Roma - Corriere del SUD

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Anno XVI N° 16/2007 - 15 Novembre
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L’ex premier ha archiviato in sostanza la Casa delle Libertà
Il nuovo grande Partito del popolo italiano
Sette milioni di firme per licenziare il Governo di sinistra
Giorgio Lambrinopulos
O
ggi nasce ufficialmente qui il nuovo
grande partito del
popolo italiano, un partito
aperto che è contro i parrucconi della vecchia politica.
Invito tutti ad entrare senza
remore e a venire con noi,
questo è quello che la gente
vuole”. Così Silvio Berlusconi in piazza San Babila a
Milano per la conclusione
della raccolta di firme contro il governo Prodi. Il Cavaliere, attorniato da cori da
stadio e urla e da una grande bolgia, ha arringato la
folla con un megafono per
poi improvvisare un comizio in mezzo alla piazza.
“Abbiamo raccolto oltre 7
milioni di firme contro il
governo - ha annunciato il
leader di FI - perché gli italiani vogliono le elezioni
per eleggere un governo che
sia in armonia con la loro
volontà”. “Forza Italia si
scioglierà nella nuova formazione” ha detto Berlusconi, spiegando che il
nome dovrebbe essere ‘Partito del Popolo Italiano della Libertà’ e che la sua
‘’speranza è che aderiscano
tutti nessuno escluso. Sarà
un partito protagonista della
democrazia e della libertà
per i prossimi decenni”. “La
gente ci chiede di essere
uniti per fronteggiare la sinistra - ha continuato - e per
questo diamo vita a una
nuova formazione politica,
diamo vita oggi stesso, ne
ho parlato con i responsabili politici. Lo vogliono tutti
i cittadini, le milioni di per-
sone che hanno firmato ai
nostri gazebo, persone che
sono per la metà di Forza
Italia e per la metà di altri
partiti, persone che vogliono stare insieme. Forza Italia è un nome che ha contato
- ha rilevato Berlusconi -
L’Emergenza sicurezza e le bugie della sinistra
Domenico Bonvegna
L
a barbara uccisione di
Giovanna Reggiani
fa esplodere non solo
la paura ma anche la rabbia
nei comuni cittadini e non
poteva mancare la demagogia dei vari politici, con in
testa quelli di sinistra che
sostengono che la destra sta
strumentalizzando il delitto
di Roma. C’è voluto il morto
per fare emergere lo squallido degrado in cui è ridotta
la capitale. Il sindaco Veltroni dov’era? A viaggiare
per i quattro continenti, a
proporsi come scrittore di
romanzi e di saggi, a orga-
nizzare feste per il cinema
e balli in piazza? Un sindaco non può permettere che
bidonville da quarto mondo
si siano ormai insediate non
soltanto attorno alla città
ma anche nei pressi del suo
centro storico e di quartieri
residenziali.
Sicuramente anche altre città italiane
offrono simile degrado, ho
potuto vedere personalmente il cambiamento in negativo che ha subito la città di
Milano rispetto a qualche
decennio fa. Nel maggio
scorso un giornale di Milano quelli che ti danno gratis nella metropolitana, più
di una volta ha pubblicato
in prima pagina una serie
di fotografie di zingarelli,
rom, o altra genia in azione,
nell’impunità più assoluta,
borseggiano gli ignari passanti per la stazione centrale di Milano; in un altro
interessante servizio ben
documentato con relative
immagini fa vedere come in
certi quartieri di Milano, all’interno dei palazzi è praticamente impossibile vivere; giorno e notte i milanesi
sono costretti a convivere
con violenze e intolleranze
inaudite, troppo per un paese civile. L’esasperazione
dei cittadini è palpabile,
l’anno scorso sempre a Milano ho assistito ad un dibattito in cui era presente il
ministro degli interni Giuliano Amato, che parlando
d’immigrazione è stato subissato di fischi ed epiteti
poco ortodossi.
Adesso
dopo l’omicidio di Roma,
il dibattito sulla convivenza
nelle nostre città si accende. Si scopre di essere in
balia del primo ladro o violentatore di turno senza che
lo Stato fa nulla per evitare il reato. Hanno scritto
che il Governo di Romano
Prodi ha preso provvedimenti immediati perché
c’era di mezzo il sindaco
di Roma che non è un sindaco qualsiasi, dovrebbe
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ma si scioglierà nella nuova
formazione”. La nuova iniziativa verrà presentata
“probabilmente domani’’.
Quanto alle riforme, “vedremo se dall’altra parte arriveranno proposte o se diranno di sì alle nostre
proposte, in questo caso saremo lieti di trovare per il
nostro Paese una direzione
di svolta che possa aiutare
la democrazia, lo sviluppo e
la libertà”. Il coordinatore
di Forza Italia, Sandro Bondi, presentando i dati relativi alla tre giorni di raccolta
di firme, ha poi annunciato
che ‘’la prossima settimana
ci sarà una nuova mobilitazione con i gazebo in tutta
Italia per le adesioni al nuovo partito”. Una “scorciatoia plebiscitaria e personalistica”, presentata in modo
“confuso”, e nella quale An,
che “non si scioglie”, non è
intenzionata ad entrare. Intervistato da Maurizio Belpietro nella rubrica ‘Panorama del giorno’ su Canale
5, Gianfranco Fini si esprime in questi termini sul
nuovo Partito del popolo
della libertà lanciato ieri da
Silvio Berlusconi. “Non ho
capito se è nuovo partito o
un restyling di Forza Italia”
esordisce Fini, aggiungendo che ieri Berlusconi ha
“sostanzialmente archiviato
la Casa delle libertà”. “E’
chiaro - dice ancora il leader di An - che Berlusconi
tenta di mettere il popolo di
centrodestra in sintonia con
la sua persona. E’ legittimo,
forse esagera quando se la
prende con coloro che nel
centrodestra sono e restano
indispensabili per non far
vincere Prodi. Lo inviterei a
riflettere su quanto gli ha
detto Bossi: attenzione perché con le migliori intenzioni del mondo poi si rischia di fare l’interesse
Continua a pag 2
Pino Arlacchi
La mafia imprenditrice
Dalla Calabria
al centro dell’inferno
Il Saggiatore
pp. 318 €. 17,50
A partire dagli anni sessanta e settanta, la nuova imprenditoria mafiosa afferma e consolida il proprio
potere all’interno della vita economica, politica e
sociale di interi settori produttivi su scala nazionale
e internazionale. Onore e ricchezza divengono sinonimi, e lo stile di vita del mafioso cambia.
Politica
Segue dalla prima
dell’altra parte”. In ogni caso, ribadisce
Fini, “l’idea di un grande raggruppamento di centrodestra è un’idea che a noi
stava a cuore e sta a cuore”, ma il modo
con cui ieri è stata lanciata la proposta
“non ci interessa”. Perciò An “non si
scioglie” e quanto all’ipotesi di entrare
nella nuova formazione “non se ne parla
proprio. Eravamo pronti a discutere con
Forza Italia, saremo pronti a discutere
con il nuovo partito”, quando ne saranno
chiari “i principi, le idee e le forme di
organizzazione”. Per ora “non ci preoccupiamo più di tanto, calma e gesso...”.
Infine la replica all’attacco del Cavaliere
ai ‘’parrucconi’’ della politica: “Come si
vede ho ancora qualche capello, non mi
riconosco in quella categoria”. Fini nelle
parole pronunciate dall’ex premier coglie, però, anche “scenari interessanti” in
materia di riforme e legge elettorale.
“Berlusconi, coi colpi di scena che gli
sono congeniali, ha aperto scenari nuovi
ed interessanti, ha fatto esattamente - afferma Fini - quello che diciamo da tempo. Lo avevo invitato a muovere le pedine, ha detto testualmente che è pronto a
discutere delle proposte del centrosinistra. Questo è un oggettivo cambio di
strategia ed era ora che lo facesse. Oggi
credo debba concentrarsi in modo particolare ad un confronto con il centrosinistra ad una nuova legge elettorale”. Inoltre, “leggendo i giornali, ipotizza di
sostenere il referendum: un Berlusconi
sostenitore del referendum sarebbe il
massimo”. Fini poi ribadisce che “Prodi
prima va a casa e meglio è per tutti”, visto che “è il peggior governo della storia
repubblicana. Purtroppo Prodi andrà a
casa solo quando in Parlamento ci sarà
un’alternativa e il dialogo e il confronto
sulla legge elettorale può essere il Vietnam di Prodi, il terreno sul quale Prodi
perde la sua partita dopo essersi salvato
nel confronto sulla Finanziaria”. “Se la
politica e’ cosi’ poco stimata, e’ perche’
non da’ un senso per il futuro”. E’ stato il
ministro dell’Interno Giuliano Amato,
intervenuto ad una commemorazione di
Aldo Moro nel trentennale dell’ultimo
discorso pronunciato dallo statista democristiano a Benevento, a denunciare
“una situazione in cui oggi la politica e’
tutta immersa nel presente, nella rappresentazione di emozioni e reazioni a fatti
che accadono e non si riesce ad andare
oltre. Si aspettano solo i fatti per potere
insultare l’altro”. In questo modo, ha avvertito, la politica non riesce piu’ a pensare “ad un paese che sta sempre piu’
andando per i fatti suoi”, con un aumento della “traccia della violenza: ci sono
bambini che si giocano a dadi centinaia
di euro e poi organizzano baby-prostituzione per pagarsi i debiti. Questa non e’
sociologia, e’ politica. Se non riusciamo
a seguire questi fenomeni saremo condannati da Dio e dagli uomini”. La legge
elettorale “non puo’ essere fatto al solo
scopo di premiare il partito piu’ grande”.
Al contrario, rileva Giuliano Amato,
“occorre premiare le coalizioni di governo, coalizioni che pensino al paese”.
Quanto al Partito democratico, “guai se
vuole fare tutto da solo. In una societa’
come questa, pretendere di accorpare le
rappresentare in due partiti di qua e di la’
e’ fuori dal mondo”, ha detto il responsabile del Viminale intervenendo a Benevento ad un incontro di commemorazione di Aldo Moro. “E’ bene quindi che nel
centrosinistra ci sia una forza capace di
essere baricentro ma altro -ha avvertitoe’ essere monopolisti: baricentro e’ aggregare, e’ una coalizione che condivide
motivazioni e aspirazioni, pensando al
domani”. “Non gioisco per quel che capita nel centrodestra, per le divisioni.
Come diceva Aldo Moro, bisogna evitare di logorare l’altro perche’ cosi’ si logora il paese”. Lo sottolinea Clemente
Mastella, intervenendo a Benevento ad
una commemorazione di Aldo Moro. Il
leader dell’Udeur fa invece l’esempio di
una “non opposizione” costruttiva e propone alla Cdl “un accordo programmatico, anche dando una scadenza al governo prima della fine della legislatura”. Ma
intanto Berlusconi va avanti «Vi ricorderete sempre di essere stati qui, oggi, in
piazza San Babila». È domenica 18 novembre 2007, l’ex Premier spalanca le
braccia nell’aria frizzante delle grandi
occasioni, guarda negli occhi Michela
Vittoria Brambilla e a Milano dà l’annuncio che tutti aspettavano da tempo:
Forza Italia si scioglie e nasce il Partito
del Popolo italiano della libertà. Addio
alla vecchia Cdl, chi ci sta ci sta e chi
non ci sta si arrangi. Inclusi An e Udc,
Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini? «Non devo, non voglio convincere
nessuno. Se aderiscono bene, altrimenti
andremo avanti con la forza della gente.
Contro i parrucconi della politica». Gente «gli altri dicono società civile» è la
parola d’ordine del nuovo, la formula
magica scaccia palazzo. Sono gli otto
milioni che hanno firmato per chiedere
le dimissioni del governo Prodi: «Almeno la metà delle persone venute nei nostri gazebo non appartiene a Forza Italia
ma a altri partiti e ciò dimostra che i nostri elettori sono più avanti di noi». È la
massa che «ci chiede di essere uniti per
fronteggiare la sinistra». Anche a costo
di dribblare alleati riottosi e correre alla
meta da solo. La gente lo assedia, lo tallona fino alla macchina, non lo lascia
andare. Berlusconi quasi si arrampica
sul tetto e improvvisa un nuovo comizio
per spiegare il futuro di quel che è stata
la Cdl: «Nasce un grande partito. Forza
Italia è un nome che ha contato ma si
scioglie e confluisce in questa nuova formazione. Invitiamo tutti a venire con
noi. Avremo una nuova classe dirigente
e saranno fatti fuori i vecchi fannulloni».
Parole sufficienti a scatenare il panico tra
i vertici azzurri e non solo. Una rivoluzione totale: «Saranno libere assemblee
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
a eleggere i rappresentanti. Tutte le cariche saranno decise democraticamente».
In mezzo alla gente che saluta, incita, fa
sventolare striscioni, non c’è spazio né
tempo per commentare gli attacchi di
Fini, le critiche di Casini, gli smarcamenti della Lega. Berlusconi salta oltre,
fonda il nuovo partito e si propone come
l’interlocutore, il passaggio obbligato
per qualsiasi proposta politica in arrivo
dal centrosinistra. È un’apertura al dialogo sulle riforme: «Se l’altra parte avanzerà proposte o dirà sì alle nostre proposte saremo lieti di trovare per il nostro
Paese una direzione di svolta che arricchisca la democrazia, lo sviluppo e la libertà». Insomma, chi vuole trattare deve
fare i conti con lui e con il nuovo Partito.
Lestamente, l’Udc manda avanti Mario
Baccini, per salutar democristianamente
il colpo di barra impresso a sorpresa da
Silvio Berlusconi. Non se l’aspettavano,
nel partito di Pier Ferdinando Casini, un
colpo di scena così clamoroso, ma ne
temono gli sviluppi. E dunque Baccini,
quello con le carte più in regola ma che
non polemizza più di tanto con Forza
Italia, è amico di Casini ma non certo
succube, è forte nel suo territorio e ha
lanciato il «manifesto di Subiaco», ieri
sera non ha perso tempo per giudicare
«positiva l’apertura di Berlusconi alle
riforme». Dite che l’apertura alle riforme è soltanto un aspetto, e nemmeno il
più eclatante, della «bomba» lanciata dal
leader di Forza Italia? Gli è che nell’Udc,
il timore che Berlusconi possa aprire un
tavolo sulla riforma elettorale con Walter
Veltroni, ma con due sole sedie, serpeggia da qualche settimana. Gli ammiccamenti tra i due sono noti. Così come la
coincidenza di interessi tattici tra i due
partiti dominanti sul proprio schieramento e spesso insofferenti dei rispettivi
cespugli. Nel primissimo pomeriggio, a
In mezz’ora di Raitre, Casini s’è lasciato
sfuggire un «anzi, Gianni Letta sta già
parlando con Veltroni», dopo aver gene-
rosamente auspicato che Berlusconi «attivi» il suo consigliere più fidato, perché
«nella storia di Forza Italia ci sono le manifestazioni e i banchetti, ma se non ci
fossero state le crostate di casa Letta non
ci sarebbe nemmeno il fenomeno di Forza
Italia». La dichiarazione di Baccini suona
come un invito alla pace e una richiesta di
non cedere alle lusinghe esclusive del leader del Partito democratico. Lo scenario
dell’«apertura alle riforme» è quello che
l’Udc invoca da oltre un anno, dice il vicepresidente del Senato spiegando: «In questi giorni di riflessioni e diverse conversioni, assistiamo a prese di posizione di buon
senso, talora lungimiranti. Ci auguriamo a
questo punto che, una volta trovata la luce
sulla via di Damasco, alle parole seguano
i fatti e che non si tratti di mera tattica o
ripicca ma della intenzione ad anteporre
davvero gli interessi generali del Paese ad
altre meno nobili dinamiche». E la gente ,
quella Gente che ha firmato di mandare
Prodi a casa da oggi ha una ragione in più:
tasse, Non sono ancora arrivate nelle tasche degli italiani che gia’ sono andate,
gia’ in buona parte, in fumo.Tra tasse, mutui e rincari, e’ gia’ segnato il destino delle
tredicesime che lavoratori e pensionati attendono a dicembre. Il monte complessivo
della tredicesima mensilita’ e’ pari quest’anno, riferisce l’Adusbef, a 33,4 miliardi di euro (+ 0,9 miliardi rispetto al 2006),
cosi’ ripartite: 9,9 miliardi ai pensionati;
8,60 miliardi ai lavoratori pubblici; 14,90
ai dipendenti privati (agricoltura,industria
e terziario).’’Si tratta di una finanziaria di
svolta, perche’ e’ la prima manovra da
anni in cui non aumentiamo le imposte,
non aumentiamo il peso sui cittadini, ma
cominciamo a restituire risorse ai cittadini
e alle strutture produttive. Questa’ e’ la
svolta di cui il Paese aveva bisogno’’. Ne
e’ convinto il premier Romano Prodi che
ai microfoni del Tg1 difende la finanziaria
approvata ieri dal Senato. ....
il periodo di tre mesi, ma si sa con
certezza che resterà in Italia dopo
90 giorni senza alcuna conseguenza; 4. Hanno usato il decreto
flussi 2006 come sanatoria fittizia
per i clandestini che già c’erano,
piuttosto che come strumento per
far arrivare i regolari dai Paesi di
origine; 5. Hanno adottato norme
per l’asilo che sono lo strumento
per far entrare chiunque; 6. Non
hanno varato la morotoria sulla libera circolazione di persone
dalla Romania; 7. Non applicano
la direttiva UE n. 38/2004 sulla
espulsione dei comunitari che non
hanno un reddito lecito. (Alfredo
Mantovano, Sicurezza, le bugie
della sinistra sulla Bossi-Fini,
3.11.07 l’Occidentale).
G.L.
Segue dalla prima
essere il “salvatore” della patria
del centrosinistra, quindi subito
convochiamo il consiglio dei ministri e facciamo il muso duro ai
rumeni. Non si era mai visto una
cosa simile: tutto per accontentare Walter, in palese difficoltà. E’
demagogia della Destra? Penso di
no, chi ha un minimo di ragione
ha capito che le cose sono andate
così. “Il delitto di Roma è stato
il primo delitto dell’era Veltroni
segretario del Pd. E, per gli strateghi della ualter-comunicazione,
non può passare l’idea che nella città amministrata dal futuro
leader del centrosinistra si possa morire così, mentre si torna a
casa dallo shopping[…] Veltroni
ha fatto il diavolo in quattro per
piegare il governo alle sue esigenze.” (Mario Giordano, Ma i
razzisti non hanno alibi, 4.11.07
Il Giornale). Ma che cosa ha partorito il governo Prodi? Il solito
pacco: beccare a caso un po’ di
rom borseggiatori, qualche rubagalline e via viaggio aereo pagato
per Bucarest. Scommettiamo che
fra qualche giorno ce li troviamo di nuovo in Italia? E magari
tra qualche settimana, passata la
grand’ondata emotiva, svanita la
pressione mediatica, non ci sarà
più nessuna espulsione, il foglio
di via diventerà carta straccia.
Sarà una vera e propria presa in
giro, il decreto così com’è, non ha
conseguenze concrete. E’ una presa in giro, in realtà, quel decreto
si limita a spostare i fascicoli delle espulsioni dal tavolo del ministro dell’Interno al tavolo dei prefetti sostiene Alfredo Mantovano,
ex sottosegretario agli interni del
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I Funerali di Giovanna Reggiani
governo Berlusconi. In pratica
la sinistra è la meno adatta a fare
una politica sulla sicurezza e tantomeno il governo Prodi che è prigioniero della sinistra cosiddetta
massimalista, basta vedere cosa
hanno fatto con la legge sull’immigrazione, la Bossi-Fini, una
buona legge letteralmente sabotata dalla sinistra. Anzi hanno avuto
la sfrontatezza di dire che la colpa
del fallimento della politica per la
sicurezza in Italia è della BossiFini. Il senatore Mantovano, che
ha partecipato alla stesura della
Bossi-Fini, in una serie di punti
dimostra invece che la colpa è di
Prodi e Amato, perché: 1. “Hanno
chiuso tre Cpt per l’identificazione dei clandestini (a Ragusa,
a Brindisi e a Crotone). Questo
vuol dire che sono state ristrette
drasticamente le espulsioni effettive: se si riducono i luoghi nei
quali è possibile l’individuazione
al fine della restituzione nel paese
di origine, i clandestini restano in
Italia e si consolida la convinzione che non è possibile procedere
alle espulsioni (quindi ne arrivano altri); 2. Hanno ampliato i ricongiungimenti, andando molto
oltre il nucleo familiare e precludendosi la certezza dell’identità;
a parte coniuge e figli, come si
fa a stabilire che vi è un rapporto di parentela quando si ha a che
fare con Stati nei quali non esiste
neanche l’anagrafe? 3. Hanno
eliminato il visto d’ingresso per
i soggiorni brevi, sostituendolo
con una semplice autocertificazione. Dunque, non si sa con sicurezza chi è colui che viene per
Direttore Editoriale
Pino D’Ettoris
Direttore Responsabile
Tina D’Ettoris
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D. B.
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Pagina Tre
Storie al femminile: Zana, Nadia e Maria
50^ Parte
Roberto Cavallo
A
utrice di due volumi
di grande successo,
“Vendute” (1991) e,
continuazione del primo, “Ti
salverò” (2000), il racconto
autobiografico di Zana Muhsen è ambientato nello Yemen.
Zana è figlia di padre yemenita e di madre anglo-pakistana.
Nonostante le sue origini è
inglese a tutti gli effetti. Nata
e cresciuta a Birmingham, nel
1980, a soli 16 anni, insieme
alla sorellina Nadia - 14 anni viene mandata dal padre a trascorrere un periodo di vacanze
nello Yemen. Nella terra paterna è accompagnata da due
“amici” del papà; la prospettiva all’inizio era entusiasmante: sole, sabbia, il fascino del
deserto e dell’Oriente…Ma
appena giunta a destinazione,
in uno sperduto villaggio yemenita, Zana si rende conto
che quella non è una vacanza
ma un viaggio senza ritorno.
Il padre l’ha venduta - 1.300
sterline il prezzo - quale sposa per il figlio tredicenne del
suo “amico” yemenita. Stessa
sorte, ovviamente, per la sorella Nadia. Senza tanti convenevoli le ragazze, sino ad
allora abituate alle comodità
occidentali e alle luccicanti
vetrine di Birmingham, da un
giorno all’altro sono costrette
a dimenticare tutto e ad obbedire ai dettami della più retrograda cultura araba e yemenita. Diventano spose-bambine
e spose-schiave: prigioniere,
umiliate, obbligate a fornire
continue prestazioni sessuali
ai loro sposi e a partorire in
condizioni disumane. Tutto
ciò dura per otto lunghi anni,
Zana, Nadia e Tina Muhsen
fino a quando Zana riesce a
tornare in Inghilterra grazie
all’aiuto della madre, che,
dopo essersi separata dal marito, nemmeno per un attimo
ha smesso di cercarle. Zana
e Nadia non costituiscono un
caso eccezionale. La stessa
Zana racconta che nello Yemen ha conosciuto altre ragazze inglesi portate lì a loro
insaputa e costrette a sposarsi
e poi a prendere lo chador. Di
solito per non avere noie le ragazze vengono vendute ancora piccole, tanto che in molte
di loro i ricordi dell’Occidente quasi si perdono nel nulla.
Non così per Zana, che aveva
già 16 anni quando venne a
trovarsi in quella assurda situazione; e per 8 anni, nonostante ogni specie di violenza, fisica e psicologica, mai
ha abbandonato la speranza
di ritrovare la madre e di tornare in Inghilterra. Nel 1988,
proprio grazie alla disperata
tenacia di madre e figlia, il
sogno si avvera: il caso finisce sulle pagine dei giornali
e il Foreign Office è costretto
a fare pressioni sulle autorità
yemenite affinché intervengano per liberare le ragazze.
Ma neppure per lo stesso governo yemenita è facile andare contro le consuetudini più
radicate, ispirate dalla legge
islamica. La donna, anche se
rapita e violentata, può ben
poco contro la volontà dello
pseudo-marito; e comunque
nessun diritto può vantare nei
confronti dei figli. Così Zana,
nonostante una dura battaglia
pubblicistica, è costretta a lasciare nello Yemen il figlioletto di tre anni, frutto della
violenza, che necessariamente
dovrà essere educato alla cultura araba paterna. Zana pre-
ferisce comunque
la libertà e ritorna
in Inghilterra; la
sorella Nadia, oramai madre di tre
figli, non riesce
invece a staccarsi
dai bambini e ne
seguirà il destino
nello Yemen. Zana
Muhsen nel suo libro racconta che le
ragazze occidentali sono particolarmente ricercate
anche perché, una
volta sottomesse e
trasformate in perfette mogli arabe
(volenti o nolenti),
dimentiche - dopo
tanti anni - delle proprie origini,
grazie alla loro
vecchia cittadinanza costituiscono un
potenziale biglietto
d’ingresso in Europa per i mariti-padroni. Nonostante
i suoi sforzi, raccontati nel secondo
libro “Ti salverò”,
Zana Muhsen non
riuscirà a riportare
in libertà la sorella Nadia e i suoi
figli, che resteranno nello Yemen. I
due volumi hanno
comunque
fatto
il giro del mondo, e su internet
sono attivi forum, Antonio Socci, scrittore e conduttore televisivo
blog e associazioni
on line che ancora
continuano a sostenere la cau- di trasmissioni televisive per
sa delle sorelle Muhsen. Ma RAI-2, ha scritto nel suo libro
non è solo Yemen. Cambiamo “I nuovi perseguitati” (Ediscenario: Egitto. Il giornalista zioni Piemme, 2002) che il
Antonio Socci, già direttore Novecento è stato senza omdi 30 GIORNI e conduttore bra di dubbio il secolo del più
grande macello di cristiani. Il tutto
suffragato da
scrupolose ricerche documentali. Ebbene Antonio
Socci dedica
l’introduzione di questo
suo volume
a Maria, una
giovane ragazza egiziana, cristiana
copta, che nel
1994, mentre
si trovava a
casa di amici, fu rapita
e stuprata da
un gruppo di
fondamentalisti islamici; per nove
mesi fu tenuta
come
schiava e infine costretta
a convertirsi
forzatamente
all’Islam: “…
Come parte
del loro programma per
trasformare
Maria in una
musulmana,
i sequestratori hanno versato
acido solforico sul suo polso
per cancellare il tatuaggio
della croce che lei portava
come espressione della sua
fede… Mentre Maria era sotto sequestro suo padre andò
alla polizia del Cairo. Lì gli
dissero di dimenticare Maria, che era al sicuro nelle
mani dell’Islam. A quell’uomo sconvolto fu ordinato di
firmare un impegno secondo
cui avrebbe cessato di cercare
sua figlia.” (pag.16). Fortunatamente Maria riuscì a fuggire trovando aiuto nell’associazione “Servi della Croce”,
che provvide a metterla al
sicuro, anche perché con il
ritorno al cristianesimo la ragazza rischiava la pena capitale. Uno dei rappresentanti
dei “Servi della Croce” spiega: “Io mi occupo ogni mese
di un numero di riconversioni
che varia da 30 a 35. In tutto l’Egitto abbiamo da 7.000
a 10.000 casi di forzata conversione all’Islam. E’ nostro
dovere salvarli…” (pag.17).
Maria è soltanto una dei circa
10 milioni di cristiani, copti
per la stragrande maggioranza, che con varie difficoltà
oggi vivono in Egitto: una
comunità minoritaria (su una
popolazione di quasi 70 milioni di abitanti) che deve far
fronte al crescente maltrattamento da parte delle organizzazioni musulmane fondamentaliste, spesso tollerate
e talora perfino incoraggiate
dalle autorità locali.
Politica
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Il Ministro Fioroni cede alla piazza
S
embrava voler dare un’ulteriore svolta alla scuola
italiana reintroducendo gli
esami di riparazione di settembre, invece il ministro Fioroni si
è limitato a un timido provvedimento teso al recupero dei debiti formativi nelle varie materie
attraverso verifiche entro l’anno.
Così dopo l’invito a studiare le
tabelline, le poesie a memoria, la
grammatica, il sano nozionismo
della storia e della geografia, il
ministro Fioroni ha dovuto cedere
ai cosiddetti 60 saggi, pedagogisti “progressisti” e “democratici”
fino ai rappresentanti della destra
per finire agli studenti che stanno
manifestando contro il ministro,
ma questo è normale. Si tratta di
minoranze vocianti, tanto da far
credere che si tratti di maggioranza. Troppo poco speriamo che in
un futuro prossimo si giunga agli
esami di riparazione veri e propri.
“Fioroni andrebbe stimolato ad
essere più coraggioso e incalzato
ad affrontare anche una profonda
revisione dei contenuti dell’insegnamento”. La stragrande maggioranza degli italiani desidera
che nella scuola ritorni il rigore e
la serietà e soprattutto che siano
cancellate certe deliranti riforme
degli ultimi quindici anni. Questo
desiderio è fortemente cresciuto soprattutto nell’ultimo anno
proprio a causa del diffondersi
del bullismo a scuola. “Dar retta
alle manifestazioni studentesche
di questi giorni non significa soltanto non aver capito niente, ma
anche non avere il coraggio che si
richiede ad una classe politica degna di questo nome, la quale non
dovrebbe esitare a fare quel che è
giusto anche di fronte alle proteste, soprattutto tenendo conto che
una scuola la cui organizzazione viene decisa dagli studenti è
morta e sepolta”. (Giorgio Israel,
Sulla scuola la politica cede alla
piazza e sbaglia strada, 18.10.07
l’Occidentale). Era naturale che
“[…]i soliti pedagogisti “progressisti” o “democratici”, la cui
matrice ideologica è ben chiara,
anche se, per godere di un influsso trasversale, predicano che le
loro teorie non sono né di destra
né di sinistra, ma semplicemente
giuste. Infatti, la loro trasversalità
ha funzionato ancora una volta se
pure da destra si sono levati gli
stessi lai e con gli stessi argomenti “progressisti”. (Giorgio Israel,
Sulla scuola è ora che il centrodestra dica da che parte sta, 8.10.07
L’Occidentale). Ma non era naturale che si associassero al coro
di critiche contro Fioroni anche i
rappresentanti della destra, infatti,
ha ragione Giovanni Belardelli a
chiedersi sul Corriere della Sera:
“Il lassismo a scuola è una cosa di
destra?». Già, perché l’abolizione
degli esami di riparazione fu decisa dal ministro D’Onofrio nel
primo governo di centro-destra e
il ministro Moratti ha fatto tutto
meno che reintrodurre il rigore
nelle scuole”. E’ un dato di fatto che la crema del pedagogismo
progressista ha prosperato durante
il governo di centro-destra, spandendo le sue teorie sessantottine
per ogni dove. I rappresentanti
ufficiali della destra si schierano
con il pedagogismo progressista e
sparano contro i provvedimenti di
Fioroni. In tal modo si dimostra
l’incapacità di assumere scelte
responsabili di fronte a questioni
Calderoli che è sempre pronto ad
esibire rigore e fermezza estrema
quando si tratta di questioni padane o di immigrazione, questa
volta sulla scuola ha sbagliato tre
volte – scrive Israel – ha mostrato
di cedere miseramente di fronte
alle sgangherate richieste della
piazza. Non conosce l’umore della gente e per guadagnare qualche misero consenso elettorale,
ne perde tanti altri, soprattutto
delle famiglie e degli insegnanti.
Calderoli non ha capito il merito
della questione, il provvedimento
di Fioroni non ripristina gli esami autunnali, che richiedevano
la formazione di commissioni,
bensì accorcia i tempi di verifica
del recupero dei debiti formativi e cerca di porre rimedio allo
scandalo immorale di studenti
che no fanno nulla e vanno avanti
lo stesso. Comunque sia è interessante sapere che l’abolizione
degli esami di riparazione è stato
uno dei provvedimenti più infelici del primo governo Berlusconi,
e sarebbe interessante conoscere i
nomi di quei pedagoghi ed esperti
che l’hanno suggerito. Si voleva
evitare quella sorta di mercato
nero della preparazione scolastica tramite la quale gli insegnanti
avevano modo di integrare i loro
magri stipendi. “Ma quegli esami
avevano anche degli aspetti positivi che andavano al di là della
possibilità di colmare lacune di
trasparente, e cioè il ritiro della propria
delegazione da un governo di cui non
si condivide la politica giudiziaria. Il
Guardasigilli ha il dovere di determinare nell’odierno Consiglio dei ministri un chiarimento definitivo sulla
linea che il governo ha sin qui seguito
nella politica giudiziaria, chiedendo a
ciascuno di ripristinare quella coerenza tra giudizi e comportamenti senza
la quale non sarà più possibile mantenere in vita l’attuale coalizione. Qualora fosse disattesa questa richiesta di
chiarimento, l’ufficio politico invita
il Guardasigilli e la delegazione governativa ad assumere le conseguenti
determinazioni e decisioni. L’Ufficio
politico si augura che il senso di responsabilità istituzionale prevalga su
tutto, così come giustamente ha osservato il capo dello Stato», conclude
il comunicato dell’Udeur. L’Udeur in
una nota spiega che Mastella, in merito al pm di Catanzaro De Magistris
e all’inchiesta Why Not, ha detto di
«non volerne più parlare. Mi voglio
solo difendere, non chiedo privilegi:
l’inchiesta vada avanti, ma veloce-
mente per non lasciare i cittadini-elettori nel limbo dell’incertezza». «Continuerò la mia battaglia di dignità e di
difesa della mia onorabilità rispetto ai
miei familiari, agli elettori, agli amici
e alla mia storia per far emergere i fatti
nella loro verità, al di fuori di ogni ricostruzione ideologica e di finte verità
manipolate», prosegue la nota. «Lo
farò fino a quando non sarò risarcito
rispetto all’opinione pubblica dell’onore che qualcuno tenta di sottrarmi. Si dica presso quale giudice, non
essendo a conoscenza di alcun fatto e
di alcuna ipotesi di reato a me attribuita, debba recarmi per difendersi come
un normale cittadino che non pretende
e non vuole alcun privilegio Cosi Mastella risponde. E’ un fiume in piena
il Guardasigilli. “Non pronuncerò mai
più il nome di De Magistris né si occuperò mai più di replicare alle parole
che, del tutto al di fuori della riservatezza cui i magistrati sono tenuti, non
dovrebbero essere pronunciate da chi,
magistrato, deve rispondere solo alla
legge e alla sua coscienza”. Chiarimento politico «definitivo» in Consiglio dei ministri. “Purtroppo in queste
settimane si è consolidata una preoccupante anomalia democratica per
cui chi non condivide la politica del
governo in un settore delicato come
la giustizia, come da ripetute dichiarazioni anche televisive, resta nel governo e nella maggioranza. Il Guardasigilli, che a nome di tutto il governo è
il responsabile politico del settore, ha
il dovere di determinare nell’odierno
consiglio dei ministri un chiarimento
politico definitivo sulla linea che il governo, nella sua collegialità, ha sin qui
seguito nella politica giudiziaria, chiedendo a ciascuno di ripristinare quella
coerenza tra giudizi e comportamenti
senza la quale non sarà più possibile
mantenere in vita l’attuale coalizione. Qualora fosse disattesa questa richiesta di chiarimento, che per altro
andrebbe doverosamente allargata ad
altri aspetti dell’attività di governo,
l’ufficio politico invita il Guardasigilli e la delegazione governativa ad
assumere le conseguenti determinazioni e decisioni”. Lo sfogo Clima
teso nell’ufficio politico dell’Udeur,
convocato da Clemente Mastella per
fare il punto sulla difficile situazione
politica. Secondo quanto riferiscono
alcuni partecipanti, il ministro della
Il Ministro Fioroni
che riguardano il futuro del paese
e il futuro dei nostri figli. E quel
che è peggio si dimostra di non
avere alcuna cultura propria dell’educazione e della scuola e di
non essere capaci di altro che di
farsi prestare quella “de sinistra”.
Indicativo il caso del senatore
Siamo alla fine
di un Governo
Clemente Mastella
H
o sentito in Parlamento un’aria
diversa. Siamo alla fine di un
governo. Andiamo alle elezioni. Non c’è più tempo per fare una
riforma elettorale». Così il leader della
Lega, Umberto Bossi, in un’intervista
a Radio anch’io registrata lunedì, ha
risposto alla domanda se a suo parere
siamo alla vigilia dello scioglimento delle Camere, così come sostiene
il pLUdeur e Mastella chiedono un
chiarimento «definitivo» in seno al
governo durante la riunione del Consiglio dei ministri in programma alle
16, smentendo le voci che erano circolate in mattinata delle sue dimissioni
da ministro della Giustizia.cosi come
sostiene presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. «L’ufficio politico dei
Popolari-Udeur», informa una nota,
«prende atto con viva preoccupazione che da settimane una componente
della maggioranza parlamentare (Di
Pietro e l’Idv, ndr) ritiene sbagliata la
politica giudiziaria dell’intero governo. A tali ripetuti giudizi questa componente non fa seguire le conclusioni
tipiche di una democrazia moderna e
preparazione. Essere rimandati
significava infatti rovinare le ferie
estive della famiglia sia perché
sottraeva risorse alle medesime,
sia perché costringeva i genitori
a far dei salti mortali per poter
contemporaneamente andare in
vacanza e consentire al pigro studente di seguire le lezioni private
nella sede di residenza. La conseguenza era che i genitori, spinti da
questi due incombenti calamità,
prestavano maggiore attenzione
al rendimento scolastico del proprio figliolo e, anche per motivi di
bieco interesse, erano più attenti
alla sua attività scolastica.” (Raimondo Cubeddu, Ecco perché gli
esami di riparazione ci piacciono,
13.10.2007 l’Occidentale). Il risultato fu la trasformazione della
scuola in una perdita di tempo o
in un luogo di svago, mortificante tanto per i docenti, quanto per
quegli studenti che s’impegnavano e che provavano un senso di
frustrazione nel vedere alla fine
promossi anche quei compagni
che non avevano studiato. Perché
impegnarsi se tanto la scuola era
una buffonata in cui tutti erano
promossi?
