Editoriale - Suore Missionarie
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Editoriale - Suore Missionarie
Notiziario della Provincia Italiana e della Regione dell’Europa Occidentale Anno 4 - N. 4 – Ottobre 2014 Editoriale La seconda Lettera ai Consacrati, edita dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, basata in parte, sulla predicazione di Papa Francesco, porta come titolo un suggestivo “Scrutate”. Leggendola si ha l’impressione che si tratti di un commento alle nostre Conclusioni Capitolari e specialmente alla Riflessione Teologia che le motiva. Infatti questa seconda Lettera, (dopo la prima: “Rallegratevi”), in preparazione all’Anno dedicato alla Vita Religiosa, parte dalla simbologia della nube che “guidava misteriosamente il cammino del popolo: lo faceva ora sostando, anche a lungo, e quindi suscitando disagio e rimpianti, ora alzandosi e muovendosi e così indicando il ritmo della marcia, sotto la guida di Dio” (cfr. cap. I, pag.16). La nube, quindi diventa un simbolo privilegiato della presenza di Dio. Secondo l’autore di questa lettera possiamo scorgere, come in uno specchio, il modello interpretativo della vita consacrata nel nostro tempo. Leggendo la stessa lettera, più avanti, appare la figura di Elia, il profeta che passa dalla passione mistica per Dio al furore per la situazione del suo popolo; il suo servizio profetico conosce purificazioni e illuminazioni, deserto e depressione mortale fino al vertice dell’incontro con Dio nella brezza lieve e silenziosa dell’Horeb. Queste esperienze, sempre secondo la Lettera, sono ispiratrici anche per la vita religiosa. “Anch’essa deve passare dal rifugio solitario e penitente nel wadi del Cherìt, all’incontro solidale con i poveri che lottano per la vita, come la vedova di Sarepta, imparare dall’audacia geniale rappresentata dalla sfida del sacrificio sul Carmelo e dalla intercessione per il popolo rattrappito per la siccità e cultura di morte, fino a difendere i diritti dei poveri calpestati dai prepotenti e mettere la guardia contro le forme idolatriche che profanano il nome santo di Dio”. (Ib. pag. 43). Non a caso la Riflessione Teologica delle Conclusioni Capitolari dice: «…la realtà, la nostra sensibilità missionaria e la grazia dello Spirito Santo, ci fanno comprendere che questo “sogno cabriniano” oggi esige una “nuova interpretazione” …. In vista di un futuro che si sta generando nel qui e adesso… tra perplessità e vitalità”. 1 La Lettera “Scrutate”, ci inoltra nella “profezia della vigilanza” che significa saper leggere i segni della storia per proseguire il cammino e come dice Papa Francesco: «guidati dallo Spirito, mai rigidi, mai chiusi, sempre aperti alla voce di Dio che parla, che apre, che conduce, che ci invita ad andare verso l’orizzonte.». Forse scrutando l’orizzonte potremmo avere l’atteggiamento del servo di Elia che continuava a dire: «Non vedo niente», ma – suggerisce ancora la Lettera «..scrutare insieme il cielo significa entrare in un ordine “altro” di valori, cogliere un senso nuovo e differente della realtà, credere che Dio è passato anche se non vediamo orme visibili, con voce di silenzio sonoro (la brezza leggera)..» (Ib. Pag. 68) La nostra vita missionaria si trova forse ad una svolta, come altre ce ne sono state nella nostra storia, ci invita ad una visione di fede e di speranza e di grande fiducia in Dio, che deve essere un segno – per quanto piccolo – nell’ombra e nel dramma del nostro tempo. “Per questo abbiamo bisogno di una mente, di un cuore, e di una volontà aperti, affinché, con audacia, possiamo essere capaci di trasformare i nostri concetti di missione-vocazione, di tracciare un nuovo itinerario formativo, di disegnare una nuova mappa… ridefinire le frontiere..”(Conf. Conc. Cap. 2014). Santa Francesca Cabrini direbbe ancora oggi: «…..E in quei momenti in cui tutto sembrerebbe finito…., (la Missionaria) alza lo sguardo al suo Sposo e grida con fede, con fiducia, con coraggioso amore: Omnia Possum in Eo qui me Confortat. Ripetetelo spesso questo motto tutto proprio della Missionaria; ripetetelo tante volte durante il giorno, ripetetelo specialmente nei momenti più difficili, di difficoltà e di prova. Non mancate mai di fiducia e di confidenza in Dio;» (Ep. Lett. n. 1192). 2 1914: la Prima Guerra Mondiale Madre Cabrini e l’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù Seconda parte Attività e fondazioni degli anni della guerra Sebbene la stessa Madre Cabrini avvertisse le Missionarie che non era il caso di pensare ad altre fondazioni specialmente in Europa, il ritmo delle fondazioni continuava. Forse Madre Cabrini sentiva il desiderio di “far presto” perché il tempo correva rapidamente, perché “quello che possiamo fare oggi non dobbiamo rimandarlo a domani”, perché se è “questo il momento favorevole” dobbiamo seguire e fare quello che Dio vuole. Così è che la vediamo impegnatissima nella organizzazione e inaugurazione della Casa di Dobbs Ferry. Aveva comprato una villa sulle rive del fiume Hudson e vi aveva trasferito le orfanelle da West Park, aprendovi anche una scuola. Questo lavoro l’aveva occupata moltissimo perché in tutte le situazioni lei faceva da guida. Alle Suore che si lamentavano del suo silenzio, scriveva: «……ma non scrivo a lungo perché sono stanca assai perché ieri abbiamo fatto l’apertura della Cappella di Dobbs Ferry ed eravamo poche per spolverare tutto alla mattina, tanto è grande la Casa. Io ho spolverato dalle 5 alle 7 prima che arrivasse Monsignor Edwards a celebrare e si sa, sono stanca. Intanto il lavoro vi dice che io sto bene. Ieri mi domandavano se io avevo 40 anni …» (Lett. del 17 Aprile 1914). A proposito dell’apertura di questa Casa la Madre racconta con affetto e con la sua devota ironia un fatto: «Il giorno del contratto, mentre io stavo alla Trust company per fare il deed, alcune Suore andavano a prendere possesso della proprietà portando una grande statua del Sacro Cuore. Questa statua aveva un aspetto tanto serio che alcune Suore non la volevano guardare; ebbene appena entrato in Casa e messo al posto dell’altare in Chiesa, si mise a ridere e sta ancora sorridendo. In quel posto il Rettore del Collegio, Ministro Presbiteriano scozzese, predicava la bibbia ai ragazzi del Collegio e alla gente del vicinato ed ora vi trionfa il Sacro Cuore ed è forse per questo trionfo che il Sacro Cuore si mostra tutto in gioia. I Signori del vicinato venuti a visitare dicevano: ma guardino che ride il S. Cuore, mai abbiamo veduta una statua così ridente. In noi ha lasciato un senso gradito come dell’approvazione del cielo sopra l’acquisto di tale proprietà. Includo una cartolina ove si vede solo una parte della Casa.» (Lettera a M. Diotti del 16 Gennaio 1914). L’inaugurazione fu – come sempre – molto festosa e solenne. Madre Cabrini teneva molto a queste cerimonie per il “bene dell’Istituto”, per salvaguardare il suo 3 prestigio e il buon nome. Erano molte in quel periodo le gelosie e le invidie che suscitavano le opere di Madre Cabrini. Non conoscendo i sacrifici, le sofferenze e le lotte che le Missionarie dovevano affrontare per ogni opera, la gente, le stesse istituzioni religiose, i nuovi fondatori che emergevano, sembrava godessero nel criticare e mettere in cattiva luce il lavoro delle Missionarie. Madre Cabrini se ne lamenta spesso con Madre Diotti: «Non mi impazientisco però con questi tali, sapete, perché pare che diano a noi troppa importanza e alle nostre cose e questo è buon segno, segno che non facciamo cose disprezzabili. E poi colle loro difficoltà ci aprono gli occhi e così noi, senza volerlo, faremo una cosa meno imperfetta. Come è vero che i nemici ci fanno sempre più bene che non gli amici. Degli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io!» (Lett. del 26 Marzo 1914). In un’altra Lettera scrive: «Includo la relazione di una Rivista d’Italia la quale porta le sciocchezze dette dal Deputato Caroti in Parlamento. Il Gerente dell’Araldo che mi portò la copia diceva che sarebbe bene parlarne con qualcuno perché metta in chiaro le cose quando ne riparleranno. Si tratta del Console di Chicago che, vedendo tanti poveri morire nelle strade, cercava di organizzare un dormitorio e somministrazione di cibo. Ha provato col Padre dell’Italica Gens, ma, non venendo questi a capo di nulla, si rivolse a noi e, come avevamo una Casa vicina all’ospedale dei poveri sfitta, l’abbiamo offerta per nulla allo scopo. Il Console provvide alle coperte e pagò le spese del pane e dell’occorrente per far da mangiare. Le Suore si prestarono a tutto per nulla. Ora il pagamento ce lo dà l’onorevole Caroti col suo sproloquio. Vedete di vedere lui stesso per fargli cambiar parere e parlate anche con qualche altro, p.e. con Luigi Rossi che era prima al Commissariato. Erano centinaia di poveri tutti i giorni che le povere Suore servivano nel terribile appena cessato inverno.» (Lett. a Madre Diotti del 3 Aprile 1914) Ad ogni modo Madre Cabrini gode delle gioie che le riserva il Sacro Cuore di Gesù dopo tante avversità: «Lamentatevi pure se volete che di ragioni ne avete tante pel mio prolungato silenzio, ma che volete? Circa tre settimane prima delle feste giubilari celebrate il 4 luglio, parendomi che non si scaldassero troppo le Sorelle per i preparativi della festa, presi io stessa l’incarico e si lavorò giorno e notte per assestare tutto. Un bel numero di Sorelle e uomini lavorarono senza tregua ed io non davo pace a nessuno; infatti arrivammo appena in tempo a preparare tutto il necessario e così la festa fu splendida davvero. Il Delegato Apostolico entrando disse: Ma questo è un Vaticano! Sembrava almeno una grande casa cardinalizia. Fu una celebrazione solenne e grandiosa, degna di un quarto di secolo e resa ancora più solenne dalla presenza di tutte le autorità della Diocesi. I Vicari Generali erano presenti tutti e due e fecero il discorso: uno alla mattina durante il Pontificale e uno all’accademia al dopo pranzo. Alla cena il Delegato diceva che aveva passato uno dei più bei giorni di sua vita. Il pranzo solenne per lui costava 300 dollari circa, ma l’avemmo per nulla. In un gran salone vi erano tre grandi tavole per 50 persone. Circa 40 erano sacerdoti e poche signore in tavola separata. Fu così cordiale la compagnia, che i sacerdoti alla fine credettero di essere nel grande Seminario e si misero a 4 cantare prima un duetto tra un Gesuita e un altro e poi, tutti insieme i brindisi in canto. Dopo dicevano che dovremmo destinare questa Casa per i ritiri dei sacerdoti, perché veramente adatta per la grandiosità, la quiete e la bellezza. Intanto che si preparava per la festa, un parroco vicino cominciava una nuova chiesa e trovando il fondo tutto di pietra venne ad esibirla a noi per niente. Al contrattore mandato dissi che venisse dopo le feste, ma lui ripetè: no, no, no, o subito o no, e così piuttosto che lasciarla scappare, una offerta così preziosa, accettai e così doppio lavoro perché per mettere al posto le pietre si incominciò dai grandi muraglioni alla base del monte per renderlo una rocca inespugnabile. Di pietre ne vennero migliaia di carri e tutto di quarzo e granito bianca e celestina, che è una meraviglia a vederla, e mentre si facevano i muraglioni di rinforzo, come un gioco dietro l’altro, venne in mente di alzare un poco più le mura e formare dei cameroni ad uso castello che prospettano l’Hudson River. Detto e fatto, si cominciò e fra pochi giorni un doppio Castello apparirà come di incanto. Chi fa tutto questo lavoro sono una dozzina di uomini buoni, buoni che stanno qui a mesata per pochissimo e lavorano con grande cuore senza tregua. Uno fa da capo-mastro e da plumber, altri da muratori, altri da decoratori che, se lavorassero per se stessi, non potrebbero far meglio. Io dirigo i lavori e sto con un cappello bianco di paglia in testa e il bastone in mano tutto il giorno all’aria aperta e così faccio una bella campagna della stagione. Eccovi ora spiegato il perché del mio lungo silenzio. Al terzo giorno dei lavori per la festa mi parve un’imprudenza l’avermi assunto un compito così straordinariamente faticoso e temevo quasi di soccombere, ma si vede che lo ha permesso Colui che sempre pensa a tutto, perché mi si irrobustì la fibra e mi sento ringiovanita. Dio ne sia benedetto e ringraziato per la grande Provvidenza che ci ha mandato.» (Lett. a M. Diotti del 5 Agosto 1914). Il 21 Agosto 1914 moriva il Papa che tanto aveva favorito Madre Cabrini, Pio X. Era il Papa che l’aveva confermata Superiora Generale a vita, che le aveva mandato una benedizione speciale per il 25 anniversario della Fondazione dell’Istituto e anche per altre circostanze. Ed aveva anche mandato un prezioso documento che encomiava le opere di Madre Cabrini nel 25 Anniversario della partenza per le Missioni degli Stati Uniti. Madre Cabrini soffriva molto nel perdere quelli che chiamava: “buoni amici dell’Istituto”. L’amore per l’Istituto era il sentimento di appartenenza più forte che potesse avere Madre Cabrini, per quello che le era costato, ma soprattutto perché lo riteneva appartenente e voluto dal Sacro Cuore di Gesù. A Pio X succedeva Benedetto XV e la Madre fa numerosi riferimenti in ogni lettera sia per la morte di Pio X che per l’elezione del nuovo Papa. «In mezzo alla pena della perdita di Pio X mi ha consolato l’elezione di Benedetto XV, perché è da 25 anni amico nostro ed ha lavorato pel nostro Istituto con Leone XIII e con Rampolla per le nostre Missioni d’America Centrale e Meridionale, che dipendono dalla Segreteria di Stato. Egli è sempre stato gentile e buono con noi e sarà ora il nostro buon Padre. Pregate tanto per lui che è delicato di salute. Spero che i grandi avvenimenti vi avranno fatto divenire tutte più buone e che ora tutte vi santificherete davvero e questa sarà una grande consolazione per me.» (Lett. a Madre Valentina Pini del 15 Settembre 1914). 