Ritorno immediato alle urne
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Ritorno immediato alle urne
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Lo ha detto Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente alle ‘giornate dell’amicizia’ organizzate dalla Democrazia cristiana per le autonomie. Dicendosi poi convinto che “avremo la possibilità presto di tornare al governo del Paese, e questo avverrà in fretta”, l’ex premier ha aggiunto: “Ritengo che riusciremo presto a dare Silvio Berlusconi, ex premier all’Italia un governo in cui non ci sia nulla di antisistema, di antagonista come avviene nel governo della sinistra ma che sia un governo pienamente democratico, pienamente volto allo “Chiarimento” è la parola d’ordine riecheggiata in Transatlantico Difficoltà nella maggioranza Bocciata la finanziaria che, a detta dell’ala radicale, “non sembra tenere conto delle nostre richieste” C hiarimento” è la parola d’ordine riecheggiata per tutto il giorno tra Transatlantico e dintorni. Tuttavia le richieste di ‘chiarimento’ snocciolate via via, nel corso delle ore, dalle varie forze politiche della maggioranza consegnano un quadro di esigenze diverse e divergenti e tra queste Romano Prodi dovrà trovare una mediazione. La sinistra ha bocciato la costruzione della Finanziaria che, hanno spiegato gli esponenti dell’ala radicale, ‘’non sembra tenere conto delle nostre richieste’’. Franco Giordano, segretario di Rifondazione Comunista, spiega: ‘’Ci atteniamo al nostro documento, perché le questioni poste da noi sono state ignorate. E chiediamo collegialità nella costruzione della politica economica e sociale. Ribadiamo la centralità dei temi sollevati’’. ‘’Eravamo presenti alla illustrazione che oggi Padoa Schioppa ha fatto alle parti sociali, ma non c’era nulla su Kyoto, sulla ricerca, sull’innovazione, sui giovani - ha sottolineato Alfonso Pecoraro Scanio al termine di una riunione di Verdi, Sd, Prc, ‘disertata’ dal Pdci -. Si parla ancora di ridurre le tasse alle grosse imprese e non di dare sostegno ai cittadini meno abbienti’’. Per questo, la sinistra dell’Unione ha spiegato che ribadirà a Prodi i contenuti del recente documento comune presenta- to al presidente del Consiglio, tassazione delle rendite compresa: “Noi poniamo una questione di metodo, che però è questione di sostanza politica -ha aggiunto Fabio Mussi-. La sinistra della coalizione rappresenta un terzo, e non sono solo seggi ma una parte importante del Paese. Il Pdci era assente al pre-vertice sulla Finanziaria per protesta contro Rifondazione, “rea” di aver cambiato posizione sull’Afghanistan. Per Pecoraro la questione è quella di assicurare sviluppo, pienamente europeo, pienamente occidentale”. ‘’lealtà al programma, sintonia con il Dpef, con il voto del Parlamento, con il Paese’’. Quindi, anche la tassazione delle rendite: “E’ nel programma e nel Dpef - ha aggiunto il ministro dell’Ambiente -. Si può discutere su come far- “Credo - ha concluso il leader di FI - che questo sia qualcosa di ineludibile, che accadrà sicuramente e proprio in vista di questa nuova assunzione di responsabilità noi dobbiamo restare uniti, lavorare tutti insieme per prepararci a governare nuovamente l’Italia nella libertà e nella democrazia”. “Il 14 di ottobre ci sarà una defaillance della maggioranza in Senato”, è la previsione fatta dal leader di Forza Italia. “Come hai detto tu Gianfranco - ha sottolineato Berlusconi rivolgendosi a Rotondi - il 14 ottobre si spegneranno le luci sulla Margherita. Ci saranno molti in Senato e nelle amministrazioni locali che sono stati Continua a pag 2 la, ma non si può dire che non si farà più’’. E’ stata una notte difficile per la maggioranza riunita in vertice a Palazzo Chigi per cercare un’intesa in vista del varo della Finanziaria nel Cdm di Continua a pag 2 Carlo Francovich Scritti sulla Resistenza (1954-1980) a cura di Mirco Bianchi Polistampa, pp. 272 euro 18,00 Sono pubblicati 30 saggi sulla Resistenza e su alcuni dei suoi più importanti protagonisti, redatti da Carlo Francovich tra il 1954 e il 1980. Grande studioso e storico, Francovich offre attraverso queste pagine un prezioso contributo sui temi dell’antifascismo e della Resistenza. Politica Segue dalla prima Ritorno immediato alle urne eletti con il simbolo della Margherita che si sentiranno sciolti dall’impegno verso un partito che è morto, che non c’è più, e saranno perciò liberi di decidere in piena autonomia se entrare nel Pd, in un’altra formazione del centrosinistra o molto più probabilmente in una formazione di centro che si richiama alle radici ideali della Dc”. “Ci sarà la possibilità - ha aggiunto il Cavaliere - di vedere molti che hanno militato in questi anni nella Margherita che guarderanno alla Dca con grande interesse e penseranno che voi potrete offrire loro una casa rispettosa delle loro radici dunque, credo che ci saranno delle novità positive per noi”. Il maltempo che da questa mattina imperversa sulla Valle d’Aosta ha impedito al Cavaliere di atterrare a Saint Vincent dove era atteso il suo intervento conclusivo alle ‘giornate dell’amicizia’. Partito in elicottero da Arcore Berlusconi, dopo aver tentato inutilmente di atterrare a Saint Vincent, ha provato a toccare terra a Ivrea e successivamente a Torino Caselle, ma le nuvole basse non lo hanno consentito. Il Cavaliere ha quindi dovuto rinunciare a partecipare di persona e ha ‘ripiegato’ su un intervento telefonico. intanto il Presidente della Camera risponde alla lega dopo le dichiarazioni forti che sono state fatte : “Capisco che siamo in un periodo in cui chi la spara più grossa ha i titoli sui giornali, ma io non sono per accettare come innocenti quelli che la sparano più grossa’’, perché certe affermazioni “possono contribuire in modo drammatico a generare odio” in una società già lacerata. Così il presidente della Camera Fausto Bertinotti, intervistato da Giovanni Minoli a ‘Liberafesta’, commenta le affermazioni del leader della Lega Umberto Bossi che ieri aveva parlato di ‘’guerra di liberazione’’ perché “la nostra libertà forse non la si può più raggiungere attraverso un democratico Parlamento’’. “Non puoi usare un termine come guerra di liberazione, da una parte perché stai parlando del tuo Paese; e poi per noi la guerra di liberazione è solo una, quella - rimarca Bertinotti - che ha cacciato i fascisti”. Parlando di Finanziaria, l’ottimismo del presidente del Consiglio non convince Bertinotti. Quando Minoli gli chiede della ‘manvora delle cento buone notizie’, il presidente della Camera replica: “Accontentiamoci di meno... Lenin diceva: ‘meglio meno ma meglio’. Accontentiamoci per ora e cerchiamo di fare meglio in futuro”. Quanto al termine ‘orgoglioso’, usato da Prodi stesso, “è troppo impe- gnativo, lo terrei per altri momenti e altre situazioni”. Il presidente della Camera spiega poi che quello sul welfare è un ‘’passaggio impegnativo, perché è una delle questioni più importanti per la vita di un Paese e, di conseguenza, per la vita concreta delle persone. La precarietà è una malattia sociale. E non ci sarà vera democrazia e vera Europa - allarga il discorso Bertinotti - senza combattere a fondo la precarietà. Certo - ammette - in un collegato alla Finanziaria non è che si possa prosciugare il lavoro precario, ma bisogna assolutamente andare in questa direzione. Per questo - insiste - è una partita impegnativa’’. Bertinotti ricorda che è in corso una consultazione ‘’molto importante’’ tra i lavoratori. Il presidente della Camera invita la sinistra a ‘’non essere la carta assorbente’’ delle decisioni dei sindacati: la sinistra, insiste, ‘’deve mantenere la sua autonomia’’ e tuttavia ‘’non posso non rilevare che il giudizio della Fiom va tenuto in conto’’. Inoltre ci sono quattro partiti della coalizione di governo che in un documento hanno presentato la necessità di cambiamenti al protocollo sul welfare. Per questo, Bertinotti dice che ‘’è una partita aperta’’ e auspica che venga seguito lo stesso percorso della Finanziaria per ‘’lavorare a una soluzione che accontenti tutti, ma soprattutto lavoratori e pensionati’’. Il presidente della Camera parla anche della manifestazione del 20 ottobre e ribadisce che per ‘’la sinistra al governo la condizione di ‘lotta e di governo’ è necessaria, altrimenti smarrisce il legame con il suo popolo’’. E aggiunge: ‘’Ogni manifestazione è un appun- tamento della democrazia’’. Bertinotti guarda ‘’con interesse’’ alla formazione del partito democratico, che potrebbe essere ‘’una risposta all’antipolitica, anche se non la condivido’’. E la sinistra deve essere capace di ‘’costruire una forza politica adeguata alla sfida, perché se la sinistra non si mette in condizione di competere - avverte - il Pd avrà una capacità di attrazione molto alta. Bisogna accettare questa sfida’’. ‘’Veltroni è la chance che il Pd ha per entrare in questa competizione. Il Pd nasce senza dibattito programmatico, in assenza di questo ci vuole una supplenza. E un uomo popolare come Veltroni è la supplenza’’, dice Bertinotti. Comunque Fausto Bertinotti non sarà il leader della ‘cosa rossa’: ‘’Non ci sono uomini per tutte le stagioni. Darò il mio contributo, ma non avrò il ruolo del protagonista. C’è tempo e tempo, e il mio non è più il tempo della direzione’’. La terza carica dello Stato torna poi ad esprimere solidarietà a Clemente Mastella per il trattamento ricevuto in trasmissione a Ballarò. ‘’Mi trovo umanamente a disagio e trovo inaudito - spiega - che il servizio pubblico possa fare una operazione da capro espiatorio, in cui in discussione non è il politico, ma la persona, la sua famiglia. Il rispetto è un elemento di civiltà, altrimenti la politica diventa barbarie. E io - sottolinea Bertinotti - contro la barbarie mi ribello’’. Ma la ‘casta’ esiste davvero? Chiede Minoli. ‘’Ci sono privilegi che vanno abbattuti per difendere le prerogative dei parlamentari e della politica’’, osserva ma ‘’non mi sento parte della casta, proprio per niente’’. Giorgio Lambrinopulos N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre domani. Una manovra sulla quale i leader della sinistra radicale - Diliberto, Giordano, Mussi e Pecoraro Scanio - hanno espresso un giudizio ‘’negativo’’ lamentando l’assenza di collegialità e chiedendo che venga reimpostata. Pdci, Prc, Sd e Verdi chiedono al premier Romano Prodi di ‘’reimpostare e ridiscutere completamente l’impianto della manovra’’ pur ribadendo fiducia nella capacità di mediazione del presidente del Consiglio. Il quale, oggi, stilerà una sintesi delle posizioni emerse. In giornata, dopo la stesura della nuova bozza, si attende un nuovo vertice di maggioranza. A questo punto tanto valeva fare un’assemblea di tutti i parlamentari». La battuta è scappata a Dario Franceschini e rende bene il contrasto tra l’idea di un vertice di maggioranza sulla legge più importante - la Finanziaria - e le circa sessanta sedie che erano state apparecchiate per l’occasione ieri sera a Palazzo Chigi. Posti necessari a rappresentare tutte le anime del centrosinistra così come si presenta a poco più di un anno dalla risicata vittoria elettorale. Segno di una difficoltà che il presidente del Consiglio Romano Prodi ha cercato di arginare subito, aprendo gli interventi con una raccomandazione: «Non è questa l’occasione per regolare i conti fra di noi. Questa è la Finanziaria della normalità». Appello non raccolto dalla sinistra radicale che ha subito messo i piedi nel piatto e rivendicato una radicale modifica della finanziaria che «va reimpostata completamente». Il vertice era iniziato sotto i peggiori auspici. Funestato da una serie di rinunce, più o meno motivate, a partecipare alla riunione notturna da parte di esponenti del centrosinistra. Nel gioco del chi c’è e chi non c’è, l’assenza che ha fatto più chiasso è stata quella del ministro della Giustizia Clemente Mastella. Prima ha fatto sapere che non sarebbe andato e che l’Udeur sarebbe stato rappresentato dai capigruppo a Camera e Senato Fabris e Barbato. Poi, più tardi, ha spiegato che avrebbe disertato l’appuntamento solo per «motivi di salute» e che se fosse stato presente, «avrebbe soltanto riconfermato la piena fiducia al presidente Prodi». Spiegazione ufficiale che contrasta con le parole pronunciate dallo stesso Fabris mentre entrava nella sede del governo: «Siamo qui per verificare se ci sono le condizioni per andare avanti con questa maggioranza». Difficile quindi non vedere dietro la rinuncia i tanti malumori del Campanile, che si ritiene al centro di una campagna di linciaggio. E un risultato Mastella lo ha subito incassato, con la solidarietà che gli ha espresso Prodi al vertice. E’ il welfare questa volta a dividere la maggioranza. “E’ un protocollo firmato con le parti sociali e quindi rimane quello firmato con le parti sociali”, taglia corto il presidente del Consi- glio, Romano Prodi, oggi a Bologna, chiarendo che “non si possono cambiare i protocolli in maniera unilaterale”. Il premier chiarisce dunque la sua posizione relativamente alle polemiche sorte tra chi domanda che il protocollo sia approvato così com’è e chi, invece, sostiene ci siano ancora dei margini di discussione per modificarlo. E puntualizza che “questa polemica è nata sul perché non abbiamo messo in calendario il protocollo. Era una riunione pienissima. Il protocollo lo presentiamo e lo approviamo il 12 ottobre”. “Poi è chiaro che - conclude il Professore - il Parlamento ha una sua ampia libertà di azione”. A innescare la miccia è stato il ministro della Solidarietà, Paolo Ferrero il quale, in un’intervista a ‘Repubblica’, aveva detto che ‘’è del tutto possibile migliorare (l’accordo sul welfare ndr), puntare a un disegno di legge più avanzato’’. Immediata la replica del ministro per il Commercio internazionale e per le Politiche europee, Emma Bonino: ‘’Sono francamente stupefacenti ed irricevibili le dichiarazioni del ministro Ferrero di queste ore, all’indomani dell’approvazione della legge finanziaria da parte del governo, parole che contraddicono le stesse affermazioni del presidente del Consiglio’’. ‘’Il protocollo del Welfare osserva Bonino - è e deve essere parte integrante di questa legge finanziaria e non può e non deve essere toccato. Non vi sono margini per compensazioni politiche o correzioni, integrazioni o chiarimenti. Il protocollo del Welfare contiene chiare indicazioni, e costi evidenti in termini di bilancio dello Stato, che dovranno essere trasposte in altrettanto univoci testi legislativi’’. ‘’Il governo è impegnato a tradurre il protocollo in normative di legge come previsto attraverso un collegato che mantenga l’unitarietà e l’integrità del protocollo che dovrà essere approvato senza spezzettamenti’’, afferma dal canto suo il ministro del Lavoro, Cesare Damiano. ‘’Come è stato più volte ripetuto, anche dal presidente del Consiglio, la rotta da mantenere è quella di una applicazione che corrisponda ai contenuti che abbiamo negoziato con le parti sociali, le uniche che possono cambiare questi contenuti’’. ‘’Naturalmente - sottolinea il ministro - il Parlamento è sovrano e potra’ richiedere le sue modifiche, ma dobbiamo considerare che non sempre le cose vengono migliorate. In molti casi possono peggiorare e questo farebbe saltare l’equilibrio sociale che il protocollo ha realizzato’’. ‘’Io - conclude Damiano - confido nel referendum indetto da Cgil, Cisl e Uil che porterà milioni di lavoratori e pensionati al voto democratico a cui tutti, mi auguro, faranno riferimento se si vuole rispettare il valore della democrazia e dell’autonomia delle parti sociali’’ G.L. N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Politica Il Sudan centro-meridionale, fino a tempi recentissimi, è stato teatro di razzie, finalizzate anche alla riduzione in schiavitù di giovani donne e bambini. Storie di nuova schiavitù Qui la legge coranica fu imposta, anche ufficialmente, nel 1983 e costituì l’elemento scatenante della rivolta nelle province del Sudan meridionale, guidata dal movimento politico di John Garang 48^ Parte I Roberto Cavallo n Arabia Saudita la schiavitù, ufficialmente, è stata abolita soltanto nel 1963. Presso i Tuareg del Sahara e del Sahel, di religione islamica, la schiavitù si è mantenuta almeno fino al 1975. In Mauritania, dov’è rigidamente applicata la sharia, fino al 1981. Ma dal Niger, dove hanno le loro basi i trafficanti di immigrati, sino al Sudan, la schiavitù continua in parte ad essere praticata e talvolta giustificata. A rilanciare l’allarme nel 2003 furono i Vescovi dell’Africa nera. L’assemblea generale delle conferenze episcopali cattoliche dell’Africa, tenuta a Dakar nell’ottobre del 2003, dedicò una sessione alla schiavitù. Nell’introduzione del documento si legge che “…A lungo le analisi su questo tema sono state poste all’indice. Una causa della paralisi di questa coscienza storica è stato l’atteggiamento di molti intellettuali e governanti musulmani riguardo alla tratta trans-sahariana. Per ragioni di sensibilità religiosa non vogliono riconoscere adeguatamente la responsabilità araba e islamica in questo dramma, i cui effetti nefasti continuano tutt’ora. Oggi nel mondo arabo il termine nero significa semplicemente schiavo. Le tracce del commercio trans-sahariano formano strade geografiche che portano nel Maghreb e nel Medio Oriente”. Il documento si riferisce dunque alla tratta che per secoli trasferì a forza dall’Africa sub-sahariana verso le terre arabe e musulmane milioni di africani. In particolare il Sudan centro-meridionale fino a tempi recentissimi è stato teatro di razzie, finalizzate anche alla riduzione in schiavitù di giovani donne e bambini. Qui la legge coranica fu imposta, anche ufficialmente, nel 1983 e costituì l’elemento scatenante della rivolta nelle province del Sudan meridionale, guidata dal movimento politico Spla (Sudan People’s Liberation Army) di John Garang. La repressione governativa per anni si è accanita contro le popolazioni cristiane o aderenti alle tradizionali religioni animiste, che continuano a pagare le conseguenze funeste di quella che Omar elBashir, Presidente sudanese dal 30 giugno 1989, ha definito “jihad”, ovvero guerra santa islamica contro le comunità nere e non-musulmane: due milioni e mezzo di morti in vent’anni e 4 milioni di profughi… Un libro pubblicato a Londra nel giugno 2003 dall’istituto britannico Civitas (Caroline Cox, John Marks, “The ´West´, Islam and Islamism. Is ideological Islam compatible with liberal democracy?”, Civitas, Lon- don, 2003, pp. 127) documenta come in Sudan, in aree a popolazione nera come Bahr El-Ghazal, i monti Nuba, il Sud Kordofan e il Darfur, siano ricorrenti le incursioni di gruppi arabi armati, finalizzate ad “…uccidere gli uomini e trarre in schiavitù le donne e i bambini”. Il libro riporta le testimonianze di donne e ragazzi sfuggiti ai predoni e mostra come negli anni Novanta la prassi sia stata incoraggiata dal National Islamic Front, il partito egemone a Khartoum, allora diretto da un leader di spicco dell’islamismo mondiale, Hassan Al-Turabi, poi caduto in disgrazia presso il suo stesso governo. “…Capi del NIF mobilitavano le tribù arabe, le incoraggiavano a partecipare alla jihad, promettevano loro gli schiavi come bottino di guerra, assicuravano che la schiavitù era giustificata dal Corano come mezzo per convertire all’islam, e fornivano l’appoggio logistico ai raid, con cavalli, armi e truppe”. Autrice del libro insieme a John Marks è la baronessa Caroline Cox, membro ed ex vicepresidente della House of Lords, la camera alta britannica. Nel suo primo viaggio in Sudan, la baronessa Cox arrivò in un villaggio di nome Nyamlell, nella regione di Bahr El-Ghazal, dove appena poco prima 80 uomini e due donne erano stati uccisi e 282 fra donne e bambini erano stati portati via come schiavi. In seguito fece un’altra ventina di viaggi in Sudan, spesso in aree proibite, raccogliendo una documentazione sempre più vasta. Il libro riporta anche i colloqui avuti con i mercanti arabi di schiavi, alcuni dei quali sono convinti che la sharia, la legge islamica, li autorizzi a ridurre in schiavitù i figli e i familiari degli uomini contro i quali sono in guerra. Anche i missionari, e in particolar modo i Comboniani radicati nel Sudan meridionale, da anni denunciano le razzie e le violenze dei filo-governativi. La rivista missionaria Mondo e Missione (Maggio 2000, n°5, “Il mio giubileo tra gli schiavi”, pag.42) riporta un’intervista a padre Mario Riva, della missione comboniana di Bahr el Ghazal, che racconta: “Ne ho incontrati molti di questi ragazzi, alcuni liberati, altri fuggiti. Sono vittime delle razzie degli arabi, che li rivendono ai commercianti del Nord. Non dimenticherò mai una ragazza che è venuta a confessarsi perché era stata schiava e, secondo le sue stesse parole, era stata usata in tutti i modi. Portava ancora su di se la terribile colpa commessa da altri”. “SCHIAVA” è invece il titolo dell’autobiografia scritta a due mani con il giornalista inglese Damien Lewis da una giovane ragazza suda- Caroline Cox, Membro ed ex vice presidente della House of Lords, la camera alta britannica nese dell’etnia Nuba: Mende Nazer (Mende Nazer con Damien Lewis, Sperling & Kupfer Editori, Mondadori Printing S.p.A., 2003). Leggendo questo racconto autobiografico si comprende come il processo avviato dal regime di Khartoum riguardi non solo l’islamizzazione forzata ma anche l’arabizzazione dei non arabi. E’ appunto il caso della tribù nera dei Nuba, che pur essendo prevalentemente musulmani sono considerati “nemici” dal governo. Mende ricorda i suoi giorni nella povera scuola vicino al villaggio, dove le maestre punivano severamente le ragazzine trovate a parlare nella locale lingua nuba … Siamo nel 1980 e Mende Nazer ha 12 anni. Vive con la sua famiglia in un villaggio di montagna, nel cuore del Sudan, vicino la foresta. Un giorno imprecisato (i Nuba non contano esattamente il tempo!) la milizia araba, i mujaheddin, attacca il villaggio massacrando e razziando. Ma insieme alle mandrie predano anche bambini e adolescenti. E fra questi c’è Mende. Inizia un’odissea infinita, che per certi aspetti ricorda da vicino quella di Bakhita, la suora nera del Sudan elevata agli onori degli altari da Giovanni Paolo II. Mende Nazer viene picchiata e violentata dai predoni, che si esaltano al grido di “Allah Akhbar”; viene quindi venduta da questi ad una facoltosa famiglia di Khartoum, dove rimane per anni reclusa in casa, schiava a tutti gli effetti. Svolge i servizi domestici più umili e duri, senza neanche sperare di poter ricontattare i propri familiari ed amici. Nel rispetto del processo di forzata islamizzazione, le viene impedito di parlare il proprio dialetto, e può esprimersi solo in arabo. Nessuno a cui chiedere aiuto, sola a difendersi contro molteplici tentativi di violenza, di uomini e donne. Mende viene poi “ceduta” alla so- rella della sua padrona, moglie di un diplomatico assegnato all’ambasciata sudanese in Inghilterra. Spedita come un oggetto nel centro di Londra, Mende ha continuato a vivere in stato di schiavitù fino al settembre del 2000 in una delle più importanti metropoli d’Europa. Esattamente fino all’11 settembre 2000, un anno prima dell’attacco alle torri gemelle. Quel giorno, sfruttando una disattenzione dei padroni, riuscì a fuggire: “…Ma la sua odissea non si è ancora conclusa: nonostante la libertà ritrovata, infatti, a tutt’oggi il governo britannico non le ha riconosciuto pieno diritto d’asilo. In Sudan vicende come la sua sono state documentate a migliaia dall’O.N.U., da Anti-slavery International e da molte altre orga- John Garang, Movimento Politica Spla nizzazioni. La differenza cruciale in questo caso è che la schiavitù non si è fermata ai confini sudanesi. E inoltre, che cosa sta accadendo a Nanu, la ragazzina che ha preso il posto di Mende a Khartoum?” (Mende Nazer, op. cit., in retrocopertina). Oggi, terminata la guerra civile nel Sudan meridionale grazie agli accordi del 2002 con l’SPLA, le razzie nel Sudan continuano, con le stesse modalità conosciute da Bakhita e da Mende Nazer, nella regione occidentale del Darfur, anche se la voce della comunità internazionale e l’impegno diretto delle Nazioni Unite (che ha disposto l’invio di un contingente di caschi blu) fanno ben sperare per il prossimo futuro. Nell’ottobre del 2004 l’Organizzazione Mondiale della Salute diffuse un comunicato secondo il quale nel Darfur (un’area al confine con il Ciad che è grande quanto la Francia) morivano circa 10.000 persone al mese. Dall’inizio del 2003 gli attacchi delle milizie musulmane janjawid – sostenute dall’esercito regolare sudanese - contro la popolazione locale hanno costretto migliaia di civili ad abbandonare le loro case per sottrarsi alle rappresaglie e ai rapimenti, così che oggi vaste regioni del Darfur sono ormai spopolate. Il bilancio di questi ultimi quattro anni di guerra conta almeno 200 mila vittime accertate e 2 milioni di sfollati, molti dei quali nel vicino e poverissimo Ciad. Nel suo recente viaggio a Roma, dove il 14 settembre 2007 ha incontrato il Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi e Benedetto XVI a Castel Gandolfo, il Presidente del Sudan Omar el-Bashir ha promesso un cessate il fuoco unilaterale. (Continua) Politica N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Antitrust: la Commissione obbliga i costruttori automobilistici a dare alle officine indipendenti accesso alle informazioni relative alla riparazione dei veicoli Neelie Kroes, responsabile per la concorrenza La Commissione europea ha adottato quattro decisioni che vincolano giuridicamente la DaimlerChrysler, la Toyota, la General Motors e la Fiat a impegnarsi a fornire informazioni A ntitrust: la Commissione obbliga i costruttori automobilistici a dare alle officine indipendenti accesso alle informazioni relative alla riparazione dei veicoli La Commissione europea ha adottato quattro decisioni che vincolano giuridicamente la DaimlerChrysler, la Toyota, la General Motors e la Fiat a impegnarsi a fornire informazioni tecniche relative alla riparazione degli autoveicoli a tutte le officine indipendenti dell’Unione europea. Le decisioni sono state adottate conformemente all’articolo 9, paragrafo 1, del regolamento n. 1/2003. Le case automobilistiche si sono impegnate in tal senso dopo che un’inchiesta della Commissione aveva rivelato che l’accesso inadeguato all’insieme delle informazioni poteva escludere dal mercato i riparatori indipendenti e che gli accordi tra le case automobilistiche e i rispettivi riparatori autorizzati violavano le norme in materia di pratiche commerciali restrittive previste dal trattato che istituisce la Comunità europea (articolo 81). La conseguente riduzione della concorrenza tra riparatori di autoveicoli può comportare, per i consumatori, una situazione caratterizzata da minore possibilità di scelta e da prezzi più elevati: i riparatori indipendenti sono spesso più economici - talvolta del 50% - rispetto alle officine autorizzate. Inoltre, le riparazioni realizzate senza le informazioni tecniche adeguate possono rendere gli autoveicoli pericolosi, peggiorare l’inquinamento atmosferico e produrre uno spreco di carburante. Gli impegni saranno obbligatori fino alla scadenza, nel maggio 2010, del regolamento di esenzione per categoria applicabile al settore automobilistico (regolamento (CE) n. 1400/2002 della Commissione). Allora, sarà già entrato in vigore il regolamento sulle emissioni degli autoveicoli (regolamento (CE) n. 715/200 del Consiglio). Tale regolamento obbliga le case automobilistiche a fornire ai riparatori indipendenti un accesso standardizzato a tutte le informazioni tecniche relative alle riparazioni. La Commissaria responsabile per la Concorrenza, Neelie Kroes, ha dichiarato: “La concorrenza tra riparatori, che permette di mantenere bassi i prezzi della manodopera e dei pezzi di ricambio, rappresenta un vantaggio per i consumatori. Le decisioni in oggetto rappresentano una soluzione concreta e opportuna ai problemi incontrati dai riparatori indipendenti, che, privati dell’accesso alle necessarie informazioni tecniche, rischiano di perdere capacità concorrenziale”. La tutela della concorrenza sui mercati UE della riparazione e della manutenzione rappresenta uno degli obiettivi del regolamento di esenzione per categoria applicabile al settore automobilistico (regolamento (CE) n. 1400/2002). Le officine di riparazione indipendenti Neelie Kroes. Responsabile per la concorrenza sono importanti per i consumatori europei, in quanto esercitano una pressione concorrenziale sulle reti di officine in franchising. Alcuni studi hanno dimostrato, per esempio, che i prezzi praticati dalle officine autorizzate in Germania sono in media più alti del 16% di quelli dei riparatori indipendenti, mentre nel Regno Unito la differenza tra I nizia la scuola e come ogni anno, per qualche giorno, i sui annosi problemi sono sotto i riflettori dei i Media. Quest’anno oltre ai consueti discorsi sul costo dei libri di testo e dei vari corredi scolastici, c’è stato l’intervento del ministro in persona che ha predisposto delle nuove indicazioni da inserire subito nella programmazione scolastica e mi riferisco al potenziamento dello studio della matematica (le tabelline) l’Italiano (sintassi e grammatica) la Storia e la Geografia: era ora! Una rivoluzione copernicana per la Scuola, dopo decenni di progetti, spesso specchietti per le allodole. Forse siamo ad una svolta. Il responsabile della Pubblica istruzione dice di voler “rifondare i pilastri didattici della nostra tradizione”. Bisogna ritornare a far di conto e a scrivere bene. Anche se la professoressa Rita Calderini, storica fondatrice del Cnadsi, sostiene che alle Elementari la matematica gode di buona salute. E’ la verità, in Europa, la nostra scuola elementare é tra le migliori. In ogni modo se sono attuate le indicazioni, si ritorna al passato; il professore Odifreddi, addirittura parla di restaurazione, lui che rivaluta l’insegnamento della metodologia dove non conta quello che apprendi, ma come lo apprendi. Su questo modo di intendere la scuola Giorgio Israel su il quotidiano Il Foglio scrive: “O siamo di fronte a persone che non hanno mai visto un bambino in vita loro, non hanno mai messo piede in una scuola e non hanno la minima idea di come si insegni la matematica, per esempio nelle elementari (e forse questo è il caso di Odifreddi). Oppure, siamo di fronte al tentativo di conservare a tutti i costi il primato del pedagogismo, un intervento tipico tra riparatori indipendenti e alcune concessionarie in franchising delle marche più care può superare il 120%. Tali differenze sono tanto più significative se si considera che, nell’arco della vita di un autoveicolo, i costi di riparazione e manutenzione sono pari al prezzo pagato dal primo proprietario. Le macchine divengono sempre più complesse e anche le riparazioni di base devono essere effettuate da tecnici qualificati in possesso delle informazioni tecniche relative alla marca in questione. Nei quattro casi, le prime conclusioni della Commissione sono state che i costruttori hanno privato i riparatori indipendenti di alcune informazioni tecniche e che hanno fornito le rimanenti informazioni in modo non adeguato alle loro necessità. Tali evidenti inadempienze potrebbero escludere i riparatori indipendenti dal mercato, arrecando un grave pregiudizio ai consumatori. Un comportamento del genere è vietato dal regolamento n. 1400/2002, che prevede che ai riparatori indipendenti debba essere consentito l’accesso completo e non discriminatorio alle informazioni tecniche e che tali informa- zioni debbano essere fornite in misura proporzionata ai bisogni. Le decisioni odierne si basano sull’articolo 9 del regolamento n. 1/2003 del Consiglio e fanno seguito alle inchieste approfondite sulla modalità con cui la DaimlerChrysler, la Toyota, la General Motors e la Fiat mettevano a disposizione degli operatori indipendenti le informazioni tecniche relative alla riparazione; inoltre, esse tengono conto dei risultati delle consultazioni sugli impegni. Tali impegni, che le decisioni hanno reso obbligatori, sono essenzialmente analoghi e si articolano in tre elementi. Il primo definisce con chiarezza la nozione di informazioni tecniche e prevede che le informazioni di questo tipo fornite ai riparatori autorizzati debbano essere messe a disposizione anche dei riparatori indipendenti, in modo non discriminatorio. Il secondo prevede che, anche se i costruttori automobilistici hanno la facoltà di non divulgare le informazioni relative alle funzioni antifurto o alle funzioni che limitano le prestazioni degli apparecchi elettronici di bordo, essi sono tenuti a garantire che ciò non impedisca ai riparatori indipendenti di effettuare ripa- razioni non direttamente collegate a tali funzioni. In terzo luogo, gli impegni garantiscono che i riparatori indipendenti possano ottenere informazioni che siano allo stesso tempo disaggregate e ad un prezzo che tenga conto della misura in cui verranno utilizzate. I siti web scelti dalle parti come migliore veicolo per fornire le informazioni tecniche saranno operativi e aggiornati per tutto il periodo di validità degli impegni. L’accesso a tali siti sarà a tempo e il prezzo di un’ora di consultazione sarà fissato ad un livello che garantisca l’uguaglianza di trattamento tra riparatori indipendenti e autorizzati. Tutti quattro i costruttori si sono impegnati ad accettare un meccanismo di arbitraggio o di mediazione determinato per risolvere le controversie. Le decisioni adottate sono importanti per tutelare la concorrenza nel settore in questione e dovrebbero stimolare i costruttori di altre marche a esaminare attentamente le proprie pratiche relative alla divulgazione delle informazioni tecniche. In caso di violazione degli impegni resi obbligatori ai sensi dell’articolo 9 del regolamento n. 1/2003, la Commissione può infliggere multe fino al 10% del fatturato dell’impresa. La “restaurazione” del Ministro Fioroni nella scuola ovvero della scuola come ‘laboratorio del processo di apprendimento’, alla teoria dell’allievo ‘al centro del sistema’, che costruisce da solo i suoi saperi, con l’ausilio di un insegnante visto come animatore culturale – del genere degli animatori delle feste di compleanno dei bambini. Insomma, è il tentativo di difendere la scuola come territorio della metodologia pura, scienza dei nullatenenti e scienza del nulla”. (Giorgio Israel, Viva le tabelline di Fioroni, ora ci liberi dal pedagogismo democratico, 6.9.07 Il Foglio). Certamente la pedagogia o la metodologia di un insegnamento é importante, ma quando si pretende che tutto deve essere regolato, metodi e contenuti, da questa disciplina e che il docente si riduce ad un semplice passacarte delle determinazioni della corporazione dei pedagogisti e di una tuttologia che pretende di metter bocca imperativamente su tutto, allora si è passati il segno. E’ da tre decenni che esiste questa assolutizzazione del pedagogismo, sviluppatosi e cresciuto in un certo mondo “progressista” e in particolare di “sinistra”, ma anche altrove. Questo prepotere si vede nella docimologia, la scienza “oggettiva” della valutazione. In quest’ambito si vede l’educazione come una questione di metodologie didattiche e soprattutto si crede che possa esistere una scienza ‘oggettiva’ della valutazione avente lo stesso rigore delle scienze luoghi dello spazio reale e della Storia esatte. “Perché mai i ‘valutatori’ - si come narrazione di eventi realmente chiede Israel - debbono saper valu- accaduti. Purché non si tratti di una tare meglio degli insegnanti e non si semplice mossa polemica di natura possono mettere in discussione sul politica a cui, dopo gli annunci, non terreno disciplinare certe loro assurde segue nulla; o, peggio, segua qualche teorie? Si è creata una autoreferenzia- nuova commissione controllata di lità, una specie di casta di intoccabili, nuovo dalla stessa ideologia e delle che ha progressivamente espropria- stesse persone che ci hanno portato to gli insegnanti della loro funzione al disastro”. (Ibidem) Non bisogna educativa e della funzione valutativa, avere paura di ritornare “indietro”, o riducendoli a semplici esecutori delle vergognarsi di non andare “avanti”, scelte decise nelle ‘commissioni’. I ri- verso il sol dell’avvenire. Prendiamo sultati di questa dittatura del pedago- esempio di Sarkozy, che sta rompengismo sono disastrosi e sotto gli occhi do col “pedagogismo democratico”, di tutti. Basta vedere come sono state figlio del Sessantotto ridotte certe discipline come la mate- matica, la storia o la geografia. “Ben Domenico Bonvegna venga quindi questo passo del ministro Fioroni, in direzione della reintroduzione dei contenuti della Matematica propriamente detta, incluso il coltivare le capacità di calcolo mentale, della grammatica, della Geografia intesa come apFioroni. Ministro della Pubblica Istruzione prendimento dei N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Politica La spesa è impazzita A tirarci le orecchie, nelle ultime settimane, ci ha pensato la banca centrale europea P revidenza, sanità, stipendi... Tutte voci che aumentano. E per evitare nuove tasse non resta che usare la scure Spendiamo troppo, spendiamo male. Ogni cento euro che il paese produce, 50 servono a pagare il funzionamento del settore pubblico. Il record, raggiunto nel 2006, è stato annunciato giorni fa dal presidente dell’Istat Luigi Biggeri con un certo allarme. Intendiamoci: non si tratta di spese parassitarie, perché quei soldi vanno in stipendi, pensioni, servizi sanitari, attività dei ministeri, investimenti. Ma è comunque una cifra che fa impressione, perché parla di un trend che non si riesce a fermare. A tirarci le orecchie, nelle ultime settimane, ci ha pensato la Banca centrale europea, che dalla torre di Francoforte ha avvertito che l’Italia spende troppo in stipendi statali: pesano il 27 per cento del totale delle retribuzioni, mentre non superano il 20 nel resto dell’Unione. È seguita una serie di durissime bacchettate. Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha ricordato quanto l’Italia abbia le mani bucate, mentre viceversa in Germania sono riusciti a ridurre la spesa pubblica di quasi tre punti. E che mettere sotto controllo le spese diventa cruciale per la stabilità dei nostri conti pubblici. Stessa solfa dalla Corte dei Conti, il cui presidente Tullio Lazzaro ha snocciolato in Senato opinioni severe sulla spesa, che non solo non diminuisce ma è anche bloccata dalle leggi esistenti, che impediscono di fatto di utilizzare le risorse meglio, e in altre direzioni. Non meno perplessi sulla tenuta dei conti i Servizi bilancio dello Stato di Camera e Senato quando, a inizio luglio, hanno esaminato il testo del Dpef, cioè il documento di programmazione economica 20082011 presentato dal ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Dal prossimo anno e in quelli successivi ci dovremo indebitare di due miliardi di euro ogni dodici mesi, prevedono, e questo proprio per far fronte alla crescita delle spese correnti. In particolar modo le prestazioni sociali e le pensioni. Per non parlare del rischio sanità. Insomma, tutti i capitoli più delicati dello Stato sociale sono a rischio esplosione. Come se non bastasse, c’è l’incognita 21 miliardi. Cioè la cifra che serve per far fronte, nel 2008, a una serie di impegni presi o di promesse fatte dal governo. Si va dal nuovo contratto per il pubblico impiego al finanziamento di Ferrovie, Anas e Poste, ma è compresa anche la promessa del taglio dell’Ici sulla prima casa e dello sgravio delle tasse per chi è in affitto. Per poter fare tutto questo i sol- di, al momento, non ci sono. Come evitare di apparire come un governo che fa promesse da marinaio? Una strada è quella di chiederli alla collettività, con nuove tasse. Ma questa è una ipotesi che il Dpef esclude. Manovra zero per il 2008, ha annunciato Prodi. “Se vogliamo spendere un euro in più dobbiamo trovarlo in altro modo”, conferma Nicola Sartor, sottosegretario all’Economia. Ma dove, se non affrontando di petto il moloch della spesa? Stagione di tagli. Mentre si aspetta il definitivo via libera al decreto legge del ministro Giulio Santagata sui tagli della politica, che secondo i calcoli della Ragioneria generale consentirebbe di amputare un miliardo e 300 milioni di spese attraverso la riduzione, per esempio, di circoscrizioni e comunità montane, il Parlamento comincia a fare la sua parte: dalla prossima legislatura, hanno annunciato Franco Marini e Fausto Bertinotti, pensioni più leggere, e sforbiciate ai vitalizi di deputati e senatori, che faranno risparmiare 60 milioni. Anche Pierluigi Bersani può vantare le sue economie: il suo decreto per razionalizzare comitati e comitatini che si annidano nei ministeri ha già dato i primi frutti, quantificabili in 17 milioni sborsati in meno nel 2007. Ottimo, certo. Ma ci vuol altro per attaccare davvero la spesa pubblica, un gigante da 700 miliardi di euro. Serve un corpo a corpo duro, un lavoro ai fianchi, che nessuno, finora, è mai riuscito a fare. “Il problema è che non si sa neanche dove siano gli sprechi”, dice Sartor. Presto, però, le cose sembrano destinate a cambiare. A cercare di fare luce sui meccanismi di spesa ci sta provando una commissione nominata appositamente a marzo dal ministro Padoa-Schioppa. Presieduta da Gilberto Muraro, è un team di professori universitari ed economisti che si è imbarcato nell’impresa titanica di affondare le mani nella palude dei conti di cinque ministeri: Interni, Giustizia, Istruzione, Infrastrutture e Trasporti. Ministeri importanti, visto che distribuiscono il 61 per cento delle buste-paga dell’apparato pubblico centrale, gestiscono il 31 per cento dei consumi pubblici intermedi (cioè l’acquisto di beni e servizi per i cittadini) e da loro parte il 23 per cento dei trasferimenti alle imprese. “Si possono individuare pieghe in cui la spesa si è impigliata”, spiega Alberto Zanardi, ordinario di Scienza delle Finanze all’Università di Bologna, “e vecchie norme cristallizzate”: come dei paleontologi, possono portare alla luce risorse dimenticate, e magari non più utili all’obiettivo su cui erano state impegnate tanto tempo fa, oppure possono met- tere in evidenza le differenze tra le spese di un soggetto e quelle di un altro: il confronto può dare l’idea di quanto si può risparmiare.Tommaso Padoa SchiopppaAnzi, su questo fronte una stima c’è già: se tutte le amministrazioni pagassero lo stesso prezzo, portando le meno virtuose al livello delle più virtuose, si potrebbe ottenere un risparmio del 20 per cento, ha appena ricordato nella sua relazione il presidente dell’Autorità sui contratti pubblici. E quel 20 per cento vale da solo un punto e mezzo del Pil. A settembre, in tempo per la prossima Finanziaria, la commissione Muraro dovrà consegnare a Padoa-Schioppa i suoi primi risultati. Che si combineranno con il lavoro di riclassificazione del bilancio (vedi box nella pagina a fianco) per dare il via alla rivoluzione contabile con cui il governo vuole affrontare il 2008. Anatomia di un bilancio. Il lavoro più radicale, però, prenderà molto tempo. È la cosiddetta ‘spending review’, già realizzata in Gran Bretagna e in Francia: “Non è uno strumento di taglio, ma di razionalizzazione”, spiega Zanardi: “serve a capire le cose che non funzionano, e a dirigere le risorse verso nuovi bisogni”. Il rastrellamento condotto dalla spending review dovrebbe portare alla luce sedimenti di vecchie leggi dimenticate, in gran parte responsabili per inerzia di fette consistenti di spesa pubblica: ‘grazie alla rigidità del bilancio’, segnala la Camera dei deputati, ‘le spese obbligatorie e quelle predeterminate per legge rappresentano il 90 per cento della spesa totale’. Ancora, consentirà di alzare il velo su quell’altro fenomeno perverso che caratterizza la spesa pubblica: i residui passivi. Ogni anno della massa spendibile avanzano 120 miliardi, di cui 80 per programmi di spesa pluriennali (e questo è in parte spiegabile), più altri 40 che sono invece spesa corrente che non si riesce a realizzare, ma che si cumula anno dopo anno e si trascina senza poter essere ‘liberata’ per altre necessità. In Francia, la spending review ha colpito duro sulle strutture dei ministeri e sulla riorganizzazione della macchina pubblica. Farà lo stesso da noi? Efficienza cercasi. L’argomento è quasi tabù. Ma di certo il lavoro dei professori guidati da Muraro non si limiterà a ricostruire i percorsi della spesa. Ma anche i costi dell’apparato pubblico e la sua efficienza. Un parametro saranno i confronti internazionali: perché, per esempio, da noi la macchina della giustizia costa tanto di più che altrove eppure è così lenta? Ancora: la mappa dei tribunali è davvero quella più razionale, oppure non vale la pena ridisegnare la geografia giudiziaria, accorpando nella stessa città sede di corte d’appello con altri tribunali? Da questo discenderà che in alcuni casi il personale sarà di troppo, e che magari sarebbe più utile trasferirlo in un’altra sede. Compito, questo sì, davvero titanico. “Spesso la micromobilità è un problema”, ammette Sartor, che al ministero dell’Economia ha già dovuto far inghiottire ai dipendenti una ristrutturazione che ha ridotto sedi ed uffici periferici. Il costo del lavoro dei dipendenti pubblici, d’altra parte, è una delle spine nel fianco della spesa pubblica, e già il Dpef dell’anno scorso ammetteva che l’incremento degli stipendi pubblici aveva surclassato quello del settore privato: dal 2001 al 2006, ha calcolato la Camera, le retribuzioni di fatto nella P.A. sono cresciute del 28,5 per cento, contro 19,1 del settore industriale, e a fronte di una inflazione del 15 per cento.Contare sugli evasori. Tutti concordano, comunque, che gli effetti di risparmio della spending review si faranno sentire non prima di qualche anno. Per trovare i 21 miliardi che servono già nel 2008, occorrerà puntare su qualcos’altro. Lamberto Dini ha proposto di mettere un limite alla crescita della spesa dello 0,5 per cento del pil da subito. Cioè un taglio automatico di 8 miliardi l’anno. Ma il niet di Rifondazione non si è fatto attendere. Allora, cosa sperare? “Il recupero dell’evasione può dare buoni risultati”, suggerisce Sartor. Insomma, per fare il bilancio del prossimo anno non resta che avere fiducia nell’effetto fisco. Sul servizio di leva Parisi: “la naja serve al Paese” S ervizio di leva potrebbe tornare Parisi: “La naja serve al Paese” Ragazzi in campana, il servizio di leva obbligatorio potrebbe tornare. Nonostante non sia più obbligatoria dal 2005 la naja non è mai stata abolita, ma soltanto sospesa, e le liste di leva saranno costantemente aggiornate. Bisogna “assicurare l’effettiva possibilità di procedere all’eventuale reclutamento necessario per le situazioni di grave crisi”, ha detto il ministro Difesa, Arturo Parisi al quotidiano La Stampa. “La difesa e la sicurezza del Paese sono temi che riguardano tutti i cittadini, non una parte. Non è solo un problema militare, naturalmente, la difesa è un bene a cui tutti siamo chiamati a dare un proprio contributo”, ricorda il ministro. Venerdì scorso Parisi ha fatto diffondere una nota: “A partire dalla contestazione che il servizio di leva obbligatorio è sospeso, e non soppresso o abolito, intendo verificare che l’aggiornamento delle liste venga efficacemente proseguito” Il richiamo del ministro, spiegano dalla Difesa, avrebbe oltre a un valore pratico, anche un valore “culturale e politico”. Ma non solo. Le forze armate, dopo la riforma che ha sospeso i militari di leva, devono fare i conti con i tagli al personale e l’impegno (umano e finanziario) nelle missioni all’estero. Lo Stato maggiore della Difesa vorrebbe procedere così a un “taglio” di 30.000 uomini. La tendenza sarebbe quindi quella di risparmiare sui militari professionisti, nonostante Parisi e il governo siano impegnati a innalzare il bilancio della Difesa dall’attuale 0,95 all’1,3-1,5% del pil. E il ripristino dei militari di leva, unito ai tagli dei soldati di professione potrebbe favorire questo risparmio, compensando le spese. Così il ritorno della naja potrebbe avere anche un valore economico. Insomma i giovani che pensavano già di averla scampata, non si sentano troppo al sicuro. I loro nomi sono scritti nero su bianco nei faldoni stipati nei “Centri documentali” (cioè i vecchi distretti militari). Se la leva tornasse obbligatoria siano pronti: mimetica, anfibi e alzabandiera sono sempre dietro l’angolo. Arturo Parisi, Ministro della Difesa Politica Raccolta di firme per lo scioglimento del Consiglio Regionale M ileto - Organizzata dal circolo territoriale “Giulio Adimari” di Cosenza si è svolta nella centralissima Piazza Kennedy la raccolta delle firme per lo scioglimento del Consiglio Regionale della Calabria. La petizione popolare promossa da questa componente ha registrato la presenza dell’On. Angela Napoli oltre a quella di numerosissimi iscritti, simpatizzanti ed eletti di Alleanza Nazionale del capoluogo e di tutto il territorio provinciale. Constatiamo con immensa soddisfazione il trasversalismo, questo sì non deplorevole, che ha conquistato i firmatari: da esponenti locali di Forza Italia e del Circolo della Libertà ad alcuni iscritti dei Ds e della Margherita, per finire ai semplici cittadini che, diversamente da alcuni protagonisti di una politica sempre più autoreferenziale e sempre meno vicina ai bisogni della gente, tramutatisi col trascorrere inutile del tempo in gravi emergenze economiche e sociali, hanno ritenuto opportuno apporre la propria sottoscrizione manifestando così una profonda e sensibile indignazione verso un Consiglio Regionale ingessato nel suo aspetto organizzativo e carico di limiti sempre più evidenti. Un Consiglio Regionale che, mai stanchi di ripeterlo, soprattutto a beneficio di quanti, come il Consigliere Regionale Francesco Sulla, si esercitano nella conta quotidiana del numero degli indagati, tentando di nascondere a se stessi il degrado morale che investe la massima Istituzione regionale, in due anni e mezzo si è riunito appena 38 volte; per non parlare poi della scarsa produttività delle commissioni permanenti, il cui compito è quello di preparare il lavoro del Consiglio: ebbene, qui emerge un dato emblematico ed al contempo allarmante con riferimento alla Commissione consiliare contro il fenomeno della mafia, la quale in una regione come la nostra ha sentito la necessità di riunirsi solo sette volte! Sarebbe più opportuno invece che il Consigliere Sulla, anziché dispensare sentenze su inesistenti “regolamenti di conti” all’interno di An, si prodigasse con maggiore impegno nell’attività per la quale è stato votato dai cittadini calabresi e che, allo stato, si appalesa in tutta la sua sproporzionata carenza. Noi abbiamo ben presente la valenza politica della nostra battaglia, non siamo alla ricerca di “consulenze” giuridiche su una petizione popolare che serve a sensibilizzare, lo ripetiamo ancora una volta, la più alta carica dello stato e l’opinione pubblica nazionale su un’ anomalia istituzionale prettamente nostrana. Non siamo “ansiosi di giustizialismo” e non ci appartengono affatto le logiche qualunquiste; siamo pianamente coscienti della dignità dell’ Istituzione regionale “democraticamente eletta” ma siamo altrettanto consapevoli di una deriva morale che permea le stanze di un Consiglio Regionale manifestamente inadeguato e per questo non più in grado di rappresentare i calabresi. Non è più tempo di distinguo sugli strumenti utili per restituire credibilità alla politica regionale; è necessario invece agire con determinato vigore: questo è quello abbiamo deciso di fare nell’indifferenza “strumentale” dei “politicanti” che in verità poco rileva ma con il convinto sostegno della maggioranza dei calabresi, unici referenti a cui render conto. Giancarlo Catanea Portavoce Movimento “Risveglio Ideale” N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre LETTERA AL DIRETTORE Invito a tutti i Meridionali Q uesto è un invito, per tutti coloro che lottano quotidianamente in tutti i campie in tutti gli ambienti, dal lavoro alla cultura,dalla economia alla politica,dalla solidarietà all’ambiente sino all’arte e allo sport, unicamente per cambiare, ma sopratutto per liberare il “nostro Paese” da una colonizzazione che da 147 anni.proponiamo incontri risolutivi, su tutto il territorio, di riscatto e di asione politica, di iniziative atte alla difesa delle nostre risorse, che attualmente sono danneggiate da questo Stato Capitalista e Nordista.evitiamo di essere ancora turlupinati dai soliti “procacciatori meridionali” che ogni anno puntualmente ci confezionano il solito “salvatore della patria”, visto che i nostri pro-antenati furono gabbati dal Garibaldi che prometteva mari e monti, ora è sicuramente più facile imbrogliare tutti noi “miseri colonizati”. Infatti, basta poco per infinocchiarci, utilizzano uno dei nostri per far abboccare tutti gli altri.questi figuri appartenenti ai diecimila partiti, fanno a gara nel pubblicizzare il campione “Utile - idiota” che possa “unire” le tante realtà presenti nel territorio, ma nel contempo creare disordine tra noi stessi. infatti, per loro, noi non saremo capaci di alzare la testa per cominciare a decidere le scelte, gli strumenti e la voglia di essere autonomi e indipendenti. nè saremo oculati nel decidere quale scelta sarebbe utile al nostro Paese, in quanto abituati ad essere sottomessi, basta poco per cambiare opinione e stare con quelli che millantano un potere sopratutto economico e parassitario (cioè da delinquenti politici, veri eredi dei ladroni e criminali che il nord ha voluto esportare per tenere sottomesso il nostro paese e per continuare nei secoli a vivere parassitariamente sul nostro territorio e abusare delle nostre comunità).il dissesto di taranto, capoluogo nella regione puglia, è stato un capolavoro eseguito da tutti i partiti per dimostrare la forza della Casta e la debolezza dei meridionali. ricordatevi che una nostra grande città è fallita e ne seguiranno tante altre.......Quindi, di fronte alle manovre spudorate dei colonizatori che arraffano milioni di euro, dissestano città e comuni, vogliono infinocchiarci ancora una volta, con qualche moviemnto come quello siciliano, capeggiato da Lombardo..... Bisogna rispondere efficacemente, questa volta alla grande, da ogni parte, comunicandoci la nostra disponibilità, il nostro recapito e l’impegno di passar parola a chiunque disposto a lottare per la nostra causa. Casa Savoia stessa rappresentava e garantiva. Purtroppo non gli fu data occasione di dimostrare le Sue grandi doti di Sovrano, tuttavia negli anni dell‚esilio si è sempre dimostrato vicino agli italiani, amava profondamente l‚Italia ed i suoi concittadini, non c‚era giorno in cui Egli non tenesse vivi i contatti con il suo Paese incontrando moltissimi italiani in visita a Cascais. Anche negli anni lunghi e dolorosi della malattia non riusciva rimanere isolato dal suo più grande amore; gli italiani. Ricordo con affetto e devozione mio nonno Re Umberto II, fu un esempio di umanità, dignità e rispetto; un vero depositario dei Valori su cui si fonda la nostra Patria! In queste giornate concitate, in cui lo scontro politico ed istituzione e la divisione sono all‚ordine del giorno, vorrei ricordare a tutti l‚esempio di Re Umberto II che fece il massimo sac rificio per l‚unità e la pace dell‚Italia! Emanuele Filiberto di Savoia Ufficio del Portavoce Filippo Bruno di Tornaforte Sede del Consiglio Regionale della Calabria 103° Anniversario della nascita di Re Umberto II° Messaggio del principe Emanuele Filiberto di Savoia S i è celebrato l’anniversario della nascita di mio nonno Re Umberto II. Di mio nonno ricordo la grande umanità, l’intelligenza e la preparazione storica ma soprattutto ricordo la dignità con cui sopportava il dolore della lontananza dall’Italia e dagli italiani che amava profondamente. Quando salì al Trono come quarto Re d‚Italia trovò un Paese con una grave situazione politica, sociale, ed istituzionale a causa degli anni di Guerra che ne avevano fortemente provato la popolazione. La sua incessante opera per il bene della Patria iniziò ben prima di cin gere la Corona, al momento della sua investitura quale Luogotenente del Regno si adoperò affinché le pressioni degli Alleati non rischiassero di spaccare in due il Paese, cercò con fermezza di rendere meno gravi le condizioni della popolazione oramai straziata dai lunghi anni di guerra. Vorrei ricordare in questa ricorrenza la figura umana di mio nonno; Egli fu uomo dalla straordinaria dignità, seppe comprendere appieno il ruolo impostogli dalla storia e cercò con spontaneità e sensibilità di portarsi sempre più vicino a tutti gli italiani. Grazie a questa sensibilità comprese subito l‚importanza delle donne che, grazie ad un suo decreto, ottennero per la prima volta il diritto di voto. Seppe anche comprendere, con decenni di anticipo rispetto alla classe politica, la grandissima importanza delle tradizioni e delle culture regionali. Si impegnò con forza affinché la Sicilia avesse una sua autonomia e promulgò nel Maggio del 1946 lo Statuto della Regione. Nel suo lungimirante progetto prevedeva di dotare tutte le regioni d‚Italia della stessa autonomia nel rispetto della solidarietà e dei valori dell‚Unità che S. M. Re Umberto II Movimento Politico “Sud Libero” N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Politica Il fenomeno Grillo sintomo dell’antipolitica L a politica italiana è in crisi, dopo “La casta”, arriva Beppe Grillo a certificarlo, lo dimostra il suo discreto successo; se gli italiani si affidano a un grillo qualsiasi, significa che siamo arrivati veramente alla frutta. E’ lui il sintomo dell’antipolitica. Che la politica sia malata é un problema non da ora, e se sta avendo le prime pagine dei giornali è perché la Sinistra è in crisi identitaria e ha difficoltà a governare. Non sa dare risposte e non è in grado di mantenere le promesse. E così salta fuori lo spettro dell’antipolitica, rappresentato da Grillo che dovrebbe minacciare la democrazia. “State attenti, ci ammoniscono con toni enfaticamente allarmati i nostri governanti di sinistra. E’ vero che, nonostante il nostro illuminato governo, le famiglie italiane sono diventate più povere. Tutto vero, ma il pericolo più insidioso che minaccia la nostra democrazia è l’antipolitica, del giullare Beppe Grillo. Suvvia, non lasciamoci infinocchiare da questa rituale favola dell’antipolitica”. (Giuseppe Cantarano, Grillo svela il bluff a sinistra e la casta evoca il fascismo, 23.9.07 Il Giornale). Anzi addirittura la “casta”, gli intellettuali, evocano la deriva autoritaria, il fantasma minaccioso del fascismo è sempre dietro l’angolo. E’ un vecchio adagio della storia dell’Italia repubblicana. Certamente non fa bene alla politica scoprire i tanti “privilegi” collezionati dalla corporazione dei politici, dai 12.800 euro netti al mese, fino alle pensioni privilegiate (una è toccata pure a Toni Negri per aver partecipato a 9 sedute parlamentari). I deputati europei italiani prendono stipendi superiori: incassano il doppio dei loro colleghi tedeschi e inglesi, il quadruplo degli spagnoli. Un Quirinale che costa quattro volte Buckingham Palace, un mare d’auto blu (115 solo per Palazzo Chigi e migliaia nei vari enti locali) una quantità d’aerei di Stato (13 solo quelli della Presidenza del Consiglio) Tutti privilegi e sperperi sulle spalle di noi tartassati come sudditi dai signori della pubblica amministrazione. “Sogno un centrodestra - scriveva Antonio Socci - che non partecipi con la Sinistra ai tanti incredibili sprechi di cui parla il libro ‘la casta’ di Stella e Rizzo[…] Sogno un centrodestra che non punisca i cittadini come la sinistra con mille vessazioni burocratiche e fiscali”. Si deve pagare alla Siae persino per due canzonette che sono fatte al matrimonio di qualche amico. Tra il malessere che la politica ha ingenerato ci sono sicuramente le varie leggi varate in Parlamento come quella dell’indulto del luglio 2006 che ha mandato liberi per le strade 26 mila detenuti (anche per omicidio, rapina e lesione personale). Gli effetti devastanti dell’introduzione dell’euro sono sotto gli occhi di tutti; ha dimez- Il famoso comico Beppe Grillo zato gli stipendi e raddoppiato i prezzi. Terremotando la vita di milioni di famiglie a reddito fisso. Sogno un centrodestra che le tasse le abbassi veramente e drasticamente e non dirottandole sugli enti locali o solo a parole perché questo livello di tassazione al 50,7 per cento, da primato mondiale, è pazzesco e soffocante. Da strozzini, da rivolta fiscale. (Antonio Socci, Il Centrodestra che vorrei. E che non c’è, 16.6.07 Libero). Non si riesce a debellare l’eva- sione fiscale cosicché si aggrava il salasso sui disgraziati a reddito fisso che già pagano. Intanto imprenditori, commercianti, professionisti e lavoratori autonomi, si stanno arricchendo indebitamente con gli aumenti dell’ingresso dell’euro, e magari pure si permettono di evadere. In un altro contesto“[…] fenomeni come quello di Grillo sarebbero stati circoscritti. Da quando si è avviata questa legislatura, invece, la politica è ferma ed è costretta a non prendere L’EFSA pone al centro la politica sulla trasparenza zimi, gli aromatizzanti e i coadiuvanti tecnologici, che si occuperà anche della sicurezza delle sostanze aggiunte indirettamente agli alimenti, come pure delle questioni correlate alla sicurezza dei nuovi processi. Il consiglio trasmetterà immediatamente una richiesta formale in questo senso alla Commissione europea . Il nuovo gruppo di L ’organismo europeo di vigilanza sulla sicurezza alimentare ha dibattuto su una politica delle dichiarazioni d’interesse, onde potenziare i meccanismi interni attualmente in atto a tutela dell’indipendenza del proprio operato scientifico. Detta politica renderà più trasparente l’organismo e l’attività dei suoi scienziati, della sua dirigenza e dei membri del consiglio di amministrazione. Quest’ultimo ha altresì deciso la costituzione di un nuovo gruppo di esperti scientifici cui affidare alcune delle funzioni del gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari e i materiali a contatto con gli alimenti (gruppo AFC), in modo da consentire all’Autorità di aumentare la propria produzione scientifica in tale campo. Nel discorso pronunciato dinanzi al Parlamento europeo nel febbraio di quest’anno il direttore esecutivo dell’EFSA, Catherine Geslain-Lanéelle, ha affermato che apertura e trasparenza all’interno dell’Autorità sono essenziali per Catherine Geslain - Lanéelle. Direttore esecutivo dell’Efsa mettere in luce l’indipendenza del processo di valutazione del rischio da parte dell’EFSA. La nuova politica sulle dichiarazioni d’interesse comporterà un riesame dell’iter di dette dichiarazioni, garantendo una maggior omogeneità in tutta l’organizzazione. Essa fornirà anche orientamenti precisi sulle informazioni da fornire nei moduli, consentendone un più agevole esame, nonché sulle azioni da intraprendere a seconda dei casi, riconoscendo che un interesse dichiarato non costituisce necessariamente un conflitto d’interesse. Una volta ricevuto anche l’input del Comitato scientifico dell’EFSA, il documento sarà nuovamente sottoposto all’attenzione dei membri del consiglio per una possibile adozione nelle settimane a venire. Da parte sua il prof. Patrick Wall, presidente del consiglio di amministrazione dell’EFSA, ha dichiarato cheLa chiarezza e la trasparenza di questa indipendenza sono essenziali per costruire la fiducia dei consumatori nei pareri scientifici dell’EFSA, nonché per la sua credibilità di Autorità su base scientifica a livello mondiale. Dato il crescente carico di lavoro del gruppo AFC, il consiglio ha appoggiato la proposta dell’EFSA di ripartire le sue attuali mansioni tra due gruppi di esperti: il gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari e le fonti nutrienti aggiunte agli alimenti, che avrà peraltro l’incarico di valutare la sicurezza di altre sostanze aggiunte intenzionalmente;ed il gruppo di esperti scientifici sui materiali a contatto con gli alimenti, gli en- alcuna decisione perché altrimenti rischia di squilibrare il già precario equilibrio della maggioranza. Quando non circola aria emergono le cose peggiori del panorama politico e questo provoca reazioni comprensibili e legittime”. (Alfredo Mantovano, intervista del 18.9.07, La Gazzetta del Mezzogiorno). Grillo sta cercando di cavalcare un certo malessere della gente, dice cose non originali: tutto va male e che i politici sono tutti corrotti o quasi. Per ora urla e sentenzia contro la politica del palazzo, ma quando dovrà affrontare l’inevitabile organizzazione delle liste, allora saranno problemi. Grillo assomiglia a Di Pietro che continua ad avere questo vezzo del richiamo della folla, del comizio. Siccome Di Pietro fa parte di questo governo, è valutato anche per le scelte che fa. Si è dissociato sull’indulto, ma non ha fatto nulla in concreto. Qualcuno ha associato Grillo a Masaniello che allora a Napoli ha avuto un consenso amplissimo, ma quanto è durato, e ora dopo 4 secoli che valutazione diamo? La democrazia non è l’applauso della piazza, ma il consenso nelle urne. Lo spettacolo comico non è la politica. Il giullare Grillo non migliora le degenerazioni della politica, così come all’immigrazione selvaggia e clandestina che spesso sfocia nella prostituzione, nella diffusione della droga, nella rapina, la soluzione non è nei raid punitivi di quei cittadini esasperati che vogliono farsi giustizia da soli. Domenico Bonvegna esperti scientifici potrebbe essere in grado di iniziare le proprie attività già nel 2008. Il consiglio ha eletto vice presidente il dr. Bart Sangster ed accolto quale nuovo membro il dr. Milan Pogacˇnik, a seguito della sua nomina a giugno da parte del Consiglio dell’Unione europea. Gianfranco Nitti Agriturismi: snellimento burocratico Agriturismo Toscano C on la legge 96 del 2006 e’ stata disciplinata l’attivita’ di agriturismo con procedure semplici tali da consentire l’immediato avvio dell’attivita’ a cui far seguire i controlli, e in caso la sospensione. Il decreto ministeriale 26 marzo 1991 del ministero della Salute che detta i requisiti igienico-sanitari di cui le strutture destinate ad attivita’ agrituristiche devono essere dotate, tra l’altro prevede per garantire la potabi- lita’ dell’acqua tempi di almeno un anno dei campioni da far esaminare.Risulta evidente che queto decreto di fatto inficia gli obiettivi della legge 96/2006, come rilevato anche dall’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato nella segnalazione As408 del 19 luglio 2007. L’Autorita’ scrive che: “tali disposizioni, in ragione dei tempi particolarmente lunghi previsti per l’espletamento dei campionamenti svolti dalla ASL territorialmente competente per il rilascio del “giudizio di qualita’” necessario all’utilizzo dell’acqua da parte delle imprese a scopo potabile, possono costituire un ostacolo eccessivo e sproporzionato rispetto all’esercizio dell’attivita’ di impresa e in palese contrasto con l’obiettivo di semplificazione e snellimento burocratico che ha ispirato il legislatore negli ultimi interventi normativi tesi ad agevolare l’avvio di attivita’ produttive e commerciali e a promuovere la concorrenza”. L’Antitrust suggerisce la possibilita’ del rilascio di un giudizio di qualita’ “provvisorio” da parte della Asl territorialmente competente a seguito dell’esito positivo di un primo controllo sulla qualita’ delle acque, in modo da consentire l’inizio dello svolgimento dell’attivita’ di impresa, prevedendo verifiche periodiche successive che consentano di monitorare lo stato di potabilita’ delle acque”.Insieme ai deputati Beltrandi, Buglio, D’Elia, Mellano e Turco della Rosa nel Pugno ho presentato un’interrogazione ai ministri per lo Sviluppo Economico, della Salute, delle Politiche agricole, alimentari e forestali per chiedere se siano gia’ stati presi provvedimenti nel senso indicato