metodo da sperimentare è quello del «partenariato», termine che comprende, ma supera quello della pura concertazione. Partenariato come «applicazione alla realtà provinciale del principio di sussidiarietà», come «coalizione fra istituzioni, imprese, rappresentanti dei lavoratori». Tutti i soggetti dovranno condividere importanti obiettivi, suddivisi per quattro grandi aree: economia, lavoro e formazione, ambiente e infrastrutture. Per fare “patto” con nuove proposte e stimoli importanti si dovrà lavorare insieme su: 1. riavviare un azione concertata tra gli Enti locali, secondo modelli più snelli di governance, in primo luogo per garantire la conservazione delle risorse del Patto e per attrarre nuove risorse per lo sviluppo del territorio; 2. Applicare gli interventi già sperimentati di trasferimento e fertilizzazione incrociata impresa-sistema della ricerca; 3. Sperimentare progetti di prestiti d’onore avviando giovani calabresi e quadri tecnici delle aziende a periodi di alta formazione in istituzioni esterne di eccellenza su competenze chiave per lo sviluppo locale; 4. Promuovere l’impiego degli strumenti di finanza agevolata e di private equity sulle medie imprese con business a maggior potenziale di crescita da sostenere nel management e da avviare alla fase di sostegno finanziario maturo. 5. Sperimentare i servizi e gli strumenti specialistici nel campo dei beni culturali e del turismo e avviare incubatori (consulenza tecnologica) per interventi a forte carattere tecnico specifico, in particolare nella fase di passaggio da start-up a consolidato tecnologico. Oggi la situazione in cui ci troviamo ad operare richiede la capacità di individuare priorità di azione, a partire da basi di conoscenza che comunque ci paiono acquisite, tempestività nei provvedimenti, operatività e controllo dei risultati. Dunque, bisogna riflettere sulla necessità di razionalizzare la catena delle rappresentanze e dei tempi di decisione, confermando e dando maggiore efficacia all’approccio concertativo e del partenariato attivo. Occorre, pertanto, una larga condivisione delle analisi, del quadro di riferimento e delle priorità della programmazione regionale 2007-2013 sviluppando un documento con due macrobiettivi generali: innalzare il livello di competitività calabrese nel suo complesso e rispetto al sistema delle imprese e rafforzare la capacità di tenuta del sistema socio-economico e istituzionale della regione, promuovendo la qualità del sistema pubblico e la coesione sociale. Le priorità individuate riguarderanno, pertanto, il lancio del “patto per lo sviluppo”, l’ulteriore sviluppo della programmazione integrata, le sfide della nuova stagione dei fondi comunitari, l’innalzamento del livello di competitività e di innovazione del sistema regionale. Salvatore Barresi N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Informazione Regionale Sorpresa e rammarico C dalla Sicilia Conferenza Stato - Regioni P alermo - “Salvaguardia delle prerogative delle autonomie speciali”. E’ questa la richiesta che la Regione Sicilia, rappresentata dall’assessore alla Presidenza, Mario Torrisi, su delega del presidente Salvatore Cuffaro, ha portato alla seduta odierna della Conferenza StatoRegioni, convocata allo scopo di prendere in esame il disegno di legge Finanziaria 2008. La manovra del Governo Prodi, infatti, contiene una serie di interventi in materia tributaria che, apportando una riduzione della pressione 11 cui intendiamo richiamare l’attenzione della Conferenza sulla reale opportunità che la norma non subisca variazioni, come richiesto dai Comuni”. Sempre in sede di Conferenza, con esattezza lo scorso 25 Settembre, era stato concordato di sottoporre al Governo la richiesta di non ridurre le basi imponibili regionali e le misure compensative delle perdite subite in conseguenza delle precedenti manovre finanziarie. Un’ulteriore istanza presentata dalla Regione Siciliana riguarda la disciplina dell’Irap. Attenendosi a quanto atania - Il segretario generale della CGIL di Catania Francesco Battiato, i segretari della Filt regionale Giacomo Rota e della Filt territoriale Carmelo De Caudo, esprimono sorpresa e rammarico per le improvvise e irrevocabili dimissioni dell’Ing. Alfio Turrisi da presidente della SAC. La CGIL al momento del rinnovo del vertice della società aeroportuale aveva sostenuto con forza la necessità di una gestione di alto profilo manageriale ed aveva giudicato rispondente a questo requisito la nomina di Turrisi. La crisi al vertice intervenuta in un momento così delicato per il futuro dell’aeroporto, con la totale liberalizzazione alle porte, in assenza di un piano industriale che definisca strategie nuove, dallo scorporo dalla SAC Spa dell’handling alla riorganizzazione delle società controllare, impone una soluzione rapida per il vertice, con un presidente con profilo manageriale che intraprenda immediatamente un confronto con il sindacato per dare soluzione ai tanti problemi che se non risolti rischiano di compromettere il futuro dello scalo e dei lavoratori che vi operano. Lo stato di grande incertezza che vivono i lavoratori dell’aeroporto che da tempo aspettano risposte ed il rispetto di accordi sottoscritti e non onorati, insieme all’incertezza sull’assetto gestionale ha già costretto le OO.SS. alla proclamazione di uno sciopero che vuole essere una sollecitazione forte nei confronti di tutti gli interlocutori interessati affinché si affrontino e si risolvano i problemi sollevati dal sindacato. La CGIL, assolvendo al proprio ruolo di sindacato dei lavoratori che opera nell’interesse generale, vigilerà sulle decisioni e sugli atti che saranno adottati per garantire lo sviluppo di una infrastruttura fondamentale per il rilancio economico e produttivo di Catania e dell’intera Sicilia orientale. Un appello per Corso Sicilia C atania – Il vice capogruppo di AN al Consiglio Comunale Puccio La Rosa ha inviato una lettera ufficiale a tutti gli assessori del Comune di Catania e ai rappresentanti delle forze dell’ordine per evidenziare i gravi problemi di degrado urbano e sicurezza che caratterizzano C.so Sicilia, Piazza C. Alberto e le aree limitrofe. La nota inviata – spiega il vice capo gruppo di AN – vuole essere un vero e proprio appello all’amministrazione comunale e alle forze dell’ordine ad intervenire per arrestare una pericolosa situazione di degrado urbano e diminuzione dei livelli di sicurezza che caratterizzano un’area centrale della città. Sporcizia, mancanza di interventi manutentivi, abusivismo commerciale, sfruttamento della prostituzione, illegalità diffuse, atti di teppismo, episodi di devianza – commenta Puccio La Rosa – sono ormai fenomeni che condizionano negativamente la vita di quanti risiedono e lavorano in C.so Sicilia, Piazza C. Alberto, Piazza Della Repubblica e Via L. Sturzo. Ecco perché – aggiunge La Rosa – ho chiesto a tutti i rappresentanti della Giunta Scapagnini di intervenire, ognuno per le proprie competenze, per recuperare un’area importante della città, riaffermare i principi di legalità e sicurezza, e dare un segnale forte alla cittadinanza. In particolare – prosegue La Rosa – ho richiesto la convo- cazione di una conferenza dei servizi che tratti l’argomento tenendo conto dell’esigenza di dare ordine al mercato della fiera, migliorare le condizioni igieniche, dell’intera area, e favorire un processo di recupero urbano della zona. Allo stesso tempo – prosegue l’esponente di AN – faccio appello al Prefetto e alle forze dell’ordine ad attivarsi per assicurare interventi di tutela della sicurezza pubblica e di contrasto alla prostituzione e ai troppi episodi di vandalismo e disturbo della quiete pubblica che, soprattutto nelle ore notturne, con sempre maggiore frequenza accadono nell’area in questione. Si tratta -conclude Puccio La Rosa – di avviare azioni serie e concrete a difesa della città di Catania. corpi sconosciuti al fine potergli dare almeno una cristiana sepoltura sarebbe almeno un segno di rispetto che non riusciamo più neanche a dare sia di una civiltà cristiana nonché dell’innovazione tecnologica che ci mette a disposizione strumenti “intelligenti”. Vittime innocenti di un eccidio maturato in un contesto mondiale impazzito sconvolgendo determinati valori prevalendo il diritto alla vita e la sacralità e per dare vita alla vita occorre naturalmente quella minima nutrizione quotidiana che terre purtroppo sfortunate e “violentate” da compromessi delinquenziali e mercenari assassini senza scrupoli dove alternativamente tratto ingiusti benefici al fine illudere chi ci ha sognato vedendoci diversi… Si dice che è un problema Europeo e se così dov’è questa Europa unita? Occorre la difesa comunitaria? Unita invece quella moneta e dal colosso economico che potrebbe garantirgli almeno una ciotola di riso nella loro terra e che invece puntano in direzione Lampedusa e la Sicilia la Sicilia al centro di questo eccidio poiché anche logisticamente al centro del Mediterraneo e lontana da quel potere decisionale belga dove a volte pure qualche politico non esita ricordare la Sicilia “apparentemente” più vicina a Bruxelles poiché collegata direttamente via aerea e chissà se non proprio per comodità politiche, prima si faceva scalo a Roma! Li vediamo dovunque cercando qualche centesimo per sfamarsi in cambio di una prestazione lavorativa, pulire vetri aspettando quel colore rosso del semaforo che certamente preferirebbero potesse durare di più o elemosinando all’ingresso di chiese, uffici pubblici, eppure potrebbero dare tanto se anche accuratamente istruiti sottovalutando anche non indifferenti conseguenze sociali al fine evitare l’imprevedibile “Ira del Povero” poiché è un popolo oramai disperato e nella disperazione può accadere qualsiasi cosa! Immigrati assistititi di quel che possa esprimere la forza del volontariato e da religiosi, da soli sono assolutamente insufficienti poter fronteggiare una marea di popolo all’arrembaggio comunque di un “pezzo di pane” che per certi versi non riusciamo più a sfornare. Non si può essere vicini a questo popolo e alla forza locale che cerca di assistere con innumerevoli problemi di “prima accoglienza” dove manca a volte anche l’essenzialità ed invece si assiste a spreco dove si spreca ad elencarlo… L’odore del mare… amaro C atania – da anni oramai quotidianamente arrivano a centinaia attestandosi una consolidata realtà e sono i più fortunati Mario Torrisi, Assessore alla Presidenza fiscale, determinano, di fatto, minori entrate per le finanze regionali. “Per queste ragioni riteniamo che le proposte normative vadano integrate con interventi statali che compensano le riduzioni di gettito tributario di cui verrebbero a soffrire esclusivamente le Regioni e gli Enti locali che godono di particolari regimi finanziari” ha dichiarato l’assessore Torrisi. In particolare, il ddl introduce una riduzione dell’Ici per abitazione principale pari a 1,33 per mille della base imponibile, con un tetto massimo di 200 euro per i contribuenti aventi un reddito non superiore a 50.000 euro. La minore imposta, si legge nel documento finanziario, sarà rimborsata con oneri a carico del bilancio dello Stato ai singoli Comuni, sulla base di una certificazione presentata dagli stessi. Tuttavia si apprende che i Comuni chiedono al Governo nazionale di applicare lo sconto Ici mediante la detrazione di questo dall’imposta sul reddito (Irpef). La Regione Siciliana, in questo modo, vedrebbe una decurtazione del gettito Irpef (imposta regionale) corrispondente alla riduzione dell’Ici. “Questo è il motivo-ha spiegato Torrisi- per disposto nella Finanziaria 2005, alcune regioni hanno dovuto innalzare l’aliquota dal 4,25% al 5,25%, in coerenza con il patto di stabilità. Tenuto conto che il decreto del 25 Dicembre ’97 impone un limite di un punto percentuale alla variazione dell’aliquota, si chiede che “il limite massimo venga ridotto dal 5,25% al 4,9%. In questo modo alcune Regioni, tra cui la Sicilia, non si troverebbero ad applicare un’aliquota massima superiore a quella prevista con decreto legislativo del 15 Dicembre ’97. “Rimangono confermati-ha concluso Torrisi- i punti espressi in sede di Conferenza relativamente al patto di stabilità, per lo sviluppo e fiscale che troveranno dibattito serrato nei prossimi incontri con il Governo” Errata Corrige L’Articolo pubblicato sul numero 15 del 15 ottobre 2007 dal titolo “Un atleta catanese ai campionati del mondo di kickboxing” è stato redatto da Antonio Longo e non erroneamente ed involontariamente come riportato da Giovanni Puglisi. La costa di Lampedusa poiché dopo viaggi spesso inumani con mezzi di fortuna arrivano a destinazione, Lampedusa preferita per comprensibili motivi logistici in quanto più vicina all’Africa contemporaneamente agli arrivi arrivano le tragiche notizie che probabilmente non fanno più notizie a differenza degli arrivi conteggiati, nessuno sarà in grado stabilire neanche approssimativamente quanti invece giacciono sulle onde di una mare amaro e sempre più salato… L’apparente “terra promessa” meta e fulcro di tanta speranza si conclude spesso nel peggiore dei modi, “se il mare potesse parlare” indicando le coordinate dove si trovano quei Giovanni Puglisi Informazione Regionale 12 N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Il Paternò rimanda la vittoria dalla Sicilia Beni confiscati, legalità e sviluppo L e aziende confiscate per mafia in Sicilia sono 274 su un totale complessivo nazionale di 801 aziende. Di queste, sette si trovano a Catania. Attualmente, inoltre, su 38 aziende condotte direttamente dal Demanio in Sicilia, quelle confiscate sono 24, e rappresentano dunque il 63% del totale. Sono questi alcuni dei dati che saranno divulgati domani da Cgil, Cisl e Uil Sicilia nel corso dell’iniziativa “Beni confiscati: strumento di legalità, occasione di sviluppo” è il tema dell’iniziativa organizzata da Cgil, Cisl e Uil Sicilia che si terrà giovedì 15, a partire dalle ore 9,30, all’Hotel Baia Verde di Catania. All’incontro sarà presente il ministro del Lavoro Cesare Damiano. Parteciperanno, tra gli altri, il segretario generale della Cisl Sicilia Paolo Mezzio, che presiederà i lavori, il segretario re- C gionale Pippo Di Natale a cui è stata affidata la relazione. E’ previsto il saluto del prefetto di Catania Anna Maria Cancellieri e una comunicazione di Rosa Laplena responsabile area beni confiscati Progetto Pari Italia Lavoro. Interverranno: Giuseppe Pisciotta direttore area beni confiscati Agenzia del Demanio, Natale Forlani amministratore delegato Italia Lavoro. Concludono: Claudio Barone segretario generale UIL SICILIA e il ministro del lavoro Cesare Damiano. Nel corso dell’incontro sarà firmato il protocollo d’intesa CGIL-CISL-UIL Sicilia e ITALIA LAVORO relativo ai beni confiscati. Altri interventi previsti, quello del presidente della Camera di Commercio, di Confindustria, Confcommercio, Lega delle Cooperative, Apindustria, Confesercenti, Associazioni degli Artigiani. La squadra del Paternò P aternò - Ci si aspettava la prima certamente importante nonché potenzialmente determinante in chiave futuristica prima vittoria del Paternò ed invece riesce a conquistare appena un punto che non apporta nessun beneficio in classifica e che lo colloca pericolosamente all’ultimo Difensore civico inutile atania - Come si può ancora pensare che la figura del Difensore civico, una chimera negli anni 70 e 80, possa essere ancora utile ai cittadini e alla città quando questo viene eletto dalla stessa Amministrazione comunale tramite la sua maggioranza in Consiglio Comunale? Oltre al fatto che lo stesso non ha alcun potere coercitivo, nè tanto meno decisionale, nei confronti del Sindaco e degli Assessori, ma anche degli stessi dirigenti comunali, e lo dimostra non solo il regolamento comunale (elenco di articoli che regolano il suo operato) ma soprattutto i pochi concreti risultati riscontrati, certamente non dovuti al suo impegno. Una figura, quella del Difensore Civico, arrivato con decenni di ritardo nella nostra città, sbiadito nei suoi principi e scopi istituzionali e in quella che doveva essere la innovativa e democratica figura E allora, ci chiediamo, perchè partiti ed alcune associazioni si sono così pervicacemente prodigati, scaduto il mandato dell’attuale difensore civico, a proporre una serie di candidati che potrebbero assumere, se eletti dalla maggioranza del Consiglio (ovvero, come sempre accade, di quella maggioranza che rappresenta il Sindaco e la sua Giunta ed invece di essere direttamente eletto dai cittadini in quanto è costoro che deve difen- dere e non i consiglieri comunali) tale inutile e per tale aspetto obsoleto compito? L’ACA SICILIA, nel rispetto in primo luogo dei cittadini ma anche delle casse del Comune, peraltro ridotte come sappiamo ai minimi termini, chiede al Consiglio Comunale di sopprimere definitivamente la ormai inutile figura del Difensore Civico, figura tramontata da tempo anche grazie alla propria impotenza istituzionale anche in quanto, ovviamente non per sua volontà, legata a coloro che la eleggono! Alfio Lisi Il Presidente Aca Sicilia Un vero e proprio scempio C atania - Altro che Parco di Librino è solo uno scempio che ha ridotto tale zona a vocazione agricola in un vero e proprio deserto sahariano. Ovvero le ruspe hanno fatto piazza pulita di tutte quelle piante, come ulivi, arance, melograni, cachi, fichi, tutti in buona salute, anche se il progetto ne prevedeva la conservazione. Oltre a eliminare fisicamente la collina esistente per poi terrazzarla. E poi, dov’è andato a finire il lago (largo 120 metri , lungo 150 ha una pro- fondità di 10 metri) tanto enfatizzato dall’Amministrazione comunale che peraltro è costato ai cittadini contribuenti milioni di euro solo per sbancare il terreno per poi riempire il tutto con la terra prelevata dalla collina della quale oggi resta ben poco (spesa totale 5.681.025,89 euro, di cui l’80% solo per il fantomatico lago scomparso nel nulla, così come previsto dal DDG n° 141 del 9.2.2004P.O.R.5.2.1.)? Ovvero danno su danno, deturpazione su deturpazione, spreco di denaro pubblico su spreco di denaro pubblico. Ma ancora una volta l’Amministrazione comunale si distingue per nascondere la verità sui fatti e sullo spreco di denaro pubblico facendo vedere peraltro una superficie priva di piante , di laghetto, di collina, un vero e proprio scempio alla faccia della trasparenza e del rispetto dei fondi europei e regionali che poi non sono che denaro prelevato ai cittadini. Alfio Lisi Presidente Aca Sicilia posto in classifica, evidentemente se si vuole evitare la retrocessione e non è una frase pesante poiché bisogna semplicemente guardare la classifica bisogna rimediare presto e non compromettere già all’avvio del campionato le possibilità poter rimediare poiché nel girone di ritorno notoriamente risaputo ogni gara equivale ad uno spareggio. Di fronte il modesto Castrovillari e del come si è sviluppata la gara sono proprio gli ospiti ad recriminare e qualora avessero vinto non avrebbero “rubato” proprio nulla considerato un rigore sbagliato ed un altro negato incredibilmente dall’arbitro al secondo minuto di recupero. Gara ricca tatticamente e giocata a viso aperto dalle due squadre cercando di superarsi, per aspettare il primo in tiro in porta bisogna spettare 14 minuti quando Cruz riesce a concludere con Greco S. che para senza tanta difficoltà; al 21 Pagana ci tenta direttamente da un calcio di punizione ma il portiere ospite riesce a deviare in angolo, al 27 cross di Cruz dalla destra e incredibilmente Varrica di testa a porta vuota manca quel classico goal dov’è proprio più difficile sbagliare che segnare; al 27 finalmente la prima conclusione degli ospiti con Mangiacasale che ci tenta dalla distanza con un tiro debole, al 33 pericolosi gli ospiti con Pannozzo dagli sviluppi di un calcio di punizione con il pallone che di poco finisce sul fondo, al 40 conclusione di Privitera dalla distanza ma Fagone è attento, al 43 Di Peri sciupa clamorosamente da buona occasione. Nella ripresa, al primo minuto il Paternò si porta in vantaggio, dagli sviluppi di un calcio di punizione Cruz viene atterrato da Alderucci, rigore, dal dischetto Pagana realizza nonostante il portiere riesce senza arrivarci indovinare la traiettoria, trascorrono appena tre minuti e gli ospiti hanno la possibilità di pareggiare ancora su rigore, Greco S. viene atterrato da sapienza, dal dischetto il bravo portiere paternese Fagone respinge il tiro Pannozzo deviandoo sul palo, Pannozzo che precedentemente era stato protagonista di una brutta scorrettezza nei confronti di Pagana, Castrovillari che non demorde ed al 57 arri- va il pareggio: calcio di punizione calciato dalla destra di Alderuccio pallone che arriva in area con PAnnozzo che sorprende tutti e di testa riesce a segnare riscattandosi del rigore sbagliato. Al 66 Corbino riesca ad impegnare severamente Fagone e proprio al secondo minto di recupero l’arbitro non concede un rigore netto su Cordino e Paternò che praticamente esce praticamente fortunato, bisogna cambiare e subito rotta altrimenti… Per il gioco espresso e del come ha affrontato la gara si è visto un bel Castrovillari che domenica ospiterà l’Acicatena invece il Paternò sarà impegnato nel difficile derby etneo con l’Adrano. PATERNò – Fagone; Chiarello; Zappalà; Sapienza; Perricone (Scalia dall’85); Cruz; Asero (Gennaro dal 72); Contempo; Varrica (Dama dal 74); Pagana; Di Peri. IN PANCHINA: Atanasio; Pappalardo; Di Mauro; Fiorello. ALLENATORE: Loreno Cassia. CASTROVILLARI – Greco A.; Magliarella; Alderuccio; Privitera; Pannozzo; Di Marino, Ferrari; Digno; Corbino; Greco S.; Mangiacasale. IN PANCHINA – De Vona; Ponzio; Toscano; Granata; De Luca; Gkaitatzis; De Rose. ALLENATORE – Mazza. ARBITRO: Petroni di Roma. GUARDIALINEE: Ferrata di Acireale e Tudisco di Catania. ESPULSO: Gennaro (Paternò). AMMONITI: per il Paternò: Pagana e contempo. Per il Castrovillari: Digno, Alderuccio e Privitera. CALCI D’ANGOLO: 5 – 3 per il Paternò. RECUPERI: 3 minuti solo nella ripresa. NOTE: manto erboso in discrete condizioni, leggera pioggia caduta durante la seconda frazione di gioco, poche centinaia gli spettatori con buona rappresentanza dei sostenitori ospiti, in tribuna presenti l’allenatore Angelo Busetta, Daviri e Pannitteri. Giovanni Puglisi N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre da Roma Attualità luci e ombre della 13 Capitale Cultura, società, costume, arte, teatro, musica, danza, attualità e vita moderna XIII Medfilmfest Speciale Festa del R Theo Anghelopoulos R oma - Per la seconda volta nel corso del 2007, Roma, nel settembre di quest’anno, ha registrato un numero di pernottamenti negli alberghi superiori ai due milioni di presenze. Negli anni precedenti, in questo mese, non si era raggiunta mai tale cifra e il fatto evidenzia quanto siano vaste le proporzioni del successo che la Capitale d’Italia riscuote in campo turistico. Mariapia Garavaglia, Vice Sindaco di Roma ha dichiarato che “Roma ha ormai consolidato un settore che produce reddito e ricchezza. L’Amministrazione Comunale, che ha promosso in ogni sede e con il massimo impegno lo sviluppo turistico, si propone di continuare a favorire una crescita ancora maggiore, per l’ottenimento del quale serve il contributo di ognuno, nella consapevolezza che il turismo è uno dei fondamenti dell’economia cittadina, oltre che oma - Il regista greco Theo Anghelopoulos ha ricevuto il premio alla carriera “Amore e psiche”, nel corso della cerimonia di inaugurazione del XIII Medfilmfest, a Roma. Un premio dedicato alla vocazione mediterranea di Anghelopoulos, il quale, tra l’ altro, ha voluto ricordare un suo incontro di molti anni fa con un religioso, in Sardegna, a Cagliari, il quale gli disse che “la dimensione comune che più ci unisce è quella di questo nostro mare”. Il maestro greco ha deciso, a sua volta, di dedicare il riconoscimento assegnatogli, alla memoria di Marcello Mastroianni, artista con cui aveva più volte collaborato. Nel quadro delle proiezioni del Medfilmfestival, fino al 18 novembre, vengono proposti molti dei film di Anghelopoulos, di Michalis Kakojannis, ed anche di registi greci appartenenti alle più giovani generazioni, tra cui quelli di Anghelikì Antoniou, Dimitris Koytsiabasakos, Lena Voudouri, Olga