REgIONALI: L`uLTIMA PAROLA AL CONsIgLIO dI sTATO

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REgIONALI: L`uLTIMA PAROLA AL CONsIgLIO dI sTATO
Settimanale gratuito di Roma e del Lazio - Anno 1 - Numero 34 - 14 Novembre 2012
Play Time
Antonio Giuliani
“Ero un muratore
di periferia, oggi insegno
la comicità ai giovani”
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REgIONALI: L’uLTIMA PAROLA AL CONsIgLIO dI sTATO
Il timone di Alfano
di Daniele Priori
Angelino Alfano ha fatto il suo scatto di
reni. Una botta di carattere persino
inattesa, al termine di un ufficio di presidenza Pdl che dicono sia stato assai
concitato. Con un Berlusconi di ritorno
(e in ripartenza) per Malindi costretto
a interrompere svogliatamente le sue
vacanze per presiedere la riunione ai
vertici del partito che ha fondato. E fu
così che Angelin prese il timone.
Davvero, però. Ribadendo fino a fine
legislatura l’appoggio coerente al
Governo Monti come pure il metodo
scelto (diverso da quello del Pd ma
comunque scelto) delle Primarie per la
candidatura a premier. Qualcosa che,
giocoforza, non può piacere a un fuoriclasse come Silvio Berlusconi che le
regole non le ha mai accettate.
Tuttavia ci sono momenti, come quello
attuale di crisi nera della società, nei
quali anche le regole servono. E i
numeri 10, specie se anzianotti, non
bastano più. Da questo punto di vista
Alfano ha voluto dire la sua, chiaramente ribadita nell’intervista di domenica alla Annunziata. La prossima
agenda del Pdl, dunque, sarà chiara:
trovare un ruolo a Berlusconi, identificato da Alfano come “fondatore”, tipo
Scalfari a Repubblica. Fissare scadenze, regole e magari trovare anche un
po’ di entusiasmo attorno alle Primarie, aprire la campagna elettorale
che, dice Berlusconi, non partirà in
effetti prima di gennaio. Forse ha
ragione. Fatto sta che prima dovrà
succedere qualcosa. Alfano con coraggio e buona fede l’ha capito. Ma, pure
di fronte alla Caporetto siciliana, non
l’ha capito fino al punto di superare le
vecchie remore e accettare il calumet
della pace lanciato da Fini (che tra l’altro potrebbe portare in dote anche
l’ondivago Casini). Fini, secondo Alfano e i suoi follower di Twitter, ha
chiuso definitivamente con la storia di
questo centrodestra. L’errore sta qui.
In un rancore da due soldi che in politica, specie in un momento tragico
come quello che da un anno il centrodestra sta vivendo, non dovrebbe aver
ragione d’esistere. Se i moderati non
troveranno il modo per riunirsi, significherà che si saranno meritati
la Santanché e le amazzoni in stile
Gheddafi. Sempre che Berlusconi
tenga fede alla parola data e non faccia una sua lista. Altrimenti Angelino
perderebbe pure quelle. E allora dal
transatlantico che era il Pdl potrebbe
finire che Alfano si ritrovi un po’ come
mister Bean. Con in mano il timone.
E nient’altro attorno.
Il Tar alla Polverini: “Convochi subito
le elezioni”. La Regione fa ricorso a pag 3
Regione Lazio
Fondi al Consiglio regionale
Arrestato l’ex capogruppo Idv
Vincenzo Maruccio
a pag 3
Speciale USA 2012
Four more Obama
Il racconto de Le Città da New York
da pag 15 a pag 18
Home page
Velletri, giallo Cervia
Esplosione in casa della famiglia
La figlia: “Hanno tentato di ucciderci”
alle pagg 4 e 5
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LE CITTA’
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n. 34 - 14 Novembre 2012
Politica. Domenica 25 novembre in tutte le piazze i sostenitori
del centrosinistra voteranno per scegliere il loro uomo per Palazzo Chigi
Pd all’americana, confronto su Sky: Renzi convince
Fra dieci giorni il nome del candidato premier
P
rimarie all’americana per il centrosinistra. Roba da non sembrare neanche Italia. E un successo
per tutti i “magnifici cinque” protagonisti, ovvero i candidati premier
della costituenda coalizione di centrosinistra che, in ordine di intervento, sono stati: il centrista Bruno
Tabacci, la consigliera regionale
veneta Laura Puppato, il sinistro
Nichi Vendola, il rottamatore
Matteo Renzi e il segretario Pd,
Pierluigi Bersani.
In platea oltre al pubblico assai
partecipe erano seduti anche alcuni
esponenti del mondo dello spettacolo, del giornalismo e della politica locale. In prima fila, il sindaco di
Milano, Giuliano Pisapia (con la
moglie Cinzia Sasso), che, prima
dell’avvio del dibattito, è andato nei
camerini a salutare i candidati. In
platea anche il presidente della
Provincia di Milano, Guido Podestà. Tra i vip presenti Alba Parietti,
gli attori Lella Costa e Moni Ovadia, le giornaliste Ilaria D’Amico e
Maria Latella oltre ad alcuni direttori di testate nazionali.
Il giorno dopo, quando il dibattito è
finito un po’ sulla bocca di tutti
(segno del buon risultato) i sondaggisti erano un po’ divisi solo su un
punto: pareggio Renzi-VendolaBersani o buona vittoria per Renzi.
