Vita e Missione - Suore Missionarie

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Vita e Missione - Suore Missionarie
Vita e Missione
Notizie della Provincia Italiana – Dicembre 2010
Sito web: www.cabrinimsc.it
Carissimi,
Nella gioiosa ricorrenza del Santo Natale, auguriamo
che la nascita di Gesù, nostro Salvatore, porti ad ogni famiglia: serenità e speranza; alla società: giustizia e concordia;
al mondo intero: pace e armonia.
Alle Sorelle Missionarie, agli amici, collaboratori e benefattori della Missione Cabriniana, Gesù porti il dono della
gioia, di vivere in comunione con il Carisma cabriniano e in solidarietà con i più poveri del mondo.
Suor Annita Turnu, msc
Superiora Provinciale
e Consiglio
1 ASSEMBLEA PROVINCIALE 2010 “VINO NUOVO IN OTRI NUOVI” (Mt 9,17) Nuove Prospettive Apostoliche alla luce del Piano Strategico Provinciale Con questo tema si è celebrata l’Assemblea della Provincia Italiana dal 4 al 6 Dicembre di quest’anno, a Codogno. La riflessione teologica sul tema è stata svolta dal Rev.do Don Enzo Raimondi che ha messo in evidenza “l’atteggiamento di Gesù e del discepolo del Regno di un’apertura alla novità dentro una sostanziale continuità”. Infatti, ha segnalato con chiarezza Don Enzo: “Leggendo la Scrittura si coglie tra le altre cose un modo di agire di Dio «sorprenden‐
te». La sorpresa è il sentimento che suscita ciò che è impensato, inatteso, forse addirittura insperato. Dio quando si rivela e agisce nella vita dell’uomo produce sempre un effetto di “sorpresa” perché il suo modo di agire è indeducibile, è originale, non scontato, è nuo‐
vo.” Attraverso molti passi della Scrittura, il relato‐
re ha tratto varie e importanti conclusioni: Il modo di agire nuovo di Dio genera anche novità. Il mondo può rinnovarsi, l’umanità può riprendere il suo cammino grazie all’intervento di Dio. Questa novità che caratterizza l’agire di Dio e che è Dio (novità assoluta), genera novità e chie‐
de all’uomo di diventare nuovo …. Infatti l’opera di Dio è un’opera che si rinnova, che produce novità e non solo cambiamento, peggio ancora adeguamento. … Ci può essere un cambiamento senza che ci sia novità.. E’ solo l’agire di Dio che rende possibile un cambiamento nella direzione della novità. Essa è il desiderio del compimento, della pie‐
nezza già iscritta nel progetto originario della creazione e che egli è in grado di realizza‐
re nonostante il processo di decadimento rappresentato dal peccato e dall’opera dell’anticristo. Ne consegue: - Che il cristiano non può mai sentirsi a disagio o essere preso in contropiede dall’agire sorprendente di Dio e quindi da ciò che è veramente “nuovo”. Egli è chia‐
mato ad abitare questa novità e a vivere in una perenne novità..” Dopo la ricca riflessione di Don Enzo, il momento centrale dell’Assemblea, è stato quello della Relazione della Superiora Provinciale, Sr. Annita Turnu. La Madre Provinciale ha così diviso i temi della sua relazione: 2 Riflessione e significato Cabriniano del tema dell’Assemblea. - Il cammino concreto che la Provincia ha fatto at‐
traverso la Pianificazione strategica proposta dal Capitolo Generale per il sessennio 2008‐2014  Aspetti positivi  Elementi di criticità  Speranze e prospettive - Elementi che emergono dall’esperienza globale dell’attività di quest’anno. - Aspetti economico‐amministrativi – e Altre informazioni Sul significato cabriniano del tema dell’Assemblea, Sr. Annita ha voluto fare eco all’esperienza vissuta a New York nel Consiglio Esteso, dicendo: “Questa frase ci è sorta dopo aver vissuto il Consiglio Esteso di New York, durante il quale abbiamo visto rappresentata a grandi linee la vita missionaria dell’Istituto, in un momento storico carico di sfide, interrogativi, perplessità e urgenze alle quali dobbia‐
mo rispondere “qui e adesso”. A New York ci hanno detto: “Dobbiamo governare la barca tra i flutti e confida‐
re che arriveremo alla meta perché siamo sulla strada per Emmaus e abbiamo Gesù che ci riconosce come suoi amici..” Io aggiungerei una frase di Madre Cabrini: Non te‐
miamo, perché abbiamo il Sacro Cuore in poppa..”. Aggiungendo che: “….. nel nostro Istituto, e – in particolare ‐ nella nostra Pro‐
vincia, si vive un momento particolarmente pasquale, ed è urgente fare una lettura cri‐
stiana e cabriniana dalla quale fare scaturire la vita nuova di cui ci parla il Vangelo, os‐
sia: la Risurrezione. Si tratta perciò di guardare alla realtà con il desiderio di fare scelte meditate ma coraggiose, creative, audaci come farebbe oggi Madre Cabrini ma anche come fa oggi la Chiesa che ci sprona ad essere le guide illuminate del nostro tempo …” La relazione quindi, ha messo in evidenza il cammino della Provincia percorso durante l’anno che sta per concludersi facendo osservare il grande lavoro che le Equi‐
pes del Piano Strategico, della Formazione, del piano Economico hanno fatto con mol‐
to spirito di responsabilità e di sacrificio, ma ‐ si può dire – sono stati fatti grandi passi, sebbene ci sia ancora molto da fare. Per illustrare questo percorso Sr. Annita ha ripreso gli Obiettivi che l’anno scor‐
so ci eravamo proposti e li ha esaminati dettagliatamente con le realizzazioni in atto. -
