Progetto “Accendiamo la vista”
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Progetto “Accendiamo la vista”
Progetto “Accendiamo la vista” Vedere è un diritto di tutti Incontro annuale di verifica 10 luglio 2014 Documento di lavoro a cura del prof. Alessandro Corsini Incontro annuale di verifica 10 luglio 2014 Dal mese di ottobre 2013 al mese di giugno 2014 ha avuto corso l’attività prevista dal progetto. I referenti del Galvani, del Lions Club Albinea “Ludovico Ariosto”, dei Servizi Sociali e della Caritas reggiana si sono riuniti giovedì 10 luglio 2014 alle ore 10,15 presso l’Istituto “Galvani-Iodi” in Via della Canalina 21 per esaminare l’attività svolta, farne una valutazione e ricercare la soluzione delle criticità che al momento rimangono. 1. L’attività svolta durante l’anno scolastico 2013/2014 (prof. Alessandro Corsini, prof. Cecilia Battilani ) 1. 1. Il progetto “Accendiamo la vista” Per gli operatori nuovi presenti è doveroso ricordare brevemente la storia del progetto. Nasce nell’anno scolastico 2004-2005 come risposta a due bisogni: da una parte è certamente molto utile per gli studenti ottici esercitare le loro competenze nella realizzazione di occhiali veri per pazienti reali (valore professionale); dall’altra, esistono nel Terzo Mondo, ma anche tra noi, persone che hanno bisogno di occhiali da vista e non hanno la possibilità di acquistarli perché in condizione di indigenza (valore sociale). Gli Enti che sostengono il progetto sono sati ben consapevoli fin dall’inizio che le dinamiche che il progetto mette in atto hanno un grande valore formativo perché educano alla cittadinanza attiva ed offrono un’esperienza positiva della sua praticabilità (valore educativo), concretizzano un esempio di 2 integrazione tra Scuola ed Enti del Territorio, raggiungendo un’ottimale gestione delle risorse presenti a vantaggio di tutti (valore politico). Gli Insegnanti e gli studenti che hanno partecipato alle attività del progetto nell’anno scolastico 2013-2014 insieme ad alcuni membri del Lions Club Albinea “Ludovico Ariosto” con il Presidente ing. Lucci Franco. 1.2 L’organizzazione dell’attività e le classi coinvolte Come ogni anno, a Settembre, il progetto doveva essere affidato ad alunni e classi motivate a sostenerlo fino a Giugno. La selezione non è mai banale perché i docenti e gli alunni coinvolti devono seguire ogni passaggio della lavorazione: dalla scelta della montatura all'ordine delle lenti, dalla lavorazione dell'occhiale alla consegna al paziente, quindi le attività possono essere svolte soprattutto in orario di lezione e dagli alunni più capaci e motivati. Quest'anno la scelta è ricaduta sulle classi 3A,3B,4A,4B,5B. La classe 5B ci è sembrata da subito adatta al progetto perché molti alunni avevano già partecipato negli anni precedenti ed erano molto attivi all'interno dei negozi della provincia, quindi capaci di affrontare i diversi aspetti della gestione dei pazienti e delle prescrizioni. Inoltre durante il rientro pomeridiano di lezione potevano dedicarsi con maggiore attenzione all'accoglienza dei pazienti e alla preparazione degli occhiali. Per le classi Quarte il prof. Usai ha proposto uno stage pomeridiano in orario non curricolare: all'interno di queste ore sono stati accolti diversi pazienti per la scelta della montatura ed è stato molto utile avere un secondo pomeriggio da proporre ad Assistenti Sociali e Caritas per favorire l'affluenza di lavoratori e bambini che di mattina erano impossibilitati a venire. Inoltre alcuni ex studenti hanno svolto attività di tutor per insegnare agli alunni come avviene la scelta di un'occhiale in base alla prescrizione. 3 Nelle classi Terze io è la prof.ssa. Salzillo abbiamo affidato il montaggio di diverse prescrizioni agli alunni più preparati e motivati, durante l'orario di lezione, monitorando costantemente i vari passaggi della lavorazione e responsabilizzandoli; durante l'anno anche i ragazzi più giovani hanno potuto apprezzare la grande importanza del lavoro svolto traendone grandi gratificazioni. L'organizzazione delle attività non è mai scontata: deve essere pensata all'inizio di ogni anno scolastico verificando non solo la disponibilità dei docenti e degli studenti a sostenere il progetto, ma anche individuando le classi con le quali possono essere svolte le attività in base al quadro orario dei laboratori. A volte, per esempio, se le classi sono numerose, è difficile per l'alunno concentrarsi su di un lavoro così importante e delicato mentre il resto dei compagni svolge altre attività intorno a lui, quindi è bene trovare altri tempi e spazi per operare in modo più