A lume di naso proprio il sindaco di
Firenze è sembrato in effetti il più
sicuro di sé e quello che maggiormente si è trovato a proprio agio
nel tipo di format.
“Penso che di tasse questo Paese
stia morendo - ha detto Matteo Renzi”. Non si possono alzare ancora le
tasse” ha spiegato.
“C’e’ bisogno di cambiare le regole
del gioco. Per esempio lo Stato deve
mandare a casa dei cittadini la
dichiarazione dei redditi precompilata”. Vendola insiste sulla scarsa
progressività del prelievo ricordando le politiche di Hollande (tassare
del 75% chi ha piu’ di un milione di
euro). Bersani ha parlato di “lotta
all’evasione. L’obiettivo - ha spiegato - deve essere abbassare le tasse
sui redditi medio-bassi, sul lavoro,
su chi crea lavoro”.
“Quanto a metterne di nuove per
alleggerire l’Imu sulla prima casa ha aggiunto - sono affezionato a
un’imposta personale sui grandi
patrimoni immoboliari”.
“Quanto ai patrimoni finanziari mi
accontenterei di aver una vera tracciabilità, di farli emergere. Tassare
tre volte uno zero rimane zero, il
nostro problema e’ fare emergere le
ricchezze”.
È sui giovani che i candidati alle
primarie di centrosinistra puntano
e a loro hanno rivolto messaggi
precisi durante il confronto. “Che
cosa direbbe a un giovane in cerca
di prima occupazione?” è stato
chiesto ai cinque candidati. “Se sta
rinunciando a iscriversi all’università, gli dico aspetta un attimo che
bisogna che mettiamo un po’ di
soldi in più sul diritto allo studio”,
ha chiesto Pier Luigi Bersani.
Ragazzi questo è un Paese in cui
troverai lavoro se conosci qualcosa
e non se conosci qualcuno”, ha
spiegato Matteo Renzi. “Ai giovani
dico di ribellarsi e di lottare contro
un destino di scuola dequalificata e
di precarietà fatta di 47 tipi diversi
di contratto. La precarietà è il buco
nero in cui è precipitata un’intera
generazione”, ha ammonito Nichi
Vendola. “Noi dobbiamo investire
su ricerca e innovazione, e attivare
un mercato del lavoro a tutele progressive”, ha promesso Laura Puppato.
I “Fantastici 5” bocciano la riforma
Fornero sul mercato del lavoro.
Con toni diversi e sfumature piu’ o
meno tranchant, i cinque candidati
annunciano che, toccasse a loro,
modificherebbero la riforma. la critica all’ad di Fiat.
Settimanale gratuito
di Roma e del Lazio
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n. 34 - 14 Novembre 2012
Regione Lazio
LE CITTA’
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Scandalo fondi in Consiglio. È martedi mattina quando la polizia valutaria arriva nella sua casa
Arrestato l'ex capogruppo Idv Vincenzo Maruccio
Dalle indagini sembra anche essere emerso un bisogno
di contanti riconducibile a una dipendenza dai videopoker
di RiccaRdo Manai
È mattina presto quando, il nucleo
della polizia valutaria, suona a casa
Maruccio. Una visita tutt’altro che
di cortesia quelle fatta all’ex capogruppo dell’Idv alla Regione Lazio
che si è così visto fermare dalla
Guardia di Finanza. Maruccio è
accusato di peculato per essersi
appropriato di più di settecentomila euro dei fondi destinati al partito
tra un periodo compreso dall'aprile
del 2011 e il giugno del 2012.
Denaro che sarebbe stato prelevato
da due conti correnti aperti dall'Idv
sulle banche Cariparma e Credito
Artigiano. I 700mila euro sarebbero stati poi trasferiti, secondo l'accusa, da Maruccio su dieci conti
correnti di cui risulta titolare presso alcune banche. Sette di questi
conti pare siano personali mentre
altri tre in codelega. Un retroscena
alquanto insolito sarebbe poi quello emerso dai precedenti interrogatori a cui è stato sottoposto Maruccio. Dalle indagini sembra infatti essere emerso un suo bisogno
spasmodico di contanti, riconducibile ad una vera e propria dipendenza dai “videopoker”, con tanto
di assegni intestati a dei gestori di
sale da gioco e bar con video poker
della capitale. In attesa di nuovi
sviluppi, Maruccio rimane sottoposto all’ordinanza di custodia cautelare. Alla base di questa decisione ci
sarebbe il pericolo dell’inquinamento delle prove. L’ex Idv comunque, durante entrambi gli interrogatori ai quali è stato sottoposto nel
corso delle recenti indagini, non ha
mai smesso di proclamare la propria innocenza dichiarando che
“neanche un euro” è finito nelle sue
tasche per scopi personali.
Maruccio, infatti, agli inquirenti
nel corso delle indagini ha parlato
di un sistema che era sì gestito da
lui, ma in base al quale dirottava i
soldi sui suoi conti correnti esclusivamente perchè per lui più pratico
nell’indirizzarli in un secondo
momento alle varie attività politiche. A sentir lui sembrerebbe quasi
un semplice sistema di anticipi e
rimborsi “per - Maruccio dixit - far
fronte a quegli interventi rapidi che
la politica richiede”.