3 Inoltre ha esortato più di una volta a guardare al futuro con una speranza fondata, nel Sacro Cuore di Gesù e nel lavoro serio e coerente delle Suore e dei Laici corresponsabi‐
li. Alla sua dettagliata e precisa Relazione sono seguite quella della Pastorale Vo‐
cazionale fatta da Sr. Marta Maria López, che ha messo in luce una ottimistica ripresa del desiderio di lavorare, pregare e collaborare a questo primario compito dell’Istituto. La Relazione economica e amministrativa delle risorse, fatta dall’Economa Pro‐
vinciale, Sr. Joaquina Carnicero, è stata ricca, precisa ed esauriente ed ha sorpreso l’Assemblea per la grande mole di lavoro fatta in quest’ultimo anno. Un apporto importante e significativo si è avuto, nell’Assemblea, con il contributo del Dott. Angelo Ruggeri che – partendo dal concetto di Ca‐
rità ‐ ha ribadito alcuni punti chiave riguardanti l’autenticità e la trasparenza delle Istituzioni, il bi‐
sogno di unità, di creare sistemi e la necessità di rinnovare le forme vitali e la cultura delle comunità in rete. Parlando di Opere, il dottor Ruggeri sottoli‐
neava che: “La capacità dell’opera di essere auten‐
tica e trasparente, via di testimonianza, si basa sui quadri intermedi e su una sostanziale adesione dei collaboratori al progetto dell’opera stessa, posta in rete alle altre opere dell’Istituto. I programmi di formazione sono lo strumento essenziale, anche se non sufficiente.” Infatti è necessaria la disponibilità del Governo della Provincia. Occorre, tuttavia, guardare alle Opere come occasioni buone, ma è importante andare oltre ad esse e guardare i bisogni del mondo di oggi. Dopo l’attento ascolto delle diverse illuminazioni e informazioni, l’Assemblea si è dedicata a riflettere su quelle che possono essere le priorità apostoliche per il pros‐
simo anno 2011. La Madre Provinciale ha raccomandato di non aggiungere strategie che già sono in atto, ma di pensare a proposte possibili e sostenibili. Varie dinamiche hanno permesso alle Suore di esprimere le loro opinioni che saranno poi vagliate e presentate nel Piano Strategico per il 2011. Con la solenne Celebrazione Eucaristica di Lunedì 6 dicembre, durante la quale ha rinnovato i Voti Sr. Oxana Peretrukhina e hanno festeggiato 50, 60, e 70 anni di Vita Religiosa le seguenti Suore: Sr. Giovanna Auguadro, Sr. Giu‐
ditta Moro, Sr. Lina Colombini, Sr. Anna Lazzaretti, Sr. Assun‐
ta Borromeo, St. Riccarda Pagani (non sono venute: Sr. Giu‐
ditta Furtado, Sr. Annamaria Varani, Sr. Albina Gentile, Sr. An‐
tonietta Sajeva, Sr. Gisella Potenza e Sr. Pia Locatelli) si è conclusa l’Assemblea Provinciale 2010. 4 MOSTRA PERMANENTE
del Pittore Aldo Beltrami sulla vita e le opere di S. Francesca Cabrini Sabato, 4 Dicembre alle ore 19, presso la RSA Santa Francesca Cabrini, a Codo‐
gno, è stata aperta una Mostra di quadri riguardanti la vita e le opere di Santa France‐
sca Cabrini, del pittore Aldo Beltrami. L’evento organizzato dalla direzione della RSA in collaborazione con le Missio‐
narie del Sacro Cuore, ha avuto inizio nella sala multimediale della RSA con un’introduzione di Sr. Maria Barbagallo che ha conosciuto il Pittore, ora defunto, e brevi parole di spiegazione del Procuratore del Maestro Beltrami, Signor Angelo Torri. Successivamente dopo una preghiera redatta sulla Lettera del Vescovo, Mons. Giusep‐
pe Merisi, scritta in occasione della festa di Santa Francesca Cabrini, si è passati al ta‐
glio del nastro e alla visita della Mostra. La raccolta pittorica è stata realizzata nel 2002 per una strana coincidenza. In‐
fatti durante una visita a Sant’Angelo Lodigiano, l’insigne pittore venne a conoscenza con la Casa Natale di Madre Cabrini e da lì, essendosi interessato della vita della Santa, era rimasto folgorato dalla personalità spirituale e apostolica di cui Madre Cabrini era stata protagonista. In meno di un anno il Maestro Beltrami realizzò più di 40 tele che espose al Castello Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano. Parte di queste tele, per volontà del Maestro sono state donate ad enti e associazioni, mentre il magnifico Polittico e al‐
tre cinque tele sono state donate alle Missionarie del Sacro Cuore. Il luogo che più si addiceva per farne una esposizione permanente è stato tro‐
vato in uno degli ampi corridoi della RSA e nel giro di due settimane è stato organizza‐
to l’allestimento con la collaborazione di arti‐
giani, restauratori e al‐
lestitori presenti nella zona e veramente bra‐
vi per rapidità, consigli e collaborazione a vari livelli. Per gli ospiti e le ospiti della Casa di Riposo, è veramente un piacere passare e vedere la festa di colori e di contenuti cabri‐
niani che sprigiona dai quadri esposti. 5 Ringraziamento
per i 18 anni di collaborazione alla Provincia Italiana del Signor, Ing. Giuseppe Occhipinti Durante l’Assemblea Provinciale è sem‐
brato opportuno conservare un momento che permettesse a tutte le Suore della Provincia Italiana presenti di esprimere il loro ringra‐
ziamento all’Ing. Giuseppe Occhipinti che da diciotto anni collabora con sorprendente fe‐
deltà e senso di appartenenza alla missione della Provincia. Riportiamo le parole espres‐
se, prima da Sr. Maria Barbagallo che ha se‐
guito l’attività dell’Ing. Occhipinti fin dall’inizio della sua collaborazione e poi quel‐