efficace. Talvolta inoltre per rispettare i tempi di consegna è stato necessario chiedere ai colleghi di altre materie di permettere agli alunni di assentarsi per effettuare alcune lavorazioni. Anche grazie alla loro comprensione il progetto continua e coinvolge tutto il settore ottico. Con il lavoro di tutti, la voglia di portare a termine ogni montaggio e vedere la soddisfazione del paziente alla consegna, anche quest'anno siamo riusciti nel nostro intento: accendere la vista. Serve impegno, disponibilità, elasticità, ma in cambio quante soddisfazioni! Un grazie particolare al prof. Corsini Alessandro senza il quale tutto questo non esisterebbe e non sarebbe possibile tuttora, e a Valeria dell'ufficio acquisti per la sua pazienza e celerità a fronte degli infiniti preventivi di lenti che ha preparato quest'anno. 4 1.3. Gli occhiali prodotti e gli Enti che hanno inviato i pazienti Prescrizioni ed Enti che le hanno inviate negli anni Enti Tot Cottolengo Chaaria 2004-2005 25 25 2005-2006 7 7 2006-2007 26 26 2007-2008 14 14 2008-2009 39 33 2009-2010 59 33 23 2010-2011 76 40 36 2011-2012 69 23 41 5 2012-2013 73 9 31 33 2013-2014 104 13 13 78 TOT 492 223 144 CdA Caritas FeDiSA Servizi sociali 6 Oltre agli occhiali qui conteggiati abbiamo prodotto negli anni un centinaio di occhiali premontati inviati a Chaaria quando è stato difficile per loro comunicare con noi e perciò inviarci prescrizioni. Circa gli ultimi tre anni è evidente l’ingresso dei Servizi sociali come ente deputato a verificare la condizione di indigenza e ad inviare le richieste di occhiali per i pazienti locali. 1.4 Alcuni rilievi importanti sugli occhiali prodotti Anche quest’anno sono stati realizzati diversi occhiali di particolare valore perché hanno richiesto lenti con alti poteri (fino a + 10 e –15). Abbiamo servito pazienti di tutte le età (il più anziano ha 75 anni e il più piccolo 2 anni); ma indubbiamente è significativo che abbiamo aiutato molti pazienti giovani (50 pazienti entro i 30 anni): - 4 pazienti con età tra i 2 e i 5 anni; - 25 pazienti con età tra i 6 e i 13 anni; - 10 pazienti con età tra i 14 e i 19 anni. - 11 pazienti con età tra i 20 e i 30 anni. - 35 pazienti con età tra i 31 e i 50 anni (età media di 44 anni) - 19 pazienti tra i 51 e i 75 anni 5 3 9 116 Per la prima volta abbiamo voluto quantificare il valore economico degli occhiali prodotti nell’anno, cioè quanto avrebbero speso i nostri pazienti acquistandoli in un negozio che pratichi prezzi medio bassi: 26176 €. La spesa per acquisto lenti è stata di 2638 €. 1.5 La collaborazione con i Servizi sociali Dopo un avvio di collaborazione tra Progetto e Servizi Sociali nel 2012, lo scorso anno hanno contattato il progetto 15 Assistenti sociali del Comune di Reggio Emilia e 12 Assistenti sociali di Comuni della Provincia: Guastalla, Unione Pianura reggiana – Correggio, Progetto SPAR, Scandiano, Sant’Ilario d’Enza, Rubiera, S. Polo d’Enza, Unione Tresinaro-Secchia, Canossa. Quest’anno la collaborazione si è ulteriormente allargata ed hanno inviato pazienti 18 Assistenti sociali del Comune di Reggio Emilia, rappresentativi di tutti i Poli e 16 Assistenti sociali di Comuni della Provincia: Scandiano, Casalgrande, Rubiera, Casina, Canossa, Unione Val d’Enza, Quattro Castella, Guastalla, Brescello. Il rapporto con gli/le Assistenti sociali è sempre stato cordiale e franco, favorito dalla comune passione civica: in due casi il comportamento dei pazienti non è stato corretto e lo abbiamo segnalato, ricevendo attenzione e spiegazioni adeguate. Questo incontro è l’occasione opportuna per ribadire che per l’Istituto Galvani-Iodi sono valori fondamentali il diritto alla vista dei pazienti poveri per cui gli occhiali che produciamo sono gratuiti, e il rispetto dell’attività degli ottici della città e della provincia, motivo per il quale non siamo disponibili a realizzare occhiali per persone che possono andare ad acquistarli normalmente in negozio. Forniamo occhiali nuovi di buona qualità e sempre adeguati all’identità del/la paziente, ma non possiamo accettare richieste/pretese relative a modelli di montature particolari. È doveroso ripeterci questo, ma aggiungiamo subito che in questi anni l’atteggiamento della quasi totalità dei pazienti è stato corretto e grato. 