Domenico Bonvegna
Giustizia avrebbe spiegato ai dirigenti
del partito la sua intenzione di dimettersi dal governo. “Voglio vedere se
Prodi accetterà le mie dimissioni”
avrebbe argomentato il Guardasigilli,
amareggiato per non aver ricevuto la
solidarietà del presidente del Consiglio. “Se Prodi dovesse accettare le
mie dimissioni - avrebbe osservato
Mastella, sempre secondo quanto riferito da alcuni partecipanti - allora
un minuto dopo dovrebbe dimettersi
anche lui, visto che è indagato come
me dalla procura di Catanzaro”. Luigi
De Magistris rilancia. Dopo l’avocazione della sua inchiesta da parte della
Procura generale - fascicolo nel quale
risulta indagato il ministro Mastella, il
magistrato si dice “fiducioso” e dice
ai microfoni di Radio24 che utilizzerà
tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento giuridico affinchè il provvedimento di avocazione dell’inchiesta
venga rivisto: è inconsistente in punto
di fatto e di diritto”. E sulle polemiche
politiche dice: “Non mi interessano, io
faccio il magistrato e basta”. intanto il
ministro delle Infrastrutture Di Pietro
polemizza con il presidente Napolitano, che ieri ha detto di “vigilare sulla
vicenda”. Per l’ex pm “è la garanzia
del giorno dopo”. “Con tutto il rispetto
per il capo dello Stato - dice Di Pietro
-, da lui arriva una garanzia del giorno dopo”. “La frittata è già stata fatta
- aggiunge - e ora sarà difficile andare
avanti”. Il ministro ha spiegato che
le iniziative di Mastella nei confronti
del Pm De Magistris e l’avocazione
dell’inchiesta che stava conducendo
creeranno pesanti ripercussioni: “Se
sarà archiviata resterà sempre l’ombra
di un intervento della politica e una
marea di persone cominceranno a non
parlare più “. De Magistris difende
la correttezza del proprio operato: “Il
mio comportamento è stato lineare. Il
conflitto d’interessi non è mio”. “Sono
stato costretto ad intervenire pubblicamente perché ci sono stati troppi
silenzi colpevoli e inquietanti”, dice
ancora. “Ora bisogna aspettare che il
Csm decide senza interferenze e senza
pressioni in tempi rapidi. Io ho denunciato una situazione grave di carattere
generale fondata su fatti concreti”. le
prossime ore sono crissime, per il Governo Prodi...
Giorgio Lambrinopulos
Politica
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
“E’ un momento difficile, dobbiamo comunicare”. Lo dichiara Tariceanu
La questione sicurezza
Prodi: “abbiamo preparato le cose seriamente quindi io sono sereno”
I
l primo ministro della Romania Calin Popescu Tariceanu
è arrivato poco dopo le 13, a
Palazzo Chigi, per un vertice con
Romano Prodi sulla questone sicurezza dopo il decreto legge sulle
espulsioni approvato dal governo
italiano. Dall’aeroporto di Bucarest, prima di partire per Roma, il
premier romeno ha fatto sapere:
“E’ un momento difficile, dobbiamo comunicare”. Tariceanu parlando alla televisione rumena ha
spiegato che “sono state prese misure per rassicurare la maggioranza dei romeni in Italia” e tra queste
“è garantita l’assistenza gratuita a
quelli coinvolti in fatti criminali
in Italia”. Inoltre il primo ministro
ha annunciato l’intenzione di rafforzare la presenza consolare in
Italia. Da parte sua il presidente
del Consiglio Prodi si dice sereno in vista dell’incontro di oggi:
“Abbiamo preparato le cose seriamente quindi io sono sereno”. Sul
vertice tra i due premier, è intervenuto ieri il ministro dell’Interno
Giuliano Amato avvertendo che
considera “inopportuno e poco civile che l’arrivo del presidente del
Consiglio di un Paese amico possa essere eventualmente salutato
da manifestazioni di protesta o
picchetti attorno a Palazzo Chigi,
organizzati da partiti che oggi si
accorgono di non amare i romeni”.
il titolare del Viminale parlando ai
giornalisti a Palazzo Chigi ha garantito che “non ci saranno espulsioni di massa”. Ma dal Consiglio
d’Europa viene lanciato l’appello
perché si trovi una soluzione “calma ed equilibrata” per il caso dei
romeni. “Il governo e i cittadini
italiani hanno il diritto di essere
in collera per il brutale omicidio”
di Giovanna Reggiani, osserva
René van der Linden, presidente
dell’Assemblea parlamentare al
Consiglio d’Europa (PACE), sottolineando però che “l’arresto del
romeno sospettato di questo omicidio non dovrebbe, comunque,
portare ad una caccia alle streghe
dei romeni”. I tre ragazzi con il
bomber nero d’ordinanza sono
in leggero anticipo. Il presidio è
previsto per le 16.30, c’è ancora
una mezz’ora di tempo. «Dovete
capire che il popolo romeno non
tollera umiliazioni» spiega Dan,
ai giornalisti e agenzie stampa
presente sul osto, che ad appena 19 anni ha già nel portafogli
la foto di due figlie. Alza il dito:
«Nessuno deve permettersi di toccare i nostri connazionali all’estero, nessuno ». Quando arriva l’ora
del presidio, davanti all’ambasciata italiana sono in trenta, massimo 40. «Protezione per i nostri
fratelli in Italia», «Non cacciate i
romeni senza colpa», «Chi ci umilia pagherà». La manifestazione è
stata organizzata dal partito Conservatore, uno dei mille partitini
della destra romena. Il vicepresidente Bogdan Pascu mostra il ritaglio di un giornale di Bucarest
e dice: «Se voi ci fate questo, noi
rispondiamo allo stesso modo». A
tutta pagina campeggia la foto di
un manifesto dei fascisti di Forza Nuova, che in questi giorni i
media romeni hanno riproposto a
ciclo continuo. Per quelli in cerca
di visibilità come Pascu e i suoi, è
un pretesto perfetto: «La Romania
deve fare la sua parte e proteggere
Il primo ministro della Romania, Calin Popescu Tariceanu
i suoi figli». L’idea non è un loro
copyright esclusivo. ATimisoara,
una cinquantina di militanti del
Partito di Iniziativa Nazionale,
filorussi, nazionalisti, hanno fatto
la stessa cosa davanti al consolato
italiano. I cori erano decisamente più grevi, l’ostilità manifesta.
L’ambasciatore Daniele Mancini
osserva e non nasconde la preoccupazione. «Stiamo vivendo una
crisi di crescita nei rapporti tra i
due Paesi. Ognuno deve capire le
priorità dell’altro. Siamo in preda
ad un attacco di febbre alta, ma
spero che tra qualche anno questo venga letto come una nota a
piè di pagina nella storia, un bisticcio tra famiglie che poi ricominciano ad andare d’accordo».
L’amore familiare è importante,
ma gli affari ancor di più. Da pre-
Finanziamenti non trasparenti
I
l 10 novembre scorso tre
illustri ricercatori italiani
a livello mondiale - Elena
Cattaneo, Paolo Bianco e Ranieri Cancedda - hanno inviato una lettera al Ministro della
Salute, riguardo i finanziamenti di 3 milioni di euro per la ricerca sulle malattie rare e sulle
cellule staminali previsti nella
Finanziaria 2007. Per i tre ricercatori e’ necessario fare
LETTERA AL DIRETTORE
C
erta bibliografia ha dipinto San Francesco d’Assisi
come un sempliciotto pacifista che nel tempo libero parlava con gli animali e giocava a scopone con i compagni di merenda
della mezza luna. In realtà, i suoi
sermoni erano più simili alle scudisciate di Savonarola che ai “volemose ben” del papa buono, della
luna, delle carezze e dei bambini.
Tra i molti discorsi “dimenticati”,
ecco che proferì nell’assai politicamente scorretta Lettera ai reggitori dei popoli: “Considerate e
vedete che il giorno della morte
si avvicina. Vi supplico perciò di
non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e dalle
preoccupazioni di questo mondo,
poiché tutti coloro che dimenti-
cano il Signore e si allontanano
dai Comandamenti di lui, sono
maledetti e saranno dimenticati
da lui. E quando verrà il giorno
della morte, tutte quelle cose che
credevano di possedere saranno
loro tolte. E quanto più sapienti
e potenti saranno stati in questo
mondo, tanto maggiori saranno i
tormenti che dovranno patire all’inferno..”. “Antipatico” no? Se
le affatto lusinghiere profezie di
Francesco si rivelassero vere, ricchi, potenti, sapienti, “assorbiti” e
“indaffarati” senza fede, avranno
un “grattacapo” in più a cui pensare: meglio una vita da leoni, o
un’eternità da “inceneritori”?
Gianni Toffali
luce su come, con quali criteri
e a quali ricercatori e strutture
vanno i fondi e se e’ vero che
i destinatari siano stati definiti
a priori senza alcuna pubblicita’ e senza alcuna procedura di
valutazione scientifica. I 3 milioni di euro per la ricerca sulle cellule staminali, sono stati
gestiti, a quel che risulta, “direttamente dal Ministero della
Salute e dall’Istituto Superiore di Sanita’, ma non risulta
che sia stato pubblicato un
bando o che singoli ricercatori
o istituzioni abbiano potuto liberamente presentare progetti
o domande di finanziamento”.
I tre ricercatori, nella lettera
al ministro denunciano che il
modo di finanziare la ricerca
sulle staminali e’ sintetizzato
nel neo-anglismo “top-down”,
o di cooptazione, una procedura che non appartiene ad
alcuna realta’ scientifica internazionale. Una catena che dalla Commissione ministeriale
attribuisce risorse verso una
singola istituzione e singoli ricercatori che con un passaparola scelgono i destinatari dei
finanziamenti. Insieme agli al-
tri deputati radicali della Rosa
nel Pugno (Marco Beltrandi,
Sergio D’Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco) abbiamo
presentato al ministro della
Salute un’interrogazione per
sostenere le richieste dei ricercatori e per sapere se non
ritenga di sospendere i finanziamenti, visto il modo assolutamente non trasparente in
cui sono stati elargiti. In due
precedenti interrogazioni, elaborate insieme all’Associazione Coscioni, (1) si era gia’
cercato di fare luce su alcuni
finanziamenti per la ricerca
sulle cellule staminali, quando Enrico Garaci fu nominato
Presidente della Commissione
Ministeriale cellule staminali,
in seno all’Istituto Superiore
della Sanita’, di cui lo stesso
Garaci e’ presidente dal 2001.
Le risposte forniteci non hanno chiarito la “spartizione”
dei fondi, per l’esattezza 7,5
milioni di euro, anzi e’ emerso che la commissione e la
“spartizione” di denaro pubblico avvenne grazie a un regolamento che prevedeva che
chi chiedeva i finanziamenti
sidente di Unimpresa Romania,
l’associazione degli imprenditori italiani che operano qui, lo fa
notare Mario Tempestini, tessile
trevigiano che ha delocalizzato
nel lontano 1997. «Speriamo che
anche in Italia qualcuno si decida
a far prevalere il buonsenso e ad
abbassare i toni». Al registro del
commercio romeno sono iscritte
23.000 società italiane, quattordicimila delle quali attive sul territorio. Le esportazioni italiane in
questo Paese sono nell’ordine di
grandezza di quelle dirette verso i mercati russo e cinese, e
nel 2006 l’interscambio ha superato i 10,5 miliardi di Euro.
Numeri importanti. Da sole, le
speranze dell’ambasciatore non
bastano a placare l’ansia dei
nostri imprenditori. Ci prova
Pierluigi Bersani, primo politico italiano a Bucarest dopo la
morte di Giovanna Reggiani. La
visita era programmata da tempo, ma il fatto che si tratti del
ministro delle Attività produttive non è dettaglio sgradito. «Il
timore che i rapporti si possano
deteriorare esiste, e va evitato».
Bersani tranquillizza, sopisce.
Ma gela i giornalisti romeni
quando si dice «convinto» che
il decreto sulle espulsioni «non
subirà modifiche». L’ambasciatore Mancini, con i suoi modi
garbati, sottolinea la necessità
di fare in fetta: «L’unica soluzione è risolvere presto e bene
questa crisi. Anche perché non
abbiamo un piano B da attuare».
Giorgio Lambrinopulos
era anche chi decideva a chi
destinarli. In quella occasione il Ministro assicuro’ che
per il futuro quella procedura
poco trasparente sarebbe stata archiviata e sarebbero stati
adottati i metodi utilizzati a
livello internazionale di peer
review system, che implica
il coinvolgimento di revisori
terzi e indipendenti. Del resto lo scorso 5 settembre si e’
insediata la Commissione Nazionale della Ricerca Sanitaria
che ha tra i suoi compiti proprio la definizione dei criteri
per la selezione dei progetti
di ricerca secondo il metodo peer review. Purtroppo da
come sembrano essere stati
assegnati questi 3 milioni, non
si puo’ non prendere atto che
non c’e’ traccia delle promesse fatte sui metodi, e nei fatti
si procede nella direzione della “spartizione” non trasparente. Colpisce anche che Enrico
Garaci mantenga la direzione
dell’ISS e il ministero della
Salute lo sostenga per la terza
volta a questo incarico nonostante la commissione Igiene e Sanita’ al Senato abbia
espresso parere contrario, vista la gestione poco trasparente in merito all’assegnazione
dei finanziamenti pubblici.
Politica Europea
POLITICA EUROPEA
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Gli incontri di Trasporti, Barrot nomina
Ronald S. Lauder due nuovi coordinatori
Il presidente del congresso ebraico
mondiale Ronald S. Lauder incontra
il Papa Benedetto XVI e il Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano
I
l presidente del Congresso
Ebraico Mondiale (World
Jewish Congress, WJC), Ronald S. Lauder, ha incontrato a
Roma il Papa Benedetto XVI e il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lauder era accompagnato dal Segretario Generale dal WJC, Michael Schneider.
Lauder e Schneider hanno riconosciuto l’impegno dello stato italiano nella costruzione della pace,
impegnato in azioni diplomatiche
e militari in varie regioni del mondo, quali il Medio Oriente. Durante l’incontro che ha avuto luogo
al Quirinale, Lauder e Schneider
hanno affermato inoltre che l’Europa non deve essere compiacente
con la minaccia del programma
nucleare dell’Iran ed hanno chiesto all’Italia un impegno forte
di fronte alle intenzioni nucleari
del governo iraniano, affermando inoltre : “ Sponsorizzando atti
terroristici in tutto il mondo, il
regime di Teheran ha nel passato
dimostrato che le sue minacce non
sono solo retorica. Nessuna tregua
deve essere data ai fanatici” ha
inoltre sottolineato il presidente
del Congresso Ebraico Mondiale. Nella stessa giornata, Lauder
e Schneider sono stati ricevuti in
Vaticano da Papa Benedetto XVI.
Durante l’incontro il leader del
Congresso Ebraico Mondiale han-
Ronald S. Lauder
no manifestato la preoccupazione
per il ripetersi degli appelli antisemiti di “Radio Maryja”. Lauder e Schneider hanno sollevato
la questione di possibili azioni
in ambito di lotta alla poverta’ e
con leader dell’Islam moderato.
Il Congresso Ebraico Mondiale è
un’organizzazione internazionale
che rappresenta le comunità ebraiche in 80 paesi nel mondo. Il Congresso Ebraico Mondiale ha come
servizio di rappresentare il braccio
diplomatico delle comunita’ ebraiche presso i governi e le istituzioni
internazionali.
Giorgio Lambrinopulos
L
a Commissione, su proposta del vicepresidente
Barrot, ha nominato due
nuovi coordinatori europei per le
reti transeuropee di trasporto: la
signora Karla Peijs per le vie navigabili e il signor Luis Valente
de Oliveira per le autostrade del
mare. I due coordinatori avranno
la missione di agevolare il dialogo tra gli Stati interessati in modo
da meglio sincronizzare i lavori
e i programmi di finanziamento.
“Questi progetti - essenziali per
lo sviluppo di una politica dei
trasporti sostenibile - devono
sormontare notevoli difficoltà:
la scelta di due personalità di riconosciuto prestigio nel mondo
dei trasporti è una garanzia di
successo” ha dichiarato il Commissario Barrot. La Commissione aveva già adottato il 20 luglio
2005 una decisione di nomina
di sei “Coordinatori europei”,
con la missione di facilitare la
realizzazione di alcuni progetti
prioritari in modo coordinato tra
gli Stati membri. I coordinatori europei sono ormai diventati
personalità di riferimento e la
loro attività ha avuto ripercussioni positive su questi progetti.
Sulla scorta dei positivi risultati
finora acquisiti, il Vicepresidente Barrot ha proposto alla Commissione di nominare due nuovi
coordinatori: la signora Karla
Peijs per le vie navigabili e il
signor Luis Valente de Oliveira
per le autostrade del mare. La
signora Karla Peijs ha occupato
tra il 2003 e il 2006 la carica di
ministro dei Trasporti nei Paesi
Bassi. In precedenza, tra il 1989
Aiuti di Stato al gruppo “Legler Spa”
L
a Commissione europea
ha avviato la procedura
formale di esame, prevista dalla norme del trattato UE
sugli aiuti di Stato, riguardo a
una serie di aiuti per un importo totale di 40,7 milioni di euro
che l’Italia intende accordare
alla Legler S.p.A, produttrice di
tessuti denim. Nella fase attuale, la Commissione dubita che
il piano di ristrutturazione della Legler S.p.A. possa ripristinare la redditività dell’impresa
beneficiaria e teme che l’aiuto
possa causare indebite distorsioni della concorrenza in un
mercato caratterizzato da forte
competitività. L’avvio della procedura formale di esame dà alle
parti interessate la possibilità di
esprimere le proprie osservazioni sui provvedimenti proposti e
non pregiudica il risultato della procedura stessa. Il membro
della Commissione responsabile
della concorrenza, Neelie Kroes,
ha dichiarato: “La Commissione
deve accertarsi che un aiuto per
la ristrutturazione ripristini effettivamente la redditività del
beneficiario e non causi indebite distorsioni della concorrenza.
Nel caso dell’aiuto al gruppo
Legler, abbiamo dubbi al riguardo”. La Legler S.p.A. opera in
Lombardia e in Sardegna quale
grande produttrice di denim di
alta qualità, di velluto a coste e
di tessuti tipo flat. Il gruppo versa in difficoltà finanziarie da vari
anni e sta ristrutturandosi. Per
coadiuvarlo nella ristrutturazione, l’Italia intende concedere al
gruppo Legler un aiuto di Stato
in forma di una garanzia a lungo
termine dell’importo di 13 milioni di euro, una sovvenzione a
fondo perduto di 13,2 milioni di
euro e la conversione in capitale del debito del gruppo Legler,
dell’importo di 14,5 milioni
di euro, nei confronti dell’ente pubblico Società Finanziaria
Industriale Rinascita Sardegna
(SFIRS). L’aiuto a favore del
gruppo Legler deve rispondere
agli orientamenti comunitari del
2004 sugli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione che, a
determinate condizioni, autorizzano gli aiuti intesi a ripristinare
la redditività nel lungo periodo
di imprese in difficoltà. In particolare, gli orientamenti si basano
Impianto della Legler Spa in Sardegna
e 2003, era stata membro del Parlamento europeo. Più particolarmente, la signora Peijs
dovrà seguire i progetti
prioritari e il progetto
n. 30 (Canale SennaSchelda), due progetti
essenziali per rafforzare la coerenza della
rete idroviaria transeuropea ed accresce la
competitività di questo
modo di trasporto. Il
primo dei due progetti
consiste nell´eliminare
varie strozzature che
limitano
fortemente Karla Peijs
il rendimento dell´asse
Reno-Meno-Danubio, ma che logica di rete multimodale persono anche situate in zone eco- fettamente integrata, finalizzata
logicamente sensibili. Il secondo non solo a evitare le strozzatuprogetto mira a costruire un im- re della circolazione stradale,
portantissimo anello mancante ma anche ad integrare meglio
della rete che consentirà di col- le regioni periferiche e le isole
legare il porti del mare del Nord dell´Unione.
al bacino di Parigi. Il signor Luis
Valente de Oliveira ha esercitato
G. L.
negli ultimi anni varie funzioni
nel governo portoghese: è stato in particolare ministro della
Pianificazione e della politica
territoriale tra il 1985 e il 1995
e ministro dei Lavori pubblici,
dei trasporti e dell´edilizia tra il
2002 e il 2003. Lo sviluppo delle autostrade del mare - di cui è
adesso responsabile - contribuirà
ad agevolare il trasferimento del
trasporto merci - che oggi viaggia su strada - verso la modalità
marittima. Si tratta di realizzare
collegamenti marittimi regolari
e di qualità elevata tra i vari porti dell´Unione europea, in una
Luis Valente de Oliveira
sul principio essenziale secondo
il quale in ogni operazione di
ristrutturazione il beneficiario
dell’aiuto è tenuto a finanziare
un’ampia percentuale dei costi
attinenti. Al momento attuale, la
Commissione dubita che l’aiuto a favore del gruppo Legler
soddisfi le condizioni stabilite
negli orientamenti. In partico-
lare, la Commissione si chiede
come verrà attuato e finanziato
il piano di ristrutturazione e se
esso ripristinerà la redditività
del beneficiario nel lungo periodo. La Commissione ha dubbi
anche sulla posizione assunta
dall’Italia, secondo la quale la
conversione in capitale, a favore della SFIRS, un ente pubblico
controllato dalla regione Sardegna, dei 14,5 milioni di debito
è consona al comportamento di
un investitore privato (il “principio dell’investitore in economia
di mercato”) e non costituisce
un aiuto di Stato. Inoltre, alla
Commissione non sono state
notificate misure compensative,
prescindendo da quelle necessarie per ripristinare la redditività
del beneficiario, che siano intese
a controbilanciare le distorsioni
della concorrenza causate dall’aiuto. Infine, la Commissione
deve accertare se il grupvpo Legler potesse finanziare da solo la
propria ristrutturazione e quale
potrebbe essere l’entità del suo
contributo.
G. L.
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Attualità
Enzo Biagi, un uomo del sud
L
a scomparsa di Enzo Biagi
ha scatenato una caterva di
ricordi del secolo appena
concluso : Il Novecento. Fiumi
di foto, parole e interviste per ricordarlo. Fra queste ve ne è una
rilasciata ai microfoni del TG1 e
trasmessa nella notte del 7 Novembre u.s.. A chi gli domandava
se avesse voluto rifare il Reportage “ Un Viaggio Italiano” e alla
specifica domanda : “ da dove voler ripartire ?” Biagi rispondeva
così : “ desidero ripartire dal Sud
perchè è studiando esso che si individuano i mali italiani . Le spinte
leghiste mi inorgogliscono facendomi sentire sempre e ancor di più
un uomo del Sud “. Lui, persona
libera, che eccezzion fatta per la
Guerra di Resistenza, dal secondo
dopoguerra non si era mai schierato per questo o per quel Partito,
per una volta, in quell’ultima intervista, assumeva una posizione
chiara e netta di Italiano favorevole all’Unità nazionale e di Meridionalista per il peso che i problemi del Sud Italia ripercuoteva
sull’intera vita italiana. In precedenza si accennava del suo passato di Partigiano. Un elemento di
non poco conto che inciderà nella
sua personalità di giornalista e di
intellettuale. Combattè nelle fila
di “ Giustizia e Libertà”; la Brigata Partigiana che politicamente dal
1943 al 1945 faceva riferimento
al Partito d’Azione. Lui uomo del
Nord nato e cresciuto nella Pianura Padana abbracciò nel fucile gli
ideali di Giustizia sociale, di Libertà e di Democrazia partecipativa. Gli stessi che costituirono le
fondamenta del Meridionalismo
ed in particolare di quel percorso
civile e intellettuale tracciato poco
dopo l’Unità d’Italia da Giustino
Fortunato e successivamente sviluppato da altri meridionali quali
Crispi, Salvemini e lungo il quale
altri intellettuali ed esponenti politici convennero nel sostenere che
la Questione Meridionale è anche
ed innanzitutto una Questione
Nazionale. Questa fu anche la tesi
sostenuta da Enzo Biagi. Nato
nell’Emilia Rossa e trasferitosi
nella altrettanto Milano Operaia
dimostrava di andare controcorrente ogni qualvolta si parlava del
Sud evidenziandone così la propria formazione liberaldemocra-
c’era tutta la passione e l’energia di
un’antica ed intramontabile cultura,
c’era lo spirito ed il sangue italiano
che scorre nelle vene d’America”,
commenta Frank Guarini. Proprio
così lo ha espresso il regista e supervisor alla comunicazione, Pino
Tordiglione, irpino purosangue, che
della propria terra, l’Irpinia, ne rappresenta la fierezza e, con un pizzico di presunzione, ne incarna la
testardaggine di quello che fu il Popolo Sannita lottatore di libertà ed
indipoendenza. “Ho cercatoi di raccontare quello che il mio cuore mi
suggeriva, quello che diversamente
non sarei mai riuscito a comunicare
con le parole, è un concetto troppo
inteso il desiderio di libertà umana
che vale per tutti i Popoli del Pianeta. Non è stata una manifestazione apologetica alll’italianità, ma il
percepire comune dell’uomo desideroso di dignità e libertà; questo
è il mio film: l’uomo migrante nell’intelletto che scruta nei meandri
tica ( la stessa di Salvemini e di
Fortunato) nonchè repubblicana.
Tratti, questi, politici e culturali
che contraddistinsero l’effimera
esistenza del Partito d’Azione. Quel “ Fatta l’ Italia occorre fare
ora gli italiani” fu una frase che
ereditò da Massimo D’Azeglio
e che intervallava o concludeva
gran parte dei suoi numerosi commenti. Italianità e Meridonalismo
in lui divennero un unica cosa
tanto da costruire quel cordone
ombelicale che avrebbe dovuto
unire almeno nelle buone intenzioni il Nord al Sud Italia. In tempi di proclami leghisti, minatorii
di una secessione della Padania
dal resto del Paese, il Corriere del
Sud come testata giornalistica attenta alle vicende del Mezzogiorno Italiano non poteva esimersi
dal commerare questo testimone
del Novecento. Enzo Biagi prima
ancora che essere un cittadino italiano era, ribadiamolo, un uomo
del Sud. Per la sensibile attenzione che riservava verso lo stesso
si desidera ricordarlo come un
autentico Meridionalista. Grazie
Enzo.
Nicola Zuccaro
Enzo Biagi
Tre minuti per commuovere l’America
N
ew York - Sono bastati
soli tre intensi minuti per
commuovere quelll’America italiana al 63° Gala del Columbus Day nella grande sala del
Waldorf Astoria di New York , un
trailer, continuamente interrotto da
applausi, che ha mostrato l’identità,
il carattere e la firezza del Popolo
Italiaco dal titolo “.. e loro scoprirono l’America” in onda su Rai
International ed Abc il prossimo
novembre. “In quei fotogrammi
della propria anima per ritrovare se
stesso nella libertà, habitat naturale
della felicità. E’ questa la mia America costruita nel nobile pensiero di
Filippo Mazzei, Cesare Beccaria,
Gaetano Filangieri, tutti Italiani ed
Universali che hanno dato all’uomo
d’America l’essenza del vivere civile, ovvero il rispeto di se stesso e
degli altri nel diritto della felicità,
appunto” così ha dichiarato Pino
Tordiglione, l’uomo che ha incarnato il concetto America.
Vademecum per il giovane medico italiano
P
erdete ogni speranza voi che entrate”. Oggi giorno non vi è nessuna citazione letteraria più adatta
per descrivere la condizione del medico
in formazione specialistica in italia .
Dopo la laurea si perde lo statuto di studente e ci si trova in una condizione di
transizione fino all’entrata in un corso di
specializzazione medica. Durante questo
periodo il neo laureato svolge numerose attività, che comprendono sia quelle
attuate nel reparto ai fini dell’ottenimento dei punteggi necessari per l’esame di specializzazione, sia quelli volti
all’ottenimento dell’abilitazione alla
professione medica. Successivamente,
se la fortuna o la particolare condizione
individuale lo permettono, si accede alle
attività formative delle diverse scuole di
specializzazioni. La vita dell’ aspirante
medico, fin da quando si inizia alle attività di un reparto ospedaliero universitario, è paragonabile a quello di un pellegrino che deve raggiungere un luogo
sacro, ove realizzare la sue aspirazione
ideali, senza avere a disposizione una
mappa o delle coordinate per raggiungerlo. Senza ombra di dubbio questa
situazione, caratterizzata dall’incertezza
del domani, è parte strutturale del sistema volto a far fare la cosidetta“gavetta”,
essenziale per la formazione professionale. Durante questa strada il medico
pellegrino si trova infatti a dover far
fronte alle più disparate problematiche
senza disporre di informazioni utili per
affrontarle, né alla piena collaborazione
di quelle figure professionali predisposte
alla sua formazione. Il SIMS (Segretariato Italiano dei Medici e Specializzandi)
è un’associazione tra medici chirurghi,
professionisti ed in formazione special
istica,aconfessionale, apartitica e senza
finalità di lucro. La nostra associazione
si propone di apportare un contributo che
possa favorire la qualificazione, continua
e permanente, dei giovani medici e dei
medici in formazione Il tutto rispettando
i profili etico-sociali della professione
medica, della maturazione intellettuale,
professionale e deontologica . l’associazione si sia già dotata di un prezioso
strumento informatico, il sito web www.
sims.ms, per offrire ai propri associati
un servizio di informazione in tempo
reale sulle offerte di lavoro, e per dotare i comitati scientifici organizzati per
area specialistica di un luogo di incontro
virtuale dove poter approfondire, grazie
anche all’aiuto di specialisti e docenti,
temi di interesse scientifico – specialistico. È stato inoltre istituito un comitato
editoriale, composto da giovani medici
Italiani e dell’Unione Europea, per la
creazione e gestione di un Medical Web
Journal, ossia di una rivista scientifica on
line per la diffusione di contenuti scientifici di ampio interesse nella comunità
scientifica internazionale, primo passo
questo verso la creazione di un B.M.C.
(bio med central). La nostra attività mira
particolarmente a favorire rapporti tra
la professionalità mediche italiane e di
ogni nazionalità e con la società civile. Inoltre si indirizza ad ambiti quali
l’istruzione medica generale e specifica,
alla formazione sociale e medica ed alla
ricerca scientifica. La parziale attuazione
del DLgs 368/’99 mortifica e demotiva il
giovane medico specializzando, privandolo di fatto di ogni attributo professionale e di ogni riconoscimento previdenziale. Le numerose mobilitazioni, che
hanno visto protagonisti gran parte dei
25.000 specializzandi Italiani, hanno altre sì evidenziato l’indispensabile apporto che il medico specializzando fornisce
al complesso impianto assistenziale del
nostro Paese. La nostra organizzazione
si è recentemente affaccendata per creare un vero e proprio “vademecum” per il
giovane medico italiano, che ha l’intento
di accompagnarlo dal conseguimento del
diploma di laurea in Medicina e Chirurgia fino all’entrata nel mondo del lavoro,
fornendo un’ accurata descrizione delle
tappe che caratterizzano i diversi momenti formativi e professionalizzanti.Il suddetto manuale è facilmente consultabile
attraverso l’ home page del sito internet
www.sims.ms Il manuale in particolare
Ritratto di Cesare Beccaria
ha l’intento di rendere più compressibili
e fruibili tutte le informazioni contenute nelle normative e procedure messe in
atto dal processo di contrattualizzazione
del D.Lgs 386; il manuale verrà continuamente aggiornato in relazione alle
future evoluzionii normativo-strutturali.
Il SIMS ha a disposizione mezzi d’informazione telematici efficienti, a copertura nazionale, che permettono una tempestiva diffusione delle notizie e novità,
in materia di specializzazioni in ambito
medico. Il manuale stesso sarà affiancato
da alcune appendici, l’una relativa alle
opportunità di lavoro all’estero, l’altra
relativa al coinvolgimento dei giovani
medici nella ricerca biomedica.
LETTERA AL DIRETTORE
C
aro Direttore, quei cattolici che avevano riposto
la speranza di un mondo
nuovo nelle braccia del guitto
Beppe Grillo, si devono ricredere. Dopo aver sparato a destra e
a manca contro l‚inefficienza della politica e dei politicanti, forse
per una questione di par condicio
denigratoria, o più probabilmente
per tenere alti i riflettori su se medesimo in vista del lancio ufficiale
del suo nuovo partito, ha pensato
„bene‰ di scagliarsi contro Papa
Ratzinger. Nel blog più cliccato
d‚Italia ha infatti asserito che „il
papa è un amministratore delegato tedesco che gestisce due milioni di lavoratori in nero‰. A parte
che l‚unica risposta a cotanta imbecillità non può che essere un bel
vaffa, ciò che delude è il fatto che
lo sboccato più famoso d‚Italia ha
dimostrato di non essere poi cosi
originale come invece vorrebbe
far credere, visto che la moda dilagante dello sparare a zero contro
la Santa Romana Chiesa, non l‚ha
di certo inventata lui.
Gianni Toffali
Informazione Regionale
dalla
Calabria
C
rotone - La Calabria,
tra qualche giorno, sarà
al centro dell’attenzione internazionale, grazie al
Premio “Kouros” che si terrà
a Reggio Calabria. La manifestazione, certamente, inciderà
sulla promozione culturale e
turistica della nostra Regione
e in particolare di Reggio Calabria, vetrina espositiva, e di
Crotone, se si mette in conto
la presenza dell’orafo Michele Affidato, che ha provveduto, per incarico dell’organizzazione, alla creazione del
trofeo in argento, rappresentante la statua di Kouros, che
sarà consegnato ai vincitori.
L’intento dell’iniziativa è di
fare della città dello Stretto
la portavoce della cultura e
della civiltà del Mediterraneo, ripercorrendo la strada
tracciata dal genio creativo,
“figlio illustre”, Gianni Versace. Gli organizzatori hanno pensato di caratterizzare
il Premio con un’opera d’arte
orafa di Michele Affidato, conosciuto ormai oltre i confini nazionali, ma per il nostro
conterraneo è una ulteriore
occasione per evidenziare la
sua capacità artistica. Nella
bellissima cornice del teatro
Cilea, per la gran serata condotta da Nino Graziano Luca e
da Barbara Chiappini, si prevede la presenza di numerosi
stilisti dell’alta moda Italiana
e Internazionale, non solo per
l’importanza della manifesta-
A Reggio Calabria al Premio “Kouros 2007”
saranno consegnate opere di sua creazione
Nuovi successi per l’arte
di Michele Affidato
zione, ma perché nell’occasione sarà conferito il Premio
Kouros 2007 ad Alviero Martini, “Alto prèt-a-porter”, ad
Ella Zahlan, “Stilista del Mediterraneo” a Litrico, “Premio
Alta Moda Uomo”, a Nadege,
“Premio Top Model Internazionale” e a Nicoletta Moretti
“Premio Magazine”. Il Kouros sarà assegnato inoltre ad
una importante giornalista televisiva. Con l’ottica di chi
Tr a i p re m i a t i A l v i e ro M a r t i n i
prèt-a-porter e Litrico Alta moda
Teatro Cilea di Reggio Calabria
Una condizione di
continua sofferenza
I
l presidente del gruppo
consiliare di Alleanza Nazionale, Alberto Sarra, ha
rilasciato la seguente dichiarazione che si trasmette nella
sua stesura integrale: “Siamo a
metà legislatura e la sensazione
è sempre quella. Ed è una sensazione palpabile che manifesta
l’essenza velleitaria della tanto decantata svolta epocale da
parte di un centrosinistra che
non è stato capace di adottare
alcun provvedimento in grado
di incidere sulla realtà sociale
ed economica della nostra regione. Il susseguirsi delle fasi
politiche ed istituzionali hanno
contribuito a configurare l’Ente
come una sorta di ‘laboratorio
politico’ relegando gradualmente l’attività amministrativa
ai margini delle priorità istituzionali, sino a giungere all’ennesima fase di ‘predefinizione
programmatica’ ed ai tentativi ormai avviati di dar vita al
quarto Esecutivo. In tale contesto si innestano i dati forniti
dalla Banca d’Italia sull’economia regionale, dati che rivelano
una condizione di sofferenza
in quasi tutti i comparti con un
rallentamento preoccupante dei
settori tradizionalmente ‘trainanti dell’economia regionale’.
Una condizione di sofferenza
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Alberto Sarra, capo gruppo AN Regione Calabria
dovuta a molteplici fattori ma
sostanzialmente riconducibili
all’atavica difficoltà a costituire circuiti produttivi efficienti e
supportati dagli indispensabili
‘elementi territoriali’ : infrastrutture efficienti, un sistema
creditizio che agevoli le imprese, il coinvolgimento delle
popolazioni locali e la capacità
di innescare meccanismi intersettoriali nella produzione e circolazione di beni tali da determinare condizioni potenziali di
accoglimento per attrarre investimenti interni ed esterni. Una
cerca di cogliere tutti i lati
positivi si può affermare che
la manifestazione del Premio
Kouros darà prestigio alla nostra Regione, mentre le opere di Michele Affidato onore
alla Calabria ed in particolare
sfida mai iniziata e che avrebbe
dovuto accentrarsi proprio sul
rilancio dell’economia per il
conseguimento di livelli ottimali di competitività dell’intero
sistema regionale. Allo stato attuale, la certificazione dell’assenza di qualsivoglia programmazione a livello regionale ha
finito per conferire una valenza
del tutto formale alle priorità di
per sé scontate a livello politico ed istituzionale. Si è ancora
in attesa di bozze progettuali di
sviluppo del territorio idonee
a contrastare l’inconsistenza e
l’inadeguatezza strutturale ed
operativa di un sistema che ha
un bisogno vitale di interventi volti a garantire strutture in
grado di sfruttare razionalmente le risorse e che svolgano una
funzione di supporto alla capacità, all’impegno, alla creatività delle popolazioni locali nelle
variegate attività nell’ambito di
settori trainanti quali il Turismo
e l’Agricoltura. L’attività am-
a Crotone ed il suo territorio.