le della Superiora Provinciale in nome di tutta la Provincia Italiana: Introduco volentieri questo breve e semplice atto di ringraziamento all’Ing. Giu‐
seppe Occhipinti perché io, personalmente, ho seguito direttamente o indirettamente il percorso di collaborazione che l’ingegnere ha fatto lungo questi 18 anni di vita condivi‐
sa con le Missionarie del Sacro Cuore. Ricordo ancora quando, in un momento di grande difficoltà e perplessità per la Scuola di Milano, nel cercare con Sr. Loredana – che in quel tempo era Superiora Pro‐
vinciale delle Provincie appena unite dell’Italia – una possibile soluzione, ci siamo rivol‐
te al Dott. Castellani che è stato un ottimo e grande collaborare per la Columbus di Roma e per la Provincia Italiana, ricordo ancora quando gli sentii dire – quasi sottovoce – “sto pensando a Peppino”. Da quel momento, dopo i primi approcci, l’Ingegnere Giuseppe Occhipinti, ap‐
punto, Peppino, iniziò la sua collaborazione e la sua corresponsabilità con noi Missiona‐
rie. Sono lieta di poter essere io ad iniziare questo momento perché – credete – io so cosa è successo durante questi anni. So un po’ meno degli ultimi due o tre anni, ma in genere sono informata di quello che accade nella nostra Provincia, per le riunioni, As‐
semblee, corsi di formazione, etc. L’Ing. Occhipinti è entrato nella nostra Famiglia Religiosa in punta di piedi, sen‐
za fare chiasso, senza pretendere diritti, senza pregiudizi. Ha cercato di capire dove era il bandolo della matassa e con molta umiltà e serenità si è messo al lavoro. Non gli ho mai sentito dire, “che pasticci che ci sono”! Ma chi ha fatto questo? … Ma anzi ha cercato subito il dialogo con tutti e soprattutto, ha fatto un lavoro da “cer‐
tosino” per coinvolgere le Suore responsabili in ogni discernimento e decisione. Il suo lavoro è stato molto importante anche per i risultati che ne sono derivati, risultati che – come sappiamo – non sono mai definitivi e richiedono sempre ulteriori 6 modifiche e spesso bisogna incominciare daccapo perché le cose che in un certo mo‐
mento sono valide, più avanti si rivelano bisognose di rinnovamento. Il suo lavoro non è stato importante solo per questo ma per la qualità del rapporto che ha cercato di utiliz‐
zare con tutti, per la pazienza che costa questo sistema di lavoro che consiste nel coin‐
volgere tutte le parti interessate, per il sacrificio, per la costanza, e – non ultimo – per l’ottimismo che lui ha saputo mettere in tutte le cose. Una fiducia veramente incrollabi‐
le nella sua buona coscienza e nel fatto che chi lavora con serietà, infine, vedrà anche i risultati. L’ingegnere Occhipinti, ha servito con fedeltà la causa cabriniana in un momen‐
to storico in cui tutto, negli anni novanta del secolo scorso, richiedeva una riorganizza‐
zione, soprattutto le Opere e le Case. Riorganizzazione che non è ancora finita, ma che si ripropone con più urgenza anche oggi. In questo dobbiamo essergli veramente grate perché non si è interessato solo della Scuola di Milano (che ricordo benissimo, nel PAC, aveva la priorità assoluta) ma si è direttamente coinvolto nelle opere tutte della Provincia: da Torino – dove ha profuso i suoi interventi per molto tempo, a Sant’Angelo Lodigiano dove ha seguito il progetto per l’ospitalità agli emigranti, a Codogno con la RSA che è stato un grande e duro lavo‐
ro di sinergia tra diverse componenti, ecc. Un altro aspetto che devo mettere in rilievo perché ne ho conoscenza di causa, l’Ingegnere, ha sempre, insistentemente cercato di far prevalere l’autorevolezza delle Suore e di far prendere coscienza, ai laici che non ne erano al corrente, dell’importanza di assumere, nella propria professionalità, lo stile e lo spirito di Madre Cabrini. Parte importante – non sappiamo quanto – ha avuto, in questo percorso, la gentile Signora Gianna, moglie del nostro carissimo Ingegnere. La Signora lo ha certa‐
mente (questo io lo so) sostenuto nelle varie battaglie, difficoltà e forse anche incom‐
prensioni che non mancano mai quando si lavora per il Regno di Dio. Desideriamo an‐
che ringraziare la Signora Gianna perché ha fatto un grande lavoro senza mai apparire, e senza mai interferire. Un grande segno di etica di relazione e di civiltà. Da parte mia un grande grazie all’Ingegnere e alla signora Gianna, e lascio la parola alla Madre Provinciale perché sia essa a consegnarle il nostro segno di ringra‐
ziamento. Non voglio aggiungere molto a quanto ha già detto Sr. Maria, ma penso che sia opportuno anche da parte mia, porgere – a nome delle Missionarie del Sacro Cuore della Provincia Italiana – il mio ringra‐
ziamento per gli anni della sua collaborazione. Ritengo che lei è stato per noi un grande ami‐
co e un ottimo Cabriniano: infatti lo abbiamo visto presente nei momenti più importanti della Provincia, ma non solo, anche a livello internazionale lei è stato presente in diversi Capitoli Generali, Consigli Estesi, Assemblee internazionali, Scuole di Formazione, Co‐
mitati per le Scuole, per gli Ospedali, per la Forma‐
zione. Questa partecipazione, sappiamo, che ha fatto 7 crescere in lei il senso di appartenenza che lo fa sentire veramente membro della Fa‐