2. L’esperienza nelle parole degli studenti 2.1 Con il montaggio di un occhiale noi accendiamo al paziente un mondo nuovo, quello della vista! Aiutare le persone povere è un’opera davvero importante. (Marco Lanza, 5B Ottici) Quando entri in Prima al Galvani, durante le ore di Laboratorio e di Religione, i prof. iniziano a parlarti delle opere di bene e di tutti i progetti presenti all'interno della scuola. Il nostro Progetto si chiama “ACCENDIAMO LA VISTA”; subito non ho dato molto peso a quel nome, ho pensato soltanto che il progetto fosse stato chiamato così per il fatto che montando degli occhiali permettiamo al paziente di vedere meglio. Intanto la mia passione nel fare gli occhiali aumentava sempre di più, fino a 6 quando un giorno di Seconda, la prof. Salzillo (avendo notato la mia passione nel creare un occhiale ed il mio interesse a sapere di più del progetto) mi ha chiesto se volevo provare a fare un occhiale per l'Africa. Mi piaceva molto l'idea di preparare degli occhiali tramite ricetta del paziente, era un po' come essere già a lavorare nel laboratorio di un negozio, perché era necessaria tanta concentrazione e non ci dovevano essere errori. Praticamente l'occhiale finito doveva essere da “dieci”. Finita la Seconda, sempre più appassionato al mondo dell'ottica ho intrapreso uno stage estivo perché volevo migliorare la mia capacità e velocità nel fare un occhiale. All’iniziò della Terza, grazie al fatto che con lo stage avevo imparato ad approcciarmi con il cliente, mi è stato chiesto se me la sentivo di consegnare un occhiale ad un paziente inviato dalla Caritas ed ho accettato molto volentieri. E' proprio la consegna dell'occhiale che ti fa capire il titolo del progetto; io personalmente mi sono sentito molto felice ed allegro quando alla consegna di uno occhiale il paziente dopo averlo indossato ha esclamato pieno di gioia: “Vedo bene!”. Per tutto il tempo della consegna, è rimasto con un sorriso stampato sul volto e i suoi occhi non hanno smesso di osservare ogni minimo dettaglio. Quel titolo che tanto mi lasciava pensare, in un attimo si era visualizzato! Con il montaggio di un occhiale, azione ormai diventata per noi abituale, noi accendiamo al paziente un mondo nuovo, quello della vista! Spesso poi non si pensa al fatto che un'occhiale è una protesi e come tale può avere un prezzo elevato; quello che fanno le Organizzazioni che ci sostengono e la nostra scuola per aiutare le persone povere è un’opera davvero importante. Una cosa bella di questo progetto è anche il fatto che prima di ricevere l'occhiale, il paziente deve rendere conto del suo reddito e delle spese che deve sostenere. Un controllo del genere è un buona garanzia che consente di sapere che viene donata la protesi a chi effettivamente è nel bisogno. Oggi con la crisi economica ci sono molte persone che vivono in condizioni disagiate e non c’è cosa più bella di alleggerire il peso della loro condizione con un donazione. Donare non ha ricompense materiali, non è un dare per avere, ma da una ricompensa immateriale bellissima: la gioia di aver fatto del bene. Se ci fossero più persone oneste e fossimo tutti gentili e generosi il mondo sarebbe un posto più bello e la vita non sarebbe più tanto difficile, ma piena di allegria. Siccome però la vita non è così, noi per addolcirla possiamo continuare a donare alle persone che se lo meritano! 7 2.2 Grazie a questo progetto abbiamo potuto continuare a fare esercitazioni in laboratorio perfezionando le capacità acquisite negli anni precedenti (Faiz Zeeshan, 5B Ottici) Il corso per Ottici non prevede per il Quinto Anno “Esercitazioni di lenti”, non prevede cioè che in Quinta si montino occhiali e noi tutti sappiamo che questo è un grosso limite. Il progetto “Accendiamo la vista” invece consente a noi studenti di Quinta di continuare ad acquisire esperienze nuove montando occhiali per persone che purtroppo non se li possono permettere. Grazie a questo progetto siamo dunque stati in grado di continuare a fare esercitazioni in laboratorio perfezionando le capacità acquisite negli anni precedenti ed apprendendo nuovi metodi di lavoro che nella vita professionale ci serviranno sempre. Riconosco che grazie al progetto ho messo in gioco le mie capacità dando il massimo per ogni montaggio effettuato. Mi è capitato più volte di montare lenti con “alti poteri” (ad esempio lenti -15) e questo mi ha fatto anche riflettere su come conducono la loro vita queste persone, come l’hanno condotta fino a quel momento e come migliorerà grazie agli occhiali. Mi sono reso conto allora che, pur essendo ancora uno studente, con questa mia opera davo loro qualcosa di molto importante e ne sono stato contento, mi sono sentito orgoglioso di me stesso, consapevole di aver offerto loro con gli occhiali più di “un gioiello prezioso”. Vorrei cogliere l'occasione per ringraziare le prof. Battilani e Salzillo che in questi anni hanno sempre creduto in me e mi hanno dato questa opportunità. 