5 «Del nuovo Pontefice ti ho già scritto come io ne sono contenta e che mi pare una benedizione per la Chiesa Universale. Mi pare che farà tanto bene come Leone XIII e tanto più, se è vero che è coadiuvato dal Card. Ferrata come Segretario di Stato. Io credo che sarà una fortuna per noi, sebbene noi siamo tanto piccine e nascoste che non ci toccano troppo le cose altissime; in ogni modo ogni tanto sorge qualche bisogno anche per noi e allora è un sollievo a sapere sedute nell’alto seggio persone amiche e con cuore veramente paterno. Noi qui abbiamo fatto grandi funerali per Pio X di S. memoria e grandi feste nella incoronazione di Benedetto XV che, se fosse stato presente, avrebbe certo gradito la vera festa di famiglia. Vorrei essere libera per venire a prostrarmi ai suoi piedi, ma ci vuole pascienza, tanto più che voi non mi volete lì in mezzo alla guerra ed io devo preparare qui il posto per tutte voi e anche pel S. Padre, se fa bisogno.» Lett. a Madre Diotti del 154 Settembre 1914). Ma prima di avventurarsi alla nuova fondazione di Seattle che occuperà le energie della Madre Cabrini nel 1916, ancora nell’anno 1914 la Madre si dovrà occupare del 25° Anniversario delle Fondazioni estere, ovvero della partenza per gli Stati Uniti avvenuta nel 1889. Tutte le Case dell’Istituto inviarono le magnifiche Pergamene, riguardanti i fiori usati nel linguaggio di Madre Cabrini per spiegare le virtù. Pergamene che quest’anno sono state situate in forma permanente nella nuova Ala del Museo Cabriniano di Codogno. Ma Madre Cabrini volle che quella ricorrenza fosse più un omaggio della Chiesa al Sacro Cuore e desiderava che le autorità se ne rendessero conto. Forse pochi possono capire questa santa ossessione di Madre Cabrini per vedere il suo Istituto onorato e apprezzato. «Al Giubileo io non avevo ancora pensato. Lo faremo durante l’anno coll’inaugurazione della nuova Casa delle Orfane che stiamo mettendo in ordine. Faremo venire il Cardinale e il Delegato. Avremo da mettere la prima pietra dell’Ospedale. Faremo un nuovo libro estendendo quello già fatto. Vorrei quindi che mi mandaste le fotografie e le pietre di impronta che farete fare per stampare tutte le Case. Vorrei però che le faceste in maniera che facessero bella figura, non come l’altra volta che sembravano miserabili. Fate fare subito da tutte le Case per mandarle qui, oppure fate fare le fotografie adatte per ricavare la plate. Vorrei anche una bella lettera del S. Padre e dei Cardinali per metterle in principio. Sei buona a farmele fare?» (Lett. a Madre Diotti del 20 Febbraio 1914). Dopo le tante piccole e grandi feste, per il Giubileo delle Missioni Estere, il 7 Agosto 1915 Madre Cabrini scriveva a Madre Diotti: «Sono in partenza per Chicago e indi per Seattle per dare inizio a quell’opera per i bambini che il Vescovo vuole». Sappiamo quale fatica dovrà sopportare la Madre per questa fondazione. Nel febbraio 1916 una enorme quantità di neve era caduta a Seattle e moltissimi tetti delle Case erano sprofondati, anche quello della Cattedrale. Madre Cabrini si era trovata lì a guidare l’emergenza e con le Suore e vari amici si erano avventurate a buttar giù la neve dai tetti con la paura per le piccole orfane che non sapevano dove mettere per ripararle. Nel Marzo del 1916 finalmente la Madre potè occuparsi della faticosa compra dell’Hotel Perry che esaurì le poche energie psichiche e fisiche che la Madre anco- 6 ra aveva. Non mancarono in quel periodo le sofferenze per la perdita di ottime Missionarie. Qualche anno prima, nel 1914 era morta improvvisamente la Madre Innocente Sangiorgi, la Direttrice della Casa di Los Angeles che aveva combattuto, come disse Madre Cabrini “con i capi dell’Orfanotrofio che volevano farcelo chiudere”. Secondo la Madre, la Suora morì di crepacuore per le tante sofferenze che le avevano procurato persone che continuavano ad investigare per trovare il pelo nell’uovo e far chiudere l’opera. Molti Vescovi degli Stati Uniti erano inquieti con Madre Cabrini perché non acconsentiva alle loro richieste di aprire Case nella loro diocesi. «Se sapeste! ho una quantità di Vescovi molto inquieti con me perché non dò loro le Suore e uno solo le voleva almeno per 12 scuole, figuratevi! Indignato quasi nel sentire che non potevo, disse: andrò io dal Santo Padre, quando la obbligherà lui, me le darà. Poverino, può andare pure se vuole dal S. Padre, ma quando non vi sono che si può fare?» (Lett. a Madre Valentina Pini del 14 Febbraio 1914). Un’altra preoccupazione che intralciava il lavoro di Madre Cabrini era una nuova Congregazione che aveva preso il titolo di “Missionarie del Sacro Cuore di Gesù”. Madre Cabrini tartassava di lettere Madre Diotti perché si occupasse della cosa a Roma presso il Vaticano, mentre lei se ne occupava negli Stati Uniti. Sappiamo comunque che nonostante la guerra e le tante situazioni drammatiche di quel momento storico, la Madre, dopo una pericolosa inondazione, nell’orfanotrofio di Neuilly-Sur-Seine presso Parigi aveva fatto trasportare le orfanelle presso l’Ambasciata Italiana dove vi erano rimaste tre mesi. Qui le orfanelle e le stesse Suore erano state accolte molto amorevolmente e con grande generosità da parte dell’Ambasciatore, il Conte Gallina. Quando venne messa all’asta una prestigiosa villa a NoisyLe-Grand per interessamento della nobiltà italiana che sempre aveva sostenuto l’Orfanotrofio, venne acquistata la Casa e nel 1914 vi si trasferì l’orfanotrofio. L’inaugurazione avvenne proprio il 15 Maggio 1914. Così le Memorie ricordano: «Il 15 maggio si fece l’inaugurazione dell’orfanotrofio. Presiedevano S. A. Imperiale la Principessa Letizia di Savoia, Sua E. Donna Bice Fittoni e il fior fiore della Colonia Italiana. Il Signor Grand’Ufficiale Poccardi volle regalare le Orfanelle di un sontuoso pranzo. Nel mese di Agosto la terribile guerra che mise sottosopra il mondo intero, venne a turbare la tranquillità dell’Orfanotrofio. Chi può dire le ore di angoscia che seguirono la proclamazione della guerra? Il Sindaco di Noisy mandò l’avviso che non avrebbe più permesso al prestinaio di fornirci il pane perché doveva innanzitutto tenere provviste le persone del Paese anziché noi straniere. Come provvedere al mantenimento delle Orfanelle? Col cuore ripieno di amarezza la Rev.da Madre Direttrice si portò dal Regio Ambasciatore, il quale sempre buono, le consegnò una lettera calda di raccomandazioni per noi, esortando il Sindaco a fornirci il necessario pane dichiarando che l’Orfanotrofio era 7 sotto l’immediata protezione dell’Ambasciata; come è facile a capire il Sindaco annuì sotto il desiderio dell’Ambasciatore.» Tutto questo la Madre Cabrini lo faceva per mezzo delle sue delegate che faceva girare continuamente dappertutto per risolvere le continue difficoltà che sorgevano. Così a Madre Gesuina Diotti raccomandava le situazione dell’Italia e quelle inerenti ai rapporti con il Vaticano. A Madre Maddalena Savarè la esortò ad andare in sud America per le Case che laggiù esigevano una presenza della Madre; a Madre Valentina Pini raccomandava la casa di Codogno, le vocazioni, la formazione delle Novizie, e a Madre Giuseppina Pisoni raccomandava le Case di Francia e dell’Inghilterra, mentre Madre Domenica Bianchi si dava un gran da fare per sistemare le questioni burocratiche che impedivano agli stranieri di possedere in terre diverse dall’Italia. In Italia, non dava tregua a Madre Saverio De Maria per tutte le questioni legali da regolarizzare. La sua leadership, era pressante, affettuosa, consolante e decisiva, mentre non lasciava di seguire le opere degli Stati Uniti che quando sembrava che si fossero assestate, per un nonnulla ricadevano in crisi. Noisy-Le-Grand (Francia) – La Comunità nel 1916 continua 8 INCONTRO DI FORMAZIONE CON LA MADRE GENERALE E’ stata una buona occasione quella di avere qui, a Codogno, per tre giorni e per la prima volta in veste di Superiora Generale, Madre Barbara Staley e le nuove Assistenti Generali: Sr. Bernadette Anello, Sr. Concepción Vallecillo, Sr. Maria Regina Canale. Il loro incontro con alcune responsabili della Formazione iniziale è stato un segno privilegiato per iniziare l’intenso itinerario di missione e di attività che la nuova leadership dell’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore è chiamata a fare. Un segno che la Casa di Codogno ha colto con molta gioia. L’Incontro dal 30 Settembre al 2 Ottobre ha certamente segnato un nuovo cammino per implementare i mandati del Capitolo Generale 2014. Auguriamo a tutte le responsabili di Formazione, il coraggio di raccogliere la sfide dei tempi e della chiamata di Dio. 9 Codogno: GIORNATA DELLA SCUOLA L'incontro a Codogno con i docenti delle scuole cabriniane è stato un'occasione di confronto e condivisione di varie esperienze educative. Questo appuntamento è stato necessario considerando le difficoltà degli istituti cattolici in questo particolare momento storico a causa della crisi economica. Tali difficoltà, però, non devono scoraggiare, in quanto questo tipo di scuola ha una missione importante da portare avanti, ossia affrontare “l'emergenza educativa” attraverso la trasmissione di valori (la fede in primo luogo, ma anche il rispetto verso il prossimo) non sempre presenti in altri ambienti educativi. Di non secondaria importanza è anche la peculiarità del progetto educativo che pone al centro la persona umana e la sua dignità; questo è un aspetto che contraddistingue la scuola cattolica da quella non cattolica. Per tutti questi motivi le scuole cabriniane e cattoliche in generale hanno un qualcosa in più da offrire alla società, soprattutto oggi, considerando la crisi della famiglia e le problematiche ad essa connesse, che insegnanti ed educatori si trovano giornalmente a dover affrontare. Simona Pasquini Prof. Istituto Cabrini, Roma 10 Per il secondo anno ho avuto la fortuna di potermi recare in ritiro spirituale con la Preside ed i colleghi della mia Scuola Cabrini di Roma presso l'Istituto Missionarie del Sacro Cuore Madre Cabrini di Codogno. Come per la prima volta l'esperienza è stata molto positiva sia dal punto di vista umano che spirituale. Prima di tutto ho avuto la possibilità di passare del tempo con i miei colleghi con cui si è instaurato ormai un ottimo rapporto di fiducia, dialogo e collaborazione anche grazie a questi momenti di riunione e condivisione. Spesso durante l'anno ci riuniamo per un momento di riflessione, prima delle festività di Natale o Pasqua per esempio, in modo che il nostro rapporto non si riduca solo a un mero scambio lavorativo, ma diventi anche qualcosa di più profondo, fatto di rapporti umani, relazioni ed emozioni. Senza di essi, ritengo che il nostro lavoro quotidiano sarebbe molto più sterile e meccanico. In secondo luogo presso l'Istituto Madre Cabrini di Codogno ho avuto la possibilità di ascoltare diverse esperienze di colleghi e Presidi di altre scuole Cabriniane che hanno dato, a mio avviso, una sensazione di scopo comune al nostro lavoro. Durante tutto l'anno scolastico noi cerchiamo di applicare a scuola i principi della pedagogia Cabriniana, cercando di dare ascolto ad ogni singolo alunno, di accogliere le loro piccole e grandi diversità, di agire in maniera differente ogni volta in base alle loro esigenze, di guardare al singolo più che alla massa. Ritrovare che questi principi, faticosamente portati avanti in una società come quella di oggi, anche nelle parole dei miei colleghi, nelle loro esperienze e speranze, mi ha dato un enorme sollievo e senso di positività. Il nostro lavoro è fatto di piccoli gesti e di gocce quotidiane, ma mille gocce tutti insieme possono creare qualcosa di più grande. Spero di poter ripetere l'esperienza una terza volta e ricavarne la stessa forza e energia positiva. Isabella Nahas Prof. Dell’Istituto Cabrini, Roma 11 12 Codogno: CAPITOLO PROVINCIALE post Capitolo Generale Dal sabato 6 Settembre al Lunedì, 8 Settembre, si è celebrato a Codogno il Capitolo Provinciale che – secondo le Costituzioni – è bene si riunisca nuovamente dopo il Capitolo Generale. Erano presenti trenta Suore della Provincia Italiana, e con la lieta sorpresa della partecipazione di Sr. Maria Regina, Assistente Generale per l’Europa e Sr. Concepción Vallecillo, Assistente Generale per l’America Latina. L’obiettivo era quello di: condividere l’esperienza del Capitolo Generale da parte delle partecipanti al detto Capitolo, presentare le Conclusioni Capitolari e prevedere una possibile programmazione che sarà approfondita e ampliamente sviluppata nell’Assemblea Provinciale di Dicembre. Il Capitolo è stato introdotto dal saluto della Superiora Provinciale, Sr. Annita Turnu e dalla consegna ad ogni Capitolare delle Conclusioni Capitolari. La consegna è stata fatta nella bella Chiesa del Tabor, appositamente preparata per la solenne cerimonia di consegna, fatta da Sr. Maria Regina. Durante la sera si è trovato un momento per ringraziare Sr. Loredana Manzoni, Assistente Generale per l’Europa per più di due mandati e dare il benvenuto alle due nuove Assistenti. Durante i giorni 7 e 8 Settembre si è svolta una dinamica diversificata per la presentazione dei vari documenti e mandati. La presentazione della “realtà” visualizzata è stata visualizzata con un video preparato per tutto l’Istituto. Mentre la Riflessione Teologica è stata presentata da Sr. Concepción e Sr. Annita. Sono stati passati in rassegna i quattro temi del Capitolo: Missione, Vocazione, Formazione e Governo, dando spazio alla discussione, alle eventuali spiegazioni, ai commenti dai quali sono scaturite intuizioni e idee che saranno prese in considerazione nella la prossima programmazione Provinciale. Preghiera, condivisione, clima fraterno hanno caratterizzato l’incontro. Molto apprezzati i contributi e le spiegazioni delle Assistenti Generali. Naturalmente tutto sarà ripreso nell’Assemblea Provinciale che avrà luogo a Codogno dal 5 all’8 dicembre p.v. con la partecipazione della Madre Generale e i membri del Consiglio Generale. 