miglia Cabriniana. Nei vent’anni di collaborazione Suore‐Laici, come ho avuto modo di ricordare nell’ultima Assem‐
blea di Roma, ho capito che lei ha vissuto in prima persona le varie fasi di questa collaborazione che ha visto crescere un movimento cabriniano a vari livelli: da semplici membri del personale nelle Opere, a col‐
laboratori, a corresponsabili sempre più coinvolti nello studio dei problemi della nostra Missione e nel‐
lo sforzo di prendere decisioni importanti. In altre parole, lei ha fatto suo il Carisma di Madre Cabrini con la peculiarità laicale che le compete. Lungo questi anni, noi Missionarie, abbiamo avuto modo di apprezzare il suo lavoro di consulen‐
te, mediatore nei momenti di difficoltà, di interme‐
diario qualificato quando era più opportuno non da‐
re alle Religiose l’onere di affrontare situazioni pro‐
blematiche e complesse. Sentiamo che spesso ha svolto un lavoro di diplomazia cabriniana. Le siamo grate per tutto quello che abbiamo visto e anche per quello che non abbiamo visto: le sue fatiche, le sue frustrazioni, i suoi sacrifici; di tut‐
to questo ci penserà il Sacro Cuore di Gesù a ricom‐
pensarla e la Madre Cabrini a intercedere secondo le sue intenzioni. Anche alla Signora Gianna vogliamo esprime‐
re il nostro apprezzamento poiché, come ha detto Sr. Maria, anche lei ha aiutato la Missione Cabriniana con la sua vicinanza al ruolo che via, via l’Ingegnere andava assumendo. Desideriamo ora lasciarle un ricordo del no‐
stro ringraziamento. Dopo la consegna della targa‐ricordo l’Ing. Occhipinti si è rivolto all’assemblea con queste paro‐
le: Reverende Madri, permettetemi di aggiungere al vostro il mio ringraziamento. I 18 anni trascorsi nell'Istituto non sono stati per me solo 18 anni di impegno pieno sotto l'aspetto lavoro, iniziative, incontri, ecc., ma sono stati anni nei quali è avvenuta da parte mia una con‐
divisione totale dei valori portanti dell'Istituto, condivisione riconosciuta dalla fiducia e dalla stima che ho sempre sentito attorno a me da parte delle Suore a tutti i livelli e in tutte le sedi. 8 Debbo confidarvi che l'attività svolta nell'Istituto ha sprigionato dal mio cuore valori e ideali che sempre ho avuto dentro e applicati alla mia vita lavorativa e nella famiglia. Inoltre la vicinanza, la collaborazione, quasi l'empatia di tante Suore ha permes‐
so un ampliamento, un approfondimento della mia spiritualità sempre intrisa degli in‐
segnamenti del Concilio Vaticano II e dagli esempi luminosi di tanti laici contemporanei (G. Lazzati primo fra tutti). Reverende Suore, Vi dico di nuovo "grazie" e, se permettete, concludo questo ringraziamento, questa breve preghiera di ringraziamento, con una definizione, a me tanto cara, di Enzo Bianchi: "La preghiera è il nostro desiderio di amore". "Ad majora sempre" per il nostro Istituto. Un abbraccio a tutte. Grazie 9 Coro “CUORINCANTO” di S. Angelo Lodigiano
Domenica 14 novembre, in occasione dei festeggiamenti per la solennità di San‐
ta Francesca Cabrini; durante la seconda Rassegna Corale di Musica Sacra, si è esibito, tra gli altri, anche il coro della nostra scuola. “Cuorincanto” è nato nel 2007, da un’idea della collega e attuale insegnante Chiara Rusconi, che con il suo carattere allegro e coinvolgente, è riuscita ad unire tante mamme per l’animazione musicale dei momenti liturgici della scuola e della parroc‐
chia. Le performance prendono vita grazie all’accompagnamento strumentale di Anna Maria Lunghi che, con impegno e dedizione, collabora nella direzione del coro. Per la serata di domenica, sono stati proposti quattro brani, tutti significativamente introdotti da un pensiero di Madre Cabrini, strettamente collegati alla sua grande missione ed ispirati dalla pulsante devozione a Gesù e a Maria. Particolarmente gradito, per le sue note dolci e melodiose e per il testo carico di enfasi, è stato “Guar‐
dando al futuro”, un nuovo commovente inno alla Santa, composto da Suor Gabriela Aravel, Missionaria Cabriniana, ed interpretato con succes‐
so dalle nostre mamme. Il brano ci esorta a seguire con forza e coraggio la testimo‐
nianza di una donna capace di incarnare le virtù cristiane sia nella quotidianità dei gesti 10 sia nella realizzazione di grandi opere; scavalcando gli ostacoli della secolarizzazione e delle povertà materiali e spirituali, che sotto altre vesti, sono, oggi, ancora attuali. Con il brano “ Nostra Regina”, si è ricordato, inoltre, Don Carlo Cerri, la cui re‐
cente scomparsa ha intristito tutti quei parrocchiani che hanno avuto la fortuna di co‐
noscerlo durante il suo ministero sacerdotale a S. Angelo Lodigiano, e non potranno dimenticare la sua particolare devozione mariana. L’entusiasmo per la buona riuscita della serata è stato condiviso anche dalla Madre Provinciale Suor Annita Turnu, che ringraziamo sentitamente per essere stata presente ad un evento così significativo per la nostra scuola. I cuori palpitanti di tante mamme si sono uniti per lodare, con la gioia del canto, l’Amore Supremo e Incondizionato di Dio e di chi come Madre Cabrini, ha cercato, u‐
milmente e generosamente, di testimoniarlo al mondo. Grazie a tutti! Chiara Rusconi Per informazioni: Scuola dell’Infanzia “Madre Cabrini” (Chiara Rusconi) Tel. 0371 – 90227 Se desiderate andate a visitare il sito internet: http://www.cuorincanto.jimdo.com 11 Arrivederci Don Carlo Cerri