Ormai sono anni che la capacità artistica di Michele Affidato
riceve alti riconoscimenti e le
sue opere richieste per premi
e manifestazioni in tutta Italia,
di cui ci piace ricordarne qual-
ministrativa dovrà porre sempre
più attenzione alla costituzione
di strutture che tendono a rafforzare i vincoli economici tra
gli operatori e i rapporti con
l’ambiente locale e ad incrementare proprio il fattore di
interdipendenza con le altre categorie operanti nell’ambito di
altri settori produttivi al fine di
porre le basi di ‘forme integrate di sviluppo’. Occorre quindi
giungere alla definizione delle
linee guida di uno sviluppo integrato, un impegno progettuale
di cui le forze politiche dovranno farsi carico e che privilegi i
distretti territoriali, quali insiemi di comunità limitrofe dalle
caratteristiche peculiari, individuabili nel caso specifico, nella
vocazione turistica quale primaria componente economica
territoriale e nella valorizzazione della produzione locale, elementi in grado di garantire un
normale inserimento nei circuiti produttivi dei mercati nazio-
cuna di questi ultimi mesi: “Il
Premio Donna” di Bari, dove
ha avuto il piacere di consegnare il riconoscimento al
Premio Nobel Rita Levi Montalcini, il Concorso “The look
the Weear” di Taormina. Grazie alla sua attività artistica,
Michele Affidato, quest’estate, a Bovalino, ha ricevuto il
premio “Pericle D’oro”, un riconoscimento di alto prestigio
assegnato a quanti si distinguono nella propria attività.
In questi giorni il suo laboratorio è impegnato, tra l’altro, alla produzione dei trofei
commissionati dal “Premio
Magna Grecia” che si svolgerà
a Torino nel mese di dicembre
prossimo, e alla progettazione
di quelli per il Concorso Nazionale “Il bello d’Italia” per
i quali è stato contattato direttamente dal Manager Lele
Mora. L’orafo Michele Affidato, dopo tanti riconoscimenti,
manifestazioni di stima e di
apprezzamento dei suoi lavori, dovrebbe essere assuefatto,
ma nonostante tutto, quando
gli viene ricordato che la sua
attività artistica contribuisce
a tenere alto il nome della sua
città e della sua gente, non
nasconde la sua emozione.
nali e comunitari. Un progetto
di sviluppo del territorio scaturente tra realtà istituzionali,
componenti socio-culturali ed
imprenditoria locale con il coinvolgimento diretto delle comunità e di privati. In tali rapporti
di mutua implicazione va individuata la sua forza progettuale
che manifesti esteriormente la
volontà di operare nel territorio
per il territorio. Un progetto che
s’inserisca di slancio superando
i soliti incomprensibili steccati che ledono da sempre gli
interessi di una comunità che
rischia di implodere a fronte
di altre realtà territoriali comunitarie e dell’area mediterranea
che dimostrano ben altra efficienza e capacità decisionale
nello sfruttamento delle risorse
locali al servizio delle categorie produttive e nel costituire
terreno solido per agevolare il
flusso di investimenti esterni
indispensabili per creare nuovo
giacimenti occupazionali”.
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Informazione Regionale
Il caso
dalla
Calabria
LETTERA AL DIRETTORE
E
simio Direttore,
anche da Crotone, profonda stima e fraterna solidarietà, al giovane Bivongese
Francesco Carnovale, amministratore delegato della “COGEUR”,
fatto oggetto giorni orsono di una
intimidazione mafiosa: 5 proiettili
di pistola sono stati recapitati nella “buca” delle lettere. Quanto è
stato consumato ai danni di Franco, è un atto immorale; nonché un
atto prolitorio …… inaccettabile
ed incomprensibile; e non può lasciarci che sgomenti.
Un giovane imprenditore, che
fa parte a pieno tutolo dell’altra
faccia della Calabria: la Calabria
degli onesti, che lavora e che fatica, che attende e che spera, e
che porta le ferite con dignità. Un
giovane (per chi non lo sapesse)
che non è cresciuto nelle “baubace”; che non è stato svezzato a
latte, caffé e biscotti; ma che ha
avuto unitamente ai suoi fratelli,
il primo impatto con il mondo
del lavoro in tenere età; seguendo le “orme del defunto genitore
– Mastro Antonio”; un’ affermato
muratore, ricco d’idee e di progettualità, da farne per questo un artigiano stimato ed apprezzato, non
solo dalla comunità bivongese,
ma di tantissime altre realtà sociali calabresi . E in questo contesto
che Franco tempra ed arricchisce
la sua formazione morale e spirituale; alternandosi fra scuola e lavoro, attraverso un percorso fatto
tutto in salita; punteggiato da duri
sacrifici e da dure rinunce. Oggi lo
vediamo prestato alla politica nel
ruolo di consigliere provinciale
di Reggio Calabria; un impegno
che Franco svolge come servizio;
interpretandolo la politica, quale
strumento idoneo di grande socialità; così come l’impegno morale
di far aumentare i livelli di consapevolezza e di sensibilità per la
cosa pubblica e la cultura. Valori
questi che furono delle “Gilde”;
delle corporazione mediavela e
dei comuni, dove lo spirito civile
di solidarietà, di rapporto e di confronto con la gente, e, l’abitudine
a fare i conti con il bene pubblico
era molto alto.
A volte noi meridionali ed in
special modo noi calabresi, abbiamo la pessima abitudine di misurare realtà sociali, con lo stesso
metro; parliamo di Milano, di Torino e del nord/est; dove esistono
da sempre i triangoli industriali; e
poi di aree geografiche e periferiche, come il profondo sud dove
ai triangoli industriali si sono importi selvaggiamente i triangoli
della morte. Concludo il mio atto
di stima e di solidarietà nei confronti di questo figlio di Calabria,
con quanto affermava il sociologo
Franco Cassano in un suo libro,
“Pensieri Meridionali”: “auguro
che la Calabria possa pensarsi ,
con la forza di un sapere,che in
qualche forma già possiede”. Il
sociologo parla in buona sostanza
di qualcosa, che noi meridionali e
in special modo calabresi abbiamo
sempre saputo, e non abbiamo mai
osato dire………. E su questo noi
tutti, dovremmo fare un’accurata
e profonda riflessione.
Nicola Taverniti
C
Università Magna Graecia di Catanzaro
atanzaro - Continua a non essere affatto trasparente l’università Magna
Graecia di Catanzaro sulla vicenda
corso di laurea specialistica in Biotecnologia.
Un atteggiamento colpevole con risposte che
seppur sollecitate da mesi non sono mai arrivate, se non parziali ed ufficiose, alimentando sentimenti di sfiducia nei tanti ragazzi che
hanno deciso di vivere il proprio percorso di
formazione professionale, culturale e sociale
in Calabria. Troppi sono i dubbi che ad oggi
rimangono sulla vicenda ed in molti, tra studenti e cittadini, si chiedono di chi siano le
responsabilità e che ne sarà del loro futuro.
Qualcosa non va e non si comprende dove finisca il dilettantismo ed inizi la mala fede.
Nessuno potrà rassicurarci sull’eventualità
che altri errori di questo tipo non verranno
ricommessi in altre facoltà dello stesso ateneo. In questi mesi sono state numerose le
domande poste da studenti, genitori ed associazioni, all’Università e l’atteggiamento
palesato dall’istituzione accademica è stato
inconcepibile. Forse ha dimenticato di avere
negli studenti non un mezzo ma il fine ultimo;
forse ha smarrito la grande lezione del compianto rettore Salvatore Venuta che parlando
degli studenti li definiva “l’anima del campus”. Quei ragazzi che qualche mese fa sono
scesi in piazza per sostenere l’università contro le interferenze decisionali della politica
oggi sono delusi. Oltretutto ci chiediamo fino
a che punto il master proposto tardivamente per riparare al pasticciaccio potrà valere
come il primo anno della laurea specialistica
in biotecnologie con garanzie per l’anno suc-
cessivo? Chi ci rassicura che biotecnologie
tornerà e che questo non sia l’ennesimo depotenziamento subito dall’università Magna
Graecia di Catanzaro? Chi pagherà il master
che seppur più economico a Catanzaro rispetto ad alte sedi rimane comunque più svantaggioso delle semplici tasse universitarie? Domande alle quali gli studenti ed i calabresi,
questa volta vogliono una risposta. Noi come
universitari calabresi avanziamo nuovamente, lo avevamo fatto già negli scorsi mesi, la
nostra proposta: l’università faccia chiarezza;
si assuma, ove ve ne siano e sia necessario, le
proprie responsabilità; convochi gli studenti
interessati per dialogare, per affrontare con
loro, insieme, questa problematicità e per risolverla con una soluzione che tenga conto
dei bisogni degli studenti. La Magna Graecia
si apra, dialoghi con il territorio, ne percepisca i bisogni ed i malumori, diventi realmente
l’università dei calabresi. E se la soluzione
definitiva sarà il master se ne assuma le spese, a parziale indennizzo dei disagi arrecati
ai ragazzi, e fornisca serie garanzie sull’istituzione del secondo anno di specialistica.
Solo così si compenserà ad un grave deficit
di fiducia e credibilità; solo così si eviterà
l’emorragia di forze giovani che dopo essersi
formate in Calabria andranno a portare il patrimonio di competenze accumulato in altre
realtà nazionali ed in altre università, senza
magari tornare mai più in una terra che li ha
delusi, persi ed allontanati. Non possiamo e
non dobbiamo più permetterlo. E poi dicono
che i giovani fuggono via! Associazione Universitaria Ulixes
Nasce in Calabria l’Associazione Italiana Editori
N
Cascata del Marmarico a Bivongi
asce anche in Calabria la Rappresentanza regionale dell’Associazione Italiana Editori (AIE). Dopo quelle in Campania, Piemonte e Toscana è stata infatti
la Calabria a costituire una struttura di decentramento operativo di AIE sul
territorio, in grado di affermare il ruolo e le istanze dell’Associazione e degli editori anche in ambito locale. Il Consiglio generale di AIE ha ratificato la decisione
assunta dalle case editrici socie dell’AIE con sede nella Regione Calabria, affidando
il ruolo di delegato a Paolo Falzea (Falzea Editore): suo sarà il compito di costituire
un reale punto di riferimento per la categoria sul territorio in stretta sinergia con la
struttura centrale dell’AIE. AIE è l’associazione di categoria, che aderisce a Confindustria, degli editori che pubblicano libri, riviste e prodotti editoriali digitali: riunisce più di 400 editori, che coprono oltre il 90% del mercato librario. Tra i compiti
dell’Associazione vi è quello di rappresentare e tutelare gli editori, di favorirne la
crescita professionale, ma anche di promuovere iniziative che siano un contributo
alla diffusione del libro e della cultura italiana in Italia e nel mondo. Informazione Regionale
10
dalla
Calabria
Un patto per lo sviluppo
A
bbiamo bisogno di un “patto
per lo sviluppo” per il rilancio
dell’economia della Calabria e
la ripresa degli investimenti con un partenariato forte e duraturo tra istituzioni
e organizzazioni socioeconomiche. Ma
cos’è il Patto? È un documento strutturato che la Regione Calabria e le Parti
LETTERA AL DIRETTORE
U
na delle leggende metro- rosso rispondono con la solita
politane più dure a mo- minestra riscaldata del pluralirire è quella che afferma smo, dell’accoglienza, della sola superiorità intellettuale della lidarietà e buonismi discorrensinistra. Per sfatare siffatta fa- do. Gli incantati sognatori della
vola è sufficiente un sola
piccola, ma eloquente dimostrazione. Basti infatti
pensare alle convinzioni
dei progressisti a proposito di islam. Andiamo con
ordine. Appare evidente
che le dirigenze islamiche
stanno attuando mediante
lo strumento dell’immigrazione, un piano strategico
di penetrazione soft nel
mondo cristiano occidentale finalizzato alla sua colonizzazione. Purtroppo tale
pianificazione sta silenziosamente procedendo a gonfie vele grazie all’ingenuità
e all’annebbiamento ideologico terzomondista dei
riciclati nipotini di Stalin.
A chi osa rammentare il pericolo islam, oltre a gridare
all’ossessione complottista,
i nostalgici dell’impero Mons. Bernardini
società multirazziale dovrebbero invece ricordare le parole che
il Vescovo di Smirne (Turchia),
Mons. Bernardini proferì qualche anno fa a Giovanni Paolo II
durante un’udienza pubblica.
“Santo Padre – disse – gli islamici mi ricordano ogni giorno
che: grazie alle vostre leggi vi
conquisteremo, grazie alle nostre vi domineremo”. Ora siamo maggioranza, ma quando
saremo minoranza, chi avrà il
coraggio di leggere la Costituzione italiana e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo ai nuovi inquilini della
mezza luna? Per gli islamici
esiste il Corano, tutto il resto è
spazzatura: diritti, libertà e regole democratiche incluse. Se
lo hanno pure capito i “duri”
di comprendonio americani nel
pantano Iraq, possibile che gli
“intelligentissimi” compagni
di casa nostra insistano beotamente ad annunciare l’apocrifo
vangelo del “volemose ben”?
Gianni Toffali
Sociali riaffermano l’adesione ai principi e ai metodi di Partenariato e si impegnano a confrontarsi e a cooperare con il
Governo Nazionale per la realizzazione
di un costante e significativo percorso
di crescita civile, economica, sociale ed
amministrativa della Calabria. Transitiamo verso la ripresa economica, ancora
impalpabile ma forse vicina. Occorre
credere che l’uscita dal tunnel sia possibile e soprattutto a portata di mano, sebbene l’aumento intorno allo 0,2% del Pil
previsto per questo 2007 non consenta,
per ora, grandi entusiasmi. La Regione
Calabria, nel corso del 2007, si è dotata
di tanti strumenti e di “piani strategici”
dedicando particolare attenzione al tema
dello sviluppo e della competitività, trattandosi di una azione di grande respiro
politico. Dopo la concertazione avvenuta per una esigenza contingente alle crisi
industriali di tutte e cinque le Province,
un nuovo partenariato dovrà avvenire
per realizzare un “patto per lo sviluppo”
l’occupazione e la competitività del sistema economico che dovrà costituire
una forte innovazione nel campo delle
relazioni sociali, economiche e industriali del territorio regionale. Un “patto
per lo sviluppo” che diventi punto di riferimento per le politiche economiche che
tutte le istituzioni vorranno intraprendere. La competizione non si basa più sulle
qualità singolari di istituzioni e aziende
ma sull’intero sistema territoriale in cui
esse vivono e agiscono. Per questo, oggi
più di ieri, le scelte strategiche devono
essere ampiamente condivise con tutte le
forze istituzionali, economiche e sociali
per “fare sistema”. Per far fronte al cambiamento, nell’attuale fase economica
calabrese per ritornare ad essere competitiva, dovrà avere una spiccata capacità
di proiettarsi nel medio-lungo periodo,
Economia, la Regione si avvarrà della
Svimez per studi e analisi sulla congiuntura
Conoscere per scegliere bene
Spaziante: “niente nuovi carrozzoni,
sfruttiamo il meglio che già esiste”
C
onoscere per scegliere
bene. E’ su questo obiettivo che nasce la convenzione tra la Regione Calabria e
l’Associazione per lo sviluppo
dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez) sottoscritta oggi a
Roma dall’assessore regionale
al bilancio Vincenzo Spaziante
e dal presidente della Svimez
Nino Novacco. Alla Regione
servono, infatti, elementi di
maggiore conoscenza scientifica
del sistema economico per capire e valutare gli andamenti della
congiuntura e le sue ricadute sociali e per indirizzare, nel modo
più proficuo, le decisioni politiche a favore dello sviluppo.
L’accordo con la Svimez (che
da 60 anni svolge quest’attività
di studio e documentazione per
l’intero Mezzogiorno) comporterà che esperti ricercatori analizzeranno tutte le variabili eco-
Vincenzo Spaziante, Assessore Regionale al Bilancio
nomiche e le loro ricadute sul
territorio, fornendo alla Regione
Calabria il supporto necessario
agli atti della programmazione per una sempre più efficace
azione di governo e di concertazione con le parti sociali, in
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
linea con quanto previsto dalla
legge regionale n. 22/2007 che
all’articolo 1 prevede “di potenziare ed organizzare in maniera
strutturata ed unitaria la base di
conoscenza e di elaborazione
dei dati relativi al sistema economico regionale”. La convenzione Regione Calabria-Svimez
avrà durata triennale e si concretizzerà nella predisposizione
di relazioni e note periodiche
sull’andamento congiunturale
dell’economia regionale, tanto
a livello generale che di singoli
settori produttivi e servizi, così
da alimentare un Osservatorio
stabile sulla realtà socio-economica. L’insieme delle attività
realizzate dalla Svimez confluirà in un “Rapporto annuale”
sullo stato dell’economia calabrese, che costituirà elemento
fondamentale di riferimento per
l’azione di governo. “Abbiamo
voluto accrescere la capacità di
osservazione, lettura, analisi ed
interpretazione della realtà economica e sociale regionale –ha
sottolineato l’assessore Vincenzo Spaziante- e delle tendenze
che la animano. Credo di potere,
legittimamente, dire che arriveremo a conseguire quest’obiettivo nella maniera più adeguata:
senza creare nuovi organismi
destinati prima o poi a trasformarsi in arrugginiti carrozzoni,
ma sfruttando quanto di meglio
offre già oggi il mondo della conoscenza e della elaborazione
scientifica. La Svimez –ha concluso Spaziante- è un soggetto
di autorevolezza unanimemente riconosciuta e saprà fornirci
quel supporto di cui abbiamo
bisogno, per capire meglio la
realtà nella quale viviamo e per
intervenire su di essa nel modo
più efficace”.
dove si dovrà cogliere ed interpretare
le nuove esigenze, approntare nuovi
strumenti. Individuare le priorità avendo ben presente le latenze dei territori e
mettere tutto su un tavolo concertativo
per un confronto duro e possibilmente
costruttivo. L’essenzialità del “patto per
lo sviluppo” può essere racchiusa in tre
punti di politica industriale, politica del
lavoro e della formazione con particolare
attenzione alle infrastrutture, ai servizi,
al credito, al turismo e all’agroindustria.
Analizzare e sviluppare le opportunità
che possono derivare dall’applicazione
dei principi di sostenibilità ambientale,
il trasferimento tecnologico e l’innovazione nei settori dei beni culturali e
dell’agroindustria dovranno essere gli
sforzi che si dovranno fare per redigere
il “patto per lo sviluppo”. Il metodo da
sperimentare è quello del «partenariato», termine che comprende, ma supera
quello della pura concertazione. Partenariato come «applicazione alla realtà
provinciale del principio di sussidiarietà», come «coalizione fra istituzioni,
imprese, rappresentanti dei lavoratori».
Tutti i soggetti dovranno condividere
importanti obiettivi, suddivisi per quattro grandi aree: economia, lavoro e formazione, ambiente e infrastrutture. Per
fare “patto” con nuove proposte e stimoli importanti si dovrà lavorare insieme
su: 1. riavviare un azione concertata
tra gli Enti locali, secondo modelli più
snelli di governance, in primo luogo per
garantire la conservazione delle risorse
del Patto e per attrarre nuove risorse per
lo sviluppo del territorio; 2. Applicare
gli interventi già sperimentati di trasferimento e fertilizzazione incrociata impresa-sistema della ricerca; 3. Sperimentare
progetti di prestiti d’onore avviando
giovani calabresi e quadri tecnici delle
aziende a periodi di alta formazione in
istituzioni esterne di eccellenza su competenze chiave per lo sviluppo locale; 4.
Promuovere l’impiego degli strumenti
di finanza agevolata e di private equity
sulle medie imprese con business a maggior potenziale di crescita da sostenere
nel management e da avviare alla fase
di sostegno finanziario maturo. 5. Sperimentare i servizi e gli strumenti specialistici nel campo dei beni culturali e
del turismo e avviare incubatori (consulenza tecnologica) per interventi a forte
carattere tecnico specifico, in particolare
nella fase di passaggio da start-up a consolidato tecnologico. Oggi la situazione
in cui ci troviamo ad operare richiede la
capacità di individuare priorità di azione, a partire da basi di conoscenza che
comunque ci paiono acquisite, tempestività nei provvedimenti, operatività e
controllo dei risultati. Dunque, bisogna
riflettere sulla necessità di razionalizzare
la catena delle rappresentanze e dei tempi di decisione, confermando e dando
maggiore efficacia all’approccio concertativo e del partenariato attivo. Occorre,
pertanto, una larga condivisione delle
analisi, del quadro di riferimento e delle
priorità della programmazione regionale
2007-2013 sviluppando un documento
con due macrobiettivi generali: innalzare il livello di competitività calabrese
nel suo complesso e rispetto al sistema
delle imprese e rafforzare la capacità di
tenuta del sistema socio-economico e
istituzionale della regione, promuovendo la qualità del sistema pubblico e la
coesione sociale. Le priorità individuate riguarderanno, pertanto, il lancio del
“patto per lo sviluppo”, l’ulteriore sviluppo della programmazione integrata,
le sfide della nuova stagione dei fondi
comunitari, l’innalzamento del livello di
competitività e di innovazione del sistema regionale.
Salvatore Barresi
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Informazione Regionale
Sorpresa e rammarico
C
dalla
Sicilia
Conferenza
Stato - Regioni
P
alermo - “Salvaguardia
delle prerogative delle autonomie speciali”. E’ questa la richiesta che la Regione Sicilia, rappresentata dall’assessore
alla Presidenza, Mario Torrisi, su
delega del presidente Salvatore
Cuffaro, ha portato alla seduta
odierna della Conferenza StatoRegioni, convocata allo scopo di
prendere in esame il disegno di
legge Finanziaria 2008. La manovra del Governo Prodi, infatti,
contiene una serie di interventi in
materia tributaria che, apportando una riduzione della pressione
11
cui intendiamo richiamare l’attenzione della Conferenza sulla reale
opportunità che la norma non subisca variazioni, come richiesto
dai Comuni”. Sempre in sede di
Conferenza, con esattezza lo scorso 25 Settembre, era stato concordato di sottoporre al Governo
la richiesta di non ridurre le basi
imponibili regionali e le misure
compensative delle perdite subite
in conseguenza delle precedenti
manovre finanziarie. Un’ulteriore
istanza presentata dalla Regione
Siciliana riguarda la disciplina
dell’Irap. Attenendosi a quanto
atania - Il segretario generale della CGIL di
Catania Francesco Battiato, i segretari della
Filt regionale Giacomo Rota e della Filt territoriale Carmelo De Caudo, esprimono sorpresa e
rammarico per le improvvise e irrevocabili dimissioni dell’Ing. Alfio Turrisi da presidente della SAC.
La CGIL al momento del rinnovo del vertice della
società aeroportuale aveva sostenuto con forza la
necessità di una gestione di alto profilo manageriale ed aveva giudicato rispondente a questo requisito
la nomina di Turrisi. La crisi al vertice intervenuta
in un momento così delicato per il futuro dell’aeroporto, con la totale liberalizzazione alle porte, in
assenza di un piano industriale che definisca strategie nuove, dallo scorporo dalla SAC Spa dell’handling alla riorganizzazione delle società controllare,
impone una soluzione rapida per il vertice, con un
presidente con profilo manageriale che intraprenda
immediatamente un confronto con il sindacato per
dare soluzione ai tanti problemi che se non risolti
rischiano di compromettere il futuro dello scalo e
dei lavoratori che vi operano. Lo stato di grande incertezza che vivono i lavoratori dell’aeroporto che
da tempo aspettano risposte ed il rispetto di accordi
sottoscritti e non onorati, insieme all’incertezza sull’assetto gestionale ha già costretto le OO.SS. alla
proclamazione di uno sciopero che vuole essere una
sollecitazione forte nei confronti di tutti gli interlocutori interessati affinché si affrontino e si risolvano
i problemi sollevati dal sindacato. La CGIL, assolvendo al proprio ruolo di sindacato dei lavoratori
che opera nell’interesse generale, vigilerà sulle decisioni e sugli atti che saranno adottati per garantire
lo sviluppo di una infrastruttura fondamentale per il
rilancio economico e produttivo di Catania e dell’intera Sicilia orientale.
Un appello per Corso Sicilia
C
atania – Il vice capogruppo
di AN al Consiglio Comunale Puccio La Rosa ha inviato una lettera ufficiale a tutti gli
assessori del Comune di Catania e ai
rappresentanti delle forze dell’ordine per evidenziare i gravi problemi
di degrado urbano e sicurezza che
caratterizzano C.so Sicilia, Piazza C.
Alberto e le aree limitrofe. La nota
inviata – spiega il vice capo gruppo di AN – vuole essere un vero e
proprio appello all’amministrazione
comunale e alle forze dell’ordine ad
intervenire per arrestare una pericolosa situazione di degrado urbano e
diminuzione dei livelli di sicurezza
che caratterizzano un’area centrale
della città. Sporcizia, mancanza di
interventi manutentivi, abusivismo
commerciale, sfruttamento della
prostituzione, illegalità diffuse, atti
di teppismo, episodi di devianza
– commenta Puccio La Rosa – sono
ormai fenomeni che condizionano
negativamente la vita di quanti risiedono e lavorano in C.so Sicilia,
Piazza C. Alberto, Piazza Della Repubblica e Via L. Sturzo. Ecco perché – aggiunge La Rosa – ho chiesto
a tutti i rappresentanti della Giunta
Scapagnini di intervenire, ognuno
per le proprie competenze, per recuperare un’area importante della città,
riaffermare i principi di legalità e sicurezza, e dare un segnale forte alla
cittadinanza. In particolare – prosegue La Rosa – ho richiesto la convo-
cazione di una conferenza dei servizi
che tratti l’argomento tenendo conto
dell’esigenza di dare ordine al mercato della fiera, migliorare le condizioni
igieniche, dell’intera area, e favorire
un processo di recupero urbano della
zona. Allo stesso tempo – prosegue
l’esponente di AN – faccio appello al
Prefetto e alle forze dell’ordine ad attivarsi per assicurare interventi di tutela
della sicurezza pubblica e di contrasto
alla prostituzione e ai troppi episodi
di vandalismo e disturbo della quiete
pubblica che, soprattutto nelle ore notturne, con sempre maggiore frequenza
accadono nell’area in questione. Si
tratta -conclude Puccio La Rosa – di
avviare azioni serie e concrete a difesa
della città di Catania.
corpi sconosciuti al fine potergli
dare almeno una cristiana sepoltura
sarebbe almeno un segno di rispetto che non riusciamo più neanche
a dare sia
di una civiltà cristiana
nonché dell’innovazione
tecnologica che
ci mette a
disposizione
strumenti
“intelligenti”. Vittime
innocenti di
un eccidio
maturato in
un contesto
mondiale
impazzito
sconvolgendo determinati valori prevalendo il diritto alla
vita e la sacralità e per dare vita alla
vita occorre naturalmente quella minima nutrizione quotidiana che terre purtroppo sfortunate e “violentate” da compromessi delinquenziali
e mercenari assassini senza scrupoli
dove alternativamente tratto ingiusti benefici al fine illudere chi ci ha
sognato vedendoci diversi… Si dice
che è un problema Europeo e se così
dov’è questa Europa unita? Occorre
la difesa comunitaria? Unita invece
quella moneta e dal colosso economico che potrebbe garantirgli almeno una ciotola di riso nella loro terra
e che invece puntano in direzione
Lampedusa e la Sicilia la Sicilia al
centro di questo eccidio poiché anche logisticamente al centro del Mediterraneo e lontana da quel potere
decisionale belga dove a volte pure
qualche politico non esita ricordare
la Sicilia “apparentemente” più vicina a Bruxelles poiché collegata
direttamente via aerea e chissà se
non proprio per comodità politiche,
prima si faceva scalo a Roma! Li
vediamo dovunque cercando qualche centesimo per sfamarsi in cambio di una prestazione lavorativa,
pulire vetri aspettando quel colore
rosso del semaforo che certamente preferirebbero potesse durare di
più o elemosinando all’ingresso
di chiese, uffici pubblici, eppure
potrebbero dare tanto se anche accuratamente istruiti sottovalutando
anche non indifferenti conseguenze sociali al fine evitare l’imprevedibile “Ira del Povero” poiché è
un popolo oramai disperato e nella
disperazione può accadere qualsiasi
cosa! Immigrati assistititi di quel
che possa esprimere la forza del volontariato e da religiosi, da soli sono
assolutamente insufficienti poter
fronteggiare una marea di popolo
all’arrembaggio comunque di un
“pezzo di pane” che per certi versi
non riusciamo più a sfornare. Non
si può essere vicini a questo popolo
e alla forza locale che cerca di assistere con innumerevoli problemi di
“prima accoglienza” dove manca a
volte anche l’essenzialità ed invece
si assiste a spreco dove si spreca ad
elencarlo…
L’odore del mare… amaro
C
atania – da anni oramai quotidianamente arrivano a centinaia attestandosi una consolidata realtà e sono i più fortunati
Mario Torrisi, Assessore alla Presidenza
fiscale, determinano, di fatto, minori entrate per le finanze regionali. “Per queste ragioni riteniamo
che le proposte normative vadano
integrate con interventi statali che
compensano le riduzioni di gettito tributario di cui verrebbero a
soffrire esclusivamente le Regioni e gli Enti locali che godono di
particolari regimi finanziari” ha
dichiarato l’assessore Torrisi. In
particolare, il ddl introduce una
riduzione dell’Ici per abitazione
principale pari a 1,33 per mille
della base imponibile, con un tetto
massimo di 200 euro per i contribuenti aventi un reddito non superiore a 50.000 euro. La minore
imposta, si legge nel documento
finanziario, sarà rimborsata con
oneri a carico del bilancio dello Stato ai singoli Comuni, sulla
base di una certificazione presentata dagli stessi. Tuttavia si apprende che i Comuni chiedono al
Governo nazionale di applicare lo
sconto Ici mediante la detrazione
di questo dall’imposta sul reddito
(Irpef). La Regione Siciliana, in
questo modo, vedrebbe una decurtazione del gettito Irpef (imposta regionale) corrispondente
alla riduzione dell’Ici. “Questo è
il motivo-ha spiegato Torrisi- per
disposto nella Finanziaria 2005,
alcune regioni hanno dovuto innalzare l’aliquota dal 4,25% al
5,25%, in coerenza con il patto di
stabilità. Tenuto conto che il decreto del 25 Dicembre ’97 impone
un limite di un punto percentuale
alla variazione dell’aliquota, si
chiede che “il limite massimo venga ridotto dal 5,25% al 4,9%. In
questo modo alcune Regioni, tra
cui la Sicilia, non si troverebbero
ad applicare un’aliquota massima
superiore a quella prevista con decreto legislativo del 15 Dicembre
’97. “Rimangono confermati-ha
concluso Torrisi- i punti espressi
in sede di Conferenza relativamente al patto di stabilità, per lo
sviluppo e fiscale che troveranno
dibattito serrato nei prossimi incontri con il Governo”
Errata Corrige
L’Articolo pubblicato
sul
numero
15 del 15 ottobre 2007 dal titolo
“Un atleta catanese ai campionati
del mondo di kickboxing” è stato
redatto da Antonio Longo e non
erroneamente ed involontariamente
come riportato da Giovanni Puglisi.
La costa di Lampedusa
poiché dopo viaggi spesso inumani
con mezzi di fortuna arrivano a destinazione, Lampedusa preferita per
comprensibili motivi logistici in
quanto più vicina all’Africa contemporaneamente agli arrivi arrivano le
tragiche notizie che probabilmente
non fanno più notizie a differenza
degli arrivi conteggiati, nessuno
sarà in grado stabilire neanche approssimativamente quanti invece
giacciono sulle onde di una mare
amaro e sempre più salato… L’apparente “terra promessa” meta e
fulcro di tanta speranza si conclude
spesso nel peggiore dei modi, “se
il mare potesse parlare” indicando
le coordinate dove si trovano quei
Giovanni Puglisi
Informazione Regionale
12
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Il Paternò rimanda la vittoria
dalla
Sicilia
Beni confiscati,
legalità e sviluppo
L
e aziende confiscate per mafia in Sicilia sono 274 su un
totale complessivo nazionale di 801 aziende. Di queste, sette
si trovano a Catania. Attualmente,
inoltre, su 38 aziende condotte direttamente dal Demanio in Sicilia,
quelle confiscate sono 24, e rappresentano dunque il 63% del totale.
Sono questi alcuni dei dati che saranno divulgati domani da Cgil, Cisl
e Uil Sicilia nel corso dell’iniziativa
“Beni confiscati: strumento di legalità, occasione di sviluppo” è il tema
dell’iniziativa organizzata da Cgil,
Cisl e Uil Sicilia che si terrà giovedì
15, a partire dalle ore 9,30, all’Hotel
Baia Verde di Catania. All’incontro
sarà presente il ministro del Lavoro
Cesare Damiano. Parteciperanno,
tra gli altri, il segretario generale
della Cisl Sicilia Paolo Mezzio, che
presiederà i lavori, il segretario re-
C
gionale Pippo Di Natale a cui è stata
affidata la relazione. E’ previsto il
saluto del prefetto di Catania Anna
Maria Cancellieri e una comunicazione di Rosa Laplena responsabile
area beni confiscati Progetto Pari
Italia Lavoro. Interverranno: Giuseppe Pisciotta direttore area beni
confiscati Agenzia del Demanio,
Natale Forlani amministratore delegato Italia Lavoro. Concludono:
Claudio Barone segretario generale
UIL SICILIA e il ministro del lavoro Cesare Damiano. Nel corso dell’incontro sarà firmato il protocollo
d’intesa CGIL-CISL-UIL Sicilia e
ITALIA LAVORO relativo ai beni
confiscati. Altri interventi previsti,
quello del presidente della Camera
di Commercio, di Confindustria,
Confcommercio, Lega delle Cooperative, Apindustria, Confesercenti,
Associazioni degli Artigiani.
La squadra del Paternò
P
aternò - Ci si aspettava la
prima certamente importante nonché potenzialmente
determinante in chiave futuristica
prima vittoria del Paternò ed invece riesce a conquistare appena
un punto che non apporta nessun
beneficio in classifica e che lo colloca pericolosamente all’ultimo
Difensore civico
inutile
atania - Come si può ancora pensare che la figura
del Difensore civico, una
chimera negli anni 70 e 80, possa essere ancora utile ai cittadini
e alla città quando questo viene
eletto dalla stessa Amministrazione comunale tramite la sua
maggioranza in Consiglio Comunale? Oltre al fatto che lo stesso
non ha alcun potere coercitivo,
nè tanto meno decisionale, nei
confronti del Sindaco e degli
Assessori, ma anche degli stessi
dirigenti comunali, e lo dimostra
non solo il regolamento comunale (elenco di articoli che regolano
il suo operato) ma soprattutto i
pochi concreti risultati riscontrati, certamente non dovuti al suo
impegno. Una figura, quella del
Difensore Civico, arrivato con
decenni di ritardo nella nostra
città, sbiadito nei suoi principi
e scopi istituzionali e in quella
che doveva essere la innovativa
e democratica figura E allora, ci
chiediamo, perchè partiti ed alcune associazioni si sono così pervicacemente prodigati, scaduto
il mandato dell’attuale difensore
civico, a proporre una serie di
candidati che potrebbero assumere, se eletti dalla maggioranza del
Consiglio (ovvero, come sempre
accade, di quella maggioranza
che rappresenta il Sindaco e la
sua Giunta ed invece di essere direttamente eletto dai cittadini in
quanto è costoro che deve difen-
dere e non i consiglieri comunali) tale inutile e per tale aspetto
obsoleto compito? L’ACA SICILIA, nel rispetto in primo luogo
dei cittadini ma anche delle casse del Comune, peraltro ridotte come sappiamo ai minimi
termini, chiede al Consiglio
Comunale di sopprimere definitivamente la ormai inutile
figura del Difensore Civico,
figura tramontata da tempo
anche grazie alla propria impotenza istituzionale anche in
quanto, ovviamente non per
sua volontà, legata a coloro
che la eleggono!
Alfio Lisi
Il Presidente Aca Sicilia
Un vero e proprio scempio
C
atania - Altro che Parco di Librino è solo uno
scempio che ha ridotto
tale zona a vocazione agricola in un vero e proprio deserto sahariano. Ovvero le ruspe
hanno fatto piazza pulita di
tutte quelle piante, come ulivi,
arance, melograni, cachi, fichi,
tutti in buona salute, anche se
il progetto ne prevedeva la conservazione. Oltre a eliminare
fisicamente la collina esistente
per poi terrazzarla. E poi, dov’è
andato a finire il lago (largo 120
metri , lungo 150 ha una pro-
fondità di 10 metri) tanto enfatizzato dall’Amministrazione
comunale che peraltro è costato
ai cittadini contribuenti milioni di euro solo per sbancare il
terreno per poi riempire il tutto
con la terra prelevata dalla collina della quale oggi resta ben
poco (spesa totale 5.681.025,89
euro, di cui l’80% solo per il
fantomatico lago scomparso
nel nulla, così come previsto
dal DDG n° 141 del 9.2.2004P.O.R.5.2.1.)? Ovvero danno
su danno, deturpazione su deturpazione, spreco di denaro
pubblico su spreco di denaro
pubblico. Ma ancora una volta
l’Amministrazione comunale
si distingue per nascondere la
verità sui fatti e sullo spreco di
denaro pubblico facendo vedere peraltro una superficie priva
di piante , di laghetto, di collina, un vero e proprio scempio
alla faccia della trasparenza e
del rispetto dei fondi europei e
regionali che poi non sono che
denaro prelevato ai cittadini.
