Edificio polifunzionale a Torino

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Edificio polifunzionale a Torino
Progetto/ Riqualificazione urbana
Edificio polifunzionale
a Torino
Un intervento di recupero che cerca di
collocarsi nella continuità del processo
trasformativo, attraverso il dialogo con il
passato. Contemporaneità linguistica e
tecnologica senza ostentazioni
Corrado Damiani
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I
l progetto di recupero e riconversione del fabbricato della Ex
Venchi Unica, partendo da una
attenta analisi contestuale dell’intorno
e da una approfondita ricerca oggettuale del residuato storico, si è posto
l’obiettivo di ridare vita a una struttura di grande interesse sulla base delle
sue stesse intrinseche potenzialità e
vocazionalità.
All’edificio storico, ultimo reperto
del famoso complesso industriale
Venchi Unica progettato ed edificato
nel 1921 dall’ingegnere Corrado Gay
con l’adozione di riferimenti tipologici
dell’architetto americano Albert Kahn,
è stato affiancato un nuovo edificio che
completa e “avvolge” l’edificio storico,
secondo il preciso intento di conservare e proteggere una parte del grande
complesso industriale che per lunghi
anni è stato motivo di vanto per l’intera
Città e il cui valore simbolico è ancora
presente nella memoria collettiva.
Il contesto
Dall’analisi ambientale dell’intorno
emerge tutto il valore della palazzina
ideata dal Gay. Essa è una presenza significativa nel contesto edificato che
si sviluppa lungo la Via De Sanctis e
nell’ambito della piazza Massaua, in
quanto in tutta l’area non si rinviene,
ad eccezione dell’edificio in oggetto, alcuna emergenza edilizia e/o architettonica di particolare significato. L’edificato,
infatti, è per lo più caratterizzato da
edifici residenziali risalenti al secondo
dopoguerra, anni 50/60.
Nel contempo Via De Sanctis, Piazza
Massaua e Corso Francia rappresentano un sistema viario nevralgico per
la Città e sono riferimenti importanti
per la presenza di attività terziarie, produttive e di servizio.
L’inter vento residenziale compiuto
dal Consorzio Ex Venchi Unica e il
complesso della Chiesa posto all’angolo tra la Via Vandalino e la Via De
Sanctis risultano di sicuro impatto
per mole di volumetria realizzata e
uniformità.
Entrambi gli interventi di sono di recente realizzazione e si presentano
con soluzioni estetiche e tipologiche
contemporanee.
L’analisi tipologica
e del degrado
L’approfondimento oggettuale del
residuato storico è stato sviluppato
relativamente alla palazzina uffici sul
sistema tipologico adottato all’epoca.
La ricerca si è per lo più soffermata
sugli elementi strutturali in elevazione
e su quelli orizzontali, sui collegamenti
interni, sull’organizzazione degli spazi,
sui materiali di finitura, sulle essenziali decorazioni a stucco interne, sulla
presenza di pavimentazioni originarie
e sullo scarno, ma efficace, disegno
delle facciate. Parimenti l’attenzione è
stata rivolta al grado di vetustà della
struttura e alle criticità presenti, per
lo più connesse alla mancanza di qualsivoglia intervento manutentivo e agli
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Progetto/ Riqualificazione urbana
atti vandalici susseguitisi a causa del
totale abbandono. In seguito alle verifiche effettuate, sono risultate in crollo alcune parti non portanti, quali una
porzione significativa della copertura
e i rampanti di una scala di collegamento interna. Ciò nonostante gli elementi peculiari, quali strutture portanti
interne, tamponamenti esterni, divisori,
collegamenti verticali, cornici di facciata e stucchi interni a soffitto e parete,
sono risultati tuttora ben riconoscibili
e degni di essere ripresi e conservati
nella loro complessità. Ciò che rimane
dell’ex Venchi Unica rappresenta infatti
ancora oggi motivo di interesse, non
solo per gli addetti ai lavori e gli storici
dell’archeologia industriale, ma anche
per gran parte della popolazione del
quartiere per la quale il reperto suscita
un ricordo ancora vivo e presente. Ne
deriva pertanto che un luogo con un
così grande valore simbolico e affettivo per la Città debba essere messo
a disposizione dei cittadini per essere
goduto e vissuto.