Sant'Angelo dice addio al "suo" prete. Perché tale era don Carlo Cerri, il sacer‐
dote spentosi l'8 ottobre 2010 all'età' di 88 anni alla casa di riposo Santa Francesca Cabrini, dove si era ritirato circa un anno fa. Ecco il commento del Sindaco Domenico Crespi, affezionato "allievo" in gioventù del sa‐
cerdote barasino: «E' stato il mio primo prete all'oratorio San Luigi ‐ racconta il sindaco ‐. Ri‐
cordo le indimenticabili gite a Caravaggio che or‐
ganizzava con il pullman del padre prima e poi con quello del fratello Tarcisio; e l’avevo seguito anche quando si era trasferito a Bargano e a Ca‐
selle Landi, con la sua "perpetua" Angelina, tanto esile lei, quanto robusto lui, con quel vocione che ti riempiva sia di soggezione, sia di calore umano. Ti guardava come per dire "a‐
desso ti fulmino" e se qualcuno sbagliava, quasi ti alzava per un orecchio, e gli dovevi dire "grazie". Aveva un cuore gran‐
dissimo, c'era per tutti: e tra tanti don Carlo, a Sant'Angelo, lui era don Carlo "Paiòn". Credo che gli intitoleremo la canzone "Madonna, nostra Regina", che ci aveva insegnato commuoven‐
doci. Il Comune lo ha insignito nel 2000 e 2007 delle benemerenze cit‐
tadine: e a fianco della bara in Chiesa c'è anche il nostro gonfalone a lut‐
to». 12 Anche Suor Annunziata Marchese, Missionaria del Sacro Cuore che ha trascorso molti anni a S. Angelo ricorda Don Carlo con questa testimonianza: 13 14 CODOGNO: FACCIAMO MEMORIA In questi giorni la Parrocchia di Santa Francesca Saverio Cabrini a Codogno è in festa. Due anniversari ricorrono a breve distanza l’uno dall’altro: 40 anni fa, il 13 no‐
vembre 1970 si formava attorno alla figura di don Ennio Rizzardi la Parrocchia di S. Francesca Cabrini. Ma non basta: 25 anni fa, il 22 dicembre 1985, veniva consacrata la nuova Chiesa in via Papa Giovanni. Due eventi che hanno segnato la vita della comunità del villaggio S. Biagio che proprio attorno alla chiesa di S. Cabrini in questi anni, si è formato, è cresciuto, è dive‐
nuto adulto. Molti i festeggiamenti organizzati per celebrare i due eventi e ad essi, giusta‐
mente, il parroco don Giorgio Croce ha voluto dare un titolo quanto mai appropriato: “Facciamo memoria”. E’ infatti molto bello che una comunità possa festeggiare insie‐
me; ma per fare questo bisogna avere qualche cosa da festeggiare. Ecco dunque la sot‐
tolineatura del poter “fare memoria” di una vita trascorsa insieme; 40 anni non sono moltissimi per una comunità, ma non sono neppure pochi. Fare memoria non vuol dire ricordare con nostalgia i tempi della gioventù ormai lontani, ma significa soprattutto recuperare quel cemento che, attorno alla nostra San‐
ta Patrona, ha legato tante persone, trasformando una collettività di brava gente, in una comunità parrocchiale. In tutto questo ha giocato un ruolo essenziale don Ennio Rizzardi, il primo par‐
roco della “Cabrini”. Iniziò a celebrare le funzioni religiose in un capannone costruito al centro delle case tra viale S Biagio e viale dei Mille. La sede era quanto mai disagevole e spoglia, ma la collaborazione dei parrocchiani ne faceva un vero luogo di culto: “dove due saranno riuniti nel mio nome Io sarò con loro…” Fino ad allora la S. Messa domenicale veniva celebrata da don Nunzio che veni‐
va prestato dalla parrocchia centrale di Codogno e officiava nella casa padronale della vecchia cascina Gezza, ora demolita e sostituita da condomini e negozi in viale dei Mil‐
le. La gioia di avere una chiesa, seppur provvisoria e disadorna ed un sacerdote per quelle persone semplici ma appassionate a Cristo, faceva superare ogni ostacolo. Così tutti si davano da fare: chi al servizio dell’altare, chi alla confezione degli arredi sacri e delle tovaglie per la Mensa, chi alla preparazione degli spazi verdi su cui si affacciava la chie‐
sa dove riunirsi e far giocare i bambini dell’oratorio che era ta‐
le sono nello spirito che lo ani‐
mava, perché non c’era neppure un locale nel quale poter fare la catechesi. Un ambiente sul retro della chiesa, faceva da sacrestia, da ripostiglio, da aula per il ca‐
15 techismo e, all’occorrenza, si trasformava in sala riunioni. Ma non mancava l’entusiasmo, la passione vera, che riusciva a contagiare e co‐
involgere anche chi non frequentava la Parrocchia e magari veniva solo a Messa la not‐
te di Natale. Di questo oggi facciamo me‐
moria: di quello spirito che animava persone che non si fermavano davanti alle difficoltà, che come madre Cabrini non si preoccupavano se il loro baga‐
glio ed i loro mezzi erano assai poveri: lo spirito e la voglia di portare Cristo tra la gente, di riconoscersi in Cristo, era sovrabbondante. Gli eventi messi in calendario per fare memoria sono numerosi e si‐
gnificativi. Le celebrazioni sono state aperte il 13 novembre scorso, quando alla mattina i parrocchiani guidati da don Giorgio, hanno partecipato alla cerimonia di dedicazione della stazione centrale di Milano a S. Francesca Saverio Cabrini; nel pome‐
riggio S.E. monsignor Giuseppe Merisi, Vescovo di Lodi, ha celebrato la S.Messa ve‐