Alfio Lisi
Presidente Aca Sicilia
posto in classifica, evidentemente
se si vuole evitare la retrocessione
e non è una frase pesante poiché
bisogna semplicemente guardare la classifica bisogna rimediare
presto e non compromettere già
all’avvio del campionato le possibilità poter rimediare poiché nel
girone di ritorno notoriamente risaputo ogni gara equivale ad uno
spareggio. Di fronte il modesto
Castrovillari e del come si è sviluppata la gara sono proprio gli
ospiti ad recriminare e qualora
avessero vinto non avrebbero “rubato” proprio nulla considerato un
rigore sbagliato ed un altro negato incredibilmente dall’arbitro al
secondo minuto di recupero. Gara
ricca tatticamente e giocata a viso
aperto dalle due squadre cercando
di superarsi, per aspettare il primo
in tiro in porta bisogna spettare
14 minuti quando Cruz riesce a
concludere con Greco S. che para
senza tanta difficoltà; al 21 Pagana ci tenta direttamente da un
calcio di punizione ma il portiere
ospite riesce a deviare in angolo,
al 27 cross di Cruz dalla destra e
incredibilmente Varrica di testa
a porta vuota manca quel classico goal dov’è proprio più difficile sbagliare che segnare; al 27
finalmente la prima conclusione
degli ospiti con Mangiacasale che
ci tenta dalla distanza con un tiro
debole, al 33 pericolosi gli ospiti
con Pannozzo dagli sviluppi di un
calcio di punizione con il pallone
che di poco finisce sul fondo, al
40 conclusione di Privitera dalla
distanza ma Fagone è attento, al
43 Di Peri sciupa clamorosamente
da buona occasione. Nella ripresa,
al primo minuto il Paternò si porta
in vantaggio, dagli sviluppi di un
calcio di punizione Cruz viene atterrato da Alderucci, rigore, dal dischetto Pagana realizza nonostante il portiere riesce senza arrivarci
indovinare la traiettoria, trascorrono appena tre minuti e gli ospiti
hanno la possibilità di pareggiare
ancora su rigore, Greco S. viene
atterrato da sapienza, dal dischetto il bravo portiere paternese Fagone respinge il tiro Pannozzo
deviandoo sul palo, Pannozzo che
precedentemente era stato protagonista di una brutta scorrettezza
nei confronti di Pagana, Castrovillari che non demorde ed al 57 arri-
va il pareggio: calcio di punizione
calciato dalla destra di Alderuccio pallone che arriva in area con
PAnnozzo che sorprende tutti e di
testa riesce a segnare riscattandosi
del rigore sbagliato. Al 66 Corbino
riesca ad impegnare severamente
Fagone e proprio al secondo minto
di recupero l’arbitro non concede
un rigore netto su Cordino e Paternò che praticamente esce praticamente fortunato, bisogna cambiare
e subito rotta altrimenti…
Per il gioco espresso e del come
ha affrontato la gara si è visto un
bel Castrovillari che domenica
ospiterà l’Acicatena invece il Paternò sarà impegnato nel difficile
derby etneo con l’Adrano.
PATERNò – Fagone; Chiarello;
Zappalà; Sapienza; Perricone
(Scalia dall’85); Cruz; Asero (Gennaro dal 72); Contempo; Varrica
(Dama dal 74); Pagana; Di Peri.
IN PANCHINA: Atanasio; Pappalardo; Di Mauro; Fiorello. ALLENATORE: Loreno Cassia.
CASTROVILLARI – Greco A.;
Magliarella; Alderuccio; Privitera;
Pannozzo; Di Marino, Ferrari; Digno; Corbino; Greco S.; Mangiacasale. IN PANCHINA – De Vona;
Ponzio; Toscano; Granata; De
Luca; Gkaitatzis; De Rose. ALLENATORE – Mazza.
ARBITRO: Petroni di Roma.
GUARDIALINEE: Ferrata di Acireale e Tudisco di Catania.
ESPULSO: Gennaro (Paternò).
AMMONITI: per il Paternò: Pagana e contempo. Per il Castrovillari:
Digno, Alderuccio e Privitera.
CALCI D’ANGOLO: 5 – 3 per il
Paternò.
RECUPERI: 3 minuti solo nella
ripresa.
NOTE: manto erboso in discrete
condizioni, leggera pioggia caduta durante la seconda frazione di
gioco, poche centinaia gli spettatori con buona rappresentanza dei
sostenitori ospiti, in tribuna presenti l’allenatore Angelo Busetta,
Daviri e Pannitteri.
Giovanni Puglisi
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
da
Roma
Attualità
luci e ombre della
13
Capitale
Cultura, società, costume, arte, teatro, musica, danza, attualità e vita moderna
XIII Medfilmfest Speciale Festa del
R
Theo Anghelopoulos
R
oma - Per la seconda volta
nel corso del 2007, Roma,
nel settembre di quest’anno, ha registrato un numero di pernottamenti negli alberghi superiori
ai due milioni di presenze. Negli
anni precedenti, in questo mese,
non si era raggiunta mai tale cifra e
il fatto evidenzia quanto siano vaste le proporzioni del successo che
la Capitale d’Italia riscuote in campo turistico. Mariapia Garavaglia,
Vice Sindaco di Roma ha dichiarato che “Roma ha ormai consolidato un settore che produce reddito e
ricchezza. L’Amministrazione Comunale, che ha promosso in ogni
sede e con il massimo impegno lo
sviluppo turistico, si propone di
continuare a favorire una crescita
ancora maggiore, per l’ottenimento del quale serve il contributo di
ognuno, nella consapevolezza che
il turismo è uno dei fondamenti
dell’economia cittadina, oltre che
oma - Il
regista
greco
Theo Anghelopoulos ha ricevuto il premio
alla
carriera
“Amore e psiche”, nel corso
della cerimonia
di
inaugurazione del XIII
Medfilmfest, a
Roma. Un premio dedicato
alla vocazione
mediterranea
di Anghelopoulos, il quale, tra
l’ altro, ha voluto ricordare
un suo incontro
di molti anni fa
con un religioso, in Sardegna,
a Cagliari, il
quale gli disse che “la dimensione
comune che più ci unisce è quella
di questo nostro mare”. Il maestro
greco ha deciso, a sua volta, di
dedicare il riconoscimento assegnatogli, alla memoria di Marcello
Mastroianni, artista con cui aveva
più volte collaborato. Nel quadro
delle proiezioni del Medfilmfestival, fino al 18 novembre, vengono
proposti molti dei film di Anghelopoulos, di Michalis Kakojannis, ed
anche di registi greci appartenenti
alle più giovani generazioni, tra
cui quelli di Anghelikì Antoniou,
Dimitris Koytsiabasakos, Lena
Voudouri, Olga Malea. In parallelo, in occasione dell’ anno delle
pari opportunità, a Technotown di
Villa Torlonia, il festival presenta
film- doc e docu -fiction relativi al
mondo della diversità e dell’handicap. Tra questi, i due documentari greci “God on the Horizon”,
di Lena Voudouri,e “Masterpiece
- Part 1”, di Stefanos Mondelos.
Giorgio Lambrinopulos
Boom turistico: nuovo
record di presenze
Mariapia Garavaglia, Vice Sindaco di
Roma
un motivo di vanto per una città
che dell’accoglienza ha fatto una
delle sue caratteristiche principali.
In questo discorso, rientra la politica dei grandi eventi che, come
dimostra la Festa del Cinema in
svolgimento, ha trasformato la
permanenza a Roma da visita al
più grande museo a cielo aperto
del mondo a occasione per poter
usufruire di intrattenimenti speciali, unici al mondo quanto a cornice
e ad atmosfera”. Il Vice Sindaco,
in una successiva dichiarazione,
ha poi condannato il recente atto
vandalico compiuto ai danni della
Fontana di Trevi definendolo come
un gesto vigliacco e prevaricatore
che ha colpito uno dei simboli di
Roma noti in tutto il mondo.
Cinema di Roma
prossimo numero i film
italiani e gli altri film della
Festa del Cinema di rilievo internazionale
Incontro con
Sophia Loren
L
Sophia Loren
a Festa del Cinema di Roma
ha avuto inizio in un clima
stranamente invernale. Il
freddo gelido non ha però impedito
a migliaia di persone di festeggiare
il Cinema all’interno dell’Auditorium e nel Villaggio appositamente
allestito nei dintorni. Il tappeto rosso ha già visto sfilare star e registi
del calibro di Francis Ford Coppola
che ha presentato il suo film “Un’altra giovinezza”, realizzato a distanza di 10 anni dal suo ultimo lavoro;
Cate Blanchett e Jeoffrey Rush che,
insieme al regista Shekhar Kapur
hanno presentato “Elizabeth.The
golden age”; Reese Witherspoon
e Jake Gyllenhaal che hanno invece presentato il film “Rendition” di
Gavin Hood. Tra le presenze italiane Carlo Mazzacurati con il suo La
giusta distanza e Silvio Soldini con
Giorni e Nuvole. La Festa di Roma
è stata anche luogo di incontri importantissimi: primo tra tutti quello
con Sophia Loren che ha ricevuto
il premio Acting Award IMAIE che
l’anno scorso era stato dato ad un altro grande del cinema internazionale, Sean Connery. In questa rubrica
il colloquio con Sophia Loren. Sul
Requisiti 250
a p p a r t a m e n t i Il deserto e il mare
Gianfranco Nitti
Q
uesta mattina in tre municipi diversi del comune di Roma, il
IX, il X e l’XI, i presidenti di Municipio hanno requisito complessivamente 250 appartamenti per frontedeggiare la pressante emergenza abitativa dei propri cittadini. Requisire si è rivelato uno
dei più concreti strumenti finalizzati alla risoluzione di problematiche
difficili e drammatiche di centinaia di famiglie inquiline sotto sfratto o
senza casa, la maggioranza delle quali ormai in possesso di tutte le condizioni per usufruire del’alloggio popolare. Inoltre con la requisizione
l’amministrazione pubblica è intervenuta su grandi e piccoli speculatori e costruttori abusivi, al fine di convertire temporaneamente il loro
patrimonio privato dal quale la maggioranza delle famigli era ormai
sotto sfratto, oggetto spessissimo di speculazioni finanziarie, in patrimonio pubbico a fini sociali. L’emegenza abitativa, (ormai riconosciuta
anche dalla cassazione come mancato diritto alla casa), la quale in gran
parte determinata anche da operazioni finanziarie su interi patrimoni
immobiliari di sciacalli come ricucci, coppola, caltagirone, de angeli,
ecc.., cresce enormemente anche a causa di una poltica inesistente. Action ribadisce che le iniziative dei mini-sindaci S. Medici, A. Catarci
e S. Fantino, vanno nella direzione giusta sottolineando che il diritto
all’abitare non è un diritto alienabile.
R
oma – Escono allo scoperto i rifugiati, e raccontano in prima
persona la memoria dei viaggi nel Canale di Sicilia, la fatica
dell’arrivo e la speranza del futuro. Chi sono gli uomini e le
donne che sbarcano a Lampedusa? Da dove vengono e perché hanno lasciato la propria patria? Quali ostacoli hanno incontrato lungo i
viaggi nel deserto prima e poi in mare? Appuntamento a venerdì 16 novembre a Roma, alla centrale Montemartini, in via Ostiense 106, dove
sarà proiettato il documentario “Il deserto e il mare”, girato tra marzo
e luglio 2007 da Dagmawi Yemer, Sintayehu Eshetu, Solomon Moges, Menghistu Andechal, Adam Awad. L’iniziativa dell’associazione
Asinitas, inizierà alle 17:00, con la proiezione del documentario “A
sud di Lampedusa”, di Andrea Segre. A seguire, presentazione del libro
“Mamadou va a morire”, di Gabriele Del Grande, e un intervento di
Alessandro Triulzi, Marco Carsetti, Dagmawi Yemer e Mauro Morbidelli, sulla memoria migrante. Mussiè Zerai (Habeshia) parlerà della
condizione dei rifugiati tra Libia e Italia. A seguire saranno proiettati i
documentari “Storia di Habteab”, sul rifugiato eritreo morto nel 2006
nel carcere di Civitavecchia. Alle 20:30 cena offerta dagli studenti del
corso di italiano dell’associazione Asinitas onlus.
Accolta da una standing
ovation, la grande attrice
italiana entra nella sala dell’Auditorium per chiacchierare con il suo pubblico. La
sala è gremita e c’era davvero molta attesa. La Loren
parla di sè e degli incontri
più importanti della sua
vita. Incontrai Carlo ad un
concorso di bellezza. Quando lo conobbi meglio mi
presentò molta gente. Feci
la fotomodella, così, quando iniziai a fare cinema non
ero una sconosciuta nell’ambiente. All’inizio però feci solo delle comparse:
fu De Sica che mi offrì l’occasione di
diventare un’attrice. Avevo fatto molti
provini, ma erano andati tutti male, a
causa della mia timidezza. Incontrai
De Sica u giorno che camminavo per
Cinecittà, lui mi chiese un incontro
perché stava preparando il cast per
l’oro di Napoli. Andando all’incontro,
sperai ardentemente che non mi facesse un provino, perché avevo paura che
andasse male come quelli precedenti.
Alla fine del colloquio disse: «bisogna comprare i biglietti del treno per
Sophia, perché parte con noi per Napoli». De Sica.è stato per me un padre,
un amico (come ha detto Tullio Kezich, il capolavoro di De Sica è stata la
Loren). Lui si divertiva molto con me,
perché io gli raccontavo le barzellette
in napoletano, che lui non ricordava
bene. Il nostro primo lavoro insieme è
stato “Peccato che sia una canaglia” di
Alessandro Blasetti e fu subito un’ottima intesa. Mi trovai molto bene con
lui, sebbene lui fosse già un attore
con esperienza ed io avessi solo 16
anni. Fu Blasetti che creò l’idea della
“coppia cinematografica” Loren/ Mastroianni e c’è da dire che alla gente
piaceva: ogni nostro film è stato un
successo. Quando recitammo insieme
l’episodio della macchina fotografica
nel film ad episodi di Blasetti “Tempi nostri”, improvvisammo molto, mi
piaceva Totò, perché era napoletano.
Lo incontrai una volta in un Teatro
di posa, quando ancora non ero famosa lui mi ha visto e mi disse in
napoletano «ti mori i famm» e io
«non è che proprio mori i famm,
ma qualcosa la mangiassi», lui mi
diede da magiare e mi regalò anche
del denaro…io lo portai a casa e mi
sentii ricchissima… Io avrei recitato
per Chaplin anche se mi avesse chiesto di leggere l’elenco del telefono,
Chaplin, (insieme a Disney) è il Cinema e io non potevo che accettare
la grande opportunità che mi offriva. Io ebbi un ottimo rapporto con
Chaplin, al contrario di Brando che
lo indispettì parecchie volte. Una
volta arrivò così in ritardo alle prove
che Chaplin Minacciò di sostituirlo
con un altro attore.
Agata Amato
INSERTO
Corriere Letterario
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
A cura di Antonio D’Ettoris
Il genocidio armeno
Omar Ebrahime
T
ra l’aprile del 1915 e il settembre del 1918, mentre tutta
l’Europa vive la tragedia immane della Prima Guerra Mondiale
(1914-1918), centinaia di migliaia di
armeni vengono deportati e uccisi per
opera del governo ottomano che conclude così tristemente i suoi ultimi
giorni. Sarà uno sterminio, all’epoca,
senza eguali (l’Olocausto degli Ebrei
è ancora lontano) e che ciononostante
verrà subito silenziato, quasi occultato dalla geopolitica internazionale e
dalle vulgate storiografiche ufficiali
per riemergere solo anni e anni dopo
in un mutato contesto politico e culturale. Esce ora in Italia a farne un
quadro analitico e molto dettagliato
un saggio di Marcello Flores, ordinario di Storia comparata all’Università
di Siena, dal titolo Il genocidio degli
armeni (il Mulino, Bologna 2007, pp.
300, 22,00 €), corredato in appendice da un notevole apparato iconografico con documenti e foto da vari
archivi internazionali. Il saggio, in
nove densi capitoli, affronta nell’ordine: la crisi dell’Impero ottomano
e la nascita del nazionalismo turco
(pp. 15-90), lo scoppio della Prima
Guerra Mondiale, l’inasprimento dei
rapporti turco-armeni, la pianificazione e le dinamiche del genocidio
(pp. 91-116), infine la questione delle responsabilità, la memoria storica
e il dibattito attuale nella società e
nella cultura turca (pp. 117-236). Il
problema turco-armeno ha radici
antiche e la reticenza delle autorità
ufficiali turche ad affrontare quanto
accaduto ad inizio ‘900 rimanda più
profondamente alla genesi storica
del conflitto fra i due popoli. Si tratta
della storia di una convivenza forzata in cui una Nazione che costruiva
la propria identità (la Turchia) dopo
la liquefazione del sogno imperiale
con la fine del regno ottomano, vedeva ostruite le sue mire di grandezza
da una compatta minoranza etnica
e religiosa (gli armeni cristiani) che
faceva della rivendicazione della propria autonomia e della libertà il senso
ultimo della sua esistenza. Se è vero
che provocazioni e attentati ci furono da ambo le parti Flores sottolinea,
riportando numerosi documenti della
diplomazia europea dell’epoca, che
la “preoccupazione per i continui e
ripetuti massacri di cui sono vittime
gli armeni dal 1894 al 1896” (p. 31)
era comune alle principali potenze
europee che tuttavia, chi per motivi
utilitaristici, chi per fini politici, preferirono sul momento far finta di nulla
in quanto, in definitiva “la «questione armena» costituiva un interesse
secondario nell’agenda delle grandi
potenze” (p. 33). Già nel 1896 il console italiano ad Aleppo, Enrico Vitto,
scriveva: “Orfa aveva 9.000 armeni.
Circa 3.000 furono massacrati. […]
Autori furono i soldati, animati e diretti dai loro ufficiali. Nell’indomani
della strage un testimone oculare
vide sotterrare dall’autorità locale
1.200 cadaveri, mentre un numero
maggiore giaceva nelle strade e nelle
case. I preti armeni furono tutti uccisi, e il vescovo armeno fu gravemente
ferito. Gli aggressori gettarono in
un pozzo 150 corpi umani fra morti
e morenti e, dato fuoco a 4 casse di
petrolio, versarono tutto quel liqui-
do su quella massa di carne umana
in parte tuttora vivente” (p. 31). La
comunità armena costituisce di fronte alla nascente identità turca la minoranza in assoluto più agguerrita e
quindi “il nemico religioso che il sultano ricerca per mobilitare la società
ottomana” (p. 37). In un tale contesto
sono pertanto “le minoranze “cristiane” a rappresentare l’elemento di
estraneità contro cui poter incanalare l’insofferenza e la rabbia dei musulmani per le precarie condizioni di
esistenza in cui versano” (pag. 37). Il
fondamento teorico e ideologico per
la violenza inaudita che si scatena in
quegli anni viene fornito dal “panturanismo”: l’idea atavica cioè, secondo cui la nazione turca è intesa al di
là dell’Anatolia o dello stesso Impero
ottomano, come un’ideale da raggiungere e rendere vivo, che supera
gli angusti confini amministrativi, un
mito mobilitante da realizzare per tutti i popoli di lingua turca dall’Anatolia al Caucaso fino all’Asia centrale.
Così il partito emergente che tende
ambiziosamente a farsi Stato, il CUP
(Comitato di Unione e Progresso),
ha facilità nell’eseguire scientemente, complice lo scoppio della Prima
Guerra Mondiale, massacri immani sfruttando la connivenza di ampi
strati della burocrazia civile e militare. Massacri in cui Flores rintraccia
entrambi gli elementi che contraddi-
Graziano Ranocchia
Aristone
Edizione critica, con apparato, traduzione e commento, dello scritto epistolare Sul modo di
sul modo di liberare dalla
liberare dalla superbia di un ignoto
superbia
Aristone, conservato nel decimo liOlschki
bro del trattato Sui vizi di Filodemo
Pagg. XVIII-438 Euro 58,00
(PHerc. 1008). Precede l’edizione
uno studio introduttivo sulla natura e sullo scopo dello scritto, sulle
caratteristiche materiali del papiro e sulla questione attribuzionale.
“Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia,
Venezia Shlomo
qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre Sonderkommando
nello stesso posto... Non si esce mai, per davvero,
Auschwitz
dal Crematorio.” Sono parole di Shlomo Venezia,
Rizzoli
ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana; è uno Pagg. 235 Euro 17,50
dei pochi sopravvissuti del Sonderkommando
di Auschwitz-Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i deportati
con l’incarico di far funzionare la spieiata macchina di sterminio nazista.
Questo saggio, che si rivolge a tutti i lettori di romanzi, specialisti e non, si interroga sul fatto sorprendente che questi oggetti di carta stampata e di
“sostanza immateriale” abbiano il potere di isolare
per ore intere dalla vita reale persone d’ogni età e
cultura con la sola forza – di che cosa? Delle parole:
perché, osserva l’autore, un romanzo non è altro che un movimento di parole.
Cesare De Marchi
Romanzi
Feltrinelli
Pagg. 176 Euro 15,00
Anche per un uomo la nascita del primo
figlio segna l’inizio di una nuova vita.
Scritta con competenza, chiarezza e partecipazione emotiva, questa guida fornisce un supporto
a chi sta per diventare padre incoraggiandolo
ad affrontare attivamente questo nuovo ruolo.
Robert Richter, Eberhard Schafer
Il manuale del papà
Tecniche Nuove
Pagg. 179 Euro 16,90
stinguono la categoria del genocidio:
“la pulizia etnica, o la deportazione
forzata, e la diretta distruzione fisica” (p. 92). L’inizio di quello che gli
armeni ancora oggi chiamano Metz
Yeghérn (“il grande Male”) viene
fatto risalire al 24 aprile 1915, giorno in cui vengono arrestati, dietro
ordine del Ministero dell’Interno,
2.345 armeni fra “dirigenti politici,
leader della comunità, intellettuali,
commercianti, uomini d’affari, gior-
Il partito della
decadenza
Lodovico Festa, già condirettore de Il Foglio, editorialista de il
Giornale, nel suo ultimo volume,
Il partito della decadenza (Boroli ed., pp. 174, € 14), percorre
un itinerario denso di tappe negli
anni fra il 2003 e il 2007, cercando di fornirne un’interpretazione
tra politica, economia, comunicazione e finanza. Molto documentato, ricco di citazioni, il testo va
alla ricerca di trame, di rapporti,
di personaggi, con un’attenzione
particolare alla linea perseguita
da Luca di Montezemolo, dipinta
in maniera tutt’altro che agiografica. Chiude il libro un saggio di
Sergio Soave su “Borghesia e vita
nazionale.”
M.B.
nalisti, studenti, funzionari pubblici”
(pag. 117). Nel maggio un’apposita
“legge di deportazione” istituzionalizza quella che è divenuta ormai una
“scelta politica pubblica”
(pag. 118). Il processo di
deportazione viene poi accompagnato “in modo inestricabile e che sembrava
al tempo stesso necessario
e spontaneo, da violenze
15
d’ogni tipo: assassinii, mutilazioni,
stupri, rapimenti, torture, conversioni coatte, riduzione in schiavitù, furti
e brutalità d’ogni genere. Le vittime
erano uomini e donne, bambini e vecchi, senza che distinzioni d’età e di
sesso potessero significare granchè,
anche se per i maschi in età di leva
era quasi scontato venire trucidati il
prima possibile” (p. 128). Un intero
popolo verrà così in parte annientato
e in parte costretto alla diaspora. A
margine, in merito alla dibattuta questione del riconoscimento delle colpe
e della memoria storica, Flores sottolinea che già nel 1919 nei processi
avviati dagli stessi tribunali ottomani
su forte pressione di Francia e Inghilterra per accertare le responsabilità
dell’eccidio e placare l’opinione pubblica internazionale si parlò esplicitamente di “crimini contro l’umanità”
e “atti concepiti nel quadro di un
progetto globale di sterminio” resi
possibili e autorizzati da autorità,
organi e leggi dello Stato, come la
ricordata “legge di deportazione” (p.
192). Con l’allentarsi della pressione
europea e il mutare degli scenari politici nel Vecchio Continente però,
i processi vennero archiviati, l’eco
della tragedia di un popolo si spense e le responsabilità complessive
non furono mai accertate del tutto.
Anzi, prendendo a modello quanto
accaduto, lo stesso Hitler nel 1939,
alla vigilia della Seconda Guerra
Mondiale, spingerà i suoi soldati a commettere senza remore sui
polacchi le più spietate efferatezze
motivando così le sue parole: “Chi
oggi si ricorda degli armeni ?” (p.
271). Ora però, a quasi un secolo di
distanza e con la Turchia che bussa
alle porte dell’Unione Europea, la
questione armena sembra essere,
anche sulla scorta di sempre più
numerosi studi storici, nuovamente
riaperta.
Manuela Pompas
Stress
Tecniche Nuove
Pagg. 152 Euro 13,90
L’Autrice spiega come guarire dalle condizioni di
malessere causate dallo stress attraverso particolari
tecniche di rilassamento e meditazione. Ormai sappiamo che lo stress è all’origine di molte malattie.
La soluzione sembrerebbe facile: occorre rallentare
il ritmo e vivere in modo più naturale, prendendo le distanze dalle
situazioni che creano disagio fisico e psichico. Ma la volontà non è
sufficiente.
Il volume, dedicato a genitori, insegnanti, operaStefano Vicari
tori, ripercorre la storia di vita delle persone con
La sindrome di down
sindrome Down e della loro famiglia: il momento
Il Mulino
difficile della nascita, in cui ai genitori viene
Pagg.
128 Euro 8,80
comunicato che il proprio figlio è nato con una
disabilità, la necessità dei continui controlli medici
dall’infanzia all’adolescenza, il lungo percorso educativo attraverso le terapie di
riabilitazione, infine il distacco dalla famiglia e la conquista dell’indipendenza,
di un posto di lavoro, ma anche di una propria vita affettiva fatta di relazioni di
amicizia e di amore.
Accostando quattro grandi dialoghi teoretici
di Platone secondo l’immagine della forma
musicale del quartetto, come movimenti successivi di un’unica composizione, l’autore ha
inteso cogliere, ascoltandoli come nella loro
scaturigine, quei grandi temi filosofici le cui variazioni, rappresentate
dalle ramificazioni storiche del pensiero, per essere veramente comprese
vanno costantemente riascoltate nei temi originali.
Salvatore Scrivano
La cosa e la sua ombra
Marietti 1820
Pagg. 288 Euro 19,00
Il programma nutrizionale “In forma senza
Klaus Oberbeil
zucchero”, proposto da Klaus Oberbeil in
Il dolce veleno
questo libro, mostra la strada per rinunciare al
Tecniche Nuove
consumo eccessivo di alimenti dolci e forniPagg. 168 Euro 14,90
sce numerosi consigli e valide motivazioni per
imparare a cucinare, mangiare e vivere in modo sano senza usare lo zucchero.
Una preziosa guida che non può mancare in famiglia.
Letteratura Mediterranea
INSERTO
16
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura.
L’ultima notte di Mussolini
Giovanna Crisà
S
ulla figura storica
e sulla vita privata
di Mussolini, sono
stati scritti centinaia di
libri, che spesso si sono
attenuti ai fatti riportati
dagli storiografi. Gianni
Clerici, giornalista, nel
libro “ Mussolini l’ultima notte”, ci descrive
R
le ultime ore del duce e
di Claretta Petacci , con
grande umanità. Oltretutto l’autore ha abitato
a lungo una villa a non
più di un chilometro da
dove vennero uccisi il
duce e la sua amante,
e sentiva l’esigenza di
doverla scrivere . Cosa
accadde realmente prima della fucilazione?
Mussolini è prigioniero.
I partigiani lo tengono
d’occhio con i mitra
spianati, mentre Claretta è accanto a lui,
bella, gelosa di tutte
le amanti che il potere
ha concesso al Duce e
delle donne che lo hanno reso padre; donna al
corrente di tutti i suoi
segreti, compagna che
sino all’ultimo sogna
la libertà in un altro
paese. Ma la porta si
apre…..è la morte.
Il signor Ikea
iconoscibile
dallo stile ironico, avevamo
già incontrato Nanni
Delbecchi ne I favolosi
anni zero. Questa volta, il giornalista ci porta in Scandinavia, terra
di renne e valchirie.
In quella terra lontana incontrerà il Signor
Ikea, Ingvar Kamprad,,
uno degli uomini più
ricchi del mondo, grazie all’invenzione del
design
democratico
Così Nanni Delbecchi,
l’unico giornalista , ci
racconta il suo incontro con il signor Ikea,
con lo stesso candore
di un bimbo che incontra Babbo Natale.
Allo stesso tempo, ci
offre un divertente ritratto della vita nelle
redazioni dei giornali
italiani. Un libro gradevole, che farà sorridere i lettori, in quanto
a fantasia e umorismo.
Tra ricette di polpette,
colpi di fulmine, gnomi
fantasmi e incantesimi,
questa storia definita
“favola democratica”
allieterà il lettore.
Gianni Clerici
Mussolini. L’ultima notte
Rizzoli
Pagg. 114 Euro 15,00
La croce di Honninfjord
G
G.C
Giovanni Montanaro
La croce di Honninfjord
Marsilio
Pagg. 279 Euro 16,50
Nella Persia del 1800 Tahirih Qurratu’l-Ayn è diversa
da tutte: nata in una famiglia benestante, è cresciuta
“come un uomo”, libera di
studiare e imparare. Bellissima, sensibile e curiosa, scrive poesie e discute di
politica, proclama la dignità delle donne. La sua fama
di poetessa e ribelle (“strega e puttana” per chi ne ha
paura) è ormai diffusa in tutto il Paese quando, accusata di omicidio, fugge, tenendo in scacco la polizia
dello Shah come se potesse prevederne le mosse. E
quando infine viene catturata - dopo aver osato, nell’attimo che la consegna alla Storia, togliersi il velo in
pubblico - il suo fascino e la sua saggezza confondono i persecutori, scatenando l’amore dello Shah e l’ira
funesta di sua madre. Verità storica e leggenda si fondono in un romanzo emozionante e intenso, omaggio
all’intelligenza, alla sensibilità e al coraggio di una
donna libera e straordinaria.
Michel Schneider
Marylin
Ultimi giorni ultima
notte
Bompiani
Pagg. 445 Euro 18,50
G.C
nel nulla. Storie legate da un
unico mistero, un introvabile
spartito musicale, in grado di
risolvere situazioni oscure.
Quattro storie collocate in
epoche differenti La Croce
di Honninfjord racchiude in
sé mistero, amore, musica e
letteratura.
Bahiyyih Nakhjavani
La donna che leggeva
troppo
Rizzoli
Pagg. 246 Euro 19,00
Bahiyyih Nakhjavani, nata in Iran, ha studiato in Inghilterra e negli Stati Uniti. Divide il suo tempo fra Inghilterra e Francia. Il suo romanzo La bisaccia è stato un
bestseller internazionale ed è tradotto in dieci lingue. Nanni Delbecchi Il signor Ikea Marsilio Pagg. 153 Euro 12,00
iovanni Montanaro,
classe 1983, è al suo
esordio con il romanzo edito da Marsilio, la
Croce di Honninfiord. Il romanzo sorprende per l’erudizione e la maturità che è raro
vedere nei giovani esordienti.
Montanaro mostra una piena
padronanza di linguaggio, e
una approfondita conoscenza
della musica. Quattro storie,
quattro protagonisti diversi
: il giovane Bjorn Kornng,
custode dell’archivio musicale che contiene tutte la
musica del mondo; Edward
von Honnifinfjord Dervinskj, che si reca a nord della
Norvegia per impedire ai tedeschi di ottenere la bomba
atomica; il monaco benedettino Hoisbald che in segreto
vuole rivoluzionare il canto
gregoriano sfidando l’ortodossia; infine, durante una
trasmissione radiofonica, la
telefonata di una ascoltatrice
permette di risolvere il caso
di bambini nazisti scomparsi
Èdouard Bourdet
Christopher Moore
Un lavoro sporco
Elliot
Pagg. 443Euro 16,50
Sam Taylor
La repubblica degli
alberi
Neri Pozza
Pagg. 283 Euro 16,00
Una favola gotica raccontata con l’abilità
e l’audacia di un narratore di talento, La
Repubblica degli Alberi
è una storia avvincente
e dalla forte carica immaginativa, un’ode alla
giovinezza e alla libertà
sotto il segno del desiderio e dell’emozione.
Charlie Asher è contento, felice, appagato. Una
bella moglie in attesa di
un figlio. Un negozio di
roba usata. Amici con i
quali scambiare le solite quattro chiacchiere.
Un’esistenza tranquilla. Quando l’adorata
Rachel perde la vita
dando alla luce la dolce Sophie, la situazione prende decisamente
una brutta, bruttissima
piega...
Un romanzo, due personaggi in primo piano. Lui, Ralph Greenson, lo “psicoanalista
di Hollywood”, è divorato da una strana passione professionale:
indagare i lati in ombra della vita intima dei
grandi miti dello spettacolo, da Truman Capote
a Clark Cable e Frank Sinatra. Lei è una celebre diva del cinema in cerca di un vero affetto,
quello che sua madre, internata in un ospedale
psichiatrico, non le ha potuto dare. Una diva
che si è già seduta sul lettino di tre psicoanalisti, tra cui Anna Freud: Marilyn Monroe.
Ralph è il primo uomo che non la considera
un semplice corpo da usare, ma scavalcando
pericolosamente i confini angusti del rapporto
medico-paziente le dona un amore puro, in cui
ammirazione, seduzione e volontà di proteggere una creatura così fragile si saldano come
in una morsa. Questo libro è il romanzo struggente di una terapia diversa, e di un sentimento
forse unico nella storia dell’effimero e dorato
mondo dello star System. Uno psicoanalista e
una paziente uniti da una passione che diventa via via dipendenza assoluta. Fino all’ultimo
respiro.
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
www.einaudi.it
Gigi Proietti
Gigi Proietti Show
Einaudi
Libro + dvd
Pagg. 124 Euro 22,00
INSERTO
NOVITÀ LIBRARIE
Novità Laterza
Il libro raccoglie la “summa comica”
dell’attore. Comprende un lungo testo
originale di Gigi Proietti sul teatro, a
cura di Rita Sala, riflessione scanzonata
e seria sul mestiere di attore e il proprio
tempo. Il dvd contiene: Pietro Ammicca; Gastone; Grammelot; L’inglese; La canzone country; Il napoletano;
Il teatro Kabuki; Er Barcarolo romano; Nightclub; Nun me rompe’er
ca’; Toto; Una favola; Un sonetto del Belli; Nun je da’ retta Roma.
Queste pagine ripercorrono l’evoluzione M. Campanini, K. Mezran
storica dei movimenti dell’Islam conArcipelago Islam
temporaneo nei suoi tre filoni principali:
Pagg. 236 Euro 18,00
quello della tradizione, espressa dalla
Fratellanza Musulmana, quello del riformismo e quello della militanza wahhabita e jihadista. Ricostruire la loro storia e risalire alle origini
del loro tormentato rapporto con l’Occidente è la strada maestra per
arrivare a comprendere.
Il valore specifico di Rinascite e rivoluzioni sta nella capacità di muoversi
oltre le colonne d’Ercole della tradizionale concezione del Rinascimento.
Se il problema del Rinascimento coincide, sul piano storiografico, con
quello delle origini del mondo moderno, negli scritti di Garin degli
ultimi anni il quadro cambia fino a rovesciarsi, con uno spostamento
dell’analisi dalla genesi della modernità alla individuazione delle forme
della sua ‘crisi’ e del suo tramonto.”
Eugenio Garin
Rinascite e rivoluzioni
Pagg. 414 Euro 20,00
In un caffè di Lahore, nel vecchio merMohsin Hamid
cato di Anarkali, un giovane pakistano,
Il fondamentalista riluttante
Changez, racconta la propria storia a un
Einaudi
cittadino americano incontrato apparentePagg. 138 Euro 14,00
mente per caso. È la storia della sua ascesa come brillante analista finanziario a
New York, del suo amore tragico per una bella e fragile fanciulla, e della
sua caduta in disgrazia nei mesi successivi all’Undici settembre.
Le pagine di questo volume ricostruisco- A cura di Mirko D. Grmek
Storia del pensiero
no le lente trasformazioni e i bruschi mumedico occidentale
tamenti delle teorie e delle pratiche mediche nelle civiltà cosiddette occidentali, a
Pagg. 610 Euro 22,00
partire dal V secolo avanti Cristo fino alla
Peste Nera del Basso Medioevo. Mirko Grmek, scienziato e storico della
medicina di riconosciuto prestigio, cura questa importante opera di sintesi
che, al progresso delle realizzazioni e dei successi pratici, predilige la cronaca delle svolte intellettuali che hanno reso possibili quei successi. Un volume
collettivo e dallo sguardo ampio, firmato da un’équipe internazionale composta dai migliori specialisti.