Scelte progettuali
Date queste premesse, il progetto
Gli interni
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architettonico ha prescelto una linea di
intervento finalizzata alla rigorosa conservazione della porzione di fabbricato
compresa tra il passo carraio sito lungo la Via De Sanctis sino alla piazza, per
l’intera volumetria sino all’estradosso
dell’esistente cornicione.
Viceversa si è proceduto alla demolizione del basso fabbricato adibito a casa del custode e del terrazzo annesso
che funge da raccordo tra quest’ultimo
e il fabbricato uffici vero e proprio e
alla rimozione dell’esistente copertura, in parte rovinata, realizzando nuove volumetrie in luogo delle porzioni
demolite, così da realizzare nuovi spazi
pienamente agibili e funzionali alle esigenze dei servizi da allocare.
Quindi da un lato un intervento atto a conservare i caratteri strutturali
e architettonici propri del fabbricato
esistente dall’altro un intervento ricostruttivo dal tono forte e deciso con
addizioni volumetriche significative.
Al fine di perseguire gli obiettivi proposti, le nuove volumetrie aggiunte
hanno richiesto una ricerca formale
che intende introdurre elementi di
semplicità, di senso dell’ordine e della
SCHEDA DELL’ INTERVENTO
•• Oggetto:
Recupero Fabbricato Uffici Ex
Venchi Unica
•• Localizzazione:
Torino
•• Committente:
Comune di Torino
•• Progettazione architettonica,
impianti tecnologici e restauro:
Città di Torino - Settore
Ristrutturazioni e Nuove
Opere per il Sociale
•• Responsabile del Procedimento e dei
Lavori, architettura e restauro:
Arch. Corrado Damiani
•• Progetto Edile e Impianti tecnologici:
Ing. Carmelo Di Vita
•• Progettazione strutturale:
IPE Progetti - Ing. Innocente
Porrone
•• Impresa costruttrice:
S.A.C.A.I.M.
•• Fotografie:
C.G. P. Damiani
misura, utilizzando tecniche e materiali
contemporanei senza comunque prevaricare altri valori compositivi quali la
funzionalità e l’organizzazione spaziale,
materiali che introducono elementi di
leggerezza, trasparenza e reversibilità
che conferiscono all’intervento nuovi
elementi di identificazione.
Si è voluto dunque coniugare la
struttura architettonica esistente
con la novità aggiunta, costituita dalla
palazzina a sud del fabbricato storico, dall’atrio a tutt’altezza e dalla
sopraelevazione della palazzina uffici,
evidenziando, con l’utilizzo di strutture metalliche a vista, di rivestimenti
esterni anch’essi metallici e di ampie
superfici vetrate, la leggerezza strutturale dell’insieme.
L’immagine che ne risulta evidenzia
quindi, il carattere democratico e comunicativo che deve avere l’edificio
pubblico. In tale ottica è stata anche
perseguita la ricerca della massima
funzionalità nell’impostazione distributiva delle aree funzionali, tra queste
e le par ti comuni condominiali, nei
collegamenti ver ticali e orizzontali
dei diversi servizi e di quelli comuni,
l’oppor tuno inserimento del connettivo interno alle aree funzionali, la valorizzazione degli spazi di ricezione
e nella collocazione dei gruppi dei
ser vizi igienici e, in ultimo, nella valorizzazione massima degli ambienti
esistenti definiti.