Malea. In parallelo, in occasione dell’ anno delle pari opportunità, a Technotown di Villa Torlonia, il festival presenta film- doc e docu -fiction relativi al mondo della diversità e dell’handicap. Tra questi, i due documentari greci “God on the Horizon”, di Lena Voudouri,e “Masterpiece - Part 1”, di Stefanos Mondelos. Giorgio Lambrinopulos Boom turistico: nuovo record di presenze Mariapia Garavaglia, Vice Sindaco di Roma un motivo di vanto per una città che dell’accoglienza ha fatto una delle sue caratteristiche principali. In questo discorso, rientra la politica dei grandi eventi che, come dimostra la Festa del Cinema in svolgimento, ha trasformato la permanenza a Roma da visita al più grande museo a cielo aperto del mondo a occasione per poter usufruire di intrattenimenti speciali, unici al mondo quanto a cornice e ad atmosfera”. Il Vice Sindaco, in una successiva dichiarazione, ha poi condannato il recente atto vandalico compiuto ai danni della Fontana di Trevi definendolo come un gesto vigliacco e prevaricatore che ha colpito uno dei simboli di Roma noti in tutto il mondo. Cinema di Roma prossimo numero i film italiani e gli altri film della Festa del Cinema di rilievo internazionale Incontro con Sophia Loren L Sophia Loren a Festa del Cinema di Roma ha avuto inizio in un clima stranamente invernale. Il freddo gelido non ha però impedito a migliaia di persone di festeggiare il Cinema all’interno dell’Auditorium e nel Villaggio appositamente allestito nei dintorni. Il tappeto rosso ha già visto sfilare star e registi del calibro di Francis Ford Coppola che ha presentato il suo film “Un’altra giovinezza”, realizzato a distanza di 10 anni dal suo ultimo lavoro; Cate Blanchett e Jeoffrey Rush che, insieme al regista Shekhar Kapur hanno presentato “Elizabeth.The golden age”; Reese Witherspoon e Jake Gyllenhaal che hanno invece presentato il film “Rendition” di Gavin Hood. Tra le presenze italiane Carlo Mazzacurati con il suo La giusta distanza e Silvio Soldini con Giorni e Nuvole. La Festa di Roma è stata anche luogo di incontri importantissimi: primo tra tutti quello con Sophia Loren che ha ricevuto il premio Acting Award IMAIE che l’anno scorso era stato dato ad un altro grande del cinema internazionale, Sean Connery. In questa rubrica il colloquio con Sophia Loren. Sul Requisiti 250 a p p a r t a m e n t i Il deserto e il mare Gianfranco Nitti Q uesta mattina in tre municipi diversi del comune di Roma, il IX, il X e l’XI, i presidenti di Municipio hanno requisito complessivamente 250 appartamenti per frontedeggiare la pressante emergenza abitativa dei propri cittadini. Requisire si è rivelato uno dei più concreti strumenti finalizzati alla risoluzione di problematiche difficili e drammatiche di centinaia di famiglie inquiline sotto sfratto o senza casa, la maggioranza delle quali ormai in possesso di tutte le condizioni per usufruire del’alloggio popolare. Inoltre con la requisizione l’amministrazione pubblica è intervenuta su grandi e piccoli speculatori e costruttori abusivi, al fine di convertire temporaneamente il loro patrimonio privato dal quale la maggioranza delle famigli era ormai sotto sfratto, oggetto spessissimo di speculazioni finanziarie, in patrimonio pubbico a fini sociali. L’emegenza abitativa, (ormai riconosciuta anche dalla cassazione come mancato diritto alla casa), la quale in gran parte determinata anche da operazioni finanziarie su interi patrimoni immobiliari di sciacalli come ricucci, coppola, caltagirone, de angeli, ecc.., cresce enormemente anche a causa di una poltica inesistente. Action ribadisce che le iniziative dei mini-sindaci S. Medici, A. Catarci e S. Fantino, vanno nella direzione giusta sottolineando che il diritto all’abitare non è un diritto alienabile. R oma – Escono allo scoperto i rifugiati, e raccontano in prima persona la memoria dei viaggi nel Canale di Sicilia, la fatica dell’arrivo e la speranza del futuro. Chi sono gli uomini e le donne che sbarcano a Lampedusa? Da dove vengono e perché hanno lasciato la propria patria? Quali ostacoli hanno incontrato lungo i viaggi nel deserto prima e poi in mare? Appuntamento a venerdì 16 novembre a Roma, alla centrale Montemartini, in via Ostiense 106, dove sarà proiettato il documentario “Il deserto e il mare”, girato tra marzo e luglio 2007 da Dagmawi Yemer, Sintayehu Eshetu, Solomon Moges, Menghistu Andechal, Adam Awad. L’iniziativa dell’associazione Asinitas, inizierà alle 17:00, con la proiezione del documentario “A sud di Lampedusa”, di Andrea Segre. A seguire, presentazione del libro “Mamadou va a morire”, di Gabriele Del Grande, e un intervento di Alessandro Triulzi, Marco Carsetti, Dagmawi Yemer e Mauro Morbidelli, sulla memoria migrante. Mussiè Zerai (Habeshia) parlerà della condizione dei rifugiati tra Libia e Italia. A seguire saranno proiettati i documentari “Storia di Habteab”, sul rifugiato eritreo morto nel 2006 nel carcere di Civitavecchia. Alle 20:30 cena offerta dagli studenti del corso di italiano dell’associazione Asinitas onlus. Accolta da una standing ovation, la grande attrice italiana entra nella sala dell’Auditorium per chiacchierare con il suo pubblico. La sala è gremita e c’era davvero molta attesa. La Loren parla di sè e degli incontri più importanti della sua vita. Incontrai Carlo ad un concorso di bellezza. Quando lo conobbi meglio mi presentò molta gente. Feci la fotomodella, così, quando iniziai a fare cinema non ero una sconosciuta nell’ambiente. All’inizio però feci solo delle comparse: fu De Sica che mi offrì l’occasione di diventare un’attrice. Avevo fatto molti provini, ma erano andati tutti male, a causa della mia timidezza. Incontrai De Sica u giorno che camminavo per Cinecittà, lui mi chiese un incontro perché stava preparando il cast per l’oro di Napoli. Andando all’incontro, sperai ardentemente che non mi facesse un provino, perché avevo paura che andasse male come quelli precedenti. Alla fine del colloquio disse: «bisogna comprare i biglietti del treno per Sophia, perché parte con noi per Napoli». De Sica.è stato per me un padre, un amico (come ha detto Tullio Kezich, il capolavoro di De Sica è stata la Loren). Lui si divertiva molto con me, perché io gli raccontavo le barzellette in napoletano, che lui non ricordava bene. Il nostro primo lavoro insieme è stato “Peccato che sia una canaglia” di Alessandro Blasetti e fu subito un’ottima intesa. Mi trovai molto bene con lui, sebbene lui fosse già un attore con esperienza ed io avessi solo 16 anni. Fu Blasetti che creò l’idea della “coppia cinematografica” Loren/ Mastroianni e c’è da dire che alla gente piaceva: ogni nostro film è stato un successo. Quando recitammo insieme l’episodio della macchina fotografica nel film ad episodi di Blasetti “Tempi nostri”, improvvisammo molto, mi piaceva Totò, perché era napoletano. Lo incontrai una volta in un Teatro di posa, quando ancora non ero famosa lui mi ha visto e mi disse in napoletano «ti mori i famm» e io «non è che proprio mori i famm, ma qualcosa la mangiassi», lui mi diede da magiare e mi regalò anche del denaro…io lo portai a casa e mi sentii ricchissima… Io avrei recitato per Chaplin anche se mi avesse chiesto di leggere l’elenco del telefono, Chaplin, (insieme a Disney) è il Cinema e io non potevo che accettare la grande opportunità che mi offriva. Io ebbi un ottimo rapporto con Chaplin, al contrario di Brando che lo indispettì parecchie volte. Una volta arrivò così in ritardo alle prove che Chaplin Minacciò di sostituirlo con un altro attore. Agata Amato INSERTO Corriere Letterario N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre A cura di Antonio D’Ettoris Il genocidio armeno Omar Ebrahime T ra l’aprile del 1915 e il settembre del 1918, mentre tutta l’Europa vive la tragedia immane della Prima Guerra Mondiale (1914-1918), centinaia di migliaia di armeni vengono deportati e uccisi per opera del governo ottomano che conclude così tristemente i suoi ultimi giorni. Sarà uno sterminio, all’epoca, senza eguali (l’Olocausto degli Ebrei è ancora lontano) e che ciononostante verrà subito silenziato, quasi occultato dalla geopolitica internazionale e dalle vulgate storiografiche ufficiali per riemergere solo anni e anni dopo in un mutato contesto politico e culturale. Esce ora in Italia a farne un quadro analitico e molto dettagliato un saggio di Marcello Flores, ordinario di Storia comparata all’Università di Siena, dal titolo Il genocidio degli armeni (il Mulino, Bologna 2007, pp. 300, 22,00 €), corredato in appendice da un notevole apparato iconografico con documenti e foto da vari archivi internazionali. Il saggio, in nove densi capitoli, affronta nell’ordine: la crisi dell’Impero ottomano e la nascita del nazionalismo turco (pp. 15-90), lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l’inasprimento dei rapporti turco-armeni, la pianificazione e le dinamiche del genocidio (pp. 91-116), infine la questione delle responsabilità, la memoria storica e il dibattito attuale nella società e nella cultura turca (pp. 117-236). Il problema turco-armeno ha radici antiche e la reticenza delle autorità ufficiali turche ad affrontare quanto accaduto ad inizio ‘900 rimanda più profondamente alla genesi storica del conflitto fra i due popoli. Si tratta della storia di una convivenza forzata in cui una Nazione che costruiva la propria identità (la Turchia) dopo la liquefazione del sogno imperiale con la fine del regno ottomano, vedeva ostruite le sue mire di grandezza da una compatta minoranza etnica e religiosa (gli armeni cristiani) che faceva della rivendicazione della propria autonomia e della libertà il senso ultimo della sua esistenza. Se è vero che provocazioni e attentati ci furono da ambo le parti Flores sottolinea, riportando numerosi documenti della diplomazia europea dell’epoca, che la “preoccupazione per i continui e ripetuti massacri di cui sono vittime gli armeni dal 1894 al 1896” (p. 31) era comune alle principali potenze europee che tuttavia, chi per motivi utilitaristici, chi per fini politici, preferirono sul momento far finta di nulla in quanto, in definitiva “la «questione armena» costituiva un interesse secondario nell’agenda delle grandi potenze” (p. 33). Già nel 1896 il console italiano ad Aleppo, Enrico Vitto, scriveva: “Orfa aveva 9.000 armeni. Circa 3.000 furono massacrati. […] Autori furono i soldati, animati e diretti dai loro ufficiali. Nell’indomani della strage un testimone oculare vide sotterrare dall’autorità locale 1.200 cadaveri, mentre un numero maggiore giaceva nelle strade e nelle case. I preti armeni furono tutti uccisi, e il vescovo armeno fu gravemente ferito. Gli aggressori gettarono in un pozzo 150 corpi umani fra morti e morenti e, dato fuoco a 4 casse di petrolio, versarono tutto quel liqui- do su quella massa di carne umana in parte tuttora vivente” (p. 31). La comunità armena costituisce di fronte alla nascente identità turca la minoranza in assoluto più agguerrita e quindi “il nemico religioso che il sultano ricerca per mobilitare la società ottomana” (p. 37). In un tale contesto sono pertanto “le minoranze “cristiane” a rappresentare l’elemento di estraneità contro cui poter incanalare l’insofferenza e la rabbia dei musulmani per le precarie condizioni di esistenza in cui versano” (pag. 37). Il fondamento teorico e ideologico per la violenza inaudita che si scatena in quegli anni viene fornito dal “panturanismo”: l’idea atavica cioè, secondo cui la nazione turca è intesa al di là dell’Anatolia o dello stesso Impero ottomano, come un’ideale da raggiungere e rendere vivo, che supera gli angusti confini amministrativi, un mito mobilitante da realizzare per tutti i popoli di lingua turca dall’Anatolia al Caucaso fino all’Asia centrale. Così il partito emergente che tende ambiziosamente a farsi Stato, il CUP (Comitato di Unione e Progresso), ha facilità nell’eseguire scientemente, complice lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, massacri immani sfruttando la connivenza di ampi strati della burocrazia civile e militare. Massacri in cui Flores rintraccia entrambi gli elementi che contraddi- Graziano Ranocchia Aristone Edizione critica, con apparato, traduzione e commento, dello scritto epistolare Sul modo di sul modo di liberare dalla liberare dalla superbia di un ignoto superbia Aristone, conservato nel decimo liOlschki bro del trattato Sui vizi di Filodemo Pagg. XVIII-438 Euro 58,00 (PHerc. 1008). Precede l’edizione uno studio introduttivo sulla natura e sullo scopo dello scritto, sulle caratteristiche materiali del papiro e sulla questione attribuzionale. “Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, Venezia Shlomo qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre Sonderkommando nello stesso posto... Non si esce mai, per davvero, Auschwitz dal Crematorio.” Sono parole di Shlomo Venezia, Rizzoli ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana; è uno Pagg. 235 Euro 17,50 dei pochi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i deportati con l’incarico di far funzionare la spieiata macchina di sterminio nazista. Questo saggio, che si rivolge a tutti i lettori di romanzi, specialisti e non, si interroga sul fatto sorprendente che questi oggetti di carta stampata e di “sostanza immateriale” abbiano il potere di isolare per ore intere dalla vita reale persone d’ogni età e cultura con la sola forza – di che cosa? Delle parole: perché, osserva l’autore, un romanzo non è altro che un movimento di parole. Cesare De Marchi Romanzi Feltrinelli Pagg. 176 Euro 15,00 Anche per un uomo la nascita del primo figlio segna l’inizio di una nuova vita. Scritta con competenza, chiarezza e partecipazione emotiva, questa guida fornisce un supporto a chi sta per diventare padre incoraggiandolo ad affrontare attivamente questo nuovo ruolo. Robert Richter, Eberhard Schafer Il manuale del papà Tecniche Nuove Pagg. 179 Euro 16,90 stinguono la categoria del genocidio: “la pulizia etnica, o la deportazione forzata, e la diretta distruzione fisica” (p. 92). L’inizio di quello che gli armeni ancora oggi chiamano Metz Yeghérn (“il grande Male”) viene fatto risalire al 24 aprile 1915, giorno in cui vengono arrestati, dietro ordine del Ministero dell’Interno, 2.345 armeni fra “dirigenti politici, leader della comunità, intellettuali, commercianti, uomini d’affari, gior- Il partito della decadenza Lodovico Festa, già condirettore de Il Foglio, editorialista de il Giornale, nel suo ultimo volume, Il partito della decadenza (Boroli ed., pp. 174, € 14), percorre un itinerario denso di tappe negli anni fra il 2003 e il 2007, cercando di fornirne un’interpretazione tra politica, economia, comunicazione e finanza. Molto documentato, ricco di citazioni, il testo va alla ricerca di trame, di rapporti, di personaggi, con un’attenzione particolare alla linea perseguita da Luca di Montezemolo, dipinta in maniera tutt’altro che agiografica. Chiude il libro un saggio di Sergio Soave su “Borghesia e vita nazionale.” M.B. nalisti, studenti, funzionari pubblici” (pag. 117). Nel maggio un’apposita “legge di deportazione” istituzionalizza quella che è divenuta ormai una “scelta politica pubblica” (pag. 118). Il processo di deportazione viene poi accompagnato “in modo inestricabile e che sembrava al tempo stesso necessario e spontaneo, da violenze 15 d’ogni tipo: assassinii, mutilazioni, stupri, rapimenti, torture, conversioni coatte, riduzione in schiavitù, furti e brutalità d’ogni genere. Le vittime erano uomini e donne, bambini e vecchi, senza che distinzioni d’età e di sesso potessero significare granchè, anche se per i maschi in età di leva era quasi scontato venire trucidati il prima possibile” (p. 128). Un intero popolo verrà così in parte annientato e in parte costretto alla diaspora. A margine, in merito alla dibattuta questione del riconoscimento delle colpe e della memoria storica, Flores sottolinea che già nel 1919 nei processi avviati dagli stessi tribunali ottomani su forte pressione di Francia e Inghilterra per accertare le responsabilità dell’eccidio e placare l’opinione pubblica internazionale si parlò esplicitamente di “crimini contro l’umanità” e “atti concepiti nel quadro di un progetto globale di sterminio” resi possibili e autorizzati da autorità, organi e leggi dello Stato, come la ricordata “legge di deportazione” (p. 192). Con l’allentarsi della pressione europea e il mutare degli scenari politici nel Vecchio Continente però, i processi vennero archiviati, l’eco della tragedia di un popolo si spense e le responsabilità complessive non furono mai accertate del tutto. Anzi, prendendo a modello quanto accaduto, lo stesso Hitler nel 1939, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, spingerà i suoi soldati a commettere senza remore sui polacchi le più spietate efferatezze motivando così le sue parole: “Chi oggi si ricorda degli armeni ?” (p. 271). Ora però, a quasi un secolo di distanza e con la Turchia che bussa alle porte dell’Unione Europea, la questione armena sembra essere, anche sulla scorta di sempre più numerosi studi storici, nuovamente riaperta. Manuela Pompas Stress Tecniche Nuove Pagg. 152 Euro 13,90 L’Autrice spiega come guarire dalle condizioni di malessere causate dallo stress attraverso particolari tecniche di rilassamento e meditazione. Ormai sappiamo che lo stress è all’origine di molte malattie. La soluzione sembrerebbe facile: occorre rallentare il ritmo e vivere in modo più naturale, prendendo le distanze dalle situazioni che creano disagio fisico e psichico. Ma la volontà non è sufficiente. Il volume, dedicato a genitori, insegnanti, operaStefano Vicari tori, ripercorre la storia di vita delle persone con La sindrome di down sindrome Down e della loro famiglia: il momento Il Mulino difficile della nascita, in cui ai genitori viene Pagg. 128 Euro 8,80 comunicato che il proprio figlio è nato con una disabilità, la necessità dei continui controlli medici dall’infanzia all’adolescenza, il lungo percorso educativo attraverso le terapie di riabilitazione, infine il distacco dalla famiglia e la conquista dell’indipendenza, di un posto di lavoro, ma anche di una propria vita affettiva fatta di relazioni di amicizia e di amore. Accostando quattro grandi dialoghi teoretici di Platone secondo l’immagine della forma musicale del quartetto, come movimenti successivi di un’unica composizione, l’autore ha inteso cogliere, ascoltandoli come nella loro scaturigine, quei grandi temi filosofici le cui variazioni, rappresentate dalle ramificazioni storiche del pensiero, per essere veramente comprese vanno costantemente riascoltate nei temi originali. Salvatore Scrivano La cosa e la sua ombra Marietti 1820 Pagg. 288 Euro 19,00 Il programma nutrizionale “In forma senza Klaus Oberbeil zucchero”, proposto da Klaus Oberbeil in Il dolce veleno questo libro, mostra la strada per rinunciare al Tecniche Nuove consumo eccessivo di alimenti dolci e forniPagg. 168 Euro 14,90 sce numerosi consigli e valide motivazioni per imparare a cucinare, mangiare e vivere in modo sano senza usare lo zucchero. Una preziosa guida che non può mancare in famiglia. Letteratura Mediterranea INSERTO 16 N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura. L’ultima notte di Mussolini Giovanna Crisà S ulla figura storica e sulla vita privata di Mussolini, sono stati scritti centinaia di libri, che spesso si sono attenuti ai fatti riportati dagli storiografi. Gianni Clerici, giornalista, nel libro “ Mussolini l’ultima notte”, ci descrive R le ultime ore del duce e di Claretta Petacci , con grande umanità. Oltretutto l’autore ha abitato a lungo una villa a non più di un chilometro da dove vennero uccisi il duce e la sua amante, e sentiva l’esigenza di doverla scrivere . Cosa accadde realmente prima della fucilazione? Mussolini è prigioniero. I partigiani lo tengono d’occhio con i mitra spianati, mentre Claretta è accanto a lui, bella, gelosa di tutte le amanti che il potere ha concesso al Duce e delle donne che lo hanno reso padre; donna al corrente di tutti i suoi segreti, compagna che sino all’ultimo sogna la libertà in un altro paese. Ma la porta si apre…..è la morte. Il signor Ikea iconoscibile dallo stile ironico, avevamo già incontrato Nanni Delbecchi ne I favolosi anni zero. Questa volta, il giornalista ci porta in Scandinavia, terra di renne e valchirie. In quella terra lontana incontrerà il Signor Ikea, Ingvar Kamprad,, uno degli uomini più ricchi del mondo, grazie all’invenzione del design democratico Così Nanni Delbecchi, l’unico giornalista , ci racconta il suo incontro con il signor Ikea, con lo stesso candore di un bimbo che incontra Babbo Natale. Allo stesso tempo, ci offre un divertente ritratto della vita nelle redazioni dei giornali italiani. Un libro gradevole, che farà sorridere i lettori, in quanto a fantasia e umorismo. Tra ricette di polpette, colpi di fulmine, gnomi fantasmi e incantesimi, questa storia definita “favola democratica” allieterà il lettore. Gianni Clerici Mussolini. L’ultima notte Rizzoli Pagg. 114 Euro 15,00 La croce di Honninfjord G G.C Giovanni Montanaro La croce di Honninfjord Marsilio Pagg. 279 Euro 16,50 Nella Persia del 1800 Tahirih Qurratu’l-Ayn è diversa da tutte: nata in una famiglia benestante, è cresciuta “come un uomo”, libera di studiare e imparare. Bellissima, sensibile e curiosa, scrive poesie e discute di politica, proclama la dignità delle donne. La sua fama di poetessa e ribelle (“strega e puttana” per chi ne ha paura) è ormai diffusa in tutto il Paese quando, accusata di omicidio, fugge, tenendo in scacco la polizia dello Shah come se potesse prevederne le mosse. E quando infine viene catturata - dopo aver osato, nell’attimo che la consegna alla Storia, togliersi il velo in pubblico - il suo fascino e la sua saggezza confondono i persecutori, scatenando l’amore dello Shah e l’ira funesta di sua madre. Verità storica e leggenda si fondono in un romanzo emozionante e intenso, omaggio all’intelligenza, alla sensibilità e al coraggio di una donna libera e straordinaria. Michel Schneider Marylin Ultimi giorni ultima notte Bompiani Pagg. 445 Euro 18,50 G.C nel nulla. Storie legate da un unico mistero, un introvabile spartito musicale, in grado di risolvere situazioni oscure. Quattro storie collocate in epoche differenti La Croce di Honninfjord racchiude in sé mistero, amore, musica e letteratura. Bahiyyih Nakhjavani La donna che leggeva troppo Rizzoli Pagg. 246 Euro 19,00 Bahiyyih Nakhjavani, nata in Iran, ha studiato in Inghilterra e negli Stati Uniti. Divide il suo tempo fra Inghilterra e Francia. Il suo romanzo La bisaccia è stato un bestseller internazionale ed è tradotto in dieci lingue. Nanni Delbecchi Il signor Ikea Marsilio Pagg. 153 Euro 12,00 iovanni Montanaro, classe 1983, è al suo esordio con il romanzo edito da Marsilio, la Croce di Honninfiord. Il romanzo sorprende per l’erudizione e la maturità che è raro vedere nei giovani esordienti. Montanaro mostra una piena padronanza di linguaggio, e una approfondita conoscenza della musica. Quattro storie, quattro protagonisti diversi : il giovane Bjorn Kornng, custode dell’archivio musicale che contiene tutte la musica del mondo; Edward von Honnifinfjord Dervinskj, che si reca a nord della Norvegia per impedire ai tedeschi di ottenere la bomba atomica; il monaco benedettino Hoisbald che in segreto vuole rivoluzionare il canto gregoriano sfidando l’ortodossia; infine, durante una trasmissione radiofonica, la telefonata di una ascoltatrice permette di risolvere il caso di bambini nazisti scomparsi Èdouard Bourdet Christopher Moore Un lavoro sporco Elliot Pagg. 443Euro 16,50 Sam Taylor La repubblica degli alberi Neri Pozza Pagg. 283 Euro 16,00 Una favola gotica raccontata con l’abilità e l’audacia di un narratore di talento, La Repubblica degli Alberi è una storia avvincente e dalla forte carica immaginativa, un’ode alla giovinezza e alla libertà sotto il segno del desiderio e dell’emozione. Charlie Asher è contento, felice, appagato. Una bella moglie in attesa di un figlio. Un negozio di roba usata. Amici con i quali scambiare le solite quattro chiacchiere. Un’esistenza tranquilla. Quando l’adorata Rachel perde la vita dando alla luce la dolce Sophie, la situazione prende decisamente una brutta, bruttissima piega... Un romanzo, due personaggi in primo piano. Lui, Ralph Greenson, lo “psicoanalista di Hollywood”, è divorato da una strana passione professionale: indagare i lati in ombra della vita intima dei grandi miti dello spettacolo, da Truman Capote a Clark Cable e Frank Sinatra. Lei è una celebre diva del cinema in cerca di un vero affetto, quello che sua madre, internata in un ospedale psichiatrico, non le ha potuto dare. Una diva che si è già seduta sul lettino di tre psicoanalisti, tra cui Anna Freud: Marilyn Monroe. Ralph è il primo uomo che non la considera un semplice corpo da usare, ma scavalcando pericolosamente i confini angusti del rapporto medico-paziente le dona un amore puro, in cui ammirazione, seduzione e volontà di proteggere una creatura così fragile si saldano come in una morsa. Questo libro è il romanzo struggente di una terapia diversa, e di un sentimento forse unico nella storia dell’effimero e dorato mondo dello star System. Uno psicoanalista e una paziente uniti da una passione che diventa via via dipendenza assoluta. Fino all’ultimo respiro. N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre www.einaudi.it Gigi Proietti Gigi Proietti Show Einaudi Libro + dvd Pagg. 124 Euro 22,00 INSERTO NOVITÀ LIBRARIE Novità Laterza Il libro raccoglie la “summa comica” dell’attore. Comprende un lungo testo originale di Gigi Proietti sul teatro, a cura di Rita Sala, riflessione scanzonata e seria sul mestiere di attore e il proprio tempo. Il dvd contiene: Pietro Ammicca; Gastone; Grammelot; L’inglese; La canzone country; Il napoletano; Il teatro Kabuki; Er Barcarolo romano; Nightclub; Nun me rompe’er ca’; Toto; Una favola; Un sonetto del Belli; Nun je da’ retta Roma. Queste pagine ripercorrono l’evoluzione M. Campanini, K. Mezran storica dei movimenti dell’Islam conArcipelago Islam temporaneo nei suoi tre filoni principali: Pagg. 236 Euro 18,00 quello della tradizione, espressa dalla Fratellanza Musulmana, quello del riformismo e quello della militanza wahhabita e jihadista. Ricostruire la loro storia e risalire alle origini del loro tormentato rapporto con l’Occidente è la strada maestra per arrivare a comprendere. Il valore specifico di Rinascite e rivoluzioni sta nella capacità di muoversi oltre le colonne d’Ercole della tradizionale concezione del Rinascimento. Se il problema del Rinascimento coincide, sul piano storiografico, con quello delle origini del mondo moderno, negli scritti di Garin degli ultimi anni il quadro cambia fino a rovesciarsi, con uno spostamento dell’analisi dalla genesi della modernità alla individuazione delle forme della sua ‘crisi’ e del suo tramonto.” Eugenio Garin Rinascite e rivoluzioni Pagg. 414 Euro 20,00 In un caffè di Lahore, nel vecchio merMohsin Hamid cato di Anarkali, un giovane pakistano, Il fondamentalista riluttante Changez, racconta la propria storia a un Einaudi cittadino americano incontrato apparentePagg. 