13 INCONTRO CON I LAICI IN SPAGNA Cinque laici della Provincia Italiana sono stati invitati, insieme a Sr. Marta Maria, a partecipare all’incontro dei Laici dell’Europa Occidentale che si è tenuto a Madrid, il 20 settembre, presso il Collegio Cabrini per la condivisione sul lavoro svolto durante il XV Capitolo Generale e la presentazione delle Conclusioni Capitolari. L’incontro è stato arricchito dalla presenza della nuova Madre Generale Sr. Barbara Staley e del nuovo Consiglio Generale (erano presenti Sr. Maria Regina Assistente generale per l’Europa e Sr. Maria Concepción Vallecillo per l’America latina). Ha fatto entusiasticamente gli onori di casa Sr. Conchita cui dobbiamo, insieme alle sue consorelle ed ai laici spagnoli, un personale ringraziamento per l’affetto e lo spirito cabriniano di ospitalità con cui ci hanno accolti. E’ stato veramente “un momento favorevole” nel quale ancora una volta l’Istituto ha voluto condividere con il suo laicato non solo un documento ma tutta la forza e la speranza della proprio progetto missionario. Il Documento, quale linea guida del prossimo sessennio, trova i suoi capitoli più significativi nella descrizione della realtà, nella riflessione teologica e nei progetti: missionario, formativo, vocazionale e di governo. Attraverso la documentazione iconografica e la viva testimonianza delle suore e dei laici che hanno partecipato al Capitolo Generale è stata presentata una rapida sintesi del lavoro svolto, sono state sollecitate riflessioni e stimolato l’impegno laicale a mantenere vivo il carisma cabriniano nelle opere e nelle missioni. Con forza, passione ed energia la Madre Generale ha esplicitato il senso delle Conclusioni Capitolari, ribadendo l’importanza del “momento favorevole” che siamo chiamati a vivere: “Un tempo kairologico di grazia, un tempo opportuno e favorevole per entrare nel mistero di Dio, nel mistero del Sacro Cuore, nel mistero del nostro essere cristiani” “Un momento favorevole per agire velocemente a grandi e spediti passi nella riorganizzazione della missione” “Un momento favorevole per incorporare i laici nel carisma cabriniano, per valorizzare tutta la ricchezza dei più di 14 8000 laici che a vario titolo e livello operano nella missione” “Un momento favorevole per approfondire il carisma con profondità e creatività sollecitando una fattiva e convinta risposta laicale alla luce della grazia, del carisma e del senso di responsabilità” Ines Sanchez, Marina Pace e Giuseppe Tansini, come partecipanti laici al Capitolo, hanno evidenziato alcuni punti di forza: 1. la disponibilità delle suore, personale e comunitaria, di mettersi sempre in gioco confidando nell’amore misericordioso del Cuore di Gesù in atteggiamento profetico teso a “discernere” cosa il Cuore di Gesù ci chiede come persone, come discepoli-missionari, come testimoni del carisma cabriniano. 2. la capacità dell’Istituto di accettare la sfida dei cambiamenti che richiedono continui e profondi rinnovamenti di fronte alle sfide della realtà missionaria. 3. la scelta profetica di coinvolgere il laicato quale componente essenziale della missione condividendone le gioie e le speranze, le ansie e le difficoltà che ogni giorno questa società post-moderna ci chiede di affrontare. 4. l’intelligenza di vedere nella diversità di lingue, culture, tradizioni e impegni missionari non una difficoltà ma un punto di forza per meglio rispondere alle esigenze della missione. Ieri come oggi ogni laico che desideri partecipare alla missione cabriniana si pone alcune domande: cosa si attende l’Istituto dalla partecipazione alla vita missionaria di collaboratori e corresponsabili laici? quale tipo di missione si genera in opere in cui prevale numericamente la partecipazione laicale? quale tipo di formazione occorre sviluppare per mantenere l’identità cristiana e cabriniana delle missioni presenti o future? come mettere a frutto la propria vocazione? come evangelizzare la propria professione? Se la vocazione è una chiamata che Dio rivolge ad ogni battezzato, allora dobbiamo discernere quali tipo di risposte siamo in grado di promuovere nella nostra missione, risposte che tengano conto dello stato di vita, dei talenti spirituali e professionali, della capacità relazionale, della valorizzazione delle persone, del senso che diamo alle nostre scelte personali e istituzionali, del discernimento dei percorsi da inventare anche con immaginazione creativa. 15 La riflessione teologica e la descrizione della realtà missionaria illustrate da Sr. Concepción hanno stimolato domande fondamentali che coinvolgono il laico come singolo e come comunità: “cosa possiamo fare per la missione come docenti, sanitari, volontari cabriniani?” “quali risposte il laicato cabriniano si sente di dare agli stati di povertà che si incontrano nella società attuale?” “come cambiare con nuovo impulso missionario una realtà segnata dalla ingiustizia e dalla prevaricazione?” Le conclusioni ribadite più volte e con forza da parte di Sr. Barbara partono dal dato realistico di una Congregazione in cui alcune province l’età media delle suore è di 79 anni per un totale di 319 suore mentre l’Istituto si avvale di più di 8000 collaboratori laici. Con logica stringente e carica di passione e ragionevole speranza la Madre chiede al laicato di impegnarsi per la continuità del carisma cabriniano, dono ecclesiale: “La cui sopravvivenza esige una risposta oggi, non domani, una risposta veloce non lenta, una risposta adeguata al dato di realtà”. “Apritevi alla missione, alla internazionalità, alla multiculturalità, alla disponibilità missionaria” “Mandatemi progetti che dimostrino la sostenibilità cabriniana dell’opera in cui agite” “L’opera stessa potrà vivere se è testimonianza dell’amore misericordioso del Sacro Cuore di Gesù, se incarna il carisma e i valori cabriniani.” “Affinché le Conclusioni Capitolari non siano soltanto un ulteriore documento: individuate ed indicate risposte operative che le rendano ecclesialmente vive”. “Sappiate cogliere questo momento favorevole!” Invito più esplicito non poteva essere fatto al laicato cabriniano. Buona missione a tutti. Giuseppe Tansini 16 INCONTRO CON I LAICI IN ITALIA IN CAMMINO …… SCRUTANDO IL FUTURO! La decisione di presentare in ogni singola opera della Provincia Italiana le conclusioni del XV° Capitolo Generale nasce dal duplice desiderio della Madre Provinciale, Sr. Annita, di comunicare personalmente e al maggior numero di laici possibile una esperienza altamente significativa per la vita dell’Istituto, soprattutto oggi. Questa decisione ha trasformato Sr. Annita, Sr. Rachele ed il sottoscritto in pellegrini itineranti verso le opere cabriniane: la scuola di Torino, la scuola di Milano, la scuola di Sant’Angelo, la Columbus di Milano con la presenza dei laici di Rancate, la RSA e il Centro di spiritualità di Codogno e le opere di Roma. Il tutto nell’arco di circa 10 giorni secondo il motto “ardentemente e velocemente”. Lo schema della presentazione ha previsto la spiegazione di cosa è un Capitolo Generale, quali sono i suoi scopi e le sue finalità, la lettura della lettera introduttiva alle Conclusioni Capitolari che la nuova Madre Generale ha voluto rivolgere alle sue consorelle ed ai laici, la consegna ad ogni laico del documento accompagnata dal bellissimo canto “Guardando al futuro”, la descrizione della struttura e delle finalità del documento, la testimonianza laicale di chi ha partecipato al Capitolo ed infine la proiezione di un bellissimo filmato sulla realtà missionaria cabriniana. La ripetitività della testimonianza è stata impreziosita e rivitalizzata dalla numerosa partecipazione dei laici vissuta con vero spirito di “famiglia cabriniana”, con curiosità ed gratitudine per la condivisione delle gioie e delle speranze di una grande realtà missionaria internazionale. Pur nella consapevolezza di non poter raccontare in due ore tutta la vitalità e ricchezza spirituale di un evento durato circa un mese e preparato con almeno due anni di anticipo, la Madre Provinciale si è spesa con passione ed entusiasmo a farci comprendere non solo quanto sia vitale e bella la missione, ma esprimendo tut- 17 ta la sua gratitudine ad ogni laico cabriniano quale prezioso e indispensabile protagonista nel mantenimento e nella trasmissione del carisma di Madre Cabrini Dagli interventi dei laici, dalle domande poste e dalle riflessioni espresse si è percepito che molto cammino si è fatto dal lontano 1990, anno di inizio della incorporazione laicale nella vita dell’Istituto, come ben ci ha ricordato Sr. Maria nell’incontro di Codogno. Ebbene, oggi, “guardando al futuro” cosa desidera trasmettere e cosa si attende dai laici l’Istituto? Poche ma semplici ed importanti cose: trasformare la propria vita individuale rispondendo alla chiamata evangelica secondo la personale vocazione ed i propri talenti collaborare alla proposta cabriniana nella rivitalizzazione dell’Istituto farsi incorporare come laici nella realtà missionaria condividere il carisma sviluppando progetti che qualifichino la sostenibilità cabriniana delle opere. “Perché queste conclusioni capitolari non rimangano soltanto un ulteriore documento, cogliete il momento favorevole! Sviluppate risposte operative ecclesialmente vive”. Sono queste le parole che la Madre Generale ha rivolto ai laici spagnoli consegnando loro il piccolo e denso libretto che ognuno di noi ha ora nelle proprie mani. Buona missione a tutti! Giuseppe Tansini 18 Madre Cabrini Nella Parrocchia di Monteleone (Pv) Una domenica speciale, dedicata ad una persona speciale: Santa Francesca Cabrini. C’era proprio tutto il paese domenica 28 settembre alla posa del quadro di Santa Francesca Cabrini all’interno della Chiesa Parrocchiale Madonna della Neve di Monteleone, un piccolo borgo del basso pavese confinante con Sant’Angelo Lodigiano. Un altro tassello sul “Cammino degli Emigranti”, dopo Milano, Sant’Angelo Lodigiano e Codogno; un progetto che il Sindaco Enrico Vignati ha voluto sposare fin dall’inizio, non solo perché nativo di Sant’Angelo Lodigiano ma e soprattutto perché da Monteleone si può raggiungere in pochi minuti a piedi la casa natale della Santa, e molti cittadini già la consideravano la loro Santa fin dal passato. Il bellissimo dipinto, donato al Sindaco per la sua comunità dalle Suore Missionarie del Sacro Cuore, ritrae Santa Francesca Cabrini sul molo di New York, attorniata da emigranti italiani con la classica valigia di cartone, con la statua della libertà sullo sfondo ed il Sacro Cuore proprio dietro il gruppetto. Un’immagine simbolo di quello che è stato lo stile di vita di Santa Francesca Cabrini e di quello che vuol significare questo Cammino. Ospiti importanti per l’evento le Sorelle del Consiglio, con la Madre Generale Suor Barbara Staley, Suor Maria Regina Canale, Suor Bernadette Anello e Suor Maria Concepción Vallecillo. Non ha voluto mancare all’appuntamento il Vescovo di Pavia, S. E. Mons. Giovanni Giudici, che si è intrattenuto prima della funzione religiosa con le Missionarie nella casa parrocchiale per un bellissimo, quanto gradito, scambio di pensieri. La Santa Messa, con una chiesa stracolma di fedeli, è stata celebrata dal Vicario, Mons. Adriano Migliavacca, coadiuvato dal Parroco di Monteleone Don Luca Roveda, che ha voluto collocare il dipinto nell’area dell’altare, alla destra del celebrante, come sua sistemazione definitiva. Il Sindaco ha infine ringraziato le Sorelle sia per la loro presenza che per il gradito ed importante dono ricevuto. 