Pur senza ignorare gli evidenti lasciti
delle premesse originarie, si può
tuttavia affermare che i Savoia si
I secoli d’oro di una dinastia europea
guadagnarono una fama meritata di
Einaudi
sovrani europei nel corso non breve
Pagg. LIV-248 Euro 34,00
degli anni che andarono dalla fine
del Cinquecento alla seconda metà del secolo xviii. Furono in effetti quei
due secoli di lento consolidamento delle acquisizioni territoriali, di cure
dell’edificio istituzionale, di alleanze sociali interne e di accordi internazionali, che motivarono l’ascesa dei Savoia sulla scena continentale.
a cura di Walter Barberis
I Savoia
“‘Capire la fisica’ vuol dire capire che è posCarlo Bernardini
Prima lezione di fisica sibile usare forme razionali di pensiero per
Pagg. 148 Euro 10,00 risolvere problemi sempre più generali della
conoscenza del mondo.”
Carlo Bernardini introduce a una disciplina il cui scopo è la più grande
delle imprese possibili: misurare il presunto contenitore che chiamiamo ‘universo’.
Alessandro Giuli
È un gruppo umano con tutte le sue ambizioni
Il passo delle oche
e debolezze, quello che ci racconta Alessandro
Giuli in questo lancinante ritratto della leader- L’identità irrisolta dei postfascisti
Einaudi
ship di Alleanza Nazionale. Dalle origini misPagg. 176 Euro 14,50
sine, piene di tuoni mussoliniani, al possibile
ingresso nel Partito popolare europeo, il senso della parabola di una generazione politica è nel suo percorso non lineare.
Idith Zertal ci racconta il processo di formazione
dell’identità nazionale israeliana attraverso la costruzione di un pantheon dei martiri, imperniato
sulle vittime della Shoah ma integrato dall’invenzione di una tradizione di eroi e catastrofi risalente ai primi anni del Novecento. Ispirato all’insegnamento di Hannah Arendt e
Primo Levi, è il racconto di un legame fatale tra nazionalismo e uso pubblico
della tragedia che ci invita a riflettere sulla politica della morte al servizio della
nazione e sulla memoria come fabbrica di coscienza e d’identità collettiva.
Nel libro di Vito Bianchi, le travolgenti
Vito Bianchi
conquiste del Sovrano Oceanico e la natura
Gengis Khan
di un popolo che univa alla ferocia una
Pagg. 332 Euro 11,00
sorprendente tolleranza verso le culture incontrate sul suo cammino. Jean-Claude Maire Vigueur, “Medioevo”
Idith Zertal
Israele e la Shoah
Einaudi
Pagg. 254 Euro 22,00
David Forgacs,
Stephen Gundle
Cultura di massa e società
italiana. 1936-1954
Pagg. 448 Euro 25,00
Il cinema, i rotocalchi, i fumetti, i fotoromanzi, la radio, i dischi di musica leggera:
sono i primi strumenti del consumo culturale
di massa sviluppatosi in Italia negli anni del
fascismo e nel dopoguerra. A questa fase iniziale dell’espansione della cultura popolare
commerciale, prima dell’avvento della televisione nel 1954, è dedicato il libro, che offre
una documentata ricostruzione dell’evoluzione delle maggiori industrie culturali e dei
consumi di film, dischi, settimanali.
a cura di Marco Ciardi
Il fisico sublime
Amedeo Avogadro e la cultura
scientifica del primo Ottocento
Pagg. 272 Euro 21,00
Questo volume si è posto l’obiettivo di
analizzare - messa da parte ogni velleità
celebrativa - aspetti inediti o poco conosciuti
della vita e della carriera (sia scientifica che
giuridica) di Avogadro, in modo da ampliarne la conoscenza sotto il profilo strettamente
storico. I saggi pubblicati ci mostrano inoltre
l’importanza dell’opera di Avogadro in ambiti di ricerca finora scarsamente esaminati
dalla storiografia.
Paolo Pombeni
Il primo De Gasperi
Pagg. 320 Euro 23,00
Questo documentatissimo saggio affronta il
periodo della giovinezza e i primi passi che
De Gasperi politico mosse sotto l’Impero
asburgico. Con appassionata precisione,
Pombeni ricostruisce tutte le tappe dell’apprendistato degasperiano, dall’esperienza
di studente universitario nella Vienna di
fine secolo, dove viene a contatto con molti
fermenti culturali e sociali, alla direzione del
quotidiano cattolico di Trento, all’ingresso
nel Parlamento dell’Impero nel 1911.
Giovanni Barberini
L’ostpolitik della Santa
Sede
Pagg. 448 Euro 35,00
Il volume offre una ricostruzione sistematica, sostenuta da molte fonti documentarie
inedite, della ostpolitik, della sua origine
e dei suoi obiettivi che, essenzialmente
pastoriali all’inizio, si sono poi ampliati
collocando la Santa Sede nelle relazioni
politiche internazionali segnate dalla détente
e definite nell’Atto Finale di Helsinki.
Viviamo oggi in Italia un rinnovato
scontro tra Chiesa cattolica e modernità:
un conflitto che sembrava appartenere
al passato, impensabile in una società postsecolare. “La radicalizzazione
dello scontro, il crescere delle polemiche, l’inevitabile necessità di
prendere posizione in un confronto che tutti ci coinvolge, non deve
far velo alla necessità di conoscere le posizioni degli avversari in
campo: in questo caso, di un magistero che ha alle spalle secoli di
riflessione dottrinale”.
Giovanni Filoramo
La Chiesa e le sfide della
modenità
Pagg. 208 Euro 16,00
N I
ovità
www.laterza.it
17
l Mulino
www.mulino.it
A cura di Nino Novacco
Per il Mezzogiorno
e per l’Italia
Pagg. 272 Euro 18,50
Il volume contiene la relazione del prof. Giuseppe Galasso su “Svimez, Mezzogiorno, un
sessantennio di storia italiana”, nella quale
l’eminente storico meridionalista pone in
evidenza come l’Associazione abbia affrontato fin dall’inizio i temi dello sviluppo meridionale come un grande problema nazionale
Gustavo Corni
Hitler
Pagg. 232 Euro 12,00
Il volume di Corni si presenta come un’equilibrata e aggiornata esposizione, attenta anche
al contesto tedesco e internazionale, che mette
a frutto e discute la più recente ricerca sia sulla
vita e l’azione del Führer sia sulle caratteristiche dello stato nazista, ponendo in rilievo le
questioni e i nodi interpretativi salienti che il
lavoro degli storici ha fatto emergere.
Antonio Padoa Schioppa
Storia del diritto
in Europa
Pagg. 792 Euro 45,00
L’opera rappresenta per l’Italia - pochi sono
i precedenti analoghi anche a livello europeo
- la prima esposizione unitaria delle vicende
del diritto in Europa dalla fine del mondo
antico alla fine del ventesimo secolo. Le sei
sezioni che compongono il libro scandiscono
le grandi epoche entro le quali si è sviluppata
una storia straordinariamente ricca e varia: l’alto
medioevo (sec. V-XI), l’età del diritto comune
classico (sec. XII-XV), l’età moderna (sec.
XVI-XVIII), l’età delle riforme (1750-1814),
l’età delle nazioni (1815-1914), il Novecento.
Massimo Campanini
Storia del Medio Oriente
1798-2006
Pagg. 272 euro 13,00
Il volume ripercorre la storia politica del
Medio Oriente nei suoi snodi fondamentali:
la spedizione napoleonica in Egitto e l’incontro con la modernità, le riforme dell’impero ottomano e la caduta del califfato, il
processo di decolonizzazione, la guerra dei
Sei giorni del 1967, la rivoluzione iraniana,
la presa del potere da parte dei talebani in
Afghanistan, l’intifada palestinese, fino
alla caduta di Saddam Hussein e all’attuale
conflitto che oppone gli Stati Uniti all’Iraq.
LIBRI DA LEGGERE
LIBRI
INSERTO
18
M. E. Antonioli, M. D. Grande
Hai fatto i compiti?
Armando
Pagg. 112 Euro 10,00
Studiare e fare i compiti a casa
sta diventando sempre più fonte
di conflitto tra genitori e figli?
Questo libro propone un nuovo
approccio allo studio, in cui il
ruolo del genitore sia mezzo
per far scoprire al bambino il
piacere dell’apprendimento.
è
LEGGERE
N
ella serie Storia moderna
della Collana Biblioteca
Essenziale di Laterza è
uscito Le guerre di religione nel
Cinquecento (Laterza, Roma-Bari
2007, pp. 176, € 12,00) di Corrado Vivanti, già docente nelle Università di Torino, Perugia e Roma
La Sapienza, curatore con Ruggiero Romano della Storia d’Italia
della Einaudi e autore, fra l’altro,
di Lotta politica e pace religiosa
in Francia fra Cinque e Seicento
(Torino 1963). L’opera offre una
sintesi della stagione di aspre lotte, civili e religiose, che coinvolgono soprattutto la Francia dopo la
diffusione della Rivoluzione protestante, innescata in Europa nel
1517 dal frate agostiniano Martin
Lutero. «Con “guerre di religione” — precisa l’autore — si
indicano solitamente le lotte intestine francesi della seconda metà
del Cinquecento, sebbene ancora
nella prima metà del secolo successivo scoppino torbidi e conflitti
provocati da contrasti di fede» (p.
5). La propaganda degli ugonotti
— deformazione del germanico
Eidgenossen, «congiurati» — fa
grandi progressi, soprattutto nella seconda metà del secolo XVI,
trovando fautori nell’esercito e nel
parlamento di Parigi e assicurandosi in molte città un seguito consistente, anche se l’adesione delle
popolazioni rurali è molto limitata. Nel gennaio del 1562, dopo il
fallimento dei colloqui fra teologi
delle due parti, viene pubblicato
dalla Casa reale un editto che legalizza la pubblica celebrazione
dei riti protestanti a determinate
condizioni. La scintilla scocca
due mesi dopo a Vassy, nella
regione della Champagne, dove
alcune centinaia di ugonotti, che
celebrano il loro culto all’interno
delle mura, contravvenendo dunque all’editto, sono dispersi dai
soldati del duca Enrico di Guisa.
È il primo di otto conflitti che fra
una tregua e l’altra si trascinano
per circa trent’anni, coinvolgendo altre realtà europee, da un lato
la monarchia spagnola di Filippo
II d’Asburgo, campione dell’ortodossia, dall’altro lato l’Inghilterra e i Paesi Bassi riformati. I
cattolici rispondono all’eresia anche con una vigorosa campagna
missionaria condotta soprattutto
mediante le confraternite, quelle
tradizionali e delle comunità di
mestieri, e quelle di nuova creazione, come la compagnia del
Rosario e la compagnia del Santo
Sacramento; tutte animeranno i
combattenti, fornendo loro quadri e condottieri. Nel 1576, inoltre, si forma un’unione cattolica,
nota con il nome di Lega, che
ha lo scopo anche di evitare il
rafforzamento delle prerogative
reali a danno dei corpi intermedi.
Gli Stati Generali, in particolare,
chiedono la periodicità della loro
convocazione e la possibilità di
Una casa senza biblioteca è
come una fortezza senza armeria
(da un antico detto monastico)
a cura di Maria Grazia D’Ettoris
C
dare al regno leggi fondamentali cui doveva sottostare anche il
re, che non poteva considerarsi
dunque legibus solutus. Ma il
protrarsi delle guerre, con il corollario inevitabile di lutti e di
distruzioni, nonché l’esaurirsi
della dinastia dei Valois, portano
a una soluzione di compromesso, cioè alla consacrazione del
pretendente Enrico di Borbone,
ugonotto ma convertitosi al cattolicesimo. Questi nel 1598 con
il Trattato di Vervins pone fine
alle guerre internazionali e con
l’Editto di Nantes — un trattato
concluso solo dopo lunghi negoziati e accettato con riluttanza
dalle parti — da un lato consente
la restaurazione della religione
cattolica e la restituzione dei beni
ecclesiastici, dall’altro permette a
una significativa realtà ugonotta
di vivere nel cuore della Francia
onservali nella tua
Jean-Louis Cianni
Filosofia per disoccupati
Rizzoli
Pagg. 216 Euro 16,00
Cianni sa di cosa parla: ha provato sulla
sua pelle cosa significa perdere il lavoro
(o non riuscire a trovarlo). Per non farsi
travolgere, Cianni si è messo a rileggere
la sua biblioteca di studente di filosofia.
Grazie alle pagine dei filosofi, ha recuperato l’autostima, riconsiderato il suo rapporto con gli altri e ritrovato il mezzo per
dirigere la sua coscienza.
A cura di Luisa Simonutti
Forme del neoplatonismo
Dall’eredità ficiniana ai platonici
di Cambridge
Olschki
Pagg. X-560 Euro 57,00
Oggetto del volume è il propagarsi in Europa oltre che in Italia del pensiero neoplatonico fiorentino nella cultura del ’500
e del ’600. Ficino e Jean de Serres furono
figure di intellettuali centrali per la circolazione del pensiero e delle opere di Platone. Viene approfondita principalmente
la diffusione continentale e nel mondo
elisabettiano e riformato del platonismo
nell’arco dell’età moderna.
P. Navigo e G. Mannozzi
La corruzione in Italia
Laterza
Pagg. 392 Euro 24,00
con il suo esercito, le sue fortezze e
la sua amministrazione. Va segnalato, infine, che l’opera, di lettura
scorrevole e ben documentata, risente della convinzione dell’autore, molto ideologica e poco fondata
da un punto di vista storiografico,
che «[...] la volontà d’imporre con
la forza un’unica ortodossia religiosa si riconnette alle condizioni
di un mondo scarsamente evoluto,
in cui l’istruzione non è diffusa e il
dibattito delle idee è soffocato da
poteri repressivi, inevitabilmente ostili alle innovazioni» (p. 8).
Ne consegue un atteggiamento di
simpatia verso la parte protestante
— emergente spesso fra le righe
e palesato dalla scelta di porre ad
epigrafe del libro una considerazione di Voltaire poco benevola nei
confronti dei cattolici — che può
indurre a giudizi errati il lettore
poco informato.
B
In che misura è affiorata la corruzione; in
quali regioni è emersa di più; quale può
essere lo scarto tra criminalità registrata e
sommersa; come si colloca la situazione
italiana nel panorama mondiale; con quale
efficacia ha reagito il sistema; quante condanne definitive sono seguite alle inchieste;
qual è stata la severità media delle sanzioni
concretamente applicate.
Jens-Arne Dickmann
Pompei
Il Mulino
Pagg. 144 Euro 10,50
Attraverso le strade, dentro i negozi, le
abitazioni, gli animati cortili interni, le lussuose ville, i luoghi sacri, il libro guida il
lettore alla conoscenza della città e dei suoi
edifici, ma anche dei diversi aspetti - politici, sociali, religiosi - della vita quotidiana, trattando, fra gli altri, argomenti quali il
commercio, il culto, la propaganda elettorale, i divertimenti cittadini, lo sport, il teatro
e le pratiche legate ai “balnea”.
Michael Burleigh
In nome di Dio
Religione, politica e totalitarismo.
Da Hitler ad Al Qaeda
Rizzoli
Pagg. 633 Euro 24,00
CULTURA
Le guerre di religione nel Cinquecento
Francesco Pappalardo
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
iblioteca
Nel solco tracciato dai totalitarismi del Novecento trova la sua
collocazione anche il recente
movimento del fondamentalismo islamico: alla ricerca di un
improbabile riscatto da una deludente situazione politica,
economica, sociale del mondo musulmano in generale,
viene promesso ai seguaci che il popolo dell’Islam, riunito
sotto un solo governo (totalitario) e guidato da una sola legge, la sharia, potrà avviarsi a un luminoso futuro. Soltanto
in parte, secondo Burleigh, il terrorismo di questa matrice
può essere considerato un fenomeno nuovo: nella sostanza
ricalca movimenti già presenti nel mondo occidentale (anar
chici, nichilisti, Ira, Eta).
Frutto del lavoro di uno dei maggiori storici del nostro
tempo, In nome di Dio racconta gli ultimi cento anni
delle vicende sociali e politiche attraverso il prisma del
rapporto tra politica e religione, mettendo in discussione
giudizi consolidati e antichi pregiudizi: si tratta di un’opera che tutti gli appassionati di storia devono conoscere.
Alberto Leoni
La “quarta” guerra mondiale
Ares
Pagg. 272 Euro 15,00
Alberto Leoni legge la lotta al terrorismo internazionale come quarta
guerra mondiale (la terza definisce il
semisecolare confronto a freddo tra
Occidente e Urss, conclusosi con
la caduta del muro di Berlino e la
fine del Patto di Varsavia), di cui l’autore spiega le origini
politico-ideologiche, delinea gli schieramenti in campo,
fornisce la mappa delle organizzazioni terroristiche e dei
suoi capi, individua le aree nevralgiche nei diversi continenti, descrive le operazioni militari illustrando tattiche e
strategie, denuncia alcuni errori di Bush e la presunzione
dei suoi consiglieri, come pure le ambiguità e la tiepidezza
degli alleati europei. Ma lo sguardo di Leoni è volto soprattutto ai protagonisti veri di questo conflitto dalla incerta
durata, alle persone che vivono nella carne la guerra combattendo sui vari fronti o ne soffrono gli effetti devastanti.
Benny Morris
La prima guerra d’Israele
Come difendersi da terapie inutili o nocive
Rizzoli
Pagg. 649 Euro 25,00
Dopo un capitolo introduttivo sul sionismo
e l’immigrazione degli ebrei in Palestina prima della Seconda guerra mondiale,
Morris delinea con chiarezza le fasi che
vanno dalla risoluzione Onu sulla Partizione alla “guerra interna” tra arabi palestinesi
ed ebrei, e dall’invasione degli Stati arabi
nel maggio 1948 all’armistizio del 1949.
Paolo Petrocelli
Il mandolino del prof. Celli
Un’analisi politicamente scorretta
della scuola riformata
Armando
Pagg. 80 Euro 8,50
A raccontarci con ironia la storia della riforma della scuola, protagonista delle cronache degli ultimi anni e il Professor Pietro
Celli, che con occhio critico e disincantato
ne coglie promesse mancate, velleità, limiti. L’analisi si propone di stimolare la riflessione di insegnanti, genitori, studenti e di
chiunque voglia cercare di capire la scuola
di oggi.
Michael S. Gazzaniga
L’interprete
Come il cervello decodifica il mondo
Di Renzo
Pagg. 80 Euro 10,00
Per indagare un’entità complessa quale è la
mente si deve operare seguendo un punto
di vista prospettico quanto più ampio possibile. L’obiettivo finale è una maggiore
comprensione dei meccanismi attraverso i
quali la mente lavora, così come il modo
in cui il cervello modera e media i processi
dell’attività mentale, facendo rientrare fra
tali processi la coscienza nella sua interezza, la moralità e l’etica.
Bernard Williams
In principio era l’azione
Realismo e moralismo nella
teoria politica
Feltrinelli
Pagg. 248 Euro 25,00
Questa raccolta di saggi, per la maggior parte
inediti e scelti dallo stesso Williams, affronta i problemi chiave del pensiero politico:
giustizia, libertà e uguaglianza; natura e significato del liberalismo; tolleranza; potere e
paura del potere; democrazia. Uno dei temi
conduttori che li animano è che i filosofi politici non possono accontentarsi di discutere le
teorie di altri filosofi, ma devono confrontarsi
con la realtà
della vita politica.
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Il Natale dei Ragazzi
Barbara Gulminelli
Fiabe e fiori di Bach
Tecniche Nuove
pp. 280 euro 14,90
L’autrice ci guida in un cammino appassionante che collega fra loro 39 fiabe tradizionali con i fiori di Bach e il Rescue Remedy.
Le fiabe e i fiori di Bach possono quindi
essere considerati due modalità, diverse ma simili, per avvicinarci alla parte
più profonda di noi stessi, al nostro lato
“bambino”, ai conflitti e ai “copioni” negativi che ci impediscono di evolvere.
Le grandi domande dei piccoli
Elledici
Pp. 238, euro 16,50
Vivere con i bambini significa esporsi a domande curiose e spesso imbarazzanti. Sono domande che sottintendono significati profondi, domande di vita che
richiedono risposte semplici e personali. In questo
libro vengono analizzate le 50 domande più frequenti e impegnative. Le risposte suggerite non hanno la
pretesa di dire tutto, ma aprono uno spazio di discussione.
A cura di Dowley Tim
Il grande puzzle di Natale
Elledici
€. 12,00
Uno splendido puzzle, di facile costruzione, adatto anche ai bambini più piccoli: 32 tessere grandi formeranno un
quadro della natività dal disegno accattivante di cm. 84 x 60 circa. Sul fondo
della scatola che contiene il puzzle, il
bambino può leggere la storia del Natale
di Gesù raccontata in modo simpatico e
originale, con disegni che sostituiscono
alcune parole.
Salvi Laura, Sala Giuseppe
Il calendario dell’Avvento
Elledici
pp. 2 €. 3,50
La famiglia è il luogo in cui è possibile prepararsi con fede al Natale. Questo calendario
d’Avvento offre una piccola preghiera per tutti i giorni che precedono il Natale.
Gioco di Memoria
Elledici
€. 12,00
Un gioco di memoria che segue
le regole del classico “Memory”, conosciuto e giocato
dai bambini di tutto il mondo: le 48 carte rappresentano
personaggi ed episodi biblici da abbinare. Con le stesse
carte si può giocare anche
a un altro gioco semplice,
chiamato “Snap”.
Jeanne Perego, Donata dal Molin
Casagrande
Joseph e Chico
Messaggero
pp. 31 euro 12,00
La biografia di Papa Benedetto XVI raccontata da un gatto,
quello del suo vicino di casa.
L’intento dichiarato è quello di
raccontare ai ragazzi la vita del
Papa, in una maniera originale
e simpatica.
Il mio presepe
Elledici
€. 10,00
Un originalissimo libro-presepe interamente in cartoncino, che si apre “a strati”
rivelando i racconti evangelici della natività, con finestrelle da aprire e particolari
da scoprire. Un approccio interattivo alle
storie del Natale, un aiuto per i bambini a capire l’importanza della nascita di
Gesù.
G. Caviezel, I. Restano.
Il piccolo libro
dell’angelo custode
San paolo
Pp. 32 euro 14,50
Lois Rock
Le più belle parabole di Gesù
Elledici
pp, 48, euro 6,00
Gesù era un magnifico narratore e le sue parabole sono indimenticabili: semplici, piene di
fantasia, popolate di personaggi che non si possono cancellare dalla memoria. Questo bellissimo libro illustrato ne presenta diciotto fra le più
conosciute e amate, riscritte appositamente per
i bambini.
Valerio Bocci
I doni dello Spirito Santo
spiegati ai ragazzi
Elledici
Pp. 48 euro 3,80
I doni che vengono dall’alto e portano la
firma di Dio sono fuori da ogni sospetto.
Uno in particolare, il “regalo dei regali”, viene dal suo cuore di Padre e merita
un maxi grazie esplosivo: il Figlio. Ce
l’ha regalato tutto e per sempre, mentre
avrebbe potuto tenerselo per sé.
Un piccolo libro musicale da dedicare ai
nuovi nati o ai bambini in età prescolare.
Il CD raccoglie 12 canzoni e preghiere
musicate da Giovanni Caviezel, autore
di molte sigle TV con Roberto Piumini e
Anna Lavatelli e già conduttore dell’Albero Azzurro.
Goia Mauro, Sihombing Mega
Ciao Natale
Cd musicale
Elledici
€. 18,00
Questo cd musicale è una raccolta dei più bei canti
tradizionali di Natale da tutto il mondo, con arrangiamenti originali pieni di gioia e ritmo. I canti:
Venite fedeli, Tu scendi dalle stelle, Holy Night,
Gloria in excelsis Deo, Silent Night, Little drummer boy, Little town of Behtlehem, Jingle bells,
Ave Maria.
Elena Storchi, Renato Giorni
Dillo forte che è Natale
Libro + CD
Paoline €. 16,50
“Dillo forte che è Natale” è una proposta
teatrale e musicale, con sei canzoni complete di basi musicali, nata con l’intenzione di rivalutare la tradizione cristiana
di questa festa. È uno spettacolo natalizio da allestire con i ragazzi a scuola, in
parrocchia e in altri ambiti di socializzazione, per recuperare il senso profondo
del Natale e riflettere su situazioni d’attualità come guerra, povertà, diversità,
immigrazione.
19
Informazione Regionale
20
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Messa in liquidazione delle APT
dalla
Puglia
I Matarrese non
cedono il Bari
B
ari - Lunedì 22 Ottobre 2007 ore
17.30. La “ Salvatore Matarrese
S.P.A.” proprietaria al 100 % del
pacchetto azionario dell’ Associazione
Sportiva Bari emette un Comunicato dal
quale si evince quanto segue : “ L’ultima offerta di Claude Choen e soci prevedeva l’acquisto del 10 % del capitale
sociale al prezzo di 800 mila euro con
diritto di opzione all’acquisto del restante 90 % esercitabile sino al 30 Giugno
del 2009 o in alternativa, a scelta dell’
acquirente, con diritto di rivendita alla
Società proprietaria del medesimo 10 %
liberandosi da ogni vincolo e impegno”.
Dalla serie se non ci conviene vi ridiamo l’ A.S. Bari. Termina così la lunga
ed estenuante telenovela estiva nata in
prossimità del 15 Agosto u.s. da un fax
inviato all’ A.S. Bari in cui gli Imprenditori Claude Choen, Marco Vedeo e Paolo
Stancarone esprimevano dalla residenza
di Montecarlo l’interessamento ad acquistare il club biancorosso. Incontri tra
le parti interessate, riunioni interne dei
Matarrese e dei Monegaschi, dettagli su
dettagli da definire hanno reso a dir poco
stucchevole questa vicenda. Per chiudere
definitivamente sulla stessa, indipendentemente dal contenuto del Comunicato
resta un retroscena risalente alla serata
di Giovedì 19 Ottobre u.s. quando si
rinviava al 22 la definizione dell’accordo poichè Choen In Costa Rica e Vedeo
negli Usa per affari erano impossibilitati a chiudere la trattativa. Nello stesso
tempo i Matarrese proprietaria dell’A.
S.Bari si riservava di decidere al termine di una riunione famigliare. Questo
prolungamento dei tempi di chiusura e
prima ancora di definizione della cifra
di vendita suonava come una avvisaglia
che, a distanza di pochi giorni, si traduceva in un nulla di fatto. Dopo trent’anni
esatti ( Ottobre 1977) l’ A.S. Bari resta
nelle mani dei Matarrese. E’ da questa
realtà che bisogna partire per sostenere
che, obiettivamente e senza alcun spirito
da partito preso i Matarrese escono da
questa vicenda a testa alta mantenendo
ad avviso di chi scrive coerenza di intenti e azioni. Vale a dire lasciare il Bari in
buone mani. Proprio sei anni fa di questi
tempi iniziava per motivi anche politici
l’assalto all’A.S. Bari con una cordata di
imprenditori della quale garante, all’epoca dei fatti era l’allora Presidente della
Camera di Commercio di Bari Vincenzo
Divella. Fu un nulla di fatto. Nella Primavera del 2006 fu la volta di un tale
Cazzaniga da Seregno che, supportato
dal già Sindaco di Bari Di Cagno Abbrescia, tentò anch’egli l’assalto per coprire
col Bari i suoi interessi immobiliaristici.
Stop anche in questo caso. Seguendo
l’ordine cronologico delle scalate si arriva a Marzo 2007 quando alla vigilia del
Vertice di Bari Prodi-Putin l’attuale Sindaco di Bari Michele Emiliano ospitò, in
casa dei suoi genitori, un incontro al quale partecipò il Plenipotenziario di Putin,
l’ A.D. del Bari Salvatore Matarrese e
suo Zio Antonio attuale Presidente della
Lega Calcio. Già in quel periodo la cifra
chiesta dai Matarrese si attestava intorno
ai 15 milioni di euro. I Russi con la regia
della Gazprom ne offrivano 20 ma anche
in questo caso una inspiegabile marcia
indietro dei Matarrese forse dettata dagli interessi meramente elettoralistici di
Emiliano fece naufragare la trattativa sul
nascere. La vicenda appena conclusasi
e sulla quale la Stampa Barese non si è
sufficientemente soffermata riguarda i
presunti interessi di Vedeo ( Imprenditore impegnato nello smaltimento dei
rifiuti) che, non appena giunto a Bari lo
scorso 13 Ottobre subito si recava presso la Zona Industriale del Capoluogo
Pugliese per visionare il suolo delle Ex
Officine Calabrese presso cui il Vedeo
avrebbe voluto costruire un inceneritore
sul modello di quello attualmente funzionante a Montecarlo. Ma da tempo si
vocifera in Città che, i suoli circostanti lo
Stadio S.Nicola, sono edificabili secondo quanto previsto dal Piano Regolatore
del Comune di Bari. Ed è quì che casca
l’asino poichè, una vendita dell’A.S.Bari
sarebbe stata fattibile qualora si fosse
trovato un accordo nel quale Choen
acquistava, da buon immobiliarista, i
suoli, consentendo ai Matarrese di poter
costruire. L’epilogo di quest’ultima vicenda evidenzia che questo accordo non
è stato raggiunto in relazione anche alle
conferme che l’ Impresa Matarrese vorrebbe circa i futuri sviluppi della Zona di
Torrebella; l’Area che circonda lo Stadio
e l’Antistadio S.Nicola rispettivamente
strutture di gioco e di allenamento dell’
A.S. Bari. Questo è la vera ragione per
cui i Matarrese non vogliono cedere il
Bari. Ragion per cui il futuro del Calcio
Barese sarà legato a quello del cemento. Nicola Zuccaro
Massimo Ostillio
V
ia libera della Giunta regionale
pugliese alla liquidazione delle
APT, le aziende provinciali per
il turismo. L’assessore al ramo Ostillio
ha presentato un disegno di legge con il
quale i commissari delle APT assumono
le funzioni di commissari liquidatori ed
entro 120 giorni dal loro insediamento
presentano alla Giunta i piani di liquidazione. Il personale potrà transitare
ad altre amministrazioni, rimanendo
nel frattempo a disposizione dei commissari liquidatori. La Giunta provvederà a vendere i beni immobili delle
APT soppresse con un “piano straordinario”. L’assessore Ostillio ha precisato che è stato approvato dalla Giunta
lo scorso 25 settembre un protocollo
con Anci, Upi, Uncem e Unioncamere che “disegna un’ipotesi di riorganizzazione della promozione turistica
territoriale, da realizzarsi attraverso
strutture “leggere”, con una sensibile
diminuzione dei costi ed una maggiore finalizzazione delle risorse, secondo
principi di condivisione delle strategie
e degli obiettivi, nonché determinando
virtuose logiche di coordinamento tra
i diversi soggetti operanti nel settore,
sull’intero territorio regionale”. Inoltre
per Ostillio “in attesa di definire con
le Organizzazioni sindacali le idonee
procedure per il personale delle APT, si
intende con il provvedimento proporre
al Consiglio regionale l’immediata entrata in vigore della norma che mette in
liquidazione le aziende, contribuendo
con ciò - in certa misura - anche alla
riduzione dei costi della politica”. Le
Apt saranno sostituite con “strutture
leggere ed assecondando le novità che
emergono ogni giorno sul territorio,
potendo così intraprendere molto presto una nuova stagione di sviluppo di
un settore così strategico per la nostra
regione”. Le strutture che andranno a
crearsi in sostituzione saranno in sinergia con i Comuni, le Province, le comunità montane e le Camere di Commercio e più in generale con gli attori
sociali del territorio
Gianfranco Nitti
Un disegno di legge sulle
Agenzie viaggio e turismo P
assa alle Province la competenza amministrativa in materia di esercizio dell’attività di
agenzia di viaggi e turismo. Il Consiglio regionale ha infatti approvato
– con l’astensione dell’opposizione
di centrodestra - il disegno di legge
che attua il decentramento amministrativo delle funzioni, individuando
nella Provincia l’ente locale competente. Con questo disegno di legge
si completa il processo di liberalizzazione del settore, iniziato alla fine
degli anni ‘90, ma che era stato più
volte rallentato dal mancato svolgimento degli esami di idoneità per direttori tecnici di agenzie di viaggio,
esami sbloccati dall’Assessore al
Turismo un anno fa. Ma il fatto più
importante – ha rilevato l’assessore
Massimo Ostillio – “è il trasferimento delle funzioni, delle competenze in materia, alle Province. C’è
in sostanza – ha detto Ostillio - una
maggiore prossimità delle istituzioni
locali delle esigenze del comparto,
attraverso delle ‘reti’ più vicine al
territorio: così sarà possibile verificare in modo più pregnante una serie
di elementi connessi all’attività delle
agenzie. Poi abbiamo colto l’occasione per normare altri aspetti, per
esempio quello dei requisiti”. Con
questo disegno di legge, per Ostillio
“oggi in Puglia si aprono opportunità occupazionali maggiori, grazie
ad una maggiore flessibilità offerta
dal nuovo quadro legislativo ed alla
sua correlazione al prossimo completamento degli esami da direttore
tecnico di agenzia, che aprirà nuove
opportunità occupazionali a tanti giovani”. L’azione di semplificazione
del quadro normativo presenta altre
novità. In particolare sulle garanzie
per il cliente, per il quale in passato
– ha chiarito l’assessore al Turismo esisteva tanto un deposito cauzionale
quanto le polizze assicurative. Anche
qui semplifichiamo, senza deflettere
da principi di tutela a vantaggio del
consumatore. Intendiamo evitare
così il ripetersi di episodi che si sono
verificati in passato, legati all’ incapacità della agenzia di viaggio di dare
la prestazione alla base del contratto
stipulato con il cliente. L’intervento
darà maggiore certezza nel rapporto
agenzia-consumatore, così come viene rafforzata la professionalità dell’operatore”. Insomma, per Ostillio
“è una buona legge. È il risultato di
un lavoro svolto in Commissione e in
Consiglio, dove si è cercato di contemperare le diverse esigenze rappresentate. Con il prossimo disegno
di riforma del settore, in via di predisposizione, saranno previste ulteriori
forme di decentramento a vantaggio
del territorio e del comparto. La crescita registrata negli ultimi anni – ha
concluso l’Assessore – ci impone un
ulteriore salto di qualità e comportamenti mirati al rafforzamento e alla
stabilizzazione dei dati positivi che
abbiamo avuto finora”.
incontri chiusi in favore della
compagine capitolina per 2 a 1.
Taranto e Roma hanno animato
quest’ultimo periodo tanto che
entrambe hanno vinto due trofei
internazionali: Taranto la Coppa Vergauwen e Roma la Coppa
Campioni. Il nuovo allenatore
Matteo Feriani alla guida del
Dream Team sostituisce Egidio
L’Ingesso diventato presidente
della società tarantina, entrambi, mirano ad ampliare la crescita del settore. La società intanto
ufficializza l’accordo per il main
sponsor della stagione con la
Sincon, società consorziata di
informatica, che accompagnerà
nei molteplici programmi della squadra. La formazione tutta
riconfermata con un unico innesto. La società rinnovando la
fiducia ai giocatori, con il solo
francese Cayol andato via, sostituito dal nazionale israeliano
Ariel Ottolenghi, con il leccese
Specchiarello insieme al barese
Fasano, per il resto tutti confermati da Ness a Norris, da Six a
Di Bennardo, da Bader a Miceli
con Latagliata, Stella, Migliardini, Calabrese e Diana. Il Dream
Team è motivato a fare di meglio aprendosi a nuovi orizzonti
internazionali proprio giocando la Coppa dei Campioni. La
prima giornata del campionato
porta già i primi due punti alla
classifica, vincendo in trasferta a
Giulianova per 60 a 45. Un ini-
zio positivo che serve a far dare
delle risposte agli enti locali e
vari sponsor affinché diano un
sostegno economico a questa
disciplina che sottolineata dalla presenza della televisione di
Stato che settimanalmente commenta il massimo campionato.
Gianfranco Nitti Dream Team pronto per il campionato
T
aranto - Riparte il campionato nazionale di
basket in carrozzina di
A1 con i nostri colori rappresentati dal Dream Team Taranto.
La formazione tarantina, pronta
a ripetersi come nello scorso
campionato con l’avventura della finale scudetto ed una conquista della Coppa Vergauwen.