138 Euro 14,00 mente per caso. È la storia della sua ascesa come brillante analista finanziario a New York, del suo amore tragico per una bella e fragile fanciulla, e della sua caduta in disgrazia nei mesi successivi all’Undici settembre. Le pagine di questo volume ricostruisco- A cura di Mirko D. Grmek Storia del pensiero no le lente trasformazioni e i bruschi mumedico occidentale tamenti delle teorie e delle pratiche mediche nelle civiltà cosiddette occidentali, a Pagg. 610 Euro 22,00 partire dal V secolo avanti Cristo fino alla Peste Nera del Basso Medioevo. Mirko Grmek, scienziato e storico della medicina di riconosciuto prestigio, cura questa importante opera di sintesi che, al progresso delle realizzazioni e dei successi pratici, predilige la cronaca delle svolte intellettuali che hanno reso possibili quei successi. Un volume collettivo e dallo sguardo ampio, firmato da un’équipe internazionale composta dai migliori specialisti. Pur senza ignorare gli evidenti lasciti delle premesse originarie, si può tuttavia affermare che i Savoia si I secoli d’oro di una dinastia europea guadagnarono una fama meritata di Einaudi sovrani europei nel corso non breve Pagg. LIV-248 Euro 34,00 degli anni che andarono dalla fine del Cinquecento alla seconda metà del secolo xviii. Furono in effetti quei due secoli di lento consolidamento delle acquisizioni territoriali, di cure dell’edificio istituzionale, di alleanze sociali interne e di accordi internazionali, che motivarono l’ascesa dei Savoia sulla scena continentale. a cura di Walter Barberis I Savoia “‘Capire la fisica’ vuol dire capire che è posCarlo Bernardini Prima lezione di fisica sibile usare forme razionali di pensiero per Pagg. 148 Euro 10,00 risolvere problemi sempre più generali della conoscenza del mondo.” Carlo Bernardini introduce a una disciplina il cui scopo è la più grande delle imprese possibili: misurare il presunto contenitore che chiamiamo ‘universo’. Alessandro Giuli È un gruppo umano con tutte le sue ambizioni Il passo delle oche e debolezze, quello che ci racconta Alessandro Giuli in questo lancinante ritratto della leader- L’identità irrisolta dei postfascisti Einaudi ship di Alleanza Nazionale. Dalle origini misPagg. 176 Euro 14,50 sine, piene di tuoni mussoliniani, al possibile ingresso nel Partito popolare europeo, il senso della parabola di una generazione politica è nel suo percorso non lineare. Idith Zertal ci racconta il processo di formazione dell’identità nazionale israeliana attraverso la costruzione di un pantheon dei martiri, imperniato sulle vittime della Shoah ma integrato dall’invenzione di una tradizione di eroi e catastrofi risalente ai primi anni del Novecento. Ispirato all’insegnamento di Hannah Arendt e Primo Levi, è il racconto di un legame fatale tra nazionalismo e uso pubblico della tragedia che ci invita a riflettere sulla politica della morte al servizio della nazione e sulla memoria come fabbrica di coscienza e d’identità collettiva. Nel libro di Vito Bianchi, le travolgenti Vito Bianchi conquiste del Sovrano Oceanico e la natura Gengis Khan di un popolo che univa alla ferocia una Pagg. 332 Euro 11,00 sorprendente tolleranza verso le culture incontrate sul suo cammino. Jean-Claude Maire Vigueur, “Medioevo” Idith Zertal Israele e la Shoah Einaudi Pagg. 254 Euro 22,00 David Forgacs, Stephen Gundle Cultura di massa e società italiana. 1936-1954 Pagg. 448 Euro 25,00 Il cinema, i rotocalchi, i fumetti, i fotoromanzi, la radio, i dischi di musica leggera: sono i primi strumenti del consumo culturale di massa sviluppatosi in Italia negli anni del fascismo e nel dopoguerra. A questa fase iniziale dell’espansione della cultura popolare commerciale, prima dell’avvento della televisione nel 1954, è dedicato il libro, che offre una documentata ricostruzione dell’evoluzione delle maggiori industrie culturali e dei consumi di film, dischi, settimanali. a cura di Marco Ciardi Il fisico sublime Amedeo Avogadro e la cultura scientifica del primo Ottocento Pagg. 272 Euro 21,00 Questo volume si è posto l’obiettivo di analizzare - messa da parte ogni velleità celebrativa - aspetti inediti o poco conosciuti della vita e della carriera (sia scientifica che giuridica) di Avogadro, in modo da ampliarne la conoscenza sotto il profilo strettamente storico. I saggi pubblicati ci mostrano inoltre l’importanza dell’opera di Avogadro in ambiti di ricerca finora scarsamente esaminati dalla storiografia. Paolo Pombeni Il primo De Gasperi Pagg. 320 Euro 23,00 Questo documentatissimo saggio affronta il periodo della giovinezza e i primi passi che De Gasperi politico mosse sotto l’Impero asburgico. Con appassionata precisione, Pombeni ricostruisce tutte le tappe dell’apprendistato degasperiano, dall’esperienza di studente universitario nella Vienna di fine secolo, dove viene a contatto con molti fermenti culturali e sociali, alla direzione del quotidiano cattolico di Trento, all’ingresso nel Parlamento dell’Impero nel 1911. Giovanni Barberini L’ostpolitik della Santa Sede Pagg. 448 Euro 35,00 Il volume offre una ricostruzione sistematica, sostenuta da molte fonti documentarie inedite, della ostpolitik, della sua origine e dei suoi obiettivi che, essenzialmente pastoriali all’inizio, si sono poi ampliati collocando la Santa Sede nelle relazioni politiche internazionali segnate dalla détente e definite nell’Atto Finale di Helsinki. Viviamo oggi in Italia un rinnovato scontro tra Chiesa cattolica e modernità: un conflitto che sembrava appartenere al passato, impensabile in una società postsecolare. “La radicalizzazione dello scontro, il crescere delle polemiche, l’inevitabile necessità di prendere posizione in un confronto che tutti ci coinvolge, non deve far velo alla necessità di conoscere le posizioni degli avversari in campo: in questo caso, di un magistero che ha alle spalle secoli di riflessione dottrinale”. Giovanni Filoramo La Chiesa e le sfide della modenità Pagg. 208 Euro 16,00 N I ovità www.laterza.it 17 l Mulino www.mulino.it A cura di Nino Novacco Per il Mezzogiorno e per l’Italia Pagg. 272 Euro 18,50 Il volume contiene la relazione del prof. Giuseppe Galasso su “Svimez, Mezzogiorno, un sessantennio di storia italiana”, nella quale l’eminente storico meridionalista pone in evidenza come l’Associazione abbia affrontato fin dall’inizio i temi dello sviluppo meridionale come un grande problema nazionale Gustavo Corni Hitler Pagg. 232 Euro 12,00 Il volume di Corni si presenta come un’equilibrata e aggiornata esposizione, attenta anche al contesto tedesco e internazionale, che mette a frutto e discute la più recente ricerca sia sulla vita e l’azione del Führer sia sulle caratteristiche dello stato nazista, ponendo in rilievo le questioni e i nodi interpretativi salienti che il lavoro degli storici ha fatto emergere. Antonio Padoa Schioppa Storia del diritto in Europa Pagg. 792 Euro 45,00 L’opera rappresenta per l’Italia - pochi sono i precedenti analoghi anche a livello europeo - la prima esposizione unitaria delle vicende del diritto in Europa dalla fine del mondo antico alla fine del ventesimo secolo. Le sei sezioni che compongono il libro scandiscono le grandi epoche entro le quali si è sviluppata una storia straordinariamente ricca e varia: l’alto medioevo (sec. V-XI), l’età del diritto comune classico (sec. XII-XV), l’età moderna (sec. XVI-XVIII), l’età delle riforme (1750-1814), l’età delle nazioni (1815-1914), il Novecento. Massimo Campanini Storia del Medio Oriente 1798-2006 Pagg. 272 euro 13,00 Il volume ripercorre la storia politica del Medio Oriente nei suoi snodi fondamentali: la spedizione napoleonica in Egitto e l’incontro con la modernità, le riforme dell’impero ottomano e la caduta del califfato, il processo di decolonizzazione, la guerra dei Sei giorni del 1967, la rivoluzione iraniana, la presa del potere da parte dei talebani in Afghanistan, l’intifada palestinese, fino alla caduta di Saddam Hussein e all’attuale conflitto che oppone gli Stati Uniti all’Iraq. LIBRI DA LEGGERE LIBRI INSERTO 18 M. E. Antonioli, M. D. Grande Hai fatto i compiti? Armando Pagg. 112 Euro 10,00 Studiare e fare i compiti a casa sta diventando sempre più fonte di conflitto tra genitori e figli? Questo libro propone un nuovo approccio allo studio, in cui il ruolo del genitore sia mezzo per far scoprire al bambino il piacere dell’apprendimento. è LEGGERE N ella serie Storia moderna della Collana Biblioteca Essenziale di Laterza è uscito Le guerre di religione nel Cinquecento (Laterza, Roma-Bari 2007, pp. 176, € 12,00) di Corrado Vivanti, già docente nelle Università di Torino, Perugia e Roma La Sapienza, curatore con Ruggiero Romano della Storia d’Italia della Einaudi e autore, fra l’altro, di Lotta politica e pace religiosa in Francia fra Cinque e Seicento (Torino 1963). L’opera offre una sintesi della stagione di aspre lotte, civili e religiose, che coinvolgono soprattutto la Francia dopo la diffusione della Rivoluzione protestante, innescata in Europa nel 1517 dal frate agostiniano Martin Lutero. «Con “guerre di religione” — precisa l’autore — si indicano solitamente le lotte intestine francesi della seconda metà del Cinquecento, sebbene ancora nella prima metà del secolo successivo scoppino torbidi e conflitti provocati da contrasti di fede» (p. 5). La propaganda degli ugonotti — deformazione del germanico Eidgenossen, «congiurati» — fa grandi progressi, soprattutto nella seconda metà del secolo XVI, trovando fautori nell’esercito e nel parlamento di Parigi e assicurandosi in molte città un seguito consistente, anche se l’adesione delle popolazioni rurali è molto limitata. Nel gennaio del 1562, dopo il fallimento dei colloqui fra teologi delle due parti, viene pubblicato dalla Casa reale un editto che legalizza la pubblica celebrazione dei riti protestanti a determinate condizioni. La scintilla scocca due mesi dopo a Vassy, nella regione della Champagne, dove alcune centinaia di ugonotti, che celebrano il loro culto all’interno delle mura, contravvenendo dunque all’editto, sono dispersi dai soldati del duca Enrico di Guisa. È il primo di otto conflitti che fra una tregua e l’altra si trascinano per circa trent’anni, coinvolgendo altre realtà europee, da un lato la monarchia spagnola di Filippo II d’Asburgo, campione dell’ortodossia, dall’altro lato l’Inghilterra e i Paesi Bassi riformati. I cattolici rispondono all’eresia anche con una vigorosa campagna missionaria condotta soprattutto mediante le confraternite, quelle tradizionali e delle comunità di mestieri, e quelle di nuova creazione, come la compagnia del Rosario e la compagnia del Santo Sacramento; tutte animeranno i combattenti, fornendo loro quadri e condottieri. Nel 1576, inoltre, si forma un’unione cattolica, nota con il nome di Lega, che ha lo scopo anche di evitare il rafforzamento delle prerogative reali a danno dei corpi intermedi. Gli Stati Generali, in particolare, chiedono la periodicità della loro convocazione e la possibilità di Una casa senza biblioteca è come una fortezza senza armeria (da un antico detto monastico) a cura di Maria Grazia D’Ettoris C dare al regno leggi fondamentali cui doveva sottostare anche il re, che non poteva considerarsi dunque legibus solutus. Ma il protrarsi delle guerre, con il corollario inevitabile di lutti e di distruzioni, nonché l’esaurirsi della dinastia dei Valois, portano a una soluzione di compromesso, cioè alla consacrazione del pretendente Enrico di Borbone, ugonotto ma convertitosi al cattolicesimo. Questi nel 1598 con il Trattato di Vervins pone fine alle guerre internazionali e con l’Editto di Nantes — un trattato concluso solo dopo lunghi negoziati e accettato con riluttanza dalle parti — da un lato consente la restaurazione della religione cattolica e la restituzione dei beni ecclesiastici, dall’altro permette a una significativa realtà ugonotta di vivere nel cuore della Francia onservali nella tua Jean-Louis Cianni Filosofia per disoccupati Rizzoli Pagg. 216 Euro 16,00 Cianni sa di cosa parla: ha provato sulla sua pelle cosa significa perdere il lavoro (o non riuscire a trovarlo). Per non farsi travolgere, Cianni si è messo a rileggere la sua biblioteca di studente di filosofia. Grazie alle pagine dei filosofi, ha recuperato l’autostima, riconsiderato il suo rapporto con gli altri e ritrovato il mezzo per dirigere la sua coscienza. A cura di Luisa Simonutti Forme del neoplatonismo Dall’eredità ficiniana ai platonici di Cambridge Olschki Pagg. X-560 Euro 57,00 Oggetto del volume è il propagarsi in Europa oltre che in Italia del pensiero neoplatonico fiorentino nella cultura del ’500 e del ’600. Ficino e Jean de Serres furono figure di intellettuali centrali per la circolazione del pensiero e delle opere di Platone. Viene approfondita principalmente la diffusione continentale e nel mondo elisabettiano e riformato del platonismo nell’arco dell’età moderna. P. Navigo e G. Mannozzi La corruzione in Italia Laterza Pagg. 392 Euro 24,00 con il suo esercito, le sue fortezze e la sua amministrazione. Va segnalato, infine, che l’opera, di lettura scorrevole e ben documentata, risente della convinzione dell’autore, molto ideologica e poco fondata da un punto di vista storiografico, che «[...] la volontà d’imporre con la forza un’unica ortodossia religiosa si riconnette alle condizioni di un mondo scarsamente evoluto, in cui l’istruzione non è diffusa e il dibattito delle idee è soffocato da poteri repressivi, inevitabilmente ostili alle innovazioni» (p. 8). Ne consegue un atteggiamento di simpatia verso la parte protestante — emergente spesso fra le righe e palesato dalla scelta di porre ad epigrafe del libro una considerazione di Voltaire poco benevola nei confronti dei cattolici — che può indurre a giudizi errati il lettore poco informato. B In che misura è affiorata la corruzione; in quali regioni è emersa di più; quale può essere lo scarto tra criminalità registrata e sommersa; come si colloca la situazione italiana nel panorama mondiale; con quale efficacia ha reagito il sistema; quante condanne definitive sono seguite alle inchieste; qual è stata la severità media delle sanzioni concretamente applicate. Jens-Arne Dickmann Pompei Il Mulino Pagg. 144 Euro 10,50 Attraverso le strade, dentro i negozi, le abitazioni, gli animati cortili interni, le lussuose ville, i luoghi sacri, il libro guida il lettore alla conoscenza della città e dei suoi edifici, ma anche dei diversi aspetti - politici, sociali, religiosi - della vita quotidiana, trattando, fra gli altri, argomenti quali il commercio, il culto, la propaganda elettorale, i divertimenti cittadini, lo sport, il teatro e le pratiche legate ai “balnea”. Michael Burleigh In nome di Dio Religione, politica e totalitarismo. Da Hitler ad Al Qaeda Rizzoli Pagg. 633 Euro 24,00 CULTURA Le guerre di religione nel Cinquecento Francesco Pappalardo N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre iblioteca Nel solco tracciato dai totalitarismi del Novecento trova la sua collocazione anche il recente movimento del fondamentalismo islamico: alla ricerca di un improbabile riscatto da una deludente situazione politica, economica, sociale del mondo musulmano in generale, viene promesso ai seguaci che il popolo dell’Islam, riunito sotto un solo governo (totalitario) e guidato da una sola legge, la sharia, potrà avviarsi a un luminoso futuro. Soltanto in parte, secondo Burleigh, il terrorismo di questa matrice può essere considerato un fenomeno nuovo: nella sostanza ricalca movimenti già presenti nel mondo occidentale (anar chici, nichilisti, Ira, Eta). Frutto del lavoro di uno dei maggiori storici del nostro tempo, In nome di Dio racconta gli ultimi cento anni delle vicende sociali e politiche attraverso il prisma del rapporto tra politica e religione, mettendo in discussione giudizi consolidati e antichi pregiudizi: si tratta di un’opera che tutti gli appassionati di storia devono conoscere. Alberto Leoni La “quarta” guerra mondiale Ares Pagg. 272 Euro 15,00 Alberto Leoni legge la lotta al terrorismo internazionale come quarta guerra mondiale (la terza definisce il semisecolare confronto a freddo tra Occidente e Urss, conclusosi con la caduta del muro di Berlino e la fine del Patto di Varsavia), di cui l’autore spiega le origini politico-ideologiche, delinea gli schieramenti in campo, fornisce la mappa delle organizzazioni terroristiche e dei suoi capi, individua le aree nevralgiche nei diversi continenti, descrive le operazioni militari illustrando tattiche e strategie, denuncia alcuni errori di Bush e la presunzione dei suoi consiglieri, come pure le ambiguità e la tiepidezza degli alleati europei. Ma lo sguardo di Leoni è volto soprattutto ai protagonisti veri di questo conflitto dalla incerta durata, alle persone che vivono nella carne la guerra combattendo sui vari fronti o ne soffrono gli effetti devastanti. Benny Morris La prima guerra d’Israele Come difendersi da terapie inutili o nocive Rizzoli Pagg. 649 Euro 25,00 Dopo un capitolo introduttivo sul sionismo e l’immigrazione degli ebrei in Palestina prima della Seconda guerra mondiale, Morris delinea con chiarezza le fasi che vanno dalla risoluzione Onu sulla Partizione alla “guerra interna” tra arabi palestinesi ed ebrei, e dall’invasione degli Stati arabi nel maggio 1948 all’armistizio del 1949. Paolo Petrocelli Il mandolino del prof. Celli Un’analisi politicamente scorretta della scuola riformata Armando Pagg. 80 Euro 8,50 A raccontarci con ironia la storia della riforma della scuola, protagonista delle cronache degli ultimi anni e il Professor Pietro Celli, che con occhio critico e disincantato ne coglie promesse mancate, velleità, limiti. L’analisi si propone di stimolare la riflessione di insegnanti, genitori, studenti e di chiunque voglia cercare di capire la scuola di oggi. Michael S. Gazzaniga L’interprete Come il cervello decodifica il mondo Di Renzo Pagg. 80 Euro 10,00 Per indagare un’entità complessa quale è la mente si deve operare seguendo un punto di vista prospettico quanto più ampio possibile. L’obiettivo finale è una maggiore comprensione dei meccanismi attraverso i quali la mente lavora, così come il modo in cui il cervello modera e media i processi dell’attività mentale, facendo rientrare fra tali processi la coscienza nella sua interezza, la moralità e l’etica. Bernard Williams In principio era l’azione Realismo e moralismo nella teoria politica Feltrinelli Pagg. 248 Euro 25,00 Questa raccolta di saggi, per la maggior parte inediti e scelti dallo stesso Williams, affronta i problemi chiave del pensiero politico: giustizia, libertà e uguaglianza; natura e significato del liberalismo; tolleranza; potere e paura del potere; democrazia. Uno dei temi conduttori che li animano è che i filosofi politici non possono accontentarsi di discutere le teorie di altri filosofi, ma devono confrontarsi con la realtà della vita politica. N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Il Natale dei Ragazzi Barbara Gulminelli Fiabe e fiori di Bach Tecniche Nuove pp. 280 euro 14,90 L’autrice ci guida in un cammino appassionante che collega fra loro 39 fiabe tradizionali con i fiori di Bach e il Rescue Remedy. Le fiabe e i fiori di Bach possono quindi essere considerati due modalità, diverse ma simili, per avvicinarci alla parte più profonda di noi stessi, al nostro lato “bambino”, ai conflitti e ai “copioni” negativi che ci impediscono di evolvere. Le grandi domande dei piccoli Elledici Pp. 238, euro 16,50 Vivere con i bambini significa esporsi a domande curiose e spesso imbarazzanti. Sono domande che sottintendono significati profondi, domande di vita che richiedono risposte semplici e personali. In questo libro vengono analizzate le 50 domande più frequenti e impegnative. Le risposte suggerite non hanno la pretesa di dire tutto, ma aprono uno spazio di discussione. A cura di Dowley Tim Il grande puzzle di Natale Elledici €. 12,00 Uno splendido puzzle, di facile costruzione, adatto anche ai bambini più piccoli: 32 tessere grandi formeranno un quadro della natività dal disegno accattivante di cm. 84 x 60 circa. Sul fondo della scatola che contiene il puzzle, il bambino può leggere la storia del Natale di Gesù raccontata in modo simpatico e originale, con disegni che sostituiscono alcune parole. Salvi Laura, Sala Giuseppe Il calendario dell’Avvento Elledici pp. 2 €. 3,50 La famiglia è il luogo in cui è possibile prepararsi con fede al Natale. Questo calendario d’Avvento offre una piccola preghiera per tutti i giorni che precedono il Natale. Gioco di Memoria Elledici €. 12,00 Un gioco di memoria che segue le regole del classico “Memory”, conosciuto e giocato dai bambini di tutto il mondo: le 48 carte rappresentano personaggi ed episodi biblici da abbinare. Con le stesse carte si può giocare anche a un altro gioco semplice, chiamato “Snap”. Jeanne Perego, Donata dal Molin Casagrande Joseph e Chico Messaggero pp. 31 euro 12,00 La biografia di Papa Benedetto XVI raccontata da un gatto, quello del suo vicino di casa. L’intento dichiarato è quello di raccontare ai ragazzi la vita del Papa, in una maniera originale e simpatica. Il mio presepe Elledici €. 