Edificio polifunzionale a Torino
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Edificio polifunzionale a Torino
Progetto/ Riqualificazione urbana Edificio polifunzionale a Torino Un intervento di recupero che cerca di collocarsi nella continuità del processo trasformativo, attraverso il dialogo con il passato. Contemporaneità linguistica e tecnologica senza ostentazioni Corrado Damiani 64 ● Progetto&Pubblico Dicembre 2010 I l progetto di recupero e riconversione del fabbricato della Ex Venchi Unica, partendo da una attenta analisi contestuale dell’intorno e da una approfondita ricerca oggettuale del residuato storico, si è posto l’obiettivo di ridare vita a una struttura di grande interesse sulla base delle sue stesse intrinseche potenzialità e vocazionalità. All’edificio storico, ultimo reperto del famoso complesso industriale Venchi Unica progettato ed edificato nel 1921 dall’ingegnere Corrado Gay con l’adozione di riferimenti tipologici dell’architetto americano Albert Kahn, è stato affiancato un nuovo edificio che completa e “avvolge” l’edificio storico, secondo il preciso intento di conservare e proteggere una parte del grande complesso industriale che per lunghi anni è stato motivo di vanto per l’intera Città e il cui valore simbolico è ancora presente nella memoria collettiva. Il contesto Dall’analisi ambientale dell’intorno emerge tutto il valore della palazzina ideata dal Gay. Essa è una presenza significativa nel contesto edificato che si sviluppa lungo la Via De Sanctis e nell’ambito della piazza Massaua, in quanto in tutta l’area non si rinviene, ad eccezione dell’edificio in oggetto, alcuna emergenza edilizia e/o architettonica di particolare significato. L’edificato, infatti, è per lo più caratterizzato da edifici residenziali risalenti al secondo dopoguerra, anni 50/60. Nel contempo Via De Sanctis, Piazza Massaua e Corso Francia rappresentano un sistema viario nevralgico per la Città e sono riferimenti importanti per la presenza di attività terziarie, produttive e di servizio. L’inter vento residenziale compiuto dal Consorzio Ex Venchi Unica e il complesso della Chiesa posto all’angolo tra la Via Vandalino e la Via De Sanctis risultano di sicuro impatto per mole di volumetria realizzata e uniformità. Entrambi gli interventi di sono di recente realizzazione e si presentano con soluzioni estetiche e tipologiche contemporanee. L’analisi tipologica e del degrado L’approfondimento oggettuale del residuato storico è stato sviluppato relativamente alla palazzina uffici sul sistema tipologico adottato all’epoca. La ricerca si è per lo più soffermata sugli elementi strutturali in elevazione e su quelli orizzontali, sui collegamenti interni, sull’organizzazione degli spazi, sui materiali di finitura, sulle essenziali decorazioni a stucco interne, sulla presenza di pavimentazioni originarie e sullo scarno, ma efficace, disegno delle facciate. Parimenti l’attenzione è stata rivolta al grado di vetustà della struttura e alle criticità presenti, per lo più connesse alla mancanza di qualsivoglia intervento manutentivo e agli Progetto&Pubblico Dicembre 2010 ● 65 Progetto/ Riqualificazione urbana atti vandalici susseguitisi a causa del totale abbandono. In seguito alle verifiche effettuate, sono risultate in crollo alcune parti non portanti, quali una porzione significativa della copertura e i rampanti di una scala di collegamento interna. Ciò nonostante gli elementi peculiari, quali strutture portanti interne, tamponamenti esterni, divisori, collegamenti verticali, cornici di facciata e stucchi interni a soffitto e parete, sono risultati tuttora ben riconoscibili e degni di essere ripresi e conservati nella loro complessità. Ciò che rimane dell’ex Venchi Unica rappresenta infatti ancora oggi motivo di interesse, non solo per gli addetti ai lavori e gli storici dell’archeologia industriale, ma anche per gran parte della popolazione del quartiere per la quale il reperto suscita un ricordo ancora vivo e presente. Ne deriva pertanto che un luogo con un così grande valore simbolico e affettivo per la Città debba essere messo a disposizione dei cittadini per essere goduto e vissuto. Scelte progettuali Date queste premesse, il progetto Gli interni 66 ● Progetto&Pubblico Dicembre Mese 20102010 architettonico ha prescelto una linea di intervento finalizzata alla rigorosa conservazione della porzione di fabbricato compresa tra il passo carraio sito lungo la Via De Sanctis sino alla piazza, per l’intera volumetria sino all’estradosso dell’esistente cornicione. Viceversa si è proceduto alla demolizione del basso fabbricato adibito a casa del custode e del terrazzo annesso che funge da raccordo tra quest’ultimo e il fabbricato uffici vero e proprio e alla rimozione dell’esistente copertura, in parte rovinata, realizzando nuove volumetrie in luogo delle porzioni demolite, così