La decisione del tribunale. Accolte le istanze del Movimento Difesa del Cittadino
Elezioni, il Tar alla Polverini: “Subito la data”
La Regione Lazio ricorre al Consiglio di Stato
I
l Tar ha parlato e si è fatto sentire. Entro cinque giorni quindi,
sempre secondo la decisione del
tribunale amministrativo, la Presidente della Regione Lazio, Renata
Polverini dovrà indire le elezioni. I
giudici amministrativi hanno così
accolto il ricorso presentato dal
Movimento Difesa del Cittadino,
disponendo di fatto che le elezioni
avvengano entro novanta giorni
dallo scioglimento del Consiglio
Regionale avvenuto il ventotto
Settembre. A complicare ulteriormente le cose c'è poi un altro punto
espresso dal Tar che ha deciso che,
qualora il presidente dimissionario
Renata Polverini, non provvederà
ad indire le elezioni entro 5 giorni,
sarà nominato il ministro dell'Interno come commissario per
attuare quanto disposto dai giudici
amministrativi. La Regione risponde proponendo un ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione
del Tar del Lazio. Una decisione, si
legge in una nota della Regione, che
“risulta in totale contraddizione
con le recenti pronunce della medesima sezione del Tar del Lazio con
riferimento alle elezioni regionali
del 2010”. Il Presidente della
Regione Lazio, intanto, fa sapere
che: “devo rispettare l’Istituzione
che è regolata da uno Statuto. Resta
la mia volontà di assecondare un
indirizzo del Governo per unificare
la data del voto a quella delle altre
regioni e di ridurre a cinquanta il
numero dei Consiglieri”. Le reazioni non si sono fatte attendere. L’assessore al Bilancio della Regione
Lazio, Stefano Cetica, commenta
così: Con la sentenza di oggi il Tar
cambia clamorosamente idea sulla
prevalenza dello Statuto rispetto
alla legge, principio in base al quale
soltanto due anni fa aveva tolto alla
maggioranza di centrodestra tre
consiglieri regolarmente eletti;
sono certo che il Consiglio di Stato,
invece, confermerà la necessità di
passare attraverso l’Assemblea legislativa della Pisana per ridurre da 70
a 50 i Consiglieri e andare tranquilli
alle elezioni”. Novità sono alloriz-
zonte anche se, almeno a sentire le
cosiddette voci di corridoio, l'inerzia
della vicenda sembra propendere
per unificare le date delle elezioni a
quelle delle altre regioni.
Ri.Ma.
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LE CITTA’
n. 34 - 14 Novembre 2012
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L’intervista. A metà ottobre una forte esplosione ha investito la casa del tecnico scom
CASO CERVIA, LA FIGLIA: “HANNO T
Per Erika non si sarebbe trattato di una semplice casualità ma “di un vero e proprio atto inti
di MarcO MOntini
R
icordate la storia di Davide
Cervia, l'esperto di guerra elettronica rapito nel settembre ‘90 nei
pressi della sua casa a Velletri? Da
allora non si hanno più tracce di
lui: una storia fitta di misteri, depistaggi, servizi segreti, traffici illeciti e avvistamenti sfuggenti (l'ultimo in Libia). Ebbene la vicenda si è
arricchita ora - purtroppo - di un
nuovo fatto, che la famiglia di
Davide non fatica a definire “un
vero e proprio atto intimidatorio”:
martedì 16 ottobre la loro abitazione è stata investita da una forte
esplosione, che fortunatamente
non ha causato feriti o fatto scappare il morto. “Solo” tanta paura e
danni materiali alla casa. Un episodio che la figlia del tecnico scomparso, Erika, considera “misterioso
e pieno di incogruenze. Non un
caso”. Le Città ha voluto approfondire con lei i fatti.
Erika, ci racconti cosa è accaduto quel dannato martedì di
un mese fa? Tu e la tua famiglia eravate in casa in quel
momento?
“Martedì 16 ottobre alle ore 14.15
circa si è verificata una esplosione
nella nostra abitazione, all'interno
di un locale cucina adiacente la
nostra abitazione. Si è sfiorata una
tragedia visto che mia nonna era
da poco uscita dal locale in questione mentre io mi trovavo ancora lì
vicino. Abbiamo sentito un boato e
io ho visto i frammenti della finestra del locale cucina schizzare
verso la macchina di mio nonno
sulla quale hanno causato varie
ammaccature e la rottura dell'intero lunotto posteriore. Dopo il
rumore sono tutti corsi fuori casa ed
insieme abbiamo notato che ad
essere divelte dall'esplosione erano
state solamente la finestra e la porta
del locale cucina, all'interno del
quale non si era mosso nulla. Tutto
era come lo avevamo lasciato”
Cosa hanno detto le forze dell'ordine in merito alla dinamiche dell'accaduto? Secondo
voi esistono delle incongruenze?
“Quando sono arrivati i Carabinieri
di Velletri sul posto, questi hanno
ipotizzato una fuga di gas, ma
basta guardare le foto che abbiamo
scattato per rendersi conto che il
gas non centra assolutamente
nulla. Se fosse stata la bombola ad
esplodere avrebbe distrutto la
macchina del gas e danneggiato in
maniera evidente l'interno del
locale e la bombola stessa. Ma stra-
namente è tutto integro, nulla si è
spostato, torno a ripetere che sono
esplose solo la porta e la finestra.