dall’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato, e comunque utili a rendere effettive le previsioni della legge 96/2006. Attualità N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Viaggiare in aereo e perdere i bagagli R Un’ala dell’aeroporto Fiumicino di Roma bagaglio sara’ prontamente ritrovato e riconsegnato. Occorre pero’ fare attenzione ai tempi entro i quali fare la denuncia, poiche’ si rischia di non ricevere il risarcimento dovuto. La Convenzione di Montreal o di Varsavia stabiliscono valori diversi e prevedono un rimborso a bagaglio, indipendentemente dal valore del bene perduto (salvo il caso di maggiore dichiarazione di valore): per gli Stati che aderiscono alla Convenzione di Montreal: in caso di distruzione, perdita, danno o ritardo si ha diritto ad un risarcimento fino a 1.167 euro; per gli Stati che non aderiscono alla Convenzione di Montreal: per smarrimento o danno si ha diritto ad un risarcimento di 20 euro a kg di bagaglio. Si puo’ chiedere anche il rimborso degli abiti acquistati, allegando ovviamente le ricevute e il risarcimento del danno “biologico” subìto, la cui quantificazione e’ lasciata alla valutazione del passeggero che, per avere soddisfazione, dovra’ con molta probabilita’ rivolgersi al Giudice di pace. oma - Sara’ capitato di aspettare il bagaglio davanti al nastro trasportatore e, con un tonfo al cuore, costatare che la propria valigia non c’e’ o arriva con la maniglia divelta o il carrellino privo di ruote. Che fare? La prima cosa e’ quella di anda- re all’Ufficio oggetti smarriti (lost&found), presentare il proprio biglietto, il tagliando del bagaglio e compilare un modulo. Queste operazioni servono per avviare le ricerche del bagaglio perso. Il viaggiatore che vuole essere risarcito, per il bagaglio perso o danneg- F Vaglia postale costi alle irenze - Le Poste spa hanno aumentato i costi del vaglia. Spedirlo costa 5 euro (cinque euro, che diventano 2,5 per chi lo emette attraverso Bancoposta online) e incassarlo costa 2,5 euro (duevirgolacinque euro, gratis se versato su conto Bancoposta o qualunque altro conto bancario). Una decisione che, evidentemente, oltre a privilegiare le transazioni attraverso il proprio sistema di Bancoposta e il sistema bancario in generale, penalizza gli utenti piu’ anziani, presumibilmente quelli che non usano transitare attraverso la banca delle Poste o la banca in generale. Non sarebbe niente di male se si trattasse di un servizio in concorrenza con altri, per cui l’utente si potrebbe rivolgere altrove. Ma cosi’ non e’, perche’ e’ un servizio monopolista che la spa a capitale pubblico giato, deve presentare anche una denuncia alla compagnia aerea entro 21 giorni in caso di ritardo e entro 7 giorni in caso di danneggiamento. Spesso si dimentica di effettuare quest’operazione, confortati dalle assicurazioni degli addetti all’Ufficio oggetti smarriti che il stelle. Intervenga il Ministro gestisce come eredita’ di se stessa quando, pur sempre di Stato come oggi, non era pero’ una societa’ per azioni. E’ chiaro che tutto questo rientra nella campagna promozionale che le Poste stanno facendo per cercare di far sparire l’uso del contante per le transazioni presso i loro uffici, ma siccome e comunque le Poste svolgono un servizio di pubblica utilita’, certe cose non potrebbero permettersele come una qualunque banca privata. Crediamo che urga un intervento urgente del ministro delle Comunicazioni, che sollecitiamo. Ufficio Postale Concorsi forensi truccati Un ricorso collettivo a favore dei candidati poveri E gregio direttore, migliaia di ragazzi disoccupati e poveri la ringraziano. La campagna sociale, promossa dalla Associazione contro tutte le mafie, e supportata dal suo impegno di divulgazione, al fine della presentazione presso il TAR di un ricorso collettivo a favore dei candidati poveri, non idonei al concorso foren- se, ha avuto successo. Il concorso forense, sessione 2006, con i risultati pubblicati recentemente, dalle prove acquisite, emerge essere, non solo vetusto nella forma, ma anche truccato nel merito. Si è rilevato che alcune commissioni erano illegittime, perché non vi erano tutte le componenti professionali previste dalle norme. Si è rilevato che alcune commissioni: hanno aperto la busta grande, contenente due buste piccole; hanno aperto le buste piccole, una contenente il nome ed una contenente il compito; hanno letto e corretto il compito di oltre 4 pagine; i 5 membri si sono consultati; hanno dato il voto e il giudizio. Tutto in tre minuti !!! Il Tar ha dichiarato, 3 mi- nuti estremamente insufficienti per la correzione. Si è rilevato che alcune commissioni i compiti non li ha corretti, risultante dalla mancanza di glosse o correzioni; altre commissioni hanno sottolineato, artatamente, alcune frasi del compito, senza aggiungere glosse esplicative; altre commissioni non hanno motivato il punteggio; altre commissioni hanno dato motivazioni antitetiche al punteggio; altre commissioni hanno dato motivazioni illegibili; altre commissioni hanno modificato il punteggio per bocciare il candidato. Telecom Italia denunciata per estorsione e interruzione di servizio T elecom Italia spa mantiene il monopolio del servizio di telefonia fissa in vaste zone d’Italia, non concedendo l‚abilitazione ad altri operatori e impedendo ai cittadini interessati di scegliere in modo esclusivo il servizio delle aziende sul mercato, costringendo gli utenti a ricorrere alle stesse imprese in modo sussidiario e svantaggioso dal punto di vista economico. Insomma: In queste zone non è possibile contrarre „un tutto incluso, canonechiamate-internet-dati, di circa 40 euro al mese, con Tele 2 o Infostrada, ecc., a fronte dei circa 50 euro al mese del rispettivo Telecom per il medesimo servizio. Nelle zone citate si contrae obbligatoriamente con due operatori: A Telecom si paga il canone, agli altri si pagano i servizi scelti. In questa situazione le Telecom viola l‚art. 629 c.p. Inoltre, l‚azienda su indicata, in stato di monopolio, omette la riparazione del guasto, immediato e necessario, previsto in 24/48 ore dai termini contrattuali, intervenendo decine di giorni dopo la segnalazione. L’omesso ripristino impedisce, di fatto interrompe, l‚erogazione del servizio pubblico, violando l‚art. 331 o 340 c.p. A tutto questo si aggiunge che gli operatori dei call center, spesso, sono inadeguati a fornire l’assistenza richiesta. L’inconveniente della mancata assistenza materiale colpisce una moltitudine di utenti in tutta Italia. Ciò è riscontrabile da notizie di stampa e blogg tematici su internet. Tutte nullità rilevate da pronunce del TAR. Tutte le commissioni hanno adottato una percentuale media del 30 %, indotta dalla lobby forense, al fine di impedire l‚accesso ai non sponsorizzati, in un concorso a numero aperto. Si stanno predisponendo i ricorsi collettivi e sono state presentate denunce penali per abuso di ufficio e falso. Per quanto anticipato, migliaia di praticanti avvocato, come tutti i disoccupati, non rappresentati da alcun partito politico o associazione sindacale, in autunno, in concomitanza con l‚adozione della riforma delle professioni, terranno una manifestazione di protesta a Roma, per evidenziare al Parlamento, luogo in cui lobby e furbi son ben rappresentati, che le riforme che li riguardano devono tenere conto, anche, degli interessi di quella parte debole della società civile. Dott. Antonio Giangrande Presidente Associazione contro tutte le mafie Attualità N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre “P restiti anche per i protestati”. Con questo slogan moltissime società finanziarie cercano di attirare nuovi clienti ai quali vengono offerti finanziamenti –sedicenti-vantaggiosi anche se si è cattivi pagatori. Ma non è tutto oro ciò che luccica. La vicenda del sig. K. H., nostro assistito, è assai esemplificativa: allorché si è recato presso una di queste finanziarie, gli sono stati calcolati ben 9000 euro tra oneri accessori e commissioni su un prestito di 18.000 euro: la metà del capitale richiesto. Una somma talmente sproporzionata da lasciar trapelare l’ombra dell’usura. Essendo straniero, quindi poco esperto della lingua, di economia e delle garanzie legislative sui contratti di credito al consumo, il sig. K si è lasciato sedurre dall’offerta di danaro al tasso annuo nominale (TAN) del 3,8%, Attenzione ai prestiti per i protestati Codici mette in guardia i cittadini, soprattutto anziani e stranieri, invitando chiunque si trovi di fronte la stipula di un contratto con commissioni accessorie (o finanziarie) sproporzionate rispetto al capitale netto di rivolgersi al nostro sportello al numero 06/5571996 o di mandare una e-mail all’indirizzo: [email protected]. ignorando, però, l’esistenza del tasso annuo effettivo globale (TAEG), (quello che in definitiva sarà applicato sul capitale concesso). La società finanziaria, infatti, non si è scomodata LETTERA AL DIRETTORE Doglianza di un pubblico dipendente N apoli - Chi scrive, è un “ piccolo” pubblico dipendente del Comune di Napoli attualmente rivestente la qualifica di esecutore amministrativo, pur dopo aver frequentato un corso di perfezionamento, aver sostenuto un esame finale e firmato un successivo contratto come esecutore informatico. Successivamente, chissà per quale recondito motivo, mi sono ritrovato “a mia insaputa” a impinguare la già numerosa schiera degli esecutori amministrativi alias calderone generale. Mi presento, mi chiamo Vincenzo Buongiovanni, matricola 44921 dipendente del Comune di Napoli in forza presso il Dipartimento Autonomo Consiglio Comunale e precisamente prestante servizio presso il Gruppo Consiliare di Alleanza Nazionale. Lo scrivente, dopo aver appreso attraverso la stampa cittadina di questi ultimi giorni della modifica operata al regolamento interno del Comune di Napoli (con Delibera Giunta Comunale N° 2635 ad esecuzione immediata del 31 Luglio 2007) per favorire la promozione a dirigente in barba a qualsiasi normativa del Pubblico impiego di dipendenti che non sono neanche in possesso del titolo di studio di scuola media superiore. Chiaramente come cittadino e pubblico dipendente, mi sento insieme ad altri “che forse non hanno il coraggio di denunciarlo”, mortificato e non meno disgustato da un simile comportamento, che una Amministrazione Pubblica adotta nei confronti dei suoi dipendenti con particolare riferimento a quelli di SERIE A e quelli come me addirittura di gironi di infimo ordine. Analogamente, riallacciandomi sempre a quanto scritto qualche mese fa dalla stampa cittadina circa l’incremento economico chie- sto dal Consiglio Comunale per il buon funzionamento dei Gruppi ( straordinario, budget, fondi economali etc.), si è palesemente dimostrato ancora una volta un bluff per noi dipendenti .Infatti come responsabile amministrativo del Gruppo politico prima menzionato, posso ben dire che di questi sbandierati aumenti, ai dipendenti nulla è stato dato, anzi è bene che tutti sappiano ,che addirittura ci siamo ritrovati con qualcosa in meno, dettato dal fatto che essendo aumentato il numero dei Gruppi Consiliari, il budget a disposizione degli stessi, rimanendo inalterato, alla fine si è dimostrato ulteriormente decurtato ai fini della ripartizione. Questa lamentela, nasce dal fatto che i lavoratori che operano con le Segreterie dei Signori Assessori, ricevono rispetto a noi, un trattamento economico ben diverso. Orbene, con questo, non è mia intenzione creare una guerra tra lavoratori, ma solamente evidenziare con il giusto grado di luminosità, che i compiti a noi assegnati sono quanto meno di pari impegno a quelli assegnati ai collaboratori delle segreterie degli Assessori, profondendo energie e dedicando tutto il tempo disponibile al fine di assicurare il buon funzionamento degli stessi Gruppi .La conclusione di questa mia, indirizzata agli Amministratori della città ,non fa altro che porre l’accento su una situazione discriminatoria operata nei confronti di una maestranza laboriosa all’interno dell’Amministrazione comunale, rispetto ad un piccolo gruppo di Dirigenti o pseudo tali,che al contrario fruiscono di ogni sorta di benefit personali. Vincenzo Buongiovanni a comunicare (o comunque a sottolineare) al proprio cliente tutti i dati necessari per un consenso informato, ed ha lasciato che il signor K firmasse il contratto ignorando un aspetto fon- L a Cina è la più grande fabbrica di falsi soprattutto italiani, oltre ad essere arretrata culturalmente (pena di morte, censura, inquinamento). Nonostante questi lati negativi ad un anno dell’organizzazione dei giochi Olimpici di Pechino del 2008, le autorità cinesi si stanno preparando affinché tutto sia perfetto, dall’impiantistica avveniristica, ai trasporti, dall’inquinamento al clima (bombardamenti per avere il cielo limpido), ma soprattutto il bon ton. Il governo è infatti seriamente preoccupato del fatto che i cittadini cinesi possano dare una cattiva immagine del paese e si sta attivando con misure di ogni genere per cercare di arginare il problema. Ovviamente noi in Calabria abbiamo molti damentale quale è il TAEG. “La società in questione ha proposto al nostro assistito un contratto di finanziamento senza palesare la reale entità degli interessi applicati al capitale, - afferma Carmine Laurenzano, responsabile ufficio legale Codici-, rendendosi evidentemente protagonista di un inganno. Inoltre, nel prospetto firmato dal sig. K, sono presenti voci di spese ripetitive (commissioni finanziarie e commissioni accessorie, la cui differenza non si capisce quale sia) letteralmente sproporzionate e non giustificate rispetto al capitale netto erogato. Per questo abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di Roma di valutare se in tale vicenda sussista o meno il reato di usura. Parallelamente, si è inviata una nota all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, segnalando la presenza di una pubblicità ingannevole”. Anche in Calabria la polizia delle buone maniere di questi problemi di educazione civica. C’è grande attenzione ai dettagli: sono in corso vere campagne-educative contro le cattive abitudini come sputare in pubblico, gettare rifiuti per strada, “saltare” le code, imprecare. Il giorno 11 di ogni mese è stato istituito il “giorno della fila”, per insegnare ad attendere in file ordinate. Ovviamente non manca la formazione con seminari sul bon ton o distribuendo volantini con il decalogo della buona educazione ai cittadini scoperti in “flagranza di reato” mentre stanno urlando, insultando qualcuno o semplicemente vengono scoperti in un atteggiamento ritenuto poco opportuno. Gli adolescenti di Pechino hanno dimostrato un atteggiamento di cortesia, entusiasmo, amicizia e coraggio. A casa gli adolescenti aiutano con sempre maggiore iniziativa i geni- tori nelle faccende domestiche, e sono abituati a condividere cio’ che hanno di speciale anche con gli anziani. A scuola gli alunni salutano gli insegnanti in modo sempre piu’ cordiale, le urla dei litigi tra compagni sono diventate rare e tutti fanno a gara a fare le pulizie delle aule scolastiche. Nei quartieri si sono organizzati corsi di inglese per accogliere i turisti con qualche parola in inglese. Insomma questa volta i cinesi hanno qualcosa che noi italiani e del Meridione in particolare non abbiamo, la consapevolezza di essere in ritardo e la volontà di volersi migliorare. In fondo New York in pochi anni è diventata una delle città più sicure al mondo, applicando tolleranza zero sul degrado ( multe più alte e arresto per commercio abusivo, più vigili e polizia, priorità al 100% alle denunce sul decoro urbano) oltre ad aver incentivato i locali ad avere sconti sulla raccolta differenziata, non vi è educatore sociale migliore di chi da quell’opera di educazione guadagna. Riassumendo si potrebbero definire i punti sui quali la Regione Calabria potrebbe incidere, in un primo momento con la formazione sul senso civico nelle scuole e tra i cittadini, con seminari e brochure informative, utilizzando le associazioni culturali locali (con notevole risparmio), una volta seminato questi ideali, si potrebbero applicare leggi più severe tipo “tolleranza zero”. Dott. Andrea Cantelmi Pechino (Cina) La Christian Music arriva anche sul digitale D a oggi, dopo una lunga attesa, è finalmente disponibile in tutto il mondo, in distribuzione digitale, il nuovo singolo di Roberto Bignoli intitolato “Non temere (Don’t be afraid)”! dedicato a Giovanni Paolo II. Il singolo rappresenta il momento storico attuale, visto dagli occhi di quello che è con buona probabilità l’artista italiano più importante per la Christian-Contemporary Music. Noto in tutto il mondo ed ospite fisso di televisioni e radio nazionali ed internazionali, Roberto ha pubblicato il suo primo 45 giri nel 1986 e nel 1987 ha fatto seguito il suo primo album. Ha partecipato ad una ventina di compilations d’artisti cristiani di cui otto internazionali ed ha tenuto concerti, oltre che in tutta Italia, in Francia,Germania, Svizzera, Polonia, Bulgaria, ex Jugoslavia, Spagna, Malta,Canada, U.S.A., America Centrale e latina, Argentina. Sono in allestimento due Tour in Australia e Brasile. Tra le varie apparizioni ricordiamo il 21 giugno 2002 con un concerto Live a Torun (Polonia) con una presenza di 30.000 persone, il 24 maggio 2004 ha tenuto un concerto presso il santuario di czestochowa con la presenza di 15.00 giovani e il 16 ottobre 2005, quando è stato ufficialmente invitato dalla TVP Polacca (televisione nazionale della Polonia) a partecipare al Gran Galà e concerto dedicato a Giovanni Paolo II, tenutosi nella piazza del Castello di Varsavia, con una presenza di 40.000 persone. Roberto ha partecipato anche avarie iornate della Gioventù a Parigi, Toronto e Colonia. Il singolo si può trovare su I-Tunes, E-Music e tutti i maggiori negozi digitali. Assieme al singolo, per la prima volta in distribuzione digitale anche i suoi due album “Ho bisogno di te” e “Una voce per la speranza”, che per l’occasione è stato diviso in due volumi. Attualità 10 N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Quando Maria Callas incontrò Pio XII N essuna libro ne parla. Né quelli che raccontano la vita di Maria Callas e neppure quelli dedicati a Pio XII. Eppure, tra i due celeberrimi personaggi, nella primavera del 1954 ci fu un incontro. Un incontro piuttosto insolito. In genere, sono i fedeli che chiedono udienza al Papa e solo pochissimi al mondo riescono ad ottenerla. E si tratta sempre di personalità di grandissimo rilievo, regnanti, capi di Stato, primi ministri, ambasciatori, eccetera. In questo caso, fu il Papa Pacelli a sollecitare un incontro con Maria Callas. Come è noto, Pio XII era un appassionato di musica classica. Da giovane aveva imparato a suonare il violino. Ed essendo vissuto a lungo in Germania, era anche un esperto della musica wagneriana. Aveva ascoltato alla radio una edizione del “Parsifal” di Wagner, con la Callas nella parte di Kundry, e ne era rimasto così colpito da desiderare di conoscere quella fantastica interprete. Attraverso i suoi funzionari prese contatti con il marito della Callas e si fissò la data per un’udienza privata. Questo singolare episodio me lo raccontò lo stesso marito della Callas, Giovanni Battista Meneghini, nel 1980, quando lavoravo con lui alla stesura del libro “Maria Callas, mia moglie”. E’ un episodio che non venne mai ripreso dai biografi di Pacelli. Forse perché potrebbe sembrare irriverente che un Papa abbia voluto incontrare una cantante lirica, che era inoltre di religione ortodossa. Invece, a mio parere, è un episodio molto significativo, che dimostra quanto grande fosse l’amore di Pio XII per la musica. L’invito fu fatto a Meneghini e a sua moglie nell’autunno del I l 23 settembre scorso il presidente delle Ferrovie dello Stato, Innocenzo Cipolletta ha dichiarato che dopo gli aumenti dei biglietti ferroviari del 9% decisi ad inizio anno, nel prossimo futuro sono previsti aumenti analoghi. Non ci sarebbe nulla da obbiettare se i servizi offerti fossero per lo meno puliti e decenti. Lo stes- 1953. Meneghini accettò molto volentieri. La Callas con meno entusiasmo. Essendo ortodossa, non aveva molte simpatie per il Papa cattolico. Il giorno fissato per l’udienza era freddo e piovoso e la Callas non volle uscire di casa. Così non si presentò all’udienza. Alcuni mesi dopo, Meneghini ricevette una lettera da monsignor Federico Callori di Vignale, che era allora maestro di camera di Pio XII. Il prelato gli faceva notare l’indelicatezza commessa mancando all’appuntamento già fissato, ma aggiungeva che Il Papa rinnovava l’invito. Questa volta, Meneghini e la Callas andarono all’udienza privata. Meneghini portò anche sua madre, che era cattolicissima. Certamente negli archivi vaticani c’è tutta la documentazione di questo incontro con le relative fotografie. Secondo quando mi riferì Meneghini, il Papa, dopo le presentazioni di rito e i convenevoli, si rivolse alla Callas e le disse: <<Ho ascoltato il “Parsifal” alla radio. Lei mi ha dato una grande emozione ed è per questo che ho voluto conoscerla>. E cominciarono a parlare di musica. Il Papa disse ancora: “Mi dispiace che non abbiate cantato quell’opera in tedesco, cioè nella versione originale. Wagner in italiano perde moltissimo”. “La trasmissione era fatta per l’Italia”, ribatté la Callas. “Se avessimo cantato in tedesco, pochi avrebbero capito”. “È vero”, disse Pio XII. “Ma la musica di Wagner è impensabile staccata dalle parole che Wagner stesso ha scritto. È una musica nata insieme alle parole, quindi inscindibile da esse>>. <<Non sono affatto d’accordo>>, ribatté la Callas. <<Nella versione originale l’opera è indubbiamente più completa; ma nella traduzione italiana non è da meno. Per compren–dere a fondo la musica, è indispensabile capire il senso delle parole>>. Meneghini mi disse che la Callas si infervorava sostenendo le sue idee in contrasto con quelle del Papa e lui, che la conosceva bene, temeva che uscisse con qualche battuta poco rispettosa, per questo si intromise cercando di sedare il discorso. I due continuarono a parlare di musica. Soprattutto di musica tedesca. Alla fine, il Papa regalò so Giovanni Cassola, direttore di Trenitalia per media e lunga percorrenza, il 18 settembre scorso ha dichiarato al Corriere della Sera che “la pulizia delle carrozze non risponde agli standard voluti dall’azienda e che viene fornita a un livello basso da ditte che operano sul mercato e non danno sufficienti garanzie”. Anche l’Aduc (Associa- Interrogazione al Ministro dei Trasporti dell’On.le Donatella Poretti Il famoso soprano Maria Callas alla Callas e alla mamma di Meneghini un rosario in madreperla e li congedò con la sua paterna benedizione. <<Mia moglie riportò una grande impressione da quell’incontro>>, mi disse Meneghini. <<Era rimasta molto colpita soprattutto dalla cultura musicale di Pio XII>>. Secondo quanto mi raccontò Meneghini, la Callas era molto religiosa. Anzi, lui diceva che era “fanatica” della religione. Mi fece vedere le lettere che la moglie gli scriveva quando era in giro per il mondo, e in quelle lettere Dio era molto spesso citato. Il successo, la salute, il bel tempo e tutte le cose belle della sua vita, Maria le attribuiva alla bontà di Dio. Aveva un concetto tutto particolare di Dio: il “suo” Dio si schierava sempre dalla sua parte, la difen–deva dai nemici, la vendicava. Quando sentiva che un collega, dal quale aveva ricevuto qualche sgarbo, non aveva avuto successo, diceva: <<Dio mi ha vendicata>>. Anche i suoi trionfi li attribuiva alla giustizia di Dio: <<Lui ha visto i miei sacrifici e le mie sofferenze e mi ha fatto giustizia>>. Secondo Meneghini, la Callas pregava molto. <<In ogni città>>, mi disse, <<prima di andare in scena, si recava in qualche chiesa e restava a lungo inginocchiata, immobile come una statua. Quando cantava alla Scala, prima delle recite dovevo accompagnarla in Duomo: si inginocchiava davanti a una statua della Madonna che si trovava appena entrati in chiesa, e rimaneva lì, a pregare, anche per mezz’ora. Per ingannare il tempo io andavo a visitare i vari altari e le statue>>. Nonostante avesse sposato un cattolico, era rimasta di religione ortodossa, ed era molto legata alla sua Chiesa. In una lettera scritta al marito dall’Argentina nel maggio 1949, ho potuto leggere: <<Ieri sono andata alla chiesa greco-ortodossa ad accendere una candela per noi. Vedi, la nostra Chiesa la sento di più della vostra. Strano, ma è così. Forse perché ci sono abituata, o forse perché vera-mente la Chiesa ortodossa è più calda, più festosa. Non che non mi piaccia la tua, che è anche mia adesso, ma ho una forte debolezza per la Chiesa ortodossa>>. Si viaggia nella sporcizia zione per i diritti degli utenti e consumatori) in un comunicato stampa (1) ha denunciato il degrado in cui versano molti treni delle FS e il quotidiano “Libero” ha di recente concluso una lunga inchiesta sullo stato di abbandono e di degrado di molte stazioni ferroviarie e percorsi delle Fs. A questa inchiesta non e’ seguita alcuna smentita o ridimensionamento da parte dei soggetti coinvolti. Quello che lascia perplessi e’ che secondo il Bilancio consolidato di Gruppo al 31 dicembre 2006 la voce “pulizia” e’ passata da 185.330,00 euro del 2005 a 226.746,00 euro del 2006 presentando un incremento di 41.416,00 euro. Nell’ambito della voce “Altri servizi appaltati”, Trenitalia Spa (14.308,00 euro) ha previsto tra l’altro 6.903,00 euro per l’incremen- to delle prestazioni accessorie rientranti nel contratto quadro di pulizia. Ma dove finiscono tutti questi soldi se i treni in cui viaggiamo sono riconosciuti da piu’ parti sporchi? Insieme ai deputati radicali della Rosa nel Pugno (2) con un’interrogazione chiedo al ministro dei Trasporti: dato che il gruppo Ferrovie dello Stato agisce in regime di monopolio, se intenda prendere provvedimenti e in caso affermativo quali, nei confronti dell’azienda per fronteggiare la situazione di degrado e sporcizia in cui versano molti dei treni e delle stazioni in Italia; se non ritenga necessario che il gruppo Ferrovie dello Stato preveda dei risarcimenti nei confronti degli utenti che pur avendo pagato il biglietto, si sono trovati nelle condizioni sopra descritte. N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Informazione Regionale dalla Calabria LETTERA AL DIRETTORE Peripezie di un cittadino Egregio Direttore, sono un commerciante, proprietario della Gioielleria Gallo in Corso Mazzini, a Crotone, poco disposto generalmente, credo al pari di tutti i miei colleghi ad esporre le problematiche che incontro nell’esercitare la mia attività. Indubbiamente tutti sanno che l’attività del piccolo commercio a Crotone è un’attività con poche gratificazioni e con molti moltissimi rischi da affrontare, rischi che per una gioielleria si moltiplicano. Anche recentemente il mio esercizio commerciale è stato vittima di un furto con scasso eseguito in pieno giorno ed i cui autori sono rimasti impuniti. Si sa, questi sono rischi del mestiere e a essi si può reagire magari sobbarcandosi la spesa di un sistema d’allarme più sofisticato ma non è di questo genere di violenza di cui desidero parlare in questa sede ma piuttosto di un tipo di violenza più sottile, contro la quale non c’è sistema d’allarme che tenga ed ecco perciò in breve la mia storia. Nella mattinata del 24 luglio 2002, un distinto Signore si è presentato al mio negozio domandando di poter acquistare alcuni orologi dal notevole costo. Già è opportuno informarvi sin d’ora che questo Signore altro non era che un truffatore, ma devo dire che la messinscena posta in essere, i documenti contraffati con cura ed i raggiri studiati per rendersi credibile facevano si che la sua richiesta potesse essere creduta non del tutto inverosimile. In ogni caso il distinto Signore in questione, compiuta la propria scelta, mi comunicava di volere pagare con alcuni assegni circolari. Proprio per far fronte a simili improvvise eventualità e scongiurare le possibili truffe ho aperto un Conto corrente alla filiale del Credem di Crotone di Corso Mazzini, a poca distanza dal mio esercizio commerciale. Perciò prima di concludere la transazione commerciale invitavo il sedicente Sig. La Morra, così affermava di chiamarsi il distinto truffatore con cui stavo trattando, ad attendermi in negozio e fattomi consegnare gli assegni con i quali intendeva pagare uscivo dal negozio e mi recavo presso la filiale della Banca di cui sono affezionato cliente. Fatta la fila ed arrivato allo sportello domandavo al cassiere, un giovane credo non molto esperto, se gli assegni circolari che gli presentavo fossero buoni ed incassabili, per essere più chiaro domandavo se gli assegni circolari del Sig. La Morra fossero bene emessi ed ovvero se fossero appunto incassabili e non ad esempio frutto di contraffazione o di illecita provenienza, circostanza questa sulla quale incominciavo a nutrire qualche dubbio posto che il Sig. La Morra nel momento in cui gli avevo manifestato la mia intenzione di andare a verificare l’incassabilità degli assegni con i quali si proponeva di pagarmi, qualche segno di nervosismo mi sembrava l’avesse manifestato. Il cassiere una volta investito di tale compito mi diceva di non preoccuparmi e di aspettare che mi avrebbe dato una risposta e perciò si allontanava al fine presumo di effettuare le opportune verifiche. Dopo svariati minuti si ripresentava allo sportello e quindi in risposta alle mie richieste affermava che gli assegni erano buoni e sicuramente incassabili e che potevo stare tranquillo, non appagato delle spiegazioni mi premuravo di domandare ulteriore conferma, ed esplicitamente domandavo anche un po’ rumorosamente se gli assegni erano bene emessi. Mi era data risposta affermativa ed anzi mi era precisato che i relativi soldi potevano considerarsi già sul mio conto corrente e considerato che dietro di me vi erano altri clienti e che il cassiere appariva così sicuro di sé e delle verifiche eseguite, versavo gli assegni sul mio conto, tornavo in negozio e consegnavo gli orologi al sedicente Sig. La Morra. A distanza di svariati giorni scoprivo però che la banca dopo avermi accreditato le somme relative agli assegni, senza neppure preavvisarmi, se le era riprese, in quanto gli assegni che avevo versato risultavano essere stati rubati. La banca di Torre del Greco a cui i titoli erano stati rubati forniva copia di una sua comunicazione dalla quale sembra di capire che tale banca avrebbe effettivamente dato dettagliata informazione dell’avvenuto furto a tutti gli Istituti di Credito. A questo punto ritenevo di essere stato vittima di un’ingiustizia e citavo in giudizio la banca di cui sono cliente, lamentando innanzitutto il fatto di avere richiesto la verifica dell’incassabilità degli assegni ma che tale verifica aveva evidentemente portato a risultati controproducenti considerato che proprio in funzione delle errate rassicurazioni ricevute avevo consegnato la merce al truffatore. Inoltre lamentavo la circostanza che la mia Banca avrebbe potuto e dovuto essere al corrente dell’avvenuto furto e perciò anche indipendentemente dalle mie richieste avrebbe dovuto avvisarmi della truffa cui ero vittima nel momento stesso in cui procedevo al versamento degli assegni. Tutti i testimoni che ho indicato in giudizio purtroppo avrebbero potuto riferire unicamente su fatti accaduti successivamente all’incasso degli assegni. Il Tribunale di Crotone perciò con una Sentenza che mi lascia ancora incredulo ha deciso che seppure astrattamente le 11 mie ragioni potevano essere ritenute valide, in mancanza di qualcuno che avesse ascoltato con le sue orecchie il dialogo tra me e il cassiere la mia domanda andasse respinta ed anzi che il sottoscritto andasse ancor più sanzionato con una condanna al pagamento delle spese legali di giudizio. Addirittura il giudice affermava che in capo alla Banca non esiste un dovere di protezione nei confronti di chi versa assegni; perciò anche qualora avessi dimostrato che la mia Banca fosse stata messa al corrente del furto di quegli assegni che ho versato sul mio Conto corrente nulla e nessuno l’avrebbe comunque obbligata ad avvertirmi della circostanza che gli assegni che stavo versando erano assegni rubati e contraffatti. Dopo questa vicenda inutile dire ho maturato una ancor più profonda fiducia nei servizi offerti dalla mia banca e dal sistema bancario in generale. La morale che può trarsi da questa storia e che in futuro ogni qualvolta mi accosterò ad uno sportello bancario sarà mia premura domandare il nome ed il cognome di tutti i presenti allo scopo di poterli un giorno chiamare a testimoniare sulle possibili malefatte di cui potrei essere vittima. Nel ringraziarla di avere consentito il mio sfogo la saluto con molta stima. 