19 Da Suor Albertina, msc “GRAÇAS” Sinto deixar aqui minha gratidão a Deus e ao Instituto por ter e proporcionado estes 3 meses (sabático) especialmente na comunidade de Codogno e Cúria e um agradecimento à província do Brasil por ter me liberado para este tempo de Graça. Assim foi uma experiência de oração, escuta, partilha de dons, descobertas. Tempo de apreciar e gozar das riquezas das culturas e abrir-me ao novo com liberdade de coração e de mente para saborear cada dia como um presente de Deus. O tempo que estive em Codogno vivencei intensamente e com muito prazer o meu pedido para adorar Jesus Sacramentado. Todos os dias, me colocava diante Dele em companhia de pessoas santas e levava em oração cada irmã do Instituto, as jovens, as vocações, as necessidades da Igreja, da humanidade, particularmente a tragédia das guerras. A oração sempre nos leva à missão. Descobri que Jesus me enviou ali para alegrar um pouco nossas irmãs idosas. Assim, no meio delas, escutando-as, brincando e fazendo pão, doces para elas, eu via em cada uma o próprio Jesus. Também fiz amizades com as senhoras que vem adorar Jesus. Visitei-as, rezei em suas casas. Apesar do meu italiano todo enrolado conseguia me comunicar. Algo que me tocou muito foi a doação incansável das irmãs do Centro de Espiritualidade. Como aquele espaço recebe grupos e leva pra frente a missão ali começada por Madre Cabrini. O empenho de Ir. Maria Barbagallo na Evangelização por meio do Museu Cabriniano e formação e a presença na RCA (Centro de Reabilitação Cabriniano). O tempo que estive na comunidade da Cúria, em Roma, foi de convivência numa comunidade internacional. Foi também um espaço para conhecer, maravilhar-me com a cultura, arte, beleza de uma cidade esplendida, acolhedora dos migrantes, que se encontram nos ônibus, metrôs, trens … sentemse todos os idiomas, veem-se todas as cores, sentem-se os cheiros e tocam-se traços de várias culturas. Pude sair, conhecer e encontrar-me com as pessoas, foi missão: pois onde estamos, somos missionárias e há sempre uma oportunidade para oferecer uma ajuda, uma palavra, por menos que seja ela tem um valor. Tempo de Graça mas também de experimentar a 20 fragilidade e superar um pensamento que me perseguia no inicio: “nossas irmãs estão todas trabalhando e eu aqui, rezando, descansando”… é algo que está dentro de nós, como se não tivéssemos direito ou se não fossemos merecedoras. Preocupamos muito como o fazer e não com o SER. No começo vinha forte dentro de mim esta ideia e procurei transcender isso e tantas outras coisas, para eu pudesse viver intensamente este Kairós na minha vida. Sou eternamente grata ao Senhor. Pude rezar e contemplar o fio condutor que Ele vem tecendo na minha vida desde o seio materno até meus 57 aos de vida e experiências comunitárias-missionárias. Como em Maria, brota do meu coração a frase: “O SENHOR FEZ EM MIM MARAVILHAS, SANTO É SEU NOME”. Estou livre e animada para servir e amar onde o Senhor me enviar. “Ringraziamento” Desidero lasciare qui la mia riconoscenza a Dio, all’Istituto per aver avuto la possibilità di fare questi tre mesi (parte dell’anno sabbatico) specialmente nella Comunità di Codogno e nella Curia e un ringraziamento alla Provincia del Brasile perché mi hanno lasciata libera per questo tempo di Grazia. E’ stata una esperienza di preghiera, di ascolto, di condivisione, di doni, di sorpresa. Un tempo per apprezzare e godere delle ricchezze delle culture e aprirmi alla novità con libertà di cuore e di mente per assaporare ogni giorno un regalo di Dio. Nel periodo di tempo trascorso in Codogno ho sperimentato con intensità e con molto piacere il poter soddisfare la mia richiesta di adorare Gesù Sacramentato. Tutti i giorni, mi mettevo davanti a Lui insieme a persone sante e portavo nella preghiera ogni Suora dell’Istituto, le giovani, le vocazioni, le necessità della Chiesa, dell’umanità e in modo particolare le situazioni di guerra. La preghiera ci porta sempre alla missione. Ho scoperto che Gesù mi aveva inviato lì per rallegrare un po’ le nostre Sorelle anziane. In questo modo, fra loro, ascoltandole, scherzando e facendo il pane, alcuni dolci per loro, io potevo vedere in ciascuna di esse il volto di Gesù. Ho fatto anche amicizia con le signore che vengono nella Cappella dell’adorazione ad adorare Gesù. Le ho visitate e ho pregato nelle loro case. Nonostante il mio italiano un po’ travolto sono riuscita a comunicare. 21 Una cosa che mi ha molto impressionato è l’impegno costante delle Suore del Centro di Spiritualità di Codogno. Ho visto come in quel posto si riceve la gente e si porta avanti una missione iniziata da Madre Cabrini. L’impegno di Sr. Maria Barbagallo nell’evangelizzazione per mezzo del Museo Cabriniano, la formazione e la presenza nella RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) delle altre Suore. Il periodo di tempo che ho trascorso in Curia, a Roma, è stata l’occasione di vivere in una Comunità internazionale. E’ stata anche un’occasione per conoscere, sorprendermi con la cultura, l’arte, la bellezza di una splendida città, accogliente di emigranti, che si trovano negli autobus, nella metropolitana, nei treni, si sentono parlare molte lingue, si vedono molti colori, si sente il profumo e si percepiscono i tratti di varie culture. Sono andata fuori, ho conosciuto e mi sono incontrata con varie persone, è stata una missione: infatti dovunque noi stiamo, siamo missionarie, e c’è sempre l’occasione per offrire aiuto, scambiare una parola, comunque sia sempre c’è un valore in quello che si può dire. Un tempo di Grazia ed anche un’occasione per sperimentare la fragilità e superare un pensiero che mi perseguitava fin dal principio: “le nostre Sorelle stanno tutte lavorando ed io qui, pregando e riposando..” è qualcosa che noi portiamo dentro, come se non avessimo il diritto e non ne fossimo meritevoli. Ci preoccupiamo molto per il Fare e non per l’Essere. All’inizio era molto forte dentro di me quest’idea e ho cercato di superarla insieme a molte altre cose, perché potessi vivere intensamente questo Kairós nella mia vita. Sono eternamente grata al Signore. Ho potuto pregare e contemplare il filo conduttore che Lui ha tessuto nella mia vita fin dal seno materno ad oggi a 57 anni di vita e di esperienza comunitaria e missionaria. Così come in Maria, sorge dal mio cuore una frase: «IL SIGNORE HA FATTO IN ME GRANDI COSE, SANTO È IL SUO NOME». Sono libera e pronta per servire e amare laddove il Signore mi vuole inviare. 22 50 anni di Vita Religiosa: UN PERCORSO DI FEDE Venite, saliamo al monte del Signore al tempio del Dio di Giacobbe” (Is 2,3) Un invito a intraprendere un cammino, un viaggio, guidati solamente dal desiderio di incontrare Dio. Un viaggio, che prima ancora di essere un cammino da intraprendere, è un desiderio da riscoprire Dio nel nostro cuore. IL MIO PELLEGRINAGGIO VERSO IL MONTE di DIO LA’ DOVE HO CAPITO CHE RISPONDERE ALL’AMORE SI PUO’ Premessa Desidero raccontare il mio misterioso viaggio verso il Monte di Dio, che ho deciso nel mio cuore, di iniziare il momento in cui ho sentito la chiamata alla vita consacrata. Lo faccio come una grande preghiera di lode e di ringraziamento in questo anno del mio Giubileo, 50° anno di vita donata al Signore. Il Giubileo, come diceva il Papa San Giovanni Paolo II, è sempre un tempo di particolare grazia, “un giorno benedetto dal Signore”, come tale esso ha un carattere gioioso. In questa gioia benedico, lodo e ringrazio il Sacro Cuore di Gesù e condivido questo con quanti leggeranno questo mio racconto. L’importanza di questo viaggio, per me, non è stata quella di andare da qualche parte, ma verso Qualcuno, verso chi mi ha chiamata, mettermi alla sua sequela per ascoltarlo, dare volto e storia alla mia vita. Primo Tempo La chiamata. - Oggi nella società, si può parlare di vocazione? Ci sono ancora giovani che sentono questa attrazione? Ecco la mia testimonianza della scelta di vita che ho messo al servizio del prossimo. Gesù chiamandomi mi ha messo nelle condizioni oggettive di iniziare, perseverare e spero continuare fino alla fine, quando raggiungerò Lui e 23 da Lui sarò raggiunta, per potere rispondere con tutta me stessa: sì! Era l’alba di un nuovo giorno. - Molti anni fa un mattino prima di recarmi a scuola entrai nella Chiesa dove ero solita andare. Lì quel giorno vi trovai un missionario che parlava con alcuni ragazzi e vedendomi ha invitato anche me ad ascoltarlo poi mi chiese di leggere un passo biblico, il passo del Profeta Osea 2, 14-15, 19-20. “Ecco la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”. Ti farò mia sposa per sempre.” Dopo aver letto questa Parola, mi sentii stimolata a dare una risposta. Inizialmente non capivo quel passo di Osea, era arduo per me. Tanto più ci pensavo, quanto più mi entusiasmavo. Chiesi al missionario che cosa potesse significare, egli alla mia domanda mi rispose con un’altra domanda: che cosa senti dentro te? Sì! Una risposta ero chiamata a dare. Una risposta ad una ricerca che dentro di me percorreva la strada da tempo, e questo invito segnò la mia vita protesa verso il MONTE di DIO. In quel momento ho incontrato Gesù. A partire dai semplici incontri con le persone si arriva ad incontrare l’Autore di ogni incontro che ti dà il coraggio di abbandonare ogni preoccupazione e ti dà la forza di mettere il tuo futuro nelle sue mani. Iniziai così il mio viaggio cinquanta anni or sono, prima in pianura e poi sempre e tutto in salita. Sin da bambina nutrivo il desiderio di divenire un giorno suora. Nell’età dell’adolescenza e più nell’età giovanile capivo che questo desiderio si caricava di nuovo significato: diventare suora sì ma, per ideali altissimi. Quest’aspirazione mi portava a scoprire la vita di suora come missionaria. Compiti i 17 anni non ho voluto aspettare oltre. Ho chiesto consiglio al sacerdote che conoscevo e lui mi ascoltò volentieri. Quando ha sentito che volevo essere suora missionaria, senza alcuna reticenza mi disse: No! tu non puoi essere missionaria. Il missionario, la missionaria continuava, si devono recare molto lontano, inoltre i tuoi genitori non ti lascerebbero partire. All’udire ciò rimasi senza fiato e mi sono sentita tarpare le ali, tuttavia presi in considerazione il suo consiglio e dissi a me stessa: Semplice suora o suora missionaria, se Dio vorrà ogni desiderio si avvererà. Io, intanto comincio il mio viaggio la meta è una: “Salire sul Monte di Dio”. Per grazia di Dio conoscevo le suore del Sacro Cuore dell’Istituto Zirafa, con loro presi gli accordi e all’alba di un bel mattino, il 29 settembre del 1964 mi sono messa in viaggio per raggiungere la città di Agrigento dove abitavano le suore. Arrivata in quella casa sono stata bene accolta dalle Sorelle. Ricordo che all’improvviso nella portineria non vidi più nessuno ero sola con il mio piccolo bagaglio, presto mi inginocchiai e baciai la terra (il pavimento) esclamando: “Ti rendo grazie Signore Gesù perché mi hai fatto entrare nelle tue amabili dimore. Quando finii di pregare mi rialzai ho visto Suor Teresa, la Madre Maestra delle Novizie, venire verso di me che mi accoglieva e mi indicava il posto a me destinato. 24 La formazione. - Dal 1964 al 1968 ho vissuto ad Agrigento come candidata e novizia. Nel 1967, il 10 di settembre ho emesso i primi voti di povertà, castità e obbedienza. In questi anni ricordo bene come tutte le suore erano immerse nella spiritualità del Sacro Cuore di Gesù e impegnate nelle realtà sociali e con un buon rapporto diretto con la parrocchia e il quartiere. Cominciai ad amare l’Istituto Zirafa e le suore con le quali condividevo tutto. Io però continuavo a viaggiare con i miei sogni a volere essere missionaria, rimaneva dentro me un’inquietudine, e un interrogativo che di tanto in tanto affiorava con più o meno forza. La Provvidenza di Dio non mancò di manifestare il suo disegno di amore. - Nello stesso anno 1968 la superiora Generale Suor Matilde Cinquemani con il suo consiglio stavano in fase di discernimento circa la possibilità di unirsi come Istituto ad una istituzione con certi fini comuni per garantire continuità, espansione e formazione solida al Sacro Cuore di Gesù. La Provvidenza non mancò di manifestare il suo disegno di amore. Nei primi mesi dello stesso anno le Suore dell’Istituto Sacro Cuore Zirafa hanno avuto modo di conoscere le missionarie del Sacro Cuore di Gesù di Santa Francesca Saverio Cabrini e la loro Madre Generale, Madre Chiara Grasselli, la quale era molto sensibile alla proposta del Papa che, in quel tempo, esortava le Congregazioni di favorire la comunione tra Istituti religiosi che avessero una qualche affinità di carisma. Inoltre Madre Chiara Grasselli desiderava ardentemente che l’Istituto si aprisse alla Sicilia. L’occasione si presentò a Madre Chiara che cominciò a creare un ottimo rapporto con la Superiora Generale dell’Istituto Zirafa Suor Matilde Cinquemani. Si arriva alla meta voluta da Dio. - In un vero processo di conoscenza fino ad avere chiaro il disegno della Provvidenza, si arriva ad ottenere l’approvazione della Santa Sede con il Decreto C.R.I.S. n.6685/68 L44 del 4 Novembre 1968, e il 21 Novembre del 1968 si celebrava insieme l’inizio della fusione tra i due Istituti. Quel giorno è stato un momento di grande fraternità, ma anche di una profonda esperienza di comunione tanto da fare nostre le parole di Madre Cabrini: “Sì