In più al momento della deflagrazione la finestra era aperta, dunque
come faceva ad accumularsi gas nel
locale??!! I Carabinieri hanno prelevato sul luogo dell'esplosione dei
frammenti che ci avevano assicurato avrebbero mandato al Ris per
La causa civile. Citati in giudizio i ministeri della Giustizia e della Difesa
A dicembre il processo contro il muro di omertà
La famiglia chiede il risarcimento danni “per la violazione del diritto alla verità”
È il 12 settembre del 1990 quando
scompare senza lasciare traccia il
tecnico ligure Davide Cervia, dipendente della Enertecnel Sud di
Ariccia: 31 anni, una moglie e due
figli che anche quella sera lo aspettano nella loro casa di Velletri, dove
mai arriverà. Scartata la prima ipotesi di un allontanamento volontario, prende piede la via del sequestro, come denunciato da un testimone che aveva visto un gruppo di
uomini fermare la sua auto, aggredire il Cervia e narcotizzarlo, per
poi farlo sparire. Il rapimento dell’uomo sarebbe da collegare alla
sua precedente professione di tecnico “Ete/Ge” della Marina, conoscitore dei sofisticati sistemi radar
tridimensionali, ma da lì, più che
aprirsi, il mistero si infittisce e si
perde in un dedalo di depistaggi, di
mezze verità e di molti sospetti, di
lettere anonime e di telefonate
fasulle, di processi che cambiano di
sede e passano di mano, poi ancora
di minacce di morte alla moglie
Marisa e offerte di denaro per
smettere di cercare. Dalla data
della sua scomparsa c’è chi dice di
averlo visto in Arabia Saudita, chi
lo dà in Libia, dove sarebbe stato
avvistato a bordo di un camion
in tuta mimetica, fatto rapire da
Gheddafi per sfruttale le sue alte
conoscenze tecniche; poi ancora in
Iraq, ucciso da un missile tattico
durante la Prima Guerra del Golfo,
ma poi visto camminare in un’altra
città dello stesso paese; nel 1991 è
su un volo che parte dal Parigi ed è
diretto al Cairo, con un biglietto
acquistato dal ministero degli Esteri francese. Le ipotesi sono
molte, la famiglia non si arrende e
non smette di cercare, di sperare
che prima o poi chi sa parli e contribuisca a riportare a casa quell’uomo che, dopotutto, voleva solo
vivere una vita normale. Il prossimo 7 dicembre i figli di Davide
Cervia, Erika e Daniele, con la
moglie Marisa, si ritroveranno in
aula per una causa civile: hanno
citato in giudizio i ministeri della
Giustizia e della Difesa, chiedono il
risarcimento dei danni “per la violazione di ciò che può definirsi il
diritto alla verità”, ovvero per l’insieme dei silenzi e delle molte bugie
di questi anni. È anche la volontà di
continuare a lottare, perché non
cali il silenzio e venga meno l’atten-
zione sul dramma che ha così duramente segnato la loro vita.
Enrico Oliari
AVVISO DI ASTA PUBBLICA PER VENDITA DI IMMOBILE RESIDENZIALE
IL DIRIGENTE DELL’AREA I – AMMINISTRAZIONE E SVILUPPO ECONOMICO
DR.SSA LUDOVICA IARUSSI
RENDE NOTO
Che il giorno 14 dicembre 2012 alle ore 09,30 presso la sede comunale di Palazzo Colonna
avrà luogo un’asta pubblica per l’alienazione di un immobile residenziale di proprietà comunale sito a Marino in Via Capo D’Acqua n. 2, comprensivo di cantina e magazzino, con
annesso appezzamento di terreno di superficie complessiva pari a Euro 15.022.
Il terreno è distinto in catasto al Fg. 23 Part.lle 153-152-151-150-149-148-159, ricade come
segue:
Particella 153 Zona E (agricola);
Particella 152 parte zona E (agricola); parte zona F/2;
Particella 151 parte zona E (agricola); parte zona F/2; parte strada;
Particella 149 parte zona F/2; parte strada;
Particella 148-150-159 zona F/2.
Importo a base di gara: Euro 827.680,00 (ottocentoventisettemilaseicentoottanta/00)
Aggiudicazione: al prezzo più alto offerto rispetto all’importo a base d’asta.
Scadenza per la presentazione delle offerte: 30 novembre 2012 ore 12,30
Per maggiori informazioni consultare il bando sul sito web istituzionale www.comune.marino.rm.it.
Eventuale sopralluogo da effettuarsi previo appuntamento contattando il numero 06
933662359.
Informazioni presso il Settore Entrate extratributarie, economato, provveditorato e patrimonio nei giorni di martedì e giovedì dalle ore 09,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,30 alle ore
17,30.
Il Responsabile del procedimento è la Dr.ssa Valentina Carmesini, Responsabile del Settore
Entrate extratributarie, economato, provveditorato e patrimonio.
Il dirigente dell’area I
Dr.ssa Ludovica IARUSSI
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mparso. Nessun ferito ma tanta paura e qualche danno materiale
TENTATO DI AMMAZZARCI”
imidatorio”. Secondo la famiglia infatti sono troppe le incongruenze
farli analizzare, ma con nostro
grande stupore dopo quasi un
mese, hanno i frammenti ancora in
caserma, nessuno lì ha ancora analizzati: non è strano? Cosa stanno
aspettando?”.