1 ottobre 2007 Massimo Gallo Nicolais, ospite d’eccezione del 36° Caffè Filosofico R ossano – Un comune non potrà più chiedere certificati anagrafici in quanto già li possiede, anche se sono in una divisione diversa. Non esisteranno più i famosi “spazi vuoti”, i numeri liberi sul procotollo cartaceo, disponibili per amici, o amici degli amici, arrivati in ritardo. Fascicoli disordinati, cartelle impolverate e carte volanti non saranno più i protagonisti indiscussi degli inefficienti uffici pubblici italiani. Ecco soltanto alcune delle tante novità che –appena trasformato in legge, il DDL Nicolais- contribuiranno a rivoluzionare, assieme a numerose altre disposizioni vincolanti, il rapporto cittadino/pubblica amministrazione, tradizionalmente opaco, difficile, contrastato, conflittuale. Sue queste ed altre novità rivoluzionarie, destinate a capovolgere il contesto di fruizione dei servizi pubblici da parte dl cittadino-utente, si aprirà il confronto diretto tra sindaci, cittadini, semplici partecipanti ed il Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione, Prof. Ing. Luigi Nicolais, ospite d’ecce- zione del 36° Caffè Filosofico di “Otto torri sullo jonio”, nel Chiostro del Palazzo San Bernardino (Centro storico Rossano). “Disegno di legge in materia di efficienza delle amministrazioni pubiche e di riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese”. A questo DDL ed alla “mission” che ne pervade previsioni e, finalmente, obblighi e multe per le PA inadempienti, il Ministro Nicolais lavora fin dal primo giorno del suo insediamento. “Otto Torri sullo Jonio”, che ha già avuto modo di incontrare di persona il Ministro Nicolais a Napoli e di ribadirgli l’incoraggiamento ad proseguire su questa strada di concreto rinnovamento e di guerra alla burocrazia, coglie l’occasione per rinnovare quell’invito e per ringraziare pubblicamente il Ministro, per aver mantenuto la promessa fatta, accettando l’invito a partecipare al Caffè Filosofico rossanese. Quattro le più importanti novità, di metodo oltre che di contenuto, che ci preme sottolineare: 1) si passa, obbligatoriamente, dal protocollo cartaceo a quello elettronico; 2) si passa, obbligatoriamente, dal flusso cartaceo dei documenti a quello telematico; 3) mai più di 90 giorni di tempo per evadere una pratica; con: a) esclusione della riapertura dei termini (ad esempio, come avviene oggi, per la nota e dilatoria “richiesta di documentazione aggiuntiva”); b) multe a carico della PA inadempiente per risarcire i danni al cittadino o all’impresa; c) taglio della parte variabile delle retribuzione per i responsabili della PA, nel caso di ritardi reiterati; 1) la interoperabilità dei sistemi, per fare in modo che le PA parlino, tutte, tra loro; adottando, per questo obiettivo, la strada dell’incentivo (“Qualunque amministrazione voglia qualcosa dallo Stato –ha precisato il Ministro Nicolais- dovrà rendere interoperabile il suo sistema, altrimenti non avrà risposta”.) Il mostro della burocrazia italiana, problema numero uno della più complessiva inefficienza e non competitività nazionale, è da decenni il protagonista di numerose dichiarazioni di guerra da parte del Parlamento. Battaglie per- Il Ministro Luigi Nicolais se, una dopo l’altra. Col DDL Nicolais, tuttavia, pare si sia imboccata la via giusta, ma soprattutto nel momento giusto. “E chiaro proprio a tutti – ha dichiarato nei giorni scorsi il Ministro- che così non si può andare avanti”. Il Paese non regge più la burocrazia. Non regge più l’inefficienza di pubbliche amministrazioni confusionarie, disorganizzate, costose e dannose per cittadini ed imprese. Soprattutto oggi, mentre numerosi altri Paesi percorrono, a ben altri ritmi e con apparati burocratici snelli efficienti ed innovativi, le strade della globalizzazione. Da una parte, quindi, la dichiarata ed evidente insostenibilità dell’attuale sistema “a perdere”. Dall’altra, la tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Sullo sfondo, una novità politica ed istituzionale non di poco conto: l’unifica- zione, a partire da Nicolais, sotto un solo Ministro delle responsabilità per la pubblica amministrazione e per l’innovazione. Si passa infatti da una politica che “suggerisce” di usare gli strumenti informatici ad una politica che “impone” alla pubblica amministrazione di usarli. Una rivoluzione copernicana per un universo, quello della pubblica amministrazione, rimasto per troppi anni, soprattutto di recente, ancorato ad una visione “aristotelico-tolemaica”, in cui al centro non stava il cittadino utente di servizi fondamentali, ma il “bureau”, la scrivania fantozziana, buco nero delle speranze e delle insoddisfatte esigenze di un’Italia, da questo punto di vista, notevolmente sottosviluppata. A. P. Informazione Regionale 12 dalla Calabria R eggio Calabria - E’ solo un piccolo evento, ma di grande importanza nella storia del nostro movimento: con il Meeting nazionale ‘Legalitàlia 2007’ che si è tenuto a Reggio Calabria abbiamo dimostrato che ormai i ragazzi di “Ammazzateci tutti” sono cresciuti non solo numericamente ma anche qualitativamente, e vogliono essere tra i protagonisti, con le loro idee ed i loro progetti, di quella Calabria che vuole cambiare e che sta già cambiando. Una vera novità nel quadro delle manifestazioni estive regionali, che solitamente erano appannaggio dei soli partiti politici, cioè un raduno nazionale di giovani provenienti da diverse realtà italiane ma tutti legati da una grande attenzione per le problematiche connesse alla legalità ed alla lotta a tutte le mafie. Ci siamo ritrovati a Reggio Calabria per una nuova iniziativa che abbiamo ideato e che abbiamo voluto significativamente chiamare “Legalitàlia”, proprio per rimarcare anche semanticamente il fatto che le problematiche della legalità accomunano insieme a noi esperienze di tutta Italia, e che insieme agli altri giovani vogliamo iniziare un cammino che appunto possa contribuire a creare un percorso comune e più efficace in questa difficile battaglia che non può e non deve essere solo calabrese o solo meridionale. In questo contesto la prima giornata della manifestazione è stata interamente dedicata alla commemorazione del sacrificio del magistrato calabrese Antonino Scopelliti, assassinato dalla mafia sedici anni fa, in ricordo del quale è stata celebrata una S. Messa di suffragio presieduta da don Luigi Ciotti nel Duomo di Reggio. La location principale della manifestazione è stata quindi l’area di Piazza Duomo a Reggio Calabria, città in cui siamo stati accolti a braccia aperte dal sindaco Giuseppe Scopelliti, che si è subito detto felice ed onorato della nostra scelta. Nei tre giorni del Meeting i giovani hanno incontrato diverse personalità del mondo della politica, della cultura, della Chiesa, dell’Antimafia, della Magistratura e del giornalismo nazionali come, tra gli altri, Salvatore Boemi, Coordinatore DDA Reggio Calabria, Gianfranco Bonofiglio, giornalista e scrittore, don Luigi Ciotti, Presidente “Libera. Associazioni, nomi, numeri contro tutte le mafie”, Agazio Loiero, Presidente Regione Calabria, Beppe Lumia, Vice Presidente commissione parlamentare antimafia, Antonio Prestifilippo, giornalista, (autore del volume “Scopelliti: Morte di un giudice solo; il patto di ferro tra la ‘ndrangheta e Cosa Nostra”), Giuseppe Scopelliti, Sindaco di Reggio Calabria, Michele Cucuzza, giornalista ed anchorman Rai, Nicola Gratteri, sostituto Procuratore Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe Alfano assassinato dalla mafia, Enrico Fierro, giornalista del quotidiano “L’Unità” e scrittore, Nadia Furnari, Presidente associazione “Rita Atria”, Pino Maniàci, editore Telejato – Partinico, Giovanna Melandri, Ministro per le politiche giovanili ed attività sportive (da confermare), Fedora Sasso, regista Rai Educational, Angela Napoli, deputato della Repubblica, già Vicepresidente ed in atto componente commissione parlamentare antimafia, Pino Masciari, ex imprenditore oggi testimone di giustizia, Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato Antonino Scopelliti, Anna Longo, N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Nasce “Legalitàlia” il primo meeting nazionale dei giovani antimafia giornalista Radio Rai, conduttrice de “Il baco del millennio”, Enrico Fierro, giornalista de “L’Unità, Umberto De Rose, imprenditore, presidente Confindustria Calabria (da confermare), Ruggero Pegna, promoter calabrese di fama internazionale, Vincenzo Macrì, magistrato presso la Direzione Nazionale Antimafia, Antonio Marziale, sociologo, presidente Osservatorio nazionale sui minori, Riccardo Orioles, giornalista e direttore del mensile antimafia “Casablanca”, Luigi De Magistris, sostituto Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. In tutte le serate ci sono stati momenti di intrattenimento musicale che hanno valorizzato artisti calabresi, anche se ormai di fama nazionale. Aldo Pecora Portavoce “Ammazzateci Tutti” Beppe Alfano, assassinato dalla Mafia Don Luigi Ciotti, Presidente “Libera. Associazioni, nomi, numeri contro tutte le mafie” Magna Graecia Film Festival S overato - Giunto alla sua quarta edizione il “Magna Graecia Film Festival” di Soverato ha colto anche quest’anno il consenso tra il pubblico e la critica. Gianvito Casadonte, ideatore e conduttore della Rassegna, ha saputo, anche in questa edizione, sebbene in un’atmosfera alquanto frastagliata da varie vicende d’interesse cittadino, coordinarsi tra le conferenze stampa degli autori e attori delle pellicole e le serate di presentazione delle stesse opere in concorso e, non solo. Perché le proiezioni delle opere prime sono state selezionate pellicole trattanti temi di costume, come: “il giorno più bello” di Massimo Cappelli e “nero bifamiliare” di Federico Zampaglione. Di tutt’latro sapore, sono i film “Salvatore, questa è la vita” del regista Gianpaolo Cugno e “ani- manera”, lavori questi a sfondo sociale e prettamente reali, dove problema dei bambini nella società e nella famiglia rimane in determinati casi una drammatica realtà. “animanera” di Raffaele Verzillo, ne è una reale constatazione in cui, la piaga dilatante della pedofilia è trattata con attentae sfumature su qeusto dramma sociale e accorata interpretazione da parte di tutti i protagonisti del film. Tra le opere prime non manca il nome di successo, quello di Raoul Bova che, insieme a Giovanni Mattorana nel film “io l’altro” affronta questo contemporaneo e storico problema del rapporto della società occidentale con la religione dell’Islam, con tutte le conseguenze e i pregiudizi, talora ingiustificati, che se ne sono venuti a creare dopo l’11 settembre del 2001. Un festival delle tematiche molto variegate dunque, che certamente spiccano d’interesse le sceneggiature e l’originalità degli argomenti. Nove giornate queste, in cui non sono mancate anche le proiezioni delle opere fuori concorso, come “Kill Gill” di Gil Rossellini, “senza” di Sabrina Parravicini, già di casa nelle precedenti edizioni del “Magna Graecia”, e “13” di Giuseppe Petitto, un documentario cortometraggio, ideato dallo stesso Gianvito Casadonte con la collaborazione di Alessandro Casadonte. Tra le opere fuori concorso “13” rimane un documentario che riguarda da vicino una vicenda della quale non ci si può discostare dalla realtà della storia di Soverato. Riguarda infatti la tragedia avvenuta il 10 settembre del 2000. Una data che per quel cataclisma naturale ha marchiato nella tragedia del campeggio, non solo il cuore della riviera jonica, ma tutta la Calabria e la nazione intera. Nota di risalto è da dedicare ai nomi come Giancarlo Nannini e Claudia Gerini, ma soprattutto, nella sua esuberante bellezza mediterranea, la madrina del festival “Maria Grazia Cucinotta” Una presenza che non ha deluso le aspettative di nessuno, tra amministratori, il sindaco Raffaele Mancini, la stampa ed il pubblico, che ha saputo cogliere con grande spirito quel messaggio così accorato trasmesso dalla stessa Cucinotta che ha esortato attuare i propri desideri, senza fermarsi innanzi agli apparenti ostacoli che la vita comporta, rispettando nello stesso tempo le proprie origini e l’amore della propria terra. Un segnale di risalto e di valorizzazione di questo Sud, da parte della nota artista, che nella sua lunga carriera d’attrice, è da pochi anni diventata produttrice cinematografica. Una presenza, quella della Cucinotta, che lascia presagire nell’ambito del Festival per la prossima edizione, unitamente a Gianvito, progetti di non poca importanza. Alla conclusione delle sette serate di programmazione delle opere prime, sotto una visione della giuria composta da maestri del cinema come Citto Maselli, Franco di Giacomo, Giorgio Arlorio, Ugo gregoretti, e da una nuova generazione come Sivlia Scola, Giulio Scarpati, Rolando Ravello e Sabrina Impacciatore, le premiazioni delle opere prime sono state così assegnate: Migliore opera prima: “io l’altro” di Moshen Melliti, con Raoul Bova e Giovanni Martorana; Miglior attore: “Ignazio Oliva per il film “Onde” e Antonio Friello per l’interpretazione di “Animanera”. A barbora Bobulova, assente nella serata finale è andato il premio come migliore attrice per il film “Fratelli di sangue”; Premio alla migliore sceneggiatura è andato al film “Ma che ci faccio qui” a cui è stato riconosciuto il premio per la migliore regia diretta da Francesco Amato. Gran premio speciale è andato al film “il giorno più bello” di Massimo Cappelli con Fabio Troiano; Premio “annecy” ai film “Io l’altro” e “nero bifamiliare”. Grande preferenza di voto da parte della giuria popolare è andato al film “animanera”, per la delicata tematica sociale alla quale il regista e i protagonisti di tale opera si sono dedicati ed hanno saputo affrontare. L’attesa per la prossima edizione del festival rimane ora un’appuntamento inevitabile per il giovane cinema italiano in Calabria e a Soverato. Leonardo Marano Maria Grazia Cucinotta N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Informazione Regionale dalla Calabria D uecentocinquantacinque i roghi in soli 10 giorni: un triste record questo che vede la Calabria al secondo posto in Italia per numero di incendi. Il 9 ed il 15 luglio scorso gli incendi hanno lambito il Parco del Pollino ed altre aree boschive. Sono dati davvero preoccupanti, considerato che la temperatura è elevata e la stagione estiva è iniziata da poco. Italia Nostra chiede al Corpo Forestale dello Stato, al CTA, Coordinamento Territoriale Ambiente, all’Ente Parco del Pollino che particolare attenzione sia dedicata alla salvaguardia dei boschi, così da prevenire gli incendi che, secondo il CFS, nell’80% dei casi è di origine dolosa. Quindi, attività costante di controllo così da intervenire nell’immediato anche con i mezzi aerei, per poter circoscrivere i roghi nel minor tempo possibile. Sono stati ben 30 gli ettari di lecceta distrutti dal fuoco a Papasidero intorno al monte Ciagola e che, come riportato dalla stampa, altri 100 ha sono a rischio.Lo stesso danno all’ecosistema forestale era stato causato da un imponente rogo il 26 agosto 2006, quando altri 30 ha di leccete e quercete erano andati a fuoco. Continuando a bruciare ettari di bosco nel Parco o nelle aree limitrofe, tutti gli sforzi per conservare la biodiversità, per tutelare la presenza della flora e fauna selvatica, protetti dalla legge quadro 394/91, viene ad essere messa in discussione. Oltre al rischio gravissimo dei roghi, un altro pericolo incombe sull’ecosistema del Parco rappresentato dalla messa in esercizio della centrale a biomassa del Mercure, intenzionata a bruciare oltre 350 mila tonnellate di legname proveniente dai boschi del parco con conseguente produzione di gas serra e fuliggini. Per la salvaguardia dei boschi Italia Nostra propone che: i rimboschimenti vengano fatti possibilmente con specie autoctone e che siano curati con diradamenti e manutenzioni adeguate; siano studiate e messe in atto azioni capillari come quelle di segnalare ai Provinciali dei CFS le aree coperte dal fuoco e che il CTA del Parco tenga aggiornata una mappa degli eventi con una cartografia consultabile anche su internet sul sito del parco nazionale del C atanzaro - Si è svolta a Roma l’Assemblea Nazionale dell’Associazione Nazionale Bonifiche ed Irrigazioni, alla presenza dei Ministri De Castro e Pecoraio Scanio; il nostro Presidente Gargano ha rilanciato sia sul ruolo dei Consorzi di Bonifica di assoluti protagonisti nella lotta (ormai planetaria) alla siccità ed alla desertificazione, che sui costi e la capacità di programmazione della politica Pollino; venga adottata finalmente una strategia del parco tendente ad una gestione competente del patrimonio forestale, ricordando che la conservazione degli habitat si può ottenere solo attraverso una conoscenza dettagliata delle diverse problematiche ecologiche connesse al patrimonio forestale; si arrivi all’adozione (non più rinviabile dopo 8 anni!) del piano del Parco nazionale del Pollino per superare gli interessi regionali e localistici ed evitare il rischio di un uso improprio delle risorse forestali, fatto che comporterebbe il venir meno della ragione fondante che ha portato all’istituzione dei parchi nazionali e delle aree protette in Italia; si lavori per una tutela della fauna, della biodiversità forestale (manca una legge quadro nazionale); le risorse naturali dei parchi siano salvaguardate secondo quanto stabilito dalla L.394/91 attuando uno sviluppo che favorisca quei processi virtuosi solo enunciati, come la priorità degli incentivi pubblici per programmi e progetti attuati da Comuni all’interno dei parchi che nessuna Regione ha mai riconosciuto ed attuato. 13 Non c’è pace, tra roghi e tagli, per i boschi del Pollino Parco Nazionale del Pollino Finisca la stagione dell’emergenza Ministro De Castro Grazioso Manno: per la gestione della risorsa idrica può iniziare la stagione del servizio al cittadino ed al sistema produttivo sulle tematiche dell’ambiente e, più specificatamente, della gestione della risorsa idrica “soprattutto al sud, dove è necessario istituire una task force ministeriale, che affianchi i Consorzi di Bonifica, per rendere subito cantierabili i progetti del Piano Irriguo Nazionale” ha testualmente detto Massimo Gargano nella relazione introduttiva. Assieme a quasi tutti i presidenti dei Consorzi calabresi, il Vice Presidente ed il Direttore dell’Urbi, tutti hanno potuto registrare il grande riconoscimento dei massimi livelli istituzionali nazionali del ruolo di gestione e programmazione del mondo della bonifica. “È necessario proseguire sul lavoro tracciato, assieme all’Anbi, dal Piano Irriguo Nazionale perché finisca la stagione dell’emergenza e si possa iniziare a beneficiare di una programmazione che i settori dell’agricoltura e del turismo attendono per poter competere sul mercato globale” è stato il tema centrale dell’intervento del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Paolo De Castro. “Con le ultime notizie di cronaca mondiale sono stati definitivamente smentiti coloro i quali si ostinavano a sostenere che era difficile far coesistere la politica della spesa con le ragioni della tutela ambientale, le indicazioni espresse dal Presidente Gargano nella relazione introduttiva, che ho molto apprezzato, contengono tutte quelle preziose indicazioni che individuano nella gestione delle infrastrutture necessarie alla corretta gestione della risorsa idrica, il fondamentale volano di sviluppo delle politiche ambientali come strumento di produttività e non solo di tutela della salute e della qualità della vita dei cittadini” ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraio Scanio. A noi, Consorzi di Bonifica della Calabria, questo importantissimo appuntamento è servito per convincerci sempre di più che è necessario accelerare il processo già avviato su quella politica gestionale che mira a consolidare il concetto di autogoverno che passa attraverso l’intensificazione dei servizi all’utenza agricola ed extragricola che attende l’ultimazione degli in- vasi e la gestione dei Piani Pluriennali di opere di Bonifica. È divenuta, dunque, priorità ineluttabile avviare, attraverso una reale concertazione con tutti i livelli istituzionali, quel processo che consolidi la necessaria autorevolezza nel rapporto con il sistema delle imprese agricole, rappresentato sempre meglio dalle Organizzazioni di categoria, con gli altri settori produttivi, sempre più consapevoli dell’importanza della gestione dell’oro blu, e con i cittadini calabresi tutti che devono sapere che più del sessanta per cento dell’acqua che arriva ai loro rubinetti deriva da fonti di accumulo gestite dai Consorzi di Bonifica. Grazioso Manno Un albero non ha via di scampo. O forse si. Il Patrimonio forestale è un bene di tutti. Nel 2006, in Calabria, 983 incendi non hanno dato via di scampo a 2.834 ettari di superficie boscata. Difendi il tuo Patrimonio, non restare immobile. NUMERO GRATUITO 800 496 496 Accendi il telefono, spegni l’incendio. REGIONE CALABRIA Assessorato all’Agricoltura, Foreste, Forestazione, Caccia e Pesca INSERTO 15 Corriere Letterario N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre A cura di Antonio D’Ettoris Il monachesimo e l’identità europea Giuseppe Brienza I l Cammino verso la Tomba di San Giacomo apostolo, l’evangelizzatore spagnolo, rappresenta una testimonianza vivente dell’identità dell’Europa, dalle sue origini fino ai nostri giorni. I pellegrini europei sull’antico Cammino di Santiago de Compostela hanno infatti sempre inseguito un’unica meta, all’insegna della Fede e dell’identità comuni, che ha rappresentato quindi e continua a rappresentare un punto di convergenza dell’Europa con l’intera Cristianità. E’ questo il significato più profondo del libro di mons. Eugenio Romero Pose Le radici cristiane d’Europa (tit. orig.: Raíces cristianas de Europa. Del Camino de Santiago a Benedicto XVI, Editor San Pablo Comunicación SSP, Madrid 2006; trad. dallo spagnolo di Manuela Moretti, Marietti 1820, Città di Castello (PG) 2007, pp. 349, euro 24) che, come scrive l’Autore nel suo Prologo (pp. 9-12), “Vuole essere un umile omaggio ai pellegrini, di tutte le età e di tutti i tempi, che hanno lasciato la propria impronta sul Cammino dell’Europa” (p. 12). Santiago de Compostela è un luogo emblematico di quell’Europa che è cristiana fin dalle sue origini ed è rimasta tale per più di un millennio; studiare la sua nascita ci aiuta pertanto a comprenderla dal punto di vista storico ed a guardare con più sicurezza verso la sua identità e vocazione. Romero Pose descrive con rigore e passione i tratti di una storia, più che millenaria, che vede il Vecchio continente erede degli elementi più salienti del pensiero classico, della Grecia, di Roma e di Gerusalemme. Parlare di Europa cristiana significa infatti a suo giudizio “portare dinnanzi ai nostri occhi un frammento della storia umana che ha fedelmente e tenacemente custodito le radici delle scoperte del pensiero greco, del sapere pratico di indole latina e dello spirito semitico-cristiano” (p. 18). Da Sant’Agostino, “che ha svolto un ruolo decisivo all’interno della formazione dell’Europa cristiana” (p. 33) per arrivare fino a Giovanni Paolo II ed a Joseph Ratzinger, il volume offre anche i passaggi più importanti del pensiero “europeista” dei grandi protagonisti della Chiesa. Oltre che ai capitoli dedicati alla storia ed alla spiritualità compostelana [v. ad es. il V sul Cammino di Santiago, Cammino dell’Europa (pp. 164-182), il VII, Significato e attualità del Cammino di Santiago. L’Europa e i suoi pellegrini (pp. 197-205) e l’VIII, dedicato al Cammino di Santiago e l’Europa di oggi: significato storico e teologico (pp. 206-220)] le pagine più interessanti di Romero Pose si possono trovare nei ritratti che egli fa di questi ultimi due protagonisti, oltre che della storia della Chiesa, anche di quella della coscienza europea. Dal Grido dell’Europa di Giovanni Paolo II da Santiago de Compostela (cfr. cap. VI, pp. 182196) si passa quindi all’esame, quasi con un “saggio nel saggio”, del Pensiero sull’Europa del cardinale Joseph Ratzinger (cfr. cap. III, pp. 78-138), a partire dalla conferenza impartita all’Istituto pastorale di Vienna nel 1958 fino alla più nota relazione tenuta in occasione della consegna del Premio san Benedetto, poi pubblicata da Cantagalli con il titolo L’Europa nella crisi delle culture (con un’In- Monsignor Romero Pose Eugenio Romero Pose nato a Bayo, una piccola località vicino a La Coruña (Spagna nordoccidentale), il 15 marzo del 1949, è ordinato sacerdote nella diocesi di Madrid il 27 luglio del 1974. Insegna Teologia e Filosofia per quasi un ventennio (dal 1981 al 1997) nell’Istituto Teologico Compostelano appartenete alla Pontificia Università di Salamanca; dal 1980 al 1990, è anche “professore invitato” nell’Università Gregoriana di Roma. Autore di numerose pubblicazioni, specialmente di argomento patristico, ha diretto per molti anni «Compostellanum», la rivista edita dal 1956 dall’Arcidiocesi di Santiago per approfondire e diffondere nel mondo la storia e la spiritualità del “Cammino Compostelano”. Nel 1989, curando a questo proposito per il quotidiano della CEI Avvenire, un “vademecum” per il pellegrino ha premura di avvertirlo con queste parole: «Parlare del Cammino risulterà sempre una riflessione povera se non si ritorna a calcare la strada che racchiude più parole di tutti i diari scritti dai pellegrini. Paziente lettore, che questo scritto ti animi a cominciare la “rotta” che porta a Compostela, e, nel farla, comproverai che custodisce i suoi segreti solamente per colui che pellegrina» (Eugenio Romero Pose, Il cammino di Santiago di Compostela, edizione fuori commercio riservata ai lettori di Avvenire, marzo 1989, p. 16). Nominato nel 1991 Rettore del Seminario Mayor della diocesi compostelana, Mons. Romero Pose è ordinato il 7 marzo del 1997 dal cardinale di Madrid Antonio María Rouco Varela suo vescovo ausiliare e, in qualità di membro della Commissione per la Dottrina della Fede della Conferenza episcopale spagnola, è fra i più attivi promotori dell’“istruzione pastorale” Teologia e secolarizzazione in Spagna. A quarant’anni dalla fine del Concilio Vaticano II, pubblicata nel marzo del 2006 a seguito di più di tre anni di lavoro concertato con l’omonima congregazione vaticana, allora presieduta dal cardinale Joseph Ratzinger, oggi troduzione di Marcello Pera, Siena 2005). L’Europa in effetti non è al centro solo del servizio ecclesiale di papa Benedetto XVI, ma è stata nel cuore della missione pastorale e scientifica anche di Joseph Ratzinger, secondo il quale la Chiesa Cattolica può continuare a ricevere Massimo Campanini Averroè Il Mulino Pagg. 168 Euro 11,00 Averroè (1126-1198), il filosofo arabospagnolo celebre in Occidente soprattutto per i suoi commentari al pensiero di Aristotele, fu uno degli intellettuali più controversi del suo tempo. Studioso poliedrico e versatile, ha lasciato contributi in campo non soltanto filosofico, ma anche teologico, giuridico e scientifico. Come vivono i cristiani nei Paesi a maggioranMichele Zanzucchi za musulmana? Quali le difficoltà, ma anche le Cristiani nelle terre speranze per una pacifica convivenza tra le due del Corano comunità? Sono le domande all’origine di questo Città Nuova reportage di viaggio nei Paesi musulmani del Pagg. 240 Euro 18,00 sud e dell’est del Mediterraneo. Da Casablanca a Sarajevo, si alternano descrizioni di viaggio, interviste a vescovi e patriarchi, racconti di storie vissute da semplici cristiani. Uno strumento indispensabile - ed unico nel suo genere - per tutti gli appassionati di musica e per qualsiasi tipo di operatore musicale e professionista di settore. Accanto ad una parte divulgativa Turistico – Musicale dove sono presentati gli eventi musicali più importanti d’Italia, la Guida alla musica in Italia ospita un database di indirizzi sulle realtà associazionistiche ed imprenditoriali che operano sul versante musicale in Italia. Luciano Vanni Guida alla musica in Italia Vanni Pagg. 704 Euro 22.60 Opera d’esordio di Piero Jahier, Resultanze in Piero Jahier merito alla vita e al carattere di Gino Bianchi fu Resultanze in merito pubblicato per la prima volta nelle edizioni dei alla vita e al carattere “Quaderni della Voce” nel 1915. Nella forma di di Gino Bianchi un fascicolo ministeriale si narra la triste vicenda Vallecchi esistenzaile di un travet che finisce per identifiPagg. 150 Euro 1 care la propria vita con la propria anzianità di Euro 25,00 servizio. papa. Secondo Romero Pose con tale documento la Chiesa spagnola ha inteso additare “sia la malattia che la cura” all’origine della cristianità malata del mondo iberico ed occidentale in genere. La malattia, identificata nella “secolarizzazione interna alla Chiesa”, che ha causato un diffuso smarrimento della fede, anche generato da “proposte teologiche che hanno in comune una presentazione deformata del mistero di Cristo”; la cura, consistente nella restaurazione della professione di fede proclamata da san Matteo nel suo Vangelo (cfr. 16,16): “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, soprattutto nei quattro degli ambiti teologici in cui essa sembra oggi più insidiata: l’interpretazione delle Scritture, la Cristologia, l’ecclesiologia e la vita morale. Anche a motivo di questa sua analisi, il vescovo ha svolto negli ultimi anni della sua vita un’intensa opera di patrocinio e collaborazione con quei teologi spagnoli che, fedeli alla Tradizione, hanno cercato e cercano di riportare molti doni dall’eredità propria dell’Europa. La riflessione di Ratzinger si è incentrata, nel corso degli anni, sulla critica della cultura europea da una prospettiva morale, offrendo, allo stesso tempo, una risposta alle sfide della modernità: “La caratteristica che risalta nelle diverse versioni della cultura moderna è l’abbandono. Una società senza Padre impedisce la fraternità e la crescita della convivenza, e allo stesso tempo disprezza il fondamento della di- A cura di C. Bernardini e G. Salvini La crisi energetica nel mondo e in Italia Dedalo Pagg. 192 Euro 22,50 ordine nella trasmissione della Fede della Chiesa, all’insegna di una rinnovata fiducia nella Verità di Cristo Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Fra questi si può annoverare il gesuita Luis F. Ladaria, professore di Teologia nella Pontificia Università Gregoriana e Segretario dal 2004 della Commissione Teologica Internazionale, il cui ultimo libro, Jesucristo, salvación de todos (“Gesù Cristo, salvezza di tutti”, Editor San Pablo Comunicación SSP, Madrid 2007), incentrato appunto sull’affermazione del valore salvifico universale di Gesù Cristo, è dedicato alla memoria di monsignor Romero Pose che fino agli ultimi giorni della sua vita vi ha collaborato (secondo quanto scrive padre Ladaria nella sua dedica, “senza la sua amichevole insistenza questa collezione di articoli non avrebbe mai visto la luce”). A 58 anni appena compiuti, monsignor Romero Pose muore a Madrid il 25 marzo del 2007. G. B. gnità umana e fomenta la spersonalizzazione” (p. 137). Sebbene come dimostra Romero Pose le riflessioni del cardinale Ratzinger si sviluppino in una prospettiva rigorosamente teologica, la loro lettura e meditazione permetterebbe oggi a molti “europeisti” che continuano a rifarsi e riproporre l’ispirazione dei “padri democristiani” della C.E.E., un serio esame di coscienza che, ulteriormente, consentirebbe forse loro di trovare reali vie d’uscita all’attuale crisi del processo d’integrazione dell’Unione europea. L’intento del volume, che raccoglie gli interventi del Convegno romano, è quello di fornire dati e informazioni che mettano il lettore in condizione di farsi un’idea propria, libera da pregiudizi, sullo stato della ricerca nei settori alternativi e di trarne le conseguenze, anche politiche. Dopo aver esaminato i tratti peculiari delA. Limentani, M. Infurna l’epopea e discusso i problemi delle “origiL’epica romanza nel ni” della letteratura epica romanza, gli autori Medioevo passano in rassegna le tradizioni fiorite nelle Il Mulino singole aree geografiche e linguistiche: dalle Pagg. 104 Euro 8,50 “chansons de geste” in lingua d’oïl ai testi di area provenzale, dalle opere nate nella penisola iberica (una su tutte, il “Cantar de mio Cid”) alla produzione italiana settentrionale. Caterina Boschetti Cosa significa il termine “setta”? Cosa spinge Il libro nero delle sette in un individuo a farne parte? Ma soprattutto come è possibile che, in un paese dove vige la Italia libertà di culto, la religione diventi sinonimo Newton & Compton di oppressione e schiavitù? Questa inchiesta Pagg.128 Euro 12,00 nazionale racconta in modo semplice e chiaro tutti i meccanismi e i passaggi che portano una persona qualunque a intraprendere un viaggio verso una religiosità fatta di strani rituali, preghiere sconosciute, alfabeti sacri e linguaggi criptici, ma a volte anche di droghe, di psicofarmaci e, in certi casi, di violenze sessuali e percosse. Libere divagazioni: il titolo raccoglie la Paolo Ferrando sintesi di questi scritti, considerazioni Libere divagazioni personali che riguardano argomenti vari, Nuovi Autori più o meno approfonditi, attinenti alla vita Pagg. 62 Euro 9,00 privata dell’autore e alla quotidianità che ci appartiene. Le pagine di questo libro offrono una piacevole lettura senza pretese, senza saccenteria, sono fogli che, come scrisse Ezra Pound, sono stati scritti semplicemente per restare. 