o figliole, un nodo ci lega, la carità ci stringe, siamo una vera famiglia nel Cuore di Gesù”. Le mie ali tarpate prendono vita e con la vita il volo. - Io mi sentivo carica di una nuova speranza che mi interpellava a diventare a mia volta testimone di una tale riconquista e conferma di amore: “Essere Suora Missionaria”. La mia giovane età di allora forse mi faceva vedere spesso molte cose con occhi da bambina. Ma l’esperienza di non retrocedere di fronte a difficoltà, fu un’esperienza magnifica. Un’esperienza piena di emozioni che ancora riaffiorano in me. E una tale esperienza non poteva essere custodita gelosamente nel mio cuore, perciò ho sentito il bisogno di raccontarla anche dopo 50 anni di vita religiosa. “L’anima che prende forza nel Signore ha disposto nel suo cuore mirabili ascensioni” 25 (Gregorio di Nissa). - Avanti con coraggio verso il futuro e verso l’alto. Nello stesso anno 1968 per volere della Madre Generale Madre Chiara Grasselli che aveva promosso la fusione con l’Istituto Zirafa, accoglieva con materna delicatezza a Roma le giovani candidate, le novizie e le suore più giovani. Io ero nel numero di questo gruppo giovanile. Dal Novembre del 1968 a luglio del 1975, a Roma anno in cui feci i voti perpetui, sono stati anni di crescita nello studio, nella formazione professionale e religiosa e anni di conoscenza della spiritualità e del carisma cabriniano dell’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di cui a pieno titolo facevo parte. Quanta gratitudine al Sacro Cuore di Gesù per trovarmi tra le MSC in cui era molto evidente la carità. L’amore è sempre stato la forza delle MSC e nell’amore si conciliano tante difficoltà che purificano il nostro cuore e lo rendono atto alla missione. La gioia più grande è stata quella di sentirmi accompagnata a scoprire in me il carisma di Santa Francesca Saverio Cabrini e che potevo alimentare l’ideale missionario che per anni portavo dentro di me. Secondo Tempo “BEATO CHI TROVA IN TE LA SUA FORZA E DECIDE NEL SUO CUORE IL SANTO VIAGGIO” (sl 84,6). - Continuavo a viaggiare per sentieri sconosciuti. Ma un giorno di fine anno del 1973 durante il ritiro che feci al Teresianum di Roma con il tema: “Venite saliamo al Monte del Signore al Tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri” (Is.2,3), il Padre Carmelitano che guidava il ritiro ci fece fare questa meditazione in due momenti diversi della giornata: a) un itinerario di fede, b) in cammino verso l’interiorità. Da quel giorno in avanti il mio viaggio fu sempre e solo tutto in salita sui sentieri che mi portavano su un Monte aperto alla novità di Dio. Dopo qualche tempo mi sono trovata di fronte a dover fare una scelta: “Rimanere in pianura o continuare a salire con tutto quello che la salita comporta? Capii che si trattava di un cammino ascendente verso il futuro e verso l’alto, cioè verso Dio e la sua Parola. Mi sono guardata attorno e mi sembrava di essere ai piedi di un Monte altissimo, non conoscevo affatto il nome di quel Monte. Alzai lo sguardo verso la sommità ma non vedevo la cima. Ripresi a guardarmi attorno e mi ritrovai a valle. Un attimo di smarrimento e subito compresi che la nostra meta verso l’alto, cioè verso Dio, non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose, ebbi la chiara sensazione di comprendere che non c'è meta troppo alta per chi vi si prepara con la pazienza: ho scelto di continuare il mio viaggio. Il momento era decisivo e l’occasione propizia e favorevole era arrivata: Isaia mi invitava ad uscire da confusioni e da incertezze, e a fare un’esperienza di libertà e di grazia per una buona partenza verso Dio. Ecco una nuova possibilità: Una rottura con il passato e un’apertura ad un nuovo futuro offerto da Dio. Era quello che stavo cercan- 26 do e subito mi sono ritrovata sui passi di Gesù. Egli mi ha guardato, mi ha amato, ha preso la parola e prendendomi per mano mi disse: “Vieni passiamo all’altra riva”. A questa proposta faceva eco anche una mia risposta, ora timida, ora più sicura, e alla mia perplessità, Egli mi rassicurava: “il giogo da portare non sarà più quello della legge, ma dell’amore, con il prezzo dell’amore”. La prospettiva di quel giorno e dei giorni successivi, dei mesi, degli anni fino ad oggi è sempre stata quella dello stupore, della concretezza e del dono. Cose tutte che mi hanno permesso di stare in modo dinamico accanto a Gesù. Una risposta alla chiamata che dura tutta la vita. - Le motivazioni che mi spingono, oggi, a provare a riscrivere la mia breve biografia, sono più di una: vi è innanzitutto il richiamo a qualcosa di indimenticabilmente profondo. Erano trascorsi dieci anni da quell’avventura-pellegrinaggio. Nell’Anno Santo, il Sacro Cuore di Gesù che mi ha attratta mi ha fatto la grazia di essere ammessa alla Professione Perpetua e il 6 Gennaio del 1975, Anno Giubilare, a Roma emisi pubblicamente i voti di povertà, castità, obbedienza. La mia risposta a Dio che mi ha chiamata veniva confermata anche dalla Santa Chiesa. Perseverare nel santo viaggio è rispondere a Dio che chiama ogni giorno e la forza del santo viaggio, è una forza vocazionale che non è uno sforzo volontaristico ma fiducia nello Spirito Santo che ci mette nelle condizioni di seguire Gesù. Vi sono poi, ragioni del cuore: In quella occasione era venuta a Roma la mia mamma e mio fratello mi hanno dato tanta gioia e consolazione da farmi sentire nell’abbraccio totale della Chiesa, dell’Istituto e della mia Famiglia. Il Percorso della salita diventava sempre più ripido. - Per camminare al passo della Chiesa e dell’Istituto nel periodo di transizione, Suor Maria Barbagallo, allora Superiora Provinciale all’inizio del Nuovo Millennio, non ricordo precisamente l’anno, guidava un corso di Esercizi Spirituali a Rieti sulla Salita sul Monte del Signore. In questo Corso di Esercizi Spirituali sono stati di grande aiuto per me gli argomenti sia biblici che spirituali toccando fortemente il mio spirito. Ogni argomento mi ha aiutato a riprendere in mano la mia vita, dopo anni di lavoro e a rinnovarla in profondità. Ho cercato di rileggere la mia esperienza di persona umana, cristiana e consacrata. Posso testimoniare di essermi dissetata alla fonte della Grazia. Suor Maria B. ci parlava di una Mistica Ascensionale che si appoggia su una dinamica fondamentale dell’anima verso Dio. Questo argomento mi ha portato a al punto centrale del percorso. Percepivo nella mia realtà umana: le mie notti, le mie angosce, le mie preoccupazioni, le mie incertezze nel futuro e le mie cecità. In contrasto però, con la mia fragilità umana, la forza dello Spirito Santo mi sospingeva verso l’alto. La grazia più grande è stata arrivare, almeno a comprendere, la grande difficoltà a salire sul monte roccioso, perché esso comporta fatica, rischio, richiede coraggio, equilibrio, passione. Bisogna salire senza pesi per 27 arrivare in cima. Non è facile scrollarsi di dosso tutto un passato, ma la forza che ci viene da Dio ci fa fare anche questo. Anzi si è nella situazione di pregare con il salmo 120 “Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore Che ha fatto cielo e terra”. La risposta è nella fede e nell’abbandono totale e fiducioso della creatura nelle mani del suo Creatore. Terzo Tempo Sui sentieri dell’Amore. - Quel cammino fatto giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno per le vie delle città dell’Italia: Agrigento, Roma, Sciacca (AG.), Cornigliano (Genova), Letojanni (Messina), Bivona (AG), Palermo, Rozzano (Milano), Ragusa è stato un cammino per una partenza continua fino ad arrivare al mio viaggio più lungo in Russia Novoaltaisk (Siberia). Con una Liturgia di invio da Roma il 27 Giugno del 2004 la grazia di Dio che mi ha accompagnato nel tempo da dieci anni fino ad oggi. Di quella liturgia sento ancora l’eco del canto delle mie consorelle: “Ho udito il Signore che diceva, “Chi manderò?” Ho detto al Signore con gioia: “Se vuoi manda me. Va, parla al mio popolo; va pasci il mio gregge; va dona la vita”. In quella stessa liturgia mi sono state consegnate il Crocefisso e la candela. Il Crocefisso come segno della mia identità cristiana con il quale noi missionarie riceviamo da Dio, in Madre Cabrini, il particolare compito di far conoscere al mondo “l’ampiezza, la lunghezza, e la profondità” del Cuore di Cristo, “che tutto abbraccia, tutto comprende, tutto anima, tutto unisce e concentra vicino a sé”. La candela come segno della luce di Cristo da portare con me nella missione. Con coraggio apostolico e libertà evangelica, mi sono messa sempre in cammino non per affari, per turismo, per studio, per servizio amministrativo, ma “sui sentieri dell’amore” per incontrare i fratelli e le sorelle: i piccoli, i giovani, gli adulti, gli anziani, ammalati e i soli. Ho cercato di trovare con chi condividere la parola, per donarla e per riceverla, per trasmetterla e per accoglierla. Contro venti e maree, ho tenuto fermo il principio: “Rispondere all’Amore si può”. Con questo voglio ringraziare tutti coloro (vivi e defunti) che durante tutti questi anni mi hanno aiutato ad andare avanti nel mio viaggio: “Verso il Monte di Dio”. Auspico che la mia esperienza di questi cinquant’anni possa dire una parola che aiuti ai giovani a non aver paura a rispondere all’amore perché si può; ai meno giovani a crescere nella fede come itinerario che conduce alla silenziosa gioia; a tutti un invito alla santità, mettendo i nostri passi su quelli del Maestro e sostando con Lui. Nella Fede in Gesù Cristo che tutti ci unisce Suor Assunta Scopelliti, MSC 28 Bilbao – Colegio San Pedro Apóstol SEMBRAR… CULTIVAR… ACARICIAR… Los educadores laicos del colegio San Pedro Apóstol de Bilbao comenzamos el curso escolar presentándonos al Señor con todas nuestras ilusiones y esperanzas renovadas y pidiéndole para este año luz para descubrir la Verdad, coraje para luchar en este mundo confuso y desorientado y fuerza y sabiduría pedagógica para llevar el Amor del Corazón de Jesús a nuestros niños y jóvenes. El eje central en torno al cual fuimos reflexionando fue el libro “Buenos cristianos y buenos ciudadanos” de la Madre María Barbagallo a la cual siempre estaremos agradecidos por su hermoso trabajo de profundización -ameno y esclarecedor- sobre el significado que Madre Cabrini daba al término "educación del corazón", y que debe interpretarse como la forma pedagógica que ella quería aplicar en sus escuelas. Desde aquella obra majestuosa que cuesta seguir y comprender realizada por M Cabrini, han pasado más de cien años. La historia desde entonces ha estado cargada de novedades que han ido dirigidas al mismo corazón del ser humano. Los contextos, las sociedades, las instituciones se han transformado buscando destinos nuevos por nuevos caminos, a veces aportando grandes descubrimientos y otras llenos de fracaso y de dolor. ¿Será una locura tratar de descubrir hoy el Espíritu de Codogno? ¿Será sensato querer volver a atravesar con ella el Océano Atlántico hasta los Estados Unidos? ¿Nos servirá de algo bucear en sus Pensamientos y Propósitos, en sus formas de entender la educación o en su abandono total en los brazos de Dios…? La respuesta unánime del grupo de Bilbao fue afirmativa, porque esto será lo que nos ayude a encontrar nuestra Identidad, nuestra singularidad, nuestra forma de hacer las cosas; porque Cabrini rebosa actualidad mientras apasiona y entusiasma, seduce y enseña; porque la novedad del Evangelio es supra temporal. Vocación o llamada, inclinación o exigencia íntima, ideal o razón de una existencia... el nombre poco importa; lo que importa es sentirlo y, sobre todo, vivirlo. Educar, una palabra manoseada y discutida. Una palabra tan llena de contenido, pero tan poco comprendida... Educar es descubrir la riqueza que el Señor ha puesto en cada ser humano, riquezas que pueden permanecer enterradas si faltan unas manos y un corazón que lleguen a descubrirlas. Educar es más que instruir porque abarca además la formación de la personalidad del educando en todas las vertientes de la efectividad, del carácter, de la voluntad, de los criterios y actitudes ante la vida. No es cuestión de cuánto hacemos sino del Amor que ponemos en ello. Necesitamos aprender cada día -dentro de los nuevos contextos y las nuevas legislaciones- a ser testigos de nuestra vocación humana, cristiana y cabriniana, sembrando con fe, cultivando con paciencia y no dejando nunca de acariciar, porque… “Os aseguro que lo que no hicisteis a uno de estos más pequeños no me lo hicisteis a mí” (Mt 25,45). Mercedes Fernández 29 ATTIVITÀ DELLA PROVINCIA MILANO – ISTITUTO CABRINI MATTINE DI ACCOGLIENZA AL CABRINI 105 Quest’anno la novità della scuola primaria non è stata solo per i nostri amici di 1°, accolti dai loro tutor di 5°, ma anche per alunni che, provenienti da altre scuole, si sono inseriti in 3° e 4°. Ecco cosa maestre e alunni hanno messo in pista per loro. 1°-5° Oggi, 16 settembre 2014, ci siamo incontrati con i bimbi della classe prima della scuola primaria, per spiegare loro in modo giocoso e divertente, cosa sono le materie scolastiche, ma soprattutto a cosa servono. I piccoli hanno disegnato ciò che sono per loro le materie, mentre noi grandi, con il tocco magico della Fata Parolina, abbiamo spiegato il loro vero significato. Ciò che ci premeva trasmettere era che tutte le materie sono legate tra loro da un unico filo conduttore: la ricerca della verità. Dopo un’allegra merenda insieme, abbiamo donato ai piccoli una simpatica matitina; a quel punto l’incontro si è concluso accompagnando i bambini nella loro aula per iniziare il cammino scolastico. 