Si è trattato di una sfortunata
casualità o hanno tentato di colpirvi di proposito? Magari è qualcosa
collegato alla vicenda di tuo padre?
“È evidente che questo è stato un
atto intimidatorio nei confronti
della famiglia. Probabilmente qualcuno ha paura che emergano delle
verità troppo scomode”.
È la prima volta che accadono
quelli che tu definisci “atti
intimidatori”? Anche qualcun
altro che ruota intorno alla
vostra associazione ne sarebbe stato vittima?
“In questi 22 anni ogni volta che
proponevamo iniziative o andava-
mo in trasmissioni prima o dopo
ricevevamo telefonate mute a tutte
le ore del giorno o della notte, eravamo vittime di pedinamenti e
minacce. Tutto questo non accadeva e accade solo alla nostra famiglia, ma anche alle persone a noi
vicine. Nei giorni successivi all'esplosione, infatti, hanno sfondato il portone dell'abitazione del presidente del Comitato, Gialuca Cicinelli: in passato è stato più volte
minacciato e buttato fuori strada...
Hanno telefonato per tutta un'intera notte a casa di mio zio che abita
sotto di noi, rimanendo in silenzio
quando alzavano la cornetta e
hanno buttato fuori strada, Sandro
Silbi, il vicepresidente del comitato
pro Davide. Tutti questi fatti sono
stati denunciati”
Ora avete paura? Secondo voi,
se ci fosse un colpevole, chi
potrebbe essere?
“È chiaro che chi ci perseguita ha lo
scopo di mettere un freno alle
nostre ricerche, ma noi nonostante
la paura che ci sta distruggendo la
vita, non ci arrenderemo finchè
non arriveremo alla verità su mio
padre”.
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IL WIRELESS PIACE ALL'EUROPA
Agenda digitale, la Commissione apre la strada al 4G
Con tale scelta lo spettro per i servizi wireless ad alta velocità nell’Ue sarà il doppio di quello
attuale e pari a quello degli Usa. Agli stati membri si impone di aprire la banda entro giugno 2014
a Commissione europea ha deciLbanda
so di aggiungere, attorno alla
da 2 GHz, 120 MHz supplementari allo spettro radio riservato
alle tecnologie 4G come la Lte.
Questa banda è utilizzata solo per
le comunicazioni wireless di tipo
Umts, o reti di terza generazione
(3G). La decisione impone agli Stati
membri di aprire le bande interessate entro il 30 giugno 2014 e fissa
condizioni tecniche per rendere
possibile la coesistenza di tecnologie diverse. Lo spettro per i servizi
wireless ad alta velocità nell’Ue sarà
il doppio di quello attuale e pari a
quello degli Usa. La decisione della
Commissione amplia le possibilità
di investimento per gli operatori
mobili e consente ai consumatori di
beneficiare, a lungo termine, di
maggiore velocità nel trasferimento
dei dati e di una gamma più ampia
di servizi a banda larga. Un migliore accesso allo spettro radio per le
tecnologie 4G contribuirà a realizzare l’obiettivo fissato dall’Agenda
digitale di raggiungere una copertura universale nell’Ue di banda larga
a una velocità di almeno 30 Mbps
entro il 2020. Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione: “L’ampliamento della banda riservata al
4G in Europa ci mette in condizione
di rispondere meglio alla domanda
di banda larga”. La decisione concretizza la liberalizzazione armonizzata della banda a 2 GHz in tutti gli
Stati membri, per evitare la frammentazione del mercato interno nel
sfruttamento di questa banda in
futuro. La flessibilità nell’utilizzo
delle bande di frequenza, possibile
grazie al venir meno di limitazioni
tecnologiche, consente di utilizzare
in modo economicamente vantaggioso un’infrastruttura wireless
avanzata per far fronte alla domanda del mercato. Contesto l'importanza socioeconomica dello spettro
radio è aumentata perché i servizi
wireless hanno invaso gli ambiti
della vita economica e sociale. Da
qui al 2015 il traffico mobile di dati
aumenterà del 26% l’anno su scala mondiale. Per
allora saranno 7 miliardi
telefoni, tablet e altri dispositivi in grado di accedere a internet. L'esplosione del traffico di
dati senza fili, unito all’insufficienza delle risorse di spettro, rende necessario gestire lo spettro
in modo più intelligente
e ottimizzare l’uso delle
bande di frequenza già
assegnate. Dall’adozione della decisione Umts, la banda terrestre 2
GHz accoppiata è utilizzata dall'Umts (rete 3G). Nell’attuazione del
primo programma in materia di politica dello spettro radio, e in particolare per raggiungere l’obiettivo di
destinare almeno 1200 MHz ai servizi wireless a banda larga, l’Ue ritiene
prioritario inventariare lo spettro
radio e favorirne un uso flessibile e
condiviso, per promuovere innovazione. Cosi la decisione della Com-
missione prevede che le bande 19201980 MHz e 2110-2170 MHz siano
usate in modo flessibile per i servizi
di comunicazione elettronici basati
su tecnologie wireless avanzate, come Lte e altre tecnologie di punta.
L'evoluzione del settore dimostra che
queste tecnologie sono in grado di
offrire una velocità di 30 Mbps a più
utenti contemporaneamente, permettendo ai consumatori di accedere
a servizi a banda larga ad alta velocità a prezzi competitivi.