16 Letteratura Mediterranea INSERTO N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura. Giovanna Crisà Tahar Ben Jelloun Partire Bompiani pp. 280 Euro 17,00 U n libro sul problema dell’immigrazione, che non lascia di certo indifferente il lettore. Autore di successo, Jelloun da sempre affronta le difficoltà del suo paese, mostrandole al mondo occidentale per sensibilizzarlo, o forse per metterlo a conoscenza di ciò che avviene in paesi orientali. In Partire, Azel, è un Gioconda Belli La pergamena della seduzione Rizzoli pp. 384 Euro 18,50 T empo fa, in una intervista, il giornalista Roberto Ferrucci, parlò del suo libro dedicato al G8, dicendo che aveva sentito la necessità di raccontare ciò che aveva visto in quel luglio del 2001, a Genova. Le immagini che vedevamo attraverso la televisione, mostravano scene di violenza, di orrore, di corpi insanguinati. Protagonista del romanzo è Giorgio che dopo sei anni, ritorna a Genova: la sua vita privata, il suo quotidiano, si intreccia con i ricordi del G8, e con i misteri sui quali non è ancora stata fatta luce. In un anonimo albergo, comincia col pensare ad Angela, a Magdalena, a Elisa, tre donne, tre fantasmi che fanno parte dei suoi ricordi. La prima, gli racconta come sia stata picchiata a sangue dai poliziotti. I loro calci arrivavano nello stomaco, nella schiena. “ Si rannicchiò magdalena: Ritorni feto quando cerchi giovane che sogna l’europa, ma soprattutto una vita dignitosa lontana dalla povertà. Azel rappresenta tutti quei giovani che lasciano il proprio paese, spesso con una laurea in tasca, e soprattutto con tanti sogni. Sono sogni che a volte finiscono in mare, insieme ai loro corpi, lo stesso mare che sin da bambini hanno guardato dalla loro terra, magari dicendosi “un giorno andrò via da qui e sarò felice”. E hanno vissuto nell’attesa di quel giorno, lavorando, studiando. Azel dovrà scendere a compromessi, come una relazione omosessuale, per di proteggerti. Ritorni nel grembo, l’unico vero riparo della tua vita.” E senza differenza di sesso i caschi blu, picchiavano in testa, picchiavano dappertutto sino a lasciare i volti coperti di sangue, esanimi in terra. Un romanzo denuncia, nonostante non sia privo di profondi sentimenti, di un giornalista che è stato testimone di una strage di giovani, ricchi di ideali, disarmati di fronte alla forza brutale dei caschi blu. Si, probabilmente la polizia faceva il suo dovere, ma continuare a picchiare un corpo morto non è giusto. La narrazione di Ferrucci è stata definita giustamente “silenziosa e immobile”, forse perché è consapevole di non aver potuto far nulla contro l’inferno. Mary Higgins Clark La notte mi appartiene Sperling pp. 464 euro 6,00 Q dei movimenti islamici contro lo scià, amici e conoscenti coinvolti nella Rivoluzione che approda alla grigia realtà quotidiana del regime dell’ayatollah. Senza quasi un perché, Marina da un giorno all’altro si ritrova in una cella di Evin, la famigerata prigione di Teheran. Viene torturata, condannata a morte. Ma davanti al plotone di esecuzione, la sua pena viene commutata in ergastolo e il suo carceriere-salvatore la costringe a convertirsi all’Islam e a sposarlo. Per Marina inizia un lungo viaggio interiore per scendere a patti con la nuova realtà. G. C. Ridley Pearson Il codice Laena Fanucci pp. 400 Euro 17,50 “Forte, creativo, al di là delle classiche procedure di indagine... Questo romanzo di Ridley Pearson è imperdibile”. Baltimore Sun “Un romanzo clamoroso... vi terrà svegli tutta la notte, gli resterete disperatamente aggrappati”. Harlan Coben Laura Bosio Le stagioni dell’acqua Longanesi Pagg. 266 Euro 16,00 Tutto si svolge nell’arco di una settimana, in una grande casa che si rispecchia nell’acqua delle risaie. Un mondo capovolto dove la terra e il cielo si mescolano e si confondono. È un marzo nevoso e pieno di luce. La vecchia proprietaria della tenuta, la Torricella, convoca a sorpresa la ex nuora, una giovane donna in cerca di una passione e di un’identità legata a quei luoghi. E il loro incontro mette in moto sentimenti, ricordi, catene di vicende, fino a un nuovo, inaspettato amore. Accanto a loro, un anziano e saggio fattore, una suora laboriosa e inventiva fuggita dal convento, un industriale curioso e che suscita curiosità, un’epopea di personaggi e altri animali, di vite vere e immaginarie radunate intorno a una campagna bellissima e unica. Laura Bosio dà voce in questo romanzo al mondo del riso, una pianta forte e fragile, con radici lontane nel tempo e nello spazio, ma che nella pianura padana ha trovato un nido e una culla, da cui rinascere anno dopo anno. Intrecciando cultura materiale, storie in corso e storie passate, leggende e scienza, ci narra di fatti che dagli specchi d’acqua geometrici delle risaie vengono restituiti nelle loro infinite prospettive. Enrico Minoli Il segreto di Tarzan il greco Cairo pp. 301 Euro 16,50 G. C. Marina Nemat Prigioniera di Teheran Cairo Pagg. 317 Euro 17,00 uesta storia di violenza, annientamento e rinascita comincia in Iran, una fredda sera di gennaio del 1982, quando i guardiani della Rivoluzione arrivano a casa di Marina Nemat per arrestarla. In quel momento nella vita di una spensierata sedicenne si apre uno squarcio, un abisso in cui solo vent’anni dopo quella ragazza diventata donna riuscirà a gettare lo sguardo. L’infanzia di Marina è stata simile a quella di tante altre ragazze. I giochi nei parchi di Teheran, le vacanze sulle rive del Caspio, i momenti di preghiera nella chiesa cristiana ortodossa del quartiere, una famiglia poco affettuosa, addolcita dalla presenza della nonna di origine russa. Poi l’adolescenza e i primi turbamenti del cuore, fino al sentimento profondo per Andre, l’amore di una vita. Finché i segnali inquietanti di un cambiamento imminente si addensano minacciosi nel suo ciclo: le prime proteste ottenere il visto per la Spagna, una relazione che lo ripugna e che non accetterà mai. Spesso, nella vita , per realizzare i propri sogni , bisogna fare violenza a sé stessi, perché come scrive Jelloum nelle ultime pagine “tutti siamo chiamati a lasciare la nostra casa , sentiamo il richiamo del mare aperto, il richiamo delle profondità…. perchè spesso la nostra terra non è abbastanza ricca, amorevole, abbastanza generosa per tenerci accanto a sé. Allora noi partiamo, remiamo sui mari fino a che non si spegne anche la più piccola luce che un essere vivente porti … e noi seguiremo quest’ultima luce, così piccola, così flebile, quella che metterà fine al dolore del mondo”. Un libro che fa riflettere, che si legge come una poesia che arriva alla mente e al cuore. Èdouard Bourdet A vent’anni dalla consegna del diploma Jean Sheridan, ormai autrice famosa, si reca alla Stonecraft Academy per essere premiata, ma l’evento è funestato dalla notizia che una sua ex compagna di scuola è stata trovata morta nella piscina di casa. Ad aggravare le cose, la consapevolezza che questa morte è solo l’ultima di una lunga serie attraversata dal filo rosso di una fotografia dei tempi del college... Nell’incanto del mare della Grecia, la storia di due uomini separati da un’antica colpa che ha trasformato la loro amicizia in un rancore senza tempo. Tarzan, il vulcanico pescatore che vuole diventare armatore, e Jani, il suo rivale, eterno sconfitto dalla vita che vive di illusioni e di rimpianti. Uomini diversi come le facce di una stessa medaglia, ma uniti da un comune destinoDal magico Egeo alla New York ferita di Ground Zero, dalle sedi delle grandi banche ai parchi incontaminati d’Africa, il romanzo mette in scena l’eterna lotta umana per la felicità e si cala nel mare insondabile dei sentimenti - amori trascorsi, amori stanchi, amori nuovi - sui quali, inesorabile come in una tragedia greca, incombe l’ombra del Fato. E da un segreto, un segreto inconfessabile. Tra loro, un altro legame, più forte di quanto entrambi vogliano immaginare: il giovane Elias, l’unico figlio di Jani, stregato dall’esuberante personalità di Tarzan e dalla sua incontenibile energia. Chi racconta è Francesco, un merchant banker italiano amico e confidente di Tarzan e Jani che, cercando di mettere ordine nella propria esistenza, sempre in bilico tra il bisogno di certezze e le passioni che scardinano ogni cosa, assume di volta in volta il ruolo di testimone, di consigliere, di “deus ex machina”. Dal magico Egeo alla New York ferita di Ground Zero, dalle sedi delle grandi banche ai parchi incontaminati d’Africa, il romanzo mette in scena l’eterna lotta umana per la felicità e si cala nel mare insondabile dei sentimenti - amori trascorsi, amori stanchi, amori nuovi - sui quali, inesorabile come in una tragedia greca, incombe l’ombra del Fato. INSERTO NOVITÀ LIBRARIE Novità Laterza N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre www.mulino.it Il volume offre una biografia intellettuale di Gaetano Salvemini (1873-1957), storico e uomo politico fra i più influenti del Novecento italiano. Sono prese in considerazione le varie fasi del suo percorso intellettuale: dal distacco dal socialismo degli anni giovanili all’impegno antigiolittiano, all’interventismo, alla stagione antifascista, per giun gere infine al polemista acceso del sistema repubblicano. Gaetano Quagliarello Gaetano Salvemini Il Mulino Pagg. 320 Euro 25,00 Dall’antichità cristiana ai maestri dei secoli XII-XIII, dalle Crociate alle guerre contro gli eretici, dalla giustificazione dei massacri dei popoli del nuovo mondo alle posizioni durissime di Lutero e Calvino: per tutti la guerra è un momento in cui si realizza la giustizia di Dio, che ovviamente è sempre dalla parte di chi la promuove. Tullio Gregory Guido Formigoni La politica internazionale del Novecento Il Mulino Pagg. 372 Euro 22,00 Nel mondo contemporaneo, immerso nei processi della globalizzazione, le questioni internazionali, da sempre decisive, si sono fatte ancor più rilevanti per la vita dei popoli, le società organizzate, le istituzioni politiche. Questo libro intende fornire un primo quadro d’insieme della politica internazionale nel Novecento, di cui analizza le strutture essenziali, le dinamiche fondamentali, i grandi problemi. Nel mondo contemporaneo, immerso nei Leopoldo Nuti processi della globalizzazione, le questioni La sfida nucleare internazionali, da sempre decisive, si sono Il Mulino fatte ancor più rilevanti per la vita dei popoli, Pagg. 440 Euro 32,00 le società organizzate, le istituzioni politiche. Questo libro intende fornire un primo quadro d’insieme della politica internazionale nel Novecento, di cui analizza le strutture essenziali, le dinamiche fondamentali, i grandi problemi. Tutti i grandi pensatori dell’Ottocento - da Durkheim a Weber, da Marx a Freud - riteneReligione e politca nel mondo vano che l’avvento della società industriale globalizzato avrebbe gradualmente sottratto importanza e Il Mulino significato sociale alla religione. Questa teoria Pagg. 384 Euro 28,00 della secolarizzazione è stata predominante nelle scienze sociali per tutto il Novecento, finché di recente è stata messa radicalmente in discussione. Oggi possiamo verificare che la religione non è affatto scomparsa, né è probabile che ciò avvenga in futuro. P. Norris, R. Inglehart Sacro e secolare Astrologia Opere e stampa (1472-1900) 2 voll. di pp. xxx-1108 Euro 120,00 Si tratta della prima bibliografia esclusivamente dedicata alle opere di astrologia, o che di astrologia hanno trattato, edite nel corso di oltre quattro secoli. I commenti dell’autore, che accompagnano un buon numero di schede, rendono interessante l’opera anche oltre le sue finalità strettamente bibliografiche, che, pure, si caratterizzano per completezza e ricchezza di dati: tra questi ultimi, le altre fonti bibliografiche e l’indicazione di possesso del le opere nelle biblioteche online. A cura di C. Del Vivo Hiram Powers Atti del Convegno di studi nel Bicentenario della nascita 1805-2005 pp. XVI-176 Euro 22,00 La scultura di Hiram Powers (1805-1873), vissuto 30 anni a Firenze, si sviluppa fra sensibilità neoclassica e istanze realistiche. I saggi, le fotografie, le testimonianze raccolte nel volume in occasione del bicentenario della nascita, ripropongono un personaggio che pose Firenze e il marmo della Toscana al centro della produzione artistica ed esportò oltreoceano, un modello culturale di grande successo. Egidio Festa Galileo La condanna contro Galileo, seguita dall’abiuPagg. 358 Euro 12,00 ra, fu pronunziata il 22 giugno 1633. Urbano VIII, il papa che era all’origine della decisione, aveva considerato la dottrina copernicana soltanto temeraria: la punizione eccessiva, feroce e per alcuni aspetti incomprensibile, fu motivata da considerazioni che ancora oggi la Chiesa rifiuta di chiarire. M.T. Fumagalli Beonio Brocchieri Cristiani in armi pp. 226 euro 7,50 Pagg. 432 Euro 20,00 Nel XX secolo la Russia ha conoFrancois Benaroya sciuto due grandi trasformazioni L’economia della Russia economiche: il passaggio all’ecoIl Mulino nomia pianificata; la transizione Pagg. 168 Euro 11,00 all’economia di mercato, suscitando in entrambe le occasioni speranze e delusioni. Dal 1999 l’economia russa sembra aver acquistato un nuovo slancio, tanto che per alcuni il paese nell’arco di vent’anni tornerà ad essere la prima potenza economica europea. Leandro Cantamessa www.laterza.it 17 Gli italiani scoprirono presto quanto la realtà Marco Patricelli della guerra aerea fosse diversa dalla propagan- L’Italia sotto le bombe da del Regime. In 64.354 persero la vita sotto Pagg. 378 Euro 20,00 il fuoco dal cielo. Un numero, calcolato per difetto, che nella sua freddezza anestetizza il sanguinoso dramma di quell’autentica pioggia di bombe abbattutasi su città e civili innocenti. Ricerca documentaria inedita, ricostruzione rigorosa, capacità di racconto: questo volume è una lettura avvincente di un dramma scatenato dall’alto e vissuto dal basso. Luciano Canfora Pagg. 94 Euro 12,00 in circostanze oscure. Farsi attribuire la massima magistratura imponendo come collega un parente, liquidato dopo poche settimane. Atterrire, armi in pugno, il Senato - prima illuso poi tradito - e imporgli di avallare una procedura apertamente incostituzionale. Avviare, grazie a un’inedita magistratura straordinaria, le più feroci proscrizioni. Questa la ‘marcia su Roma’ di Gaio Giulio Cesare Ottaviano, figlio adottivo di Cesare, e futuro Augusto, il 19 agosto dell’anno 43 a.C. Sono gli anni della prima età moderna ma il Ottavia Niccoli tema è sempre vivo e scottante: che cosa vuol Perdonare dire perdonare, chi può chiedere perdono, chi Pagg. 250 Euro 18,00 può perdonare, che rapporto c’è tra giustizia e vendetta, tra giustizia e perdono, tra memoria e perdono. Rita Ramberti Il problema del libero arbitrio nel pensiero di Pietro Pomponazzi pp. XXIV-328 Euro 35,00 Nella prima metà del ’500, tra il quinto Concilio Lateranense e il Concilio di Trento, diviene centrale tra pensatori – culminando nello scontro tra Erasmo e Lutero – la riflessione sullo statuto del libero arbitrio rispetto alla necessità naturale, e a quella degli atti divini. Nella possibilità di realizzare liberamente una virtù paga di se stessa, Pomponazzi per primo intuì il fondamento della filosofia morale e, nel contempo, la condizione necessaria di una teologia della salvezza non distruttivamente irrazionalista. Elisabetta Scarton Giovanni Lanfredini Uomo d’affari e diplomatico nell’Italia del Quattrocento pp. XVI-358 Euro 37,00 Nel tracciare il profilo di Giovanni Lanfredini, il volume sfiora molte tematiche storiografiche: dalle scelte politiche alle alleanze matrimoniali, dal patronato alla committenza artistica. L’immigrazione è divenuta, in Italia, oggetto di un dibattito pubblico solo alla fine degli anni Settanta. Su un lasso temporale straordinariamente ampio, che dal 1861 arriva fino a noi, Luca Einaudi ricostruisce le evoluzioni economiche, demografiche e giuridiche del fenomeno immigrazione in Italia e lo inserisce nel quadro degli aspri dibattiti che hanno influenzato le politiche di accoglienza. Luca Einaudi Le politiche dell’immigrazione in Italia Pagg. 448 Euro 28,00 N O ovità Puntare sulla capitale scortato da un esercito vin- La prima marcia su Roma citore rimasto improvvisamente senza capi, morti lschki www.olschki.it Marco Lenzi Moderatismo e amministrazione nel Granducato di Toscana La carriera di Luigi Serristori pp. XVI-246 Euro 28,00 Ricostruendone la biografia fino all’epilogo fallimentare del 1848-49, questo volume fa luce su alcune contraddizioni profonde dello stato ‘amministrativo’ lorenese, connesse all’ambiguo compromesso fra la ristrettezza della sua base sociale e i limiti della sua impalcatura istituzionale. Franchini, Pacini, Soldani Giornali di donne in Toscana Un catalogo molte storie (17701945) 2 tomi di pp. IV-672 Euro 65,00 Frutto di un paziente lavoro collettivo di recupero e valorizzazione delle tracce lasciate dai giornali (periodici) “per donne” e “di donne” stampati in Toscana dal 1770 al 1945 nei cataloghi delle biblioteche, nei registri della censura granducale e negli avvisi della stampa coeva, i volumi presentano un corpus di 170 schede analitiche che disegnano possibili percorsi di lettura “tra testi e contesti”, di cui i tre ampi saggi introduttivi forniscono le coor dinate di fondo. Maria Elena Cortese Signori, castelli, città Chiara Santini Il giardino di Versailles tra X e XII secolo pp. XVI-286 Euro 28,00 L’aristocrazia del territorio fiorentino pp. XVIII-428 Euro 45,00 Viene ricostruita, con il corredo di una ricca appendice di monografie familiari, la struttura politica del territorio fiorentino e tutti i livelli della società aristocratica tra il tardo X sec. e il 1150 ca., analizzando i molteplici aspetti della costruzione del loro potere (possessi fondiari, castelli, clientele, strategie familiari, relazioni con chiese e monasteri, diritti signorili) e i legami instaurati con il cuore del comitatus: la città di Firenze. Natura, artificio, modello Il giardino di Versailles fu il più straordinario dei giardini. Coniugando insieme le tecniche analitiche della geografia umana e della ricerca storica, in questo libro il progetto del re Sole viene analizzato in un’ottica originale: più che la propaganda politica e i programmi iconografici ideati dagli artisti di corte, vengono qui presi in esame i saperi, le tecniche, i disegni, le mappe, le idee e le forme. LIBRI DA LEGGERE LIBRI INSERTO 18 Fiorenzo Briccola Poesie meditative sull’esistenza Nuovi Autori Pagg. 89 Euro 8,50 Poesie meditative sull’esistenza è un’opera attraverso la quale l’autore osserva la vita grazie alle immagini che la realtà depone nella profondità della coscienza. è LEGGERE D urante la Seconda Guerra Mondiale, nella primavera del 1940, i Servizi di sicurezza sovietici massacrano circa 22.000 prigionieri polacchi, prevalentemente ufficiali. Tre anni dopo, durante l’invasione hitleriana dell’Unione Sovietica, soldati tedeschi scoprono a Katyn una delle fosse comuni contenenti i resti delle vittime del massacro. Nonostante le verifiche compiute anche da esperti di medicina legale polacchi e da una Commissione Internazionale, la propaganda sovietica riesce a imporre una versione diversa, che attribuisce le colpe all’esercito tedesco, grazie anche all’acquiescenza dei governi britannico e statunitense, interessati a concludere la guerra senza attriti con l’ingombrante alleato comunista. Gli avvenimenti del 19891991, l’ammissione sovietica di colpevolezza e l’accessibilità alla documentazione riservata hanno consentito agli studiosi di produrre opere autorevoli sull’eccidio. Fra queste, è stata tradotta in italiano Katyn e l’eccidio sovietico del 1940. Verità, giustizia e memoria (trad. it., UTET, Torino 2007, pp. 321, € 24,50), dello storico George Sanford, docente di Scienze Politiche all’Università di Bristol e specialista di storia della Polonia e dell’Europa orientale. Lo studioso inglese ha ricostruito le fasi della sovietizzazione della Polonia orientale, dopo la conquista del 1939, la sorte dei prigionieri di guerra e in particolare l’eliminazione fisica di molti di essi, all’interno di un progetto — perseguito anche dai nazionalsocialisti nella Polonia occidentale — di distruzione delle elite polacche. Sebbene il sistema sovietico non abbia avuto campi di sterminio come quelli nazionalsocialisti, il cui unico scopo era l’eliminazione rapida di un gran numero di persone, «molti scrittori, e in particolare [Robert] Conquest, ritengono tuttavia che i campi di lavoro sovietici e specialmente quelli situati sull’oceano artico nelle estreme regioni del nord est di Kolyma e Komi, svolgessero dopo il 1936 quasi la stessa funzione e che circa tre quarti dei polacchi che vi furono mandati morirono negli anni 1940 e 1941» (p. 39). In particolare, gli ufficiali polacchi vengono concentrati in campi speciali perché classificati tutti come criminali antisovietici e sono sottoposti Una casa senza biblioteca è come una fortezza senza armeria (da un antico detto monastico) a cura di Maria Grazia D’Ettoris C a campagne di propaganda politica e d’indottrinamento, ma soltanto pochissimi prigionieri scelgono di collaborare con il nemico. Sono quindi ricostruiti i meticolosi preparativi e i meccanismi dell’eccidio, che fu deciso quando divenne chiaro che non era possibile «[...] rieducare i polacchi e farli recedere dal loro solido patriottismo, dalla disciplina militare e dalla loro religiosità (avevano celebrato delle messe segrete a Kozelsk e a Starobelsk)» (p. 72). Sanford nota, fra l’altro, che nel massacro del 1940, a differenza della maggior parte delle stragi belliche, predominano l’elemento del controllo freddo e pianificato e quello «personale», perché ognuna delle vittime viene giustiziata da un solo carnefice con un colpo alla nuca. Nella seconda parte è presa in esame «la battaglia per la verità storica» (p. 137), resa molto complessa sia dalle falsificazioni ufficiali, come quella messa in atto dalla Commissione istituita dai sovietici e presieduta dal professor Nikolai Burdenko, sia dall’abbondanza di scritti apocrifi e di personaggi e testimonianze ambigue. Infine, vengono analizzati «la gestione e il controllo della verità sul massacro del 1940» onservali nella tua Gianni Oliva L’ombra nera Le stragi nazifasciste che non ricordiamo più Mondadori Pagg. 223 Euro 18,00 Ripercorrendo la pagine più dolorose della storia nazionale, Gianni Oliva ricostruisce la logica degli eccidi nazifascisti, analizza gli apparati repressivi dell’amministrazione militare tedesca e della Repubblica sociale, si sofferma sulle vicende meno note della Banda Koch, della Banda Carità, racconta le stragi delle Fosse Ardeatine, di Sant’Anna di Stazzema, di Marzabotto. Adriano Sala Fucili Conoscere e collezionare moschetti, archibugi, carabine e fucili antichi De Agostini Pagg. 237 Euro 18,50 Una guida alla conoscenza, al riconoscimento e al collezionismo di moschetti, archibugi, fucili e carabine d”epoca. Oltre 160 schede illustrate dedicate agli esemplari più famosi: epoca di costruzione, lunghezza dell’arma e della canna, calibro, numero di colpi, storia del modello e del produttore. 420 illustrazioni. (p. 171) attuati dalle amministrazioni statunitense e britannica, informate fin dall’inizio della colpevolezza sovietica ma interessate a non irritare l’alleato. Solo con l’inizio della Guerra Fredda (1946-1991) è possibile rendere pubbliche in Occidente verità scomode, riguardanti gli ex alleati, e soltanto quarant’anni dopo, «[...] l’apparato del PCUS fu spinto a suggerire a Gorbaciov che era arrivato il momento di accettare pubblicamente la responsabilità sovietica per l’eccidio del 1940» (p. 218), il che avverrà il 13 aprile 1990. Dopo la dissoluzione dell’URSS il Presidente della nuova Repubblica Federale Russa, Boris Eltsin, denuncia i crimini del Partito Comunista sovietico e apre gli archivi agli storici, anche se molti documenti erano stati distrutti nel 1959 su ordine di Nikita Krusciov, all’epoca Segretario del partito. Con le esumazioni del 1994-1996 e l’apertura nel 2000 dei cimiteri militari di Katyn e Mednoe in Russia e di Kharkov in Ucraina — le cui prime pietre sono state consacrate da Papa Giovanni Paolo II — sembra avviarsi a conclusione una vicenda che ha lasciato ferite profonde nella memoria storica del popolo polacco e che testimonia l’orrore del dei totalitarismi anticristiani del secolo XX. B Marilyn B. Young Le guerre del Vietnam 1945-1990 Mondadori Pagg. 446 Euro 12,80 L’Autrice spiega il “come”: come sono finiti gli americani in Vietnam? Come hanno continuato ad allargare il conflitto? E come ne sono usciti? Analizzano le guerre che hanno coinvolto il Vietnam a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, Marilyn Young offre un’ottica finalmente obiettiva che permette di comprendere meglio il valore storico e politico delle guerre nel Sudest asiatico e il peso delle conseguenze nel mondo contemporaneo. vValeria Palumbo Svestite da uomo Bur Pagg. 344 Euro 9,80 Fa scandalo una donna vestita da uomo? Oggi forse no, almento in Occidente, ma fino a quarant’anni fa era impensabile accettarlo. L’autrice ripercorre la storia delle donne che in tutti i secoli, in tutte le culture e a qualsiasi livello sociale, si sono sottratte alle regole e hanno assunto abiti maschili per conquistare un’indipendenza altrimenti irraggiungibile. Catherine Merridale I soldati di Stalin Vita e morte nell’Armata Rossa 1939-1945 Mondadori Pagg. 432 Euro 20,00 CULTURA Katyn e l’eccidio sovietico del 1940 Francesco Pappalardo N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Quasi quattro anni di furiosi combattimenti su un fronte di oltre 1500 chilometri, 30 milioni di soldati e 8 milioni di caduti, più di tutte le vittime militari della prima guerra mondiale: fu questo il prezzo pagatp dall’Armata Rossa per sconfiggere l’esercito di Hitler lanciato alla conquista dell’intera Europa. Così, quella che la propaganda nazista aveva definito con toni apertamente razzisti l’ “orda rossa”, composta da sanguinari semibarbari, divenne - nella contrapposta semplificazione retorica l’inarrestabile “torrente d’acciaio e d’ardore che sancì la vittoria nella Grande guerra patriottica, uno dei miti fondativi del culto della personalità di Stalin e dell’ideologia del totalitarismo sovietico. Per ristabilire la verità storica, Catherine Merridale ha scelto come oggetto d’indagine privilegiato la sterminata e anonima massa di soldati che sostenne il peso maggiore delle operazioni belliche e che decise le sorti del conflitto. Elisabeth Crouzet-Pavan Inferni e paradisi L’Italia di Dante e di Giotto Fazi Pagg. 408 Euro 34,50 Quando nasce la modernità? Nel Rinascimento, tramanda la storiografia ufficiale. Ma Elisabeth Crouzet-Pavan, docente di storia medievale alla Sorbona, sostiene una tesi differente: nel Duecento - il secolo di Federico II e di Francesco d’Assisi - avvenne la prima vera rivoluzione culturale che porterà alla formazione della coscienza moderna. E’ in questo periodo, infatti, che l’uomo riscopre la dimensione terrena, la vita pubblica, la politica attiva. E’ un secolo di lotte intestine e di fazioni opposte: guelfi e ghibellini, bianchi o neri … Inferni e paradisi, come spiega l’autrice, “vuole essere una riflessione sulla storia dei dispositivi culturali di questa Italia in cui ogni cosa fre me”. iblioteca David Smith Il dragone e l’elefante La Cina, l’India e il nuovo ordine mondiale Il Sole 24 ore Pagg. 326 Euro 24,00 L’ascesa di Cina e India rappresenta l’evoluzione economica più straordinaria e sorprendente del Ventunesimo secolo. Chi vincerà, il dragone o l’elefante? Con il suo “brillante talento per schiudere ai profani i misteri dell’Economia”, David Smith analizza la più grossa questione che il mondo di oggi deve affrontare. Gregory C. Chow Conoscere la Cina Armando Pagg. 221 Euro 20,00 La Cina è diventata negli ultimi anni una meta sempre più frequente, non solo per i turisti, ma anhe per uomini d’affari, politici, ricercatori, studenti. Il volume vuole essere uno strumento a disposizione di tutti coloro che si apprestano ad affrontare un viaggio in questo paese, così affascinante e, al tempo stesso, pieno di contraddizioni. A cura di M. Cometa e S. Vaccaro Lo sguardo di Foucault Meltemi Pagg. 162 Euro 16,00 La nozione di sguardo è centrale nel pensiero del filosofo francese Michel Foucault, che la utilizza in molteplici declinazioni del suo discorso: dalla clinica all’estetica, dall’epistemologia alla politica, dall’architettura ai saperi del corpo. Per le sue qualità transdisciplinari l’interpretazione foucaultiana è stata ampiamente ripresa nel tardo Novecento. a cura di R. J. Davies e O. Ikeno La mente giapponese Meltemi Pagg. 258 Euro 20,00 Questo volume offre al lettore un quadro quanto mai completo e dettagliato della cultura giapponese contemporanea. I ventotto saggi che lo compongono spaziano dai valori alle abitudini, dai modelli di comportamento agli stili di comunicazione propri del Giappone di oggi, fornendo informazioni chiare e accessibili a tutti. Informazione Regionale 20 dalla Calabria C rotone - Le opere dell’orafo crotonese Michele Affidato, in questi giorni, sono state protagoniste in due grandi manifestazioni: a Oliveto RC, domenica 16 Settembre, al sacro rito dell’incoronazione della Madonna della Consolazione, e giovedì 20 settembre, a Reggio Calabria, alla Prima Edizione del Premio “San Luca”. A Oliveto, alla presenza della folla delle occasioni straordinarie, del sindaco Scoppelliti e del viceprefetto, per mano di Sua Ecc.za Mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo Metropolita di Reggio–Bova, si è provveduto alla posa, sul capo della Madonna e del Bambinello, dei diademi realizzati da Michele Affidato, maestro dell’arte orafa. Si ricorda che l’oro utilizzato per la creazione dei sacri monili è frutto di una raccolta di oggetti in oro fatta tra i parrocchiani, che hanno risposto con grande partecipazione, evidenziando la loro forte devozione verso la Beata Vergine Maria della Consolazione. I Diademi, in oro massiccio18 kt, realizzati interamente a mano, costituiti da un fascione in oro giallo, sovrastato da cinque stelle in oro bianco a doppio rilievo, hanno riscosso vivo apprezzamento da parte di tutti i presenti. Per la realizzazione, come spiegato nella relazione di presentazione, sono stati predisposti incastri con filo in oro intrecciato, assemblati tra loro per formare dieci castoni di forma tonda nei quali montare rubini e zaffiri a taglio tondo sfaccettato. Per ulteriore arricchimento dei diademi, nella base, è stato creato un binario di oro bianco sul quale inserite pietre preziose con incastonatura a pavè; inoltre, su tutti e due i Diademi si è provveduto ad una particolare lavorazione per ottenere un bellissimo effetto brillantato. Michele Affidato nell’intervento di presentazione delle sue creazioni ha dichiarato: In queste opere ho voluto esprimere tutta la mia capacità e professionalità artistica, realizzandole con cura minuziosa nei minimi particolari, innanzitutto come atto di fede, ma anche come ringraziamento nei confronti della Vergine Maria per l’aiuto e la forza continua che mi trasmette in ogni mia creazione, tra cui questa che, per la benedizione, mi ha consentito, lo scorso 6 giugno, di essere ricevuto dal Santo Padre Benedetto XVI”. Michele Affidato per la benedizione di questa e altre creazioni di arte Sacra è stato ricevuto quattro volte da Papa Giovanni Paolo II e tre volte da Papa Benedetto XVI. A Reggio Calabria alla manifestazione, di certo non sacra, ma di grande valore socio-culturale, volta a mettere in evidenza “l’altra Calabria” quella che va al di là della strage di Duisburg, e, come affermato dal presidente dei deputati dei verdi, onorevole Marco Boato, “la faccia della legalità, del coraggio civile e culturale”, le opere di Michele Affidato sono state utilizzate come premio per l’onorificenza riconosciuta a personaggi di alto prestigio nazionale. Questa Prima edizione del Premio “San Luca” 2007 ( presentata martedì 18 settembre nella sala stampa di Montecitorio ) è stata voluta ed istituita, da Nuccio Fava, presidente dell’Associazione “Aldo Moro” e da Sisinio Zito sindaco di Roccella L’orafo Affidato protagonista di due grandi eventi Jonica, subito dopo la strage di Ferragosto in Germania, al fine di indicare alle nuove generazioni percorsi non chiusi alla speranza, iniziativa accolta con apprezzamento e sostegno dal Presidente della repubblica e dai Presidenti del senato e della Camera. A ricevere il premio realizzato da Michele Affidato è stato il giornalista sportivo Bruno Pizzul, il quale nel ringraziare ha dichiarato che “lo sport non è solo vittoria, ma occasione importante per la formazione del carattere, esperienza fondamentale per far maturare personalità adulte e libere, consapevoli e non strumentabili” Per la prima Edizione del premio “San Luca” le opere realizzate da Michele Affidato sono due la prima come già detto è stata consegnata, la seconda assegnata a Walter Pedullà, sarà consegnata giorno 29 settembre prossimo. Beata Vergine Maria della Consolazione Castrovillari ricorda l’artista Alfano C astrovillari - Per un cittadino illustre. L’ a m m i n i s t r a z i o n e comunale - assessorato alle Politiche culturali della città di Castrovillari ha organizzato per il prossimo 9 settembre una giornata in memoria del grande artista locale Andrea Alfano. Lo ha fatto nella ricorrenza del 40° anniversario della mor- Lettera aperta al Sindaco Vallone E gregio Signor Sindaco, basta che lei si affacci dal balcone del Palazzo e ci vedrà sempre, dal momento che siamo passati dalle manifestazioni una tantum dei primi tempi, all’azione costante per stimolare, come abbiamo detto e scritto proprio in occasione dell’ultimo Consiglio, una più efficace azione amministrativa. Il 17 e il 24 settembre scorsi, noi del Comitato `Insieme ce la possiamo fare’ con altri rappresentanti di movimenti neocostituiti, ci siamo volutamente fermati a protestare fuori dal Palazzo, e questo perché, responsabilmente, non volevamo intralciare i lavori del consesso civico. Più volte l’abbiamo invitata a dialogare sui tanti e urgenti problemi che affliggono la città; e lo stesso abbiamo fatto con i politici tutti, con i sindacati, con le associazioni di categoria e gli ordini professionali. Risultato? Zero! Sembra che c’è un muro di gomma fra voi e noi cittadini. La nostra protesta è stata molto civile e ha contenuto una “rabbia” che avrebbe potuto esplodere. Se lo ricorda, signor Sindaco, che già all’indomani della sua elezione il Comitato è venuto ad offrirle il suo aiuto? E non per averne poltrone o favori, quanto per fornirle supporto, non solo morale, ma anche concreto; lo dimostrano i tanti dossier messi a sua disposizione. Ma lei ha voluto dare ascolto ai cattivi maestri della politica, che alla fine le hanno legato mani e piedi. La città non può attendere. E poi, caro sinda- N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre co, la collaborazione con i cittadini la si costruisce giorno per giorno. Ma non con un semplice web e un indirizzo di posta elettronica, bensì chiamando ad una concertazione costante tutte le componenti valide e attive del professionismo, dell’imprenditoria, delle scuole, del lavoro ecc.. La invitiamo ad uno scatto d’orgoglio, anche a costo del suo mandato, perché lei è il Governatore del nostro territorio! Le ricordiamo che questa città, se non si avviano alcune procedure prescritte per legge potrebbe buttare in aria un piano regolatore atteso per vent’anni. Comitato Insieme ce la possiamo fare te, avvenuta il 9 settembre del 1967 a Roma. La giornata - annuncia il sindaco, Franco Blaiotta prevede alle 10,30 la deposizione di una corona sulla tomba dell’artista, nel cimitero di Castro- villari; una conferenza alle ore 18,30 nel Protoconvento francescano a cura della professoressa Adriana De Gaudio