da realizzare nuovi spazi pienamente agibili e funzionali alle esigenze dei servizi da allocare. Quindi da un lato un intervento atto a conservare i caratteri strutturali e architettonici propri del fabbricato esistente dall’altro un intervento ricostruttivo dal tono forte e deciso con addizioni volumetriche significative. Al fine di perseguire gli obiettivi proposti, le nuove volumetrie aggiunte hanno richiesto una ricerca formale che intende introdurre elementi di semplicità, di senso dell’ordine e della SCHEDA DELL’ INTERVENTO •• Oggetto: Recupero Fabbricato Uffici Ex Venchi Unica •• Localizzazione: Torino •• Committente: Comune di Torino •• Progettazione architettonica, impianti tecnologici e restauro: Città di Torino - Settore Ristrutturazioni e Nuove Opere per il Sociale •• Responsabile del Procedimento e dei Lavori, architettura e restauro: Arch. Corrado Damiani •• Progetto Edile e Impianti tecnologici: Ing. Carmelo Di Vita •• Progettazione strutturale: IPE Progetti - Ing. Innocente Porrone •• Impresa costruttrice: S.A.C.A.I.M. •• Fotografie: C.G. P. Damiani misura, utilizzando tecniche e materiali contemporanei senza comunque prevaricare altri valori compositivi quali la funzionalità e l’organizzazione spaziale, materiali che introducono elementi di leggerezza, trasparenza e reversibilità che conferiscono all’intervento nuovi elementi di identificazione. Si è voluto dunque coniugare la struttura architettonica esistente con la novità aggiunta, costituita dalla palazzina a sud del fabbricato storico, dall’atrio a tutt’altezza e dalla sopraelevazione della palazzina uffici, evidenziando, con l’utilizzo di strutture metalliche a vista, di rivestimenti esterni anch’essi metallici e di ampie superfici vetrate, la leggerezza strutturale dell’insieme. L’immagine che ne risulta evidenzia quindi, il carattere democratico e comunicativo che deve avere l’edificio pubblico. In tale ottica è stata anche perseguita la ricerca della massima funzionalità nell’impostazione distributiva delle aree funzionali, tra queste e le par ti comuni condominiali, nei collegamenti ver ticali e orizzontali dei diversi servizi e di quelli comuni, l’oppor tuno inserimento del connettivo interno alle aree funzionali, la valorizzazione degli spazi di ricezione e nella collocazione dei gruppi dei ser vizi igienici e, in ultimo, nella valorizzazione massima degli ambienti esistenti definiti. i FORNITORI •• Facciate ventilate, serramenti in alluminio e frangisole: SE.PA.M (installatore); Schuco (serramenti in alluminio); Alucobond (facciata ventilata); Vitra (Vetrate) •• Copertura in rame: Hedar Edilizia Metallica •• Impianti termo fluidici e di ventilazione: Idrogas •• Impianti elettrici e speciali: Alpitecs •• Impianti di elevazione: Ceam •• Serramenti resistenti al fuoco: Ninz •• Porte interne: Cocif •• Sanitari: Ponte Giulio •• Serramenti interni ed esterni in legno e boiserie: Falegnameria Filippini •• Grossa carpenteria metallica: Mecc-Edil Officine •• Stucchi in gesso: Montanaro •• Pavimentazioni: Mirage Granito Ceramico Ceramica Vogue •• Opere in Cartongesso: Knauf Promat Progetto&Pubblico Progetto&Pubblico Dicembre Mese 2010 ● 67 Progetto/ Riqualificazione urbana PIANO SEMINTERRATO PIANO RIALZATO PIANO PRIMO PIANO SECONDO 68 ● Progetto&Pubblico Dicembre 2010 Destinazioni L’intervento di recupero del complesso uffici dell’Ex Venchi Unica prevede l’insediamento di diverse destinazioni. Un centro per servizi sociali di consistenza pari a 24 uffici e per circa 930 m2 complessivi, organizzato in parte al piano marciapiede, per quanto riguarda gli accessi, l’area di attesa e informazioni ed i servizi per il pubblico e in parte al piano rialzato a quota + 2.00 m per quanto concerne gli uffici veri e propri. Tale centro trova nell’interrato spazi per archivi, magazzini e locali di supporto per circa 400 m2 utili, sufficienti per l’attività di servizio svolta al piano soprastante. Un centro socioterapeutico (CST) e centro per attività diurne (CAD) al piano primo a quota + 6.90 del fabbricato esistente. Il CST ha accesso dall’atrio vetrato che funge da cerniera tra il fabbricato esistente e la palazzina di nuova edificazione posta a sud. L’atrio è concepito a tutt’altezza e contiene i principali collegamenti verticali. Il CAD ha accesso dal vano scala esistente nella palazzina storica, raggiungibile dal cortile interno con rampa idonea a superare la barriera architettonica presente e dal nuovo elevatore posto a lato dei rampanti. Tale collegamento verticale funge anche da via di fuga contrapposta per il CST. Spazi per l’anagrafe di consistenza pari a circa 300 m2 strutturati in open space sono invece accessibili dall’atrio succitato. Tale servizio è posto al piano marciapiede e trova collocazione nella nuova edificazione. L’ambiente anagrafe concluso con pareti cieche verso la Via De Sanctis