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LE CITTA’
Elettrosmog. Piani comunali, inquinamento, interessi pubblici e privati in c
ONDE AN
Roma Nord. Forte la denuncia del Comitato Bambini senza Onde
Cittadini vs i fuorionda di Radio Vaticana
di SArA ScAtenA
el cielo di Roma Nord, e, più preN
cisamente, a Cesano, nel XX
Municipio, svettano le altissime e
molto discusse antenne di Radio
Vaticana. Contro l’elettrosmog prodotto dall’emittente si sono negli ultimi anni battuti comitati, cittadini e
istituzioni. Schierato in prima linea
da più di dieci anni, il Comitato
Bambini senza Onde non si è mai
arreso, neanche di fronte alla notizia,
diffusa l’estate scorsa, che dal mese di
luglio tutte le trasmissioni in onde
medie e in onde corte verso la maggior parte dell'Europa e dell'America
sarebbero state trasferite sul web. Nel
2010 una perizia epidemiologica riferita agli anni compresi tra il 1993 e il
2000 aveva evidenziato che il rischio
di malattie come leucemie, linfomi e
mielomi nella zona rientrante nel
raggio d’azione delle onde emesse
dalle antenne di Radio Vaticana era
di sei volte superiore alla media. A
rischio, dunque, erano state individuate circa 200 mila persone tra chi
già viveva nelle aree limitrofe all’impianto e futuri residenti che si sarebbero insediati nelle aree di più recente urbanizzazione. Era stato, dunque,
aperto un procedimento ai danni di
Radio Vaticana per getto pericoloso
di cose e la perizia era stata depositata in sede di incidente probatorio
durante il processo nel quale i responsabili dell’emittente erano stati
indagati per omicidio colposo e lesioni gravi. Una prima vittoria era stata
ottenuta, poi, il 24 febbraio del 2011
quando la Cassazione aveva condannato definitivamente i due imputati.
La battaglia dei comitati per il trasferimento definitivo dell’impianto,
però, non si è mai fermata e, di primaria importanza, a loro parere, continua a essere la necessità di sensibilizzare i cittadini per far pressione su
tutte quelle istituzioni che, fin’ora, si
sono tirate indietro.
X Municipio. Celebri i casi di via Ferentano e via Gentile
Proteste popolari e regolamenti ballerini
Prese di posizione più o meno ufficiali, raccolte fondi, manifestazioni
di dissenso popolare. Gli esempi, in
cui il cittadino è dedito a combattere
il fenomeno del cosiddetto “elettrosmog”, nel X Municipio certo non
mancano. Si parla di antenne o, per
dirlo in maniera tecnica ricalcando
le pile di documenti presenti negli
uffici del comune, di Sistemi Radio
Base, antenne ed altri strumenti di
telecomunicazioni di proprietà di
compagnie di telefonia. Ripercorrendo la storia recente, impossibile
dimenticare la manifestazione, con
tanto di fiaccolata, che la popolazione del Municipio inscenò a marzo
contro l’installazione di un’antenna
in Via Francesco Gentile. Tornando
però all’attualità, una delle zone più
attive in materia è sicuramente quella di Quarto Miglio, in cui il comitato di zona ha anche organizzato una
raccolta fondi contro l’installazione
di un ponte radio base in via Ferentano 35 che, di fatto, sarebbe il sesto
ripetitore in zona. A differenza del
dissenso popolare, ormai a dir poco
lapalissiano, le regolamentazioni in
materia restano assai “ballerine”
anche se, da una nota emessa proprio dal comitato di zona di Quarto
Miglio si apprende che: “A seguito di
colloqui intercorsi con il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica del Comune di
Roma, vogliamo comunicare ai cittadini che l'installazione dell'antenna in via Ferentano 35, è stata temporaneamente sospesa per la mancanza dell'autorizzazione del vincolo
paesaggistico”, ci preme precisare
che la sopracitata “sospensione”, è
un atto formale risalente al
19/06/2012 (“Richiesta di autorizzazione all’installazione di Stazione
Radio Base in Via Ferentano 35 - art.
87 D.Lgs. 259/03” al Gestore
Telefonico da parte del Dipartimento Programmazione ed Attuazione Urbanistica); tale “sospensione” è in realtà riferita non all’installazione bensì alla procedura autorizzativa della stessa”.
riccardo Manai
Castelli Romani. Tanti i Comuni senza un piano specifico
Antenne, il problema è a m
Anche nel quadrante tuscolano quella delle antenne è una vera e propria
giungla. C’è l’affaire Monte Cavo a
dominare, non solo fisicamente, l’intera scena ma nel frattempo i comuni stentano a gestire una materia
complessa sia sul piano normativo
che soprattutto logistico. I Comuni
non possono imporre ai privati di
non accettare le succose offerte dei
gestori di telefonia pubblica e chi si è
dotato di un proprio piano lo ha fatto
sapendo di avere comunque poco
potere. “Il piano - spiega l’assessore
all’Ambiente di Frascati, Roberto
Mastrosanti - ha solo il ruolo di suggerire le dislocazioni sanitariamente
e logisticamente ottimali per le antenne. Ma nulla di più”. Come a dire
che anche se il piano esiste, nessuno
ne ha praticamente mai fatto uso. A
Grottaferrata non c’è alcun piano
antenne. “Se ne parla
poco - ammette l’assessore Giovanni Guerisoli - ed
il nostro Comune ad oggi
ne è sprovvisto”. La verità è che comunque le
amministrazioni comunali su questo possono
ben poco perché i rapporti avvengono direttamente tra gestori e cittadini.