30 3° Benvenuti in terza! Quest'anno abbiamo iniziato la scuola con una bella novità: sono arrivati 5 nuovi compagni (2 in terza A e 3 in terza B). Incoraggiati dalle maestre, abbiamo cercato di metterli subito a proprio agio coinvolgendoli nelle nostre chiacchierate ed organizzando qualche divertente attività in piccoli gruppi. Poi, tutti insieme, abbiamo gustato una deliziosa fetta di torta. Per "addolcire" il secondo giorno di scuola, invece, ci siamo divertiti in giardino giocando a " bandiera" in versione speciale: correndo in coppia, saltando come i canguri o su un piede solo, eseguendo calcoli orali (ci siamo accorti che nelle tabelline siamo un pochino arrugginiti!!!!). Entrambe le squadre hanno dato il massimo raggiungendo un ottimo risultato: un meritatissimo pareggio! È stata organizzata, inoltre, una movimentata caccia al tesoro composta da filastrocche, canzoni, indovinelli, anagrammi, originali balletti...ed è solo l 'inizio!!! 31 32 4° Con un atteggiamento gioioso e accogliente i bambini e le maestre di quarta danno un affettuoso benvenuto a Flavia, Francesca, Leonardo, Martina e Massimiliano che si sono uniti a noi per affrontare insieme una nuova e fantastica avventura. Attraverso piacevoli momenti di gioco e di festa i bambini hanno avuto l'occasione di conoscersi e condividere le proprie esperienze estive. L'affiatamento che si è creato sin dai primi momenti di scuola, rappresenta l'inizio di un percorso affascinante e ricco di belle sorprese. Buon anno a tutti! 33 COLUMBUS – MILANO Dall’Australia: un gradito gruppo Cos'hanno in comune due realtà così distanti come la Columbus di Milano e il Cabrini Hospital di Malvern Victoria (Australia)? Nonostante gli oltre 16mila chilometri che in linea d'aria le separano, le due cliniche in realtà si somigliano parecchio. Si tratta di strutture praticamente parallele anche se del tutto indipendenti e di diverse dimensioni. Sorte negli stessi anni (quella di Milano nel 1949, quella di Malvern l'anno precedente) dal carisma di Santa Francesca Cabrini, le due case presentano molte affinità. Comuni sono, innanzitutto, approcci e sensibilità. Se una - la Columbus - ha un Hospice per malati terminali, in quella australiana c'è il reparto di Cure palliative. Entrambe sono luoghi accoglienti, di pregio e anche di notevole bellezza, che fanno sentire il paziente a casa sua. Proprio come voleva la madre Cabrini. Poi, cosa non da poco, sia Columbus che Cabrini Malvern sono in equilibrio finanziario; un equilibrio non di rado raggiunto con idee brillanti in momenti di crisi. Come quella venuta al board australiano che ha messo in piedi una lavanderia che, oltre all'ospedale, offre servizi all'intera città. E così via. Tutto questo è stato ricordato nel corso di un incontro fra una delegazione di dirigenti australiani e i vertici della casa di cura milanese. Il gruppo, guidato da suor Joan McGlinchey delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, era composto da una decina di persone che, a vari livelli, ricoprono ruoli di responsabilità all'interno dell'ospedale. Erano medici, responsabili della formazione degli infermieri, amministrativi che si occupano di finanza, di strategia, di marketing ecc. Al centro dei colloqui, le pratiche migliori, i settori in evoluzione (e quelli in calo), gli investimenti in innovazione e molto altro ancora. Tenuto conto delle differenze fra i sistemi dei due paesi, quello che è emerso è un quadro molto interessante: in entrambi i casi si tratta di realtà assolutamente "originali" nel panorama sanitario; vivaci e intraprendenti dal punto di vista manageriale, capaci di raggiungere risultati discreti senza ricevere sovvenzioni dallo Stato e soprattutto in grado di far fronte alle sfide del momento. L'incontro con la delegazione australiana è stato anche l'occasione per rimettere al centro una figura preziosa come quella delle suore, alcune delle quali, non più giovani, continuano a essere presenti in clinica: con grande discrezione visitano ogni giorno le persone ricoverate offrendo loro amicizia e compagnia. 34 TORINO – Istituto Cabrini IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA E’ sempre una forte emozione il primo giorno di scuola e genitori, alunni, insegnanti condividono i insieme speranze, aspettative del nuovo anno scolastico. Gli alunni della V primaria, che sono alla fine del primo ciclo, hanno preparato l’accoglienza per i bimbi che iniziano il primo anno di scuola ed ognuno di loro ha consegnato il cappellino della scuola ad ogni bimbo dalla prima. Inevitabile qualche lacrima di commozione da parte di genitori ed alunni. Il tutto si è svolto nel teatro Cabrini in presenza di genitori ed insegnanti in un clima di familiarità che contraddistingue le nostre scuole. LA SETTIMANA DELLA SCUOLA CATTOLICA Sono ormai tre anni che anni che il nostro Arcivescovo di Torino Monsignor Cesare Nosiglia attiva iniziative che coinvolgono gli alunni della scuola cattolica. Le nostre classi della scuola media hanno partecipato ad una rappresentazione che si è svolta al teatro regio di Torino. E’ stato un bel momento di aggregazione che l’opportunità di conoscere altri alunni scuole cattoliche e condividere insieme la visione di un bellissimo spettacolo. 35 LA FESTA DEI NONNI Giovedì 9 Ottobre le maestre delle classi della I e II primaria hanno organizzato la festa dei nonni. La partecipazione è stata notevole, nonni e nonne hanno fatto reciproca conoscenza insieme ai loro nipotini. Tanti sono i nonni che si occupano di accompagnare i nostri alunni a scuola dando loro affetto e sostegno. La festa si è svolta in refettorio con alunni, maestre, suore ed insieme hanno gustato l’assaggio di tortine, biscotti e bevande con la felicità di tutti i presenti. S. MESSA DI INIZIO ANNO La S. Messa di inizio anno scolastico viene celebrata dal nostro Don Mario Mattiuz, insegnante di religione nella scuola media e anche nostro ex alunno! Gli alunni della primaria e secondaria hanno animato con canti gioiosi e coinvolgenti. La presenza dei genitori è stata notevole e Don Mario ha ricordato loro di essere consapevoli del significato che hanno dato all’educazione dei loro figli scegliendo una scuola Cattolica e in particolare una scuola Cabriniana. 36 Roma – Istituto Cabrini VISITA DELLA MADRE GENERALE, SR. BARBARA MSC E DI SR. BERNADETTE E SR. CONCEPCION MSC Venerdì 10 Ottobre 2014 è stato un giorno speciale nella nostra Scuola Cabrini di Roma. Abbiamo avuto l'onore di essere la prima scuola in Italia visitata dalla Madre Generale dell'Istituto, Sr. Barbara Staley, MSC e dalle sue Assistenti, Sr. Concepción Vallecillo, MSC e Sr Bernadette Anello, MSC. I ragazzi erano molto emozionati per questa visita (ed anche gli insegnanti!) anche se non capivano specialmente i più piccoli chi fossero queste tre Suore nuove che venivano a trovarci! La mattina è iniziata con il giro delle varie sezioni della nostra Scuola. Per primi i più piccoli della Sezione Rondine e Primavera. I piccoli hanno accolto le nostre visitatrici come di solito fanno quando entra un adulto: qualche lacrima, chiamarle "mamma" e poi giocare con loro! Più interessante ancora è stato l'incontro con i bimbi della Scuola dell’Infanzia, specialmente quando c'è stato l'incontro con bambini stranieri con i quali Sr. Barbara ha cominciato a parlare in inglese e loro hanno tranquillamente risposto. Successivamente siamo passati al piano superiore dove Sr. Barbara, Sr. Concepción e Sr. Bernadette sono entrate in tutte le classi della Scuola Primaria. 37 I ragazzi, molto incuriositi, hanno fatto molte domande in italiano ed hanno cercato di capire le risposte che venivano date in inglese ed alcune volte anche in un buon italiano, specialmente da Sr. Bernadette. Sono stata personalmente coinvolta in IV elementare a cantare Oh Susanna in inglese e i ragazzi mi guardavano increduli pensando che la loro Preside stesse "dando i numeri"! Poi siamo arrivati alla Scuola Media dove i ragazzi e le ragazze hanno preparato un piccolo benvenuto canoro in italiano, spagnolo e inglese. Le nostre care Suore sono state felicissime di partecipare a cantare e ballare con loro così caricati, superato il primo momento di emozione, che non riuscivamo più a farli smettere di cantare. Sono stati così felici della simpatia mostrata dalla Madre Generale e dalle Assistenti che le hanno invitate ad assistere alla loro rappresentazione natalizia che si terrà il 22 dicembre ed a cui Sr. Barbara ha detto di voler partecipare, potendo, con grande piacere. Alla fine c'è stato il momento dell'omaggio floreale fatto da due bambini della Sezione Primavera, due della Scuola Primaria e due della Scuola Media. Neanche a dirlo i più dolci e simpatici sono stati i due piccoli che, portando un mazzo di fiori più grande di loro, sono arrivati davanti alle Suore dicendo "Questo è per te!". Sono stati così teneri che gli stessi compagni più grandi i hanno applauditi e loro si guardavano intorno soddisfatti e felici dell'accoglienza. Al termine della visita alla scuola, siamo andati in Comunità dove abbiamo serenamente e allegramente condiviso il pasto, parlando anche di cose serie ma con uno spirito leggero e sereno. Si respirava un senso di fratellanza e affetto mentre si parlava in italiano, spagnolo e inglese, facendoci sentire che cosa è veramente la Famiglia Cabriniana animata dal Carisma di Madre Cabrini che unisce tutte le lingue e i popoli! Grazie di cuore Sr. Barbara, Sr. Concepción, Sr. Bernadette per la bellissima giornata che ci avete dedicato e Vi auguriamo che il Signore e Madre Cabrini possano aiutarvi per il duro e difficile lavoro a cui siete state chiamate! GRAZIE DI CUORE E A PRESTO! Simonetta Moretti Preside dell’Istituto Cabrini, Roma 38 S. ANGELO LODIGIANO INIZIO ANNO DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA “MADRE CABRINI” Dicono che Cecchina Cabrini fosse di piccola statura, mingherlina e di salute cagionevole… eppure… ha fatto cose grandi ma soprattutto le ha fatte con un grande amore verso i fratelli trovando la forza nel Cuore Amabile di Gesù Cristo. L’anno scolastico è iniziato molto bene: i bambini mezzani e grandi hanno ripreso con grande entusiasmo e i nuovi piccoli, anche se con qualche lacrima, hanno cominciato una nuova avventura. Non posso dimenticare noi maestre della scuola, che unite alle suore, abbiamo ripreso con tanta energia e con la voglia di insegnare cose nuove in un modo nuovo e trasmettere a ciascun bambino la grande gioia di appartenere, come figli di Dio, alla grande famiglia Cabriniana. Ritorno alle prime righe di questo articolo… pensando alla fisicità della Santa Madre… immagino… avesse mani piccole… “PICCOLE MANI… GRANDI EMOZIONI”… ecco il tema che ci accompagnerà in questo anno!!! Desideriamo vivere i valori evangelici attraverso le esperienze quotidiane: l’importanza del gioco e del giocare insieme, l’essere amici e aiutarsi a vicenda condividendo un’attività, stringere le mani dell’altro, provare sensazioni ed emozioni grazie ai compagni e al meraviglioso creato che Dio ci ha donato… abbracciare chi è nel bisogno. Lunedì 29 settembre, con il gruppo dei grandi (5 anni), siamo andati alla Casa di Riposo in occasione della festa dei nonni. Tra canti, esperienze raccontate e condivise, con gli anziani ospiti, abbiamo sicuramente cominciato a provare GRANDI EMOZIONI… e la cosa bella è stato vedere le mani dei nonni stringere le PICCOLE MANI dei nostri bambini… incontro da ripetersi sicuramente! Giovedì 2 ottobre, festa degli angeli custodi. Ci siamo trovati nella chiesa della scuola 39 per un momento di preghiera tenuto dal nostro parroco don Ermanno Livraghi. Hanno partecipato anche tanti genitori e nonni. Il parroco ha benedetto gli angioletti realizzati dai nostri bambini e tutti i nonni, “angeli” speciali che ci sostengono e aiutano a crescere. Per concludere la mattinata siamo andati nel salone per far festa con canti, balli e dolci caramelle. Sabato 4 ottobre FESTA DI APERTURA DELL’ANNO SCOLASTICO. Con le famiglie (bambini, genitori e nonni) ci siamo ritrovati nel cuore del paese, la Casa Natale di Madre Cabrini, abbiamo marciato per le vie della città facendo sentire la voce e i canti dei bambini della Cabrini, gustato una buona merenda nel cortile della scuola e… come ciliegina sulla torta… abbiamo partecipato coralmente alla Santa Messa in Basilica. Domenica 5 ottobre, il coro delle mamme, “Cuorincanto” ha cantato l’amore di Dio agli ospiti della Casa di Riposo. Pomeriggio molto sentito e partecipato… peccato che il tempo è sempre poco! Auguro a ciascuno un delizioso e ricco anno scolastico…alla prossima!!! Chiara 40 NOVOSIBISK La Conferenza degli Superiori Maggiori in Russia La Conferenza dei Superiori Maggiori in Russia (CONFERENTIA RUSSICA SUPERIORUM MAIORUM - CORSUM) continua a promuovere varie iniziative formative per i religiosi che svolgano il loro sevizio nel territorio della Federazione Russa. A San Pietroburgo dal 6 al 10 ottobre per i religiosi è stato proposto un seminario pratico “Rinascita della speranza. Sindrome da burn-out nella vita dei religiosi e nelle comunità” Con questo titolo che già promette, mi sono iscritta al seminario. Eravamo un piccolo gruppo di nove partecipanti, proprio per favorire il clima di fiducia e di condivisione. Curatori del seminario erano il P. Mariano Jose Sedano (cfm) e la psicologa Svetlana Chernyaeva, docenti del Seminario Maggiore “Maria Regina degli Apostoli”, non è la prima volta che affrontano simili argomenti per religiosi, le tematiche per tali incontri sono suggeriti dalla realtà stessa. In questi giorni siamo stati ospitati nel monastero di Sant’Antonio dei francescani conventuali e abbiamo riflettuto e condiviso le seguenti tematiche: Cosa significa accettare e amare se stessi per un cristiano? Il cammino della vita: come non perdersi o ritrovare orientamento Realizzazione di sé dei religiosi: sfide e particolarità Nostre ferite: un impedimento alla realizzazione di sé o una opportunità per noi Vocazione e senso della vita “Strada a senso chiuso” nel cammino della crescita personale La comunità religiosa: come evitare un sindrome della “migrazione interna”? 