i FORNITORI
•• Facciate ventilate, serramenti in
alluminio e frangisole:
SE.PA.M (installatore);
Schuco (serramenti in
alluminio);
Alucobond (facciata ventilata);
Vitra (Vetrate)
•• Copertura in rame:
Hedar Edilizia Metallica
•• Impianti termo fluidici e di
ventilazione:
Idrogas
•• Impianti elettrici e speciali:
Alpitecs
•• Impianti di elevazione:
Ceam
•• Serramenti resistenti al fuoco:
Ninz
•• Porte interne:
Cocif
•• Sanitari:
Ponte Giulio
•• Serramenti interni ed esterni in legno
e boiserie:
Falegnameria Filippini
•• Grossa carpenteria metallica:
Mecc-Edil Officine
•• Stucchi in gesso:
Montanaro
•• Pavimentazioni:
Mirage Granito Ceramico
Ceramica Vogue
•• Opere in Cartongesso:
Knauf Promat
Progetto&Pubblico
Progetto&Pubblico
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Progetto/ Riqualificazione urbana
PIANO SEMINTERRATO
PIANO RIALZATO
PIANO PRIMO
PIANO SECONDO
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Destinazioni
L’intervento di recupero del complesso uffici
dell’Ex Venchi Unica prevede l’insediamento di
diverse destinazioni.
Un centro per servizi sociali di consistenza pari a
24 uffici e per circa 930 m2 complessivi, organizzato in parte al piano marciapiede, per quanto
riguarda gli accessi, l’area di attesa e informazioni ed i servizi per il pubblico e in parte al piano
rialzato a quota + 2.00 m per quanto concerne
gli uffici veri e propri. Tale centro trova nell’interrato spazi per archivi, magazzini e locali di supporto per circa 400 m2 utili, sufficienti per l’attività di servizio svolta al piano soprastante.
Un centro socioterapeutico (CST) e centro per
attività diurne (CAD) al piano primo a quota +
6.90 del fabbricato esistente. Il CST ha accesso
dall’atrio vetrato che funge da cerniera tra il fabbricato esistente e la palazzina di nuova edificazione posta a sud. L’atrio è concepito a tutt’altezza e contiene i principali collegamenti verticali. Il
CAD ha accesso dal vano scala esistente nella
palazzina storica, raggiungibile dal cortile interno
con rampa idonea a superare la barriera architettonica presente e dal nuovo elevatore posto a
lato dei rampanti. Tale collegamento verticale
funge anche da via di fuga contrapposta per il
CST. Spazi per l’anagrafe di consistenza pari a
circa 300 m2 strutturati in open space sono invece accessibili dall’atrio succitato. Tale servizio è
posto al piano marciapiede e trova collocazione
nella nuova edificazione. L’ambiente anagrafe
concluso con pareti cieche verso la Via De Sanctis è definito da ampie vetrate nella parte verso
cortile. Una comunità alloggio madre bambino
posta ai piani primo, secondo e terzo del nuovo
edificato. Ai piani primo e secondo trovano luogo
le camere a due, tre letti, i sevizi igienici privati e
comuni ed un locale cucina soggiorno. Al piano
terzo è collocato il luogo neutro, i locali per il personale di servizio, una piccola lavanderia, dei
servizi igienici per i bimbi, un locale per il gioco
ed un ampio terrazzo. La sopraelevazione è destinata alle sale polifunzionali per la circoscrizione e ai locali e servzi igienici di supporto. L’area
dedicata alla comunità è pari circa 660 m2 lordi.