Ma sembra un po’ come vendere
l’anima al diavolo: per poche decine
di migliaia di euro sulla propria
testa poi la cantilena di chi si lamenta per le eccessive radiazioni elettromagnetiche (spesso senza neanche
il conforto di misurazioni) diventa
quasi paradossale.
Capitolo a parte merita Monte Cavo.
Il piano di coordinamento per la
Nettuno. Gli abitanti hanno una grande paura per la propria salute
Quel ripetitore gigante nel quartiere San Giacomo
Da quando nei primi anni del 2000
la giunta comunale di Nettuno ha
varato un piano di posizionamento
antenne, da un giorno all’altro può
capitare di trovarsi proprio davanti
alla finestra di casa uno di questi
mostri di acciaio, cavi ed onde elettromagnetiche. Più o meno è quello
che è accaduto qualche mese fa nel
quartiere San Giacomo, dove proprio nel giro di 24 ore i residenti
hanno visto spuntare in mezzo ad un
campo uno di questi ripetitori giganti. L’istallazione, avvenuta su terreno pubblico adiacente a campi sportivi, è fortemente criticata dai cittadini che abitano a ridosso dell’area:
“Altre onde elettromagnetiche, altro
smog, altri pericoli per la nostra
salute”, è il coro unanime degli abitanti. La torre non è difatti la prima,
poiché in zona sono molte le antenne che troneggiano a metri e metri
su nel cielo e che da anni sono oggetto di una battaglia socio-politica che
vede protagonisti i cittadini e le
amministrazioni che si sono succedute. La giungla delle numerose
torri-faro è diventata ancora più selvaggia a seguito dello scioglimento
della giunta di un decennio fa, quando i democratici de La Margherita, si
erano già fortemente opposti al proliferare delle antenne e ne chiedevano la rimozione, appellandosi ai
commissari prefettizi. Purtroppo a
quel tempo, in assenza di figure politiche di riferimento, non si ottennero i risultati sperati ed i cittadini
hanno atteso invano risposte e fatti;
a dire il vero lo fanno tuttora, con
l’auspicio che i politici che si espressero anni fa in difesa dell’ambiente e
della salute - e che sono gli stessi che
oggi siedono in consiglio comunale possano farlo nuovamente, proprio
ora che l’inquinamento da elettrosmog è sicuramente maggiore di
dieci anni fa.
Alessandro Bellardini
Tutte le Notizie di tutti i Comuni
della Regione Lazio
n. 34 - 14 Novembre 2012
LE CITTA’
9
ontrasto, proteste cittadine. Quello delle antenne è una vera e propria giungla
NOMALE
Tivoli. Per Comune e cittadini troppi i rischi ambientali e i danni paesaggistici
o
monte... Cavo
dismissione degli impianti sembrava finalmente ben avviato e avrebbe
dovuto delocalizzare il grosso a
Monte Gennaro. Poi la spending
review regionale ha tagliato i contributi per i lavori e non se n’è fatto
nulla. E più che Cavo quello di
Rocca di Papa è il monte delle
antenne.
Marco Caroni
Elettrodotto Sagittario, una costellazione di critiche
Tivoli, contro l’elettrodotto “Sagittario” il Comune e il Comitato cittadino proseguono la lotta, troppi i
rischi ambientali e i danni paesaggistici. Si spera ora nel Consiglio di
Stato. Dopo la sentenza del tribunale amministrativo dello scorso 30
agosto, che ha dato il via libera alla
messa in funzione da parte di Rfi di
“Sagittario”, il sindaco tiburtino
Sandro Gallotti ribadisce: “No all'elettrodotto, ricorreremo al Consiglio di Stato. Salute pubblica e
tutela ambientale sono priorità da
difendere”. Prosegue quindi il braccio di ferro Tivoli - Rete Ferroviaria
Italiana. “Contro l’elettrodotto faremo ricorso al Consiglio di Stato, proseguiremo la battaglia a tutela della
salute dei cittadini e della difesa del
paesaggio”. Così Gallotti “confermando l'impegno dell'amministrazione comunale contro i lavori relativi all’elettrodotto 66kv Roma Pre-
nestina-Sagittario tratta SaloneCastel Madama”. Una battaglia,
questa dell’amministrazione, che va
a sostenere quella che da anni combatte il “comitato cittadino contro
l’elettrodotto” che si è riunito in as-
semblea pubblica lo scorso 10 novembre. “Occorre dimostrare che
non siamo disposti a cedere perché è
in gioco la nostra salute - dicono dal
comitato -. Chiediamo che il Sindaco
blocchi nuovamente i lavori e che
l’elettrodotto Rfi, se proprio deve
essere riattivato, percorra un itinerario lontano dai luoghi abitati”. Per
il comitato, carte alla mano: “Rfi è
tornata nuovamente alla carica,
dopo aver vinto il ricorso al Tar
basato su mappe vecchie che non
riportano molti palazzi, dati progettuali contraddittori e sopralluoghi
incompleti”. In occasione dell’incontro tra una delegazione del comitato
e il vicesindaco, Giorgio Strafonda,
chiesto anche un tavolo di confronto
tra Comune, Rfi e comitato cittadino
per studiare la possibilità di realizzare un percorso alternativo all'attuale
progetto dell'elettrodotto.