10,00 Un originalissimo libro-presepe interamente in cartoncino, che si apre “a strati” rivelando i racconti evangelici della natività, con finestrelle da aprire e particolari da scoprire. Un approccio interattivo alle storie del Natale, un aiuto per i bambini a capire l’importanza della nascita di Gesù. G. Caviezel, I. Restano. Il piccolo libro dell’angelo custode San paolo Pp. 32 euro 14,50 Lois Rock Le più belle parabole di Gesù Elledici pp, 48, euro 6,00 Gesù era un magnifico narratore e le sue parabole sono indimenticabili: semplici, piene di fantasia, popolate di personaggi che non si possono cancellare dalla memoria. Questo bellissimo libro illustrato ne presenta diciotto fra le più conosciute e amate, riscritte appositamente per i bambini. Valerio Bocci I doni dello Spirito Santo spiegati ai ragazzi Elledici Pp. 48 euro 3,80 I doni che vengono dall’alto e portano la firma di Dio sono fuori da ogni sospetto. Uno in particolare, il “regalo dei regali”, viene dal suo cuore di Padre e merita un maxi grazie esplosivo: il Figlio. Ce l’ha regalato tutto e per sempre, mentre avrebbe potuto tenerselo per sé. Un piccolo libro musicale da dedicare ai nuovi nati o ai bambini in età prescolare. Il CD raccoglie 12 canzoni e preghiere musicate da Giovanni Caviezel, autore di molte sigle TV con Roberto Piumini e Anna Lavatelli e già conduttore dell’Albero Azzurro. Goia Mauro, Sihombing Mega Ciao Natale Cd musicale Elledici €. 18,00 Questo cd musicale è una raccolta dei più bei canti tradizionali di Natale da tutto il mondo, con arrangiamenti originali pieni di gioia e ritmo. I canti: Venite fedeli, Tu scendi dalle stelle, Holy Night, Gloria in excelsis Deo, Silent Night, Little drummer boy, Little town of Behtlehem, Jingle bells, Ave Maria. Elena Storchi, Renato Giorni Dillo forte che è Natale Libro + CD Paoline €. 16,50 “Dillo forte che è Natale” è una proposta teatrale e musicale, con sei canzoni complete di basi musicali, nata con l’intenzione di rivalutare la tradizione cristiana di questa festa. È uno spettacolo natalizio da allestire con i ragazzi a scuola, in parrocchia e in altri ambiti di socializzazione, per recuperare il senso profondo del Natale e riflettere su situazioni d’attualità come guerra, povertà, diversità, immigrazione. 19 Informazione Regionale 20 N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Messa in liquidazione delle APT dalla Puglia I Matarrese non cedono il Bari B ari - Lunedì 22 Ottobre 2007 ore 17.30. La “ Salvatore Matarrese S.P.A.” proprietaria al 100 % del pacchetto azionario dell’ Associazione Sportiva Bari emette un Comunicato dal quale si evince quanto segue : “ L’ultima offerta di Claude Choen e soci prevedeva l’acquisto del 10 % del capitale sociale al prezzo di 800 mila euro con diritto di opzione all’acquisto del restante 90 % esercitabile sino al 30 Giugno del 2009 o in alternativa, a scelta dell’ acquirente, con diritto di rivendita alla Società proprietaria del medesimo 10 % liberandosi da ogni vincolo e impegno”. Dalla serie se non ci conviene vi ridiamo l’ A.S. Bari. Termina così la lunga ed estenuante telenovela estiva nata in prossimità del 15 Agosto u.s. da un fax inviato all’ A.S. Bari in cui gli Imprenditori Claude Choen, Marco Vedeo e Paolo Stancarone esprimevano dalla residenza di Montecarlo l’interessamento ad acquistare il club biancorosso. Incontri tra le parti interessate, riunioni interne dei Matarrese e dei Monegaschi, dettagli su dettagli da definire hanno reso a dir poco stucchevole questa vicenda. Per chiudere definitivamente sulla stessa, indipendentemente dal contenuto del Comunicato resta un retroscena risalente alla serata di Giovedì 19 Ottobre u.s. quando si rinviava al 22 la definizione dell’accordo poichè Choen In Costa Rica e Vedeo negli Usa per affari erano impossibilitati a chiudere la trattativa. Nello stesso tempo i Matarrese proprietaria dell’A. S.Bari si riservava di decidere al termine di una riunione famigliare. Questo prolungamento dei tempi di chiusura e prima ancora di definizione della cifra di vendita suonava come una avvisaglia che, a distanza di pochi giorni, si traduceva in un nulla di fatto. Dopo trent’anni esatti ( Ottobre 1977) l’ A.S. Bari resta nelle mani dei Matarrese. E’ da questa realtà che bisogna partire per sostenere che, obiettivamente e senza alcun spirito da partito preso i Matarrese escono da questa vicenda a testa alta mantenendo ad avviso di chi scrive coerenza di intenti e azioni. Vale a dire lasciare il Bari in buone mani. Proprio sei anni fa di questi tempi iniziava per motivi anche politici l’assalto all’A.S. Bari con una cordata di imprenditori della quale garante, all’epoca dei fatti era l’allora Presidente della Camera di Commercio di Bari Vincenzo Divella. Fu un nulla di fatto. Nella Primavera del 2006 fu la volta di un tale Cazzaniga da Seregno che, supportato dal già Sindaco di Bari Di Cagno Abbrescia, tentò anch’egli l’assalto per coprire col Bari i suoi interessi immobiliaristici. Stop anche in questo caso. Seguendo l’ordine cronologico delle scalate si arriva a Marzo 2007 quando alla vigilia del Vertice di Bari Prodi-Putin l’attuale Sindaco di Bari Michele Emiliano ospitò, in casa dei suoi genitori, un incontro al quale partecipò il Plenipotenziario di Putin, l’ A.D. del Bari Salvatore Matarrese e suo Zio Antonio attuale Presidente della Lega Calcio. Già in quel periodo la cifra chiesta dai Matarrese si attestava intorno ai 15 milioni di euro. I Russi con la regia della Gazprom ne offrivano 20 ma anche in questo caso una inspiegabile marcia indietro dei Matarrese forse dettata dagli interessi meramente elettoralistici di Emiliano fece naufragare la trattativa sul nascere. La vicenda appena conclusasi e sulla quale la Stampa Barese non si è sufficientemente soffermata riguarda i presunti interessi di Vedeo ( Imprenditore impegnato nello smaltimento dei rifiuti) che, non appena giunto a Bari lo scorso 13 Ottobre subito si recava presso la Zona Industriale del Capoluogo Pugliese per visionare il suolo delle Ex Officine Calabrese presso cui il Vedeo avrebbe voluto costruire un inceneritore sul modello di quello attualmente funzionante a Montecarlo. Ma da tempo si vocifera in Città che, i suoli circostanti lo Stadio S.Nicola, sono edificabili secondo quanto previsto dal Piano Regolatore del Comune di Bari. Ed è quì che casca l’asino poichè, una vendita dell’A.S.Bari sarebbe stata fattibile qualora si fosse trovato un accordo nel quale Choen acquistava, da buon immobiliarista, i suoli, consentendo ai Matarrese di poter costruire. L’epilogo di quest’ultima vicenda evidenzia che questo accordo non è stato raggiunto in relazione anche alle conferme che l’ Impresa Matarrese vorrebbe circa i futuri sviluppi della Zona di Torrebella; l’Area che circonda lo Stadio e l’Antistadio S.Nicola rispettivamente strutture di gioco e di allenamento dell’ A.S. Bari. Questo è la vera ragione per cui i Matarrese non vogliono cedere il Bari. Ragion per cui il futuro del Calcio Barese sarà legato a quello del cemento. Nicola Zuccaro Massimo Ostillio V ia libera della Giunta regionale pugliese alla liquidazione delle APT, le aziende provinciali per il turismo. L’assessore al ramo Ostillio ha presentato un disegno di legge con il quale i commissari delle APT assumono le funzioni di commissari liquidatori ed entro 120 giorni dal loro insediamento presentano alla Giunta i piani di liquidazione. Il personale potrà transitare ad altre amministrazioni, rimanendo nel frattempo a disposizione dei commissari liquidatori. La Giunta provvederà a vendere i beni immobili delle APT soppresse con un “piano straordinario”. L’assessore Ostillio ha precisato che è stato approvato dalla Giunta lo scorso 25 settembre un protocollo con Anci, Upi, Uncem e Unioncamere che “disegna un’ipotesi di riorganizzazione della promozione turistica territoriale, da realizzarsi attraverso strutture “leggere”, con una sensibile diminuzione dei costi ed una maggiore finalizzazione delle risorse, secondo principi di condivisione delle strategie e degli obiettivi, nonché determinando virtuose logiche di coordinamento tra i diversi soggetti operanti nel settore, sull’intero territorio regionale”. Inoltre per Ostillio “in attesa di definire con le Organizzazioni sindacali le idonee procedure per il personale delle APT, si intende con il provvedimento proporre al Consiglio regionale l’immediata entrata in vigore della norma che mette in liquidazione le aziende, contribuendo con ciò - in certa misura - anche alla riduzione dei costi della politica”. Le Apt saranno sostituite con “strutture leggere ed assecondando le novità che emergono ogni giorno sul territorio, potendo così intraprendere molto presto una nuova stagione di sviluppo di un settore così strategico per la nostra regione”. Le strutture che andranno a crearsi in sostituzione saranno in sinergia con i Comuni, le Province, le comunità montane e le Camere di Commercio e più in generale con gli attori sociali del territorio Gianfranco Nitti Un disegno di legge sulle Agenzie viaggio e turismo P assa alle Province la competenza amministrativa in materia di esercizio dell’attività di agenzia di viaggi e turismo. Il Consiglio regionale ha infatti approvato – con l’astensione dell’opposizione di centrodestra - il disegno di legge che attua il decentramento amministrativo delle funzioni, individuando nella Provincia l’ente locale competente. Con questo disegno di legge si completa il processo di liberalizzazione del settore, iniziato alla fine degli anni ‘90, ma che era stato più volte rallentato dal mancato svolgimento degli esami di idoneità per direttori tecnici di agenzie di viaggio, esami sbloccati dall’Assessore al Turismo un anno fa. Ma il fatto più importante – ha rilevato l’assessore Massimo Ostillio – “è il trasferimento delle funzioni, delle competenze in materia, alle Province. C’è in sostanza – ha detto Ostillio - una maggiore prossimità delle istituzioni locali delle esigenze del comparto, attraverso delle ‘reti’ più vicine al territorio: così sarà possibile verificare in modo più pregnante una serie di elementi connessi all’attività delle agenzie. Poi abbiamo colto l’occasione per normare altri aspetti, per esempio quello dei requisiti”. Con questo disegno di legge, per Ostillio “oggi in Puglia si aprono opportunità occupazionali maggiori, grazie ad una maggiore flessibilità offerta dal nuovo quadro legislativo ed alla sua correlazione al prossimo completamento degli esami da direttore tecnico di agenzia, che aprirà nuove opportunità occupazionali a tanti giovani”. L’azione di semplificazione del quadro normativo presenta altre novità. In particolare sulle garanzie per il cliente, per il quale in passato – ha chiarito l’assessore al Turismo esisteva tanto un deposito cauzionale quanto le polizze assicurative. Anche qui semplifichiamo, senza deflettere da principi di tutela a vantaggio del consumatore. Intendiamo evitare così il ripetersi di episodi che si sono verificati in passato, legati all’ incapacità della agenzia di viaggio di dare la prestazione alla base del contratto stipulato con il cliente. L’intervento darà maggiore certezza nel rapporto agenzia-consumatore, così come viene rafforzata la professionalità dell’operatore”. Insomma, per Ostillio “è una buona legge. È il risultato di un lavoro svolto in Commissione e in Consiglio, dove si è cercato di contemperare le diverse esigenze rappresentate. Con il prossimo disegno di riforma del settore, in via di predisposizione, saranno previste ulteriori forme di decentramento a vantaggio del territorio e del comparto. La crescita registrata negli ultimi anni – ha concluso l’Assessore – ci impone un ulteriore salto di qualità e comportamenti mirati al rafforzamento e alla stabilizzazione dei dati positivi che abbiamo avuto finora”. incontri chiusi in favore della compagine capitolina per 2 a 1. Taranto e Roma hanno animato quest’ultimo periodo tanto che entrambe hanno vinto due trofei internazionali: Taranto la Coppa Vergauwen e Roma la Coppa Campioni. Il nuovo allenatore Matteo Feriani alla guida del Dream Team sostituisce Egidio L’Ingesso diventato presidente della società tarantina, entrambi, mirano ad ampliare la crescita del settore. La società intanto ufficializza l’accordo per il main sponsor della stagione con la Sincon, società consorziata di informatica, che accompagnerà nei molteplici programmi della squadra. La formazione tutta riconfermata con un unico innesto. La società rinnovando la fiducia ai giocatori, con il solo francese Cayol andato via, sostituito dal nazionale israeliano Ariel Ottolenghi, con il leccese Specchiarello insieme al barese Fasano, per il resto tutti confermati da Ness a Norris, da Six a Di Bennardo, da Bader a Miceli con Latagliata, Stella, Migliardini, Calabrese e Diana. Il Dream Team è motivato a fare di meglio aprendosi a nuovi orizzonti internazionali proprio giocando la Coppa dei Campioni. La prima giornata del campionato porta già i primi due punti alla classifica, vincendo in trasferta a Giulianova per 60 a 45. Un ini- zio positivo che serve a far dare delle risposte agli enti locali e vari sponsor affinché diano un sostegno economico a questa disciplina che sottolineata dalla presenza della televisione di Stato che settimanalmente commenta il massimo campionato. Gianfranco Nitti Dream Team pronto per il campionato T aranto - Riparte il campionato nazionale di basket in carrozzina di A1 con i nostri colori rappresentati dal Dream Team Taranto. La formazione tarantina, pronta a ripetersi come nello scorso campionato con l’avventura della finale scudetto ed una conquista della Coppa Vergauwen. Un gruppo creato dalla società tarantina che vuole ancora meravigliare gli appassionati di questa disciplina. Ripercorrendo lo scorso campionato la squadra di basket in carrozzina vince la Coppa Vergauwen, l’equivalente della Coppa Uefa in termini calcistici, ottenendolo proprio nel concentramento della finale svolta a Fabiano nello scorso aprile. Amara invece l’avventura della finale scudetto fattasi sfuggire. Le motivazioni per riprendere l’obiettivo mancato ci sono tutte. Il Dream Team quindi chiuso il campionato regolare al secondo posto sempre dietro al Santa Lucia Roma, avversario che ha dovuto incontrare nei tre Il Team Dream di Taranto Michele Antonazzo N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre dalla Informazione Regionale Campania Il Sindaco rimuova i dirigenti N apoli - In merito al subentro della società ENEL Sole all’ ACEA spa nella gestione dell’illuminazione pubblica,il Consigliere di AN Carlo Lamura ha dichiarato “Le notizie apparse sulla stampa cittadina in merito alla revoca della concessione alla società Acea dell’appalto per la pubblica illuminazione, non ci stupisce assolutamente né ci coglie di sorpresa, in quanto il provvedimento era già stato più volte da me sollecitato fin dallo scorso anno all’Amministrazione Comunale e, successivamente sancito con inequivocabile sentenza dalla Giustizia Amministrativa” “L’Acea non aveva i requisiti neanche per partecipare alla gara pubblica – aggiunge Lamura- e tale circostanza era assolutamente nota a quei dirigenti comunali che, in spregio a qualsivoglia regola di buona amministrazione, assegnavano l’appalto alla società partecipata del Comune di Roma nell’ottobre 2006” “ Tra l’altro questa stessa circostanza si era già determinata con la precedente gara d’appalto per l’illuminazione pubblica che anche in quel caso e inspiegabilmente, veniva affidata ad Acea nonostante le valutazioni contrarie espresse con motivate sentenze del Tar e del Consiglio di Stato” “Tutto ciò costituisce un fatto sconcertante e di una gravità assoluta, che prescinde dagli eventi tragici di Via Caracciolo del dicembre scorso e par i quali si attende ancora l’individuazione delle responsabilità penali da parte della A.G. “Alleanza Nazionale -conclude Lamura- ritiene ormai improcrastinabile l’adozione di un provvedimento amministrativo del Sindaco,di rimozione dei quei dirigenti e funzionari comunali responsabili di questa illegittima aggiudicazione di gara pubblica. Tanto per tutelare e salvaguardare l’immagine del Comune di Napoli e fugare ogni dubbio sulla liceità e trasparenza delle procedure delle gare d’appalto indette dell’Ente. 21 Cartelle pazze di Gestline La Corte Costituzionale premia le inziative e l’impegno di Alleanza Nazionale N apoli - “ La battaglia condotta da A.N. in tutte le Sedi Istituzionali contro le procedure indiscriminate ed illegittime di esazione dei tributi comunali ed erariali poste in essere e gestiti dalla Concessionaria di riscossione Gestline, oggi Equitalia-Polis, è stata riconosciuta fondata dalla Ordinanza della Corte Costituzionale n. 377 del 9 Novembre scorso, che ha sancito definitivamente e manifestamente la illegittimità delle procedure di esazione del Concessionario della riscossione“ – dichiara il consigliere Carlo Lamura, componente della commissione attività produttive del Consiglio comunale di Napoli -. “ Avevo personalmente richiesto, da oltre un anno, l’intervento del Prefetto di Napoli per- ché sospendesse , anche temporaneamente ,le procedure di vendita giudiziaria delle abitazioni degli inconsapevoli concittadini vittime dell’azione indiscriminata e in molti casi violenta della Gestline - aggiunge Lamura – “Il silenzio della Prefettura, su una materia così delicata per il diffuso disagio sociale procurato in città – prosegue l’esponente di A.N. - determinava la urgente presentazione di un organico disegno di legge a firma dei Parlamentari di A.N. di modifica del D.P.R. n. 602 del 29/9/1973, recante disposizioni sulla riscossione delle imposte, espropriazione mobiliare ed immobiliare, fermo amministrativo ed ipoteca giudiziale, prevedendo, tra l’altro, l’innalzamento a 40.000 euro del tetto minimo previsto per l’iscrizione di ipoteca sugli immobili dei contribuenti inadempienti e fissando l’eventuale prezzo base dell’asta, all’effettivo valore commerciale del cespite, tanto per evitare che il contribuente veda svenduto il proprio “bene” ad un prezzo irrisorio e fuori mercato, alimentando la speculazione delle aste immobiliari, tanto nel capoluogo campano, quanto in tutte le aree depresse del mezzogiorno.” Esprimo – conclude Lamura – il massimo compiacimento per questa illuminata ordinanza della Consulta, che ristabilisce criteri di equità e di legalità, allontanando lo spettro della “confisca” dell’abitazione per centinaia di migliaia di napoletani che vivono in un contesto urbano già gravato da forte emergenza abitativa. Bisogna salvare il San Carlo Risorse sprecate per progetti mai decollati N apoli - Le risorse finanziarie a disposizione dei Comuni per l’amministrazione degli stessi, sono spesso insufficienti per garantire un corretto funzionamento dei servizi, per cui occorre che esse siano gestite in modo razionale evitando inutili sprechi. Il Consigliere di A.N. Vincenzo Moretto, denuncia che costosi progetti avviati nella città di Napoli sembrano falliti miseramente o dimenticati, non senza però aver avuto un alto costo per le già poche risorse finanziarie a disposizione delle casse comunali e creando malcontento fra i cittadini che a questi sprechi addebitano la causa dei rincari di molti tributi comunali per servizi che sono sempre più scadenti. Moretto, cita ad esempio: 1) l’acquisto di elicotteri da destinare alla Polizia Locale e che avrebbero dovuto, a detta degli esponenti di questa Amministrazione garantire un maggior controllo del territorio e della sicurezza dei cittadini ma che nei fatti non si vedono mai volteggiare sulla città; 2) l’acquisto di carri gru da destinare alla rimozione dei veicoli e che in teoria avrebbero dovuto contrastare la sosta selvaggia delle auto e rendere più fluido il traffico cittadini; 3)l’acquisto dei bus a metano, acquistati con i soldi dei BOC che hanno indebitato i napoletani per i prossimi trent’anni ma che sono scomparsi dalla circolazione e quei pochi che di rado si vedono spesso restano i panne; 4) infine, la ciliegina sulla torta degli sprechi, l’acquisto di costose motociclette, munite di apparecchiature speciali, per la raccolta degli escrementi di cani e cavalli, per cui risultano essere stati assunti alcuni dipendenti, ma che dopo essere state utilizzate per un breve tempo sono scomparse dalla circolazione Moretto, pertanto, ha posto una interrogazione al Sindaco Iervolino per denunciare ancora una volta gli sprechi di risorse, o mancato utilizzo di attrezzature o strumenti acquistati, con il risultato di avere solo impoverito le finanze comunali senza aver prodotto benefici per i cittadini. In particolare, facendo riferimento agli elicotteri dati in dotazione alla Polizia Locale, egli chiede di sapere: quante ore di volo hanno effettuato in questi primi dieci mesi dell’anno e quanto è costata la loro gestione (carburante, personale e manutenzione). Relativamente ai carri gru desidera sapere se sono entrati tutti in funzione e quanti prelievi sono stati effettuati da Gennaio ad Ottobre 2007. Per quan- P Teatro San Carlo remetto che non sono un melomane, anzi rammento con angoscia gli anni in cui ero abbonato alla prima del San Carlo, con il caldo soffocante degli spettacoli primaverili, obbligato alla giacca ed alla cravatta ed ancor più con terrore i conti astronomici delle sartorie che rifornivano il guardaroba di mia moglie, convinta che nel tempio della lirica alle serate di gala una signora elegante non potesse giammai indossare due volte lo stesso abito. Nonostante i to attiene ai Bus a metano ha chiesto di conoscere il numero esatto di quelli acquistati e di quelli circolanti e se corrisponde al vero che spesso tali mezzi risultano in avaria. Infine, domanda Moretto, cosa ne è stato degli “scooter anti-escrementi” visto che non si vedono più in giro e quanti dipendenti risultano destinati al loro utilizzo? tristi ricordi l’idea che il San Carlo possa chiudere mi fa semplicemente rabbrividire, non soltanto perché il nostro teatro è il più antico e tra i più belli al mondo, ma soprattutto, dopo l’olocausto dell’Ilva e la rapina del Banco di Napoli, la nostra città non può più perder fiori all’occhiello. Erano tempi felici quando in soli sei mesi il San Carlo venne creato dal nulla, regnava Carlo III e non i nostri solerti amministratori che, con la favola del nuovo Rinascimento, hanno precipitato la nostra amata città a livelli di degrado inimmaginabili. Il nostro Massimo, come tutti gli altri enti lirici italiani, soffre di una grave crisi economica provocata da numerosi fattori concomitanti e necessita dell’aiuto principalmente delle istituzioni, mancando quasi del tutto alle nostre latitudini il sostegno di sponsor privati. Né più né meno di quello che lo Stato ha fatto in soccorso di teatri meno importanti. La lirica non può essere paragonata, come si è letto nei giorni scorsi su autorevoli giornali, alla lap dance o al gioco del calcio; affermazioni demenzia- li che si commentano da sole. La musica classica è cultura come la letteratura e la pittura e come le biblioteche, del tutto gratuite ed i musei deve poter vivere degnamente con l’aiuto dello Stato. Si è messo in evidenza che lo spettatore di un’opera paga un biglietto che copre solo la decima parte dei costi, un dettaglio certamente non trascurabile. Non si può pretendere che il contribuente paghi il passatempo del ricco borghese e della sua signora, per cui quando, al più presto, ripianati i debiti, si potrà tornare ad una gestione ordinaria, bisognerà prevedere una serie di spettacoli semi gratuiti per studenti, operai, anziani, oltre che una particolare attenzione per i turisti, nei cui riguardi il fascino del San Carlo può giocare un ruolo fondamentale. Per risanare la situazione bisogna cacciare i politici che hanno occupato il consiglio di amministrazione e poi usufruire dei servigi di un manager di valore internazionale. Lo merita la città, ma soprattutto lo pretendono i napoletani. 