Un gruppo creato dalla società
tarantina che vuole ancora meravigliare gli appassionati di
questa disciplina. Ripercorrendo
lo scorso campionato la squadra
di basket in carrozzina vince la
Coppa Vergauwen, l’equivalente della Coppa Uefa in termini
calcistici, ottenendolo proprio
nel concentramento della finale
svolta a Fabiano nello scorso
aprile. Amara invece l’avventura della finale scudetto fattasi
sfuggire. Le motivazioni per riprendere l’obiettivo mancato ci
sono tutte. Il Dream Team quindi chiuso il campionato regolare
al secondo posto sempre dietro
al Santa Lucia Roma, avversario
che ha dovuto incontrare nei tre
Il Team Dream di Taranto
Michele Antonazzo
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
dalla
Informazione Regionale
Campania
Il Sindaco rimuova
i dirigenti
N
apoli - In merito al subentro della società ENEL
Sole all’ ACEA spa nella gestione dell’illuminazione
pubblica,il Consigliere di AN Carlo Lamura ha dichiarato “Le notizie apparse sulla stampa cittadina
in merito alla revoca della concessione alla società Acea dell’appalto per la pubblica illuminazione,
non ci stupisce assolutamente né ci coglie di sorpresa, in quanto il
provvedimento era già stato più
volte da me sollecitato fin dallo
scorso anno all’Amministrazione Comunale e, successivamente
sancito con inequivocabile sentenza dalla Giustizia Amministrativa” “L’Acea non aveva i requisiti neanche per partecipare alla
gara pubblica – aggiunge Lamura- e tale circostanza era assolutamente nota a quei dirigenti comunali che, in spregio a qualsivoglia
regola di buona amministrazione,
assegnavano l’appalto alla società
partecipata del Comune di Roma
nell’ottobre 2006” “ Tra l’altro
questa stessa circostanza si era
già determinata con la precedente
gara d’appalto per l’illuminazione
pubblica che anche in quel caso e
inspiegabilmente, veniva affidata
ad Acea nonostante le valutazioni
contrarie espresse con motivate
sentenze del Tar e del Consiglio
di Stato” “Tutto ciò costituisce un
fatto sconcertante e di una gravità assoluta, che prescinde dagli
eventi tragici di Via Caracciolo
del dicembre scorso e par i quali
si attende ancora l’individuazione
delle responsabilità penali da parte della A.G. “Alleanza Nazionale
-conclude Lamura- ritiene ormai
improcrastinabile l’adozione di
un provvedimento amministrativo
del Sindaco,di rimozione dei quei
dirigenti e funzionari comunali
responsabili di questa illegittima
aggiudicazione di gara pubblica.
Tanto per tutelare e salvaguardare
l’immagine del Comune di Napoli
e fugare ogni dubbio sulla liceità e
trasparenza delle procedure delle
gare d’appalto indette dell’Ente.
21
Cartelle pazze di Gestline
La Corte Costituzionale premia le
inziative e l’impegno di Alleanza Nazionale
N
apoli - “ La battaglia condotta da A.N. in tutte le
Sedi Istituzionali contro
le procedure indiscriminate ed
illegittime di esazione dei tributi
comunali ed erariali poste in essere e gestiti dalla Concessionaria di
riscossione Gestline, oggi Equitalia-Polis, è stata riconosciuta
fondata dalla Ordinanza della
Corte Costituzionale n. 377 del 9
Novembre scorso, che ha sancito
definitivamente e manifestamente
la illegittimità delle procedure di
esazione del Concessionario della
riscossione“ – dichiara il consigliere Carlo Lamura, componente
della commissione attività produttive del Consiglio comunale di
Napoli -. “ Avevo personalmente
richiesto, da oltre un anno, l’intervento del Prefetto di Napoli per-
ché sospendesse , anche temporaneamente ,le procedure di vendita
giudiziaria delle abitazioni degli
inconsapevoli concittadini vittime dell’azione indiscriminata e in
molti casi violenta della Gestline
- aggiunge Lamura – “Il silenzio
della Prefettura, su una materia
così delicata per il diffuso disagio
sociale procurato in città – prosegue l’esponente di A.N. - determinava la urgente presentazione
di un organico disegno di legge
a firma dei Parlamentari di A.N.
di modifica del D.P.R. n. 602 del
29/9/1973, recante disposizioni
sulla riscossione delle imposte,
espropriazione mobiliare ed immobiliare, fermo amministrativo
ed ipoteca giudiziale, prevedendo,
tra l’altro, l’innalzamento a 40.000
euro del tetto minimo previsto per
l’iscrizione di ipoteca sugli immobili dei contribuenti inadempienti
e fissando l’eventuale prezzo
base dell’asta, all’effettivo valore
commerciale del cespite, tanto per
evitare che il contribuente veda
svenduto il proprio “bene” ad un
prezzo irrisorio e fuori mercato,
alimentando la speculazione delle
aste immobiliari, tanto nel capoluogo campano, quanto in tutte
le aree depresse del mezzogiorno.” Esprimo – conclude Lamura
– il massimo compiacimento per
questa illuminata ordinanza della
Consulta, che ristabilisce criteri di
equità e di legalità, allontanando
lo spettro della “confisca” dell’abitazione per centinaia di migliaia di napoletani che vivono in
un contesto urbano già gravato da
forte emergenza abitativa. Bisogna salvare il San Carlo
Risorse sprecate per
progetti mai decollati
N
apoli - Le risorse finanziarie a disposizione dei
Comuni per l’amministrazione degli stessi, sono
spesso insufficienti per garantire un corretto funzionamento dei servizi, per cui occorre
che esse siano gestite in modo
razionale evitando inutili sprechi. Il Consigliere di A.N.
Vincenzo Moretto, denuncia che costosi progetti avviati nella città di Napoli sembrano falliti miseramente o dimenticati,
non senza però aver avuto un
alto costo per le già poche risorse finanziarie a disposizione
delle casse comunali e creando
malcontento fra i cittadini che
a questi sprechi addebitano la
causa dei rincari di molti tributi
comunali per servizi che sono
sempre più scadenti. Moretto,
cita ad esempio: 1) l’acquisto
di elicotteri da destinare alla
Polizia Locale e che avrebbero
dovuto, a detta degli esponenti
di questa Amministrazione garantire un maggior controllo del
territorio e della sicurezza dei
cittadini ma che nei fatti non
si vedono mai volteggiare sulla
città; 2) l’acquisto di carri gru
da destinare alla rimozione dei
veicoli e che in teoria avrebbero dovuto contrastare la sosta
selvaggia delle auto e rendere
più fluido il traffico cittadini;
3)l’acquisto dei bus a metano,
acquistati con i soldi dei BOC
che hanno indebitato i napoletani per i prossimi trent’anni ma
che sono scomparsi dalla circolazione e quei pochi che di rado
si vedono spesso restano i panne; 4) infine, la ciliegina sulla
torta degli sprechi, l’acquisto
di costose motociclette, munite di apparecchiature speciali,
per la raccolta degli escrementi
di cani e cavalli, per cui risultano essere stati assunti alcuni
dipendenti, ma che dopo essere state utilizzate per un breve
tempo sono scomparse dalla
circolazione Moretto, pertanto, ha posto una interrogazione al Sindaco Iervolino per
denunciare ancora una volta gli
sprechi di risorse, o mancato
utilizzo di attrezzature o strumenti acquistati, con il risultato
di avere solo impoverito le finanze comunali senza aver prodotto benefici per i cittadini. In
particolare, facendo riferimento
agli elicotteri dati in dotazione
alla Polizia Locale, egli chiede
di sapere: quante ore di volo
hanno effettuato in questi primi
dieci mesi dell’anno e quanto è
costata la loro gestione (carburante, personale e manutenzione). Relativamente ai carri gru
desidera sapere se sono entrati
tutti in funzione e quanti prelievi sono stati effettuati da Gennaio ad Ottobre 2007. Per quan-
P
Teatro San Carlo
remetto che non sono un melomane, anzi rammento con angoscia
gli anni in cui ero abbonato alla
prima del San Carlo, con il caldo soffocante degli spettacoli primaverili, obbligato alla giacca ed alla cravatta ed ancor
più con terrore i conti astronomici delle
sartorie che rifornivano il guardaroba
di mia moglie, convinta che nel tempio
della lirica alle serate di gala una signora
elegante non potesse giammai indossare
due volte lo stesso abito. Nonostante i
to attiene ai Bus a metano ha
chiesto di conoscere il numero
esatto di quelli acquistati e di
quelli circolanti e se corrisponde al vero che spesso tali mezzi
risultano in avaria. Infine, domanda Moretto, cosa ne è stato
degli “scooter anti-escrementi”
visto che non si vedono più in
giro e quanti dipendenti risultano destinati al loro utilizzo?
tristi ricordi l’idea che il San Carlo possa
chiudere mi fa semplicemente rabbrividire, non soltanto perché il nostro teatro
è il più antico e tra i più belli al mondo,
ma soprattutto, dopo l’olocausto dell’Ilva e la rapina del Banco di Napoli, la nostra città non può più perder fiori all’occhiello. Erano tempi felici quando in soli
sei mesi il San Carlo venne creato dal
nulla, regnava Carlo III e non i nostri solerti amministratori che, con la favola del
nuovo Rinascimento, hanno precipitato
la nostra amata città a livelli di degrado inimmaginabili. Il nostro Massimo,
come tutti gli altri enti lirici italiani, soffre di una grave crisi economica provocata da numerosi fattori concomitanti e
necessita dell’aiuto principalmente delle
istituzioni, mancando quasi del tutto alle
nostre latitudini il sostegno di sponsor
privati. Né più né meno di quello che lo
Stato ha fatto in soccorso di teatri meno
importanti. La lirica non può essere paragonata, come si è letto nei giorni scorsi
su autorevoli giornali, alla lap dance o al
gioco del calcio; affermazioni demenzia-
li che si commentano da sole. La musica
classica è cultura come la letteratura e
la pittura e come le biblioteche, del tutto gratuite ed i musei deve poter vivere
degnamente con l’aiuto dello Stato. Si
è messo in evidenza che lo spettatore
di un’opera paga un biglietto che copre
solo la decima parte dei costi, un dettaglio certamente non trascurabile. Non
si può pretendere che il contribuente
paghi il passatempo del ricco borghese e della sua signora, per cui quando,
al più presto, ripianati i debiti, si potrà
tornare ad una gestione ordinaria, bisognerà prevedere una serie di spettacoli semi gratuiti per studenti, operai,
anziani, oltre che una particolare attenzione per i turisti, nei cui riguardi il
fascino del San Carlo può giocare un
ruolo fondamentale. Per risanare la situazione bisogna cacciare i politici che
hanno occupato il consiglio di amministrazione e poi usufruire dei servigi
di un manager di valore internazionale. Lo merita la città, ma soprattutto lo
pretendono i napoletani.
22
G
iovedì 11 ottobre entra nel
vivo la fase di trasporto dei
fregi del Partenone, dalla
sacra rupe dell’ Acropoli al nuovo
museo, situato nelle immediate vicinanze, tra le vie Dionisiou Areopagitou e Makrijanni. Tre gru di colore giallo sono pronte ad entrare in
funzione, ed il tutto dovrà svolgersi
con la massima attenzione: due
sono state posizionate accanto all’
antico teatro di Dioniso, la terza vicino al nuovo museo. Ovviamente,
la “prova generale” di giovedì, prevede un crash test che eviti rischi di
qualunque tipo. Prima dei fregi, le
gru, sposteranno un blocco di marmo di eguale peso, circa due tonnellate e mezzo, al fine di controllare la
stabilità e la sicurezza del trasporto.
I preparativi sono febbrili, tanto sul
versante Sud dell’ Acropoli, quanto
all’ interno del nuovo museo, rivestito interamente in vetro trasparente. I fregi verranno fatti entrare
Cultura
Akropolis
Giorgio Lambrinopulos
attraverso un’ apertura creata a piano terra, le cui sale saranno anche
le prime ad essere visitabili, entro la
fine di gennaio 2008. “Fino a sabato
saranno terminate tutte le rifiniture
e le sale museali saranno anche ripulite dalla polvere, che vi si è depositata a causa degli ultimi lavori”,
garantisce il presidente dell’ ente
per la costruzione del nuovo museo,
professor Dimitris Pantermalis. Da
parte sua, il ministro greco per la
cultura Michalis Liapis, sottolinea
che “con questo trasporto si viene a
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
creare una nuova prospettiva di ottimismo, per quel che riguarda la ben
nota richiesta greca verso il British
Museum: la restituzione dei fregi
del Partenone, che si trovano nel
museo di Londra”. Il “ballo delle
gru”, sotto l’ Acropoli, è un evento
che si può definire, senza esagerazione, storico. E’ la prima volta, in
duemila e cinquecento anni di storia, che le sculture del Partenone in
questione, vengono rimosse dalla
loro posizione originale. Tutte le
più grandi agenzie stampa, tra cui
la Reuters, la France Press, l’ Associated Press, si apprestano a seguire
l’ evento in diretta, con speciali ed
approfondimenti. Bernard Tschu-
La rupe dell’Acropoli
mi, uno degli architetti che hanno
progettato il nuovo museo dell’
Acropoli, in una sua conferenza ad
Atene, ha dichiarato che “ questo
museo ha cambiato il modo in cui si
interpreta l’architettura. Si trova in
un luogo pieno di sfide. E’ un’ opera
moderna, ma non nel senso in cui
lo sarebbe una costruzione a Dubai.
A dominare- ha concluso Tschumiè l’ idea di un luogo speciale dove
devi riuscire a collegare molti significati con una sola idea. Il Partenone.” Il nuovo Museo dell’ Acropoli,
aprirà le prime sale al pubblico, per
l’ inizio del 2008 e sarà interamente
visitabile entro la fine del prossimo
anno .
LETTERA AL DIRETTORE
I
I fregi del Partenone
I dittatori Birmani sono comunisti
D
a qualche settimana seguo
i tg e i giornali sulla rivolta popolare in Birmania, e
sento e leggo che in questo lontano
Paese dell’Asia, ci sono dei dittatori,
generali che stanno soffocando nella
Aung San Suu Ky
repressione la giusta rivolta popolare
guidata dai monaci buddisti, vestiti
con la tipica tonaca, color arancione.
Eccetto Introvigne, e qualche altro
valente giornalista, nessuno dice la
verità sulla matrice ideologica della
dittatura Birmana, come se i generali
al potere nel Paese asiatico fossero i
nipotini di Pinochet. Un giornale radio ha perfino parlato di “dittatura fascista”. Niente di più falso in Birmania governa un regime tipicamente
comunista, guidato dal lontano 1962
da un gruppo di militari marxisti,
che ha promosso una disastrosa “via
birmana al socialismo”, imponendo
un’economia rigorosamente collettivista che riduce il Paese alla fame.
Nel 1990 la Lega per la democrazia
(NLD) di Aung San Suu Ky, vince
le elezioni, i generali arrestano i dirigenti del partito democratico e ritornano a un sistema che assomiglia
come un fratello gemello al vecchio
regime comunista, salvo che non si
parla più di comunismo. Ma non è
questione di nomi. “Tutti gli uomini forti dell’attuale governo vengono
dal vecchio Partito del Programma
Socialista (cioè dal Partito comunista
birmano) di cui l’attuale presidente, il generale Than Shwe, è stato il
braccio armato nella repressione del
1988”, e i morti che sono rimasti nelle strade di Rangoon, naturalmente
molto di più delle 9 vittime riconosciute dal regime, “non sono vittime
l mondo istituzionale e accademico ha plaudito con soddisfazione al premio Nobel
per la medicina conferito al prof.
Mario Capecchi. Come noto, il
riconoscimento che ha premiato
le sue scoperte sulle cellule staminali embrionali è stato reso possibile grazie all’impiego di migliaia
di topi geneticamente modificati.
Ebbene, se è vero che anche i nostri fratelli minori (i topi per l’appunto, il cui patrimonio genetico
è uguale nella misura del 98% a
quello umano) hanno concorso al
progresso scientifico dell’umanità, perché non premiare anche gli
scodinzolanti cuginetti di Mickey
Mouse? In Italia e nel mondo, festeggiare gli amici animali è cosa
normale. Per esempio, in India festeggiano le vacche, in Cina i cani
(ma più che altro a tavola), e pure
in Italia grazie a Calderoli, anche
i maiali avranno il loro quarto
d’ora di celebrità. Che aspettano
gli animalisti che amano più gli
animali degli umani, a indire una
riparatrice “pantegana day”?
di una generica dittatura, ma di un regime post-comunista che è ‘post’ solo
in quanto almeno si vergogna d’invocare il nome del comunismo, pur
mantenendo la sostanza. In Italia non
ci si vergogna neppure del nome”.
(Massimo Introvigne, Chiamiamolo
comunismo, 29.9.07 Il Giornale).
Del resto, tre sono rimasti i Paesi
nel mondo dove i partiti che si definiscono orgogliosamente comunisti
tengono in piedi i governi: Cuba, la
Corea del Nord e l’Italia, si avete letto bene. Il regime birmano è fornito
di armi dalla Cina che a sua volta viene rifornito dal gas naturale dei birmani, il Paese sta affondando nella
miseria, perché i militari non hanno
nessun interesse di patria. Saccheggiano e rubano, spendendo tutto per
comprare armi. “C’è un unico modo
per aiutare quel povero Paese ridotto
allo stremo economico, per onorare
il sacrificio di Aung San Suu Kyi,
leader prigioniera dell’opposizione:
non andare alle Olimpiadi di Pechino
nel 2008”. (Maria Giovanna Maglie,
La (poco) santa alleanza che uccide
la Birmania, 30.9.07 Il Giornale).
Gli atleti partecipanti alle Olimpiadi
potrebbero non essere d’accordo al
boicottaggio ma sarebbe un gesto doveroso per chi crede nei valori della
democrazia. E se eventualmente vogliamo fare qualche manifestazione
di solidarietà con il popolo birmano,
la maglietta o la fascia da indossare
non è quella rossa, ma il giallo ocra,
l’arancione, quello che volete, ma
non il rosso, che è il colore del regime militare che opprime la Birmania
dal 1962
Gianni Toffali
Mario Capecchi, Nobel per la medicina
Domenico Bonvegna
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Cultura
23
Le sfide della biotecnologia,
la Chiesa e il futuro dell’umanità
A Roma un confronto su bioetica e bene comune in una giornata di studi organizzata dall’Istituto Acton
Monsignor Laffitte
R
oma - Si è tenuto nei
giorni scorsi a Roma,
presso la Pontificia Università Gregoriana (PUG), organizzato dall’Istituto Acton, un
convegno internazionale dal titolo “Salute, Tecnologia e Bene
comune” (per informazioni:
Acton Institute, Corso Vittorio
Emanuele II, 294, 00186 Roma,
tel.: 06-688.92500; e-mail: [email protected]). Occasione dell’incontro sono state le recenti conquiste tecnologiche in
campo bioetico e i conseguenti
interrogativi che l’apertura di
nuovi e inesplorati campi pone
oggi all’umanità. Presenti alla
giornata di studi sono stati, tra
gli altri, il presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale
della Salute, cardinale Javier
Lozano Barragán, il professor
Francesco Chiappetta, già docente presso la Libera Università Internazionale degli Studi
Sociali (LUISS), membro del
Consiglio Superiore di Sanità e
monsignor Jean Laffitte, vicepresidente della Pontificia Accademia per la Vita e professore di
etica, antropologia e spiritualità
presso l’Istituto Giovanni Paolo
II per gli studi sul Matrimonio
e la Famiglia di Roma. Nel suo
intervento il cardinale Lozano
Barragán si è soffermato sulla
definizione del concetto di salute, attualmente oggetto di una
pericolosa revisione semantica
a causa della diffusa “mentalità malthusiana” che caratterizza buona parte della comunità
scientifica internazionale denunciando il fatto che spesso le
“tecniche biogenetiche” vengono “dirette all’uccisione della
persona umana”. Un’idealizzazione postmoderna del concetto
di salute ha infatti contribuito
a diffondere l’idea che essa sia
solo uno stato di benessere perfetto e l’essere umano non abbia valore quando questo venga
a mancare. E’ evidente però - ha
sottolineato il cardinale - che
un simile approccio trascura ciò
che è più essenziale alla persona: sintomatico il fatto che nelle
società più sviluppate, dove in
teoria dovrebbe esserci maggiore benessere, i tassi di suicidio
sono in aumento, soprattutto
nell’Europa del Nord. Le conseguenze di una simile mentalità,
che comporta conseguenze pratiche sui modi agire delle persone, sono ormai sotto gli occhi
di tutti ed appaiono a dir poco
nefaste. L’invecchiamento dei
Paesi del mondo occidentale
è una realtà oggettiva che rende evidente la diffusione della
“cultura della morte”, manifesta
anche nel rifiuto dichiarato di
procreare. Barragán ha quindi
auspicato una nuova alleanza
tra bioetica e tecnologia per il
bene dell’essere umano in ogni
fase della sua vita, con le biotecnologie poste finalmente al
suo servizio: è questo il senso
più autentico della promozione
del bene comune che la Chiesa raccomanda da sempre. Il
professor Chiappetta ha invece
riflettuto sugli aiuti che la tecnologia moderna può offrire ai
sistemi sanitari dei c.d. Paesi
in via di sviluppo e sull’applicazione della telemedicina, la
e di costi. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di comunicare in tempo reale tra medici
e pazienti o avere un riscontro
immediato dei referti. E’ così
che la medicina può rispondere alle esigenze terapeutiche di
cittadini distanti dalle strutture
sanitarie (tele-assistenza) e favorire al contempo l’aggiornamento scientifico del personale
(tele-didattica). L’attuale diffusione della telefonia mobile in
questi Paesi ha poi accorciato
le distanze: “le trasmissioni in
tempo reale di segnali biomedici su rete telefonica sono oggi
una realtà”. Restano però da
sviluppare portali informativi
e soprattutto “punti di accesso
alla comunità” che per la salute di tante persone potrebbero
rivelarsi decisivi. Ha concluso
Cardinale Javier Lozano Barragàn
“pratica della medicina che si
avvale dell’uso delle telecomunicazioni”. Si tratta di una possibilità che permetterebbe soprattutto a questi Paesi (in parte
già lo consente) di ricevere dai
migliori poli di assistenza europei un servizio 24 ore su 24,
con grande risparmio di tempo
infine i lavori Monsignor Laffitte (l’intervento integrale si può
leggere in Zenit, http://www.zenit.org/article-12120?l=italian)
con un’analisi morale della “Salute come elemento del benessere della persona”. Laffitte ha
sottolineato il valore non solo
meramente fisico e sociale della
Università Pontificia Gregoriana
salute ma anzitutto psichico e
spirituale, perché solo la rivalutazione di una dimensione unitaria della persona, come insegna
la dottrina sociale della Chiesa,
permette la tutela della società
nel suo insieme e ne favorisce
la crescita. La raccomandazione che arriva da Roma è quindi
quella di promuovere una bioetica amica dell’umanità e sua
preziosa alleata, che ponga al
centro la persona evidenziandone la dimensione spirituale
e sociale: è infatti nell’apertura
all’altro che l’uomo trova la sua
genuina ragion d’essere in grado di sconfiggere i mali della
solitudine e del dolore di fronte
a cui la sola tecnica è impotente. Il carattere inviolabile della
vita umana e il rispetto della
dignità della persona diventano allora, in ultima analisi,
non solo princìpi dottrinali ma
criteri universali per una concreta assistenza al malato che
ricerchi finalmente davvero il
suo bene.
Omar Ebrahime
Il cardinale Javier Lozano Barragán
M
essicano da generazioni ed erede della fede di un popolo tante volte provato crogiolo delle persecuzioni, il cardinale Lozano Barragán è stato nominato nel 1997 presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute da papa Giovanni Paolo II, e confermato da Benedetto XVI che, da cardinale,
gli fece anche l’onore di scrivere una Prefazione al suo saggio Teologia e medicina
(EDB, Bologna 2001). Nato il 26 gennaio 1933 a Toluca, piccolo centro industriale di Città del Messico, il responsabile di questo organismo vaticano impegnato nella pastorale degli operatori sanitari, fu ordinato Vescovo il 15 agosto 1979
nella Basilica della Vergine di Guadalupe, patrona dell’America, la stessa dove
da bambino ricevette la prima Comunione. Nel 1958 aveva conseguito la Laurea
e il Dottorato in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana,
dopo l’ordinazione sacerdotale impartitagli il 30 ottobre 1955. Dal 1973 al 1975 è
stato Presidente della Società Teologica Messicana e, dal 1977 al 1979, direttore
dell’Istituto Teologico Pastorale della Conferenza Episcopale del Latino America
(CELAM). Ha fondato la Pontificia Università del Messico e, nel 1988, si trasferisce a Roma essendo nominato membro del Pontificio Consiglio per il dialogo con i
non credenti, diventato poi Pontificio Consiglio della Cultura. Nel 1989 passa però
alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e, contemporaneamente, nel
1997 diviene consultore della Pontificia Commissione per l’America Latina e, nel
2000, della Congregazione per i Vescovi. Come Vescovo, nel suo Paese ha dovuto
vivere momenti di freddezza con il partito allora al potere, il PRI, sostenendo con
forza il riconoscimento giuridico della Chiesa in Messico, contro gli orientamenti
laicisti degli esponenti governativi. Da Giovanni Paolo II è stato creato Cardinale
nel Concistoro del 21 ottobre 2003 e Diacono di S. Michele Arcangelo.
Professore Chiappetta
Giuseppe Brienza
Cultura
24
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Kant, Einstein, l’universo e l’oltre
A
Cosimo Galasso
lzi la mano, chi ha mai sentito
dire a scuola che l’universo é il
prodotto bastardo delle brame
metafisiche dell’intelletto umano? oppure, ha sentito parlare d’universi abborracciati e abortiti, prodotti dalle pance
dei ragni? Qualcuno, magari, starà già
pensando ai soliti scolastici medioevali
che, intenti a discutere del sesso degli
Angeli, liquidavano – con sufficienza –
ogni questione terrena, fosse anche la
natura del nostro universo. Invece, udite
udite, stiamo parlando di due, fra i principali pensatori della modernità: Kant e
Hume! Il primo, lo scrisse nella Critica
della Ragion pura, il secondo nei Dialoghi sulle Religioni naturali. Incredibile,
ma il reale è più sorprendente di certa
vulgata, che vorrebbe i medievali sempre oscuri ed ignoranti, diversamente
dagli illuministi, sempre sapienti e razionali. Ancora più profonda e nascosta
è la ragione di tutto ciò. A tal proposito,
il fisico e monaco benedettino S. Jaki ha
scritto: “La vera forza della strategia di
Kant sta infatti precisamente nella sua
affermazione che per rendere impossibile il passaggio dall’universo a Dio occorre negare l’accesso all’universo stesso, dichiarandolo una nozione indegna
dell’intelletto.”. Attraverso varie tappe –
impossibili da ricostruire in questa sede
– e partendo dalla dissoluzione del cosmo geocentrico si era giunti, gradualmente, ad accettare – più per pregiudizi
che per ragioni scientifiche cogenti –
l’idea di un cosmo infinito nello spazio,
nel tempo e necessariamente tale. Uno
dei paladini di questa concezione – nel
XX secolo – è stato lo storico della
scienza A. Koyrè che nel concludere
una delle sue opere principali – Dal
mondo chiuso all’universo infinito – ha
scritto: “L’infinità del mondo provava
che Iddio, o meglio il Dio cristiano, era
un Dieu fainéant, un dio fannullone, che
poteva tranquillamente uscire di scena
in quanto non necessario all’universo”.
Ancora negli anni 20 del secolo appena
trascorso, la comprensione che avevano
gli scienziati del cosmo, era alquanto approssimativa. Si pensava, per lo più, ad
un cosmo “ schizofrenico” diviso in due.
Da una parte la Via Lattea – creduta da
tanti l’intero universo – e dall’altra – infinito in ogni direzione – l’universo
esterno, assolutamente non interagente
col miniuniverso interno. Questa convinzione era così radicata che la più
grande storica dell’astronomia del XIX
secolo – Agnes Clerk – nel 1905 scriveva: “ La scienza non si occupa delle infinite probabilità al di là della Via Lattea”. In realtà, le cose stavano
diversamente e l’onore di questa scoperta toccò ad Albert Einstein, il più grande
scienziato del XX secolo. Il 2005 è stato
celebrato come l’anno della fisica, in occasione del centenario della pubblicazione –da parte del grande scienziato tedesco- di quattro articoli capolavoro che
cambiarono, radicalmente, la concezione del mondo. Purtroppo, nelle varie
rievocazioni, pochi si sono soffermati
su quella che, forse, è la scoperta più significativa dell’opera di Einstein: la riconquista dell’Universo come nozione
valida per la scienza. Einstein, infatti,
come un novello “Colombo” dello spazio, con la pubblicazione, nel 1917, del
quinto e ultimo saggio sulle conseguenze cosmologiche della relatività generale, - contenente le formule della massa
totale e del raggio dell’universo, - trasse
quest’ultimo dalle nebbie del passato. In
pratica, per la prima volta nella storia,
l’universo -ovvero la totalità delle cose
coerentemente interagenti gravitazionalmente- anziché apparire statico, infinito
Immanuel Kant
e necessario, apparve – per dirla con S.
Jaki – “non meno specifico di un indumento su un portabiti in un negozio di
vestiti, con un’etichetta da cui si possono leggere, se non il prezzo, almeno le
misure principali”. Proprio come non
esiste necessità logica perché un certo
indumento sia di una misura particolare,
non c’era una ragione scientifica perché
l’universo dovesse possedere la misura
singolare che possedeva. La prima cosa
che balzava agli occhi, dunque, era la
contingenza di un universo che appariva
reale, specifico e non necessario: addirittura, avrebbe potuto anche non esistere!
La cosmologia scientifica aveva dissipato il Kantismo, lo spinozismo, il panteismo. Un universo siffatto suggeriva, anche, la seguente domanda: se l’universo
non è obbligato ad essere quello che è,
perché è così e non è qualcosa d’altro?
Questa domanda implica l’esistenza di
un Dio Creatore, personale. trascendente
che opera una scelta meta-fisica, fra le
infinite altre. Ma non era tutto; il peggio
– per la comunità scientifica di un certo
stampo ed anche per lo stesso Einstein
– doveva ancora rivelarsi: infatti, un tale
universo, che “minacciava” di espandersi – come capirono Friedmann, Lemaitre e più tardi scoprì Hubble -era
l’opposto di quanto si attendeva la comunità scientifica di allora, in base al
paradigma imperante, fortemente viziato da pre-comprensioni filosofiche. Secondo tali pre-comprensioni, il cosmo
“doveva” essere una sfera naturale, statica ed infinita, dove “naturale”equivaleva
ad essere obbligatoriamente ciò che é,
senza poter essere qualcosa d’altro, dunque, non indicante “quell’oltre”, “quell’Altro da sé”che, invece, un cosmo contingente e transitorio implica senza fallo.
In quel contesto culturale influenzato dal
kantismo- con una negazione a-priori,
ingiustificata della prova cosmologica-la
transitorietà del cosmo, indicata inequivocabilmente dalla possibile espansione,
disturbava parecchio. L’impatto filosofico sulla comunità scientifica, fu devastante: nulla, come l’idea di un “universo-clessidra”con
quella
sua
visualizzazione perfetta dello scorrere
del tempo- poteva indurre l’uomo a cogliere “ l’oltre”. Occorreva, dunque,
“aggiustare” i parametri cosmologici e
“bloccare” l’espansione del cosmo a tavolino. Allo scopo Einstein- poi pentitosi, perché sconfitto dall’evidenza sperimentale –introdusse un artifizio
matematico, non richiesto dalle sue
equazioni: la costante cosmologica. Lo
scopo di quest’aggiunta-per dirla con le
sue stesse parole-era per rendere possibile una distribuzione della materia
quasi statica. Le sorprese non erano finite; infatti, come intuì il sacerdote-cosmologo Lemaitre, la scoperta dell’universo in espansione complessiva
implicava, necessariamente, che nel pas-
sato dovette essere piccolissimo: in poche parole, c’era stato un inizio, un fiat
lux, intollerabile per la cultura dell’epoca ed invero anche per la nostra! Lo stesso Hubble-scopritore assieme al suo assistente Humason della recessione delle
galassie-tentò di anestetizzare la portata
filosofica della sua scoperta scrivendo:
”…nel descrivere gli spostamenti spettrali, apparentemente indicativi di recessione, senza azzardare un’interpretazione e senza attribuirle un significato
cosmologico” Era il 1931: da quel momento le cose non sono cambiate. Nonostante la scienza galileana- a parole evocata, ma nei fatti “aggirata”, quando non
coincide con i “desiderata”della vulgata
corrente- abbia aggiunto indizi sempre
più certi, nella direzione di un cosmo
indicante “l’oltre”, il pensiero unico dominante dissimula, esorcizzandola, la
portata filosofica della cosmologia moderna. Gli sforzi principali vanno in due
direzioni: la ricerca e la divulgazione
presso il grande pubblico, tramite i media. Riguardo alla prima, ci s’ingegna con notevole spreco di tempo e risorsenel “costruire” modelli cosmologici ad
hoc, tesi ad affrancare l’universo dalla
sua dipendenza temporale. Riguardo la
seconda, si presentano, poi, questi modelli cosmologici “aggiustati”, su tutti i
media, come scientificamente più fondati di quanto, in realtà, non lo siano. Da
tale “disastro”mediatico, si salva -parzialmente- la divulgazione scientifica di
scuola anglosassone, tradizionalmente,
più incline a separare i fatti dai giudizi.
Scherzando, ma non troppo, Einstein diceva che al mondo c’erano solo 12 persone in grado di capire la sua teoria della
relatività, soprattutto nelle sue conseguenze cosmologiche. La compresero,
invece, benissimo gli scienziati sovietici
che avvertirono con immediatezza il pericolo rappresentato da un universo finito e in espansione, per il dogma centrale
del materialismo, così com’era formulato nella versione di E. Littré: ”L’assioma
essenziale è l’eternità della materia, ossia che la materia non ha mai avuto
un’origine e non avrà mai una
fine.”Ancora nel 1978, al Congresso
mondiale di filosofia di Dusseldorf, il
cosmologo sovietico N. Ambartsumian
dichiarò-pressato dal suo governo- che il
compito principale della scienza era
quello di cercare le prove dell’eternità
della materia: e questo, ad oltre un secolo dalla scoperta delle leggi della termodinamica! In questo caso -ma non è
l’unico- l’azione del preconcetto filosofico, a scapito di una corretta ricerca
scientifica, è evidentissima. Lo studioso
C. Tresmontant, nel commentare l’attuale tendenza della scienza a ricercare una
Teoria del Tutto che sia vera sulla base
della sua consistenza interna –autoreferenzialità, negata, peraltro, in partenza
dai teoremi di Godel…-ha rilevato che:
”L’ateismo consiste nel sovraccaricare
l’universo dal punto di vista ontologico,
nell’affermare dell’universo ciò che è
vero dell’essere assoluto.E’ questa la divinizzazione dell’universo(…)A causa
della sua opzione ontologica preliminare l’Ateismo moderno,esattamente come
il paganesimo antico, è obbligato ad attribuire all’universo proprietà fisiche
non discernibili nell’esperienza e che le
scienze sperimentali hanno ora rivelate
come false: il non-cominciamento, la
non evoluzione, l’inconsummabilità, e il
non-invecchiamento.(…) E costretti a
dedurre una fisica da una metafisica
preliminare.” Naturalmente, questo è
l’opposto di quanto prescritto dallo status epistemologico della scienza stessa,
che potremmo riassumere nel detto socratico: ”Vado, ovunque mi conducono i
fatti.”. Nonostante la teoria einsteniana
–con le sue implicazioni cosmologiche
-sia, assieme alla meccanica quantistica,
la più suffragata dalle prove sperimentali, è anche la più attaccata-come ha scritto il fisico G. Collins-sia dai crackpotdilettanti che inviano i loro lavori alle
riviste, nei quali talvolta può nascondersi il genio incompreso- sia, dai professionisti. Almeno i 2/3 dei lavori che
giungono in redazione, dice sempre Collins, affermano con sicumera che Einstein è sconfitto per sempre…poi alla
prova dei fatti tutto si dissolve come
neve all’equatore. Il commento del fisico-redattore è stato: ”Finora Einstein ha
sconfitto tutti gli sfidanti.”Naturalmente,
ciò non significa che la teoria non può
essere migliorata: ma annullata, come
vorrebbero alcuni, non è possibile.Esattamente, come la teoria di Einstein non
ha annullato, ma ha compreso al suo interno, -in una sintesi più vasta- la teoria
newtoniana, che a velocità non relativistiche è perfettamente in grado di spiegare i fenomeni naturali, così com’è in
grado di spedire i satelliti intorno alla
Terra. Un’altra strada usata dai cosmologi per “arrestare”l’espansione dell’universo -con i suoi corollari filosofici- è
quella che interpreta lo spostamento verso il rosso della luce delle galassie-che
osserviamo e misuriamo, dunque, in
pieno accordo col metodo scientificonon in chiave cosmologica. Questa ipotesi, vecchia mezzo secolo, è quella della
“luce stanca”. In pratica, è postulato che
Albert Einstein
la luce nel corso del suo viaggio nello
spazio, per motivi ignoti, dopo un certo
periodo di tempo si “stancherebbe”(!) in
altre parole perderebbe energia diventando rossa: pertanto, il red-shift che osserviamo non sarebbe dovuto all’espansione dell’universo, ma ad un ignoto
motivo intrinseco alla luce. Il miglior
commento a quest’ipotesi, che non concorda con i dati osservati-dunque, per la
scienza è nulla-lo hanno fatto, recentemente, - sulla rivista Le Scienze- due
specialisti in materia, C. Lineweaver e T.
Davies, che hanno scritto: ”E’ ora di mettere a letto la luce stanca.(…)E’ un ipotesi stancante.”Ogni commento sarebbe
superfluo. Diversa, invece, è la storia della ricerca della materia oscura. L’idea
base nacque negli anni 30 per opera dell’astronomo F.Zwichy il quale si accorse
che per spiegare la stabilità delle galassie
e dei relativi ammassi, nei termini della
dinamica newtoniana, bisognava postulare una quantità di materia 100 volte più
grande di quella realmente osservata. In
seguito, a metà anni 70, la sua ricerca divenne spasmodica, quasi “religiosa”,
perché in essa i cosmologi videro il
“combustibile”giusto per rendere l’universo eternamente oscillante, fra
un’esplosione ed un’implosione, senza
fine: un universo siffatto, ci dispensa dal
chiederci se dietro di esso vi sia una
Realtà che lo trascende come sua vera
Causa. Anche in questo caso una specialista sopra ogni sospetto, la Prof. M.
