L`acqua per tutti e un papa donna
Transcript
L`acqua per tutti e un papa donna
Cultura e Società l'Adige INTERVISTA Kathleen Kennedy Realismo e utopia nella passione civile della prima figlia di Bob Dalla parte di Obama, per un riequilibrio del mondo a favore dei poveri L’acqua per tutti e un papa donna Prima figlia dell’indimenticato Bob, è stata invitata a Trento dalla Fondazione Caritro e ieri sera ha infiammato il Sociale con le sue vie d’uscita dalla crisi PAOLO GHEZZI R ide allegra, polemizza e scherza, sferza il vecchio mondo e lancia idee per uno nuovo, la signora Kathleen Kennedy Townsend, nata il fatidico 4 luglio, nel 1951, prima degli 11 figli di Robert F. Kennedy e Ethel Skakel. Come suo zio John, come suo padre Bob, ha la politica nel dna di famiglia e, anche se non è andata al di là di 8 anni da vicegovernatore del Maryland (1995-2003), oggi promuove cultura politica dalla sua cattedra di professore a contratto della Georgetown University, dal suo ruolo di consulente di grandi aziende, da sostenitrice di prima fila di Barack Obama, da autrice di libri controcorrente e da cattolica dissidente che attacca il Papa sull’Aids, sugli omosessuali e sul sacerdozio femminile. Invitata a Trento dalla Fondazione Caritro, in un Teatro Sociale tutto esaurito da giorni, KK ha saputo convincere la platea e il loggione con un intervento che guarda in faccia la crisi internazionale ma cerca di disegnare risposte verso un mondo nuovo. Proviamo a sintetizzare in un Abc kathleenkennedyano il suo intervento al Sociale e le risposte alle domande nei giornalisti nella precedente conferenza stampa in via Calepina: assente perché indisposto il presidente Marangoni, è stata accolta dal vicepresidente Daniele Calza e dal comitato d’indirizzo presieduto da Gianfranco Zandonati, nonché dal segretario generale Mariano Marroni. E ha detto subito, per rompere il ghiaccio: «Pensate che in questo momento» - erano le 18 italiane - «il presidente Obama sta consegnando il Robert F. Kennedy Human Rights Award» - un premio sui diritti umani fondato da lei stessa - «alle fondatrici dell’organizzazione di donne dello Zimbabwe Arise, e io sono qui a Trento!». Agricultural policies. «Le politiche agricole devono cambiare profondamente. Basta con i sussidi e i tagli fiscali che la farm lobby ha ottenuto dal presidente Bush. Al mondo in via di sviluppo era stato detto di non diversificare, che ai loro bisogni ci avremmo pensato noi. Non è andata così. Le economie che producono beni per l’export - come l’Uganda che produce tè, caffè, cotone e frutta - hanno meno probabilità di impoverirsi rispetto a quelle che non commerciano con l’estero. Raddoppiando la percentuale di export, la povertà si può ridurre del 13%». Bush. «Anche se i critici di Obama sostengono che il suo "ecologismo" in realtà fa il solletico all’emergenza climatica e non attacca alla radice il problema, mentre i poli si stanno sciogliendo, vorrei ricordare che noi dobbiamo ricominciare dopo una doppia presidenza Bush che ci ha portato in due guerre disastrose e ci ha precipitato nella peggiore crisi finanziaria dal Ventinove. L’agenda di Obama è terribilmente impegnativa: il risanamento dell’economia, la riforma sanitaria, il cambiamento climatico, in quest’ordine. Ma il cambiamento culturale, economico e sociale che è reso necessario e urgente dal climate change non può realizzarlo solo il presidente degli Stati Uniti, c’è bisogno di una volontà politica e collettiva molto più vaste». Climate change.Il cambiamento climatico è più devastante per i Paesi in via di sviluppo, sia perché sono geograficamente situati in zone a rischio, sia perché non hanno le risorse economiche per fronteggiare gli effetti del riscaldamento globale. Usano i carburanti più economici e più dannosi, non possono costruire infrastrutture di protezione. La California può costruire ponti che martedì 24 novembre 2009 Gli Ogm sono una risposta alla fame del mondo, non capisco se l’Europa li rifiuta per motivi culturali o perché ha paura delle tecnologie americane PASSIONALE Kathleen Kennedy ha grinta e humor Entusiasta della politica di Obama, da cattolica dice «basta» alle gerarchie ecclesiali solo maschili (foto Hugo Muñoz) sopportino i terremoti, Galveston può costruire dighe contro le alluvioni, l’Indonesia e l’India no. Financial crisis. «Le finanziarie e le banche responsabili dei disastri, che sapevano che sarebbero accaduti, ma hanno continuato a ballare "anche se la musica non gli piaceva", sono già tornate a ballare e a far ballare i risparmiatori, come se nulla fosse successo. E siccome non c’è ancora un sistema di controllo efficace, ho paura che ci saranno altri disastri. Sarebbe una terribile beffa per i contribuenti americani