spertina, aprendo ufficialmente le celebrazioni. Celebrazioni che sono proseguite con altri eventi: l’allestimento di una mostra fotografica che raccogli i 40 anni di immagini e ricordi; la visita guidata al Museo Cabri‐
niano di Codogno. La visita a questo piccolo gioiello che abbiamo a disposizione ma che spesso trascuriamo, si è rivelata particolarmente interessante e apprezzata sia dai pic‐
coli che dagli adulti, grazie anche alla esperta guida di suor Maria che ci ha accompa‐
gnati nella visita. Infine, dopo un momento di festa in oratorio dedicato ai bambini ed ai ragazzi, Mons. Paolo Magnani, oggi Vescovo emerito di Treviso, ma che nel 1985 guidava la di‐
ocesi di Lodi ed in quella veste consacrò la nuova Chiesa di S. Francesca Cabrini, concluderà il ciclo di celebrazioni del 40° e 25° della nostra comunità. Si chiuderanno le cele‐
brazioni, ma non il cammino del‐
la Parrocchia, che sull’esempio della sua patrona dovrà prepa‐
rarsi a rinnovati itinerari di fede con ancora più passione ed entu‐
siasmo, alla ricerca del volto di Cristo tra i volti della gente del quartiere S. Biagio di Codogno. A cura di Cristiano Grassi 16 Roma – Via Sicilia: Un ricordo... Maura
Ho conosciuto la signorina Maura Scazzocchio quando è entrata a far parte del‐
la nostra Comunità della Casa di Riposo in Via Sicilia. Si è subito ambientata ed era sempre la prima a partecipare a qualsiasi attività. Anzi incoraggiava le amiche a pren‐
dere parte a incontri, a gite, ad assemblee. La sua preparazione culturale le dava la possibili‐
tà di partecipare attivamente agli incontri e di dare un apporto idoneo alla sua cultura. Nonostante possedesse un bellissimo apparta‐
mento nel distinto Quartiere Coppedè, aveva scelto di vivere in compagnia di altre signore per le quali non ri‐
sparmiava mezzi e fatiche, poiché ogni domenica proiet‐
tava film o cassette per trascorrere, e far trascorrere alle altre, un pomeriggio diverso e assai piacevole. Durante la Messa della domenica, una delle lettu‐
re era sempre per lei, e, sia per la correttezza della pro‐
nuncia, sia per il tono di voce, chiaro e comprensibile, si seguiva con interesse e si partecipava attivamente alla Parola di Dio. Maura amava questa Casa, amava le Suore che considerava la sua famiglia. In occasioni di feste particolari, non mancava di offrire piante o fiori che abbellivano o la Cappella o l’Altare e rimanevano a lungo per espri‐
mere la sua sincera pietà e la sua sentita devozione. Maura amava la vita come dono del Signore; amava vivere serenamente. Purtroppo, anche per lei giunse il momento della sofferenza e, questa volta, inarrestabile e irrimediabile. Il male che la colpì è stato imprevedibile per lei e per noi. Ricoverata a intervalli, ogni volta che tornava a Casa sperava in una guarigione definitiva che, pur‐
troppo, non arrivò mai. Il Signore la chiamò a Sè il 28 giugno c. a., mentre qui lasciò un gran vuoto; ci manca la sua distinta presenza, la sua sincera delica‐
tezza, la sua viva partecipazione alla vita della Co‐
munità. Grazie, signorina Maura, per tutto quello che di bello e di buono ci ha dato. Cercheremo di colma‐
re il vuoto che ha lasciato con le nostre fervide pre‐
ghiere e con un ricordo affettuoso. Sr. Pia Locatelli MSC Comunità di Via Sicilia Roma 17 Codogno: la Cappella dell'Adorazione:
cinque anni di esperienza
Intervista a Sr. Emidia Bergamaschini, MSC Il 14 Novembre del 2005, Madre Lina Colombini, allora Superiora Generale, de‐
siderò celebrare il 125° anniversario di Fondazione dell’Istituto con l’apertura della Cappellina dell’Adorazione, presso il Tabor, a Codogno, facendoci assistere ad un gesto già vissuto il 14 Novembre 1880 quando Mons. Antonio Serrati, Parroco della Parroc‐
chia, portò per la prima volta il SS. Sacramento in Casa della nuova Congregazione che Madre Cabrini fondava in quel giorno. Infatti, anche nel 2005, il Parroco della Parroc‐
chia, Mons. Diego Furiosi, portava il SS. Sacramento nella Cappellina dell’Adorazione dove viene esposto il SS. Sacramento ogni giorno. Dopo cinque anni, durante i quali si sono avvicendate alcune Suore anche dall’estero, abbiamo fatto un’intervista a Sr. Emidia che ha iniziato questa esperienza fin dal primo giorno. (la domanda è in neretto e la risposta di Sr. Emidia in carattere normale) Sr. Emidia, secondo lei, quale significato possia‐
mo trarre da questi cinque anni di esperienza di adorazione quotidiana? E’ stata un’esperienza molto buona perché le persone che venivano continuamente, special‐
mente nei primi anni, erano meno anziane e più in salute, sentivano di trovare nella preghiera, nell’adorazione, nell’ascolto della Parola di Dio, l’aiuto a risolvere i loro grandi problemi e disagi familiari. Inoltre mi sono accorta che queste per‐
sone sono arrivate a capire e quindi, a passare, da una preghiera vocale ad una preghiera di adora‐
zione e contemplazione. Ho anche percepito la gioia di molte per‐
sone che entravano nella Cappella per caso, per‐
ché vedevano aperto e poi dicevano: «Non sapevamo che ci fosse questa Cappella, ora voglio venire più spesso». Ed infatti così è stato. Spesso rivedevo quelle persone. Penso che da questa Cappella è giunta la luce a tante persone che, entrando in Cappella e ve‐