22 G iovedì 11 ottobre entra nel vivo la fase di trasporto dei fregi del Partenone, dalla sacra rupe dell’ Acropoli al nuovo museo, situato nelle immediate vicinanze, tra le vie Dionisiou Areopagitou e Makrijanni. Tre gru di colore giallo sono pronte ad entrare in funzione, ed il tutto dovrà svolgersi con la massima attenzione: due sono state posizionate accanto all’ antico teatro di Dioniso, la terza vicino al nuovo museo. Ovviamente, la “prova generale” di giovedì, prevede un crash test che eviti rischi di qualunque tipo. Prima dei fregi, le gru, sposteranno un blocco di marmo di eguale peso, circa due tonnellate e mezzo, al fine di controllare la stabilità e la sicurezza del trasporto. I preparativi sono febbrili, tanto sul versante Sud dell’ Acropoli, quanto all’ interno del nuovo museo, rivestito interamente in vetro trasparente. I fregi verranno fatti entrare Cultura Akropolis Giorgio Lambrinopulos attraverso un’ apertura creata a piano terra, le cui sale saranno anche le prime ad essere visitabili, entro la fine di gennaio 2008. “Fino a sabato saranno terminate tutte le rifiniture e le sale museali saranno anche ripulite dalla polvere, che vi si è depositata a causa degli ultimi lavori”, garantisce il presidente dell’ ente per la costruzione del nuovo museo, professor Dimitris Pantermalis. Da parte sua, il ministro greco per la cultura Michalis Liapis, sottolinea che “con questo trasporto si viene a N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre creare una nuova prospettiva di ottimismo, per quel che riguarda la ben nota richiesta greca verso il British Museum: la restituzione dei fregi del Partenone, che si trovano nel museo di Londra”. Il “ballo delle gru”, sotto l’ Acropoli, è un evento che si può definire, senza esagerazione, storico. E’ la prima volta, in duemila e cinquecento anni di storia, che le sculture del Partenone in questione, vengono rimosse dalla loro posizione originale. Tutte le più grandi agenzie stampa, tra cui la Reuters, la France Press, l’ Associated Press, si apprestano a seguire l’ evento in diretta, con speciali ed approfondimenti. Bernard Tschu- La rupe dell’Acropoli mi, uno degli architetti che hanno progettato il nuovo museo dell’ Acropoli, in una sua conferenza ad Atene, ha dichiarato che “ questo museo ha cambiato il modo in cui si interpreta l’architettura. Si trova in un luogo pieno di sfide. E’ un’ opera moderna, ma non nel senso in cui lo sarebbe una costruzione a Dubai. A dominare- ha concluso Tschumiè l’ idea di un luogo speciale dove devi riuscire a collegare molti significati con una sola idea. Il Partenone.” Il nuovo Museo dell’ Acropoli, aprirà le prime sale al pubblico, per l’ inizio del 2008 e sarà interamente visitabile entro la fine del prossimo anno . LETTERA AL DIRETTORE I I fregi del Partenone I dittatori Birmani sono comunisti D a qualche settimana seguo i tg e i giornali sulla rivolta popolare in Birmania, e sento e leggo che in questo lontano Paese dell’Asia, ci sono dei dittatori, generali che stanno soffocando nella Aung San Suu Ky repressione la giusta rivolta popolare guidata dai monaci buddisti, vestiti con la tipica tonaca, color arancione. Eccetto Introvigne, e qualche altro valente giornalista, nessuno dice la verità sulla matrice ideologica della dittatura Birmana, come se i generali al potere nel Paese asiatico fossero i nipotini di Pinochet. Un giornale radio ha perfino parlato di “dittatura fascista”. Niente di più falso in Birmania governa un regime tipicamente comunista, guidato dal lontano 1962 da un gruppo di militari marxisti, che ha promosso una disastrosa “via birmana al socialismo”, imponendo un’economia rigorosamente collettivista che riduce il Paese alla fame. Nel 1990 la Lega per la democrazia (NLD) di Aung San Suu Ky, vince le elezioni, i generali arrestano i dirigenti del partito democratico e ritornano a un sistema che assomiglia come un fratello gemello al vecchio regime comunista, salvo che non si parla più di comunismo. Ma non è questione di nomi. “Tutti gli uomini forti dell’attuale governo vengono dal vecchio Partito del Programma Socialista (cioè dal Partito comunista birmano) di cui l’attuale presidente, il generale Than Shwe, è stato il braccio armato nella repressione del 1988”, e i morti che sono rimasti nelle strade di Rangoon, naturalmente molto di più delle 9 vittime riconosciute dal regime, “non sono vittime l mondo istituzionale e accademico ha plaudito con soddisfazione al premio Nobel per la medicina conferito al prof. Mario Capecchi. Come noto, il riconoscimento che ha premiato le sue scoperte sulle cellule staminali embrionali è stato reso possibile grazie all’impiego di migliaia di topi geneticamente modificati. Ebbene, se è vero che anche i nostri fratelli minori (i topi per l’appunto, il cui patrimonio genetico è uguale nella misura del 98% a quello umano) hanno concorso al progresso scientifico dell’umanità, perché non premiare anche gli scodinzolanti cuginetti di Mickey Mouse? In Italia e nel mondo, festeggiare gli amici animali è cosa normale. Per esempio, in India festeggiano le vacche, in Cina i cani (ma più che altro a tavola), e pure in Italia grazie a Calderoli, anche i maiali avranno il loro quarto d’ora di celebrità. Che aspettano gli animalisti che amano più gli animali degli umani, a indire una riparatrice “pantegana day”? di una generica dittatura, ma di un regime post-comunista che è ‘post’ solo in quanto almeno si vergogna d’invocare il nome del comunismo, pur mantenendo la sostanza. In Italia non ci si vergogna neppure del nome”. (Massimo Introvigne, Chiamiamolo comunismo, 29.9.07 Il Giornale). Del resto, tre sono rimasti i Paesi nel mondo dove i partiti che si definiscono orgogliosamente comunisti tengono in piedi i governi: Cuba, la Corea del Nord e l’Italia, si avete letto bene. Il regime birmano è fornito di armi dalla Cina che a sua volta viene rifornito dal gas naturale dei birmani, il Paese sta affondando nella miseria, perché i militari non hanno nessun interesse di patria. Saccheggiano e rubano, spendendo tutto per comprare armi. “C’è un unico modo per aiutare quel povero Paese ridotto allo stremo economico, per onorare il sacrificio di Aung San Suu Kyi, leader prigioniera dell’opposizione: non andare alle Olimpiadi di Pechino nel 2008”. (Maria Giovanna Maglie, La (poco) santa alleanza che uccide la Birmania, 30.9.07 Il Giornale). Gli atleti partecipanti alle Olimpiadi potrebbero non essere d’accordo al boicottaggio ma sarebbe un gesto doveroso per chi crede nei valori della democrazia. E se eventualmente vogliamo fare qualche manifestazione di solidarietà con il popolo birmano, la maglietta o la fascia da indossare non è quella rossa, ma il giallo ocra, l’arancione, quello che volete, ma non il rosso, che è il colore del regime militare che opprime la Birmania dal 1962 Gianni Toffali Mario Capecchi, Nobel per la medicina Domenico Bonvegna N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Cultura 23 Le sfide della biotecnologia, la Chiesa e il futuro dell’umanità A Roma un confronto su bioetica e bene comune in una giornata di studi organizzata dall’Istituto Acton Monsignor Laffitte R oma - Si è tenuto nei giorni scorsi a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana (PUG), organizzato dall’Istituto Acton, un convegno internazionale dal titolo “Salute, Tecnologia e Bene comune” (per informazioni: Acton Institute, Corso Vittorio Emanuele II, 294, 00186 Roma, tel.: 06-688.92500; e-mail: [email protected]). Occasione dell’incontro sono state le recenti conquiste tecnologiche in campo bioetico e i conseguenti interrogativi che l’apertura di nuovi e inesplorati campi pone oggi all’umanità. Presenti alla giornata di studi sono stati, tra gli altri, il presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, cardinale Javier Lozano Barragán, il professor Francesco Chiappetta, già docente presso la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali (LUISS), membro del Consiglio Superiore di Sanità e monsignor Jean Laffitte, vicepresidente della Pontificia Accademia per la Vita e professore di etica, antropologia e spiritualità presso l’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul Matrimonio e la Famiglia di Roma. Nel suo intervento il cardinale Lozano Barragán si è soffermato sulla definizione del concetto di salute, attualmente oggetto di una pericolosa revisione semantica a causa della diffusa “mentalità malthusiana” che caratterizza buona parte della comunità scientifica internazionale denunciando il fatto che spesso le “tecniche biogenetiche” vengono “dirette all’uccisione della persona umana”. Un’idealizzazione postmoderna del concetto di salute ha infatti contribuito a diffondere l’idea che essa sia solo uno stato di benessere perfetto e l’essere umano non abbia valore quando questo venga a mancare. E’ evidente però - ha sottolineato il cardinale - che un simile approccio trascura ciò che è più essenziale alla persona: sintomatico il fatto che nelle società più sviluppate, dove in teoria dovrebbe esserci maggiore benessere, i tassi di suicidio sono in aumento, soprattutto nell’Europa del Nord. Le conseguenze di una simile mentalità, che comporta conseguenze pratiche sui modi agire delle persone, sono ormai sotto gli occhi di tutti ed appaiono a dir poco nefaste. L’invecchiamento dei Paesi del mondo occidentale è una realtà oggettiva che rende evidente la diffusione della “cultura della morte”, manifesta anche nel rifiuto dichiarato di procreare. Barragán ha quindi auspicato una nuova alleanza tra bioetica e tecnologia per il bene dell’essere umano in ogni fase della sua vita, con le biotecnologie poste finalmente al suo servizio: è questo il senso più autentico della promozione del bene comune che la Chiesa raccomanda da sempre. Il professor Chiappetta ha invece riflettuto sugli aiuti che la tecnologia moderna può offrire ai sistemi sanitari dei c.d. Paesi in via di sviluppo e sull’applicazione della telemedicina, la e di costi. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di comunicare in tempo reale tra medici e pazienti o avere un riscontro immediato dei referti. E’ così che la medicina può rispondere alle esigenze terapeutiche di cittadini distanti dalle strutture sanitarie (tele-assistenza) e favorire al contempo l’aggiornamento scientifico del personale (tele-didattica). L’attuale diffusione della telefonia mobile in questi Paesi ha poi accorciato le distanze: “le trasmissioni in tempo reale di segnali biomedici su rete telefonica sono oggi una realtà”. Restano però da sviluppare portali informativi e soprattutto “punti di accesso alla comunità” che per la salute di tante persone potrebbero rivelarsi decisivi. Ha concluso Cardinale Javier Lozano Barragàn “pratica della medicina che si avvale dell’uso delle telecomunicazioni”. Si tratta di una possibilità che permetterebbe soprattutto a questi Paesi (in parte già lo consente) di ricevere dai migliori poli di assistenza europei un servizio 24 ore su 24, con grande risparmio di tempo infine i lavori Monsignor Laffitte (l’intervento integrale si può leggere in Zenit, http://www.zenit.org/article-12120?l=italian) con un’analisi morale della “Salute come elemento del benessere della persona”. Laffitte ha sottolineato il valore non solo meramente fisico e sociale della Università Pontificia Gregoriana salute ma anzitutto psichico e spirituale, perché solo la rivalutazione di una dimensione unitaria della persona, come insegna la dottrina sociale della Chiesa, permette la tutela della società nel suo insieme e ne favorisce la crescita. La raccomandazione che arriva da Roma è quindi quella di promuovere una bioetica amica dell’umanità e sua preziosa alleata, che ponga al centro la persona evidenziandone la dimensione spirituale e sociale: è infatti nell’apertura all’altro che l’uomo trova la sua genuina ragion d’essere in grado di sconfiggere i mali della solitudine e del dolore di fronte a cui la sola tecnica è impotente. Il carattere inviolabile della vita umana e il rispetto della dignità della persona diventano allora, in ultima analisi, non solo princìpi dottrinali ma criteri universali per una concreta assistenza al malato che ricerchi finalmente davvero il suo bene. Omar Ebrahime Il cardinale Javier Lozano Barragán M essicano da generazioni ed erede della fede di un popolo tante volte provato crogiolo delle persecuzioni, il cardinale Lozano Barragán è stato nominato nel 1997 presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute da papa Giovanni Paolo II, e confermato da Benedetto XVI che, da cardinale, gli fece anche l’onore di scrivere una Prefazione al suo saggio Teologia e medicina (EDB, Bologna 2001). Nato il 26 gennaio 1933 a Toluca, piccolo centro industriale di Città del Messico, il responsabile di questo organismo vaticano impegnato nella pastorale degli operatori sanitari, fu ordinato Vescovo il 15 agosto 1979 nella Basilica della Vergine di Guadalupe, patrona dell’America, la stessa dove da bambino ricevette la prima Comunione. Nel 1958 aveva conseguito la Laurea e il Dottorato in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana, dopo l’ordinazione sacerdotale impartitagli il 30 ottobre 1955. Dal 1973 al 1975 è stato Presidente della Società Teologica Messicana e, dal 1977 al 1979, direttore dell’Istituto Teologico Pastorale della Conferenza Episcopale del Latino America (CELAM). Ha fondato la Pontificia Università del Messico e, nel 1988, si trasferisce a Roma essendo nominato membro del Pontificio Consiglio per il dialogo con i non credenti, diventato poi Pontificio Consiglio della Cultura. Nel 1989 passa però alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e, contemporaneamente, nel 1997 diviene consultore della Pontificia Commissione per l’America Latina e, nel 2000, della Congregazione per i Vescovi. Come Vescovo, nel suo Paese ha dovuto vivere momenti di freddezza con il partito allora al potere, il PRI, sostenendo con forza il riconoscimento giuridico della Chiesa in Messico, contro gli orientamenti laicisti degli esponenti governativi. Da Giovanni Paolo II è stato creato Cardinale nel Concistoro del 21 ottobre 2003 e Diacono di S. Michele Arcangelo. Professore Chiappetta Giuseppe Brienza Cultura 24 N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Kant, Einstein, l’universo e l’oltre A Cosimo Galasso lzi la mano, chi ha mai sentito dire a scuola che l’universo é il prodotto bastardo delle brame metafisiche dell’intelletto umano? oppure, ha sentito parlare d’universi abborracciati e abortiti, prodotti dalle pance dei ragni? Qualcuno, magari, starà già pensando ai soliti scolastici medioevali che, intenti a discutere del sesso degli Angeli, liquidavano – con sufficienza – ogni questione terrena, fosse anche la natura del nostro universo. Invece, udite udite, stiamo parlando di due, fra i principali pensatori della modernità: Kant e Hume! Il primo, lo scrisse nella Critica della Ragion pura, il secondo nei Dialoghi sulle Religioni naturali. Incredibile, ma il reale è più sorprendente di certa vulgata, che vorrebbe i medievali sempre oscuri ed ignoranti, diversamente dagli illuministi, sempre sapienti e razionali. Ancora più profonda e nascosta è la ragione di tutto ciò. A tal proposito, il fisico e monaco benedettino S. Jaki ha scritto: “La vera forza della strategia di Kant sta infatti precisamente nella sua affermazione che per rendere impossibile il passaggio dall’universo a Dio occorre negare l’accesso all’universo stesso, dichiarandolo una nozione indegna dell’intelletto.”. Attraverso varie tappe – impossibili da ricostruire in questa sede – e partendo dalla dissoluzione del cosmo geocentrico si era giunti, gradualmente, ad accettare – più per pregiudizi che per ragioni scientifiche cogenti – l’idea di un cosmo infinito nello spazio, nel tempo e necessariamente tale. Uno dei paladini di questa concezione – nel XX secolo – è stato lo storico della scienza A. Koyrè che nel concludere una delle sue opere principali – Dal mondo chiuso all’universo infinito – ha scritto: “L’infinità del mondo provava che Iddio, o meglio il Dio cristiano, era un Dieu fainéant, un dio fannullone, che poteva tranquillamente uscire di scena in quanto non necessario all’universo”. Ancora negli anni 20 del secolo appena trascorso, la comprensione che avevano gli scienziati del cosmo, era alquanto approssimativa. Si pensava, per lo più, ad un cosmo “ schizofrenico” diviso in due. Da una parte la Via Lattea – creduta da tanti l’intero universo – e dall’altra – infinito in ogni direzione – l’universo esterno, assolutamente non interagente col miniuniverso interno. Questa convinzione era così radicata che la più grande storica dell’astronomia del XIX secolo – Agnes Clerk – nel 1905 scriveva: “ La scienza non si occupa delle infinite probabilità al di là della Via Lattea”. In realtà, le cose stavano diversamente e l’onore di questa scoperta toccò ad Albert Einstein, il più grande scienziato del XX secolo. Il 2005 è stato celebrato come l’anno della fisica, in occasione del centenario della pubblicazione –da parte del grande scienziato tedesco- di quattro articoli capolavoro che cambiarono, radicalmente, la concezione del mondo. Purtroppo, nelle varie rievocazioni, pochi si sono soffermati su quella che, forse, è la scoperta più significativa dell’opera di Einstein: la riconquista dell’Universo come nozione valida per la scienza. Einstein, infatti, come un novello “Colombo” dello spazio, con la pubblicazione, nel 1917, del quinto e ultimo saggio sulle conseguenze cosmologiche della relatività generale, - contenente le formule della massa totale e del raggio dell’universo, - trasse quest’ultimo dalle nebbie del passato. In pratica, per la prima volta nella storia, l’universo -ovvero la totalità delle cose coerentemente interagenti gravitazionalmente- anziché apparire statico, infinito Immanuel Kant e necessario, apparve – per dirla con S. Jaki – “non meno specifico di un indumento su un portabiti in un negozio di vestiti, con un’etichetta da cui si possono leggere, se non il prezzo, almeno le misure principali”. Proprio come non esiste necessità logica perché un certo indumento sia di una misura particolare, non c’era una ragione scientifica perché l’universo dovesse possedere la misura singolare che possedeva. La prima cosa che balzava agli occhi, dunque, era la contingenza di un universo che appariva reale, specifico e non necessario: addirittura, avrebbe potuto anche non esistere! La cosmologia scientifica aveva dissipato il Kantismo, lo spinozismo, il panteismo. Un universo siffatto suggeriva, anche, la seguente domanda: se l’universo non è obbligato ad essere quello che è, perché è così e non è qualcosa d’altro? Questa domanda implica l’esistenza di un Dio Creatore, personale. trascendente che opera una scelta meta-fisica, fra le infinite altre. Ma non era tutto; il peggio – per la comunità scientifica di un certo stampo ed anche per lo stesso Einstein – doveva ancora rivelarsi: infatti, un tale universo, che “minacciava” di espandersi – come capirono Friedmann, Lemaitre e più tardi scoprì Hubble -era l’opposto di quanto si attendeva la comunità scientifica di allora, in base al paradigma imperante, fortemente viziato da pre-comprensioni filosofiche. Secondo tali pre-comprensioni, il cosmo “doveva” essere una sfera naturale, statica ed infinita, dove “naturale”equivaleva ad essere obbligatoriamente ciò che é, senza poter essere qualcosa d’altro, dunque, non indicante “quell’oltre”, “quell’Altro da sé”che, invece, un cosmo contingente e transitorio implica senza fallo. In quel contesto culturale influenzato dal kantismo- con una negazione a-priori, ingiustificata della prova cosmologica-la transitorietà del cosmo, indicata inequivocabilmente dalla possibile espansione, disturbava parecchio. L’impatto filosofico sulla comunità scientifica, fu devastante: nulla, come l’idea di un “universo-clessidra”con quella sua visualizzazione perfetta dello scorrere del tempo- poteva indurre l’uomo a cogliere “ l’oltre”. Occorreva, dunque, “aggiustare” i parametri cosmologici e “bloccare” l’espansione del cosmo a tavolino. Allo scopo Einstein- poi pentitosi, perché sconfitto dall’evidenza sperimentale –introdusse un artifizio matematico, non richiesto dalle sue equazioni: la costante cosmologica. Lo scopo di quest’aggiunta-per dirla con le sue stesse parole-era per rendere possibile una distribuzione della materia quasi statica. Le sorprese non erano finite; infatti, come intuì il sacerdote-cosmologo Lemaitre, la scoperta dell’universo in espansione complessiva implicava, necessariamente, che nel pas- sato dovette essere piccolissimo: in poche parole, c’era stato un inizio, un fiat lux, intollerabile per la cultura dell’epoca ed invero anche per la nostra! Lo stesso Hubble-scopritore assieme al suo assistente Humason della recessione delle galassie-tentò di anestetizzare la portata filosofica della sua scoperta scrivendo: ”…nel descrivere gli spostamenti spettrali, apparentemente indicativi di recessione, senza azzardare un’interpretazione e senza attribuirle un significato cosmologico” Era il 1931: da quel momento le cose non sono cambiate. Nonostante la scienza galileana- a parole evocata, ma nei fatti “aggirata”, quando non coincide con i “desiderata”della vulgata corrente- abbia aggiunto indizi sempre più certi, nella direzione di un cosmo indicante “l’oltre”, il pensiero unico dominante dissimula, esorcizzandola, la portata filosofica della cosmologia moderna. Gli sforzi principali vanno in due direzioni: la ricerca e la divulgazione presso il grande pubblico, tramite i media. Riguardo alla prima, ci s’ingegna con notevole spreco di tempo e risorsenel “costruire” modelli cosmologici ad hoc, tesi ad affrancare l’universo dalla sua dipendenza temporale. Riguardo la seconda, si presentano, poi, questi modelli cosmologici “aggiustati”, su tutti i media, come scientificamente più fondati di quanto, in realtà, non lo siano. Da tale “disastro”mediatico, si salva -parzialmente- la divulgazione scientifica di scuola anglosassone, tradizionalmente, più incline a separare i fatti dai giudizi. Scherzando, ma non troppo, Einstein diceva che al mondo c’erano solo 12 persone in grado di capire la sua teoria della relatività, soprattutto nelle sue conseguenze cosmologiche. La compresero, invece, benissimo gli scienziati sovietici che avvertirono con immediatezza il pericolo rappresentato da un universo finito e in espansione, per il dogma centrale del materialismo, così com’era formulato nella versione di E. Littré: ”L’assioma essenziale è l’eternità della materia, ossia che la materia non ha mai avuto un’origine e non avrà mai una fine.”Ancora nel 1978, al Congresso mondiale di filosofia di Dusseldorf, il cosmologo sovietico N. Ambartsumian dichiarò-pressato dal suo governo- che il compito principale della scienza era quello di cercare le prove dell’eternità della materia: e questo, ad oltre un secolo dalla scoperta delle leggi della termodinamica! In questo caso -ma non è l’unico- l’azione del preconcetto filosofico, a scapito di una corretta ricerca scientifica, è evidentissima. Lo studioso C. Tresmontant, nel commentare l’attuale tendenza della scienza a ricercare una Teoria del Tutto che sia vera sulla base della sua consistenza interna –autoreferenzialità, negata, peraltro, in partenza dai teoremi di Godel…-ha rilevato che: ”L’ateismo consiste nel sovraccaricare l’universo dal punto di vista ontologico, nell’affermare dell’universo ciò che è vero dell’essere assoluto.E’ questa la divinizzazione dell’universo(…)A causa della sua opzione ontologica preliminare l’Ateismo moderno,esattamente come il paganesimo antico, è obbligato ad attribuire all’universo proprietà fisiche non discernibili nell’esperienza e che le scienze sperimentali hanno ora rivelate come false: il non-cominciamento, la non evoluzione, l’inconsummabilità, e il non-invecchiamento.(…) E costretti a dedurre una fisica da una metafisica preliminare.” Naturalmente, questo è l’opposto di quanto prescritto dallo status epistemologico della scienza stessa, che potremmo riassumere nel detto socratico: ”Vado, ovunque mi conducono i fatti.”