41 Già solo a leggere questi punti tante cose possono venire in mente, le esperienze vissute o le opportunità lasciate. Certamente cinque giorni non erano abbastanza per poter approfondire in pieno tutti gli argomenti, ma il tempo è bastato per poter conoscere ed entrare “dentro” le questioni presentate su vari livelli: psico-emotivo, esistenziale e spirituale. Ora sta a noi continuare a vivere in un clima di speranza e di condivisione nelle nostre comunità e nei luoghi dove svolgiamo l’apostolato. Da sottolineare che il seminario era orientato a prevenire e a curare i sintomi, a conoscere in che situazione siamo. Perché qui in Russia i religiosi vivono le stesse gioie e preoccupazioni con una particolarità ben marcata: siamo molto pochi di numero e tutti distanti dalle comunità di origine, per tale ragione ogni iniziativa promossa per religiosi si apprezza moltissimo e lo vediamo come un grande aiuto spirituale e morale. Tra pochi giorni Papa Francesco dedicherà l’Anno alla Vita Consacrata, abbiamo tanta speranza che la nostra vita possa cambiarsi, possa avere il volto più giovane, per questo cerchiamo di non perdere nessuna opportunità di essere membri attivi e protagonisti della nostra vocazione, della nostra risposta alla chiamata di Dio. Sr. Tatiana, MSC [email protected] 42 PALMA DI MONTECHIARO Riportiamo qui alcune delle numerose attività che l’Associazione S. Francesca Cabrini ha iniziato da alcuni anni e continua a portare avanti con ammirabile zelo. L’Associazione Cabriniana, opera a Palma di Montechiaro all’interno della Chiesa locale e nel sociale. Si ispira alla Spiritualità di Santa Francesca Cabrini “Patrona Universale di tutti gli emigranti”. Come Associazione dà un apporto fornendo ai migranti del nostro territorio generi di prima necessità e ausilio psicologico e pedagogico. Per costoro abbiamo aperto Il “Centro Ricreativo Interculturale “ANGELI SENZ’ALI”. Inoltre al Centro prepariamo dei programmi che hanno obiettivi specifici e come finalità l’apprendimento ai giovani extracomunitari di età compresa tra i 18 e i 40 anni; affinché acquisiscano la lingua italiana come seconda lingua per comunicare e migliorare lo scambio relazionale tra italiani e stranieri coinvolgendo l’intera comunità; offriamo all’intera comunità territoriale momenti d’incontro interculturale come prevenzione di forme di disagio legate a difficoltà linguistiche ed inserimento sociale. Noi seguiteremo nel nostro intento, ma siamo pochi anche se ben organizzati. C’è bisogno di tutti per creare i presupposti per una pacifica convivenza, poiché dobbiamo ricordare che tutti nel mondo siamo fratelli e figli di un solo Padre. Quindi il nostro messaggio diventa un urlo a squarcia gola contro qualunque forma di razzismo e di discriminazione, un grido di gioia che apre alla fratellanza, alla solidarietà e all’amicizia. Situazione ed emergenza “immigrazione”, in Sicilia e nella parte dove attualmente operiamo; tipologia di emigranti, emergenze, sfide. La Sicilia rappresenta soprattutto una terra d’approdo e di passaggio per decine di migliaia di migranti diretti in altre regioni o paesi. Qualcosa di straordinariamente attuale, succede a Palma di Montechiaro dove si vedono continuamente flotte di immigrati, provenienti dall’Africa, dalla Tunisia, dal Marocco, dall’Arabia, dalla Romania. All’insegna delle caratteristiche, proprie dello stile pastorale di Madre Cabrini, abbiamo agito cercando di applicarle anche a Palma di Montechiaro dove ogni anno approdano intere famiglie di immigrati spesso spaesati, sfruttati, disorientati, senza mezzi di sussistenza, con l’idea di trovare una vita facile mentre si trovano a lottare spesso in modo molto drammatico per avere una casa, un lavoro, un modo di vivere dignitosamente e per non cadere nelle maglie della malavita. Di fronte a questo quadro sconfortante l’intervento dell’Associazione Cabriniana è sta- 43 to quello di creare sia un Centro per accogliere i bambini, sia un centro di ascolto per le famiglie. “Centro Ricreativo Interculturale: “ANGELI SENZ’ALI”. Per venire incontro ai fratelli in difficoltà ed essere promotori dei diritti dei più deboli, l’Associazione Cabriniana sente l’urgenza di formarsi studiando presso la Caritas di Agrigento (Organismo Pastorale della CEI, voluto da Paolo VI) ed essere preparati a tutti gli effetti per lavorare aprendo un: Centro di Ascolto. La nostra funzione nel Centro di Ascolto è: accoglienza, ascolto, orientamento e accompagnamento. Accogliamo tutti gli stranieri che approdano a Palma, aiutandoli all’inserimento della società locale, mantenendo salda la loro identità culturale; Esprimiamo il primato dell’ascolto come strumento di promozione della persona; Li orientiamo verso gli uffici competenti per far conoscer loro le leggi, i diritti del lavoro e avere il soggiorno: li indirizziamo in caso di malattia o quando si richiede il bisogno nelle strutture sociosanitarie, centri diurni, consultori, ecc. (collaborati dagli assistenti sociali abbiamo aiuato immigrati gravemente ammalati di tubercolosi portandoli in ospedale) abbiamo aiutato molte donne in gravidanza convinte ad abortire, non solo a superare questi drammatici momenti ma anche dal punto di vista economico fornendo tutto quando serve per l’accoglienza e la vita di un neonato; li aiutiamo nella ricerca del lavoro, della casa, (con l’aiuto delle Forze dell’Ordine abbiamo tolto fratelli in pericolo da case disabitate e diroccate senza servizi né porte, trovando loro una abitazione decorosa) e li sosteniamo fornendo il fabbisogno quotidiano a molte famiglie indigenti, distribuendo loro pacchi di generi alimentari e vestiario per alleviarli dalla povertà materiale e coltivando l’aspetto spirituale con incontri mensili di fraternità, accoglienza e di dialogo interculturale culminati in momenti di preghiera. Accompagniamo le persone in difficoltà Inoltre visitiamo le Case di Accoglienza che ci sono a Palma “Alice” e “Cuore” dove sono ospiti ragazzi e adolescenti extracomunitari: africani, egiziani, senegalesi, arabi, e tunisini. Dedichiamo anche un po’ di tempo agli anziani degli Istituti di ricovero, portando loro un sorriso, gioia e allegria, nelle festività visitiamo i bambini accolti nelle case famiglia di Palma e non solo anche nei paesi limitrofi. Il nostro lavoro è apparentemente assistenziale ma, non è solo questo: Un altro importante compito è la preparazione e la liturgia della “GIORNATA MONDIALE MIGRANTES” coinvolgendo una parrocchia ogni anno con la partecipazione di quasi tutti gli immigrati alla Messa ce- 44 lebrata in bilingue. Accanto a queste attività celebriamo solennemente: La festa di Santa Francesca S. Cabrini quasi sempre in data 22 Settembre, la prepariamo con degli incontri nelle scuole, nelle parrocchie e nelle famiglie portando il Messaggio Cabriniano con un tema specifico per ogni anno. E così anche: Nei Cenacoli delle famiglie, in occasione della Madonna Pellegrina, dove il messaggio di Santa Francesca Cabrini viene divulgato sempre con puntualità. Negli incontri di preghiera al S. Cuore si svolgono ogni primo venerdì del mese in Chiesa Madre “Maria SS. ma del Rosario”. Si impartiscono lezioni di Italiano per gli immigrati Si fanno attività culturali (E’ stato presentato un musicall su Madre Cabrini) Si fanno “Raccolte alimentari” per la distribuzione ai più bisognosi. Agosto: Festa Madonna delle Grazie: Rispetto per i caduti... Onore ai presenti. In questa circostanza l’Associazione di Palma si è fatta carico di ricordare nel giorno di Festa della Madonna delle grazie di Marina di Palma con Processione, Santa Messa e con un grande gesto: Un omaggio floreale per i fratelli morti nel mare i quali emigravano in cerca di bene. Onore ai caduti, in terra straniera, essi si sono sacrificati per i propri ideali nell’imprevedibile luogo: il mare. Morire non è bello, certamente no, non è bello morire prima del tempo che ci è stato concesso da Dio, non è bello mettersi in viaggio in cerca di fortuna e finire lì nel mare, la storia della vita in un solo istante. Onore dunque ai caduti. Ma rispetto ai presenti. Non vi sono bandiere, non vi sono fanfare che possano colmare il loro vuoto, ma solo silenziose lacrime di giovani presenti sconvolti, alcuni di loro erano compagni di viaggio. Questo nostro omaggio di amore e di onore ai morti, ci mette nella situazione, sempre di più, di comprendere il nostro fratello emigrato che ha maggior bisogno di sicurezza e stabilità di vita. 45 CODOGNO La Madonna della Medaglia Miracolosa nel Chiostro di Codogno Per chi non è stato a Codogno dopo il 7 Settembre u.s. troverà una bella sorpresa guardando l’angolo del Chiostro vicino alla porticina del “Nido Cabriniano”. Una bellissima statua della Madonna, alta un metro e 75 centimetri proveniente dalla Comunità della Clinica Columbus di Milano. La storia di questa statua è molto interessante perché è la statua originale posta nella Chiesa del Tabor dopo la costruzione e l’inaugurazione avvenuta nel 1925. Quando negli anni cinquanta dello scorso secolo, è stato donato il nuovo altare con la nuova statua della Madonna delle Grazie, che si può vedere ancora adesso nella Chiesa del Tabor, la statua posta in origine è stata portata a Milano. Qualche Suora ha detto che la Madre Antonietta Della Casa la teneva nel suo studio. Successivamente la statua è stata posta nel pianerottolo della Comunità delle Suore, presso la Columbus di Milano. A causa della ristrutturazione degli ambienti di detta Comunità, la statua della Madonna è ritornata a Codogno nella felice circostanza del 90° anniversario della inaugurazione della Chiesa del Tabor. Un nuovo maquillage ha subito la Madonna prima della nuova sistemazione, soprattutto è stato faticoso trovare i brillantini dei raggi che provengono dalle sue mani, raggi rappresentanti le grazie che questa bella Madonnina fa a chi con fervore ripete: O Maria Concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi. Come sappiamo questa Madonna è quella apparsa a Santa Caterina Labouré nella notte del 18 e 19 luglio del 1930 a Parigi. Tuttavia, noi abbiamo anche un’altra ragione per essere contente di avere questa Madonna a Codogno; infatti, abbiamo buone probabilità di credere che questa sia la statua della Madonna di cui parlano le Memorie di Codogno, le quali così dicono: «E’ consolantissimo il ricordare per noi la bella improvvisata fattaci dall’Ill.mo Monsignor Serrati. Mentre siamo intente ad adornare il bel quadro dell’Immacolata siamo chiamate dalla nostra Rev. Madre Generale che leggendo un biglietto del sullodato Mons. Serrati ci ordina di fare una grande pulizia e riordinamento di tutta la Casa dovendo arrivare una distintissima Signora, virtuosa, ricca, educata, istruita, dotata di tutte le prerogative per divenire una vera Religiosa, esser quindi necessario il disporre la Casa in modo, che dessa fosse bene impressionata al suo arrivo e confermasse il suo proposito di farsi Religiosa con noi, poiché tale soggetto sarebbe stato una vera fortuna e benedizione per l’Istituto. Eccoci dunque tutto in traffico ad eseguire in fretta l’ordine ricevuto con stupore e semplicità, quando alle tre pom. sentiamo suonare la campana 46 che ci annuncia l’arrivo di questa Signora, siamo chiamate in sala, e quale sorpresa! Vediamo la statua dell’Immacolata regalataci da Monsignor Serrati ed allora arrivata da Lodi. Restammo come ammutolite alla facezia del nostro Rev. Benefattore, ci tornò però carissimo il soave inganno, dandogli la più bella interpretazione ed accogliendo la nostra cara Madonnina come modello delle anime Religiose, ma la nostra Rev. Madre Fondatrice ce la mostrò come Fondatrice dell’Istituto, eccitandoci ad una vera e filiale confidenza verso di Lei ed assicurandoci che chi le sarà veramente figlia, non perirà in eterno. Ci mettemmo quindi con maggiore impegno ad