2.3 Ho avuto la fortuna di incontrare una famiglia con dei bambini e ho potuto realizzare i loro occhiali (Sara Fiorani, 3A Ottico) Sono una studentessa del settore ottico del Galvani e quest'anno ho frequentato il terzo anno. Negli anni precedenti avevo già sentito parlare del progetto dai professori, ma non avevo ben capito fino in fondo di cosa si trattasse. Quest'anno invece anche noi di 3A siamo diventati protagonisti e abbiamo cercato di fare il possibile portando il nostro piccolo contributo. Io ho avuto la fortuna di poter incontrare una famiglia con dei bambini e avere un primo timido approccio con delle persone vere che ho aiutato nella scelta dell'occhiale. In più ho potuto realizzare i loro occhiali e sapere che ciò che stavo facendo era per una persona in carne ed ossa e non solo un compito assegnato dalla prof. mi ha riempito di respon- 8 sabilità ed orgoglio. Inoltre insieme alla prof di matematica abbiamo analizzato i dati dei primi anni, quando il Progetto si chiamava "Occhiali per l'Africa" e quelli degli anni successivi quando ha preso nome "Accendiamo la vista". Ci siamo molto stupiti nel vedere il successo e l'espansione del Progetto dalla nascita ad oggi e siamo felici di far parte anche noi di tutto questo. 2.4 Dal momento in cui ho cominciato a lavorare per il progetto, le mie giornate a scuola sono diventate più significative e soddisfacenti (Vladyslav Palamar 3B Ottici) Quando finalmente la Professoressa mi propose di lavorare per il progetto accettai immediatamente, ero felice ed entusiasta, potevo tenere in mano una ricetta vera, con valori, problemi, e soprattutto persone vere da aiutare; le lenti che potevo tenere in mano, erano specifiche ed erano state ordinate appositamente, erano lenti importanti che avrebbero migliorato la vita di una persona. Quando lavoravo ricontrollavo la ricetta più e più volte, avevo una scadenza da rispettare, non dovevo, non potevo e non volevo sbagliare, ci tenevo era una mia responsabilità e non volevo deludere nessuno. Di giorno in giorno arrivavano ricette nuove, con nuovi valori, nuove persone che contavano sul nostro aiuto, la mia dedizione al lavoro si faceva sempre più seria e responsabile. Era bello vedere che i pazienti si affidavano alle nostre mani, è davvero bello ed enormemente soddisfacente sapere che una persona ha bisogno di aiuto e tu con le tue competenze sei in grado di dargli una mano. L’esperienza più bella però, avviene quando finalmente puoi consegnare il lavoro fatto con le tue mani alla persona in difficoltà, è proprio questa la parte più bella del nostro lavoro; magari non ce ne accorgiamo, ma con il nostro gesto potremmo aver cambiato la vita di quella persona, e magari, ci ricorderà per sempre. Dal momento in cui ho cominciato a lavorare per il progetto, tutte le mie successive giornate a scuola, non solo sono diventate significative e soddisfacenti, ma hanno anche contribuito alla mia personale formazione lavorativa, caratteriale e umanistica. Per questo volevo ringraziare la professoressa Battilani e tutte quelle importanti persone che continuano a sostenerci e ad aiutarci nonostante questi tempi difficili; ci vorrebbero più persone al mondo con questa sensibilità e disponibilità; questa è un'esperienza che si deve fare almeno una volta nella vita. 9 3. Presentazione di alcuni casi clinici da parte degli studenti Caso clinico n. 1: Ragazzina di 11 anni Miopia patologica. La ragazzina senza occhiali ha un handicap visivo grave, non potendo vedere oggetti al di là dei 10 cm. Caso clinico n. 2: Donna di 40 anni Miopia elevata. L’oculista ha consigliato lenti fotocromatiche probabilmente per evitare la fotofobia. Caso clinico n. 3: Ragazzino di 12 anni Miopia elevata in probabile evoluzione con l’età. Anche l’astigmatismo dell’occhio dx è piuttosto elevato 10 Caso clinico n. 4: Ragazzo di 14 anni di Chaaria Miopia e astigmatismo elevati. Senza l’utilizzo degli occhiali è impensabile l’accesso allo studio e la postura viene compromessa Caso clinico n. 5: Donna di 38 anni La paziente con l’occhiale in uso sottocorretto non aveva più la possibilità di vedere bene in distanza, anche ai 5 metri Caso clinico n. 6: Ragazza di 16 anni di Chaaria L’astigmatismo della prescrizione ci è apparso subito troppo elevato per essere corretto con lenti oftalmiche. È stato prodotto un occhiale con il massimo cilindro costruibile 11 Caso clinico n. 7: Tre fratellini di 2, 7 e 8 anni Tre fratellini tutti con bisogno di occhiali; in particolare il più piccolo presenta un astigmatismo contro regola che gli impedirebbe una visione adeguata della realtà e gli indurrebbe anche una postura sbagliata