. Nonostante la teoria einsteniana –con le sue implicazioni cosmologiche -sia, assieme alla meccanica quantistica, la più suffragata dalle prove sperimentali, è anche la più attaccata-come ha scritto il fisico G. Collins-sia dai crackpotdilettanti che inviano i loro lavori alle riviste, nei quali talvolta può nascondersi il genio incompreso- sia, dai professionisti. Almeno i 2/3 dei lavori che giungono in redazione, dice sempre Collins, affermano con sicumera che Einstein è sconfitto per sempre…poi alla prova dei fatti tutto si dissolve come neve all’equatore. Il commento del fisico-redattore è stato: ”Finora Einstein ha sconfitto tutti gli sfidanti.”Naturalmente, ciò non significa che la teoria non può essere migliorata: ma annullata, come vorrebbero alcuni, non è possibile.Esattamente, come la teoria di Einstein non ha annullato, ma ha compreso al suo interno, -in una sintesi più vasta- la teoria newtoniana, che a velocità non relativistiche è perfettamente in grado di spiegare i fenomeni naturali, così com’è in grado di spedire i satelliti intorno alla Terra. Un’altra strada usata dai cosmologi per “arrestare”l’espansione dell’universo -con i suoi corollari filosofici- è quella che interpreta lo spostamento verso il rosso della luce delle galassie-che osserviamo e misuriamo, dunque, in pieno accordo col metodo scientificonon in chiave cosmologica. Questa ipotesi, vecchia mezzo secolo, è quella della “luce stanca”. In pratica, è postulato che Albert Einstein la luce nel corso del suo viaggio nello spazio, per motivi ignoti, dopo un certo periodo di tempo si “stancherebbe”(!) in altre parole perderebbe energia diventando rossa: pertanto, il red-shift che osserviamo non sarebbe dovuto all’espansione dell’universo, ma ad un ignoto motivo intrinseco alla luce. Il miglior commento a quest’ipotesi, che non concorda con i dati osservati-dunque, per la scienza è nulla-lo hanno fatto, recentemente, - sulla rivista Le Scienze- due specialisti in materia, C. Lineweaver e T. Davies, che hanno scritto: ”E’ ora di mettere a letto la luce stanca.(…)E’ un ipotesi stancante.”Ogni commento sarebbe superfluo. Diversa, invece, è la storia della ricerca della materia oscura. L’idea base nacque negli anni 30 per opera dell’astronomo F.Zwichy il quale si accorse che per spiegare la stabilità delle galassie e dei relativi ammassi, nei termini della dinamica newtoniana, bisognava postulare una quantità di materia 100 volte più grande di quella realmente osservata. In seguito, a metà anni 70, la sua ricerca divenne spasmodica, quasi “religiosa”, perché in essa i cosmologi videro il “combustibile”giusto per rendere l’universo eternamente oscillante, fra un’esplosione ed un’implosione, senza fine: un universo siffatto, ci dispensa dal chiederci se dietro di esso vi sia una Realtà che lo trascende come sua vera Causa. Anche in questo caso una specialista sopra ogni sospetto, la Prof. M. Hack ha offerto delle considerazioni straordinariamente efficaci: ” Non si può completamente escludere che gli ammassi siano instabili e che si dissolvono nel giro di molti milioni di anni e che altri se ne formino in continuazione. E’ questa una possibilità che la maggioranza degli astronomi non prende troppo in considerazione, ma che meriterebbe una maggiore attenzione. E’ infatti sorprendente ammettere che noi vediamo meno del 10 per cento della materia che costituisce l’universo.”. La cosmologia moderna, dunque, diversamente da quanto propagandato dalle mistificazioni culturali imperanti, ci presenta l’universo come totalità fisicamente ordinata delle cose naturali, tanto da poterne fare-per dirla con Jaki- il vero fondamento d’ogni fede adeguatamente motivata, che ha per oggetto un vero Creatore. Cultura Il femminismo radicale favorisce l’avvento dell’eurabia L N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre eggendo un brillante articolo ho forse capito perché non c’è stata un’adeguata reazione popolare quando nell’agosto scorso Hina Salem, la ragazza pakistana, fu sgozzata dal padre e dai suoi zii perché faceva una vita troppo occidentale. Ad un anno di distanza al processo di Brescia a protestare c’era solo che Daniela Santanché e uno sparuto gruppo di donne marocchine. L’articolo, due paginate di facile lettura é scritto da Guglielmo Piombini su Il Domenicale del 28.7.07 che a sua volta riprende dal mensile Enclave. L’autore rileva come da decenni gli uomini occidentali hanno perso il coraggio di rispondere alle critiche delle femministe, che a sua volta nonostante tutto hanno guadagnato una gran libertà di scelta nel campo dell’istruzione, del lavoro e della famiglia. Le femministe invece di celebrare questi progressi, continuano a presentare le donne come vittime della discriminazione e a pretendere dallo Stato trattamenti privilegiati. A difendere il maschio occidentale ci pensa un ex femminista Alessandra Nucci, autrice di un libro di notevole importanza, La donna a una dimensione, (Marietti, Genova, 2006). La Nucci nel suo testo documenta come le femministe sono riuscite con successo ad imporre in ogni sede l’ideologia di ‘genere’, una dottrina che si basa sulla convinzione che tutte le differenze fra gli uomini e le donne, a parte quelle fisiche, siano frutto di indebiti condizionamenti e di stereotipi sociali, e che quindi siano modificabili. Il femminismo di genere incoraggia “nuovi stereotipi, inculcati con l’educazione a scuola e con le immagini nei media, in cui la donna è conformata a un modello per il quale la carriera e il lavoro fuori casa non sono più una scelta, ma l’esigenza unica per realizzarsi nella vita, l’uomo non è più tanto da eguagliare quanto da soppiantare, e la maternità diventa un’operazione residuale di second’ordine”. (Guglielmo Piombini, Jihad? Merito delle femministe, 28.7.07 Il Domenicale). La rivoluzione sessuale femminista dopo aver distrutto la famiglia monogamica, ha diffuso con successo una cultura che disprezza il maschio e tutti i caratteri solitamente associati alla mascolinità. Esistono università, ma soprattutto nelle scuole anglosassoni e del Nord Europa, dove i giovani sono attaccati sistematicamente per la loro identità e deni- grati dalle insegnanti, che arrivano a provocare le femmine affinché contrastino il sesso maschile. L’ideologia femminista mette sotto accusa solo i maschi occidentali, in particolare la figura paterna. Le femministe non spendono una parola di critica nei confronti degli uomini che appartengono a culture molto più oppressive e ‘patriarcali’ di quella occidentale. In Svezia qualche anno fa le femministe avevano proposto una tassazione collettiva per legge a carico degli uomini svedesi, considerati come i talebani, in riparazione delle loro presunte violenze sulle donne. L’attacco al maschio occidentale – scrive Piombini – potrebbe produrre donne occidentali siano più favorevoli al multiculturalismo e all’immigrazione islamica rispetto ai maschi occidentali. Tra l’altro secondo Piombini in tutto l’Occidente i partiti più critici verso l’immigrazione sono quelli tipicamente maschili, mentre quelli favorevoli al multiculturalismo sono dominati dalle femministe. Questo diverso comportamento elettorale secondo le femministe è che gli uomini sarebbero ‘più xenofobi ed egoisti’, mentre le donne avrebbero la mente più aperta e sarebbero più solidali con gli estranei. Non c’è solo quest’aspetto psicologico, le femministe si rifiutano di confrontarsi con il problema immigrazione, e sono Hina Salem però un inatteso effetto boomerang: la progressiva islamizzazione culturale e demografica del continente europeo. In pratica le femministe distruggendo la famiglia e la figura paterna, stanno spianando la strada alla penetrazione indisturbata dell’islam nelle società occidentali, preparando così un futuro da incubo per le prossime generazioni di donne. La vittoria della cultura femminista potrebbe paradossalmente favorire l’avvento dell’Eurabia. Anche se le più coraggiose e indomite avversarie dell’Islam in Occidente siano donne come Oriana Fallaci, Bat Ye’Or e Ayaan Hirsi Ali, è fuori dubbio che le silenziose sull’oppressione islamica delle donne perché hanno abbracciato un’ideologia terzomondista e antioccidentale che le paralizza. Secondo il movimento femminista tutti i mali del mondo provengono dall’uomo occidentale, che opprime sia le donne sia gli uomini non occidentali. Gli immigrati musulmani sono anche loro vittime, al massimo hanno qualche pregiudizio patriarcale, ma comunque sempre meglio degli uomini occidentali. Il femminismo radicale, contribuisce alla diffusione del vittimismo in Occidente e alla riscrittura dei libri di storia che facesse giustizia dei ‘pregiudizi’ maschilisti ed eurocentrici. Sono ormai l’avanguardia del “politicamente corretto” in tutto l’Occidente. In pratica quando i musulmani arrivano da noi portandosi quella mentalità vittimista si trovano il lavoro già preparato su un piatto d’argento. Così l’utopia femminista si trasforma nel suo opposto, la legge coranica. Una situazione evidente nei Paesi Scandinavi, dove l’applicazione dell’ideologia femminista e multiculturalista ha raggiunto le punte più avanzate. Negli ultimi anni si è verificato un aumento degli stupri e delle violenze sulle donne, per opera nella quasi totalità dei casi di giovani immigrati islamici. Qualcuno insinua che la colpa è delle donne norvegesi che si vestono in modo provocante. Di fronte a queste continue aggressioni, la reazione degli uomini scandinavi è quasi inesistente. L’istinto protettivo maschile non si manifesta perché le donne nordiche hanno lavorato senza sosta per sradicarlo, scrive Piombini. In questo modo il femminismo radicale ha indebolito mortalmente la Scandinavia, e probabilmente l’intera società occidentale. Secondo la logica del femminismo radicale bisognava rendere impotenti i maschi occidentali, perché colpevoli di tutta l’oppressione del mondo, ma questa soppressione e ridicolizzazione dei maschi occidentali, non sta conducendo al paradiso femminista, ma all’inferno islamista. Così si finisce per giustificare la schiavitù in cui è costretta la donna musulmana. Del resto una società in cui gli uomini sono stati ‘femminilizzati’, scrive Piombini è destinata a cadere preda delle più aggressive civiltà tradizionali. Così le femministe invece di ‘avere tutto’, rischiano di perdere tutto, e la crescente violenza degli immigrati contro le donne occidentali è un sintomo del crollo dell’utopia femminista. Perché le donne progressiste occidentali hanno tutta quest’ammirazione per l’Islam, quando non esiste un solo paese musulmano in cui le donne godano di diritti lontanamente paragonabili a quelli dell’uomo? Tra l’altro a casa nostra le attiviste femministe attaccano duramente l’arretratezza e la menta- 25 lità patriarcale della Chiesa Cattolica, poi quando si recano nei paesi musulmani, come ha fatto recentemente Lilli Gruber o Gianna Nannini, ostentano con orgoglio le loro foto con il chador. Qualche malizioso commentatore ha scritto che si comportano così perché molte di queste donne trovano sessualmente attraente la sottomissione, mentre poco seducenti e noiosi gli uomini femminilizzati dell’Europa Occidentale, rispetto ai virili sceicchi del deserto. Paradossalmente anche gli uomini occidentali preferiscono una moglie che proviene da culture più tradizionali. Sembra che le donne nordiche convertite trovano appagamento nel ruolo ben definito di cura della casa e dei figli che l’Islam assegna loro. Queste donne hanno scoperto un senso da dare alla propria vita che non trovano nella cultura secolare o nell’insipido e succube Cristianesimo modernista. Questo comportamento della donna occidentale forse si potrebbe capire interpellando la psichiatria; spesso la psiche femminile, adotta comportamenti autodistruttivi. L’Occidente dopo decenni di propaganda antimaschile, sembra che abbia adottato quest’atteggiamento autodistruttivo delle donne. L’Occidente femminilizzato viene quotidianamente minacciato, insultato e aggredito con prepotenza dal mondo musulmano, ma reagisce – come la moglie abusata – incolpando se stesso, come se fosse in qualche modo affascinato dai suoi aguzzini. In pratica siamo alla sindrome di Stoccolma, dove ci s’innamora del proprio carceriere. Il femminismo ormai sembra morto ma possiamo scrivere che i desideri del femminismo degli anni Sessanta e Settanta ormai si sono avverati oltre le più rosee previsioni: in Occidente i divorzi hanno avuto una crescita esplosiva mentre il numero dei matrimoni e delle nascite è crollato, determinando un vuoto culturale e demografico che ci ha resi vulnerabili all’irruzione dell’Islam. Il femminismo radicale, ha rappresentato una delle più importanti cause dell’attuale indebolimento della civiltà occidentale, sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista demografico. Distruggendo la famiglia attraverso il divorzio e l’aborto, le femministe hanno contribuito a rendere la nostra civiltà incapace di reggere l’assalto di società prolifiche e patriarcali come quella islamica. La nostra società dominata dall’ideologia femminista che ha reso gli uomini troppo demoralizzati, indeboliti, inebetiti, è destinata ad essere schiacciata e sottomessa dagli uomini provenienti da altre culture più aggressive e mascoline. Domenico Bonvegna Cultura 26 N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Auto e moto incivili padroni dei marciapiedi per 360 giorni l’anno Autodifesa del cittadino pedone M e n t re i c i t t a d i n i h a n n o i l s a c ro s a n t o d i r i t t o a l l ’ a u t o d i f e s a i v i g i l i u r b a n i h a n n o i l d o v e re d i re n d e re p r a t i c a b i l i i m a rc i a p i e d i P er 360 giorni l’anno i marciapiedi delle solite strade cittadine, in particolare del centro storico e delle zone con uffici pubblici e zone commerciali, sono invasi da auto e moto che trasformano un luogo, unico, riservato al passaggio dei cittadini in un illegale parcheggio mettendo così a rischio l’incolumità dei cittadini. per 360 giorni l’anno si posteggia sempre negli stessi marciapiedi anche in quanto, spesso anche su segnalazioni, i vigili urbani non intervengono, se non in casi particolari o quando a telefonare non è lo sconosciuto cittadino. e così cittadini di qualsiasi età, bambini, invalidi, donne incinte o con carrozzina, portatori di handicap, persone con difficoltà motorie, ipovedenti, e così via sono costretti a divincolarsi a proprio rischio tra le lamiere sporche e sporgenti delle auto e delle moto per continuare il loro percorso sulla strada per poi riprendere il marciapiede se ve ne sarà la possibilità. tra tali incivili automobilisti e motociclisti non vi è alcun senso di responsabilità né ovviamente il rispetto del codice della strada e ancora meno il rispetto dei cittadini e dei loro legittimi diritti per non parlaredella loro incolumità. .il cittadino nel rispetto della propria inderogabile dignità e del proprio insostituibile benessere ha il sacro- Passaggio pedonale a norma europea santo diritto di autodifendersi con l’utilizzo di mezzi ovviamente leciti ma che lascino il segno a coloro che della loro dignità e salute non interessa proprio nulla e che anzi fanno di tutto per calpestarli. con- Il mito di Che Guevara S abato scorso, 27 ottobre mentre facevo un annoiato zapping televisivo, mi sono imbattuto in una trasmissione di Tele Vip dedicata alla figura di Che Guevara, durante la trasmissione sono stati intervistati oltre a vecchi esponenti della sinistra messinese, ora professori universitari anche alcuni giovani della sinistra giovanile e della Destra (Azione Giovani) di Messina. Il programma di tele Vip non ha fatto altro che tessere lodi nei confronti del cosiddetto comandante Guevara, ripetendo un rituale che ormai dura da tanti anni. Il paradosso della vicenda è che anche i giovani di destra si sono associati al continuo elogio degli intervistati, in particolare mi ha colpito Francesco Rizzo, consigliere comunale di Alleanza Nazionale, che auspicava che il consiglio comunale potesse continuare ad esercitare il proprio mandato nonostante le dimissioni del sindaco Genovese. Il Rizzo addirittura durante la trasmissione si vantava di possedere una specie d’icona raffigurante il “Che”, che tiene nella sua stanza con cura, donatagli da un amico militante comunista. Ci sarebbe da chiedersi da dove traggono le informazioni e la formazione, i giovani di destra (?) di Messina? Ma chi era Ernesto de la Serna Guevara, detto il Che, “[…] nella realtà storica appare del tutto diverso da come lo si presenta in quella specie di anniversario perpetuo che le librerie italiane impongono ai loro clienti, mettendo in vendita senza soluzione di continuità pubblicazioni agiografiche e prive di qualsiasi apparato critico”. (Andrea Morigi, Che Guevara, il bandito santificato, n.61 marzo 2007 Il Timone). A quei giovani intervistati dalla tv locale di Messina consiglio di leggere il breve box che Pascal Fontaine ne Il Libro Nero del Comunismo dedica al comandante argentino, traggo qualche passaggio interessante. Fidel Castro amante della Rivoluzione Francese, definiva Che Guevara, il Saint-Just de L’Avana. Scrivendo ad un amico Guevara sosteneva che la soluzione dei problemi di questo mondo si trovi dietro quella che viene chiamata la cortina di ferro, per chi non lo sa significa che Guevara aveva fiducia cieca in chi, ormai è evidente a tutti, ha procurato stragi e massacri di milioni di uomini e donne e che ancora oggi si patiscono le tragiche conseguenze economiche e culturali di quel sistema antiumano guidato dall’Unione Sovietica. Il comandante si fa presto notare per la sua durezza, un ragazzo suo guerrigliero, che ha rubato un po’ di cibo, è immediatamente fucilato senza processo. Una volta conseguita la vittoria a Cuba gli è affidato l’incarico di “procuratore”, cioè è lui a decidere delle domande di grazia. La prigione della Cabana, in cui Guevara officia, diventa teatro di numerose esecuzioni, soprattutto di ex compagni d’armi conservatesi democratici. Poi fu nominato prima ministro dell’industria e presidente del Banco nacional de Cuba, in seguito ministro dell’economia, Guevara coglie l’occasione per mettere in pratica la sua dottrina politica imponendo a Cuba il ‘modello sovietico’, privo delle più elementari nozioni economiche, finisce per causare la rovina della banca centrale. Regis Debray osserva: E’ stato lui e non Fidel a ideare nel 1960, sulla penisola di Guanaha, il primo ‘campo di lavoro correzionale (di lavoro forzato). Guevara, da buon allievo della scuola del terrore, elogia “l’odio, che rende l’uomo un’efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere”. Non posso essere amico di qualcuno che non condivida le mie idee, confessa il Che. Mario Cervi dalle colonne de Il Giornale consiglia la lettura del recente volume di Dario Fertilio, La via del Che (Marsilio, pagg.366, euro 19). Nel testo, il protagonista Riccardo Modena, va a Cuba sulle tracce dei mitici diari mancanti del Che: e proprio lui, che in Cuba aveva visto la patria ideale, il luogo dell’anima, e che nel Che aveva visto il simbolo dell’eroe coraggioso e puro, scopre l’amara realtà. Scopre cioè che il castrismo è un regime in pieno disfacimento dove corruzione, affarismo e violenza si respirano nell’aria; e che l’adamantino cavaliere senza mac- tro tali incivili comportamenti e a difesa della dignità e dell’incolumità dei cittadini l’aca sicilia lancia chia e senza paura fu anche un fanatico crudele. In pratica si scopre che ci furono due Che: l’uno era il giovane Ernesto, quello dei Diari della motocicletta, lo studente di medicina egoista ed egocentrico che giocava a rugby e s’innamorava delle brave ragazze di buona famiglia; l’altro era un mister Hyde che capace di liquidare in massa i prigionieri politici che gli Che Guevara la campagna di autodifesa del cittadino pedone con la prima iniziativa contro il posteggio sui marciapiedi. e’ ovvio che il primo passo da fare è quello di fare intervenire i vigili urbani telefonando con il proprio cellulare al loro pronto intervento tel. 095 531333 o 095 7424224. se poi i vigili non intervengono, anche se è un loro dovere, denunciate tale grave atto alle autorità competenti, sindaco, prefetto, comandante dei vigili urbani, magistratura, e nello stesso tempo agli organi di stampa e televisivi allegando alla segnalazione, se si ha un cellulare con fotocamera, una o più foto del mezzo, affinché l’incivile automobilista e scooterista sia esposto al pubblico ludibrio. nello stesso tempo si potrebbe lasciare all’incivile automobilista un fermo segnale della sua mancanza di rispetto delle leggi e dei diritti dei cittadini scrivendo in modo delebile con un rossetto o con un pennarello lavabile sul parabrezza anteriore o posteriore una scritta (che comunque può essere scritta su un pezzo di carta e lasciata sotto il tergicristallo) come “posteggia civilmente” o “il marciapiede non è un posteggio” o “multo la tua coscienza” o “i bambini ti guardano” , “sei in divieto di civiltà”e così via. questo gli sarà utile a riflettere e, almeno un pò, a vergognarsi, ovviamente niente insulti. erano caduti tra le mani, l’aveva ordinato senza esitazione né ripensamenti in quella gelida stanza della comandancia, appaena preso possesso della fortezza che dominava l’Avana. (Mario Cervi, L’altro Che che per il 68 non c’è, 31.10.07 Il Giornale). Domenico Bonvegna N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Cultura 27 Premio “Bonifacio VIII” per la cultura 2007 L’ambito riconoscimento conferito dall’Accademia Bonifaciana di Anagni e consegnato da Gianni Letta al Vaticanista Gianluca Barile N ella suggestiva cornice della Mario Baccini, il Vice Presidente del Sala della Ragione del Co- Parlamento Europeo, Antonio Tajani, mune di Anagni, il vaticanista il Presidente dell’Antitrust, Antonio Gianluca Barile ha ricevuto dalle mani Catricalaà, autorità civili, militari e di Gianni Letta, giornalista e sottose- religiose. L’edizione 2007 del Premio gretario alla Presidenza del Consiglio ‘Bonifacio VIII’ ha avuto il Patrocinio dei Ministri con Delega ai Servizi Se- della Presidenza della Repubblica, delgreti nell’ultimo Governo guidato da la Presidenza del Consiglio dei MKiSilvio Berlusconi, il Premio ‘Bonifacio nistri, del Parlamento Europeo, del SeVIII’ per la Cultura. Il Premio è stato nato e della Camera dei Deputati, della conferito all’unanimità a Gianluca Barile dal Comitato Scientifico, retto dal Cardinale Paul Poupard, e dal Consiglio Direttivo, presieduto dal Dottor Sante De Angelis, dell’Accademia Bonifaciana. Presenti alla Gianni Letta e Giancarlo Barile cerimonia di consegna, tra gli altri, il Vice Presi- Regione Lazio e dei Pontifici Consigli dente del Senato della Repubblica, vaticani per la Cultura (Presidente, Monsignor Gianfranco Ravasi) e per la promozione dell’unità dei cristiani (Presidente, il Cardinale Walter Kasper). Ma ecco la motivazione ufficiale con cui gli organizzatori hanno premiato Gianluca Barile (nella foto con Gianni Letta): “Giornalista vaticanista, ha fondato l’Associazione Cattolica Internazionale “Giovanni Paolo II e Benedetto XVI” e il quotidiano Internet “Petrus” - meglio conosciuto come il giornale del Papa - di cui è rispettivamente Presidente e Direttore Responsabile. Studioso della Chiesa Cattolica e particolarmente devoto al successore dell’Apostolo Pietro, ha promosso l’intitolazione di diversi luoghi pubblici alla memoria del Servo di Dio Giovanni Paolo II. Con l’organizzazione di numerosi convegni e dibattiti, ai quali ha fatto pervenire il proprio compiacimento anche il Santo Padre Benedetto XVI, a cui lo legano particolari vincoli di amicizia e affetto filiale, ha contribuito a rafforzare il dialogo tra cattolici ed ebrei. Formatosi teologicamente sui testi del Cardinale Joseph Ratzinger, nel 2006 ha pubblicato un libro sul primo anno di Pontificato di Sua Santità Benedetto XVI dal titolo: “Sulla barca di Karol”. L’Associazione Cattolica da Navi dei veleni La Jolly Rosso, piaggiata sulla costa Tirrenica L uglio-Novembre 1985: Sparizione della motonave Nicos 1 e del suo carico. Gia’ mentre carico’ nel porto di La Spezia ne venne arrestato il comandante e disposto il sequestro conservativo del carico e della stessa motonave. Quando infine riusci’ a partire, dichiaro’ quale porto di destinazione quello di Lome’ (Togo) dove non e’ mai arrivata, ed anzi risulto’ che avesse scalato in porti fuori rotta quali Cipro, libano, Grecia. (fonte: Zona Nucleare, Le inchieste e le indagini avviate dalle procure negli anni ‘90, 2003). 