ed una visita guidata, alle ore 19,30, alla Pinacoteca Alfano. Andrea Alfano nacque a Castrovillari il 6 aprile del 1879; fu pittore e poeta. Da ricordare le raccolte: Solitudini, Sillaba eterna, Pars parva. Diverse sue opere sono conservate presso la Pinacoteca omonima sita nel Protoconvento. Alla città natale Alfano ha lasciato con atto testamentario i quadri gelosamente custoditi nel suo studio. Non mancano delle donazioni. Numerosi furono, comunque, i riconoscimenti che ebbe in vita. La regina Elena di Savoia posò per lui in Quirinale. Tra i tanti ritratti anche uno del Presidente della Repubblica, Antonio Segni. Della sua arte si è detto molto. Ciò che lo ha contraddistinto è stato la necessità di conoscere, di trasmettere emozioni, di fare propri sentimenti, paesaggi, immagini, ritratti e situazioni. Nel 1911 prese parte attiva alle polemiche sugli indirizzi d’arte moderna. E’, insomma, uno degli artisti più illustri della Calabria, di cui Castrovillari n’è particolarmente orgogliosa. R Osse N° 13/2007 - ANNO XVI - 15 Settembre È una visita importante per la Calabria e, in particolare per la comunità albanese che da secoli si è stanziata in Calabria. Lo dico come consigliere regionale. È la prima volta che una delegazione della nostra regione arriva a Tirana. Merito del presidente Agazio Loiero che, finalmente, ha ripreso le fila di un discorso rimasto sempre sottotraccia”. È quanto ha detto questo pomeriggio a Tirana, dove sono iniziati gli incontri tra il governatore della Calabria e rappresentanti del governo della Repubblica d’Albania, il consigliere regionale della Calabria Damiano Guagliardi. Per gli incontri - si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa della Giunta regionale - che tra oggi e domani si terranno a Tirana, Loiero è accompagnato dall’assessore alle Attività produttive Pasquale M. Tripodi, dal dirigente generale dell’assessorato Francesco De Grano e dal portavoce Pantaleone Sergi. Alla delegazione istituzionale si sono aggiunti il presidente degli industriali calabresi Umberto De Rose, il console onorario d’Albania Mario Brunetti e lo stesso consigliere regionale Gagliardi, esponente della comunità albanofona calabrese. “Ritengo che da oggi - ha affermato Gagliardi - si apra una nuova fase dei secolari rapporti vatorio egionale Una visita importante per la Calabria Visita in Albania del Presidente Loiero. Incontro a Tirana tra gli albanesi di Calabria, quasi 150 persone, e il Paese di origine. Gli incontri appena iniziati sono forieri di sviluppi in termini culturali ed economici che dobbiamo cogliere come segnale di novità su cui innestare nuove politiche di attenzione nei confronti delle minoranze etniche”. negoziato. Il Documento parte da una premessa di elogio per il lavoro svolto “Il Por Calabria 2007-2013 - è scritto nel documento - è sicuramente uno dei migliori tra quelli sottoposti alla Commissione per il forte e coerente disegno di sviluppo sotteso alla strategia, costruito sulla base di una serrata e puntuale analisi del contesto economico-sociale e territoriale, sostenuta da una coraggiosa intenzione riformatrice di marca ‘illuministica’ e basata sulla valorizzazione delle risorse umane regionali”. Il documento individua, altresì, una serie di punti nei vari Assi sui quali si pone la necessità di un maggior coordinamento tra il Por, la programmazione nazionale e la regolamentazione comunitaria. La delegazione della Regione Calabria ha ritenuto di accogliere molte osservazioni formulate e ha fornito spiegazioni puntuali in ordine alle scelte programmatiche compiute, rappresentando le specificità territoriali e gli obiettivi di sviluppo a esse sottese. Un punto particolare della discussione ha riguardato la mancanza in Calabria di uno strumentario aggiornato in molti settori strategici, con il rischio, paventato dai Servizi della Commissione, che la strategia di sviluppo ne risulti pregiudicata. A tal proposito i dirigenti calabresi hanno condiviso l’opportunità di un maggior impul- so all’attività legislativa regionale, affinché gli interventi già programmati, possano essere utilmente avviati. A questa fase del percorso, la Regione nei prossimi giorni potrà perfezionare i contenuti del Programma discussi e condivisi in base all’accordo raggiunto. Il Por, quindi, potrà costituire oggetto di approvazione da parte della Commissione per la fine di ottobre. Al termine del- Ottomila turisti tedeschi Soddisfazione per il per questo inverno vertice di Bruxelles I sui POR 2007-2013 l 3 novembre prossimo si effettuerà il primo volo low cost da Monaco di Baviera per Lamezia Terme, previsto nell’ambito di un accordo stipulato tra Regione, Sacal e Promuovitalia per la promozione turistica dei flussi di cittadini tedeschi verso la Calabria. I voli saranno protratti fino al 30 aprile 2008 e si effettueranno nei giorni di mercoledì e sabato di ogni settimana a cura di “Airberlin”. È previsto l’arrivo di ottomila turisti tedeschi nei periodi di bassa stagione. L’organizzazione degli arrivi e delle partenze consente un’articolazione dei pacchetti turistici che, così, possono promuovere vacanze per tre, sette o dieci giorni. “Esprimiamo viva soddisfazione - ha affermato il vicepresidente della Giunta e assessore al Turismo Nicola Adamo - per come la Calabria si va affermando nel mercato della domanda turistica estera. Dopo il boom degli inglesi, dopo la domanda sempre più intensa che proviene dall’Europa orientale, dopo l’ingresso nel mercato giapponese e, probabilmente nelle prossime settimane, il profilarsi della conquista di una fetta della domanda cinese, è di forte significato il potenziamento dei flussi tedeschi”. “È assai importante che ciò avvenga dopo Duisburg. Nonostante i danni all’immagine della Calabria e dei calabresi provocati da quella tremenda strage - ha aggiunto Adamo - possiamo dire che i voli di “Airberlin” rappresentano, invece, la conferma di una forza attrattiva dal punto di vista turistico della nostra regione.” Nicola Adamo, assessore al turismo Regione Calabria S i è svolta a Bruxelles, nella sede della Commissione europea, la riunione di negoziato sul Por Fesr 2007-2013. La delegazione calabrese, guidata dall’assessore regionale alla Programmazione nazionale e comunitaria, Mario Maiolo, era composta dai direttori generali regionali dei Dipartimenti “Programmazione”, Salvatore Orlando, “Cultura e Istruzione”, Laura Mancuso, e “Lavori Pubblici”, Pietroantonio Isola e dai dirigenti Paola Rizzo, Rosaria Amantea e Bianca Rende. Nel corso del vertice - si legge in una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale - sono state discusse le osservazioni al Programma formulate dai Servizi della Commissione e contenute nel “Position Paper”, inviato nei giorni scorsi alla Regione per l’avvio del 21 L’impegno di Loiero per i precari L a previsione di spesa di settanta milioni in Finanziaria a favore dei lavoratori precari calabresi è frutto di un costante impegno del Presidente Loiero L’assicurazione fatta oggi dal Ministro del Lavoro Cesare Damiano al Presidente Loiero, di ritorno dalla visita istituzionale in Albania, relativamente all’inserimento in Finanziaria dei settanta milioni di euro per risolvere il problema dei lavoratori precari calabresi, non è altro – si legge in una nota dell’ufficio Stampa della Giunta regionale - che il frutto di un lungo lavoro ed impegno svolto dal Presidente Loiero a livello governativo. Nei mesi scorsi Loiero aveva incontrato il Ministro dell’Economia Padoa Schioppa sui problemi legati agli Lpu ed Lsu, lamentando proprio il fatto che più volte erano stati promessi i fondi ma ancora non vi era stata alcuna decisione concreta in merito. Nell’occasione, il Presidente Loiero aveva rappresentato le ripercussioni di carattere sociale che questi ritardi stavano procurando alla nostra regione. Una preoccupazione che Loiero aveva rappresentato anche al Presidente del Consiglio Prodi nel corso della riunione del “Tavolo della Calabria”, svoltasi a Roma, a Palazzo Chigi. Anche in quella circostanza Prodi ribadì al Presidente Loiero il proprio impegno per la soluzione del problema. Ora, una volta approvata la legge finanziaria, si potrà davvero pensare alla definitiva soluzione della situazione di difficoltà in cui versano diecine di famiglie di lavoratori precari. (o.m.) la riunione l’assessore Maiolo ha espresso soddisfazione per il primo riscontro con la Commissione per la Programmazione 2007-2013, che premia il lavoro svolto in Calabria in questi mesi e, dimostrando, così, un’attenzione diversa verso la nostra Regione. Mario Maiolo, presidente della Commissione per il Piano di sviluppo regionale 22 Informazione Regionale Ritorna la Venere di morgantina dalla Sicilia Tre obiettivi per risanare le casse comunali C atania - Recuperare gli oltre 170 milioni di Euro, che costituiscono crediti esigibili da parte del Comune di Catania, razionalizzare la politica di spesa dell‚ente e valorizzare e rilanciare il ruolo delle società controllate e partecipate - afferma Il vice capo gruppo di AN al Consiglio Comunale Puccio La Rosa ˆ sono questi gli obiettivi da centrare per superare l‚attuale situazione di tensione economica e finanziaria del Comune di Catania. In occasione del dibattito sulla situazione finanziaria del Comune di Catania ˆ commenta Puccio La Rosa ˆ chiediamo innanzitutto di conoscere come s‚intenda procedere per recuperare i 135 Milioni di Euro di ruoli che l‚amministrazione comunale deve ancora riscuotere dalla Montepaschi Serit, gli oltre 25 milioni di Euro derivanti dalle sanatorie edilizie, i 6 milioni di Euro che l‚Iacp deve versare quale pagamento dell‚ICI e i circa 10 milioni di Euro che pare debbano essere versati da parte degli Uffici Giudiziari a titolo di pagamento di diversi servizi espletati dal Comune di Catania. Tali ingenti somme ˆ aggiunge Puccio La Rosa ˆ rappresentano, infatti, utili indispensabili per definire, unitamente all‚operazione Catania Risorse, il già programmato risanamento economico delle casse comunali. Somme ˆ prosegue l‚esponente di AN ˆ che, oltre dimostrare quanto impro- babile sia il dissesto finanziario dell‚ente, unite ad un‚efficacia politica di razionalizzazione della spesa e di valorizzazione delle società controllate e partecipate del Comune possono determinare il superamento dell‚attuale tensione finanziaria e lo sviluppo forte e significativo della nostra comunità. In questo momento ˆ conclude il vice capo gruppo di AN ˆ occorre mettere da parte giochi di potere ed interessi particolari e personali per perseguire il l‚importante obiettivo di attivare utili e significative azioni capaci di innescare il volano dello sviluppo economico, culturale, sociale, ed urbanistico per la nostra città. Puccio La Rosa. Vice Capogruppo di AN al Consiglio Comunale Placido Anastasi nuovo presidente regionale di Confapi giovani P lacido Anastasi è il nuovo Presidente Regionale di Confapi Giovani Sicilia – Confederazione Regionale Giovani Imprenditori. Lo ha eletto oggi, con l’unanimità dei consensi, l’Assemblea Generale degli Imprenditori Associati riunitasi a Catania. Catanese, 30 anni, Placido Anastasi, è imprenditore con diverse attività. Presidente della Holding del gruppo RTS, leader nel settore delle costruzioni e protagonista negli ultimi anni di importanti investimenti nel settore delle energie rinnovabili; amministratore delegato di Geogroup, azienda specializzata in impianti per la distribuzione ed il monitoraggio dei sottoservizi, da alcuni anni ricopre l’incarico di Vice Presidente Vicario del Gruppo Giovani Imprenditori di Apindustrie Catania. Confapi, lo ricordiamo, nasce alla fine degli anni Quaranta ed è uno dei protagonisti della vita economica ed industriale del nostro Paese, una realtà consolidata rappresentata da oltre 50 mila aziende N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre associate con circa un milione di addetti. Placido Anastasi, che sostituisce Francesco Paolo Barone, giunto alle scadenza del mandato, dopo aver ringraziato i colleghi associati per la fiducia accordatagli, ha rivolto un saluto al suo predecessore, ringraziandolo vivamente per l’attività svolta in questi anni. Il neopresidente, è passato quindi ad illustrare i punti qualificanti del suo programma per il prossimo triennio. Le priorità, ha dichiarato, saranno dunque il consolidarsi e la crescita delle imprese e del territorio nel suo complesso; l’avvicinamento dei giovani alle imprese e alla cultura d’impresa; l’innovazione e la conoscenza, attraverso l’intensificazione dei rapporti con l’Università e con i centri di ricerca; l’internazionalizzazione, con l’utilizzo più razionale degli strumenti e delle infrastrutture di supporto per le imprese; la comunicazione e la diffusione dei valori d’impresa grazie ad un sempre più razionale utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione. La Venere di Morgantina È giunta da poche ore la notizia che l’antica opera d’arte definita “Statua di culto di una Dea” e comunemente nota come “Venere di Morgantina” sarà «restituita all’Italia insieme ad altri 39 manufatti». Ma, contrariamente a questi ultimi pezzi che verranno inviati nei prossimi mesi, la “Venere” verrà trattenuta fino al 2010 dal Paul Getty Museum di Malibu. A tal proposito il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia esprime la propria preoccupazione circa i modi, i tempi e le motivazioni di questa restituzione di un bene che fu, come da una sentenza passata in giudicato presso il Tribunale di Enna, trafugata in Sicilia dagli scavi di Morgantina e successivamente venduta al Getty Museum i cui responsabili erano consci della provenienza illecita della statua. Ci chiediamo quindi perché tale reperto non sia piuttosto il primo ad essere restituito, invece che l’ultimo. La risposta è che un simile capolavoro (alle cui fattezze le fotografie diffuse dal Getty Museum non rendono giustizia, mentre le restituiscono il pregio e valore che le sono proprie quelle scattate dal fotografo ed editore indipendente Rino Baeli per una mostra itinerante che dura sin dal 1993 e che ancora a lungo rimarrà l’unico modo per ammirare la “Venere”, o meglio “Afrodite”, di Morgantina) è talmente remunerativo da essere pressoché irrinunciabile. Tanto da farci insorgere la preoccupazione che l’Italia, una volta ottenuta la statua, esiterà a restituirla alla Sicilia e ai Siciliani, preferendo trattenerla o prestarla ad altri musei esteri. Infatti il governo italiano (e non i proclami di certi parlamentari eletti in Sicilia che fino a poche settimane fa promettevano un «pronto ritorno della statua», senza nemmeno sapere ove essa si trovasse) ha potuto ottenerne la restituzione dando in cambio la disponibilità per prestiti di altre opere, ma non crediamo saranno i musei italiani ad essere spoliati in tal senso, sebbene temporaneamente. Temiamo che saranno altri manufatti siciliani, come il “Satiro Danzante” appena rientrato a Mazara del Vallo dopo un lungo tour fra Roma, Tokio e Parigi, a prendere il volo. E temiamo che la restituzione dei 40 reperti sia stata contrattata rinunciando a ben altre restituzioni. Sono infatti ben noti altri casi di reperti mancanti e presumibilmente disseminati in vari musei degli U.S.A. Il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia non accetta tale rinuncia, in quanto quei reperti sono proprietà esclusiva dei Siciliani, e ne chiede la meticolosa catalogazione, individuazione e restituzione. Molti elementi provengono anch’essi dagli “scavi di Morgantina”, città greca di Sicilia che, nelle giornate del 5 e 6 agosto, verrà fatta rivivere, su iniziativa dell’Archeoclub “Morgantina - Aidone”, proprio dai cittadini aidonesi che di quell’antico centro urbano, ancora in gran parte nel sottosuolo, sono i discendenti. Con il suo teatro unico al mondo, Morgantina è l’unico caso documentato di “colonia greca” siciliana eretta nell’entroterra (sebbene c’è chi ritenga doverla identificare con l’odierna Agnone Bagni). E quasi certamente essa, prima dell’arrivo dei greci, era la città da cui la Sicilia stessa prese il nome di “trinakria”: infatti antiche iscrizioni in lingua sicula fanno riferimento alla città (e all’isola di cui ne era ideale capitale) di “thrinakie” o “trinacie”, affine al sanscrito “trinakyia”, cioè “ilgiardino”.La riscoperta di questo luogo, delle sue strutture, del suo nome, dei suoi usi e costumi, che viene effettuata da qualche anno a questa parte, insieme alla lotta per riaverne i tesori, è metafora della lotta di tutti i Siciliani nel rivendicare la propria identità di Popolo, la propria millenaria storia di Nazione, il proprio ineluttabile destino di Stato Indipendente e Sovrano. Il Paul Getty Museum Un gatto candidato al PD L ’Aca Sicilia, Associazione eco-animalista, lancia la candidatura di “Palla”, gatto meticcio, a nome di tutti gli animali Ritratto di Palla italiani diversi dall’uomo (decine e decine di milioni di individui senza diritti, o quasi) a Segretario del Partito Democratico. Tale candidatura non solo per difendere i diritti di coloro che non hanno parola né diritto al voto ma anche in quanto dei candidati a Segretario nessuno è un riconosciuto attivista animalista e ambientalista. Palla, gatto meticcio di 10 anni, color bianco e nero, con una banda da pirata di color nero, abitante a Catania, affettuoso e con indole da capo branco, riesce sempre ad esprimere, dando morsi alle caviglie, il suo dissenso contro le decisone del suo “padrone” (che poi è un animalista di vecchia data responsabile di un’Associazione eco-Animalista nata in Sicilia denominata Aca Sicilia) chiede agli organizzatori delle primarie del PD che tutti gli animali, domestici e selvatici, o costretti a vivere in laboratori di vivisezione, allevamenti, zoo, circhi e così via, che abbiano quattro o due zampe e un paio di ali, possano votare alle primarie del Partito Democratico, oltre a chiedere il voto di tutti color che amano la natura e gli animali e di quelli che sono contrari al razzismo di specie, alla schiavitù a qualsiasi titolo e a favore del diritto alla libertà e all’ esistenza. La vittoria, se ciò sarà condiviso, è scontata, e per la prima volta un animale diverso dall’uomo avrà una carica in un partito. N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Informazione Regionale dalla Sicilia Distrutta targa in ricordo di Quattrocchi C 23 La Rosa - che ci troviamo davanti ad un gesto grave che insulta tutti i catanesi, e che ancora una volta mette in luce come la sicurezza nel centro storico non sia sufficientemente garantita‰. In questo senso nei prossimi giorni rende noto il vice capo gruppo di AN a palazzo degli elefanti La Rosa, con La Contea, intendiamo dare luogo ad una nuova iniziativa per promuovere, con rinnovato vigore, l‚intervento delle forze dell‚ordine a tutela dei cittadini e dei beni culturali del centro storico.In merito al vigliacco gesto che ha portato alla devastazione dell‚albero d‚arancio e alla sottrazione della targa in ricordo dell‚eroe Italiano ˆ concludono Puccio La Rosa e David Migneco- rendiamo noto, fin da ora, che depositeremo una nuova targa e pianteremo un nuovo albero d‚arancio, affinché la memoria di Fabrizio Quattrocchi non vada perduta e per dimostrare a quanti si sono macchiati della vile, stupida ed insensata azione di danneggiamento che Catania ed i suoi abitanti non si lasciano intimidire. atania – L’Associazione Culturale la Contea rende noto che, in seguito ad un barbaro atto vandalico, la targa deposta in onore di Fabrizio Quattrocchi, medaglia d‚oro al valor civile, é stata divelta ed asportata; così come l‚albero d‚arancio piantato in sua memoria è stato del tutto devastato. La targa e l‚albero erano stati deposti con una solenne cerimonia lo scorso 13 Aprile, in seno al progetto Identità è Futuro de La Contea, nell’aiuola, fino ad allora lasciata in stato di degrado, antistante la chiesa presente in Piazza Spirito Santo La Contea denuncia quest’atto di barbarie ed inciviltà - afferma David I Il Ministero della pubblica istruzione invece di tutelare e garantire i diritti degli studenti disabili ricorre alla Magistratura contro di loro l Ministero della Pubblica Istruzione invece di tutelare e garantire i diritti degli studenti disabili ricorre alla Magistratura contro di loro. I Giudici della Seconda Sezione del Tribunale di Messina, nel giro di tre giorni, hanno cambiato orientamento decidendo su ricorsi aventi lo stesso oggetto (Riconoscimento delle ore di sostegno a studenti disabili) in maniera diametralmente opposta. Durante l’anno scolastico 2006/2007, molte famiglie di ragazzi disabili sono state costrette a rivolgersi alla Magistratura per ottenere il riconoscimento del diritto allo studio per i propri figli (sentenze Tribunale di Roma, Bologna, Venezia, Ancona, Napoli, Campobasso, Brescia, Salerno, Cagliari, Reggio Calabria, Agrigento, L’Aquila, Siracusa, Messina …). Francesco, all’inizio dell’anno scolastico 2006/2007 ricorre alla Magistratura per avere le ore di sostegno adeguate; il Giudice accoglie il ricorso ex art. 700 e conferma le 18 ore richieste. Il Ministero della Pubblica Istruzione inoltra reclamo con procedimento iscritto al n. 10026/2007 R.G. e il Collegio della Seconda Sezione del Tribunale di Messina,con ordinanza dell’11 giugno 2007, rigetta il ricorso fatto dal Ministero e riconferma le 18 ore di sostegno; Chiara, ri- Rosolini. La Chiesa Madre civico e culturale, della città intende deferire il fatto all‚autorità giudiziaria al fine di identificare e perseguire i colpevoli. Quanto accaduto evidenzia ˆ commenta il consigliere comunale Puccio I giudici della seconda Sezione del Tribunale di Messina, nel giro di tre giorni, hanno cambiato orientamento decidendo su ricorsi aventi lo stesso oggetto corre alla Magistratura per avere le congrue ore di sostegno a scuola e, come Francesco, ottiene le 18 ore richieste. Il Ministero della Pubblica Istruzione inoltra reclamo con procedimento iscritto al n. 10002/2007 R.G ma, questa volta, il Collegio della Seconda Sezione del Tribunale di Messina, il 15 giugno 2007, emette un’ordinanza dove contrariamente a quella del 11/06/07, accetta il ricorso del Ministero ritenendo sussistente il difetto di giurisdizione e toglie le 18 ore. Fortunatamente l’anno scolastico è terminato e, a Chiara, non può essere più tolta l’in- Discarica comprensoriale e possibile ampliamento R Migneco ( responsabile del progetto „Identità è Futuro) ˆ perpetrato con un atto indubbiamente volto ad insultare la memoria di un grande italiano. In questo senso La Contea, nell‚interesse Malagiustizia e disabili LETTERA AL DIRETTORE osolini - A ridosso del nostro Comune, sorge una megadiscarica a servizio dei Comuni della zona Sud della Provincia di Siracusa, la quale ha oggi assunto dei risvolti paradossali, si parla, infatti, già di esaurimento. Questa megadiscarica, consegnata poco più di sei mesi fa, fu realizzata nel più assordante silenzio, col disinteresse del Consiglio Comunale Fabrizio Quattrocchi e senza che i cittadini fossero informati sulla gravità che tale opera potesse avere, in termini di danno alla salute e all’ambiente. E non è finito qui, l’opera dell’Amministrazione Giuca è volta al raggiungimento dell’obbiettivo di trasformare Rosolini da “Città del Carrubo” a “Città dei Rifiuti”, mettendo nuovamente sotto pressione il territorio con la realizzazione di segnante di sostegno. Maria: la procedura per lei segue un iter più tortuoso. All’inizio dell’anno scolastico 2006/2007, ricorre alla Magistratura per avere assegnate le 18 ore di sostegno, ma il Giudice assegnatole, contrariamente a quello di Francesco e Chiara, non riconosce la giurisdizione, non accoglie il ricorso ex art. 700 e non le assegna le 18 ore richieste. Successivamente, su reclamo dei genitori, il Collegio della Seconda Sezione Civile di Messina, procedimento iscritto al n. 10158/2007 R.G, con ordinanza del 15 giugno 2007, ritenendo sussistente il difetto un’n-esima discarica. Va sottolineato che la nostra posizione non deve essere intesa come un’opposizione campanilistica, ma un reale interessamento verso il bene della città e del territorio. Nessuno ha alzato lo sguardo ed ha fatto cenno all’importanza strategica, per l’ambiente e per l’economia della fascia agricola a valle della discarica, dove i tanti agricoltori traggono il proprio sostentamento con colture riconosciute universalmente di eccellenza, quale il prestigioso Nero d’Avola. Si finge di non sapere che le colture di quest’area hanno un’importanza strategica, in quanto risorse autoctone insostituibili, e che il suo inquinamento determinerebbe una grave crisi socio-economica nel territorio di Rosolini-Pachino. Si finge di non conoscere che gli RSU a lungo andare sono fortemente inquinanti e contenenti anche metalli pesanti altamente pericolosi che rimarranno eternamente nell’ambiente ed entreranno prima o poi nel ciclo alimentare dell’uomo attraverso l’acqua e i prodotti dell’agricoltura, anche dopo i 10-20 anni per i quali è garantita la tenuta dei teli sistemati alla base. Già Rosolini sta scontando un tale prezzo, con l’alta incidenza tumorale. Si finge di non sapere che la morfologia di quest’area a monte di una più ampia piana favorisce la dispersione di sostanze inquinanti. È vero che il problema dei rifiuti non è di immediata soluzione in quanto lontana ancora sembra la realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia, ma è anche vero che nulla si di giurisdizione, devolve la competenza al giudice Amministrativo e, Maria nonostante la richiesta delle 18 ore settimanali, per l’anno scolastico 2006/2007, ha usufruito solo di 9 ore. Perché il Collegio, per lo stesso tipo di reclamo decide che per Francesco ha competenza di giurisdizione mentre per Chiara e Maria la competenza è del Giudice Amministrativo? Gli altri giudici, nelle altre province d’Italia (Messina compresa), nell’emettere un giudizio hanno preso un abbaglio, hanno commesso un abuso di potere intromettendosi in un campo che non era di loro pertinenza o, più semplicemente, hanno garantito i diritti soggettivi di un individuo ritenendo deontologicamente corretto pronunciarsi? Perché questo accanimento delle Istituzioni contro i disabili e le loro famiglie? E’ civile uno Stato che costringe i genitori dei disabili a ricorrere alla magistratura per avere riconosciuto un loro diritto? Se lo Stato ha deciso di risparmiare sui soggetti più deboli quale alternativa hanno le famiglie? A chi dovranno rivolgersi per essere tutelate? A tal proposito, sarebbe auspicabile che gli Organi competenti dessero direttive chiare e precise per consentire ai Giudici di espletare le loro mansioni serenamente e alle Famiglie di conoscere qual è l’Organo giudiziario preposto alla tutela dei Diritti dei loro figli. è fatto in merito ad una riduzione della produzione di RSU nella città, magari incentivando i cittadini alla raccolta differenziata. E pensare che Rosolini, oltre all’Assessore all’Ambiente, può vantare anche di un ben retribuito esperto per i rifiuti. Ed è anche vero che insistere a voler ubicare un’ulteriore discarica esclusivamente in base ad alcuni e non sufficienti requisiti geologici, trascurando le caratteristiche ambientali e socio-economiche dell’area, significa aggravare la già preoccupante situazione in cui versano le risorse naturali, ambientali ed idrogeologiche e l’assetto economico del territorio. Il nostro augurio è che si trovi un ulteriore sito in cui ubicare una ben più sicura discarica. Il nostro augurio è che l’attuale Amministrazione si assuma la responsabilità politica degli interventi effettuati a discapito dell’ambiente e del territorio e che si impegni da subito a cambiare rotta, non escludendo a favorire ciò una chiusura anticipata di questa deprecabile esperienza amministrativa. Dott. Dino Gennaro Presidente dell’Ecosezione Jonica del Movimento Azzurro Informazione Regionale 24 Progettazione e gestione di aree a verde, parchi e giardini dalla Sicilia C atania - La Provincia regionale di Catania, il Comune di Caltagirone e la facoltà di Agraria dell’Ateneo catanese anche per quest’anno hanno rinnovato il protocollo d’intesa per lo svolgimento del corso di laurea in “Progettazione e gestione di aree a verde, parchi e giardini” nel capoluogo calatino. Ad apporre le rispettive firme sul protocollo, nei locali del Centro direzionale Nuovaluce, sono stati il presidente della Provincia, on. Raffaele Lombardo, l’assessore provinciale alle Politiche attive del lavoro e ai Rapporti con l’Università, Orazio Quattrocchi, il sindaco di Caltagirone, Francesco Pignataro, il preside della facoltà di Agraria di Catania, Salvatore Barbagallo, e il presidente del corso di laurea istituito nel Calatino, Antonino Failla. All’incontro è intervenuta anche la dirigente del servizio Pubblica istruzione, Domenica Pagliaro. Le percentuali del corso sono state finora positive, con circa un centinaio di studenti che hanno conseguito questa laurea specifica, con buone ricadute occupazionali in un settore importante e delicato per tutta la Sicilia, come sono appunto le aree a verde, i parchi e i giardini. “La Provincia di Catania – ha detto il presidente Raffaele Lombardo – continua a sostenere un corso di laurea unico nel suo genere in tutto il Meridione, di assoluto prestigio e di sicura utilità per un territorio come il nostro e nel contesto mediterraneo. Non sono pochi, infatti, i giovani neo-dottori di questo settore che trovano impiego o che vengono contattati dalle Pubbliche amministrazioni per la loro preparazione specifica. Per questo, continueremo a dare il nostro sostanziale contributo, perché assieme alle prospettive didattiche e formative crescano anche le possibilità occupazionali”. Il presidente Raffaele Lombardo ha ricordato, durante l’incontro, che la Provincia, proprio qualche mese fa, ha inaugurato a Caltagirone il parco di Monte San Giorgio, una delle aree a verde del territorio calatino di maggior interesse naturalistico, a testimonianza della forte attenzione che Palazzo Minoriti rivolge al comparto ambientale. “In termini positivi, – ha aggiunto l’assessore ai Rapporti con l’Università, Orazio Quattrocchi – questo potrebbe essere l’ultimo protocollo d’intesa che firmiamo, perché procede speditamente il percorso per la costituzione ufficiale del Consorzio universitario del Calatino. Oltre alla Provincia, al Comune di Caltagirone e all’Asi del Calatino, infatti, sono già 9 su 15 i Comuni che hanno aderito, assieme all’Asl 3 di Catania e al Consorzio di cooperative sociali Solco-Simeto. Si tratterebbe di un ulteriore, importante passo avanti per la cultura e la formazione in una fetta di territorio così importante”. “Con questo protocollo d’intesa, – ha affermato il sindaco Pignataro – continuiamo a dare la sicurezza a tanti studenti di poter proseguire la propria formazione didattica Rinnovato il protocollo d’intesa per il corso di laurea nel capoluogo calatino di base e di godere di probabili sbocchi occupazionali”. Gratitudine alla Provincia e al Comune per l’impegno mantenuto anche quest’anno ha voluto esprimere il preside della facoltà di Agraria, prof. Salvatore Barbagallo. “La specifità del corso – ha spiegato il preside – è costituita anche dalla interdisciplinarietà delle materie e dei docenti, con il coinvolgimento di ingegneri, agronomi e architetti”. Secondo la collaborazione stipulata, saranno attivati nella sede L inguaglossa - Risuonano le celestiali note dell’organo a canne della Chiesa Madre di Linguaglossa, recentemente tornato agli antichi splendori grazie a un lavoro di restauro eseguito dalla ditta “Artigiana Organi” Oliveri di Acicatena e finanziato dalla Provincia Regionale di Catania, ed è subito emozione allo stato puro. In prima fila, lo scorso fine settimana, a gustarsi l’esibizione del maestro organista Diego Cannizzaro, con musiche anche di Mendelssohn e Faurè, il vescovo della Diocesi di Acireale, mons. Pio Vittorio Vigo, l’assessore provinciale alle politiche culturali Serafina Perra e il sindaco della cittadina montana, Rosa Maria Vecchio. A fare gli onori di casa, l’arciprete don Vincenzo Di Mauro, commosso e felicissimo per quella che è stata definita una riconquista culturale e artistica di straordinario interesse per tutta la comunità della Diocesi. N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Organo a canne della Chiesa Madre di Linguaglossa Torna a suonare l’organo della Chiesa Madre Una Chiesa Madre, dedicata a S Maria delle Grazie, stracolma di fedeli che hanno avuto l’opportunità di assistere a una conferenza sul settecentesco coro ligneo presente nella Chiesa, tenuta da Luigi Andreozzi e Alessia Giuffrida, autrice della pub- blicazione e tesi di Laurea alla Sapienza di Roma: “Il settecentesco coro ligneo della Chiesa Madre di Linguaglossa”. «La cittadina di Linguaglossa e l’intera provincia tornano a fruire di un bene artistico di rilevante importanza – ha commentato l’assessore Serafina Perra – che arricchisce ulteriormente l’offerta turistica e culturale. L’organo a canne di questa Chiesa Madre costituisce un punto di riferimento nel panorama specifico siciliano e, proprio per questo, è stato destinatario di un intervento congruo da parte della Provincia che punta al recupero e alla fruizione dei tesori custoditi nei nostri centri e nelle chiese. Il restauro è stato difficile, in quanto la struttura dell’organo è particolarissima ed è stato necessario uno studio approfondito anche fuori dai confini nazionali, alla ricerca di Caltagirone per l’anno accademico 2007/2008 il 1° anno del ciclo 2007/2010, il 2° anno del ciclo 2006/2009 e il 3° anno del ciclo 2005/2008 del corso di laurea. Per l’attivazione dei corsi, il Comune e la Provincia metteranno a disposizione rispettivamente 100 mila e 130 mila euro, che serviranno per il regolare svolgimento delle lezioni e dell’intero percorso didattico. Il Comune, inoltre, metterà a disposizione le strutture edilizie. di altri esemplari e di materiali idonei: di questi organi a canne, ne restano oggi una decina su trecento e l’unico del genere