Caso clinico n. 8: Bimbo di 3 anni Uno dei nostri pazienti più piccoli. L’ipermetropia potrebbe regredire con l’età e, se corretta adeguatamente con gli occhiali, non indurre uno strabismo convergente Caso clinico n. 9: Uomo di 73 anni Il paziente è segnalato non per un particolare difetto visivo, ma per l’atteggiamento modesto e molto grato; egli ha apprezzato molto la presenza dei ragazzi, ha familiarizzato con loro e li ha subito chiamati nipoti, affidandosi totalmente ai loro consigli 12 Caso clinico n. 10: Due sorelle di 10 e 12 anni Le sorelle ospiti di Casa Betania nonostante il disagio hanno avuto un paio di occhiali assolutamente adeguato, come da vero negozio di ottica Caso clinico n. 11: Uomo di 51 anni Patologia retinica nell’occhio destro che necessita di bendaggio per non interferire con la visione dell’occhio sinistro Caso clinico n. 12: Ragazzina di 13 anni Miopia elevata. La ragazzina ha avuto difficoltà a scegliere la montatura, difficoltà poi superata grazie alla consulenza delle nostre ragazze 13 4. L’apprezzamento del progetto da parte dei Servizi sociali 4.1 Mi sono meravigliata che fossero proprio gli studenti a produrre gli occhiali. Credo che questo “modello” di collaborazione dovrebbe essere imitato in tutti gli ambiti (Assistente Sociale Anna Banelli, Area minori di Casalgrande e Rubiera) Ho conosciuto il progetto Accendiamo la Vista attraverso la richiesta di un cittadino, che già aveva potuto, nell’anno 2013, chiedere un nuovo paio d’occhiali per suo figlio all’Istituto Galvani. Mi sono subito chiesta come funzionasse questo progetto e mi sono meravigliata che fossero proprio gli studenti a produrre gli occhiali per i cittadini inviati dai Servizi Sociali! Credo che quest’idea sia una risorsa sia per i cittadini che per difficoltà economiche non potrebbero permetterseli, sia per gli studenti, perché mai l’apprendimento è più stimolante di quando se ne tocca con mano l’utilità. Tanto più in questo periodo storico particolare in cui le risorse dei Servizi diminuiscono, insieme a quelle delle famiglie, ed è sempre più difficile rispondere al numero crescente di richieste. Credo inoltre che questo “modello” di collaborazione dovrebbe essere emulato in tutti gli ambiti, enti ed organizzazioni della società: collaborare perché le risorse possano incontrare le esigenze più grandi e costruire reti tra le amministrazioni, gli enti, le istituzioni, con obiettivi comuni e ognuno con le proprie disponibilità e capacità. La collaborazione con il personale coinvolto nel Progetto è stata positiva e i tempi di risposta alle richieste per fissare gli appuntamenti con le famiglie sono apparsi sorprendentemente brevi. Si poteva notare pronta disponibilità a fissare diverse date per possibili appuntamenti e a fornire eventuali chiarimenti sul funzionamento del Progetto e sulle modalità di accesso al servizio offerto. Mi auguro che in futuro questa collaborazione continui in maniera propositiva e possa stimolare la progettazione di collaborazioni simili tra i vari enti sul territorio. 4.2 La collaborazione è stata ottima (Assistente Sociale Sabrina Fontana, Comune di Reggio Emilia Purtroppo per impegni già presi in precedenza non riuscirò ad essere presente. Voglio però ringraziare per la disponibilità e sottolineare che, dal mio punto di vista, la modalità di collaborazione è stata ottima. Questo è stato confermato anche dalla persona da me segnalata. 14 4.3 La vostra risorsa è risultata veramente utile ed importante (Assistente Sociale Angela Albarelli, Comune di Reggio Emilia, Servizi Sociali Territoriali - Polo Est) L'anno scorso avevo partecipato all’incontro di Verifica del progetto ed avevo trovato veramente interessante l'incontro, oltre che sentire i ragazzi coinvolti parlare del loro lavoro e del loro spendersi, rendersi utili per altre persone. Quest'anno ho richiesto la vostra collaborazione per 2/3 situazioni, nelle quali la vostra risorsa è risultata veramente utile ed importante, soprattutto per una ragazzina che ha anche altre problematiche e per la quale gli occhiali nuovi sono stati una grande conquista! Mi dispiace non poter essere presente, ma colgo l'occasione per ringraziare tutte le persone impegnate nel progetto per la collaborazione preziosa che state dando! 