PIANO TERZO
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Progetto/ Riqualificazione urbana
La storia dell’edificio
Nel 1878 in un piccolo locale di Via Artisti in borgo Vanchiglia, Silvano Venchi fonda la Silvano
Venchi & C., un laboratorio adibito alla produzione di confetti e caramelle. Vent’anni dopo, nel
1898, in seguito all’aumento della clientela e
all’esigenza di ampliare la produzione, Venchi
trasferisce la sua attività in un altro locale più
spazioso sito sempre in Via Artisti. La Venchi che
progressivamente perfeziona l’organizzazione
del lavoro e impone la produzione su vaste porzioni di mercato diventa nel 1905 una società
anonima, rappresentando uno dei maggiori organismi industriali del settore dolciario esistenti
a Torino. Nello stesso anno, il Consiglio di Amministrazione della Venchi delibera la costruzione di
un nuovo stabilimento in Viale Regina Margherita
che occupa una superficie di oltre 12.000 metri
quadrati, adatto ad accogliere i circa 500 operai
che lavorano nell’azienda. Si tratta di un grandioso complesso industriale dotato di ben 12 reparti di lavorazione destinati alla produzione di biscotti, di confetti di vario tipo, di caramelle, di
cioccolato e di altri prodotti dolciari. Dopo la Venchi, primo grande esempio di industria dolciaria,
nasce in Città, nel settembre del 1924, la Società anonima U.N.I.C.A. (Unione Nazionale Industria Commercio Alimentari) grande complesso
industriale dolciario fondato da Riccardo Gualino
che riesce a raggruppare sotto un unico marchio
quattro fabbriche per la lavorazione del cioccolato, del cacao, dei confetti, dei biscotti e delle
caramelle: la fabbrica di cioccolato e cacao Michele Talmone, la fabbrica di cioccolato e cacao
Moriondo Gariglio, la Cioccolato Bonatti e le Fabbriche riunite Gallettine & Dora Biscuits. Gualino
costruisce in corso Francia 325, nel quartiere di
Pozzo Strada, un maestoso stabilimento che occupa una superficie di 100.000 metri quadrati
sulla quale sorgono quattro fabbricati: fabbricato
per cioccolato e cacao, per biscotti, per caramelle e confetti, per gli uffici amministrativi. Il complesso comprende anche un laboratorio chimico
sperimentale, un ufficio postale e telegrafico,
una centrale automatica telefonica, una rimessa
con officina meccanica per la manutenzione di
oltre 20 autocarri, un magazzino doganale per il
cacao in cauzione, una palazzina di 12 alloggi
per la famiglia del direttore dello stabilimento e
di alcuni capi addetti ai servizi tecnici, un reparto
cartonaggi e un reparto segheria. Nel 1934,
dopo il tramonto della figura di Gualino, Gerardo
Gobbi, unisce le due più grandi aziende dolciarie
torinesi (la Venchi e l’Unica) sotto un unico marchio e dà vita alla Venchi & Unica, società anonima di prodotti dolciari ed affini, con un capitale
sociale di 37.200.000 lire. Gobbi, che assume
contemporaneamente le cariche di Presidente,
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Amministratore Delegato e Direttore Generale
provvede a modernizzare lo stabilimento che occupa 3000 dipendenti. La Venchi Unica, che
continua ad impiegare una forza lavoro prevalentemente femminile fornisce anche un servizio
interno di assistenza infantile ai figli delle operaie. Infatti il complesso di corso Francia, è dotato
di un ampio locale, chiamato il nido dei bambini,
destinato ad accogliere i figli delle dipendenti
(anche prima del 40° giorno di vita) non appena
queste si trovano in grado di riprendere il lavoro
dopo la gravidanza. Nel dopoguerra la Venchi
Unica, riprende con successo la propria produzione (nel 1947, ad esempio, si assiste ad un
nuovo aumento del capitale sociale portato alla
ragguardevole cifra di 312.480.000 lire) che
sarà definitivamente interrotta solo negli 70.
Bibliografia essenziale delle fonti citate:
Anno Decimo, Glorie e lavoro del Piemonte, a cura del
Partito Nazionale Fascista di Torino, 1932;
Partito Nazionale Fascista, Rassegna provinciale Torino
e l’autarchia. Parco del Valentino, maggiogiugno XVII, a cura dell’Ufficio stampa dei Fasci di
combattimento, Torino, 1939;
U. Rodda, Storia dell’industria piemontese, Editrice Il
punto, Torino, 2001;
G.Alasia, Il caso della Venchi Unica: un patrimonio dilapidato, Emmelibri, Torino, 2000 [p.10].