dendo esposto il SS. Sacramento, hanno provato la gioia di avere incontrato Gesù. Così, in cinque anni la Cappella dell’Adorazione è diventata un luogo familiare per tante per‐
sone, un luogo dove sentono di trovare ed accogliere veramente Gesù, come qualcosa di nuovo e di grande … 18 Ricorda qualche caso particolare di persone che entrano per raccomandarsi alla no‐
stra preghiera? Le persone che entrano nella Cappella per raccomandarsi alla nostra preghiera sono molte. Non sono quelle che frequentano ordinariamente la Cappella, ma tante che scrivono il bigliettino con la richiesta di preghiera e lo mettono sulla bacheca che c’è alla parete. Queste persone affidano le loro necessità alla nostra preghiera, sono preghiere per persone ammalate o in ospedale in attesa di subire un intervento chirur‐
gico, persone che raccomandano i loro figli, giovani rimasti senza lavoro ed in cerca di una occupazione qualsiasi, situazioni familiari veramente dolorose. Queste le racco‐
mandazioni più comuni, ma vi sono molte altre le intenzioni per le quali si eleva la pre‐
ghiera a Gesù Sacramentato. In particolare ricordo ancora una signora che viene spesso con una piccola of‐
ferta per accendere candele al Santissimo, chiede preghiere, ma poi torna spesso a rin‐
graziare per la grazia ottenuta o per una situazione difficile superata. Ricordo anche che un uomo gravemente ammalato di cancro, era stato mandato in varie città per ve‐
dere se potevano aiutarlo, sebbene molto grave e da parte di molti medici avesse rice‐
vuto poche speranze. Richiese preghiere e un giorno mandò a ringraziare perché di tut‐
to il male che gli avevano diagnosticato, non risultava più niente. Lui promise che a‐
vrebbe scritto tutto come erano andate le cose e avrebbe fatto sottoscrivere la grazia anche ai medici. Ora poi, vi sono richieste di preghiere che giungono a noi anche trami‐
te Internet, il sito della Provincia Italiana, questo significa che la nostra preghiera di‐
venta sempre più universale. Per lei Sr. Emidia, che significato ha avuto la Cappella dell’Adorazione in questo par‐
ticolare tempo della sua vita da persona ammalata che non può essere più autono‐
ma? Per me la Cappella dell’Adorazione è come un Santuario dal quale si eleva la preghiera incessante per la Chiesa, per l’Istituto, per il mondo. In particola‐
re sento che il mio impegno è pregare per il Papa, per la santità dei Sacerdoti, per le persone consacra‐
te, per quelle persone che conosciamo e che sappia‐
mo impegnate a lottare per una cultura dei valori cri‐
stiani, in difesa della verità e dei criteri etici e morali che difende la Chiesa. Mi sento nel cuore della Chie‐
sa, vicina a quelle persone che trovano il coraggio di difendere la cultura cristiana, i valori della vita, della giustizia, e si espongono in prima persona a scrivere su giornali, a parlare in televisione, per contribuire a chiarire il pensiero della Chiesa così spesso manipola‐
to. Leggendo poi ogni giorno l’Osservatore Ro‐
mano, sento come una guida che mi fa avvicinare tutto il mondo: la vita della Chiesa, il magistero del Papa, le diverse attività dei Dicaste‐
ri pontifici, il mondo missionario, le Chiese che soffrono persecuzione. 19 Come sente la preghiera comunitaria che si fa nella Cappella dell’Adorazione ogni giorno con il S. Rosario e il Vespro? Quando preghiamo insieme il Rosa‐
rio e il Vespro, sento come un coro di Lode che sale a Gesù Eucaristico per mezzo della Madonna e godo la bellezza della preghiera comunitaria che viene offerta con fervore, ma in particolare godo della gioia della bel‐
lezza della preghiera liturgica. Con la sua presenza nella Cappella dell’Adorazione, come partecipa alla vita dell’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di cui fa parte? Io sento che Gesù mi ha dato questa missione. Quando la Madre Generale, Ma‐
dre Lina Colombini, nel 2005, venne nella mia Comunità, a Roma, e parlò di questa sua intenzione per ricordare il 125° anniversario di fondazione dell’Istituto, io ho sentito interiormente come una chiamata di Gesù: «Io ti voglio là»; e Gesù voleva che io unissi alla preghiera, la sofferenza. Mi sento nel cuore dell’Istituto, vicina a tutte le mie Sorel‐
le che lavorano nelle missioni, nelle opere; partecipo a tutto quello che accade, leggo tutte le relazioni, i Bollettini, le lettere e le comunicazioni della Curia Generale, della Madre Generale, della Provincia, per quanto posso mi mantengo in comunicazione con tutti. Mi dispiace tanto, quando non posso essere presente a certe attività dell’Istituto, ma anche questo mi aiuta ad offrire e pregare. Sr. Emidia, poche settimane fa, il 3 Dicembre, ha compiuto 90 anni, come li sta vi‐
vendo? La mattina del 3 Dicembre, quando mi sono svegliata, ho messo tutto il passato nel Cuore di Gesù, l’ho immerso nel suo amore e nella sua misericordia. Ho detto «GRAZIE» per il tempo passato, il futuro l’ho affidato alla volontà del Padre, avvolto nel suo amore. Oggi capisco che io devo essere sempre attenta a ri‐
spondere di «Sì» alle sue chiamate di ogni giorno e alle sue sorprese di amore, perché Dio ci sorprende sempre. Siamo in prossimità del S. Natale, vuol farci un augurio? Posso ripetere l’augurio che ho fatto per i miei parenti: “La gioia del S. Natale pervada i nostri cuori perché possiamo continuare con perseveranza nelle vie evangeli‐