è custodito a Linguaglossa. Sulla presenza di quest’opera d’arte – conclude l’assessore Perra - sicuramente la Provincia di Catania di farà interprete di altre iniziative culturali e di promozione». L’organo a canne troneggia sopra l’altare maggiore e le sue canne, ben oltre 1600, si stagliano in verticale conferendo all’immagine una connotazione poderosa e imponente: realizzato da Locatelli junior ed inaugurato nel 1902, con due tastiere, secondo quanto riferisce don Di Mauro, l’organo non entrò mai in funzione. Il motivo di questa anomalia risiederebbe nel fatto che l’aria non arrivava a tutte le 1640 le canne. Il 10 agosto del 1943 durante il bombardamento alleato, una esplosione vicina alla chiesa compromise la staticità dell’organo, che rimase seriamente danneggiato. Tre anni di lavoro per il completo restauro ed oggi il bene, grazie al finanziamento della Provincia Regionale di Catania, torna ad essere fruibile in tutta la sua bellezza. La Curia Vescovile di Acireale, tramite l’Ufficio Beni Culturali Ecclesiali ha partecipato al consolidamento statico della struttura dell’organo. N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Informazione Regionale dalla Sicilia Da Verga a Visconti A CITREZZA - Si è potuta registrare una piazza Luchino Visconti gremita di gente in ogni ordine di posto per l’evento culturale “Da Verga a Visconti” organizzato dall’associazione culturale Centro Studi Acitrezza in occasione del centenario della nascita del regista Luchino Visconti, del 60° anniversario del film “La terra trema” e dell’85° anniversario della morte di Giovanni Verga. La serata ha avuto inizio con un filmato realizzato dai soci del CSA ed un gioco di luci in piazza Visconti come omaggio agli artisti che hanno reso famosa Acitrezza nel mondo. Subito dopo i soci Alfio Mirabella e Nello Grasso, ideatori dell’evento, hanno introdotto la serata spiegandone il significato. La parola è poi passata all’Assessore provinciale alla cultura Serafina Perra che ha dichiarato pieno appoggio da parte della Provincia Regionale di Catania ad attività culturali del genere organizzate dal CSA ed il Presidente del Centro Studi Acitrezza Giovanni Grasso ha sottolineato come questo sia stato l’unico evento culturale organizzato ad Acitrezza e voluto dai trezzoti. L’evento è entrato nel vivo quando l’attore locale e socio del CSA Orazio Arena ha iniziato la lettura delle parti principali del romanzo “I Malavoglia” di Giovanni Verga intervallata da un filmato sulle opere cinematografiche di Visconti, uno slideshow di immagini che ritraeva le scene d’amore del film “La terra trema” ed un balletto curato dall’istruttrice di ballo Loredana Grasso insieme al ballerino Ga- Luchino Visconti Giovanni Verga Nascerà a Catania la “cittadella del collocamento” Lo Scica andrà nei locali della VII Municipalità “così il Comune risparmierà 200.000 euro l’anno” L ’Ufficio Collocamento di Catania (Scica) potrebbe presto lasciare i locali di via Giannotta per trasferirsi in una sede più ampia e migliore nel plesso della VII Municipalità “Nesima – Monte Po” in via Vigo. E’ questa la proposta lanciata dall’assessore al Decentramento del comune di Catania, Nino Nicotra, che porterebbe in via definitiva l’Ufficio di Collocamento e l’Ufficio Contenzioso (che attualmente si trova in via Borrello) negli ampi, moderni ed adeguati locali di via Vigo. Un’iniziativa concordata con il sindaco Umberto Scapagnini che si colloca all’interno del progetto di ottimizzazione e razionalizzazione delle risorse e delle proprietà comunali. “Con questa operazione – spiega l’assessore Nicotra – risolviamo innanzitutto il problema dell’inadeguatezza dell’attuale collocazione, offriremmo un servizio migliore 25 all’utenza sia per la qualità dei locali sia perché più vicini alle zone da cui proviene la maggior parte di essa. Inoltre le casse comunali, essendo un locale di proprietà dell’ente, avrebbero un risparmio di circa 200 mila euro l’anno pari all’affitto pagato attualmente poiché lo Scica, pur essendo un ufficio regionale, deve essere allocato a spese del comune”. “Nei prossimi giorni – continua l’assessore – proseguirò l’iter con un incontro con la Municipalità, da tenersi nei prossimi giorni, e con i vari funzionari degli uffici per procedere lungo il necessario iter burocratico a partire dalla rescissione dei contratti di locazione in atto”. La nuova sede è ampia oltre 1.000 metri quadrati, è dotata di ampio parcheggio, è di facile raggiungibilità, è adeguata alle recenti normative (impianti in regola, assenza di barriere architettoniche), grazie alla recente ristrutturazione, ed è vuota e quindi subito fruibile. La proposta di Nicotra è stata accolta con estremo favore dai dirigenti dell’Ufficio Provinciale del Lavoro attraverso le parole di Fausto Piazza: “Una soluzione validissima, la migliore possibile sia per le condizioni ottimali in cui potremmo lavorare sia per essere più facilmente raggiungibili dalla nostra utenza. Il rapporto diretto con il comune, senza l’interlocuzione con un terzo privato, non potrà che condurre a risultati maggiormente positivi. Lavoreremo insieme all’assessore Nicotra per raggiungere questo importante obiettivo”. Entrando nella fase operativa, questa mattina, l’assessore Nicotra, il dottore Piazza ed i tecnici di Scica e comune, rispettivamente il geometra Giovanni Zurria e il geometra Daniele Cantatore, hanno effettuato un sopralluogo per ancor meglio rendersi conto della situazione. briele Samperi. Per l’occasione è stata allestita sempre in piazza Visconti una mostra di pittura degli artisti locali Teresa Dionisio, Concetta Viscuso e Salvo Coglitori con tema Acitrezza, “I Malavoglia” e “La terra trema”. I contributi di Don Giovanni Mammino, parroco della Parrocchia San Giovanni Battista di Acitrezza, su come la chiesa di Acitrezza ha vissuto e ha visto le opere di Verga e Visconti e del dott. Umberto D’arrò, giornalista e membro della Consulta filatelica nazionale, sul francobollo realizzato dal Ministero delle Comunicazioni in occasione del centenario della nascita di Visconti hanno arricchito maggiormente di contenuti la serata. Al termine dell’incontro è stato proiettato un filmato realizzato dai soci Francesco Giro- ne e Francesco Valastro con le interviste a Nelluccia e Agnese Giammona, Turi Vicari, Salvatore Valastro, Francesco Valastro, Antonino Micale e Santo Valastro, alcuni degli ultimi attori viventi del film di Visconti girato ad Acitrezza. La premiazione degli attori che hanno partecipato all’iniziativa del CSA, dei pittori locali e degli intervenuti all’incontro ha chiuso la serata tra gli applausi degli spettatori soddisfatti. Giovanni Grasso e Antonio Guarnera, rispettivamente Presidente e Vicepresidente del CSA, dichiarano: << E’ stato un enorme successo di pubblico dove Acitrezza ha ricordato le sue radici storiche e culturali che la rendono unica. E’ stata anche una grande iniezione di fiducia nei confronti del CSA che continuerà con le iniziative a salvaguardia dell’identità trezzota Sospesa la caccia in Sicilia P ericolo scampato per i sopravissuti in natura! Questo era il non lontano timore dell’ACA Sicilia – afferma il Presidente ACA Sicilia Alfio Lisi – denunciato pubblicamente ed alla stessa Regione, ma l’assessore all’agricoltura La Via, alle forti pressioni dell’ACA Sicilia e di altre associazioni, risponde pubblicamente, in modo responsabile e consapevole, che è sua intenzione sospendere l’apertura della caccia in tutta la Regione. Non è solo una vittoria delle associazioni ma della natura siciliana e della stragrande maggioranza dei cittadini siciliani da sempre contrari all’attività venatoria in quanto crudele e devastante. Per ora, se non ci saranno ripensamenti dettati da interessi pseudo politici che come sempre non hanno nulla da spartire con gli interessi generali - afferma Alfio Lisi – la caccia non avrà più inizio dall’1 settembre, grazie a tale coraggiosa scelta dettata dal buon senso, milioni da animali selvatici rimasti miracolosamente ancora in vita , mentre la loro prole è stata annientata e bruciata viva, non rischieranno di essere presi a fucilate senza peraltro potersi difendere o nascondere vista la distruzione del loro habitat e il territorio siciliano non si trasformerà in un deserto senza vita selvatica. 26 Informazione Regionale L’indicazione d’origine delle olive in etichetta per sventare frodi e sofisticazioni dalla Puglia Contro gli affari scivolosi Il Presidente Salcuni commenta l’articolo apparso su “The New Yorker” Cambio ai vertici della L Prefettura di Taranto I l Prefetto di Taranto Francesco Alecci viene trasferito alla Prefettura di Messina, lasciando di stucco l’intera città per la notizia del trasferimento proprio quando aveva attivato tutti gli incontri organizzativi per la risoluzione del Caso-Taranto. Il nuovo Prefetto Alfonso Pironti, 58 anni, proveniente dalla Prefettura di Latina, insediatosi il 6 agosto scorso, già a conoscenza delle situazioni finanziarie del capoluogo jonico, continuerà l’operato svolto dal suo collega Alecci. Quest’ultimo arrivato il 16 gennaio del 2006, ha dovuto affrontare nel mese successivo le dimissioni del sindaco Di Bello, con il susseguirsi del commissariamento che ha portato una crisi finanziaria con il conseguente blocco delle attività comunali e del suo indotto col collasso della città. Il Prefetto Alecci ha avuto quindi un gran da fare, in una città abbandonata con un bilancio comunale fasullo, si è mosso portando tutto davanti ad un tavolo di concertazione, ottenendo contatti e riunioni con il Governo centrale. Il Prefetto Alecci ha dovuto affrontare vertenze sindacali, tensioni sociali, occupazioni di vie di accesso principali della città e del ponte girevole, comunque è riuscito sempre ad essere pronto ad anteporsi tra le due parti, districandosi con autorevolez- Alfonso Pironti. Nuovo Prefetto di Taranto za riportando serenità alla stessa città. Adesso la città ha un sindaco, una giunta ed un consiglio comunale che hanno un compito importante: la ripresa della vita amministrativa dell’Ente Comune. Così Alecci lascia la città al nuovo sindaco, il suo trasferimento lascia l’amaro in bocca, non è facile dimenticare il lavoro svolto dal prefetto sempre al fianco dei sindacati ed imprenditori, si sentiva anche lui cittadino di Taranto, notava una città sporca, buia ed abbandonata, quando girava per le vie cittadine, cercando delle soluzioni per risolverle, ha capito che Taranto aveva bisogno di lui, della sua rappresentanza del Governo. Il prefetto Francesco Alecci lo si ricorderà per aver rimesso in moto una macchina o “Slippery business”, l’affare scivoloso di cui parla Tom Mueller su “The New Yorker” sottolineando che il mercato dell’olio in Italia è drogato e che a pagarne le spese sono proprio gli olivicoltori “come quelli pugliesi- che “fanno” prodotto tipico, pone alla ribalta internazionale una grave problematica da noi costantemente denunciata che necessita di interventi immediati e concreti”. E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, a commentare l’articolo apparso oggi a pagina 9 di Repubblica, che riporta quanto pubblicato sul quotidiano statunitense in merito al mercato drogato dell’olio extravergine nel nostro Paese, con la precisazione che “il governo sembra così debole “si legge- nel perseguire alcuni crimini nel settore da far sospettare complicità” in un business “con profitti comparabili a quelli del trafamministrativa comunale. Tocca al primo cittadino Ezio Stefano proseguire il lavoro svolto per la ripartenza della città di Taranto. Da fuori guardano l’evolversi, il nuovo prefetto Pironti ha un ruolo di garanzia dando priorità alle vertenze occupazionali ed una attenzione alla sicurezza sul lavoro. Sono i punti giusti per far ripartire l’economia a Taranto e superare la crisi. Michele Antonazzo Sulle ultime vicende AMIU Q uesta segreteria generale è costretta ad intervenire nelle ultime vicende AMIU e dare la propria solidarietà alle OO.SS. aziendali che invitano il Sindaco a ritenere concluso il compito di questo C.d.A. Non esiste una qualsiasi giustificazione per cui questo C.d.A. possa fregiarsi di un qualsiasi titolo di merito nella conduzione dell’Azienda e per cui possa meritare una riconferma o una qualsiasi proroga al loro mandato. Sono stati fallimentari e dolosamente omissivi nelle più elementari norme di relazioni sindacali, forse ritenendo che avere la copertura di una sola sigla presente in Azienda gli avrebbe garantito eter- N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre na immunità. Le corrette relazioni sindacali prevedono che le OO.SS. aziendali siano informate sulle seguenti materie: Il volume degli investimenti effettuati e i programmi di investimento; L’andamento economico e produttivo dell’impresa; I programmi degli appalti e/ o degli affidamenti; Le linee generali di evoluzione della organizzazione aziendale, con riferimento alle politiche occupazionali; Le modifiche strutturali dell’assetto organizzativo dei servizi, rivolte ad un più razionale utilizzo dei mezzi e degli impianti – anche attinenti all’attivazione di nuovi servizi e/o segmenti di mercato, le quali producano effetto sulle condizioni di lavoro e sulla consistenza degli organici; Informazione sui bilanci aziendali annuali. Tutto questo non c’è stato ed i sospetti ed i dubbi nascono spontanei. Chiediamo al signor Sindaco di verificare se gli acquisti dei cassonetti ( la cui qualità e non funzionalità dei coperchi lascia perplessi), degli automezzi e autocompattatori, se sono avvenuti nel il rispetto delle norme di evidenza pubblica europea e se a tutte le ditte aventi diritto sia stato concesso di partecipare con pari condizioni di accesso alle informazioni. Chiediamo inoltre di verificare se in azienda ci sia intenzione di affidare altri servizi con il sistema della trattativa privata, fico di cocaina senza gli stessi rischi”. “L’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle olive per favorire i controlli e impedire gli inganni “ continua il Presidente Salcuni “ è la migliore risposta alle critiche della prestigiosa rivista americana che rischiano di avere pesanti conseguenze sulle esportazioni Made in Italy. Una misura necessaria per garantire la rintracciabilità delle produzioni e agevolare il prezioso lavoro delle forze dell’ordine che appena il mese scorso hanno fatto ritirare dal mercato quasi 2,3 milioni di chili di olio extravergine di oliva, proveniente da miscele fra oli nazionali ed esteri (Spagna, Grecia e Tunisia) al quale un’azienda olearia pugliese ha illecitamente attribuito l’origine italiana e, in alcuni casi, falsamente dichiarato la produzione biologica. Nel 2007 si è verificato un aumento del 30 per cento delle importazioni di olio di oliva dall’estero, secondo i dati Istat relativi al primo trimestre, mentre resta inapplicata la legge 2004 del 2004 approvata in forma bipartisan dal Parlamento con il sostegno di 1,5 milioniu di firme raccolte dalla Coldiretti. Sugli scaffali dei supermercati è straniero l’olio di oliva contenuto quasi in una bottiglia su due, ma ai consumatori vengono presentate tutte come italiane perché sulle etichette non è ancora obbligatorio indicare l’origine delle olive. Una situazione che mette a rischio gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all’ambiente. Particolarmente colpita da frodi e sofisticazioni la Puglia che può contare su 5 Dop (Denominazione di Origine Protetta) “Terra di Bari”, “Terra d’Otranto”, “Dauno”, “Collina di Brindisi”, e “terre Tarentine” ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio. augurandoci che inchieste denominate AUMM AUMM appartengano al passato. Il degrado del servizio è sotto gli occhi di tutti ed in tal senso c’è stata una giusta e dura presa di posizione da parte dell’Assessore alle società partecipate. La cattiva organizzazione del lavoro non significa lavorare di meno, ma al contrario di più e peggio. Lo straordinario aumenta ed anche le patologie degli operatori,che sicuramente in questa storia non hanno alcuna colpa, se non per i carichi di lavoro aumentati e per una aumentata disaffezione nei confronti dell’Azienda origine ed artefice di molti favoritismi. Spropositato sembra anche l’acquisto di un numero esagerato di automezzi che, al momento, va oltre le necessità dell’Azienda, tenendo presente anche la situazione economica precaria e la situazione organizzativa di lavoro, dove chiunque guida qualsiasi automezzo, e dove per guidare un mezzo nuovo non occorre professionalità, ma raccomandazioni. Siamo sicuri che qualsiasi auto- mezzo dopo un mese sarà diventato una carretta. Un’altra perla di questo C.d.A. è l’aver creato varie situazioni di MOBBING, soprattutto contro nostri iscritti, che con una serie di azioni di demansionamenti, trasferimenti, privazioni di qualsiasi funzione o affidamenti di compiti inesistenti e quindi non realizzabili, subiscono vessazioni quotidiane. Il tutto regolarmente denunciato alla Magistratura ed al “Centro prevenzione diagnosi e cura per le malattie da stress da lavoro e disadattamento lavorativo”. Questo C.d.A. non ha assolutamente vigilato,si sono consumate vendette personali, autorizzate e delegate a Dirigenti, peraltro nominati e senza che il proprietario socio unico abbia mai avvallato ed approvato queste nomine e modifiche. Signor sindaco, questo C.D.A. se ne deve andare. Faccia presto per evitare guasti sia economici che organizzativi ancora rimediabili, prima che la situazione sfugga di mano e finisca la pazienza dei lavoratori. Pietro Salcuni. Presidente Coldiretti Puglia N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre dalla Informazione Regionale Campania Napoli vuole più occupazione e meno sussidi N apoli - “Il grave degrado, insicurezza e povertà prodotto da oltre un decennio di negative Amministrazioni di centrosinistra ai danni della città di Napoli bisogna contrastarlo con più lavoro e meno sussidi - dichiara il consigliere di A.N. Marco Nonno – in relazione ai soliti e superati sistemi assistenzialistici calati dall’alto e fatti di sussidi, precari contributi, reddito minimo d’inserimento che oggi hanno ribattezzato reddito di cittadinanza. Infatti ci chiediamo se il reddito di cittadinanza, tanto decantato dal centrosinistra locale, abbia davvero captato e individuato tutte le dignitose realtà familiari che sopravvivono sotto le soglie di povertà? Si chiede l’esponente di Fini – Una montagna di risorse finanziarie dei contribuenti che potrebbero dirottarsi per costruire azioni di prevenzione e veri posti di lavoro stabili e produttivi anziché sprecare milioni di tasse dei cittadini in precarie e perdenti forme di assistenzialismo. Ricordiamo che l’ultima volta solo a Napoli sono stati esclusi migliaia di aspiranti alla lotteria del sussidio e la sola operazione gestionale affidata a Sviluppo Italia è costata la bellezza di oltre 12 milioni d’euro! - conclude Nonno – che sollecita ancora una volta gli stanchi vertici del centrosinistra locale a costruire un futuro di sana economia locale per tanti giovani e famiglie, che hanno bisogno di meno sussidi e più lavoro stabile e produttivo.” Una città amministrata da “nani” N apoli - Napoli, la nostra grande ed amata metropoli, una città che, in questo particolare momento, dovrebbe ancor più essere amministrata da “giganti” ed invece si ritrova nelle mani di “nani” sovente ammaestrati. Potrebbe essere bastata la semplice convocazione in Procura per conoscere le misure adottate per combattere lo smog, a scatenare la reazione immediata con un provvedimento, quello di bloccare anche le autovetture immatricolate prima del gennaio 1997, che riguarda complessivamente circa 289mila autovetture. Una misura che doveva entrare in funzione lunedì prossimo ma che ha scatenato una serie di polemiche dentro e fuori il Palazzo, al punto che è stato subito congelata e rinviata a data da destinarsi. La testimonianza di come anche i problemi che riguardano la salute dei cittadini vengano affrontati con superficialità, con soluzioni tampone improvvisate e discutibili , avulse da un contesto pianificato. Tutti sanno, evidentemente all’infuori di quelli che dovrebbero tutelarci, che a Napoli l’inquinamento ambientale è legato a ben altri più influenti fattori, tra i quali la presenza permanente di deci- Viadotti tangenziale Cilea ne di cantieri aperti in punti nevralgici della circolazione stradale, alcuni dei quali abbandonati da mesi, come quello al Vomero alla confluenza di via S. Gennaro ad Antignano ( foto allegata ), un parco autobus, insufficiente, in parte obsoleto costituito da vetture che dovrebbero essere per lo più a trazione elettrica, come avviene da tempo in molte metropoli afflitte dallo stesso problema di Napoli, la mancanza di parcheggi d’interscambio, come quello promesso da anni sotto i viadotti della tangenziale in via Cilea, l’insufficienza dei vigili urbani addetti alla viabilità, per citarne alcuni . Affermare che Napoli è la pattumiera automobilistica d’Italia significa offendere le decine di migliaia di napoletani onesti che non riescono neppure ad approvvigionarsi dei beni essenziali per la sopravvivenza con i magri stipendi percepiti e che, di conseguenza, non hanno la possibilità di acquistare una nuova autovettura o di sostenere le spese per modificare quella vecchia per consentirne la circolazione. Per questo diciamo basta, chiedendo al sindaco di Napoli di rimuovere gli assessori incompetenti, che non hanno fatto quanto necessario per evitare che la Città si ponesse fuori legge con 41 sforamenti accumulati dall’inizio dell’anno, per il limite massimo delle polveri sottili, sostituendoli con personalità con competenze tecniche e professionali affinché, prima che a settembre la Città ritorni nello stato caotico abituale, varino un piano per la viabilità e per i trasporti degno di questo nome con misure a breve, medio e lungo termine, realmente risolutive del grave ed indifferibile problema generato dallo smog. 27 Scarsa l’adesione ai fondi pensione S alerno - Un governo che sta tentando di rinnegare il mandato ricevuto dai cittadini in virtù di un programma in cui era scritto che la riforma del governo di centro destra doveva essere cancellata e rivista. Nel frattempo, autorevoli esponenti di governo, utilizzano i mezzi d’informazione, propagandando che i vigili del fuoco a 57 anni di età anagrafica sono troppo giovani per andare in pensione! Al quale ci sentiamo dire sperando nelle pari opportunità di diritto all’informazione: Caro Ministro, l’affermazione sui vigili del fuoco se la poteva risparmiare, perché la ritengo gratuita, propagandistica, senza fondamenta ed offensiva per il ruolo che il vigile del fuoco ha nella società, come al solito la Œ’ casta politica‚ alla quale volente o nolente appartiene, si vende la nostra categoria a proprio piacimento ricordandosi di elogiarla solo nelle occasioni per noi tristi di perdite di vite umane sacrificate all’insegna del: là dove gli altri scappano noi ci dobbiamo andare! Si e mai trovata in situazioni di pericolo, penso che mi risponderà di sì, per i suoi trascorsi e le sue lotte, ebbene per noi il pericolo è il nostro lavoro quello che ci serve per provvedere ai bisogni della nostra famiglia, il nostro lavoro comporta, un accelerazione del battito cardiaco ogni volta che suona la campana, specialmente di notte, una cosa alla quale non ti puoi sottrarre per 35 anni, la cosa più stupida che mi viene in mente, le voglio raccontare le più stupide, si e mai precipitata di corsa su per le scale con addosso un autorespiratore, un estintore da 9 kg, magari tra il primo ed il secondo piatto, ad ora di pranzo, non mi dica che è una prova di sforzo che fa bene al cuore, ed ai polmoni, solo negli ultimi anni la tecnologia ha dotato le APS di 4 autorespiratori, fino a poco tempo addietro ve ne erano 2, non può immaginare le schifezze che la mia generazione ha dovuto servire sul tavolo da pranzo degli alveoli polmonari, che saranno miliardi, ma per noi soprattutto per le sostanze sconosciute che abbiamo ingerito e che oggi sono state bandite come l’amianto, che nei cemento amianto classificati come compatti, sottoposti a fonte di elevato calore modificano la loro struttura causando un notevole rilascio di fibre. Ebbene per noi quegli alveoli sono diventati pochissimi. Come sindacato ci siamo occupati di questo problema arrivando a pubblicare risultati di alcuni studi di specialisti di fama internazionale i cui risultati attestano che i vigili del fuoco lavorano in condizioni difficili che in primis possono provocare lesioni cardiache oltre ad una serie di patologie dovute alla diversità delle sollecitazioni a cui sono sottoposti ed alle quali per la specificità del loro lavoro non si possono sottrarre. Non ho intenzioni di dare i numeri, le assicuro che il corpo nazionale paga solo in termini d‚infortuni un costo umano altissimo che non viene riconosciuto. Oggi si è inasprita ancora di più questa condizione, dettata dall’indirizzo politico che persegue lo smantellamento della pubblica amministrazione, con il taglio delle risorse e degli organici sta sottoponendo il personale a turni massacranti costringendo a vendersi in turni in straordinario per poter assicurare il pane ai pro- pri figli. Quando parliamo di lavori usuranti, parliamo di chi svolge turni h24, di persone che espongono giornalmente il loro organismo all’esposizione di fiamme libere, al contatto con incendi di sostanze pericolose, nocive, tossiche, lo stress dell’attesa, la guida in soccorso, lo scenario e la tipologia dell’intervento mai uguale, ogni volta il mostro da affrontare è diverso la responsabilità rimane sempre la stessa, altissima, quella della vita delle persone alle quali porti soccorso, riteniamo pertanto, ci siano motivate ragioni per definire il nostro lavoro Œ’ usurante. Mi dispiace dirlo ma affermazioni gratuite di questo tipo un ministro della repubblica se le poteva anche risparmiare. Ho 53 anni sono un capo reparto in servizio operativo dei Vigili del Fuoco, coordinatore della RdB/CUB dei Vigili del Fuoco ho rischiato di morire più di una volta, passare un giorno in visita in una caserma è bello, vederci passare in sirena è emozionante, trascorrerci una vita, non basta per capire cosa significa fare questo lavoro, cosa significa trovarsi di fronte ad una bombola di gpl all’interno di un appartamento in fiamme magari al 7 piano di un palazzo. tu e la bombola a poca distanza e come guardarsi negli occhi col nemico non sapendo a quando dista il raggiungimento della temperatura critica ebbene non puoi permetterti di pensare o di avere paura cara ministra.. devi agire ci scusi se questo senza saperlo ci usura un po‚ penso dovresti quanto meno riconoscere la tua superficialità o poca attenzione nel parlare di noi e chiederci almeno scusa. Andrea Vicinanza Una vittoria dei cittadini N apoli - Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari si dichiara soddisfatto per la battaglia di civiltà condotta da associazioni e cittadini, che ha portato al ritiro da parte degli assessori proponenti di un’ordinanza calata dall’alto, all’improvviso, che rischiava di penalizzare decine di migliaia di lavoratori e di famiglie che da un giorno all’altro rischiavano di rimanere appiedati, dal momento che non potevano consentirsi il lusso, di questi tempi, di acquistare un’autovettura nuova o di convertire quella vecchia in loro possesso. “ Ma anche l’occasione – precisa Capodanno – per domandarsi i motivi per i quali di fronte ad un problema grave che riguarda la salute dei cittadini, ancora una volta a sacrificarsi ed a soffrire dovevano essere le categorie meno abbienti, quelle, per intenderci, che non possono cambiare l’auto personale con la frequenza con la quale si cambia il vestito, laddove con una sana gestione della cosa pubblica, attraverso un piano, degno di questo modo, per la viabilità ed il trasporto pubblico, un altre metropoli hanno da tempo risolto il problema dello smog “. “ Siamo anche preoccupati – continua Capodanno - dal fatto che ancora una volta proprio al Vomero, la centralina posta nell’area antistante la scuola Vanvitelli, all’incrocio tra via Luca Giordano e via Stanzione ( foto allegata ), ancora una volta ha registrato lo sforamento del livello di ozono. Da qui la necessità di varare in tempi brevi una zona a transito limitato, che è stata sollecita più volte da residenti e commercianti, anche attraverso una petizione popolare che ha raccolto migliaia di firme “. “ Inoltre – prosegue Capodanno -, occorre finalmente dare corso alla realizzazione di parcheggi d’interscambio, come quello sotto i viadotti della Centralina antistante scuola Vanvitelli Tangenziale in via Cilea, che, da solo, risolverebbe gran parte dei problemi di viabilità di quella vasta area, procedere allo svecchiamento degli autobus tuttora utilizzati per le linee del trasporto pubblico sostituendoli con mezzi ad inquinamento zero, come quelli a trazione elettrica, chiudere in tempi brevi, e comunque entro i primi di settembre, buona parte dei cantieri che ostruiscono strade e piazze della città, alcuni dei quali, presenti da anni, sono diventati dei veri e propri monumenti, testimoni della superficialità e dell’incuria nella quale è caduta negli ultimi anni la Città “. Cultura 28 N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Le moschee: sono luoghi diversi dalle nostre chiese Riflessioni politicamente scorrette dedicate a chi ipotizza facili aperture di moschee sul nostro territorio T empo fa è arrivata la richiesta di uno spazio (magari di una moschea) per i musulmani presenti nel nostro territorio. Una richiesta che ha perorato la solita associazione no profit di volontariato che si fa in quattro (o in cinque) per venire incontro alle esigenze degli extracomunitari, ma quanti sono, e poi la vogliono la moschea, o si tratta di una provocazione come lo stesso dirigente dell’associazione ha tra l’altro scritto. Premetto che è giusto che ognuno preghi liberamente il suo Dio, la libertà religiosa è la cartina di tornasole d’ogni libertà. Occorre però puntualizzare che per gli islamici il luogo moschea non è da considerare alla stessa stregua della Chiesa. Secondo il senatore Alfredo Mantovano: “[…]bisogna togliersi dalla testa che le moschee per i musulmani siano l’equivalente della parrocchia per i cattolici. E’ qualcosa di più e di diverso. E’ un luogo di formazione e di aggregazione culturale e politica, quando va bene[…]”.I recenti arresti della Digos dei predicatori della moschea di Perugia, “è la conferma l’esistenza di una rete terroristica che ha già svolto in diverse città italiane una funzione di reclutamento, indottrinamento e addestramento di soggetti che poi sono stati inviati a farsi esplodere o a compiere ugualmente azioni di tipo terroristico prima in Bosnia e poi in Afghanistan e in Iraq, e che continua a prosperare con la complicità o la copertura di alcune moschee e centri culturali islamici, con l’indifferenza di tanti sia nel mondo culturale che nel mondo politico. Tra l’altro alcuni del mondo culturale sono più attenti a censurare i libri di Magdi Allam che non a contrastare queste forme di odio, violenza e terrorismo che crescono e prosperano in casa nostra”. (Intervista ad Alfredo Mantovano a cura di Emiliano Stornelli, 24.7.07 in L’Occidentale) Ma cosa si fa nelle moschee? Per Maria Giovanna Maglie, organizzano attentati contro di noi, sono scuole di terrorismo. “Questa volta è andata bene e i cattivi, non si sa per quanto, vanno in carcere, ma non saremo a lungo così fortunati. Il re del Marocco ha fatto chiudere 145 moschee, perché non idonee, cioè perché non svolgevano l’attività di preghiera, che è l’unica che devono fare”. (Maria Giovanna Maglie, Eppure all’indice ci va Magdi Allam, 22.7.07 Il Giornale). T Il sangue dei vinti e la grande bugia ra le letture estive, ho letto anche Il sangue dei vinti di Giampaolo Pansa, giornalista di grande spessore, che ha voluto affrontare un argomento forse poco battuto, un tema proibito, per gran parte della storiografia dei vincitori. Si tratta delle decine e centinaia d’eccidi, d’omicidi, compiuti per punizione, per vendetta, dei fascisti sconfitti, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Finora la storia delle guerra civile italiana del 43-45 trattava solo dei partigiani vincitori, dei caduti per mano dei nazifascisti era il pregiudizio autoritario - scrive Pansa - che la storia di una guerra la possono raccontare soltanto i vincitori. Anzi uno solo dei vincitori(il Pci) mentre i vinti debbono continuare a tacere. Pansa descrive il bagno di san- Celebrazione del 25 aprile 1946 a Saluzzo (Cuneo) Invece noi contribuiamo ad aprire o cediamo locali per adibirli a moschee come ha fatto qualche anno fa il cardinale Salvatore Pappalardo regalando ai tunisini di Palermo una chiesa del Settecento, non più in uso, allora la stampa tunisina ha titolato: “La vittoria dell’islam sul cristianesimo, il cardinale di Palermo obbligato a trasformare una chiesa in moschea”. Del resto l’Oriente pullula di chiese trasformate in moschee. Auspica la chiusura delle moschee dell’odio, della violenza e della morte anche Magdi Allam, e dopo gli arresti di Perugia sostiene che dobbiamo liberarci dalle ‘fabbriche dei kamikaze’ presenti nel territorio nazionale. Le moschee italiane, in buona parte sono dominate dagli estremisti dell’ Ucoii, sono spesso il centro delle attività eversive collegate o almeno ispirate da Al Qaida, scrive Livio Caputo, anche se questo non significa che tutte le 650 moschee sorte in Italia vengano utilizzate a questi fini. Certo non possiamo correre il rischio, secondo il giudice Dambruoso, di far passare “l’equazione moschea uguale terrorismo islamico”, questo non giova a nessuno: i musulmani hanno tutti i diritti rugia ha proceduto ad arrestare gli imam applicando l’emendamento alla norma 270 del codice penale che sanziona “l’addestramento a finalità terroristiche”. Erano anni che la cellula jihadista operava. Del resto se in una chiesa cattolica un parroco incitasse