Designer_Il mondo di Patty_POsett2011

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Designer_Il mondo di Patty_POsett2011
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Patrizia Schelabarger I suoi occhiali a farfalla sono diventati un must.
Il mondo di Patty
P.O. ha intervistato una delle voci più originali
ed estroverse del mondo dell’occhialeria.
paola ferrario
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econdo Patrizia Shelabarger la creatività è un dono che
arriva dall’universo. Gli adepti che lo ricevono non hanno
bisogno di imitare gli altri: devono esclusivamente seguire
la loro strada, dando libero sfogo al proprio “io”.
Dietro la creazione del suo marchio di occhiali, Patty Paillette,
c’è infatti un percorso in cui l’istinto e il fiuto per le tendenze
hanno fatto da tratto distintivo. Lo dimostrano l’originale idea
di reinventare i jeans adornandoli con passamanerie particolari
e gli abiti con le paillette importate da Hong Kong. Gli occhiali
sono stati la naturale conseguenza e sono entrati a fare parte
delle sua collezione dal 2009. Fin dall’inizio si sono distinti per
unicità e particolarità attraverso un sapiente accostamento di
colori e materiali differenti. Inoltre, sono realizzati a mano e
si avvalgono di disegni particolari e lastre personalizzate dalle
tonalità innovative.
Scopriamo il mondo di Patrizia Shelabarger attraverso questa
intervista che ci ha concesso la scorsa estate.
Come e quando ha capito che il mondo della moda
faceva parte del suo DNA?
All’età di 21 anni ho aperto uno store a Porto Cervo dove
mi divertivo a dare una seconda vita ai Levi’s usati. Era un
lavoro artigianale: li rattoppavo e aggiungevo passamanerie
deliziose... Chi possedeva un paio consumato a cui era
affezionato, me lo portava e, assieme ad una giovanissima
squadra di sarte, realizzavo creazioni di patch. Poi le sarte
stesse, con le loro manine magiche, li cucivano. Da questa
esperienza è partito il mio viaggio nel mondo della moda che
si è trasformato in un’esperienza unica. Ho iniziato a viaggiare
in tutto il mondo e ad aprire alcune fabbriche a Bali. Nel 1996
sono stata la prima persona a portare sull’isola le paillettes
che importavo da Hong Kong. La qualità era eccellente e,
in più, erano particolari perché le facevo tagliare a forma di
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quadrato. Grazie a loro ho creato i miei primi abiti che sono
stati venduti in tutto il mondo.
Durante il lungo percorso della nostra vita ci arrivano dei
messaggi e ho ricevuto dall’universo l’indicazione che la
mia strada era la moda e la mia creatività era un dono
di Dio. Non mi sono mai guardata attorno né ho mai
guardato gli altri con particolare interesse: ho seguito
sempre le mie sensazioni e la mia strada maestra.
Patty Paillette, il mio marchio di occhiali, nasce da questa storia.
Quali tipo di studi ha intrapreso?
I miei studi sono sempre stati rivolti nel campo dell’arte.
Quando e perché ha iniziato a disegnare occhiali?
Hanno sempre rappresentato una vera passione. Non sono
mai riuscita a comperare un paio di occhiali in un negozio di
ottica: andavo sempre a cercare le montature nei mercatini
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di New York! Tre anni fa sentivo che il mondo aveva bisogno
di occhiali fatti con l’anima: oggi la gente desidera un
oggetto di design con la quale rispecchiarsi e non vuole più
prodotti commerciali. Ecco perché ho iniziato a disegnarli
seguendo il mio istinto. E sono veramente felice di aver fatto!
Tre aggettivi per definire Patrizia Shelabarger.
Determinata, sognatrice e visionaria.
Chi indossa i suoi occhiali?
I miei occhiali vengono indossati da un pubblico vasto... Si
vendono a signore bellissime di 70 anni perché donano allo
sguardo freschezza e vivacità e anche a persone semplici che
amano indossare e regalare alla loro personalità qualcosa
di unico. In generale, vengono indossati da un pubblico
che ama l’originalità, l’equilibrio, il buon gusto e la qualità.
Quale concetto vogliono esprimere i suoi occhiali?
Hanno una forte identità. Attraverso loro esprimo la mia visione
del presente e del futuro nel settore dell’ottica. Gli addetti ai
lavori hanno dichiarato che rappresentano “una visione unica e
innovativa”. Sono molto apprezzati e ci sono ottici che iniziano
a creare negozi dove vengono inseriti esclusivamente marchi di
design dimostrando che la mia visione si è rilevata azzeccata!
Affinità in questo particolare momento storico tra il
mondo del prêt-à-porter e l’occhialeria.
In questo momento storico ci sono molte affinità. È un periodo
favoloso per creare progetti fatti bene e con l’esperienza e la
costanza si possono ottenere risultati meravigliosi. Il mondo
ha bisogno di sognare e di comperare novità.
Quest’anno più che mai gli occhiali a farfalla sono
diventati un must. Lei però li propone da un po’ di tempo...
Sono stata la prima a presentarli al settore durante l’edizione
2009 di Mido. La mia collezione uscì dalla fabbrica la sera
prima e andai in fiera addirittura senza specchi! Non avevo mai
visto una fiera di occhiali ma ero sicura di aver intrapreso il
percorso giusto... Infatti nessuno aveva proposto le montature
a farfalla. Fui molto fotografata per l’originalità dei miei
prodotti e per gli equilibri che ero riuscita a trasmettere
nonostante fossero davvero diversi da tutti gli occhiali prodotti.
È stata un’esperienza molto bella! Ma poi, ovviamente, bisogna avere
la fortuna che anche gli ottici ci credano, altrimenti il sogno finisce!
Quali sono i colori che la identificano?
Molti! in particolare amo il rosa, ma penso che non siano
solo i colori ad identificarmi, è la mia anima che vive in
ogni singolo occhiale, è il modo in cui assemblo le cose..
Non è facile da spiegare ma so che quando si incontra un
occhiale Patty Paillette lo si riconosce, non servono loghi
esterni.
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