che, guidati dalla fede, illuminati dalla speranza, sospinti dall’amore. Lo splendore della luce natalizia brilli ogni giorno del nuovo anno nel nostro quotidiano.” Poi ho messo un pensiero del Santo Padre: «Rendiamo Dio grande nella vita pubblica e nella vita privata. Ciò vuol dire fare spazio ogni giorno a Dio nella nostra vi‐
ta, cominciando dal mattino con la preghiera e poi dando tempo a Dio, dando la Do‐
menica a Dio. Non perdiamo il nostro tempo libero se lo offriamo a Dio». (Benedetto XVI, omelia del 15‐08‐05). 20 Ritorno in Patria come Missionaria
Dopo 8 anni di formazione iniziale in Italia sono stata inviata dalla Provincia per un primo breve periodo (dal 10 ottobre al 2 di‐
cembre 2010) nella nostra missione in Russia, a Novoaltaisk. Da lì sono partita il primo settembre 2002 con in cuore il grande desiderio di diven‐
tare Missionaria del Sacro Cuore di Gesù, per amare Dio e il prossimo, e lì sono ritornata per aiutare il mio popolo a conoscere Dio – Padre Misericordioso. Venendo via Sr. Francesca Alcacer, mi sono impegnata ad aiutare Sr. Assunta nel suo prodigarsi per il bene delle anime di quella terra. Insieme abbiamo avuto la gioia di con‐
dividere la vita comunitaria nella preghiera, nella vita quotidiana, nella pastorale giovanile e degli adulti. Il reinserimento nella mia cultura e nel‐
la mia terra ha richiesto un periodo di tempo Cappella della Comunità più lungo di quello che pensavo, perché biso‐
gnava rientrare nella mentalità russa che in Italia era messa un po’ da parte per poter vivere una delle importanti caratteristiche del nostro Istituto, che è l’inculturazione. È stato molto interessante notare come è cambiata la visione della mia vita e della missione che Dio e l’Istituto mi affidano. Se prima di iniziare questa esperienza (e per molti anni) mi sentivo piuttosto come la pecorella che doveva essere guidata, oggi mi sento anche come un pastore che può guidare gli altri. Infatti, durante gli Esercizi Spirituali il Signore mi ha donato il Cuore del Buon Pastore che dona la propria vita per le pecorelle, e subito dopo gli esercizi (2 giorni dopo!) sono partita per la terra Siberia‐
na così sconosciuta in Europa. Fin dall’inizio ho potuto sentire la compassione per il popolo di Dio che era come “senza Pastore”, ed intuire le necessità di questo gregge e le possibilità di aiutarli. Oggi in quella Missione abbiamo una bella Chiesa, il sacerdote che celebra la S. Messa tutti i giorni (prima l’avevamo appena di giovedì e di Domenica), però manca tanto la pastorale organizzata. Questo mi ha stimolato a stabilire un iniziale rapporto di collaborazione col parroco per colmare questa lacuna e lavorare insieme. Durante la visita del nostro vescovo Mons. Wert nella prima Domenica d’Avvento, abbiamo ricevuto un incoraggiamento e la Sua Benedizione Pastorale a la‐
vorare in comunione e unione con la chiesa locale. 21 La terra in cui Dio ci ha mandato è fredda (specialmente d’inverno), ma i cuori delle persone possono e devono essere scaldati dall’Amore di Dio che abita in noi e che noi siamo chiamati a comunicare e testimoniare. Per poter compiere questa missione è necessario, come diceva la nostra Santa Madre, essere sante e vivere ed avere il nostro cuore pieno dell’amore di Dio. Infatti la Madre diceva: “Dopo aver santificato voi stesse, potrete cooperare alla salute delle anime. Chi non è santo non è strumento atto a sì gloriosa impresa” (Stella del Mattino – p.157, n.13). Per questo motivo e perché la nostra missione sia feconda secondo il Cuore di Gesù, carissime Sorelle, vi chiediamo, con Sr. Assunta, PREGHIERE per la santificazione nostra e a pro della salute delle anime. Dopo un breve tempo di riposo e di valutazione dell’esperienza, sono inviata a continuare per altri tre mesi questa missione. Conto molto sul vostro sostegno e le vostre preghiere. Sr Oxana, msc La nostra missione in Novoaltaisk Altare della Parrocchia 22 Notizie ... Notizie ...
Sr. Diana Delle Molle è ospite del Centro di Spiritualità di Codogno per 10 giorni per i Suoi Esercizi Spirituali annuali. Le auguriamo che questo annuale soggiorno nel cuore dell’Istituto, possa darle la gioia di sentire vicina la no‐
stra preghiera e contribuire alla sua forza spirituale per la sua missione. Nel mese di Gennaio 2011 la signora Lucetta Scaraffia accompagnata dal ma‐
rito, Ernesto Galli Della Loggia, andrà in Etiopia a visitare la Missione di Dub‐
bo della quale è anche sostenitrice per le adozioni. La signora Scaraffia, sarà invitata ad Addis Abeba a parlare presso l’Ambasciata italiana, di Benedetto XVI e la cultura. E’ in preparazione la “Scuola di Formazione per Laici”, che si terrà a Codogno in diverse tappe durante l’Anno 2011. Preghiamo perché questa importante iniziativa della Provincia Italiana sia partecipata con cordialità e successo. Il personale infermieristico del 3° Piano della Clinica Columbus di Milano, ha preso la deli‐
cata e affettuosa iniziativa di dedicare il Re‐
parto alla memoria di Sr. Camilla Vide, MSC, loro collaboratrice per tantissimi anni. Certamente ha lasciato un grato ricordo del‐
la sua cabriniana presenza. 23 Dal Monastero di Ravenna 24