4.4 Il vostro è un aiuto gratuito fornito alle famiglie, ma anche agli Enti locali, che altrimenti dovrebbero comunque intervenire per sostenere la spesa (Assistente sociale Paola Manfredi, Comune di Casina) Fornisco alcune considerazione in merito al progetto per quanto riguarda la breve esperienza che ho avuto per il Comune di Casina. Lo scorso anno, per la prima volta, ho conosciuto il progetto attraverso il Centro d’Ascolto della Caritas di Casina ed è stato attivato per la fornitura di occhiali da vista per due bambini la cui famiglia è in carico alla scrivente per problematiche di disagio economico. Ritengo sia un progetto di grande valenza per due aspetti: il primo in termini formativi per i ragazzi che materialmente costruiscono gli occhiali e che si formano anche sul concetto di solidarietà in quanto presumo siano a conoscenza che sono destinati a famiglie in difficoltà economica e il secondo per l’aiuto gratuito fornito alle famiglie, ma non solo, anche agli Enti locali, che altrimenti dovrebbero comunque intervenire per sostenere la spesa. Non mi sento di esprimere criticità perché non ne ho rilevate, in quanto i bambini che vi ho inviato hanno ottenuto gli occhiali in tempi molto ristretti, e li stanno tuttora utilizzando senza avere avuto problemi. La stessa cosa vale per i rapporti che ho tenuto con voi; dal mio punto di vista abbiamo collaborato senza difficoltà. Sono quindi a ringraziare nella speranza di poter continuare la collaborazione attivata anche per il futuro. 15 5. Resoconto della “spedizione” in Madagascar a Manakara: un’avventura meravigliosa (prof. Giulia Salzillo) Ormai è passato quasi un anno dal nostro viaggio in Madagascar e possiamo ricordarlo solo con grande gioia. L’idea non era solo quella di portare attrezzature per fare occhiali, montature e lenti di seconda mano donate da ottici di Reggio Emilia e Provincia per creare un piccolo laboratorio, ma anche di insegnare ad alcuni malgasci a leggere la prescrizione di un oculista e montare occhiali correttamente. Tutto questo è stato possibile grazie alla Preside Prof.ssa M. Dall’Asta, ai Prof.ri Alessandro Corsini e Sergio Usai, a tutti i volontari italiani di Reggio Terzo Mondo e del centro missionario diocesano di Reggio Emilia, e grazie allo staff del centro “AINA” a Manakara che ci ha sostenuto e aiutato per questa meravigliosa avventura. In Madagascar esistono solo due laboratori di ottica, uno ad Antananarivo e l’altro ad Ansirabe, rispettivamente a 600 km e 400 km circa da Manakara. Le distanze non sono come in Italia, le strade sono sterrate e piene di buche, la gente si muove per lo più a piedi e tra una città e l’altra i mezzi di trasporto non sono sempre sicuri e puntuali. Vederci bene non è di vitale importanza, le persone si accorgono di avere un problema visivo con l’avanzare degli anni e l’incremento della presbiopia. I bambini e i ragazzi raramente portano occhiali, perché non sanno di poter vedere meglio o perché gli occhiali costano troppo. Inoltre in Madagascar l’ottico diventa grandissimo concorrente dell’oculista ed è difficile trovare un compromesso. A fine agosto arrivate a Manakara io e Cecilia, dopo quasi 3 giorni di viaggio, cominciamo ad allestire il laboratorio all’interno del centro “AJNA” con tutte le attrezzature e il materiale spedito dall’Italia in aprile e conosciamo i tre futuri ottici: Irenè 60 anni, Aimè 40 anni e Jan de Diè 35 anni, alunni modello con tanta voglia di fare e imparare, capaci di comprendere le basi fondamentali dell’ottica e consapevoli del fatto che un’opportunità del genere non capita tutti i giorni. L’aiuto di Luciano, Diana ed Enrica, volontari di Reggio Terzo Mondo e del Centro Missionario Diocesano, in Ma- 16 dagascar da anni con ottima padronanza del malgascio è stato di vitale importanza per far comprendere loro le nozioni importanti, per essere autonomi e gestire il 3° laboratorio di ottica in Madagascar. In soli 15 giorni i nostri alunni hanno imparato a: misurare le lenti sferiche e toriche utilizzando il frontifocometro rilevare la distanza tra le due pupille mediante l’interpupillometro scegliere la montatura più adatta per il cliente e il suo difetto visivo montare le lenti su montature in plastica e metallo con la mola automatica e manuale consegnare un occhiale, dando indicazioni precise sul suo utilizzo Il prezzo di un occhiale completo si aggira intorno ai nostri 10 euro, prezzo alla portata di molte persone in base ad uno stipendio del posto e rispetto agli occhiali premontati che vende l’oculista a circa il doppio. A quasi un anno di distanza il Laboratorio del centro “AINA”, continua a lavorare accogliendo clienti e montando occhiali, i nostri alunni malgasci ci scrivono mail raccontando le loro esperienze e chiedendoci consigli e questo rende me e Cecilia veramente orgogliose e soddisfatte. In Madagascar ogni persona che abbiamo incontrato ci ha arricchito tantissimo e fatto scoprire un mondo che non pensavamo potesse esistere, il