è definito da ampie vetrate nella parte verso cortile. Una comunità alloggio madre bambino posta ai piani primo, secondo e terzo del nuovo edificato. Ai piani primo e secondo trovano luogo le camere a due, tre letti, i sevizi igienici privati e comuni ed un locale cucina soggiorno. Al piano terzo è collocato il luogo neutro, i locali per il personale di servizio, una piccola lavanderia, dei servizi igienici per i bimbi, un locale per il gioco ed un ampio terrazzo. La sopraelevazione è destinata alle sale polifunzionali per la circoscrizione e ai locali e servzi igienici di supporto. L’area dedicata alla comunità è pari circa 660 m2 lordi. PIANO TERZO Progetto&Pubblico Dicembre 2010 ● 69 Progetto/ Riqualificazione urbana La storia dell’edificio Nel 1878 in un piccolo locale di Via Artisti in borgo Vanchiglia, Silvano Venchi fonda la Silvano Venchi & C., un laboratorio adibito alla produzione di confetti e caramelle. Vent’anni dopo, nel 1898, in seguito all’aumento della clientela e all’esigenza di ampliare la produzione, Venchi trasferisce la sua attività in un altro locale più spazioso sito sempre in Via Artisti. La Venchi che progressivamente perfeziona l’organizzazione del lavoro e impone la produzione su vaste porzioni di mercato diventa nel 1905 una società anonima, rappresentando uno dei maggiori organismi industriali del settore dolciario esistenti a Torino. Nello stesso anno, il Consiglio di Amministrazione della Venchi delibera la costruzione di un nuovo stabilimento in Viale Regina Margherita che occupa una superficie di oltre 12.000 metri quadrati, adatto ad accogliere i circa 500 operai che lavorano nell’azienda. Si tratta di un grandioso complesso industriale dotato di ben 12 reparti di lavorazione destinati alla produzione di biscotti, di confetti di vario tipo, di caramelle, di cioccolato e di altri prodotti dolciari. Dopo la Venchi, primo grande esempio di industria dolciaria, nasce in Città, nel settembre del 1924, la Società anonima U.N.I.C.A. (Unione Nazionale Industria Commercio Alimentari) grande complesso industriale dolciario fondato da Riccardo Gualino che riesce a raggruppare sotto un unico marchio quattro fabbriche per la lavorazione del cioccolato, del cacao, dei confetti, dei biscotti e delle caramelle: la fabbrica di cioccolato e cacao Michele Talmone, la fabbrica di cioccolato e cacao Moriondo Gariglio, la Cioccolato Bonatti e le Fabbriche riunite Gallettine & Dora Biscuits. Gualino costruisce in corso Francia 325, nel quartiere di Pozzo Strada, un maestoso stabilimento che occupa una superficie di 100.000 metri quadrati sulla quale sorgono quattro fabbricati: fabbricato per cioccolato e cacao, per biscotti, per caramelle e confetti, per gli uffici amministrativi. Il complesso comprende anche un laboratorio chimico sperimentale, un ufficio postale e telegrafico, una centrale automatica telefonica, una rimessa con officina meccanica per la manutenzione di oltre 20 autocarri, un magazzino doganale per il cacao in cauzione, una palazzina di 12 alloggi per la famiglia del direttore dello stabilimento e di alcuni capi addetti ai servizi tecnici, un reparto cartonaggi e un reparto segheria. Nel 1934, dopo il tramonto della figura di Gualino, Gerardo Gobbi, unisce le due più grandi aziende dolciarie torinesi (la Venchi e l’Unica) sotto un unico marchio e dà vita alla Venchi & Unica, società anonima di prodotti dolciari ed affini, con un capitale sociale di 37.200.000 lire. Gobbi, che assume contemporaneamente le cariche di Presidente, 70 ● Progetto&Pubblico Dicembre 2010 Amministratore Delegato e Direttore Generale provvede a modernizzare lo stabilimento che occupa 3000 dipendenti. La Venchi Unica, che continua ad impiegare una forza lavoro prevalentemente femminile fornisce anche un servizio interno di assistenza infantile ai figli delle operaie. Infatti il complesso di corso Francia, è dotato di un ampio locale, chiamato il nido dei bambini, destinato ad accogliere i figli delle dipendenti (anche prima del 40° giorno di vita) non appena queste si trovano in grado di riprendere il lavoro dopo la gravidanza. Nel dopoguerra la Venchi Unica, riprende con successo la propria produzione (nel 1947, ad esempio, si assiste ad un nuovo aumento del capitale sociale portato alla ragguardevole cifra di 312.480.000 lire) che sarà definitivamente interrotta solo negli 70. Bibliografia essenziale delle fonti citate: Anno Decimo, Glorie e lavoro del Piemonte, a cura del Partito Nazionale Fascista di Torino, 1932; Partito Nazionale Fascista, Rassegna provinciale Torino e l’autarchia. Parco del Valentino, maggiogiugno XVII, a cura dell’Ufficio stampa dei Fasci di combattimento, Torino, 1939; U. Rodda, Storia dell’industria piemontese, Editrice Il punto, Torino, 2001; G.Alasia, Il caso della Venchi Unica: un patrimonio dilapidato, Emmelibri, Torino, 2000 [p.10].