IL CIOCCOLATO IN PASSERELLA
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IL CIOCCOLATO IN PASSERELLA
IMPRESE E MANAGER INDUSTRIA DOLCIARIA LE STRATEGIE DI VENCHI DOPO L’ACCORDO CON ARMANI IL CIOCCOLATO IN PASSERELLA L’azienda collabora con numerosi advisor legali esterni selezionati in base alle specializzazioni. Nel panel, studi locali come Genta & Cappa e big nazionali del calibro di Legance DI KETTY AREDDIA U na parabola in ascesa come quella di Venchi, l’azienda cuneese produttrice di cioccolato che in 11 anni ha incrementato il suo fatturato da 1,5 a 32 milioni di euro, richiede un impegno per manager e legali, nelle strategie di espansione all’estero e nella tutela di un marchio che acquista appeal. Poi capitano le operazioni straordinarie, i colpi di fortuna che premiano anni di investimenti nella qualità, come la collaborazione siglata a luglio con Armani Dolci, per la quale Venchi produrrà e distribuirà in tutto il mondo cioccolato, paste di frutta e gelati. Daniele Ferrero, milanese, 40 anni, presidente e tra i ri-fondatori della storica azienda, ha colto la palla al balzo e ha proposto a Giorgio Armani una linea di lusso all’insegna del cacao: miscele esclusive e decorazioni fatte a mano per ogni cioccolatino. Ferrero e la sua squadra hanno lavorato per quasi un anno all’accordo, per poi affidarsi allo studio legale La Scala. L’operazione è stata seguita dal team Corporate dello studio, coordinato dal socio Riccardo Bovino insieme all’associate Sergio Chisari, e dal team di Ip guidato dal partner Daniela 52 TOPLEGAL Febbraio 2011 De Pasquale. L’operazione “Armani Dolci” ha previsto l’acquisizione della Voncam International, precedente licenziataria del marchio e la rinegoziazione della licenza. Dopo tanta fatica, che effetto fa produrre Armani? Ovviamente sono onorato di poter iniziare questa collaborazione. Abbiamo colto la sfida di creare una serie di prodotti del food non di alta gamma com’è stato finora per noi, ma di lusso, dunque con un posizionamento più alto. La sfida di Armani Dolci è quella di misurarsi con il mondo dei cioccolatieri di più alta qualità, mercato finora appannaggio di francesi e belgi. Il nostro obiettivo sarà quello di far diventare “Armani Dolci” il marchio di riferimento dolciario italiano di qualità nel mondo. Vogliamo vincere questa sfida unendo la forza del brand Armani con la bontà del prodotto Venchi. Scavalcare e competere con belgi e francesi è un obiettivo ambizioso. Qual è la strategia di Venchi? Il miglioramento del nostro posizionamento sul mercato è dovuto a una strategia precisa e coerente nel tempo: fornire un prodotto ottimo nel solco della tradizione italiana della cioccolateria. Non per niente siamo partiti dal Piemonte, che in Italia è un’eccellenza. Abbiamo ripreso un marchio famoso fino agli anni ‘70 “Silvio Venchi” e abbiamo riproposto le ricette di 130 anni fa. Alla fine dell’800 inizi del XX secolo, infatti tutta una serie di lavorazioni chimiche del prodotto dolciario non si avevano. Le materie prime erano genuine. A 22 anni lei era già stato reclutato da McKinsey come consulente d’azienda, com’è passato alla rifondazione di un marchio e all’amministrazione di un’azienda di prima generazione, seppure aiutata dal nome celebre? Gli anni in McKinsey, all’ufficio di Londra e poi di Zurigo, sono stati i più formativi. A 26 anni avevo però deciso di diventare un imprenditore. Il problema era che non avevo delle idee forti su cosa produrre. Quindi feci quello che IMPRESE E MANAGER Nel 1997 fatturavate 2 milioni di euro e oggi avete raggiunto quota 32 milioni. Ci dia altri dati salienti sulla vostra crescita… Negli anni abbiamo aperto 8.500 punti vendita, abbiamo 105 agenti plurimandatari, 70 commessi, 100 operai, tra cui un’operaia con 52 anni in azienda. Da un capannone di mille metri quadrati siamo passati a 2 capannoni da 17 mila metri quadrati. Tengo comunque a sottolineare che la nostra lavorazione è tradizionale non industriale, almeno in una prima fase, in cui selezioniamo le materie prime (nocciole, mandorle e cacao) e le lavoriamo manualmente, in assenza di additivi e di sostanze chimiche. Bisogna degustare e ritoccare manualmente, perché da raccolto a raccolto il gusto può cambiare. Solo nella seconda fase si industrializza il processo, sfruttando quello che l’automazione offre, come le temperature giuste e la velocità nel confezionamento. Ad oggi produciamo 60 milioni di cioccolatini all’anno. un buon consulente di solito fa: ho domandato ad uno che l’imprenditore lo faceva già. La risposta fu semplice: “Fare l’imprenditore è vivere una vita di guai, quindi devi fare qualche cosa che ti appassioni veramente molto”. A 26 anni avevo solo una passione, il cioccolato. E qui il colpo di fortuna: un mio caro amico - e poi futuro socio e sponsor della iniziativa ebbe un’idea geniale. Esisteva una piccola società del cuneese che produceva dei cioccolatini ottimi ma sconosciuti. Mi provocò. “Vai a Cuneo e comprala”. Lo abbiamo fatto con un gruppo di amici, tra cui il nipote della Cuba-Venchi, azienda della zona specializzata in torroni delle Langhe. L’abbiamo ribattezzata perché “Cuba Venchi” non era più registrabile. Oltre uno per italiano. Ma avete anche una forte vocazione per l’estero… Abbiamo cominciato con gli hub aeroportuali italiani aprendo un punto vendita a Roma, nel 2000, nel primo aeroporto italiano che aveva convertito intere aree al puro retail. Noi siamo stati i primi a specializzare i punti vendita negli aeroporti, con monomarca invece di Duty Free. Così ci siamo allargati a Torino, Venezia, Bologna e Malpensa. Abbiamo due punti shopping a Vienna e a Mosca e molta richiesta in Cina. Chi vi segue nella contrattualistica e nell’amministrazione? Per l’ordinaria amministrazione ci affidiamo soprattutto allo studio Genta & Cappa di Cuneo, di 1,5 I milioni di fatturato nel 1998 32 Il giro d’affari, in milioni, del 2009 30% L’incremento medio negli ultimi 9 anni 95 Impiegati full time 55 I Paesi in cui è distribuito il prodotto diritto amministrativo e tributario e allo studio Leone. Chiediamo la consulenza di Legance per le operazioni straordinarie come i master franchiser che sigliamo all’estero e il contenzioso. Mentre per la protezione del marchio ci siamo affidati allo studio Jacobacci di Torino. Ultimamente, ad esempio, abbiamo scoperto che in Libia hanno copiato il marchio. Ci ha avvertito un consumatore che si trovava a Tripoli e si complimentava per noi per la nuova apertura... TL TOPLEGAL Febbraio 2011 53