bene più grande non lo abbiamo fatto noi portando lenti, montature e mole ma loro a noi... Ci siamo sentite veramente a casa, come in una grande famiglia. L’ultima lettera arrivata dal Madagascar Cara Cecilia, 20 juin 14 Cara Giulia, Cari amice, La vostra notizies noi fanno sempre gran piacceri. Si Cecilia, più le vacanze appressano, più e professo sentono il stanchezza. Buona coraggio cara amica – Come Cecilia accompagnano per nostro préghiera Giulia chi prepara la sua matrimonio. Sii felicia. A quando il grande giorno. E malagasy dirà “abbi sete figlia e sete giovane”. Sono ancora poco numeroso. Chè una zuppa nero? Ascoltateme vado vi li spiegare. Prima, da qualche tempo una successione di meni delusione hanno disturbato mio bussola. Tre cliente hanno rifiutato nostra occhiali. Trovato e lenti troppo forte. Ho dubito della buona fede di médico oculiste chi fa el ordinamento. Secundo, uno virus ha imbiancato nostro computer. Tutti contenuto sono perduto. Conto, documento, archivio e tute foto. Une settimana dopo, la machina a fotograpfia che Giulia dato noi è blocato, no pùo più fare fotografia. Povero me... Non finito – il batteria di mio telefono ha ingrossato troppo, no pùo piu entrare in sua buccia, et in ultimo, uno povero ha preso il mio torcia senza mio permesso, ora rientraro sovento molto tardi e aiuta a vedere fin 80 m una persona veniente verso me. Si non ne trovare piu qui. Quando faccio il somma di tutto cio, hanno constato due mese di sospiro e dieci linea di parolaccia. Felicemente, vostre mail procurame di sorriso all’infinito. Vita soltano sospiro. Possiamo scrivere anche mille linea di avvenimento felice. Il amicizia fedeme ne sono il motore. Ciao tutti due! Iréné Molto aiutareteme se risponderete in italiano. 17 6. La parola del Dirigente Scolastico Le richieste e quindi le necessità stanno aumentando. L'entusiasmo non manca, ma il nostro lavoro dovrà essere maggiormente supportato dai privati, dagli enti, dal territorio nel suo complesso (prof.ssa Maria Dall’Asta, Dirigente Scolastico dell’Istituto Galvani-Iodi) Anche quest'anno la nostra scuola si è messa a disposizione dei più bisognosi con la grande esperienza e disponibilità dei propri docenti ed alunni. Ancora una volta ci siamo sentiti “utili” ed attenti al sociale. Già la mission di un'istituzione scolastica dovrebbe essere rivolta all'attenzione delle necessità della propria utenza, ma questi progetti ci fanno uscire dal nostro perimetro e fanno sì che gli studenti acquisiscano quelle competenze di cittadinanza attiva di cui tanto si parla, ma spesso poco si fa. E' bello vedere al pomeriggio studenti a scuola che dedicano un po' del loro tempo agli altri. E' bello prendere atto che il territorio apprezza il nostro operato e l'istituto viene valorizzato anche attraverso queste iniziative. E' bello dirigere un istituto vivo, solidale, attento alle persone non solo al proprio interno, ma anche verso l'esterno. Oltre alla mia soddisfazione voglio però manifestare anche il mio timore. Le richieste e quindi le necessità stanno aumentando anno dopo anno e mi chiedo: fino a quando e fino a quanto il personale e gli studenti della mia scuola saranno in grado di reggere tale mole di lavoro? L'entusiasmo non manca, ma il nostro lavoro dovrà essere maggiormente supportato dai privati, dagli enti, dal territorio nel suo complesso per non farci mancare il loro sostegno e le disponibilità finanziarie che la scuola non si può accollare. 7. Il Lions Club Albinea “Ludovico Ariosto” conferma il suo sostegno (Dott. Ing. Franco Lucci, Presidente del Lions Club Albinea “Ludovico Ariosto”) Reggio Emilia, 25 giugno 2014 Agli Insegnanti e agli Studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Galvani-Iodi Il Lions Club Albinea “Ludovico Ariosto”, fa parte del Distretto 108 Tb e appartiene al Lions International, la più grande organizzazione di servizio al mondo con oltre un milione di iscritti e con un rappresentante permanente all’ONU. Da sempre l’Associazione si occupa del grave problema mondiale della vista ed è a questo fine che il nostro Club con i propri mezzi, consistenti nelle quote che ciascun Socio versa, ha sponsorizzato va- 18 rie iniziative nate all’interno dell’Istituto d’Istruzione Superiore “GalvaniIodi”. Negli anni passati abbiamo aderito al Progetto “Occhiali per l’Africa” donando l’attrezzatura per un ambulatorio oculistico (Frontifocometro e lampada a fessura) sito presso l’Ospedale del Cottolengo in Kenia. Più recentemente abbiamo acquistato una mola per la lavorazione delle lenti. Quest’anno, tenendo anche conto del nostro Tema di Studio Nazionale “Dall’associazionismo al disegno di una nuova società civile; dalle analisi alle proposte: le nuove povertà” abbiamo ritenuto di partecipare al progetto “Accendiamo la vista” donando una cifra per l’acquisto di lenti da lavorare adattandole alle necessità delle persone indigenti del nostro territorio. Nel corso di questa lunga e produttiva collaborazione con l’Istituto abbiamo potuto con soddisfazione apprezzare la competenza e l’entusiasmo che gli studenti e gli insegnanti del corso per ottici hanno dimostrato durante questi anni, ed è per questo motivo che riteniamo giusto continuare questa collaborazione anche nei prossimi anni. Con l’augurio che gli Istituti come il Vostro possano essere sempre di più valorizzati e sostenuti, porgo i più cordiali saluti. 8. La Caritas diocesana continuerà a sostenere il progetto (Alberto Pighini, referente del Centro di Ascolto e Gianmarco Marzocchini, Direttore uscente) Anche quest’anno il progetto “Accendiamo la vista” ci ha permesso di incontrare diverse persone in stato di indigenza e quindi impossibilitate a provvedere in autonomia all’acquisto di occhiali per sé o per un proprio famigliare. In particolare, proprio per i bambini, il servizio svolge una funzione importante, evitando che fin da piccoli essi debbano sperimentare percorsi di povertà che li differenziano dai propri coetanei. La nuova impostazione ha avuto ripercussioni molto positive, in quanto il Centro di Ascolto ha potuto orientare direttamente ai Servizi Sociali coloro che presentavano una residenza, portando di conseguenza sia ad una presa in carico molto più ampia di quella che poteva essere la singola richiesta di occhiali, sia ad un maggior controllo della veridicità dello stato di povertà che veniva riportato. Anche per il prossimo anno scolastico 2014/15 la Caritas diocesana garantirà la copertura economica delle spese per lenti e montature eccedenti ad altre coperture finanziarie, come negli ultimi anni. 19 9. Fratel Beppe dal Kenya ringrazia e vuole essere presente con un suo dono Fr. Giuseppe Gaido (fr. Beppe) è medico e religioso del Cottolengo di Torino; dal 1997 è a Chaaria (Kenya, regione del Meru, a 400 Km da Nairobi) dove ha progressivamente trasformato un piccolo dispensario in un Ospedale con oltre 160 posti letto. È stato il primo a chiederci aiuto e non dimentica mai di ringraziarci con interventi sul sito dell’Associazione Volontari Missioni Cottolengo (Onlus): http://chaariahospital.blogspot.it Egli vuole donare ad ogni collaboratore del nostro Progetto una copia del libro “Ad un passo dal cuore” che racconta sotto forma di diario il sogno che Fr. Beppe ha per Chaaria, un sogno di donazione e di servizio, testimonianza di tutte quelle vite salvate ed a volte vite perse nonostante tutti gli sforzi. Per il nostro progetto è un grande onore poter contribuire con la fornitura di occhiali da vista all’opera di Fr. Beppe e dei tanti volontari che mensilmente raggiungono Chaaria. Riportiamo l’ultimo ringraziamento di alcune studentesse di Chaaria pubblicato sul sito; è indirizzato al prof. Alessandro Corsini, ma intende rivolgersi a tutti gli operatori. 20 10. Gli altri nostri sponsor Il progetto ha beneficiato in questi anni dell’aiuto di prestigiose Istituzioni che ne sostengono le spese: oltre al Lions Club Albinea “Ludovico Ariosto” e alla Caritas reggiana, già ricordate, la Fondazione Manodori, Luxottica, Maierotti Astucci e Ital-Lenti. La Fondazione Manodori dall’inizio del Progetto la Fondazione ci ha elargito 24000 Euro. Maierotti Astucci è azienda che produce astucci per occhiali e ci sostiene da due anni con la fornitura gratuita degli astucci. Ital-Lenti è azienda che produce lenti e dall’inizio del progetto ci fornisce le lenti che acquistiamo ad un prezzo particolarmente agevolato. Ai nostri sponsor va la più viva gratitudine per il sostegno che ci accordano. 11. Una questione rimane aperta: trovare chi ci fornisca montature Al momento la questione più significativa che rimane aperta è il reperimento di un certo numero di montature nuove soprattutto per adolescenti ed adulti, delle quali siamo molto carenti. L’attività richiede infatti la presenza a scuola di montature di tipo diverso (metallo e plastica), adatte alle diverse fasce di età e ai diversi difetti visivi. Durante l’estate continueremo a cercare chi possa compiere questa donazione in favore del progetto. Reggio Emilia, 4 luglio 2014 P.S. Le foto dei pazienti presenti in questo documento di lavoro sono state scattate previo consenso informato dei medesimi o dei genitori. Si raccomanda comunque di non farne uso al di fuori delle attività del progetto. 21