all’odio e all’uccisione dei musulmani, questo parroco non durerebbe a lungo. Questo è un esempio puramente teorico, “ma nelle moschee accade realmente che gli imam incitino allo sterminio di cristiani ed ebrei. Allora lo stesso metodo che useremmo nei confronti del parroco cattolico deve essere applicato verso gli imam musulmani radicali e verso chiunque altro nelle moschee e nei centri culturali islamici predichi la jihad e lo sterminio degli occidentali”. (ibidem) Sia in Italia che in Europa non si riesce a capire che il jihadismo radicale islamico ha scatenato una guerra contro l’Islam moderato e lo stesso Occidente. Il risultato è che finiamo per procedere con una navigazione a vista. Finché non scoppiano attentati, pensiamo di trovarci in pace e in un’autentica democrazia. “ci asteniamo dall’andare in profondità, non vogliamo confrontarci con la radice del male. Temiamo e scongiuriamo l’attentato, che è la punta dell’iceberg, ma non vogliamo guardare in faccia e affrontare con determinazione la realtà dell’iceberg. Piuttosto preferiamo rinviare la soluzione del problema di fondo, che se occupi qualcun altro che arriverà dopo di noi, il futuro governo o i nostri figli”. (Magdi Allam, Ecco i predicatori dell’odio, 22.7.07 Corriere della Sera). gue nell’Italia del Nord, dal 25 aprile alla fine del 1946 e in qualche caso anche dopo. Si tratta di una serie di storie, di fatti che vede protagonisti i partigiani comunisti vincitori e i fascisti sconfitti che avevano aderito alla Rsi di Mussolini, ma non solo loro. Bastava un minimo sospetto per essere liquidate dalle varie “volanti rosse”. Per raccontare questi fatti ha consultato una vastissima documentazione sull’argomento, anche dalla parte degli sconfitti, come l’ampia opera di Giorgio Pisanò. Forse anche per questo “sdoganamento” il giornalista di Casale Monferrato è stato ed è continuamente attaccato e denigrato dalla sinistra, da politici d’ogni calibro, Baronetti universitari, capi del reducismo partigiano, direttori di giornali post-comunisti, presunti opinion leaders, sono i Guardiani del Faro Resistenziale, che non accettano che Il Re del Marocco a praticare la loro religione. Sento già le critiche di certo mondo multiculturalista: “Voi siete contro il dialogo, siete per lo scontro di civiltà”. Ripeto noi siamo per la libertà religiosa per tutti. Ma siamo convinti che i diritti della maggioranza (noi) siano anche rispettati, almeno come quelli delle minoranze. Non si può continuare a tenere un atteggiamento buonista verso l’Islam radicale come fa il governo Prodi perché al suo interno ha la sinistra estremista che vede nell’immigrazione extracomunitaria l’equivalente dei proletari di 150 anni fa. Oggi i proletari non esistono più nelle fabbriche e li vogliono sostituire con gli immigrati (anche se loro non lo sanno). Di fronte a quest’intreccio fisiologico tra il terrorismo globalizzato e la rete di moschee, in un certo mondo della magistratura, della politica, intellettuale, giornalistico, persiste ancora l’idea che anche la predicazione a odiare a fare atti terroristici sia da considerare libertà d’espressione. Infatti solo ora la Procura di Pe- il diavolo revisionista faccia luce su una pagina di storia alquanto buia. Si pensi che Pansa per presentare al pubblico i suoi libri deve essere scortato dalla polizia. Il Sangue dei vinti è un racconto terribile e spietato di assassinii, spesso brutali d’uomini e donne. Per molti la morte arriva dopo una via crucis di umiliazioni, violenze, torture e stupri. Sono eliminati anche quanti potevano opporsi alla vittoria del comunismo in Italia come borghesi ricchi, gli agrari, i preti, i democristiani. Una storia che in parte già conoscevo, ma leggendola attraverso la penna di Giampaolo Pansa, che rimane un giornalista di sinistra, ho provato un sapore diverso, in particolare sono stato colpito dall’omertà in cui sono stati avvolti molti delitti; ancora oggi, figli, madri, padri, parenti sono alla ricerca dei poveri resti dei loro parenti. Spesso gli autori materiali degli efferati delitti non si conoscono perché nessuno ha parlato, tanti per sfuggire alla cattura sono fuggiti nei paesi dell’est oppure sono stati protetti dal partito comunista, che da questo momento si sente eticamente superiore agli altri. Ancora oggi a distanza di sessant’anni nessuno vuole parlare, come abbiamo visto, qualche anno fa, nella trasmissione tv di Excalibur condot- Domenico Bonvegna ta da Socci. Essendo d’origine siciliana leggendo queste pagine mi colpisce proprio il grado d’omertà che avvolge gran parte delle uccisioni, ossia quel ritratto reticente, incompleto, spesso falso e dunque bugiardo della nostra guerra civile, che le sinistre italiane hanno costruito e protetto per sessant’anni. Mi viene in mente il luogo comune sull’efferatezza riguardante i delitti attuati dalla criminalità mafiosa, che giustamente sono considerati tra i più abominevoli, ma che dire di quelli che Giampaolo Pansa snocciola in questo suo testo? I crimini commessi dalle varie mafie, a confronto con quelli dei partigiani comunisti a guerra finita sono uno scherzo. Molto altro si potrebbe scrivere degli innumerevoli assassinii perpetrati in nome dell’ideologia sanguinaria comunista, rimasti nascosti per tanti anni. I tanti massacri pianificati, per citarne uno, l’ holodomor sette milioni di morti per fame in Ucraina, tra il 1932 e il 1933, per iniziativa di Stalin, un genocidio incredibilmente censurato per settant’anni. Nonostante l’apertura degli archivi segreti, sono ancora tanti i crimini del comunismo rimasti nell’omertà. B.V. Economia N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre 29 A cura di Gianfranco D’Ettoris Affitti e condominio Confedilizia risponde La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti innanzi all’Autorità Giudiziaria. I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200 Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.confedilizia.it www.confedilizia.eu oppure telefonare al numero 06.67.93.489. Infiltrazioni provenienti dal lastrico solare In una palazzina il lastrico solare di proprietà esclusiva di un condomino sporge a guisa di balcone fino a coprire il balcone sottostante. Essendosi verificate delle infiltrazioni d’acqua al piano inferiore provenienti proprio dalla parte del lastrico aggettante, si chiede come debbano essere ripartite le relative spese di riparazione. Ai sensi dell’art. 1126 c.c. le riparazioni al lastrico solare che sia in uso esclusivo al condomino del piano attico vanno ripartite per un terzo a carico dello stesso proprietario dell’attico e per due terzi tra tutti i condòmini proprietari degli appartamenti sottostanti. Tale principio deve ritenersi applicabile anche nel caso di specie in considerazione del fatto che frazionare la copertura di un edificio in diverse porzioni e distribuire l’onere della manutenzione tra i condòmini in relazione alla maggiore o minore utilità dei lavori di riparazione (e quindi al diverso – apparente – interesse alla loro esecuzione), è operazione all’evidenza artificiosa ed assai opinabile. Prelazione dell’inquilino Il proprietario di un negozio intende vendere il proprio immobile affittato ad una gioielleria. Si domanda se l’offerta in prelazione all’inquilino possa avvenire anche mediante lettera raccomandata. La risposta è affermativa. La Cassazione ha precisato, infatti, che “in tema di prelazione urbana, la comunicazione al conduttore dell’intenzione del locatore di alienare l’immobile locato, prescritta dall’art. 38 della legge sull’equo canone, può anche essere portata a conoscenza del conduttore con mezzi equipollenti a quello della notifica per mezzo di ufficiale giudiziario specificamente indicato dalla legge, quale è la lettera raccomandata recapitata al destinatario da parte del messo postale, secondo la normativa postale” (sent. n. 12689 del 27 novembre 1991). Ciò detto, consigliamo al nostro lettore di ricorrere comunque alla notifica mediante ufficiale giudiziario il quale, nel consegnare l’atto al destinatario, attesta anche la sua conformità all’originale rendendo così impossibile qualunque contestazione sul contenuto (contestazione teoricamente possibile, invece, nel caso di invio dell’offerta in prelazione con lettera raccomandata). Mediatori: nuovi obblighi di legge Un mediatore professionale debitamente iscritto alla Camera di Commercio domanda se i nuovi obblighi imposti dall’ultima legge finanziaria agli agenti immobiliari in tema di registrazione riguardino anche i contratti di locazione. La risposta è affermativa. Ne deriva che se un mediatore svolgendo la propria attività diretta alla promozione di affari porta a Immobile per affitto, il bene si sta diradando Corrado Sforza Fogliani Presidente Confedilizia L a leggenda metropolitana dello “sfitto” continua a circolare, avallata da giornalisti disinformati, da sindacalisti interessati e da amministratori locali demagoghi. L’esistenza d’immobili destinati alla locazione e lasciati volontariamente liberi recherebbe soltanto danno al proprietario, non si capisce a quale fine: recare dispetto a un potenziale inquilino? Chi ha investito in un appartamento per trarne un reddito ha una sola strada: metterlo sul mercato. Altrimenti, l’imposizione fiscale lo colpisce in maniera ancor più espropriativa, soprattutto con le - diffusissime - aliquote maggiorate dell’Ici. Esiste, semmai, una quota di sfitto involontario: immobili che non trovano inquilino, case bisognose di lavori di ristrutturazione, negozi rimasti vuoti e non appetiti. Quest’ultimo fenomeno è particolarmente grave in certe periferie e anche zone intermedie delle maggiori città, oltre che in molti centri minori. Collegato con la bufala dello sfitto è l’altro mito della ricerca di contratti di breve durata da parte dei locatori. J. Dodd, M. Lewis, R. Emmons Vietnam Vallardi Pagg. 626 Euro 26,50 Esplorare ogni angolo del Vietnam con le cartine più chiare e precise che una guida possa offrirvi. Scegliere dove andare e cosa visitare. Catturare l’atmosfera di ogni luogo: Hanoi, Ho Chi Minh (l’antica Saigon), Hué, Hoi An, My Son, la baia di Ha Long con le sue 1600 isole, i mercati etnici dei villaggi settentrionali. M. llingham, S. McVeigh, D. Jacobs e H. Brown Marocco Vallardi Pagg. 747 Euro 26,00 Descrizioni dettagliate dei principali luoghi d’interesse: Marrakech, Fès, Meknès, Tangeri, Rabat, Casablanca, le località balneari oceaniche e mediterranee, i villaggi dell’Atlante, il deserto e le oasi. Segnalazioni aggiornate di alloggi e ristoranti di ogni categoria, con suggerimenti sui locali più interessanti e i mer cati più vivaci. L’interesse concreto, diffuso, comune a tutti coloro che investono in appartamenti da locare è semplice: trovare un inquilino pagante e fidato, il quale dia tranquillità sia per la conservazione del bene, sia per la puntualità dei pagamenti. La verità è che in molte zone c’è una vera caccia all’inquilino: a un inquilino, beninteso, che presenti le caratteristiche prima indicate. Semmai, la considerazione fondamentale che andrebbe fatta è questa: l’erosione fiscale sui redditi da locazione - incremen- U tata dai costi sempre maggiori per i lavori anche di semplice manutenzione e aggravata dalle incombenze e dagli oneri burocratici - sta producendo la fuga dall’investimento in immobili da dare in affitto. Il bene si sta diradando. E in questa situazione - pensate un po’ – il Governo insiste nel portare avanti il suo disegno di legge (relatore on. Donatella Mungo, Rifondazione Comunista) che prevede la messa a regime di un Catasto patrimoniale (basato, cioè, sui valori degli immobili, inve- Creare il credito e arginare i rischi sono i compiti fondamentali di un sistema finanziario. La “rivoluzione finanziaria” necessaria per portarli a compimento implica meccanismi di selezione tra istanze particolari in concorrenza tra loro per renderle coerenti al fine di sostenere lo sviluppo economico “moderno” e garantire stabilità all’intero sistema. Antonio Lombardi La risoluzione per imposibilità sopravvenuta Giuffrè Pagg. 462 Euro 42,00 Attraverso un’approfondita analisi degli elementi strutturali della sopravvenuta impossibilità della prestazione, quale causa di estinzione dell’obbligazione (art. 1256 c.c.) e motivo di risoluzione contrattuale (art. 1463 e ss. c.c.), il volume si propone di tracciare una linea di demarcazione tra inadempimento contrattuale ed impossibilità sopravvenuta, frequentemente oggetto di contrapposte domande giudiziali. Interessi legali Un proprietario di un immobile affittato ad uso commerciale chiede di conoscere l’aliquota degli interessi legali per gli anni 2006 e 2007. Gli interessi legali, che ai sensi dell’art. 1284 c.c. possono essere determinati ogni anno con provvedimento del Ministro del tesoro (oggi, Ministro dell’economia e delle finanze) da pubblicarsi sulla Gazzetta Ufficiale non oltre il 15 dicembre di ogni anno, sono invariati dal 1° gennaio 2004 e sono attualmente pari al 2,50%. ce che sui loro redditi). I conti tornano. Siccome i redditi calano (o, addirittura, sono - nella locazione - sottozero, come ha detto a un Convegno della Confedilizia il Presidente diessino della Commissione Bilancio del Senato, sen. Morando) allora si pensa di censire i valori e basta, così da fare poi solo finta - sostanzialmente - di ricondurli al costituzionale criterio della redditività attraverso (fittizi e discrezionali) coefficienti fissati dall’Esecutivo. Insomma, si inventa un Catasto-truffa per fare - sempre e comunque - cassa. Anche quando i redditi non ci sono. A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192 Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr tilità Giuseppe Conti Creare il credito e arginare i rischi Il Mulino Pagg. 300 Euro 22,00 conclusione la stipulazione di una locazione, egli dovrà anche assicurarsi che le parti provvedano alla registrazione del relativo contratto ovvero provvedervi egli stesso, dal momento che la responsabilità per il pagamento della imposta ricade in solido anche su di lui. Naturalmente, in tale ultimo caso, il mediatore avrà diritto di richiedere al locatore ed al conduttore (a loro volta debitori in solido) il rimborso di quanto versato. R. Chieppa - V. Lopilato Studi di diritto civile IV. Il contratto Giuffrè Pagg. 552 Euro 43,00 Il volume si immerge nel diritto del contratto. Mondo in frenetica evoluzione, grazie alle sirene comunitarie che impongono il superamento del dogma dell’insindacabilità dell’autonomia negoziale e innescano la riscrittura degli elementi strutturali del patto contrattuale. L. Chiodi e F. Privitera Guida ai paesi dell’Europa centrale, orientale e balcanica Annuario politico-economico 2006 Il Mulino Pagg. 160 Euro 15,00 Unico volume di produzione interamente italiana dedicato all’Europa centro-orientale e balcanica, questo annuario è un’opera di consultazione essenziale, agile e precisa, preparata dai maggiori esperti del settore. Include 22 schede-paese, dalla Russia alla Turchia, comprese Grecia, Cipro e le repubbliche europee dell’ex Unione Sovietica. AA.VV. Società per azioni Obbligazioni, deposito, recesso, operazioni sul capitale Giuffrè Pagg. 351 Euro 35,00 Il volume è dedicato al commento di temi rilevanti delle società per azioni, come le obbligazioni, il deposito, iscrizione e pubblicazione delle modificazioni, il recesso e le operazioni sul capitale (artt. 2410-2420-ter e 2436-2447 c.c.).Il quadro complessivo dell’opera è completo ed esauriente e consente una approfondita riflessione sia sulle innovazioni, sia sulle nuove prospettive che si aprono agli operatori in queste specifiche ma terie esamninate. Maurizio Bruno Separazione e divorzio Questioni processuali Giuffrè Pagg. 235 Euro 25,00 Una serie di atti normativi (d.l. 14 marzo 2005, n. 35, l. 14 maggio 2005, n. 80, l. 28 dicembre 2005, n. 263, l. 8 febbraio 2006, n. 54) e soprattutto i recenti interventi giurisprudenziali hanno modificato sensibilmente la disciplina in tema di separazione personale dei coniugi, divorzio e di rapporti di convivenza more uxorio. Religione 30 Andate controcorrente Domenico Bonvegna [email protected] I l 1 settembre abbiamo assistito ad un altro “miracolo” del cattolicesimo italiano, cinquecentomila giovani radunati a Loreto per l’Agorà dei giovani con il papa Benedetto XVI. Solo la Chiesa italiana riesce a radunare tanti giovani. Sulla spianata di Montorso si è verificato ancora una volta dopo il Family Day quell’inversione di tendenza verso una rievangelizzazione dell’Italia e perché no dell’Europa. “Non dovete aver paura di sognare”, questo è il messaggio di Benedetto XVI alla veglia di preghiera di sabato sera. Il papa si rende conto delle difficoltà per molti giovani di vivere un’esistenza piena e felice. Il futuro non è roseo. Benedetto XVI ha invitato i giovani cristiani a considerarsi “al centro” e non alla periferia del mondo, perché “Per Dio siamo tutti al centro”. “Il cristianesimo non è una scelta privata, non è un prodotto acquistato nel grande supermercato delle religioni, il cristianesimo ha una pretesa: essere la religione vera e quindi l’unica che contenga un messaggio di salvezza veramente a misura di persona umana”. (Stefano Fontana, I giovani di Benedetto, 4.9.07 L’Occidentale). Come fare si chiede il papa a “inserirsi in una società segnata da numerose e gravi ingiustizie e sofferenze?”. E ancora, “Come reagire all’egoismo e alla violenza che talora sembrano prevalere? Come dare un senso alla propria vita?” “Non abbiate timore, Cristo può colmare le aspirazioni più intime del vostro cuore!” Benedetto XVI insiste: “Lasciate che questa sera io vi ripeta: ciascuno di voi se resta unito a Cristo, può compiere grandi cose”. E invita i giovani a non aver paura di sognare ad occhi aperti grandi progetti di bene e non dovete lasciarvi scoraggiare dalle difficoltà. Domenica durante l’omelia Benedetto XVI ha invitato i cinquecentomila giovani ad andare contro la corrente di un mondo che seduce con modelli di violenza, prepotenza o “successo ad ogni costo”. Li ha esortati ad essere critici e vigilanti sui tanti messaggi che giungono soprattutto attraverso i mass media. Infine ha spiegato ai giovani che proprio attraverso l’umiltà si riesce a vincere tutte le tentazioni.“Quella dell’umiltà - ha detto il papa – non è dunque la via della rinuncia ma del coraggio. Non è l’esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell’amore sull’egoismo e della grazia sul peccato. A questo punto Benedetto XVI elenca alcuni giovani santi, splendidi testimoni che hanno seguito Cristo fino in fondo senza riserve e compromessi. Tutti anche voi siete chiamati ad essere santi. Una Chiesa esigente che non viene a compromessi con i “modelli di vita” dominanti, non fa sconti, non ha paura di proclamare “ciò che può sembrare perdente o fuori moda” ma che invece è “il risultato della vittoria dell’amore sull’egoismo”. L’evento Loreto è la più bella risposta agli attacchi contro la Chiesa, che dopo le accuse di pedofilia di alcuni preti, ci sono stati tre nuovi attacchi: quello dell’Unione Europea sui presunti privilegi che la Chiesa ha sull’esenzione dell’Ici, il caso di un prete che non che non dà l’assoluzione a una signora che dichiarava di convivere e di voler continuare a farlo. Anche qualche ‘cattolico adulto’ si è scagliato contro il parroco, quasi che tra i nuovi diritti ci sia ormai anche il diritto dell’assoluzione. Infine Manlio Sodi Il Messale di Pio V Perché la Messa in latino nel III millennio? Messaggero Pagg. 47 Euro 3,50 Annunciato da mesi, il 7 luglio 2007 è arivato da Benedetto XVI il permesso di celebrare la messa col Messale di Pio V che, proveniente dal concilio di Trento (1570), fu “aggiornato” da Giovanni XXIII (1962) e rimase in uso fino alla riforma liturgica del Vaticano II. Cosa significa il ritorno al vecchio rito? In cosa esso differisce da quello cui siamo abituati? potranno convivere entrambi nella Chiesa del III millennio? Salvatore Falzone La donna che nacque due volte Vincenzina Cusumano Città Nuova Pagg. 92 Euro 7,00 Il volume ricostruisce la biografia della Cusmano, evidenziandone le vicende, gli sviluppi vocazionali, il crescendo dell’esperienza di Dio, con una particolare attenzione al contesto storico offrendoci così un vivace affresco della vita sociale e religiosa della Sicilia dell’Ottocento. Vincenzina Cusmano è stata riconosciuta Serva di Dio ed è attualmente in corso il processo diocesano di beatificazione. I buona parte del centrosinistra si è felicitata con le comunità valdesi e metodiste che, chiudendo il loro sinodo, hanno annunciato l’avvio di un percorso che dovrebbe portarle a riconoscere e benedire le unioni omosessuali. (Massimo Introvigne, La Chiesa esigente che piace ai giovani, 3.9.07 Il Giornale). Si cerca di contrapporre le “buone” moderne e comprensive comunità protestanti con la “cattiva” Chiesa di Benedetto XVI. “Ma - con tutto il rispetto per le buone opere delle istituzioni caritative valdesi – è più vicina alle attese dei giovani la chiesa di Bendetto XVI delle comunità protestanti che tollerano l’aborto, l’eutanasia e le unioni gay[…]All’interno stesso del mondo protestante – negli Stati Uniti come in Europa e in Italia – le comunità conservatrici che sui temi morali sono più vicine alla Chiesa cattolica che ai valdesi crescono in modo spettacolare, mentre chi si adatta alla cultura dominante perde membri e rischia perfino di sparire”. (Ibidem) E’ un fatto che il protestantesimo nel Nord Europa sta scomparendo, mentre quello conservatore negli Stati Uniti è un successo continuo. Certo i giovani non sempre seguono l’insegnamento della Chiesa, ma non saprebbero che farsene di una Chiesa che gli dicesse che tutto quello che fanno va bene. Sono più attratti da una Chiesa esigente, capace quando è necessario di dire loro di no e di ammonirli, come ha fatto il Papa a Loreto, a non seguire chi privilegia ‘l’apparire e l’avere a scapito dell’essere’. I sondaggi parlano chiaro, la Chiesa in Italia per i giovani è più autorevole della scuola, dei giornali e del governo. S. Teresa di Riva, 8 settembre 2007 Natività della Beata Vergine Maria. L Esistono parole più amate? Incorniciate e appese all’ingresso degli ospedali, scarabocchiate sui muri delle prigioni, citate dai giovani e sussurrate dai moribondi. In questi versi i marinai hanno trovato un porto, chi è terrorizzato ha trovato un padre, chi lotta un amico. Ed essendo tanto amato, questo brano è anche ben noto. Anna Maria Cànopi Guardate le mie mani Lectio divina sui gesti di Gesù Paoline Pagg. 109 Euro 8,50 Come hanno parlato e continuano a parlarci le mani di Gesù? Ripercorrendo le pagine dei Vangeli, questa Lectio ci fa contemplare anzitutto le mani del bambino nato da Maria e cresciuto nell’umile casa del carpentiere, manine che si aggrappano al seno materno e che giocano con i trucioli di legno o con i sassolini insieme ai ragazzi delle contrade di Nazaret. Riflettiamo con i Libri Si salmi chi può Monti Pagg. 47 Euro 3,00 Si salmi chi può! E’ dai salmi che può venire salvezza? Forse sì. Forse anche da uno solo di essi, forse persino da un’unica frase o parola. Pregarli, recitarli, cantarli, racontarli. Insieme, da soli, in casa, in chiesa. Meglio ancora, nella propria camera. Per un minuto di riflessione L’amore e i suoi conflitti, l’importanza di costruirsi Valerio Albisetti una personalità libera da condizionamenti, le nevro- Cambiare si può si della vita moderna... Temi di sempre, forse ma Paoline approfonditi dall’Autore con una freschezza nuova. Pagg. 36 Euro 3,50 Con il desiderio di aprirsi e aprire alla bellezza della vita. La seduzione è creazione di apparenze, di illusione ed è per sua natura ambigua. E’ un sistema di segnali, di simboli in funzione di una conquista dell’altro. E non appartiene necessariamente alla sfera dell’amore. L’Autore mette in guardia dai vari meccanismi della seduzione che, in fondo, è soltanto desiderio di possesso. Valerio Albisetti Il gioco della seduzione Paoline Pagg. 33 Euro 3,50 “Abituati come siamo a trattati, manuali, Otello Conoci saggi di ogni genere sulla vocazione, colNei giorni dell’attesa pisce di questo scritto la disinvolta conMessaggero versazione, che abbandona le vie traverse Pagg. 95 Euro 7,00 dell’elucubrazione astratta e le distinzioni capziose degli addetti ai lavori per dire con forte e gioiosa chiarezza che ogni vocazione è per l’amore, o non è vocazione”. Vito Magno Anziché facilitare forme alternative al matrimonio, non è forse più costruttiCoppia, convivenza, matrimonio vo interrogarsi su ciò che fonda e sviESD luppa l´amore coniugale e su ciò che Pagg. 222 Euro 12,00 è in grado di guarirlo quando attraversa delle crisi? I politici, i sociologi sembrano dimenticare che la maggior parte dei matrimoni tiene. Tony Anatrella Felici e sposati Il testo si compone di 10 brevi racconti autoEnza Paola Cela biografici. In ciascuno l’autrice racconta un Angeli sulla mia strada episodio della sua vita in cui persone sconoStorie vere sciute e mai più incontrate le hanno dato un Paoline aiuto inaspettato in un momento di particolare Pagg. 152 Euro 12,00 difficoltà materiale o spirituale. ibri dello Max Lucado Fra le braccia del Pastore San Paolo Pagg. 122 Euro 12,00 N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre S pirito Agostino Clerici Il tesoro nel campo Paoline Pagg. 111 Euro 8,00 L’Autore “rilegge” il versetto di Matteo 13,44 che parla del tesoro nascosto nel campo e di chi vende tutto per acquistare quel campo. E lo fa con freschezza e originalità. “Il Regno di Dio è simile…”. È simile a una esperienza fatta da un uomo. . Affermare che il Regno di Dio è simile a una vicenda umana è già incarnazione, afferma l’Autore. Edoardo Scognamiglio Il ritorno del Signore Lectio divina sulla seconda Lettera di Pietro Paoline Pagg. 249 Euro 12,00 A partire da una esegesi basilare della seconda Lettera di Pietro, l’autore ha cercato di rileggerne i contenuti essenziali in ascolto della Parola e degli appelli della società odierna. Ogni lectio ha lo spazio di approfondimento esegetico e tematico, delle riflessioni e della preghiera, delle testimonianze. Rino Cammilleri Nuovi consigli del diavolo custode Piemme Pagg. 185 Euro 12,00 Si dimostra come per andare all’Inferno non sia necessario fare qualcosa di particolarmente malvagio: basta non fare niente. Il mittente, ormai prigioniero della parte in cui si è calato, si concede un ultimo dispetto: mescolare verità e menzogna, ordine e disordine, limpidezza e ambiguità. Proprio come fanno i diavoli, al punto che alla fine diventa arduo distinguere fra realtà e illusione. Mario Benatti I santi dei malati Messaggero Pagg. 216 Euro 10,00 I santi e le sante, i beati e le beate qui ricordati sono stati, alla fine, anche dei profeti. Si sono collocati in una prospettiva cristiana di medicina, quella del suo fine in un paradigma antropo-teologico e quella della consapevolezza, comunque, del suo limite, che è il limite umano: fisico, psicologico, morale e spirituale. N° 14/2007 - ANNO XVI - 30 Settembre Cultura Alla riscoperta dei grandi d’ogni tempo che hanno I San Francesco in meditazione olio su tela cm 123x 92,5 Roma, chiesa di San Pietro a Carpineto in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte antica saputo rendere visibile ciò che non si vedeva A CARAVAGGIO Caravaggio l’antiaccademico, Caravaggio che non mistifica, che non nasconde il suo essere concretamente uno del popolo, calato nella veracità del suo tempo, entusiasta della cristianità dei primordi ispirata ai dettami della povertà e della semplicità. nvito all’ 31 Natività con i santi Lorenzo e Francesco olio su tela cm 268 x 197 rte Inaugurata al Palazzo Trinci una Mostra itinerante di carattere scientifico, storico, artistico Terremoti d’Italia L’itinerario si snoderà attraverso le regioni italiane e si chiuderà nel dicembre 2008 a Reggio e Messina I l prossimo 26 settembre, in occasione del decennale del terremoto che ha interessato nell’anno 1997 Umbria e Marche, verrà inaugurata a Palazzo Trinci, “Terremoti d’Italia”, mostra itinerante di carattere scientifico, storico e artistico, promossa dal Dipartimento della Protezione civile e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’itinerario della mostra si snoderà attraverso le Regioni italiane colpite da terremoti nell’ultimo secolo, partendo da Umbria e Marche per chiudersi, nel dicembre 2008, a Reggio Calabria e Messina. Il fulcro della mostra è rappresentato dall’area espositiva definita “l’esperienza del terremoto”, dove il visitatore può apprendere cosa sia un terremoto attraverso la percezione sensoriale degli effetti sulle persone e sulle cose, grazie a due grandi tavole vibranti che simulano il movimento sismico. Nella sua articolazione, la mostra ripercorre i numerosi fenomeni sismici che nel corso dell’ultimo secolo hanno segnato il territorio italiano, attraverso una variegata raccolta di testimonianze storico-artistiche: dipinti, sculture, disegni, incisioni, testi a stampa, cartoline, fotografie, filmati e quant’altro possa restituire la nostra memoria storica. L’esposizione a Foligno si avvale di numerosi prestigiosi prestiti provenienti da tutta Italia e della collaborazione di musei, archivi, biblioteche, gallerie private, nonché del prezioso contributo audiovisivo di Istituto Luce, Discoteca di Stato e Teche Rai. Una importante sezione verrà dedicata a Mario Nigro, artista che “agli inizi degli anni ottanta, comincia una nuova indagine realizzando una serie di opere dal titolo sconcertante: Terremoto. Si tratta di dipinti in cui il gesto è ridotto ad una essenzialità estrema e dove tutto il percorso fino a quel punto sperimentato viene sottoposto dall’artista a nuova verifica. Nigro torna ai segni primari come quello della linea che, pari ad un fulmine improvviso attraversa la superficie del quadro. Il punto di partenza è in effetti proprio l’immagine di una saetta, che in una celebre opera del Giorgione, la Tempesta, appare misteriosamente in lontananza nella scena rappresentata. Per l’artista, quel segno scuro che si dispiega a zigzàg quasi a volere fendere il bianco della tela, è una presenza che mette in allarme, suscita inquietudine e rimanda ad avvenimenti tragici: “...Ormai non se ne parla: il terremoto è stato una catastrofe. Come un’altra catastrofe, ben più grave, ci sovrasta, ora più che in passato: una guerra. La presenza di un dipinto vive costantemente nella mia memoria visiva. è come un segno, un segnale, un avviso, una visione: la Tempe- sta di Giorgione è un lampo che investe di luce rosata: case, alberi, una cicogna su un tetto, due personaggi incantati, e uno squarcio, sinuoso, morbido, ovattato nel cielo; è un’immagine che rimane come il ricordo di un sogno irreale e sereno, è un fatto romantico: eppure è una ‘Tempesta’... Nella serie Terremoto il “bisogno” di cui parla Nigro, la voglia di scuotere e cambiare lo stato delle cose, è ridotto quasi alla sua stessa essenza: un segno violento, spezzato, che velocemente attraversa l’immobilità della tela e su cui delicati tocchi di colore sono sovrapposti: piccoli racconti nel racconto, appena percettibili, dettati sottovoce. La serie Terremoto avrà un periodo di realizzazione breve, esattamente compreso tra il 1980 e il 1981. Dopo questi anni Nigro non tornerà mai più sul medesimo soggetto.” (Antonella Soldaini) Tra le importanti opere presenti figurano inoltre lavori di Rauschenberg, Messina. All’indomani del terremoto Twombly, Gilbert&George, Tony Cragg, Richard Long, che hanno dato la loro personale interpretazione del fenomeno sismico attraverso la mediazione dei linguaggi dell’arte contemporanea. Oltre a questi grandi protagonisti del panorama artistico internazionale, spiccano le opere di due grandi maestri dell’arte contemporanea italiana come Renato Guttuso e Alberto Burri, che hanno rivisitato il tema in occasione del terremoto del Belice. Le classi in visita alla mostra potranno par- tecipare al progetto didattico “Tutti giù per terra”, un percorso attivo di scoperta sul terremoto, ideato appositamente per le scuole: tale percorso si basa su un approccio fortemente interattivo e partecipativo che ha come obiettivo l’educazione al ri- Lo storico britannico Christopher Dawson è conosciuto anche in Italia come un grande storico della cultura e, in particolare, della formazione della Cristianità occidentale. Assertore dell’inevitabile «morte» delle civiltà quando si esauriscono i princìpi che le animano, anzitutto quelli religiosi, a partire dagli anni 1930 dedica una parte rilevante della sua opera alle crisi culturali che in epoca moderna e contemporanea hanno minato l’edicio della civiltà occidentale e alle loro ricadute socio-politiche. Ne La religione e lo Stato moderno, del 1935, esamina il comunismo sovietico, il fascismo e il nazionalsocialismo, ai quali associa il New Deal statunitense e il laburismo britannico, insieme come esito e come reazione alla disgregazione provocata nella società occidentale dalla losoa liberale. Il fenomeno totalitario si produce quando le ideologie rivoluzionarie, glie di un’errata teologia della storia, per quanto non riconosciuta come tale, s’incarnano in sistemi di potere con un’efcacia tecnica senza precedenti. Su questa base Dawson mette in guardia dalle possibili derive totalitarie delle società democratiche occidentali conseguenti alla secolarizzazione, ovvero alla eliminazione della prospettiva religiosa dalla vita pubblica, promossa dallo Stato moderno, che quasi ineluttabilmente evolve nel senso di un maggior controllo sociale ancor più che di una crescente pianificazione economica. Liberalismo e comunismo marxista vengono da Dawson discussi alla luce della dottrina sociale della Chiesa Cattolica, non prima di averne confrontato la visione della storia con quella del cristianesimo, di cui ricostruisce l’origine, dai libri profetici ebraici all’Apocalisse di san Giovanni e a sant’Agostino. D’Ettoris Editori I-88900 Crotone, via Lucifero, 40 tel. 0962/90.51.92 fax 0962/90.25.28 ISBN 978-88-89341-09-4 pp. 195 euro 17,90