ornare il suo altare persuase e fidenti di ricevere molte grazie dalla nostra carissima e celeste Madre. Collocata la statua sopra l’altare, la sera del 30 corrente venne benedetta da Monsignor Serrati che ci aprì con un bel discorso il bel mese di Maggio consacrato a questa nostra tenerissima Madre.» Per celebrare questo avvenimento, è stato allestito questo angolo del Chiostro, creando un’apposita nicchia dipinta all’interno come un cielo, con lucine che dovrebbero essere le stelle, aureola luminosa, e altre luci. La sera del 7 Settembre, vigilia della festa della Natività di Maria Vergine, Suore e invitati abbiamo avuto la cerimonia e la benedizione dell’insediamento della Statua, e si è data a ciascun presente la Medaglietta Miracolosa e la relativa Novena. Medaglie e Novena, sono state provvidenzialmente regalate da una signora a Sr. Maria Regina. Venite a vederla, è veramente bella! Il Bambinello di Madre Cabrini I più anziani abitanti di Codogno che frequentano la Parrocchia, ricordavano che a Natale, nella Parrocchia di San Biagio e dell’Immacolata Concezione, veniva esposto un Gesù Bambino “regalato alla Parrocchia da Madre Cabrini”. Una persona di queste, la signora Mariuccia Susani che fungeva da collaboratrice del Parroco di alcuni anni fa, Mons. Franco Felini, ne parlava un giorno con la signora Teresa Raffaldi Riboldi, nostra amica, commentando che Mons. Franco Felini non l’aveva più esposto preferendone un altro regalatogli dalla nonna. Da questa conversazione nacque il desiderio della signora Teresa di vedere questo Bambinello. Il Parroco fu condiscendente ma senza molto entusiasmo poiché non dava molto credito alle signore interessate, invece mentre mostrava i vari Bambinelli alle due donne che tentavano di riconoscerlo, entrò per caso nella stanza della Sacrestia, un signore ex presidente dell’Azione Cattolica, il signor Roberto Mazzoletti, persona prestigiosa anche se ora molto anziano e malato. Questo signore appena entrato senza essere stato interpellato ha subito riconosciuto il Gesù Bambino di Madre Cabrini. Pertanto il Parroco ha iniziato a prestar fede alle due donne interessate, mentre la signora Riboldi ha fatto fotografare il Bambinello per darne notizia anche a noi che non sapevamo nulla di questo. Naturalmente sono in corso ricerche più accurate per identificare con certezza questo fatto. Noi abbiamo ricevuto la notizia e le foto con molta gioia, anche se sappiamo che il Santo Bambino rimarrà sempre alla Parrocchia. 47 Museo Cabrini: Scoperto l’autore delle illustrazioni su Madre Cabrini Chi ha visitato il Museo Cabriniano di Codogno avrà certamente notato che passando dalla porticina del “Nido Cabriniano” per accedere al Museo, si sale una scaletta sulla quale pose i piedi Madre Cabrini con le prime sei Suore, la sera del 14 Novembre 1880. Ebbene, sulle pareti della scala sono esposti 8 grandi quadri che raffigurano alcuni aspetti della vita di Madre Cabrini: la nascita, annunziata dalla finestra del cortile della casa natale di Sant’Angelo Lodigiano, la Venera, il piccolo ruscello, presso cui sta inchinata la piccola Cecchina preparando le barchette con le violette, la giovane Francesca che insegna, la Madre con le Suore che stanno per entrare nella casa, la partenza per la missione nel porto, le Suore presso il letto di un ammalato il cui racconto mosse Madre Cabrini ad aprire gli Ospedali, le Suore che visitano gli emigranti nella miniera, e il quadro con le Suore che visitano i prigionieri. In calce ai quadri figura il nome del pittore “Cabri”. La info che descrive questa esposizione non precisa il nome dell’autore dei quadri perché ritenuto sconosciuto. Ebbene, questa lacuna è stata colmata con la visita di una Suora di nome Margherita Semenza, della Congregazione delle Adoratrici del SS. Sacramento di Modena, (tra l’altro ben conosciuta dalla nostra Sorella Sr. Anna Lazzaretti) la quale venendo a visitare il Museo ha spiegato che con assoluta certezza l’autore dei quadri è suo cognato, Aldo Cogni, oggi deceduto. Questo pittore era chiamato “Il Cabrini Codognese” e ha dipinto molti quadri raffiguranti la vita di Codogno; questi suoi quadri sono esposti nella Biblioteca Comunale di Codogno. Per devozione a Madre Cabrini dipinse i quadri della Madre nel 1950, firmandosi: “Cabri”. Grazie alla segretaria, signora Maria Grazia, abbiamo avuto tutte le informazioni. Per riconoscenza a questo pittore, riportiamo la sua breve biografia. Aldo Cogni, in arte “II Cabrini Codognese” nacque il 18 novembre 1919 a Codogno nelle case operaie di via Pallavicino 52. Le ristrettezze economiche della famiglia non gli permisero di studiare; così terminati i 5 anni delle elementari, cominciò subito a lavorare come imbianchino. A scuola aveva mostrato spiccate attitudini per il disegno ed i cavalli, che avranno poi una parte importante nelle sue opere, rappresentando il tema da 48 lui preferito. La mancanza di mezzi condizionò il suo percorso pittorico; dopo la prima fase dei lavori a carboncino, solo negli anni sessanta intraprese a dipingere ad olio, dato il costo delle tele e dei colori. Finita la seconda guerra mondiale, trovò finalmente un’occupazione stabile e abbastanza remunerativa, presso l’AGIP mineraria. Nel 1954 sposò Giacinta Stoppelli (detta Mariuccia) che Io seguì in Sicilia e nei vari spostamenti connessi alle ricerche petrolifere condotte dall’AGIP. Molto affiatata la coppia, che non ebbe figli, visse serenamente. Ottenuta nel 1979 la pensione, la pittura dapprima praticata solo nel tempo libero, divenne la sua attività esclusiva. Questo risulta anche dalla cronologia delle tele, la maggior parte delle quali furono realizzate negli anni ottanta. La morte Io colse all’improvviso nel 1986 a 67 anni. Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo Domenica, 12 ottobre è stata la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. Il Museo Cabriniano di Codogno ha partecipato all’iniziativa che contemplava la realizzazione di un percorso didattico per bambini. (Il filo di Arianna). Maria Grazia e Sr. Maria hanno immaginato un percorso storico-geografico della vita di Madre Cabrini con schede, fotografie, cartelloni illustrativi per mezzo dei quali i bambini dovevano percorrere le sale del Museo con tappe nelle principali città italiane ed estere toccate dalla Missione di Madre Cabrini, immaginate attraverso gli oggetti e le fotografie esposte nel Museo. Hanno partecipato alcune Famiglie con bambini i quali si sono divertiti e si è immesso anche un gruppo di uomini e donne disabili che hanno potuto godere della vita della Santa. Il materia- le didattico preparato da Maria Grazia è molto utile e interessante anche per altre occasioni di visite con bambini, specialmente quando vi sono scolaresche che scelgono la visita al Museo. 49 Dall’estero: Il 7 Novembre prossimo una Missionaria del S. Cuore dell’Argentina della quale non possiamo ancora rivelare il nome (perché è una sorpresa), riceverà una onorificenza da parte del Senato della Regione di San Luis della Repubblica Argentina. Le Missionarie Laiche da lei seguite con tanto amore e dedizione stanno preparandosi a questa cerimonia della quale saremo informate meglio più avanti. Il giorno 15 Ottobre a West Park, è iniziato il Noviziato con la Novizia, Martha López e la Maestra è Sr. Lucy Panettieri. Ne siamo felici e facciamo i nostri più cordiali, affettuosi, cabriniani auguri alla futura Missionaria del Sacro Cuore. In Brasile Sr. Eliane Azevedo Silva, Sup. Provinciale, ha scritto un interessante articolo che è parte di in un’opera importante dal titolo "Compendio de Ciência da Religião"; quest’opera è tra le opere giunte finaliste per il premio. Facciamo i nostri auguri a Sr. Eliane. Sr. Xochilt Calero Hernández, che tutti ricorderemo per aver fatto il periodo di Noviziato in Italia, farà i Voti Perpetui il 28 Dicembre 2014 e per prepararsi oltre ad un programma svolto nella sua Regione, ha trascorso alcuni mesi in Italia e un mese a Codogno per approfondire la spiritualità di S. F. Cabrini. Auguriamo a Sr. Xochilt, MSC un percorso cristiano e cabriniano sempre più intenso e gioioso per la sua donazione al Signore. Sr. Xochilt parteciperà anche al Convegno Internazionale per l’Emigrazione dal 17 al 21 Novembre p.v. Italia: Un folto gruppo di Missionarie del Sacro Cuore proveniente anche dall’estero, parteciperà al Convegno Internazionale sull’Emigrazione che si terrà in Vaticano dal 17 al 21 Novembre. Dall’Italia sarà presente: Sr. Rachele Tagliabue, MSC. La Diocesi di Lodi ha un nuovo Vescovo: Mons. Maurizio Malvestiti. Il Vescovo uscente, Mons. Giuseppe Merisi riceverà il saluto della Comunità di Codogno nei prossimi giorni. Il giorno 30 Ottobre, S. Ecc.za Mons. Maurizio Malvestiti, nuovo Vescovo di Lodi, ha fatto una breve visita al Centro di Spiritualità, alla RSA e alle Suore Anziane di Codogno. 50 I giorni 9 – 10 – 11 di Settembre un gruppo di Priore dei Monasteri Carmelitani dell’Italia settentrionale, si sono riunite a Codogno per un loro Incontro di Formazione. Le Madri Carmelitane sono state una preziosa presenza nella Casa di Madre Cabrini. Anche quest’anno, da 19 al 26 di Settembre un gruppo di Laici Cabriniani provenienti dall’Australia e guidati da Sr. Joan MacGlincey, hanno trascorso una settimana di formazione Cabriniana a Codogno; hanno visitato la Casa Natale di Madre Cabrini a Sant’Angelo Lodigiano, il Museo Cabriniano di Codogno, un incontro con le Suore anziane ed hanno fatto una visita a Milano alla Clinica Columbus con la possibilità di incontrare Medici e personale amministrativo. Come buona consuetudine gli alunni della Scuola di Corso Porta Romana di Milano hanno iniziato il loro anno scolastico con una visita a Codogno il giorno 24 Settembre, durante la quale hanno avuto momenti di condivisione e la S. Messa nella Chiesa del Tabor. Nei giorni 22 e 23 Novembre p.v. sarà ospitato a Codogno il Convegno Nazionale dell’Emigrazione di lingua francese. Nel prossimo numero daremo altre informazioni. Alcune MSC ancora ricordano Sr. Letizia Dalla Mura, una silenziosa e cara Missionaria del Sacro Cuore che, nel 1971 avvertì la vocazione alla vita contemplativa ed entrò nel Monastero Benedettino di Bergamo col nome di Sr. Maria Francesca. Era stata missionaria negli Stati Uniti, in Canada e in Australia e ha trascorso 33 anni della sua vita in clausura. E’ morta il 2 Settembre u.s. Le Suore Benedettine la ricordano con una straordinaria ammirazione. Nel necrologio hanno scritto: «fedele e scrupolosa nell’osservanza, vivificata da una semplice e profonda spiritualità, di grande spirito di sacrificio, soprattutto aveva a cuore la puntualità e la presenza agli atti comuni, la povertà e il silenzio.» Preghiamo per lei e affidiamo a lei il nostro Istituto. 51 13 Novembre 2014 Festa di S. Francesca Cabrini A tutte le Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, ai Laici corresponsabili, collaboratori, amici e sostenitori della missione cabriniana, auguriamo la protezione e l’intercessione presso il Sacro Cuore di Gesù di Santa Francesca Cabrini perché ottenga a noi e al nostro mondo, serenità e pace, forza e speranza per contribuire con la vita e con le opere a realizzare una società più giusta e fraterna! Sommario Editoriale...................................................................................... 1 1914: La Prima Guerra Mondiale (seconda parte) ........................ 3 Incontro di Formazione con la Madre Generale ........................... 9 Codogno: giornata della scuola................................................... 10 Codogno: Capitolo Provinciale post Capitolo Generale ............... 13 Incontro con i laici in Spagna ..................................................... 14 Incontro con i laici in Italia ......................................................... 17 Madre Cabrini nella Parrocchia di Monteleone (Pv) .................... 19 Da Sr. Albertina, msc ................................................................. 20 50 anni di Vita Religiosa: un percorso di fede............................. 23 Bilbao – Colegio San Pedro Apóstol ........................................... 29 Attività della Provincia Milano – Istituto Cabrini ........................................................... 30 Milano – Columbus ................................................................... 34 Torino – Istituto Cabrini ............................................................ 35 Roma – Istituto Cabrini ............................................................. 37 S. Angelo Lodigiano .................................................................. 39 Novosibirsk............................................................................... 41 Palma di Montechiaro .............................................................. 43 Codogno – La Madonna della Medaglia Miracolosa ................. 46 Codogno – Il Bambinella di Madre Cabrini ................................ 47 Codogno – Museo Cabrini: scoperto l’autore delle illustrazioni 48 Codogno – Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo ............ 49 Notizie ...................................................................................... 50 52