31 Ottobre 1986: la nave Mikigan, partita dal porto di Marindi Carrara, affonda nel mar Tirreno calabrese con un carico sconosciuto di cui e’ certa solo la presenza di granulato di marmo. Le dinamiche del naufragio e di come si sia “lasciata andare” verso i fondali presentano impressionanti analogie con il successivo naufragio della Ri- gel. (fonte: Legambiente, Terre Blu, 2004) 21 settembre 1987: la motonave Rigel fa naufragio a 20 miglia da Capo Spartivento. Fu grazie alla denuncia di Legambiente che preso avvio l’inchiesta della magistratura. Un procedimento giudiziario per truffa ai danni della compagnia assicurativa accerta che si tratto’ di uno strano affondamento: la merce dichiarata per ottenere il risarcimento del danno non era in realta’ mai salita a bordo. L’ispezione del carico dal porto di partenza di Marina di Carrara non fu mai effettuato, grazie alla corruzione del funzionario doganale incaricato. Coincidenza significativa: Giorgio Comerio segnala questo evento sulla sua agenda personale: “la nave e’ affondata”. Dopo l’affondamento inoltre l’equipaggio e’ sparito e non fu piu’ rintracciato neanche il Comandante. (fonte: Legambiente, L’intrigo radioattivo, 1996) 9 Di- cembre 1988: Affondamento della Four Star I, battente bandiera dello Sri Lanka in un punto non noto dello Ionio meridionale, durante il viaggio da Barcellona ad Antalya (Turchia) (fonte: Legambiente, Le navi dei veleni, 2004) Agosto 1989: la motonave maltese Anni affonda in Alto Adriatico durante il viaggio dal Pireo a Ravenna, in acque internazionali. (fonte: Legambiente, Rifiuti radioattivi: il caso Italia, 1995) 14 Dicembre 1990: La Jolly Rosso si trova in difficolta’ al largo di Vibo Valentia, viene trainata e finisce per spiaggiarsi lungo la costa tirrenica della provincia di Cosenza. (fonte: Legambiente, L’intrigo radioattivo, 1996) 1 Febbraio 1991: Affondamento della motonave Alessandro I nei pressi di Molfetta attribuito ad un errore del Comandante, mentre dai dati tecnici fu dimostrato che la stabilita’ della nave fosse tale che essa era predisposta alla possibilita’ di “ingavonamento” (ossia disposizione sul fianco). (fonte: Zona nucleare, Le inchieste e le indagini avviate dalle Procure negli anni 90, 2006) Maggio 1993: All’altezza del canale di Sicilia affonda la Marco Polo. Alcuni containers “persi” dalla motonave furono trovati quasi un anno dopo in mare, al largo delle coste della Campania. Dalle misurazioni effettuate fu riscontrata una radioattivita’ da torio 234, con valori almeno cinque volte sopra la media. (fonte: Legambiente, Terre blu, 2004) 1 Marzo 1994: Inizia il viaggio della Korabi Durres dal porto di Durazzo: il carico ufficialmente e’ denunciato come rottami di rame. Il 2 marzo la nave giunge nell’antiporto di Crotone e il 3 viene ispezionata dalla locale Capitaneria Cardinale Paul Poupard, Presidente del Comitato Scientifico dell’Accademia Bonifaciana Lui fondata vanta oltre 4.000 iscritti in tutto il mondo, mentre il quotidiano online “Petrus”, consultabile all’indirizzo Internet www.papanews.it e completamente dedicato alla divulgazione del Magistero del Santo Padre Benedetto XVI, vanta centinaia di migliaia di lettori ogni giorno in Italia e all’estero, attestandosi così tra i principali organi di informazione cattolici della Rete”. Il Premio Internazionale ‘Bonifacio VIII’, giunto alla quinta edizione, nel 2003 è stato conferito al Servo di Dio Giovanni Paolo II. di Porto che sospetta un trasporto Tg3 Rai, e l’operatore Miran Hroclandestino di profughi albanesi. vatin.I due erano in Somalia per seInvece nella stiva figurano effetti- guire la guerra tra fazioni che stava vamente solo rottami di rame gettati insanguinando il Paese africano e un po’ alla rinfusa: 1200 tonnellate. le operazioni militari lanciate dagli La nave viene comunque scortata Usa, insieme ad altri paesi tra cui per 15 miglia da una motovedetta: l’Italia, con il nome di ‘Restor hope’. procedura singolare dal momento Stando alle numerose testimonianze che tutto risultava in ordine. Succes- in loco, poco prima dell’omicidio i sivamente da Crotone viene allertata due giornalisti stavano indagando la Capitaneria di porto di Palermo su un traffico di rifiuti e armi che dove la Korabi arriva il 4 marzo. Le vedeva coinvolto il nostro paese autorita’ marittime, oltre a ripetere e la stessa Somalia. 13 dicembre i controlli gia’ effettuati a Crotone, 1995: Durante un viaggio verso La effettuano anche dei rilievi per valu- Spezia, decisivo per le indagini sullo tare eventuali tracce di radioattivita’: spiaggiamento della motonave Rosil controllo da’ esito positivo, e il ca- so, il capitano di corvetta Natale De rico di radioattivita’ risulta superiore Grazie muore improvvisamente in ai limiti previsti dalla legge. Viene circostanze a dir poco sospette: gli negato alla nave il permesso di scari- esami autoptici e le perizie predicare il proprio carico e di entrare nel sposte dalla magistratura non hanno porto di Palermo. Il 9 marzo la nave mai fornito risposte certe sulle cause riparte da Palermo con destinazione della morte. Va rilevato che il capiDurazzo, ma il 10 la nave compare tano DeGrazia era uno dei piu’ attivi nelle acque di Pentimele, nei pressi e capaci collaboratori deimagistrati di Reggio Calabria, senza presentare calabresi e che la sua morte fu un tracce di radioattivita’ ai nuovi con- colpo mortale peril prosieguo delle trolli delle autorita’ marittime. Parte indagini. Nel 2004 il Presidente delcosi’ l’inchiesta giudiziaria per ac- laRepubblica Carlo Azeglio Ciampi certare un eventuale scarico in mare conferi’ alla memoria del capitano da parte della suddetta nave. La nave De Grazie la Medaglia d’oro al vascompare poi fino all’aprile 1995. Il lore di Marina. circolo di Legambiente di Catanzaro raccolse in quel caso puntuali testimonianze da un gruppo di sub circa la sosta anomala di una motonave, durante quei tre giorni, a ridosso della cosiddetta fossa di Badolato, profonda oltre 1000 metri. 20 Marzo 1994: A Mogadiscio, un commando somalo uccide Ilaria Alpi, inviata del Ilaria Alpi, inviata del Tg3 Rai Cultura 28 N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre CINEMA OGGI A cura di Salvatore D’Ettoris Sei anteprime alle giornate professionali di cinema A Sorrento dal 27 al 30 novembre. Registi e attori presenteranno i loro nuovi film. Premiati con i “Biglietti d’oro” artisti e operatori. Saranno 6 le anteprime presentate a Sorrento, dal 27 al 30 novembre, in occasione della XXX edizione delle Giornate Professionali di Cinema, manifestazione organizzata dall’Anec, l’associazione nazionale degli esercenti, in collaborazione con Anem e Anica. Oltre al campione d’incassi negli Stati Uniti American Gangster, diretto da Ridley Scott ed interpretato da Denzel Washington e Russell Crowe, sarà proiettato il nuovo film di Sean Penn, Into the wild, tra i più applauditi alla recente Fe- sta del Cinema di Roma. Il premio Oscar Philip Seymour Hoffman è invece il protagonista - insieme ad Ethan Hawke, Albert Finney e Marisa Tomei – del thriller Onora il padre e la madre, per la regia di Sidney Lumet. Tra le altre anteprime in programma Charlie Bartlett di Jon Poll, commedia interpretata da Robert Downey Jr., lo spagnolo Rec, horror diretto da Jaume Balaguerò, e il film italiano Riparo di Marco Simon Puccioni, opera dedicata al tema dell’immigrazione che vede tra i suoi protagonisti Maria De Medeiros e Antonia Liskova. Nel corso delle Giornate Professionali, che avranno come sede l’Hilton Sorrento Palace, saranno consegnati i La giusta distanza Un film di Carlo Mazzacurati Con Giovanni Capovilla, Ahmed Hafiene, Valentina Lodovini, Giuseppe Battiston, Fabrizio Bentivoglio Drammatico Biglietti d’oro agli artisti, ai film e alle sale di maggiore successo della stagione 2006/2007. Registi ed attori presenteranno invece alcuni dei film italiani più attesi della prossima stagione in occasione delle “convention” delle singole case di distribuzione. I dati e le analisi sull’andamento del mercato saranno comunicati nel corso della conferenza stampa congiunta di Anec e Anica, in programma per il 28 novembre. Confermato, infine, il Magis, mostra di prodotti tecnologici per le sale, presente per tutta la durata della manifestazione. Agata Amato Film campione d’incassi “American Gangster” Giorni e Nuvole di Silvio Soldini con Margherita Buy, Antonio Albanese, Alba Rohwachere e Giuseppe Battiston A a giusta distanza è il nuovo film di Carlo Mazzacurati presentato alla Festa del Cinema di Roma. Concadalbero è un paesino alla foci del Po. In genere non accade niente di particolare nella vita dei suoi abitanti. Sebbene sin dall’inizio aleggi un’aria di tragedia: c’è qualcuno che uccide sistematicamente i cani randagi. Giovanni è un ragazzo di 18 anni che aspira a diventare giornalista di cronaca. Riesce ad ottenere un lavoro in un giornale di provincia grazie all’incontro con il caporedattore, interpretato da Fabrizio Bentivoglio. L’uomo gli detta una sola regola: saper mantenere la “giusta distanza” dai fatti e dalle persone. Né troppo vicino, altrimenti ci si fa coinvolgere, né troppo lontano, altrimenti la gente non si confida. Il paesino viene scosso dall’arrivo della giovane maestra, Mara, una bellissima ragazza che attira l’attenzione di tutti. Giovanni osserva da lontano la nascente passione tra Hassan, un tunisino ben integrato nel paese e la bella Mara. Ma tutto viene sconvolto da una tragedia. Mazzacurati dipinge il ritratto dei paesini di provincia. Il latente razzismo presente negli abitanti, pronti ad accusare il diverso per non guardare dentro sé stessi. Il regista la chiama la “banalità del male”. Più che sul giallo, guardando questa pellicola, occorre concentrarsi sui rapporti tra le persone, sull’ambiente che li circonda e sull’attenta analisi della società. Il tabaccaio sposato con la russa scelta sul catalogo, la famiglia di Hassan, che, sebbene integrata nella società, deve fare i conti con qualche razzista che non esita a ricordargli che loro sono degli “stranieri”, il conoscersi tutti ma solo in modo superficiale. Le interpretazioni degli attori sono davvero molto buone.. Spicca quella di Giovanni Capovilla, che, sebbene il protagonista, riesce a non eccedere in protagonismi e a dare una giusta misura alla sua interpretazione. Molto buona anche l’interpretazione di Ahmed Hafiene che cattura nei suoi occhi il senso della tragedia di chi è costretto ad andare via dal proprio Paese per ritrovarsi in un luogo in cui rimarrà sempre e comunque un diverso. Giuseppe Battiston, è stato premiato come miglior interprete italiano. Questa la motivazione: “per la sensibilità, l’ironia e l’accuratezza con cui si è calato nei panni del personaggio di Amos, rappresentando, insieme ad un cast d’eccezione, con poesia e realismo la contraddittoria realtà della provincia italiana nel bellissimo film di Carlo Mazzacurati, La Giusta Distanza.” nche questo bel film italiano, come “La giusta distanza” è stato presentato alla Festa di Roma, e ha messo d’accordo pubblico e critica. Il nuovo film di Soldini parla di un problema molto attuale, la ricerca difficile del lavoro. Giorni e Nuvole viene descritto come un film drammatico con punte da commedia… come può essere la vita stessa. E’ interpretato da Margherita Buy e da Antonio Albanese. I due bravi attori interpretano una coppia colta e benestante con vent’anni di matrimonio alle spalle e una figlia di nome Alice. Elsa e Michele, questi i nomi dei due coniugi, si ritrovano improvvisamente a fare i conti con la disoccupazione e il mondo del precariato. Il futuro non si presenta più così tranquillo e prevedibile: svanisce la certezza di poter contare su stabilità e serenità. Gli equilibri che sembravano consolidati rischiano di crollare e di travolgere ogni aspetto della loro vita, persino il rapporto con la figlia. Moglie e marito sono costretti ad affrontare la crisi, a fare scelte difficili e a reinventarsi. Una vicenda familiare diventa per il regista l’occasione per guardare alle difficoltà della società di oggi, in cui le certezze del passato sono state messo in discussione, e il posto fisso e sicuro sembra essere diventato un’utopia, cogliendo impreparata culturalmente una generazione sia di imprenditori che di lavoratori. Soldini è aiutato in questo difficile compito da un ottimo gruppo di attori: Margherita Buy interpreta una donna che prima si ritrova spiazzata dalla verità. Il suo mondo è stato spazzato in un secondo, evita i suoi amici e deve rinunciare al suo lavoro di restauratrice (non pagato) ma sa risollevarsi e fare scelte pratiche. Antonio Albanese è molto convincente nell’interpretare Michele, dapprima non si fa prendere dal panico ma conta sulle sue capacità professionali. Trovandosi di fronte ad un mercato del lavoro che non vuole professionisti ma solo manovalanza il suo equilibrio si sfalda e si ritrova a fare i conti con la sensazione di impotenza e di inutilità. Il cammino verso il futuro è difficile e Soldini vede nei valori familiari l’unico appiglio su cui farsi forza e andarvi incontro. A.A. A.A. L Il caso Thomas Crawford (Fracture) di Gregory Hoblit con Anthony Hopkins, Ryan Gosling, David Strathairn, Rosamund Pike T homas Crawford, interpretato da Anthony Hopkins, è un ricco imprenditore nel settore dell’ aeronautica. Ha scoperto che la sua giovane e bellissima moglie ha un amante. Sin dalle prime scene si intuisce che Crawford è un uomo molto meticoloso, il suo hobby è la costruzione di congegni molto particolari su cui far rotolare palle di vetro, il minimo difetto può far cadere la pallina, ma le sue creazioni non hanno difetti. L’uomo affronta la moglie e, guardandola impassibile negli occhi, la uccide. Non fugge, ma si barrica in casa e compie gesti apparentemente senza senso. Aspetta l’arrivo della polizia e, in una scena di grande effetto, si fa catturare. Il suo caso, apparentemente facile, visto che ha anche confessato, viene affidato ad un giovane procuratore rampante, Willy Beachum (Ryan Gosling ) che sta per lasciare la procura per andare a lavorare in un importantissimo studio legale. Willy commette il gravissimo errore di sottovalutare Tom: è più concentrato sul suo nuovo lavoro che sul caso affidatogli, e questo gli è fatale. Naturalmente Anthony Hopkins è un mostro di bravura, del resto lui è riuscito ad impersonare il male assoluto; molto buona anche l’interpretazione di Ryan Gosling, che riesce a reggere il confronto con Hopkins e a rendere evidente la maturazione del suo personaggio. I punti forti di questo ottimo thriller sono quindi, le interpretazioni dei due attori protagonisti, ma anche l’abile sceneggiatura, che, come le costruzioni di Crawford, ha un perfetto rapporto di causa/effetto. La tensione rimane fino all’ultima scena, e il procedere della storia è appassionante. Anthony Hopkins e Ryan Gosling A.A. Religione R N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre Herr varum, il Signor Perché: Kurt Godel Cosimo Galasso 2^ Parte I l nuovo dogma diventò: ”Tutta la Realtà è materia. Il monismo materialista concepiva il reale come un “intero” che soltanto la scienza empirica era in grado d’indagare. Questa visione rigida e unilaterale del mondo-contrariamente alle previsioni- andò in crisi proprio grazie ai progressi della ricerca scientifica. Le nuove scoperte della fisica -es., il concetto di campo, per spiegare i fenomeni dell’elettromagnetismo-misero in crisi il concetto tradizionale dell’azione a distanza del modello newtoniano e, soprattutto, la scoperta delle geometrie noneuclidee, affossò, per sempre, l’idea di uno spazio euclideo, assoluto e necessario; concezione, questa, che già aveva ammaliato Kant(1724-1804). Sull’esigenza di sintonizzare le tesi del positivismo alle nuove scoperte -nel XX secolo- nacque il neopositivismo-logico, del quale si fece portabandiera proprio il Circolo di Vienna. La differenza sostanziale fra le due correnti filosofiche, sta nel fatto che i neopositivisti “viennesi”attribuirono un ruolo preponderante alla logica formale o matematica. Per questo motivo comparve l’aggettivo “logico”accanto al termine positivismo. La conoscenza andava riformulata su basi rigorosamente empiriche: quest’assunto, tra l’altro, rappresenta la vera essenza dell’odierno riduzionismo che vuole restringere il discorso razionale al modello offerto dal metodo della fisica. I promotori del Circolo, da M.Schlick (1882-1936) a R.Carnap (18911970), da Hahn (1879-1934) a Neurath (1882-1945) sostenevano che lo “spirito scientifico” dovesse permeare anche la filosofia, pena l’insignificanza di quest’ultima. Sostenevano, altresì, che un filosofo per poter dire qualcosa di sensato dovesse conoscere, obbligatoriamente, una disciplina scientifica: ogni enunciato metafisico era, per ciò stesso, privo di significato. Il processo cognitivo -secondo i “viennesi”- per avere contenuto noetico doveva, necessariamente, seguire queste tappe: a) La scienza empirica formula degli asserti.b) L’Analisi logica vaglia questi asserti.c)Il procedimento logico riduce gli asserti ad affermazioni elementari sui dati sensibili. Il cuore di questo processo, dunque, è il principio di verificazione al vaglio del quale -attraverso osservazioni empiriche -deve essere passata “ogni”proposizione. Adesso, attenzione alla parolina”ogni”. La metafisica, cacciata dalla porta, rientrò dalla finestra. Il verificazionismo -e i neopositivisti con esso- entrarono in crisi allorquando non seppero rispondere-eccetto un vago tentativo abbozzato da R.Carnap- ad una domanda che, nella recente riformulazione per opera del filosofo Michele Marsonet- suona così: ”Com’è possibile accertare, mediante osservazioni puramente empiriche, la verità Gianfranco Greco Pellegrino Giovanni Paolo II tra le civiltà del mondo San Paolo Pagg. 216 Euro 14,00 L’autore ha selezionato i viaggi più rappresentativi di papa Wojtyla e ha raccontato i sentimenti con i quali il pontefice li affrontava: dal suo affetto per l’Africa, ai tentativi di comprensione e dialogo in Asia, alla nuova proposta di evangelizzazione in America e in Europa. Insieme all’annuncio del Vangelo, ovunque portava parole di pace e di speranza. Ubaldo Terrinoni La sapienza del cuore Meditazioni bibliche EDB Pagg. 224 Euro 17,00 L’uomo del nostro tempo si ritrova, sovente, a vivere esistenze parallele: una esteriore, in cui appare sicuro di sé, disinvolto, professionalmente serio e comunicativo, ricco di hobby; una interiore, ben nascosta, piena di insicurezze, ansie, inquietudini e dubbi, connotata dall’incapacità di trovare vie d’uscita. A quanti non intendono rassegnarsi a tale stato di cose il volume suggerisce un metodo efficace: la meditazione. I della stessa proposizione che esprime il principio di verificazione? Dal momento che ciò non si può fare, occorre ammettere che tale proposizione “sfugge” alla verifica osservativa…” Dopo pochi anni dalla nascita del circolo viennese N. Whitehead(18611947), molto opportunamente, richiamò l’attenzione su di una verità solo apparentemente banale: “La matematica può contare il numero di atomi di una mela, ma non può fornire la mela”. Nella Vienna di allora, per stigmatizzare la pretesa esclusivamente empirista dei neopositivisti, circolava una gustosissima barzelletta, assai indicativa, della quale si fece promotore V.E.Frankl e che lo studioso S.L. Jaki ha così riportato: ”C’erano due vicine le quali decisero di portare la loro disputa davanti a un rabbino rinomato per la propria saggezza salomonica. La materia del contendere era un gatto che, sosteneva una delle due, aveva divorato il suo pezzo di burro da cinque libbre, mentre la convenuta, proprietaria del gatto, sosteneva che questi animali non mangiano burro. Dopo aver ascoltato ambo le parti il rabbino fece portare il gatto e lo mise sulla bilancia, il cui ago raggiunse esattamente il segno delle cinque libbra sulla scala. Osservando attentamente quest’ultimo il rabbino disse allora:”Abbiamo trovato il burro, ma era chiaramente perplesso e, grattandosi la testa, si chiese con un sospiro: Ma adesso dov’è il gatto?” Davvero esilarante ed efficace per descrivere lo zeitgest coevo a Godel. (II parte). L iflettiamo con i C’è un punto “Zero” dal quale è necessario ricominciare. “Zero” nel senso che “Gesù” non vale a nulla per il mondo contemporaneo; “Zero” per azzerare i pregiudizi. Questo libro è stato scritto per le tante persone che sentono simpatia nei confronti del Nazareno ma che sono frastornati e confusi dalle tante parole che si dicono su di lui. Paolo Curtaz Gesù zero San Paolo Pagg. 328 Euro 15,50 Come vuole la tradizione, il vecchio zio Gennaro Matino Peppe, napoletano d’altri tempi, l’ultima Il pastore della meraviglia domenica di novembre comincia a scartocSan Paolo ciare i suoi pastori per fare “O Presepio”. Pagg. 160 Euro 13,00 Con l’aiuto di Gennarino, un ragazzino di undici anni, zio Peppe inizia il sacro rito dello scartocciamento, spiegando al suo interlocutore il significato di ogni statuina e di ogni elemento del presepe. Vostro figlio torna da scuola e vi dice che il professore vuole convertirlo all’evoluzionismo. Va a catechismo e gli spiegano che le religioni sono tutte uguali, perché bisogna credere nella pace e nella tolleranza. Guarda la tv e scopre che sposarsi tra uomini e donne oppure tra uomini e uomini o donne e donne è la stessa cosa, basta che c’è l’amore. A. Gnocchi, M. Palmaro Io speriamo che resto cattolico Piemme Pagg. 237 Euro 13,50 Roma città sacra di ieri e di oggi. Il libro offre Claudio Rendina una panoramica completa non solo di tutte le Le chiese di Roma chiese cattoliche esistenti, con le basiliche e Newton & Compton gli oratori – facendo riferimento agli annessi Pagg. 384 Euro 9,90 conventi, monasteri e catacombe – ma anche di quelle delle religioni cristiane non cattoliche, nonché degli edifici di culto ebraico e musulmano. Enrico Mazza La basilica cristiana contemporanea Ancora Pagg. 64 Euro 6,00 Questo primo volume indaga sull’adattamento delle chiese e sulla collocazione teologico-rituale dello spazio cultico, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II. Si mostra il rapporto stretto e di confronto fra la creazione artistica e lo spazio sacro, nei termini di appartenenza ai valori di contemporaneità. Cosa c’è dopo la morte? Ogni cultura e ogni epoca hanno tentato di rispondere a questa domanda elaborando una propria concezione dell’aldilà. Da questa domanda dipende infatti il nostro modo di vivere. Condiziona la vita, la quale, a sua volta, condiziona l’aldilà. (continua...) ibri dello Karl Ermann Schelkle Gli angeli Città Nuova Pagg. 61 Euro 3,50 Karl Hermann Schelkle, per anni professore di Teologia del Nuovo Testamento all’Università cattolica di Tübingen, passa in rassegna, dalla Genesi all’Apocalisse, la Scrittura. Un libro semplice e dallo stile asciutto, scritto con grande maestria ed equilibrio, per saperne qualcosa di più sulle radici della fede cristiana negli angeli. Angelo Comastri L’Angelo mi disse Autobiografia di Maria San Paolo Pagg. 132 Euro 12,00 Soltanto un narratore e maestro spirituale come Angelo Comastri può avere l’ardire di mettersi nei panni della Madre per eccellenza e raccontare con dolcezza e realismo, i sentimenti forti vissuti da Maria in alcuni momenti fondamentali della sua esistenza: dall’annunciazione alla presentazione al tempio; gli eventi della vita pubblica di Gesù, dalle nozze di Cana alla Crocifissione; le grandi apparizioni di Maria a Lourdes e a Fatima. Libri 29 S Andrè Myre L’aldilà Città Nuova Pagg. 61 Euro 3,50 pirito Willibald Bosen L’ultimo giorno di Gesù di Nazaret Elledici Pagg. 448 Euro 45,00 Questo libro offre un’esposizione storicocritica d’insieme dell’attività e della Passione di Gesù in Gerusalemme, che tiene conto dell’archeologia e della topografia dei luoghi. Pur avendo un taglio storico, il libro non manca della dimensione teologica: di nessun altro testo biblico si è tanto spesso abusato come dei racconti della Passione, e risulta perciò importante essere forniti di conoscenze basilari. Heirich Spaemann Il diavolo Città Nuova Pagg. 61 Euro 3,50 Tentatore, padre della menzogna, omicida fin da principio, principe di questo mondo: così la Scrittura definisce il diavolo (letteralmente: colui che divide, disunisce). È una realtà di cui facciamo esperienza sempre di fronte ai piccoli e grandi mali della storia dell’umanità e della nostra vita: l’esperienza, cioè, di potenze e forze che si oppongono a Cristo, che allontanano da Dio cercando di costruire il loro dominio attraverso la menzogna. Gianfranco Ravasi I volti di Maria nella Bibbia San Paolo Pagg. 320 Euro 38,00 Illustrato dalle splendide immagini della tradizione pittorica di tutti i tempi, il testo presenta