Hack ha offerto delle considerazioni
straordinariamente efficaci: ” Non si può
completamente escludere che gli ammassi siano instabili e che si dissolvono
nel giro di molti milioni di anni e che altri se ne formino in continuazione. E’
questa una possibilità che la maggioranza degli astronomi non prende troppo in
considerazione, ma che meriterebbe una
maggiore attenzione. E’ infatti sorprendente ammettere che noi vediamo meno
del 10 per cento della materia che costituisce l’universo.”. La cosmologia moderna, dunque, diversamente da quanto
propagandato dalle mistificazioni culturali imperanti, ci presenta l’universo
come totalità fisicamente ordinata delle
cose naturali, tanto da poterne fare-per
dirla con Jaki- il vero fondamento d’ogni
fede adeguatamente motivata, che ha per
oggetto un vero Creatore.
Cultura
Il femminismo radicale
favorisce l’avvento dell’eurabia
L
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
eggendo un brillante
articolo ho forse capito perché non c’è
stata un’adeguata reazione
popolare quando nell’agosto scorso Hina Salem, la
ragazza pakistana, fu sgozzata dal padre e dai suoi zii
perché faceva una vita troppo occidentale. Ad un anno
di distanza al processo di
Brescia a protestare c’era
solo che Daniela Santanché
e uno sparuto gruppo di
donne marocchine. L’articolo, due paginate di facile
lettura é scritto da Guglielmo Piombini su Il Domenicale del 28.7.07 che a sua
volta riprende dal mensile
Enclave. L’autore rileva
come da decenni gli uomini
occidentali hanno perso il
coraggio di rispondere alle
critiche delle femministe,
che a sua volta nonostante
tutto hanno guadagnato una
gran libertà di scelta nel
campo dell’istruzione, del
lavoro e della famiglia. Le
femministe invece di celebrare questi progressi, continuano a presentare le donne come vittime della discriminazione e a pretendere dallo Stato trattamenti
privilegiati. A difendere il
maschio occidentale ci pensa un ex femminista Alessandra Nucci, autrice di un
libro di notevole importanza, La donna a una dimensione, (Marietti, Genova,
2006). La Nucci nel suo testo documenta come le femministe sono riuscite con
successo ad imporre in ogni
sede l’ideologia di ‘genere’, una dottrina che si basa
sulla convinzione che tutte
le differenze fra gli uomini
e le donne, a parte quelle
fisiche, siano frutto di indebiti condizionamenti e di
stereotipi sociali, e che
quindi siano modificabili.
Il femminismo di genere
incoraggia “nuovi stereotipi, inculcati con l’educazione a scuola e con le immagini nei media, in cui la
donna è conformata a un
modello per il quale la carriera e il lavoro fuori casa
non sono più una scelta, ma
l’esigenza unica per realizzarsi nella vita, l’uomo non
è più tanto da eguagliare
quanto da soppiantare, e la
maternità diventa un’operazione residuale di second’ordine”. (Guglielmo
Piombini, Jihad? Merito
delle femministe, 28.7.07 Il
Domenicale). La rivoluzione sessuale femminista
dopo aver distrutto la famiglia monogamica, ha diffuso con successo una cultura
che disprezza il maschio e
tutti i caratteri solitamente
associati alla mascolinità.
Esistono università, ma soprattutto nelle scuole anglosassoni e del Nord Europa, dove i giovani sono attaccati
sistematicamente
per la loro identità e deni-
grati dalle insegnanti, che
arrivano a provocare le
femmine affinché contrastino il sesso maschile.
L’ideologia
femminista
mette sotto accusa solo i
maschi occidentali, in particolare la figura paterna.
Le femministe non spendono una parola di critica nei
confronti degli uomini che
appartengono a culture
molto più oppressive e ‘patriarcali’ di quella occidentale.
In Svezia qualche
anno fa le femministe avevano proposto una tassazione collettiva per legge a carico degli uomini svedesi,
considerati come i talebani,
in riparazione delle loro
presunte violenze sulle
donne. L’attacco al maschio
occidentale – scrive Piombini – potrebbe produrre
donne occidentali siano più
favorevoli al multiculturalismo e all’immigrazione
islamica rispetto ai maschi
occidentali. Tra l’altro secondo Piombini in tutto
l’Occidente i partiti più critici verso l’immigrazione
sono quelli tipicamente maschili, mentre quelli favorevoli al multiculturalismo
sono dominati dalle femministe. Questo diverso comportamento elettorale secondo le femministe è che
gli uomini sarebbero ‘più
xenofobi ed egoisti’, mentre le donne avrebbero la
mente più aperta e sarebbero più solidali con gli estranei. Non c’è solo quest’aspetto psicologico, le
femministe si rifiutano di
confrontarsi con il problema immigrazione, e sono
Hina Salem
però un inatteso effetto
boomerang: la progressiva
islamizzazione culturale e
demografica del continente
europeo. In pratica le femministe distruggendo la famiglia e la figura paterna,
stanno spianando la strada
alla penetrazione indisturbata dell’islam nelle società occidentali, preparando
così un futuro da incubo
per le prossime generazioni
di donne. La vittoria della
cultura femminista potrebbe paradossalmente favorire l’avvento dell’Eurabia.
Anche se le più coraggiose
e indomite avversarie dell’Islam in Occidente siano
donne come Oriana Fallaci,
Bat Ye’Or e Ayaan Hirsi
Ali, è fuori dubbio che le
silenziose sull’oppressione
islamica delle donne perché
hanno abbracciato un’ideologia terzomondista e antioccidentale che le paralizza. Secondo il movimento
femminista tutti i mali del
mondo provengono dall’uomo occidentale, che opprime sia le donne sia gli
uomini non occidentali. Gli
immigrati musulmani sono
anche loro vittime, al massimo hanno qualche pregiudizio patriarcale, ma comunque sempre meglio degli uomini occidentali. Il
femminismo radicale, contribuisce alla diffusione del
vittimismo in Occidente e
alla riscrittura dei libri di
storia che facesse giustizia
dei ‘pregiudizi’ maschilisti
ed eurocentrici. Sono ormai
l’avanguardia del “politicamente corretto” in tutto
l’Occidente.
In
pratica
quando i musulmani arrivano da noi portandosi quella
mentalità vittimista si trovano il lavoro già preparato
su un piatto d’argento. Così
l’utopia femminista si trasforma nel suo opposto, la
legge coranica. Una situazione evidente nei Paesi
Scandinavi, dove l’applicazione dell’ideologia femminista e multiculturalista
ha raggiunto le punte più
avanzate. Negli ultimi anni
si è verificato un aumento
degli stupri e delle violenze
sulle donne, per opera nella
quasi totalità dei casi di
giovani immigrati islamici.
Qualcuno insinua che la
colpa è delle donne norvegesi che si vestono in
modo
provocante.
Di fronte a queste
continue aggressioni,
la reazione degli uomini scandinavi è
quasi
inesistente.
L’istinto protettivo
maschile non si manifesta perché le donne nordiche hanno
lavorato senza sosta
per sradicarlo, scrive
Piombini. In questo
modo il femminismo
radicale ha indebolito mortalmente la
Scandinavia, e probabilmente l’intera
società occidentale.
Secondo la logica del
femminismo radicale
bisognava
rendere
impotenti i maschi
occidentali, perché
colpevoli di tutta
l’oppressione
del
mondo, ma questa
soppressione e ridicolizzazione dei maschi occidentali, non
sta conducendo al
paradiso femminista,
ma all’inferno islamista. Così si finisce
per giustificare la
schiavitù in cui è costretta la donna musulmana. Del resto
una società in cui gli
uomini sono stati ‘femminilizzati’, scrive Piombini è
destinata a cadere preda
delle più aggressive civiltà
tradizionali. Così le femministe invece di ‘avere tutto’, rischiano di perdere
tutto, e la crescente violenza degli immigrati contro le
donne occidentali è un sintomo del crollo dell’utopia
femminista. Perché le donne progressiste occidentali
hanno tutta quest’ammirazione per l’Islam, quando
non esiste un solo paese
musulmano in cui le donne
godano di diritti lontanamente paragonabili a quelli
dell’uomo? Tra l’altro a
casa nostra le attiviste femministe attaccano duramente l’arretratezza e la menta-
25
lità patriarcale della Chiesa
Cattolica, poi quando si recano nei paesi musulmani,
come ha fatto recentemente
Lilli Gruber o Gianna Nannini, ostentano con orgoglio le loro foto con il chador.
Qualche malizioso
commentatore ha scritto
che si comportano così perché molte di queste donne
trovano sessualmente attraente la sottomissione,
mentre poco seducenti e
noiosi gli uomini femminilizzati dell’Europa Occidentale, rispetto ai virili
sceicchi del deserto. Paradossalmente anche gli uomini occidentali preferiscono una moglie che proviene
da culture più tradizionali.
Sembra che le donne nordiche convertite trovano appagamento nel ruolo ben
definito di cura della casa e
dei figli che l’Islam assegna loro. Queste donne
hanno scoperto un senso da
dare alla propria vita che
non trovano nella cultura
secolare o nell’insipido e
succube Cristianesimo modernista. Questo comportamento della donna occidentale forse si potrebbe capire
interpellando la psichiatria;
spesso la psiche femminile,
adotta comportamenti autodistruttivi.
L’Occidente
dopo decenni di propaganda antimaschile, sembra
che abbia adottato quest’atteggiamento autodistruttivo
delle donne. L’Occidente
femminilizzato viene quotidianamente minacciato,
insultato e aggredito con
prepotenza dal mondo musulmano, ma reagisce –
come la moglie abusata –
incolpando se stesso, come
se fosse in qualche modo affascinato dai suoi aguzzini.
In pratica siamo alla sindrome di Stoccolma, dove ci
s’innamora del proprio carceriere. Il femminismo ormai sembra morto ma possiamo scrivere che i desideri
del femminismo degli anni
Sessanta e Settanta ormai si
sono avverati oltre le più rosee previsioni: in Occidente
i divorzi hanno avuto una
crescita esplosiva mentre il
numero dei matrimoni e delle nascite è crollato, determinando un vuoto culturale
e demografico che ci ha resi
vulnerabili all’irruzione dell’Islam. Il femminismo radicale, ha rappresentato una
delle più importanti cause
dell’attuale indebolimento
della civiltà occidentale, sia
dal punto di vista culturale
che dal punto di vista demografico. Distruggendo la famiglia attraverso il divorzio
e l’aborto, le femministe
hanno contribuito a rendere
la nostra civiltà incapace di
reggere l’assalto di società
prolifiche e patriarcali come
quella islamica. La nostra
società dominata dall’ideologia femminista che ha reso
gli uomini troppo demoralizzati, indeboliti, inebetiti,
è destinata ad essere schiacciata e sottomessa dagli uomini provenienti da altre
culture più aggressive e mascoline.
Domenico Bonvegna
Cultura
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N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Auto e moto incivili padroni dei marciapiedi per 360 giorni l’anno
Autodifesa del cittadino pedone
M e n t re i c i t t a d i n i h a n n o i l s a c ro s a n t o d i r i t t o a l l ’ a u t o d i f e s a i
v i g i l i u r b a n i h a n n o i l d o v e re d i re n d e re p r a t i c a b i l i i m a rc i a p i e d i
P
er 360 giorni l’anno i marciapiedi delle solite strade cittadine, in particolare del centro storico e delle zone con uffici
pubblici e zone commerciali, sono
invasi da auto e moto che trasformano un luogo, unico, riservato al
passaggio dei cittadini in un illegale
parcheggio mettendo così a rischio
l’incolumità dei cittadini. per 360
giorni l’anno si posteggia sempre
negli stessi marciapiedi anche in
quanto, spesso anche su segnalazioni, i vigili urbani non intervengono,
se non in casi particolari o quando
a telefonare non è lo sconosciuto
cittadino. e così cittadini di qualsiasi età, bambini, invalidi, donne
incinte o con carrozzina, portatori
di handicap, persone con difficoltà motorie, ipovedenti, e così via
sono costretti a divincolarsi a proprio rischio tra le lamiere sporche
e sporgenti delle auto e delle moto
per continuare il loro percorso sulla
strada per poi riprendere il marciapiede se ve ne sarà la possibilità.
tra tali incivili automobilisti e
motociclisti non vi è alcun senso
di responsabilità né ovviamente il
rispetto del codice della strada e
ancora meno il rispetto dei cittadini e dei loro legittimi diritti per
non parlaredella loro incolumità. .il
cittadino nel rispetto della propria
inderogabile dignità e del proprio
insostituibile benessere ha il sacro-
Passaggio pedonale a norma europea
santo diritto di autodifendersi con
l’utilizzo di mezzi ovviamente leciti ma che lascino il segno a coloro
che della loro dignità e salute non
interessa proprio nulla e che anzi
fanno di tutto per calpestarli. con-
Il mito di Che Guevara
S
abato scorso, 27 ottobre
mentre facevo un annoiato
zapping televisivo, mi sono
imbattuto in una trasmissione di
Tele Vip dedicata alla figura di Che
Guevara, durante la trasmissione
sono stati intervistati oltre a vecchi
esponenti della sinistra messinese,
ora professori universitari anche alcuni giovani della sinistra giovanile
e della Destra (Azione Giovani) di
Messina. Il programma di tele Vip
non ha fatto altro che tessere lodi
nei confronti del cosiddetto comandante Guevara, ripetendo un rituale
che ormai dura da tanti anni. Il paradosso della vicenda è che anche i
giovani di destra si sono associati al
continuo elogio degli intervistati, in
particolare mi ha colpito Francesco
Rizzo, consigliere comunale di Alleanza Nazionale, che auspicava che
il consiglio comunale potesse continuare ad esercitare il proprio mandato nonostante le dimissioni del
sindaco Genovese. Il Rizzo addirittura durante la trasmissione si vantava di possedere una specie d’icona
raffigurante il “Che”, che tiene nella
sua stanza con cura, donatagli da un
amico militante comunista. Ci sarebbe da chiedersi da dove traggono le informazioni e la formazione,
i giovani di destra (?) di Messina?
Ma chi era Ernesto de la Serna Guevara, detto il Che, “[…] nella realtà
storica appare del tutto diverso da
come lo si presenta in quella specie di anniversario perpetuo che le
librerie italiane impongono ai loro
clienti, mettendo in vendita senza
soluzione di continuità pubblicazioni agiografiche e prive di qualsiasi
apparato critico”. (Andrea Morigi,
Che Guevara, il bandito santificato, n.61 marzo 2007 Il Timone). A
quei giovani intervistati dalla tv locale di Messina consiglio di leggere
il breve box che Pascal Fontaine ne
Il Libro Nero del Comunismo dedica al comandante argentino, traggo
qualche passaggio interessante. Fidel Castro amante della Rivoluzione Francese, definiva Che Guevara,
il Saint-Just de L’Avana. Scrivendo
ad un amico Guevara sosteneva che
la soluzione dei problemi di questo
mondo si trovi dietro quella che viene chiamata la cortina di ferro, per
chi non lo sa significa che Guevara
aveva fiducia cieca in chi, ormai è
evidente a tutti, ha procurato stragi e massacri di milioni di uomini
e donne e che ancora oggi si patiscono le tragiche conseguenze economiche e culturali di quel sistema
antiumano guidato dall’Unione Sovietica. Il comandante si fa presto
notare per la sua durezza, un ragazzo suo guerrigliero, che ha rubato
un po’ di cibo, è immediatamente
fucilato senza processo. Una volta
conseguita la vittoria a Cuba gli è
affidato l’incarico di “procuratore”,
cioè è lui a decidere delle domande
di grazia. La prigione della Cabana, in cui Guevara officia, diventa teatro di numerose esecuzioni,
soprattutto di ex compagni d’armi
conservatesi democratici. Poi fu
nominato prima ministro dell’industria e presidente del Banco nacional de Cuba, in seguito ministro
dell’economia, Guevara coglie l’occasione per mettere in pratica la sua
dottrina politica imponendo a Cuba
il ‘modello sovietico’, privo delle
più elementari nozioni economiche,
finisce per causare la rovina della
banca centrale. Regis Debray osserva: E’ stato lui e non Fidel a ideare
nel 1960, sulla penisola di Guanaha,
il primo ‘campo di lavoro correzionale (di lavoro forzato). Guevara,
da buon allievo della scuola del terrore, elogia “l’odio, che rende l’uomo un’efficace, violenta, selettiva
e fredda macchina per uccidere”.
Non posso essere amico di qualcuno che non condivida le mie idee,
confessa il Che. Mario Cervi dalle
colonne de Il Giornale consiglia la
lettura del recente volume di Dario
Fertilio, La via del Che (Marsilio,
pagg.366, euro 19). Nel testo, il
protagonista Riccardo Modena, va
a Cuba sulle tracce dei mitici diari
mancanti del Che: e proprio lui, che
in Cuba aveva visto la patria ideale,
il luogo dell’anima, e che nel Che
aveva visto il simbolo dell’eroe
coraggioso e puro, scopre l’amara
realtà. Scopre cioè che il castrismo
è un regime in pieno disfacimento
dove corruzione, affarismo e violenza si respirano nell’aria; e che
l’adamantino cavaliere senza mac-
tro tali incivili comportamenti e a
difesa della dignità e dell’incolumità dei cittadini l’aca sicilia lancia
chia e senza paura fu anche un fanatico crudele. In pratica si scopre
che ci furono due Che: l’uno era il
giovane Ernesto, quello dei Diari
della motocicletta, lo studente di
medicina egoista ed egocentrico
che giocava a rugby e s’innamorava delle brave ragazze di buona famiglia; l’altro era un mister
Hyde che capace di liquidare in
massa i prigionieri politici che gli
Che Guevara
la campagna di autodifesa del cittadino pedone con la prima iniziativa
contro il posteggio sui marciapiedi.
e’ ovvio che il primo passo da fare
è quello di fare intervenire i vigili
urbani telefonando con il proprio
cellulare al loro pronto intervento
tel. 095 531333 o 095 7424224. se
poi i vigili non intervengono, anche
se è un loro dovere, denunciate tale
grave atto alle autorità competenti,
sindaco, prefetto, comandante dei
vigili urbani, magistratura, e nello
stesso tempo agli organi di stampa
e televisivi allegando alla segnalazione, se si ha un cellulare con fotocamera, una o più foto del mezzo,
affinché l’incivile automobilista e
scooterista sia esposto al pubblico
ludibrio. nello stesso tempo si potrebbe lasciare all’incivile automobilista un fermo segnale della sua
mancanza di rispetto delle leggi e
dei diritti dei cittadini scrivendo in
modo delebile con un rossetto o con
un pennarello lavabile sul parabrezza anteriore o posteriore una scritta
(che comunque può essere scritta
su un pezzo di carta e lasciata sotto
il tergicristallo) come “posteggia
civilmente” o “il marciapiede non
è un posteggio” o “multo la tua coscienza” o “i bambini ti guardano”
, “sei in divieto di civiltà”e così via.
questo gli sarà utile a riflettere e,
almeno un pò, a vergognarsi, ovviamente niente insulti.
erano caduti tra le mani, l’aveva
ordinato senza esitazione né ripensamenti in quella gelida stanza della comandancia, appaena
preso possesso della fortezza che
dominava l’Avana. (Mario Cervi,
L’altro Che che per il 68 non c’è,
31.10.07 Il Giornale). Domenico Bonvegna
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Cultura
27
Premio “Bonifacio VIII” per la cultura 2007
L’ambito riconoscimento conferito dall’Accademia Bonifaciana di
Anagni e consegnato da Gianni Letta al Vaticanista Gianluca Barile
N
ella suggestiva cornice della Mario Baccini, il Vice Presidente del
Sala della Ragione del Co- Parlamento Europeo, Antonio Tajani,
mune di Anagni, il vaticanista il Presidente dell’Antitrust, Antonio
Gianluca Barile ha ricevuto dalle mani Catricalaà, autorità civili, militari e
di Gianni Letta, giornalista e sottose- religiose. L’edizione 2007 del Premio
gretario alla Presidenza del Consiglio ‘Bonifacio VIII’ ha avuto il Patrocinio
dei Ministri con Delega ai Servizi Se- della Presidenza della Repubblica, delgreti nell’ultimo Governo guidato da la Presidenza del Consiglio dei MKiSilvio Berlusconi, il Premio ‘Bonifacio nistri, del Parlamento Europeo, del SeVIII’ per la Cultura. Il Premio è stato nato e della Camera dei Deputati, della
conferito all’unanimità
a Gianluca
Barile
dal
Comitato
Scientifico,
retto dal Cardinale Paul
Poupard, e
dal Consiglio
Direttivo,
presieduto
dal Dottor
Sante
De
Angelis, dell’Accademia
Bonifaciana.
Presenti alla Gianni Letta e Giancarlo Barile
cerimonia di
consegna, tra gli altri, il Vice Presi- Regione Lazio e dei Pontifici Consigli
dente del Senato della Repubblica, vaticani per la Cultura (Presidente,
Monsignor Gianfranco Ravasi) e per
la promozione dell’unità dei cristiani
(Presidente, il Cardinale Walter Kasper). Ma ecco la motivazione ufficiale
con cui gli organizzatori hanno premiato Gianluca Barile (nella foto con
Gianni Letta): “Giornalista vaticanista,
ha fondato l’Associazione Cattolica
Internazionale “Giovanni Paolo II e
Benedetto XVI” e il quotidiano Internet “Petrus” - meglio conosciuto come
il giornale del Papa - di cui è rispettivamente Presidente e Direttore Responsabile. Studioso della Chiesa Cattolica
e particolarmente devoto al successore
dell’Apostolo Pietro, ha promosso l’intitolazione di diversi luoghi pubblici
alla memoria del Servo di Dio Giovanni Paolo II. Con l’organizzazione di
numerosi convegni e dibattiti, ai quali
ha fatto pervenire il proprio compiacimento anche il Santo Padre Benedetto
XVI, a cui lo legano particolari vincoli
di amicizia e affetto filiale, ha contribuito a rafforzare il dialogo tra cattolici
ed ebrei. Formatosi teologicamente sui
testi del Cardinale Joseph Ratzinger,
nel 2006 ha pubblicato un libro sul primo anno di Pontificato di Sua Santità
Benedetto XVI dal titolo: “Sulla barca
di Karol”. L’Associazione Cattolica da
Navi dei veleni
La Jolly Rosso, piaggiata sulla costa Tirrenica
L
uglio-Novembre 1985: Sparizione della motonave Nicos
1 e del suo carico. Gia’ mentre
carico’ nel porto di La Spezia ne venne arrestato il comandante e disposto
il sequestro conservativo del carico e
della stessa motonave. Quando infine
riusci’ a partire, dichiaro’ quale porto di destinazione quello di Lome’
(Togo) dove non e’ mai arrivata, ed
anzi risulto’ che avesse scalato in
porti fuori rotta quali Cipro, libano,
Grecia. (fonte: Zona Nucleare, Le
inchieste e le indagini avviate dalle
procure negli anni ‘90, 2003). 31 Ottobre 1986: la nave Mikigan, partita
dal porto di Marindi Carrara, affonda
nel mar Tirreno calabrese con un carico sconosciuto di cui e’ certa solo la
presenza di granulato di marmo. Le
dinamiche del naufragio e di come si
sia “lasciata andare” verso i fondali
presentano impressionanti analogie
con il successivo naufragio della Ri-
gel. (fonte: Legambiente, Terre Blu,
2004) 21 settembre 1987: la motonave Rigel fa naufragio a 20 miglia
da Capo Spartivento. Fu grazie alla
denuncia di Legambiente che preso
avvio l’inchiesta della magistratura.
Un procedimento giudiziario per
truffa ai danni della compagnia assicurativa accerta che si tratto’ di uno
strano affondamento: la merce dichiarata per ottenere il risarcimento
del danno non era in realta’ mai salita a bordo. L’ispezione del carico dal
porto di partenza di Marina di Carrara non fu mai effettuato, grazie alla
corruzione del funzionario doganale
incaricato. Coincidenza significativa: Giorgio Comerio segnala questo
evento sulla sua agenda personale:
“la nave e’ affondata”. Dopo l’affondamento inoltre l’equipaggio e’ sparito e non fu piu’ rintracciato neanche
il Comandante. (fonte: Legambiente,
L’intrigo radioattivo, 1996) 9 Di-
cembre 1988: Affondamento della
Four Star I, battente bandiera dello
Sri Lanka in un punto non noto dello
Ionio meridionale, durante il viaggio da Barcellona ad Antalya (Turchia) (fonte: Legambiente, Le navi
dei veleni, 2004) Agosto 1989: la
motonave maltese Anni affonda in
Alto Adriatico durante il viaggio dal
Pireo a Ravenna, in acque internazionali. (fonte: Legambiente, Rifiuti
radioattivi: il caso Italia, 1995) 14
Dicembre 1990: La Jolly Rosso si
trova in difficolta’ al largo di Vibo
Valentia, viene trainata e finisce per
spiaggiarsi lungo la costa tirrenica
della provincia di Cosenza. (fonte:
Legambiente, L’intrigo radioattivo,
1996) 1 Febbraio 1991: Affondamento della motonave Alessandro I
nei pressi di Molfetta attribuito ad un
errore del Comandante, mentre dai
dati tecnici fu dimostrato che la stabilita’ della nave fosse tale che essa era
predisposta alla possibilita’ di “ingavonamento” (ossia disposizione sul
fianco). (fonte: Zona nucleare, Le
inchieste e le indagini avviate dalle
Procure negli anni 90, 2006) Maggio 1993: All’altezza del canale di
Sicilia affonda la Marco Polo. Alcuni containers “persi” dalla motonave
furono trovati quasi un anno dopo in
mare, al largo delle coste della Campania. Dalle misurazioni effettuate fu
riscontrata una radioattivita’ da torio
234, con valori almeno cinque volte
sopra la media. (fonte: Legambiente,
Terre blu, 2004) 1 Marzo 1994: Inizia il viaggio della Korabi Durres dal
porto di Durazzo: il carico ufficialmente e’ denunciato come rottami
di rame. Il 2 marzo la nave giunge
nell’antiporto di Crotone e il 3 viene
ispezionata dalla locale Capitaneria
Cardinale Paul Poupard, Presidente del Comitato Scientifico dell’Accademia
Bonifaciana
Lui fondata vanta oltre 4.000 iscritti in
tutto il mondo, mentre il quotidiano online “Petrus”, consultabile all’indirizzo
Internet www.papanews.it e completamente dedicato alla divulgazione del
Magistero del Santo Padre Benedetto
XVI, vanta centinaia di migliaia di
lettori ogni giorno in Italia e all’estero,
attestandosi così tra i principali organi
di informazione cattolici della Rete”.
Il Premio Internazionale ‘Bonifacio
VIII’, giunto alla quinta edizione, nel
2003 è stato conferito al Servo di Dio
Giovanni Paolo II.
di Porto che sospetta un trasporto Tg3 Rai, e l’operatore Miran Hroclandestino di profughi albanesi. vatin.I due erano in Somalia per seInvece nella stiva figurano effetti- guire la guerra tra fazioni che stava
vamente solo rottami di rame gettati insanguinando il Paese africano e
un po’ alla rinfusa: 1200 tonnellate. le operazioni militari lanciate dagli
La nave viene comunque scortata Usa, insieme ad altri paesi tra cui
per 15 miglia da una motovedetta: l’Italia, con il nome di ‘Restor hope’.
procedura singolare dal momento Stando alle numerose testimonianze
che tutto risultava in ordine. Succes- in loco, poco prima dell’omicidio i
sivamente da Crotone viene allertata due giornalisti stavano indagando
la Capitaneria di porto di Palermo su un traffico di rifiuti e armi che
dove la Korabi arriva il 4 marzo. Le vedeva coinvolto il nostro paese
autorita’ marittime, oltre a ripetere e la stessa Somalia. 13 dicembre
i controlli gia’ effettuati a Crotone, 1995: Durante un viaggio verso La
effettuano anche dei rilievi per valu- Spezia, decisivo per le indagini sullo
tare eventuali tracce di radioattivita’: spiaggiamento della motonave Rosil controllo da’ esito positivo, e il ca- so, il capitano di corvetta Natale De
rico di radioattivita’ risulta superiore Grazie muore improvvisamente in
ai limiti previsti dalla legge. Viene circostanze a dir poco sospette: gli
negato alla nave il permesso di scari- esami autoptici e le perizie predicare il proprio carico e di entrare nel sposte dalla magistratura non hanno
porto di Palermo. Il 9 marzo la nave mai fornito risposte certe sulle cause
riparte da Palermo con destinazione della morte. Va rilevato che il capiDurazzo, ma il 10 la nave compare tano DeGrazia era uno dei piu’ attivi
nelle acque di Pentimele, nei pressi e capaci collaboratori deimagistrati
di Reggio Calabria, senza presentare calabresi e che la sua morte fu un
tracce di radioattivita’ ai nuovi con- colpo mortale peril prosieguo delle
trolli delle autorita’ marittime. Parte indagini. Nel 2004 il Presidente delcosi’ l’inchiesta giudiziaria per ac- laRepubblica Carlo Azeglio Ciampi
certare un eventuale scarico in mare conferi’ alla memoria del capitano
da parte della suddetta nave. La nave De Grazie la Medaglia d’oro al vascompare poi fino all’aprile 1995. Il lore di Marina.
circolo di Legambiente di Catanzaro
raccolse in quel
caso
puntuali
testimonianze
da un gruppo di
sub circa la sosta anomala di
una motonave,
durante quei tre
giorni, a ridosso
della cosiddetta
fossa di Badolato, profonda oltre
1000 metri. 20
Marzo 1994: A
Mogadiscio, un
commando somalo uccide Ilaria Alpi, inviata del Ilaria Alpi, inviata del Tg3 Rai
Cultura
28
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
CINEMA OGGI
A cura di Salvatore D’Ettoris
Sei anteprime alle giornate professionali di cinema
A
Sorrento dal 27 al 30 novembre. Registi e attori
presenteranno i loro nuovi film. Premiati con i “Biglietti
d’oro” artisti e operatori. Saranno
6 le anteprime presentate a Sorrento, dal 27 al 30 novembre, in
occasione della XXX edizione
delle Giornate Professionali di
Cinema, manifestazione organizzata dall’Anec, l’associazione nazionale degli esercenti, in collaborazione con Anem e Anica. Oltre
al campione d’incassi negli Stati
Uniti American Gangster, diretto
da Ridley Scott ed interpretato
da Denzel Washington e Russell
Crowe, sarà proiettato il nuovo
film di Sean Penn, Into the wild,
tra i più applauditi alla recente Fe-
sta del Cinema di Roma. Il premio
Oscar Philip Seymour Hoffman è
invece il protagonista - insieme
ad Ethan Hawke, Albert Finney e
Marisa Tomei – del thriller Onora il padre e la madre, per la regia di Sidney Lumet. Tra le altre
anteprime in programma Charlie
Bartlett di Jon Poll, commedia interpretata da Robert Downey Jr.,
lo spagnolo Rec, horror diretto da
Jaume Balaguerò, e il film italiano
Riparo di Marco Simon Puccioni,
opera dedicata al tema dell’immigrazione che vede tra i suoi
protagonisti Maria De Medeiros
e Antonia Liskova. Nel corso
delle Giornate Professionali, che
avranno come sede l’Hilton Sorrento Palace, saranno consegnati i
La giusta distanza
Un film di Carlo Mazzacurati
Con Giovanni Capovilla, Ahmed Hafiene, Valentina
Lodovini, Giuseppe Battiston, Fabrizio Bentivoglio
Drammatico
Biglietti d’oro agli artisti, ai film
e alle sale di maggiore successo
della stagione 2006/2007. Registi
ed attori presenteranno invece alcuni dei film italiani più attesi della prossima stagione in occasione
delle “convention” delle singole
case di distribuzione. I dati e le
analisi sull’andamento del mercato saranno comunicati nel corso
della conferenza stampa congiunta di Anec e Anica, in programma
per il 28 novembre. Confermato,
infine, il Magis, mostra di prodotti tecnologici per le sale, presente
per tutta la durata della manifestazione.
Agata Amato
Film campione d’incassi “American Gangster”
Giorni e Nuvole
di Silvio Soldini con Margherita Buy, Antonio Albanese, Alba Rohwachere e Giuseppe Battiston
A
a giusta distanza è il nuovo film di Carlo Mazzacurati presentato
alla Festa del Cinema di Roma. Concadalbero è un paesino alla
foci del Po. In genere non accade niente di particolare nella vita
dei suoi abitanti. Sebbene sin dall’inizio aleggi un’aria di tragedia: c’è
qualcuno che uccide sistematicamente i cani randagi. Giovanni è un ragazzo di 18 anni che aspira a diventare giornalista di cronaca. Riesce ad
ottenere un lavoro in
un giornale di provincia grazie all’incontro
con il caporedattore,
interpretato da Fabrizio Bentivoglio. L’uomo gli detta una sola
regola: saper mantenere la “giusta distanza” dai fatti e dalle
persone. Né troppo
vicino, altrimenti ci
si fa coinvolgere, né
troppo lontano, altrimenti la gente non si
confida. Il paesino
viene scosso dall’arrivo della giovane
maestra, Mara, una
bellissima ragazza
che attira l’attenzione di tutti. Giovanni
osserva da lontano la nascente passione tra Hassan, un tunisino ben
integrato nel paese e la bella Mara. Ma tutto viene sconvolto da una tragedia. Mazzacurati dipinge il ritratto dei paesini di provincia. Il latente
razzismo presente negli abitanti, pronti ad accusare il diverso per non
guardare dentro sé stessi. Il regista la chiama la “banalità del male”.
Più che sul giallo, guardando questa pellicola, occorre concentrarsi sui
rapporti tra le persone, sull’ambiente che li circonda e sull’attenta analisi della società. Il tabaccaio sposato con la russa scelta sul catalogo,
la famiglia di Hassan, che, sebbene integrata nella società, deve fare
i conti con qualche razzista che non esita a ricordargli che loro sono
degli “stranieri”, il conoscersi tutti ma solo in modo superficiale. Le
interpretazioni degli attori sono davvero molto buone.. Spicca quella di Giovanni Capovilla, che, sebbene il protagonista, riesce a non
eccedere in protagonismi e a dare una giusta misura alla sua interpretazione. Molto buona anche l’interpretazione di Ahmed Hafiene che
cattura nei suoi occhi il senso della tragedia di chi è costretto ad andare
via dal proprio Paese per ritrovarsi in un luogo in cui rimarrà sempre
e comunque un diverso. Giuseppe Battiston, è stato premiato come
miglior interprete italiano. Questa la motivazione: “per la sensibilità,
l’ironia e l’accuratezza con cui si è calato nei panni del personaggio di
Amos, rappresentando, insieme ad un cast d’eccezione, con poesia e
realismo la contraddittoria realtà della provincia italiana nel bellissimo
film di Carlo Mazzacurati, La Giusta Distanza.”
nche questo bel film italiano, come “La giusta distanza” è stato presentato alla Festa di Roma, e ha
messo d’accordo pubblico e critica. Il nuovo film
di Soldini parla di un problema molto attuale, la ricerca
difficile del lavoro. Giorni e Nuvole viene descritto come
un film drammatico con punte da commedia… come può
essere la vita stessa. E’ interpretato da Margherita Buy e
da Antonio Albanese. I due bravi attori interpretano una
coppia colta e benestante con vent’anni di matrimonio alle
spalle e una figlia di nome Alice. Elsa e Michele, questi i
nomi dei due coniugi, si ritrovano improvvisamente a fare
i conti con la disoccupazione e il mondo del precariato.
Il futuro non si presenta più così tranquillo e prevedibile:
svanisce la certezza di poter contare su stabilità e serenità.
Gli equilibri che sembravano consolidati rischiano di crollare e di travolgere ogni aspetto della loro vita, persino il
rapporto con la figlia. Moglie e marito sono costretti ad
affrontare la crisi, a fare scelte difficili e a reinventarsi.
Una vicenda familiare diventa per il regista l’occasione per
guardare alle difficoltà della società di oggi, in cui le certezze del passato sono state messo in discussione, e il posto
fisso e sicuro sembra essere diventato un’utopia, cogliendo
impreparata culturalmente una generazione sia di imprenditori che di lavoratori. Soldini è aiutato in questo difficile
compito da un ottimo gruppo di attori: Margherita Buy interpreta una donna che prima si ritrova spiazzata dalla verità. Il suo mondo è stato spazzato in un secondo, evita i suoi
amici e deve rinunciare al suo lavoro di restauratrice (non
pagato) ma sa risollevarsi e fare scelte pratiche. Antonio
Albanese è molto convincente nell’interpretare Michele,
dapprima non si fa prendere dal panico ma conta sulle sue
capacità professionali. Trovandosi di fronte ad un mercato del lavoro
che non vuole
professionisti
ma solo manovalanza
il
suo equilibrio
si sfalda e si
ritrova a fare
i conti con la
sensazione di
impotenza
e
di inutilità. Il
cammino verso
il futuro è difficile e Soldini
vede nei valori
familiari l’unico appiglio su
cui farsi forza e
andarvi incontro.
A.A.
A.A.
L
Il caso Thomas Crawford (Fracture)
di Gregory Hoblit
con Anthony Hopkins, Ryan Gosling, David Strathairn,
Rosamund Pike
T
homas Crawford, interpretato da Anthony Hopkins,
è un ricco imprenditore nel settore dell’ aeronautica. Ha scoperto che la sua giovane e bellissima
moglie ha un amante. Sin dalle prime scene si intuisce
che Crawford è un uomo molto meticoloso, il suo hobby
è la costruzione di congegni molto particolari su cui far
rotolare palle di vetro, il minimo difetto può far cadere
la pallina, ma le sue creazioni non hanno difetti. L’uomo
affronta la moglie e, guardandola impassibile negli occhi, la uccide. Non fugge, ma si barrica in casa e compie
gesti apparentemente senza senso. Aspetta l’arrivo della
polizia e, in una scena di grande effetto, si fa catturare.