che hanno già salvato le banche con le loro tasse attraverso l’intervento pubblico». Golden rice. «Il riso d’oro, ricco di vitamina A fondamentale per l’alimentazione e la salute, è un Ogm, organismo geneticamente modificato, che dà risposte concrete alla fame nel mondo. Così le piante capaci di resistere alla siccità, che in molti Paesi è la minaccia di morte che pende sulla testa di milioni di persone. Non so se l’Europa è prevalentemente contro gli Ogm per una sua particolare visione culturale Il discorso Dalla frontiera di John Kennedy alla lezione di Kofi Woods, liberiano ohn Kennedy è stato il primo ad essere citato, nel discorso di sua nipote Kathleen al Teatro sociale. Il Kennedy del discorso inaugurale della sua presidenza, nel 1961, che alle persone dei villaggi di tutto il mondo che stavano lottando per «rompere i limiti della miseria di massa» disse che li avrebbe aiutati, non per sottrarli alla propaganda comunista, ma semplicemente perché era giusto. «Se una società libera non è in grado di aiutare i molti che sono poveri, non è nemmeno in grado di salvare i pochi che sono ricchi». E allora ecco la necessità di intraprendere «una battaglia contro i comuni nemici dell’uomo: tirannia, povertà, malattia, e la stessa guerra». La conclusione invece è stata dedicata all’Africa: «La cosa più importante è riconoscere la saggezza e il coraggio degli stessi africani. Da loro abbiamo molto da im- J parare. Da storie come quella di Kofi Woods, avvocato liberiano. Durante la dittatura di Charles Taylor, egli è stato imprigionato e torturato dal ministro della giustizia e dai suoi tre collaboratori. Quando Taylor fu esiliato ed entrò in carica un governo eletto democraticamente, questi quattro uomini si trovarono proprio nella stessa cella in cui Kofi era stato lasciato a marcire. Egli andò a trovarli, e chiese loro se fossero stati torturati. "Non ancora", risposero. Ma Kofi assicurò loro che non sarebbero stati maltrattati, e l’ex ministro si lamentò di non aver riformato il sistema carcerario, Quando lui e i suoi uomini furono portati a processo, non si trovò nessun avvocato che volesse farsi carico del loro caso. Si offrì volontario Kofi Woods perché - disse - "un sistema di giustizia dev’essere un sistema di giustizia per tutti"». o se è perché ha paura della capacità delle imprese e degli enti di ricerca americani di produrre gli Ogm. Ma io sono convinta che servano, che siano una risposta necessaria all’emergenza alimentare di vaste aree del pianeta». Health care reform bill. «La riforma sanitaria è una grande sfida, ma Barack Obama ce la farà. Perché è giusto ridare un’assistenza sanitaria decente a decine di milioni di cittadini statunitensi». International trade. «No ai dazi protezionisti a difesa degli agricoltori americani, che tagliano le gambe ai prodotti importati dal Terzo mondo». Leader. «La salvezza dei Paesi in via di sviluppo, bisogna dirlo, dipende anche dalla qualità dei loro leader. È per questo che bisogna aiutare e promuovere il consolidamento di una società democratica nei Paesi poveri: affiinché i loro leader investano nei loro popoli, anziché portare i soldi nei paradisi fiscali dell’Occidente». Roads. «15 Paesi africani non hanno accesso al mare, sono bloccati. È allo studio una rete di collegamento autostradale trans-africana, che dovrebbe collegare 83 città ed estendersi per 100mila km di lunghezza: potrebbe espandere il commercio di 250 miliardi di dollari in 15 anni». Water privatization. «Mi hanno detto che in Italia si va verso la privatizzazione delle risorse idriche. Io sono contraria, credo che l’acqua debba restare un bene pubblico. Pagato il giusto, certo, ma non oggetto di business privato. Mi sembra un’idea molto pericolosa. Non tanto in Italia quanto nei Paesi poveri. Io un anno fa ero in Salvador e partecipavo a una marcia di donne per l’acqua. L’acqua è vita e le donne lo sanno. L’acqua non può diventare un prodotto come tanti altri». Woman pope. «Io credo che la Chiesa cattolica e le sue organizzazioni caritative possano dare delle ottime risposte a livello di servizio e di intervento sociale, ma è una Chiesa che dovrebbe cambiare profondamente. Non è possibile che la gerarchia sia completamente maschile, in un mondo dove più di metà della popolazione è costituita da donne. Il sacerdozio femminile non è una follia, ma una richiesta logica. Così come credo che ci vorrebbe un Papa donna, finalmente, per rispondere ai problemi delle donne». E alla simpatica, disobbediente KK figlia del mitico Bob, par di capire, il ruolo non dispiacerebbe mica. Sulla poltrona di velluto rosso della Fondazione Cassa di risparmio di Trento e Rovereto, si trovava a suo agio, come un pascià, proprio come un cardinale romano. 11