la Madre di Gesù partendo dai brani biblici dall’Antico Testamento (Genesi, Esodo, Rut. Salmi, Isaia) e del Nuovo Testamento (Annunciazione, Magnificat, Fuga in Egitto, Natale,Vangeli dell’infanzia, Nazareth, Nozze di Cana, Crocifissione, Atti degli Apostoli, Apocalisse). Il sapiente commento di Ravasi fa risplendere il volto della donna e della madre Giuliani-Marzia Il vescovo filosofo Federico Borromeo e “I sacri ragionamenti” Olschki Pagg. XXII-426 Euro 45,00 Federico Borromeo ha affidato a I sacri ragionamenti la custodia letteraria della sua predicazione. Interrogato a partire dall’inedito apparato delle redazioni manoscritte e dei materiali preparatori di studio, il corpus omiletico dischiude l’accesso al laboratorio intellettuale dell’autore, fondato su un’imponente architettura della memoria e armonicamente finalizzato alla costruzione di una ‘filosofia cristiana’ di matrice enciclopedica. Economia 30 Affitti e condominio Confedilizia risponde La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti innanzi all’Autorità Giudiziaria. I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200 Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.confedilizia.it www.confedilizia.eu oppure telefonare al numero 06.67.93.489. RECESSO ED INDENNITÀ Il proprietario di un negozio ha ricevuto dal proprio inquilino la comunicazione di recesso per motivi di salute. Si domanda se tale recesso sia legittimo e se il proprietario sia comunque tenuto a corrispondere al conduttore l’indennità per la perdita dell’avviamento. Bisogna distinguere, nel caso di specie, se il contratto preveda o meno la facoltà di recesso dell’inquilino. Nel primo caso non si pongono problemi di sorta, in quanto il recesso corrisponde ad un diritto riconosciuto al conduttore fin dall’inizio del rapporto contrattuale. Nel secondo caso, invece, il conduttore ha facoltà di recedere dal contratto – ai sensi dell’art. 27, comma 8, l. n. 392/’78 – solo nell’ipotesi in cui ricorrano gravi motivi. Occorre quindi che il lettore, sia pure con la discrezione che la questione impone, chieda qualche maggiore delucidazione sulle condizioni di salute dell’inquilino, considerato che se queste sono tali da rendere non impossibile ma anche soltanto difficoltoso l’esercizio dell’attività commerciale, egli ha certamente diritto di recedere. In ogni caso è bene precisare che, trattandosi di risoluzione del contratto per iniziativa dell’inquilino, il locatore non è tenuto a corrispondere l’indennità per la perdita dell’avviamento, altrimenti pari all’importo di diciotto mensilità dell’ultimo canone. APERTURA DI UN SECONDO ACCESSO Si domanda se un condomino, senza chiedere alcuna autorizzazione agli altri condòmini, possa aprire sul muro comune un secondo accesso al proprio appartamento. La risposta è affermativa a condizione che il nuovo accesso non pregiudichi la stabilità e il decoro architettonico dell’edificio (in questo senso Trib. civ. Milano, 13 maggio 1996, n. 4456). MANUTENZIONE E RICO- STRUZIONE DEI BALLATOI Un condomino domanda come debbano essere ripartite le spese di manutenzione e ricostruzione dei ballatoi. Il ballatoio è un balcone che gira intorno ad un edificio o a parte di esso sia esternamente che internamente, con parapetto di protezione. Per le spese relative alla sua manutenzione e ricostruzione è stato ritenuto applicabile il criterio di riparto dettato dall’art. 1124 c.c. per le scale (in questo senso Trib. Milano sent. 24 novembre 1988). DEPOSITO CAUZIONALE INSUFFICIENTE Un proprietario, a locazione cessata, ha riscontrato diversi danni nel proprio immobile per riparare i quali a cura di Pier Luigi Ascani Artigianato e politiche industriali Il Mulino Pagg. 296 Euro 23,00 Con questo secondo rapporto sull’artigianato, Artigiancassa fa il punto sulla situazione, le tendenze ed i fenomeni che caratterizzano il settore delle imprese artigiane in Italia. I temi centrali del volume riguardano gli effetti delle politiche di sostegno attivate in Italia, e gli orientamenti delle imprese artigiane per quanto concerne gli investimenti, l’innovazione e la ricerca. Bernardo Caprotti Falce e carrello Le mani sulla spesa degli italiani Marsilio Pagg. 187 Euro 13,50 Bernardo Caprotti è l’imprenditore che ha portato all’eccellenza i supermercati in Italia. Ne ha fatto un caso di rinomanza internazionale, nel settore. A 81 anni ha deciso di rompere il suo riserbo (niente interviste, niente fotografie, poche apparizioni pubbliche, tanto lavoro) e in questo libro-denuncia racconta ciò che ha dovuto subire per mano delle Coop. N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre A cura di Gianfranco D’Ettoris C’è il gambero, sotto le “case di lusso” Corrado Sforza Fogliani Presidente Confedilizia D alla riduzione dell’Ici prevista dalla nuova Finanziaria sarebbero dunque esclusi - secondo un emendamento del relatore di maggioranza e salvo incidenti di percorso - gli immobili “di lusso” (questo il “messaggio” passato sulla stampa), identificati tout court in quelli delle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. Una domanda, però, viene subito spontanea. Di questi tempi, infatti, esponenti del governo non fanno altro che predicare una cosa: che il Catasto è inadeguato, è anzi iniquo, va rifatto (e su base patrimoniale, tanto per stare al sicuro ed il deposito cauzionale, a suo tempo versato dall’inquilino, si è rivelato insufficiente. Si domanda come ci si debba comportare in tali casi. Ai sensi dell’art. 1590 c.c., l’inquilino è responsabile dei danni, ma non delle condizioni dell’immobile conseguenti al suo uso ordinario ed al decorrere del tempo. Pertanto, allo scopo di individuare i veri e propri danneggiamenti e soprattutto di poterne dare dimostrazione anche a distanza di tempo, è necessario che il locatore faccia constatare e verificare le condizioni dell’immobile al momento del rilascio o immediatamente dopo. A tal fine sarà necessaria la verifica da parte di un tecnico, meglio se designato dal Tribunale con il procedimento previsto per gli accertamenti tecnici urgenti. Accertati i danni, questi – per la somma residua considerato l’importo del deposito cauzionale – andranno richiesti al conduttore prima stragiudizialmente (e quindi con una normale raccomandata), e poi se questo non intende risarcirli, anche giudizialmente e cioè promuovendo una causa. U essere cioè certi di incassare di più, perfino il triplo). Ma se è iniquo, e non aggiornato, perché rifarsi al Catasto? La ragione c’è, eccome. Se si fosse voluta fare, per identificare le case “di lusso”, una scelta oggettiva, lo strumento ci sarebbe infatti stato. E’ il D.M. 2.8.1969 n. 1072, che stabilisce - papale papale - le “caratteristiche delle abitazioni di lusso”. Le stabilisce in modo oggettivo, tanto per i contribuenti che per il Fisco. La tabella allegata al provvedimento è inequivoca, e valida in ogni tempo: fa riferimento alla superficie delle unità immobiliari, ai materiali usati, alle previsioni degli strumenti urbanistici e così via. Il Catasto, invece, non ha un’impostazione di questo tipo, uguale per tutta Italia. Anzi, è esattamente il contrario. Il Catasto ha un carattere - come tutti sanno - “comparativo”, si basa sul confronto con “unità tipo” diverse da zona a zona (e le zone censuarie sono centinaia e centinaia). I “quadri di classificazione” (che servono per attribuire - con l’operazione di classamento - la sua propria categoria e classe ad ogni unità immobiliare) si riferiscono dal canto loro alla qualità media degli immobili delle varie zone. Una casa che può essere classificata in un modo in una zona, può essere classificata diversamente in un’altra. Secondo il Comune di Roma - tanto per fare un esempio - sono da considerarsi in A/1, ai fini Ici, perfino “miniappartamenti ricavati dal frazionamento di ville, qualora si trovino in posizioni di particolare pregio o prestigio” (una realtà all’evidenza presente - fatto salvo ogni giudizio sulla categoria ritenuta nella fattispecie equa - solo nella capitale). Davanti a parametri fissi come quelli della normativa citata ed a criteri estremamente vari come quelli del Catasto, perché - allora - prendere a base quest’ultimo strumento? La verità è che, sotto l’ “immobile di lusso”, c’è il gambero. Allargare il campo degli immobili di lusso modificando una normativa che dà buona prova di sé da decenni (tant’è che non si è mai sentito il bisogno di modificarla: ha criteri che si aggiornano da soli), sarebbe A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192 Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr tilità Luigi Furini Pareri di diritto civile Giuffrè Pagg. XIV-278 Euro 25,00 Il volume contiene 50 pareri svolti per offrire ai candidati all’esame di avvocato un metodo affidabile per affrontare la prova scritta. Le tracce sono organizzate in Sezioni, allo scopo di individuare per ogni parte del diritto gli argomenti di maggiore attualità, che potrebbero costituire oggetto delle future prove concorsuali. Elisabetta Corradi Guida alla redazione del parere civile Giuffrè Pagg. XIV-186 Euro 17,00 Il volume fornisce ai candidati dell’esame di avvocato gli strumenti necessari per la costruzione di un metodo vincente per affrontare la prima prova scritta. Il Percorso si sviluppa attraverso: · l’indicazione dei consigli utili a una gestione funzionale dei tempi di studio e di esame; · l’illustrazione della strategia di redazione del parere di diritto civile attraverso suggerimenti pratici e criteri metodologici essenziali. stato troppo scoperto. Meglio, allora, riferirsi al Catasto. E ritenere “di lusso”, per cominciare, gli immobili di categoria A/1 (che, peraltro, non sono definiti - a Catasto - “di lusso”, sibbene “signorili”); “di lusso” pure quelli di categoria A/8 (le “ville”, sempre per il Catasto: e ciascuno di noi sa bene quante ve ne siano non proprio “di lusso”) e - per finire - gli immobili di categoria A/9 (che - anche qua - non sono i soli “castelli”, come impropriamente dice la relazione che accompagna l’emendamento di maggioranza sulla loro esclusione dai nuovi benefici Ici, ma i “castelli” ed anche i “palazzi di eminenti pregi artistici e storici”: tutti, finora, fiscalmente tutelati, per i costi di manutenzione che comportano ed a mero ristoro dei vincoli statali di destinazione ed uso che su di loro gravano, e ora - al contrario - penalizzati). Ma non è tutto. Il ricorso al Catasto è ingegnoso anche per altri motivi: ai Comuni sono stati ultimamente attribuiti poteri in materia di classamento (l’operazione di cui s’è già detto) degli immobili ed anche (con un provvedimento attualmente all’esame della giustizia amministrativa, su ricorso della Confedilizia) in materia di attribuzione dell’estimo ai singoli immobili, senza che debbano neppure interpellare l’Agenzia del territorio: ci penseranno loro, dunque, a “mettere le cose a posto”. C’è da scommettere che cominceranno una grande campagna per azzerare la (fittizia) riduzione promessa portando una caterva di immobili in A/1 soprattutto, ma anche nelle altre due categorie escluse dalla stessa (fittizia) riduzione. Se poi si aggiunge che il Governo si è opposto (e si oppone) all’introduzione nel nostro ordinamento giuridico di un rimedio di merito a proposito degli estimi, cioè a proposito della base imponibile delle varie imposte immobiliari (il rimedio che c’è ora è solo di legittimità; e di questi tempi interessa invece proprio quello di merito, sulla congruità delle tariffe...), si vede subito in che Stato viviamo, e vogliono farci vivere. Altro che Stato di diritto. Viviamo in uno Stato predatore, e basta. C’è dentro tutto. A cura di Molteni, Bertolini, Pedrini Il mestiere di CSR manager Il Sole 24 Ore Pagg. XXXVIII-236 Euro 28,00 La Corporate Social Responsibility (CSR) è la nuova frontiera del fare impresa. Un tema di grande attualità su cui tutte le aziende dovranno impegnarsi, nei confronti dei consumatori e dei diversi interlocutori, sempre più attenti ai valori sociali e ambientali del mondo del business. Di fatto, sempre più spesso all’interno delle imprese opera una nuova figura professionale: il “CSR manager”, ossia il responsabile del coordinamento e dello sviluppo delle politiche di CSR. Alessandro Magnoli Bocchi, Matteo Piazza La banca mondiale Il Mulino Pagg. 132 Euro 8,80 Con un bilancio di 280 miliardi di dollari e più di 10.000 dipendenti, la Banca mondiale è l’istituzione leader nella lotta alla povertà, eppure molti la accusano di aggravare il divario tra paesi ricchi e paesi poveri. A cosa si deve questo scarto? In questo volume la storia, gli obiettivi, il funzionamento, e - attraverso esempi concreti - i successi, i limiti, le ipotesi di riforma della principale istituzione internazionale nel campo dello sviluppo. Luigi Garbagnati Giurisprudenza agraria Il processo agrario Giuffrè Pagg. XIV-412 Euro 32,00 La nuova edizione del volume tiene conto delle più significative decisioni edite successivamente al 2003, nonché dei contributi forniti dalla dottrina. Si articola in tre parti: Le sezioni specializzate agrarie; Il rito delle controversie agrarie; La sospensione dei termini nel periodo feriale. Completano il volume tre Indici: bibliografico, cronologico ed analitico. Bruno Scarpa I novel food Di Renzo Pagg. 136 Euro 40,00 Il campo normativo dei novel food si è rivelato complesso nello svolgimento delle sue procedure di autorizzazione. Questo testo è un aiuto indispensabile per tutti gli addetti del settore. Indice: Alimenti, nutrienti e dieta - I novel food - L’uso tradizionale - Interferenze del regolamento su prodotti disciplinati da norme specifiche come integratori alimentari - Novel food autorizzati - Tipologie di novel food - Catalogo dei novel food - Modifica del N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre D opo un’estate che sembrava non finire mai, in questi giorni sono arrivate le piogge e le temperature iniziano a scendere. A poter accendere prima degli altri gli impianti di riscaldamento saranno, a partire da lunedì prossimo - 15 ottobre - gli abitanti di Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Urbino, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona, Vicenza e, in generale, di tutti i Comuni situati nelle zone climatiche contraddistinte dalla lettera “E”. I Comuni siti nelle zone climatiche “F” (quali - per esempio - Belluno, Bormio, Brennero, Brunico, Cor- Cultura ita e V salute Riscaldamenti accesi in molte città distinto sei diverse zone (“A”, “B”, “C”, Periodo di accensione Orario consentito* “D”, “E”, “F”) ed ha imposto per ogni 1° dicembre - 15 marzo 6 ore giornaliere zona precisi criteri relativi al periodo di B 1° dicembre - 31 marzo 8 ore giornaliere accensione degli impianti ed all’orario C 15 novembre - 31 marzo 10 ore giornaliere giornaliero massimo D 1° novembre - 15 aprile 12 ore giornaliere di accensione degli stessi. I Sindaci dei E 15 ottobre - 15 aprile 14 ore giornaliere Comuni possono Nessuna limitazione nessuna limitazione F tuttavia ampliare, a fronte di comprova* Le eccezioni sono elencate nel sito della Confedilizia. te esigenze, i periodi annuali di esercizio tina d’Ampezzo, Courmayeur, fedilizia ricorda infatti che le e la durata giornaliera di accenCuneo, Ovindoli, Pescasseroli, accensioni delle caldaie sono sione dei riscaldamenti, dandone Stelvio, Trento), invece, non scadenzate - ai sensi del D.P.R. immediata notizia alla popolahanno limitazioni temporali n. 412 del 1993 - in differen- zione. Al di fuori di tali perio(potendo in qualsiasi momento ti periodi a seconda della zona di, gli impianti termici possono accendere i propri impianti), climatica in cui i singoli Comuni essere attivati solo in presenza mentre tutti gli altri Municipi, sono inseriti, mentre i Comuni di situazioni climatiche che ne per attivare i riscaldamenti, do- non presenti in alcuna delle zone giustifichino l’esercizio e, covranno ancora attendere qual- in questione sono disciplinati da munque, con durata giornaliera che giorno, come si può vedere apposito provvedimento del Sin- non superiore alla metà di quella nella tabella sottostante. Con- daco. In particolare, la legge ha prevista a pieno regime. Zona climatica A I l componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, propone la costituzione di una commissione tecnico-scientifica interministeriale presso i Ministeri della Salute, dell’Ambiente dello Sviluppo economico e delle Attività Produttive, che valuti i rischi per la salute dei cittadini connessi centrali termoelettriche a combustibili fossili e termovalorizzatori – inceneritori e indichi la via per alternative ecocompatibili. Sono ormai anni che per risolvere i problemi energetici del Nostro Paese si discute sull’opportunità di creare nuove centrali termoelettriche a combustibili fossili o addirittura di utilizzare i rifiuti solidi urbani attraverso termovalorizzatori – inceneritori. La questione energetica cozza inevitabilmente con quelle ambientali e sui rischi per la salute dei cittadini. Infatti, come è ormai noto ai più, la creazione di imponenti centrali termoelettriche a carbone o che si alimentano dai derivati del petrolio ha comportato un aumento in alcune zone del Paese dell’incidenza di tumori e di malattie alle vie respiratorie con conseguenti notevoli costi per tutta la società. Solo per fare un esempio, da indagini della Direzione Qualità della Vita del Ministero dell’Ambiente e validate dall’Arpa risulta che nel Nord Salento che è interessato dagli indubbi influssi dell’emissioni della centrale a carbone di Cerano a ridosso delle province di Brindisi e Lecce, la città di Lecce, apparentemente estranea ad un coinvolgimento diretto, sia invece segnata dal peggiore dei primati, che più di un attore ha messo in legame frontale con la centrale brindisina: si tratta delle incidenze neoplastiche diffuse dal Registro tumori jonico - salentino. La classifica delle tre province del Salen- 31 una centrale termoelettrica della comunità scientifica mondiale è giunta a risultati molto spesso negativi ed intollerabili per la salute pubblica, ci scontriamo con la difficoltà di reperire dati ufficiali di fonte statale per chiarire una volta per tutte se il Nostro Paese può realmente concedersi la creazione di questi siti o se si debbano una volta per tutte abbandonare queste strade per la ricerca di soluzioni ecocompatibili e definitive in tema di energia negativa sulla popolazione e sulla vita dei cittadini, forse maggiore, specie a lungo termine. Per queste ragioni, il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, propone la costituzione di una commissione tecnico-scientifica interministeriale presso i Ministeri della Salute, dell’Ambiente dello Sviluppo economico e delle Attività Produttive, che valuti i rischi per la salute dei cittadini connessi a centrali termoelettriche a combustibili fossili e di smaltimento dei rifiuti. Inoltre, non crediamo che per tentare di risolvere un’emergenza ambientale o energetica se ne debba per forza di cose creare un’altra dall’incidenza e termovalorizzatori – inceneritori e indichi la via per alternative ecocompatibili. Frutti di bosco: del bosco hanno solo il nome R oma - L’immagine che immediatamente ci viene alla mente, quando a fine di un pranzo ci propongono frutti di bosco, e’ quella bucolica di verdi distese e di boschi incantati. Evidentemente non e’ cosi’ perche’ i frutti di bosco, del bosco hanno solo il nome. Suggeriti come dessert, sotto forma di macedonia, di crostata, immersi nella panna o con un po’ di succo di limone e miele, i frutti di bosco lusingano la nostra fantasia, e’ difficile negarsi. I lamponi, i mirtilli, i ribes, la mora e l’uva spina (varieta’ di ribes) si trovano sul mercato tutto l’anno, benche’ il loro periodo di maturazione vada da maggio a ottobre. Sono quindi coltivati in serra, specialmente in Germania, Olanda e Polonia, ma anche in Italia, nel Trentino e in EmiliaRomagna, con tutto cio’ che comporta una coltivazione forzata: uso di fitormoni, di fertilizzanti. Il nostro consiglio: mangiare i frutti di bosco nella stagione della loro maturazione naturale. Rischi per la salute dei cittadini to vede Lecce al primo posto con un’incidenza dell11,8% dei casi di tumore alle vie respiratorie, seguita in modo tutt’altro che scontato dai due poli industriali del territorio, Brindisi (9,3%) e Taranto (8,3%). Discorso analogo va riportato per quella che da alcuni è ritenuta l’ultima frontiera dello smaltimento dei rifiuti, la creazione dei famigerati termovalorizzatori, che ha ottenuto il placet di alcune amministrazioni regionali e di alcuni ambienti governativi nell’intento di risolvere l’emergenza ambientale dei rifiuti con il duplice fine di eliminare i rifiuti e di creare contemporaneamente energia utilizzabile, quando invece, da una parte tali siti sarebbero produttivi di scorie, specie aeree, dannosissime per la salute mentre dall’altra le soluzioni parrebbero sotto gli occhi di tutti a partire da un’ampia campagna nazionale sulla raccolta differenziata. Ebbene, ad oggi, pur essendo evidente che tale politica “ambientale - energetica” comporterebbe un ulteriore aggravio dell’aumento di gravi malattie nelle zone dove verrebbero a crearsi questi nuovi siti e non solo, perché gran parte Giovanni D’Agata Crosta del pane benefica R oma - Protegge dal cancro e dalle malattie cardiovascolari. Sono le proprieta’ della crosta del pane, scoperte da due ricercatori tedeschi, esperti in chimica degli alimenti, il dott. Thomas Hofmann dell’Universita’ di Monaco e la dott.ssa Veronica Faist, dell’Istituto di nutrizione umana e scienze alimentari di Kiel (Germania). L’effetto benefico e’ dovuto alla formazione di un derivato della lisina. La lisina e’ un amminoacido essenziale, presente in molte proteine animali e vegetali, f a vorisce la crescita, la riparazione dei tessuti e la produzione di anticorpi, ormoni, enzimi; il nostro organismo non e’ in grado di produrlo per cui dobbiamo assumerlo dagli alimenti. Durante la cottura, l’amminoacido lisina si combina con l’amido contenuto nella farina e forma un derivato (pronil lisina) presente sulla superficie indurita del pane, la crosta appunto, in particolare in quello di segale e frumento. Il processo di formazione del derivato della lisina e’ favorito da una lunga lievitazione. Insomma ritornare alle antiche abitudini, una lievitazione prolungata e una buona cottura del pane, non puo’ che far bene: al gusto e alla salute. Lo storico britannico Christopher Dawson è conosciuto anche in Italia come un grande storico della cultura e, in particolare, della formazione della Cristianità occidentale. Assertore dell’inevitabile «morte» delle civiltà quando si esauriscono i princìpi che le animano, anzitutto quelli religiosi, a partire dagli anni 1930 dedica una parte rilevante della sua opera alle crisi culturali che in epoca moderna e contemporanea hanno minato l’edicio della civiltà occidentale e alle loro ricadute socio-politiche. Ne La religione e lo Stato moderno, del 1935, esamina il comunismo sovietico, il fascismo e il nazionalsocialismo, ai quali associa il New Deal statunitense e il laburismo britannico, insieme come esito e come reazione alla disgregazione provocata nella società occidentale dalla losoa liberale. Il fenomeno totalitario si produce quando le ideologie rivoluzionarie, glie di un’errata teologia della storia, per quanto non riconosciuta come tale, s’incarnano in sistemi di potere con un’efcacia tecnica senza precedenti. Su questa base Dawson mette in guardia dalle possibili derive totalitarie delle società democratiche occidentali conseguenti alla secolarizzazione, ovvero alla eliminazione della prospettiva religiosa dalla vita pubblica, promossa dallo Stato moderno, che quasi ineluttabilmente evolve nel senso di un maggior controllo sociale ancor più che di una crescente pianificazione economica. Liberalismo e comunismo marxista vengono da Dawson discussi alla luce della dottrina sociale della Chiesa Cattolica, non prima di averne confrontato la visione della storia con quella del cristianesimo, di cui ricostruisce l’origine, dai libri profetici ebraici all’Apocalisse di san Giovanni e a sant’Agostino. D’Ettoris Editori I-88900 Crotone, via Lucifero, 40 tel. 0962/90.51.92 fax 0962/90.25.28 ISBN 978-88-89341-09-4 pp. 195 euro 17,90