Il suo caso, apparentemente facile, visto che ha anche
confessato, viene affidato ad un giovane procuratore
rampante, Willy Beachum (Ryan Gosling ) che sta per
lasciare la procura per andare a lavorare in un importantissimo studio legale. Willy commette il gravissimo errore di sottovalutare Tom: è più concentrato sul suo nuovo lavoro che sul caso affidatogli, e questo gli è fatale.
Naturalmente Anthony Hopkins è un mostro di bravura,
del resto lui è riuscito ad impersonare il male assoluto;
molto buona anche l’interpretazione di Ryan Gosling,
che riesce a reggere il confronto con Hopkins e a rendere evidente la maturazione del suo personaggio. I punti
forti di questo ottimo thriller sono quindi, le interpretazioni
dei
due
attori protagonisti,
ma anche
l’abile
sceneggiatura,
che, come
le costruzioni di
Crawford,
ha un perfetto rapporto di
causa/effetto. La
tensione
rimane
fino
all’ultima
scena, e
il procedere della
storia
è
appassionante.
Anthony Hopkins e Ryan Gosling
A.A.
Religione R
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
Herr varum, il Signor
Perché: Kurt Godel
Cosimo Galasso
2^ Parte
I
l nuovo dogma diventò:
”Tutta la Realtà è materia.
Il monismo materialista concepiva il reale come un “intero”
che soltanto la scienza empirica
era in grado d’indagare. Questa visione rigida e unilaterale
del mondo-contrariamente alle
previsioni- andò in crisi proprio
grazie ai progressi della ricerca
scientifica. Le nuove scoperte
della fisica -es., il concetto di
campo, per spiegare i fenomeni
dell’elettromagnetismo-misero
in crisi il concetto tradizionale
dell’azione a distanza del modello newtoniano e, soprattutto,
la scoperta delle geometrie noneuclidee, affossò, per sempre,
l’idea di uno spazio euclideo, assoluto e necessario; concezione,
questa, che già aveva ammaliato
Kant(1724-1804). Sull’esigenza
di sintonizzare le tesi del positivismo alle nuove scoperte -nel
XX secolo- nacque il neopositivismo-logico, del quale si fece
portabandiera proprio il Circolo
di Vienna. La differenza sostanziale fra le due correnti filosofiche, sta nel fatto che i neopositivisti “viennesi”attribuirono un
ruolo preponderante alla logica
formale o matematica. Per questo motivo comparve l’aggettivo
“logico”accanto al termine positivismo. La conoscenza andava
riformulata su basi rigorosamente empiriche: quest’assunto,
tra l’altro, rappresenta la vera essenza dell’odierno riduzionismo
che vuole restringere il discorso
razionale al modello offerto dal
metodo della fisica. I promotori del Circolo, da M.Schlick
(1882-1936) a R.Carnap (18911970), da Hahn (1879-1934) a
Neurath (1882-1945) sostenevano che lo “spirito scientifico” dovesse permeare anche la
filosofia, pena l’insignificanza
di quest’ultima. Sostenevano,
altresì, che un filosofo per poter
dire qualcosa di sensato dovesse
conoscere, obbligatoriamente,
una disciplina scientifica: ogni
enunciato metafisico era, per
ciò stesso, privo di significato.
Il processo cognitivo -secondo
i “viennesi”- per avere contenuto noetico doveva, necessariamente, seguire queste tappe:
a) La scienza empirica formula
degli asserti.b) L’Analisi logica
vaglia questi asserti.c)Il procedimento logico riduce gli asserti
ad affermazioni elementari sui
dati sensibili. Il cuore di questo
processo, dunque, è il principio di verificazione al vaglio del
quale -attraverso osservazioni
empiriche -deve essere passata
“ogni”proposizione. Adesso, attenzione alla parolina”ogni”. La
metafisica, cacciata dalla porta,
rientrò dalla finestra. Il verificazionismo -e i neopositivisti con
esso- entrarono in crisi allorquando non seppero rispondere-eccetto un vago tentativo abbozzato da
R.Carnap- ad una domanda che,
nella recente riformulazione per
opera del filosofo Michele Marsonet- suona così: ”Com’è possibile
accertare, mediante osservazioni
puramente empiriche, la verità
Gianfranco Greco
Pellegrino
Giovanni Paolo II tra le civiltà del
mondo
San Paolo
Pagg. 216 Euro 14,00
L’autore ha selezionato i viaggi più rappresentativi di papa Wojtyla e ha raccontato i sentimenti con i quali il pontefice
li affrontava: dal suo affetto per l’Africa,
ai tentativi di comprensione e dialogo in
Asia, alla nuova proposta di evangelizzazione in America e in Europa. Insieme all’annuncio del Vangelo, ovunque portava
parole di pace e di speranza.
Ubaldo Terrinoni
La sapienza del cuore
Meditazioni bibliche
EDB
Pagg. 224 Euro 17,00
L’uomo del nostro tempo si ritrova, sovente, a vivere esistenze parallele: una
esteriore, in cui appare sicuro di sé, disinvolto, professionalmente serio e comunicativo, ricco di hobby; una interiore,
ben nascosta, piena di insicurezze, ansie,
inquietudini e dubbi, connotata dall’incapacità di trovare vie d’uscita.
A quanti non intendono rassegnarsi a tale
stato di cose il volume suggerisce un metodo efficace: la meditazione.
I
della stessa proposizione che
esprime il principio di verificazione? Dal momento che ciò non
si può fare, occorre ammettere
che tale proposizione “sfugge”
alla verifica osservativa…” Dopo
pochi anni dalla nascita del circolo viennese N. Whitehead(18611947), molto opportunamente,
richiamò l’attenzione su di una
verità solo apparentemente banale: “La matematica può contare il
numero di atomi di una mela, ma
non può fornire la mela”. Nella
Vienna di allora, per stigmatizzare la pretesa esclusivamente
empirista dei neopositivisti, circolava una gustosissima barzelletta, assai indicativa, della quale
si fece promotore V.E.Frankl e
che lo studioso S.L. Jaki ha così
riportato: ”C’erano due vicine le
quali decisero di portare la loro
disputa davanti a un rabbino rinomato per la propria saggezza
salomonica. La materia del contendere era un gatto che, sosteneva una delle due, aveva divorato
il suo pezzo di burro da cinque
libbre, mentre la convenuta,
proprietaria del gatto, sosteneva
che questi animali non mangiano
burro. Dopo aver ascoltato ambo
le parti il rabbino fece portare il
gatto e lo mise sulla bilancia, il
cui ago raggiunse esattamente il
segno delle cinque libbra sulla
scala. Osservando attentamente quest’ultimo il rabbino disse
allora:”Abbiamo trovato il burro, ma era chiaramente perplesso
e, grattandosi la testa, si chiese
con un sospiro: Ma adesso dov’è
il gatto?” Davvero esilarante ed
efficace per descrivere lo zeitgest
coevo a Godel. (II parte).
L
iflettiamo con i
C’è un punto “Zero” dal quale è necessario
ricominciare. “Zero” nel senso che “Gesù”
non vale a nulla per il mondo contemporaneo;
“Zero” per azzerare i pregiudizi. Questo libro
è stato scritto per le tante persone che sentono
simpatia nei confronti del Nazareno ma che sono frastornati e confusi
dalle tante parole che si dicono su di lui.
Paolo Curtaz
Gesù zero
San Paolo
Pagg. 328 Euro 15,50
Come vuole la tradizione, il vecchio zio
Gennaro Matino
Peppe, napoletano d’altri tempi, l’ultima Il pastore della meraviglia
domenica di novembre comincia a scartocSan Paolo
ciare i suoi pastori per fare “O Presepio”.
Pagg. 160 Euro 13,00
Con l’aiuto di Gennarino, un ragazzino di
undici anni, zio Peppe inizia il sacro rito
dello scartocciamento, spiegando al suo interlocutore il significato di ogni
statuina e di ogni elemento del presepe.
Vostro figlio torna da scuola e vi dice
che il professore vuole convertirlo
all’evoluzionismo. Va a catechismo
e gli spiegano che le religioni sono
tutte uguali, perché bisogna credere
nella pace e nella tolleranza. Guarda
la tv e scopre che sposarsi tra uomini e donne oppure tra uomini e uomini
o donne e donne è la stessa cosa, basta che c’è l’amore.
A. Gnocchi, M. Palmaro
Io speriamo che resto cattolico
Piemme
Pagg. 237 Euro 13,50
Roma città sacra di ieri e di oggi. Il libro offre
Claudio Rendina
una panoramica completa non solo di tutte le
Le chiese di Roma
chiese cattoliche esistenti, con le basiliche e
Newton & Compton
gli oratori – facendo riferimento agli annessi
Pagg.
384 Euro 9,90
conventi, monasteri e catacombe – ma anche
di quelle delle religioni cristiane non cattoliche, nonché degli edifici di
culto ebraico e musulmano.
Enrico Mazza
La basilica cristiana contemporanea
Ancora
Pagg. 64 Euro 6,00
Questo primo volume indaga
sull’adattamento delle chiese e
sulla collocazione teologico-rituale dello spazio cultico, soprattutto dopo il Concilio Vaticano
II. Si mostra il rapporto stretto e
di confronto fra la creazione artistica e lo spazio sacro, nei termini di
appartenenza ai valori di contemporaneità. Cosa c’è dopo la morte? Ogni cultura e ogni
epoca hanno tentato di rispondere a questa domanda elaborando una propria concezione dell’aldilà. Da questa domanda dipende infatti il
nostro modo di vivere. Condiziona la vita, la
quale, a sua volta, condiziona l’aldilà.
(continua...)
ibri dello
Karl Ermann Schelkle
Gli angeli
Città Nuova
Pagg. 61 Euro 3,50
Karl Hermann Schelkle, per anni professore di Teologia del Nuovo Testamento
all’Università cattolica di Tübingen, passa
in rassegna, dalla Genesi all’Apocalisse,
la Scrittura. Un libro semplice e dallo stile asciutto, scritto con grande maestria ed
equilibrio, per saperne qualcosa di più sulle
radici della fede cristiana negli angeli.
Angelo Comastri
L’Angelo mi disse
Autobiografia di Maria
San Paolo
Pagg. 132 Euro 12,00
Soltanto un narratore e maestro spirituale
come Angelo Comastri può avere l’ardire di
mettersi nei panni della Madre per eccellenza
e raccontare con dolcezza e realismo, i sentimenti forti vissuti da Maria in alcuni momenti fondamentali della sua esistenza: dall’annunciazione alla presentazione al tempio;
gli eventi della vita pubblica di Gesù, dalle
nozze di Cana alla Crocifissione; le grandi apparizioni di Maria a Lourdes e a Fatima.
Libri
29
S
Andrè Myre
L’aldilà
Città Nuova
Pagg. 61 Euro 3,50
pirito
Willibald Bosen
L’ultimo giorno di Gesù di
Nazaret
Elledici
Pagg. 448 Euro 45,00
Questo libro offre un’esposizione storicocritica d’insieme dell’attività e della Passione di Gesù in Gerusalemme, che tiene
conto dell’archeologia e della topografia
dei luoghi. Pur avendo un taglio storico,
il libro non manca della dimensione teologica: di nessun altro testo biblico si è tanto spesso abusato come dei racconti della
Passione, e risulta perciò importante essere
forniti di conoscenze basilari.
Heirich Spaemann
Il diavolo
Città Nuova
Pagg. 61 Euro 3,50
Tentatore, padre della menzogna, omicida
fin da principio, principe di questo mondo:
così la Scrittura definisce il diavolo (letteralmente: colui che divide, disunisce). È
una realtà di cui facciamo esperienza sempre di fronte ai piccoli e grandi mali della storia dell’umanità e della nostra vita:
l’esperienza, cioè, di potenze e forze che
si oppongono a Cristo, che allontanano da
Dio cercando di costruire il loro dominio
attraverso la menzogna.
Gianfranco Ravasi
I volti di Maria nella
Bibbia
San Paolo
Pagg. 320 Euro 38,00
Illustrato dalle splendide immagini della
tradizione pittorica di tutti i tempi, il testo presenta la Madre di Gesù partendo
dai brani biblici dall’Antico Testamento
(Genesi, Esodo, Rut. Salmi, Isaia) e del
Nuovo Testamento (Annunciazione, Magnificat, Fuga in Egitto, Natale,Vangeli
dell’infanzia, Nazareth, Nozze di Cana,
Crocifissione, Atti degli Apostoli, Apocalisse). Il sapiente commento di Ravasi
fa risplendere il volto della donna e della
madre
Giuliani-Marzia
Il vescovo filosofo
Federico Borromeo e “I sacri
ragionamenti”
Olschki
Pagg. XXII-426 Euro 45,00
Federico Borromeo ha affidato a I sacri
ragionamenti la custodia letteraria della
sua predicazione. Interrogato a partire dall’inedito apparato delle redazioni
manoscritte e dei materiali preparatori
di studio, il corpus omiletico dischiude
l’accesso al laboratorio intellettuale dell’autore, fondato su un’imponente architettura della memoria e armonicamente
finalizzato alla costruzione di una ‘filosofia cristiana’ di matrice enciclopedica.
Economia
30
Affitti e condominio
Confedilizia risponde
La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti
né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti
innanzi all’Autorità Giudi­zia­ria.
I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200
Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è
possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli
indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.con­fe­dilizia.it
www.con­fe­di­li­zia.­eu oppure telefonare al numero
06.67.93.489.
RECESSO
ED INDENNITÀ
Il proprietario di un negozio ha ricevuto dal proprio inquilino la comunicazione di recesso per motivi
di salute. Si domanda se tale recesso
sia legittimo e se il proprietario sia
comunque tenuto a corrispondere al
conduttore l’indennità per la perdita
dell’avviamento.
Bisogna distinguere, nel caso di
specie, se il contratto preveda o meno
la facoltà di recesso dell’inquilino.
Nel primo caso non si pongono problemi di sorta, in quanto il recesso
corrisponde ad un diritto riconosciuto al conduttore fin dall’inizio del
rapporto contrattuale. Nel secondo
caso, invece, il conduttore ha facoltà di recedere dal contratto – ai sensi
dell’art. 27, comma 8, l. n. 392/’78
– solo nell’ipotesi in cui ricorrano
gravi motivi. Occorre quindi che
il lettore, sia pure con la discrezione che la questione impone, chieda
qualche maggiore delucidazione sulle condizioni di salute dell’inquilino,
considerato che se queste sono tali
da rendere non impossibile ma anche
soltanto difficoltoso l’esercizio dell’attività commerciale, egli ha certamente diritto di recedere. In ogni
caso è bene precisare che, trattandosi
di risoluzione del contratto per iniziativa dell’inquilino, il locatore non
è tenuto a corrispondere l’indennità
per la perdita dell’avviamento, altrimenti pari all’importo di diciotto
mensilità dell’ultimo canone.
APERTURA DI UN SECONDO ACCESSO
Si domanda se un condomino, senza chiedere alcuna autorizzazione
agli altri condòmini, possa aprire sul
muro comune un secondo accesso al
proprio appartamento.
La risposta è affermativa a condizione che il nuovo accesso non pregiudichi la stabilità e il decoro architettonico
dell’edificio (in questo senso Trib. civ.
Milano, 13 maggio 1996, n. 4456).
MANUTENZIONE E RICO-
STRUZIONE DEI BALLATOI
Un condomino domanda come debbano essere ripartite le spese di manutenzione e ricostruzione dei ballatoi.
Il ballatoio è un balcone che gira intorno ad un edificio o a parte di esso
sia esternamente che internamente, con
parapetto di protezione. Per le spese
relative alla sua manutenzione e ricostruzione è stato ritenuto applicabile il
criterio di riparto dettato dall’art. 1124
c.c. per le scale (in questo senso Trib.
Milano sent. 24 novembre 1988).
DEPOSITO CAUZIONALE INSUFFICIENTE
Un proprietario, a locazione cessata,
ha riscontrato diversi danni nel proprio immobile per riparare i quali
a cura di Pier Luigi Ascani
Artigianato e politiche
industriali
Il Mulino
Pagg. 296 Euro 23,00
Con questo secondo rapporto sull’artigianato, Artigiancassa fa il punto sulla
situazione, le tendenze ed i fenomeni che
caratterizzano il settore delle imprese artigiane in Italia. I temi centrali del volume riguardano gli effetti delle politiche
di sostegno attivate in Italia, e gli orientamenti delle imprese artigiane per quanto
concerne gli investimenti, l’innovazione
e la ricerca.
Bernardo Caprotti
Falce e carrello
Le mani sulla spesa degli italiani
Marsilio
Pagg. 187 Euro 13,50
Bernardo Caprotti è l’imprenditore che
ha portato all’eccellenza i supermercati
in Italia. Ne ha fatto un caso di rinomanza internazionale, nel settore. A 81 anni
ha deciso di rompere il suo riserbo (niente interviste, niente fotografie, poche
apparizioni pubbliche, tanto lavoro) e in
questo libro-denuncia racconta ciò che
ha dovuto subire per mano delle Coop.
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
A cura di Gianfranco D’Ettoris
C’è il gambero, sotto le “case di lusso”
Corrado Sforza Fogliani
Presidente Confedilizia
D
alla riduzione dell’Ici prevista
dalla nuova Finanziaria sarebbero dunque esclusi - secondo un
emendamento del relatore di maggioranza
e salvo incidenti di percorso - gli immobili
“di lusso” (questo il “messaggio” passato sulla stampa), identificati tout court in
quelli delle categorie catastali A/1, A/8
e A/9. Una domanda, però, viene subito
spontanea. Di questi tempi, infatti, esponenti del governo non fanno altro che
predicare una cosa: che il Catasto è inadeguato, è anzi iniquo, va rifatto (e su base
patrimoniale, tanto per stare al sicuro ed
il deposito cauzionale, a suo tempo
versato dall’inquilino, si è rivelato
insufficiente. Si domanda come ci si
debba comportare in tali casi.
Ai sensi dell’art. 1590 c.c., l’inquilino è responsabile dei danni, ma
non delle condizioni dell’immobile
conseguenti al suo uso ordinario ed
al decorrere del tempo. Pertanto, allo
scopo di individuare i veri e propri
danneggiamenti e soprattutto di poterne dare dimostrazione anche a distanza di tempo, è necessario che il
locatore faccia constatare e verificare
le condizioni dell’immobile al momento del rilascio o immediatamente
dopo. A tal fine sarà necessaria la verifica da parte di un tecnico, meglio se
designato dal Tribunale con il procedimento previsto per gli accertamenti
tecnici urgenti. Accertati i danni, questi – per la somma residua considerato l’importo del deposito cauzionale
– andranno richiesti al conduttore prima stragiudizialmente (e quindi con
una normale raccomandata), e poi se
questo non intende risarcirli, anche
giudizialmente e cioè promuovendo
una causa.
U
essere cioè certi di incassare di più, perfino il triplo). Ma se è iniquo, e non aggiornato, perché rifarsi al Catasto? La ragione
c’è, eccome. Se si fosse voluta fare, per
identificare le case “di lusso”, una scelta
oggettiva, lo strumento ci sarebbe infatti
stato. E’ il D.M. 2.8.1969 n. 1072, che stabilisce - papale papale - le “caratteristiche
delle abitazioni di lusso”. Le stabilisce in
modo oggettivo, tanto per i contribuenti che per il Fisco. La tabella allegata al
provvedimento è inequivoca, e valida in
ogni tempo: fa riferimento alla superficie
delle unità immobiliari, ai materiali usati,
alle previsioni degli strumenti urbanistici e così via. Il Catasto, invece, non ha
un’impostazione di questo tipo, uguale
per tutta Italia. Anzi, è esattamente il contrario. Il Catasto ha un carattere - come
tutti sanno - “comparativo”, si basa sul
confronto con “unità tipo” diverse da zona
a zona (e le zone censuarie sono centinaia
e centinaia). I “quadri di classificazione”
(che servono per attribuire - con l’operazione di classamento - la sua propria categoria e classe ad ogni unità immobiliare)
si riferiscono dal canto loro alla qualità
media degli immobili delle varie zone.
Una casa che può essere classificata in un
modo in una zona, può essere classificata
diversamente in un’altra. Secondo il Comune di Roma - tanto per fare un esempio
- sono da considerarsi in A/1, ai fini Ici,
perfino “miniappartamenti ricavati dal
frazionamento di ville, qualora si trovino
in posizioni di particolare pregio o prestigio” (una realtà all’evidenza presente
- fatto salvo ogni giudizio sulla categoria
ritenuta nella fattispecie equa - solo nella
capitale). Davanti a parametri fissi come
quelli della normativa citata ed a criteri
estremamente vari come quelli del Catasto, perché - allora - prendere a base quest’ultimo strumento? La verità è che, sotto
l’ “immobile di lusso”, c’è il gambero.
Allargare il campo degli immobili di lusso
modificando una normativa che dà buona
prova di sé da decenni (tant’è che non si è
mai sentito il bisogno di modificarla: ha
criteri che si aggiornano da soli), sarebbe
A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192
Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr
tilità
Luigi Furini
Pareri di diritto civile
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Il volume contiene 50 pareri svolti per offrire ai candidati all’esame di avvocato un
metodo affidabile per affrontare la prova
scritta. Le tracce sono organizzate in Sezioni, allo scopo di individuare per ogni parte
del diritto gli argomenti di maggiore attualità, che potrebbero costituire oggetto delle
future prove concorsuali.
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Guida alla redazione
del parere civile
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Il volume fornisce ai candidati dell’esame di avvocato gli strumenti necessari per la costruzione di un metodo
vincente per affrontare la prima prova
scritta. Il Percorso si sviluppa attraverso:
· l’indicazione dei consigli utili a una gestione funzionale dei tempi di studio e di esame;
· l’illustrazione della strategia di redazione
del parere di diritto civile attraverso suggerimenti pratici e criteri metodologici essenziali.
stato troppo scoperto. Meglio, allora, riferirsi al Catasto. E ritenere “di lusso”, per
cominciare, gli immobili di categoria A/1
(che, peraltro, non sono definiti - a Catasto
- “di lusso”, sibbene “signorili”); “di lusso” pure quelli di categoria A/8 (le “ville”,
sempre per il Catasto: e ciascuno di noi sa
bene quante ve ne siano non proprio “di
lusso”) e - per finire - gli immobili di categoria A/9 (che - anche qua - non sono i
soli “castelli”, come impropriamente dice
la relazione che accompagna l’emendamento di maggioranza sulla loro esclusione dai nuovi benefici Ici, ma i “castelli” ed
anche i “palazzi di eminenti pregi artistici
e storici”: tutti, finora, fiscalmente tutelati,
per i costi di manutenzione che comportano ed a mero ristoro dei vincoli statali di
destinazione ed uso che su di loro gravano, e ora - al contrario - penalizzati). Ma
non è tutto. Il ricorso al Catasto è ingegnoso anche per altri motivi: ai Comuni
sono stati ultimamente attribuiti poteri in
materia di classamento (l’operazione di
cui s’è già detto) degli immobili ed anche (con un provvedimento attualmente
all’esame della giustizia amministrativa,
su ricorso della Confedilizia) in materia di
attribuzione dell’estimo ai singoli immobili, senza che debbano neppure interpellare l’Agenzia del territorio: ci penseranno
loro, dunque, a “mettere le cose a posto”.
C’è da scommettere che cominceranno
una grande campagna per azzerare la (fittizia) riduzione promessa portando una
caterva di immobili in A/1 soprattutto,
ma anche nelle altre due categorie escluse
dalla stessa (fittizia) riduzione. Se poi si
aggiunge che il Governo si è opposto (e si
oppone) all’introduzione nel nostro ordinamento giuridico di un rimedio di merito
a proposito degli estimi, cioè a proposito
della base imponibile delle varie imposte
immobiliari (il rimedio che c’è ora è solo
di legittimità; e di questi tempi interessa invece proprio quello di merito, sulla
congruità delle tariffe...), si vede subito in
che Stato viviamo, e vogliono farci vivere.
Altro che Stato di diritto. Viviamo in uno
Stato predatore, e basta. C’è dentro tutto.
A cura di Molteni, Bertolini, Pedrini
Il mestiere di CSR manager
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La Corporate Social Responsibility (CSR) è la
nuova frontiera del fare impresa. Un tema di grande attualità su cui tutte le aziende dovranno impegnarsi, nei confronti dei consumatori e dei diversi
interlocutori, sempre più attenti ai valori sociali e
ambientali del mondo del business. Di fatto, sempre più spesso all’interno delle imprese opera una
nuova figura professionale: il “CSR manager”,
ossia il responsabile del coordinamento e dello
sviluppo delle politiche di CSR.
Alessandro Magnoli Bocchi,
Matteo Piazza
La banca mondiale
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Con un bilancio di 280 miliardi di dollari e
più di 10.000 dipendenti, la Banca mondiale
è l’istituzione leader nella lotta alla povertà, eppure molti la accusano di aggravare
il divario tra paesi ricchi e paesi poveri. A
cosa si deve questo scarto? In questo volume la storia, gli obiettivi, il funzionamento,
e - attraverso esempi concreti - i successi, i
limiti, le ipotesi di riforma della principale
istituzione internazionale nel campo dello
sviluppo.
Luigi Garbagnati
Giurisprudenza agraria
Il processo agrario
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La nuova edizione del volume tiene
conto delle più significative decisioni
edite successivamente al 2003, nonché dei contributi forniti dalla dottrina.
Si articola in tre parti: Le sezioni specializzate agrarie; Il rito delle controversie
agrarie; La sospensione dei termini nel
periodo feriale. Completano il volume
tre Indici: bibliografico, cronologico ed
analitico.
Bruno Scarpa
I novel food
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Il campo normativo dei novel food si è rivelato complesso nello svolgimento delle
sue procedure di autorizzazione. Questo
testo è un aiuto indispensabile per tutti
gli addetti del settore. Indice: Alimenti,
nutrienti e dieta - I novel food - L’uso tradizionale - Interferenze del regolamento
su prodotti disciplinati da norme specifiche come integratori alimentari - Novel
food autorizzati - Tipologie di novel food
- Catalogo dei novel food - Modifica del
N° 16/2007 - ANNO XVI - 15 Novembre
D
opo un’estate che sembrava non finire mai, in
questi giorni sono arrivate le piogge e le temperature iniziano a scendere. A poter
accendere prima degli altri gli
impianti di riscaldamento saranno, a partire da lunedì prossimo - 15 ottobre - gli abitanti
di Alessandria, Aosta, Arezzo,
Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna,
Ferrara, Frosinone, Gorizia,
L’Aquila, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Novara,
Padova, Parma, Pavia, Perugia,
Piacenza, Pordenone, Potenza,
Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio,
Torino, Treviso, Trieste, Udine, Urbino, Varese, Venezia,
Verbania, Vercelli, Verona, Vicenza e, in generale, di tutti i
Comuni situati nelle zone climatiche contraddistinte dalla
lettera “E”. I Comuni siti nelle zone climatiche “F” (quali
- per esempio - Belluno, Bormio, Brennero, Brunico, Cor-
Cultura
ita
e
V salute
Riscaldamenti accesi in molte città
distinto sei diverse
zone (“A”, “B”, “C”,
Periodo di accensione
Orario consentito*
“D”, “E”, “F”) ed ha
imposto per ogni
1° dicembre - 15 marzo
6 ore giornaliere
zona precisi criteri
relativi al periodo di
B
1° dicembre - 31 marzo
8 ore giornaliere
accensione degli impianti ed all’orario
C
15 novembre - 31 marzo
10 ore giornaliere
giornaliero massimo
D
1° novembre - 15 aprile
12 ore giornaliere
di accensione degli
stessi. I Sindaci dei
E
15 ottobre - 15 aprile
14 ore giornaliere
Comuni
possono
Nessuna limitazione
nessuna limitazione
F
tuttavia ampliare, a
fronte di comprova* Le eccezioni sono elencate nel sito della Confedilizia.
te esigenze, i periodi
annuali di esercizio
tina d’Ampezzo, Courmayeur, fedilizia ricorda infatti che le e la durata giornaliera di accenCuneo, Ovindoli, Pescasseroli, accensioni delle caldaie sono sione dei riscaldamenti, dandone
Stelvio, Trento), invece, non scadenzate - ai sensi del D.P.R. immediata notizia alla popolahanno limitazioni temporali n. 412 del 1993 - in differen- zione. Al di fuori di tali perio(potendo in qualsiasi momento ti periodi a seconda della zona di, gli impianti termici possono
accendere i propri impianti), climatica in cui i singoli Comuni essere attivati solo in presenza
mentre tutti gli altri Municipi, sono inseriti, mentre i Comuni di situazioni climatiche che ne
per attivare i riscaldamenti, do- non presenti in alcuna delle zone giustifichino l’esercizio e, covranno ancora attendere qual- in questione sono disciplinati da munque, con durata giornaliera
che giorno, come si può vedere apposito provvedimento del Sin- non superiore alla metà di quella
nella tabella sottostante. Con- daco. In particolare, la legge ha prevista a pieno regime.
Zona
climatica
A
I
l componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela
del Consumatore” di Italia dei
Valori, Giovanni D’AGATA, propone la costituzione di una commissione tecnico-scientifica interministeriale presso i Ministeri
della Salute, dell’Ambiente dello
Sviluppo economico e delle Attività Produttive, che valuti i rischi
per la salute dei cittadini connessi
centrali termoelettriche a combustibili fossili e termovalorizzatori
– inceneritori e indichi la via per
alternative ecocompatibili. Sono
ormai anni che per risolvere i problemi energetici del Nostro Paese
si discute sull’opportunità di creare nuove centrali termoelettriche a
combustibili fossili o addirittura
di utilizzare i rifiuti solidi urbani attraverso termovalorizzatori – inceneritori. La questione
energetica cozza inevitabilmente
con quelle ambientali e sui rischi
per la salute dei cittadini. Infatti, come è ormai noto ai più, la
creazione di imponenti centrali
termoelettriche a carbone o che
si alimentano dai derivati del petrolio ha comportato un aumento
in alcune zone del Paese dell’incidenza di tumori e di malattie alle
vie respiratorie con conseguenti
notevoli costi per tutta la società.
Solo per fare un esempio, da indagini della Direzione Qualità della
Vita del Ministero dell’Ambiente
e validate dall’Arpa risulta che
nel Nord Salento che è interessato
dagli indubbi influssi dell’emissioni della centrale a carbone di
Cerano a ridosso delle province di
Brindisi e Lecce, la città di Lecce, apparentemente estranea ad un
coinvolgimento diretto, sia invece
segnata dal peggiore dei primati,
che più di un attore ha messo in
legame frontale con la centrale
brindisina: si tratta delle incidenze
neoplastiche diffuse dal Registro
tumori jonico - salentino. La classifica delle tre province del Salen-
31
una centrale termoelettrica
della comunità scientifica
mondiale è giunta a risultati molto spesso negativi
ed intollerabili per la salute pubblica, ci scontriamo
con la difficoltà di reperire
dati ufficiali di fonte statale per chiarire una volta
per tutte se il Nostro Paese
può realmente concedersi la
creazione di questi siti o se si
debbano una volta per tutte
abbandonare queste strade
per la ricerca di soluzioni ecocompatibili e definitive in tema di energia
negativa sulla popolazione e sulla
vita dei cittadini, forse maggiore,
specie a lungo termine. Per queste
ragioni, il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela
del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, propone
la costituzione di una commissione
tecnico-scientifica interministeriale presso i Ministeri della Salute,
dell’Ambiente dello Sviluppo economico e delle Attività Produttive,
che valuti i rischi per la salute dei
cittadini connessi a centrali termoelettriche a combustibili fossili
e di smaltimento dei rifiuti. Inoltre,
non crediamo che per tentare di risolvere un’emergenza ambientale o
energetica se ne debba per forza di
cose creare un’altra dall’incidenza
e termovalorizzatori – inceneritori
e indichi la via per alternative ecocompatibili.
Frutti di bosco:
del bosco
hanno solo il
nome
R
oma - L’immagine che immediatamente ci viene alla
mente, quando a fine di
un pranzo ci propongono frutti di
bosco, e’ quella bucolica di verdi
distese e di boschi incantati. Evidentemente non e’ cosi’ perche’ i
frutti di bosco, del bosco hanno
solo il nome. Suggeriti come dessert, sotto forma di macedonia, di
crostata, immersi nella panna o
con un po’ di succo di limone e
miele, i frutti di bosco lusingano
la nostra fantasia, e’ difficile negarsi. I lamponi, i mirtilli, i ribes,
la mora e l’uva spina (varieta’ di
ribes) si trovano sul mercato tutto l’anno, benche’ il loro periodo
di maturazione vada da maggio a
ottobre. Sono quindi coltivati in
serra, specialmente in Germania,
Olanda e Polonia, ma anche in
Italia, nel Trentino e in EmiliaRomagna, con tutto cio’ che comporta una coltivazione forzata:
uso di fitormoni, di fertilizzanti. Il
nostro consiglio: mangiare i frutti
di bosco nella stagione della loro
maturazione naturale.
Rischi per la salute dei cittadini
to vede Lecce al primo posto con
un’incidenza dell11,8% dei casi di
tumore alle vie respiratorie, seguita in modo tutt’altro che scontato
dai due poli industriali del territorio, Brindisi (9,3%) e Taranto
(8,3%). Discorso analogo va riportato per quella che da alcuni
è ritenuta l’ultima frontiera dello
smaltimento dei rifiuti, la creazione dei famigerati termovalorizzatori, che ha ottenuto il placet di
alcune amministrazioni regionali
e di alcuni ambienti governativi
nell’intento di risolvere l’emergenza ambientale dei rifiuti con
il duplice fine di eliminare i rifiuti
e di creare contemporaneamente
energia utilizzabile, quando invece, da una parte tali siti sarebbero
produttivi di scorie, specie aeree,
dannosissime per la salute mentre
dall’altra le soluzioni parrebbero sotto gli occhi di tutti a partire
da un’ampia campagna nazionale
sulla raccolta differenziata. Ebbene, ad oggi, pur essendo evidente che tale politica “ambientale
- energetica” comporterebbe un
ulteriore aggravio dell’aumento
di gravi malattie nelle zone dove
verrebbero a crearsi questi nuovi
siti e non solo, perché gran parte
Giovanni D’Agata
Crosta del pane benefica
R
oma - Protegge dal cancro e dalle malattie cardiovascolari. Sono le proprieta’ della crosta del
pane, scoperte da due ricercatori tedeschi, esperti in chimica degli alimenti, il dott. Thomas
Hofmann dell’Universita’ di Monaco e la dott.ssa Veronica Faist, dell’Istituto di nutrizione umana e scienze alimentari di Kiel (Germania). L’effetto benefico e’ dovuto alla formazione di un derivato della lisina. La lisina e’ un amminoacido essenziale, presente in molte proteine animali e vegetali,
f a vorisce la crescita, la riparazione dei tessuti e la produzione di anticorpi, ormoni,
enzimi; il nostro organismo non e’ in grado di produrlo per cui
dobbiamo assumerlo dagli alimenti. Durante la cottura, l’amminoacido lisina si combina con
l’amido contenuto nella farina e forma
un derivato (pronil lisina) presente sulla superficie indurita del pane, la crosta
appunto, in particolare in quello di segale
e frumento. Il processo di formazione del
derivato della lisina e’ favorito da una lunga
lievitazione. Insomma ritornare alle antiche abitudini, una lievitazione prolungata e
una buona cottura del pane, non puo’ che far
bene: al gusto e alla salute.
Lo storico britannico Christopher Dawson è conosciuto anche in Italia come un grande storico della cultura e, in particolare, della formazione della Cristianità occidentale. Assertore dell’inevitabile «morte» delle
civiltà quando si esauriscono i princìpi che le animano, anzitutto quelli religiosi, a partire dagli anni 1930
dedica una parte rilevante della sua opera alle crisi culturali che in epoca moderna e contemporanea hanno
minato l’edicio della civiltà occidentale e alle loro ricadute socio-politiche. Ne La religione e lo Stato
moderno, del 1935, esamina il comunismo sovietico, il fascismo e il nazionalsocialismo, ai quali associa
il New Deal statunitense e il laburismo britannico, insieme come esito e come reazione alla disgregazione
provocata nella società occidentale dalla losoa liberale. Il fenomeno totalitario si produce quando le ideologie rivoluzionarie, glie di un’errata teologia della storia, per quanto non riconosciuta come tale, s’incarnano in sistemi di potere con un’efcacia tecnica senza precedenti. Su questa base Dawson mette in guardia
dalle possibili derive totalitarie delle società democratiche occidentali conseguenti alla secolarizzazione,
ovvero alla eliminazione della prospettiva religiosa dalla vita pubblica, promossa dallo Stato moderno, che
quasi ineluttabilmente evolve nel senso di un maggior controllo sociale ancor più che di una crescente pianificazione economica. Liberalismo e comunismo marxista vengono da Dawson discussi alla luce della dottrina
sociale della Chiesa Cattolica, non prima di averne confrontato la visione della storia con quella del cristianesimo, di cui ricostruisce l’origine, dai libri profetici ebraici all’Apocalisse di san Giovanni e a sant’Agostino.
D’Ettoris Editori
I-88900 Crotone, via Lucifero, 40
tel. 0962/90.51.92 fax 0962/90.25.28
ISBN 978-88-89341-09-4
pp. 195 euro 17,90