Michela Maggiani
10
n. 34 - 14 Novembre 2012
LE CITTA’
Roma
Capitale
di Marco Montini
Campidoglio ce l'ha fatta: apIdilprovato
dall’Assemblea il Bilancio
previsione 2012 con 34 voti favorevoli, 20 contrari, 1 astenuto. La
manovra, che ammonta a 10 miliardi, è stata mostrata in Campidoglio
da Alemanno e dall’assessore al
Bilancio Lamanda. Il documento
include il progetto di bilancio deliberato dalla giunta a marzo e l’emendamento di ottobre, che ha integrato e
sostituito quello di agosto per fronteggiare le modifiche del quadro normativo e l’evoluzione delle entrate e
delle spese. La manovra, dice il
Campidoglio, “riflette gli effetti della
più imponente manovra restrittiva
governativa mai attuata sugli enti
locali”: taglio del 40% sui trasferimenti ai Comuni tra 2008 e 2012;
riduzione dei margini d’investimento
per il patto di stabilità. Il tutto, “in un
contesto di pesante recessione economica con una contrazione del Pil
del 6%”. L'impegno dunque è stato
Il voto. Passa finalmente il documento di previsione
Al foto finish approvato il Bilancio
Scongiurato il commissariamento
La manovra è da 10 miliardi di euro. Santori si astiene, Patanè critico con Alemanno
volto a garantire i servizi essenziali e
tutelare i cittadini più deboli, “in
taluni casi aumentando il sostegno e
i servizi alle persone più esposte alla
crisi”. Meno risorse disponibili per la
spesa corrente e maggiori esigenze di
copertura: 730 mln per compensare
il buco derivante dai minori trasferimenti statali e regionali, dalla contrazione di altre risorse e da aumentate necessità di spesa. Per ristabilire
l’equilibrio finanziario, la manovra fa
leva sull’Imu: aliquota al 5 per mille
per le prime case e al 10,6 per seconde case e altri tipi di fabbricati. A
rimettere in ordine la spesa contribuiscono poi maggiori entrate nette,
tagli ai contratti di servizio, risparmi
sugli oneri finanziari. E ancora:
razionalizzazione della spesa dei
dipartimenti, meno auto blu e meno
missioni di servizio, “limiti più stringenti ai compensi dei dirigenti e degli
amministratori”. Poi c'è il rafforzamento della lotta all’evasione fiscale.
Gli introiti sono “destinati in prospettiva all’abbattimento dell’Imu e ad interventi per il sociale e
l’occupazione”. Rispetto al rendiconto 2011 ci sono 18 milioni di euro in
più per il sociale, circa 50 per la
mobilità, circa 25 per l’ambiente.
Tagli, invece, a infrastrutture, manutenzione urbana e a spese del Gabinetto del sindaco.
LE REAZIONI - “Questa Amministrazione - dice Santori, consigliere
astenutosi dall’approvazione del
bilancio - che tratta i cittadini come
bancomat pretendendo il pagamento Imu sulla prima casa con
una delle aliquote più alte d’Italia e
che svende il proprio patrimonio
immobiliare, è arrivata a stanziare
50 mln per nomadi e extracomunitari mentre i romani annaspano nel
tentativo di non annegare nei debiti.
L’approvazione decreta la sconfitta
dell’ostruzionismo becero della sinistra e certifica le anomalie che ho
sempre denunciato”. Critico il presidente Pd Roma Patanè: “Si chiude
per il Campidoglio e per l’amministrazione una brutta pagina, con una
maggioranza paralizzata dai dissidi
interni che non è stata in grado fino
all’ultimo di licenziare la manovra,
facendo convivere la città con lo
spettro del commissariamento”.
L'analisi. Ventimila incidenti solo nel primo semestre del 2011
Codici, ecco le strade più pericolose di Roma
Bocciate Prenestina, Colombo e Tiburtina
Dati sconcertanti quelli diffusi dal Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione
Le piogge aumentano e, come ogni
anno, anche il caos tra le strade della
capitale di ceto non manca. Quello
della sicurezza stradale è in effetti un
tema sempre attuale in una città
grande come Roma. Nelle principali
arterie viarie della capitale ci si
imbatte spesso in tratti di strada in
pessime condizioni complicando, e
non di poco, la vita di automobilisti e
motociclisti. L’associazione Codici ha
infatti interpellato sia il sindacato
nazionale agenti di Assicurazione
che i vigili urbani dipingendo un
quadro assai poco confortante. I dati
documentati dall’associazione Codici
e diffusi dal Sindacato Nazionale
Agenti di Assicurazione sono sconcertanti: il primo semestre del 2011
Roma ha registrato quasi 20 mila
incidenti, 65 morti e 8mila feriti.
Purtroppo dal 2011 ad oggi la situazione non ha subito grosse variazione anche se si parla di una diminuzione di incidenti stradali. Tuttavia,
le strade della capitale continuano a
mietere vittime e solo nel mese di
ottobre si sono registrati incidenti
gravi che hanno coinvolto pedoni e
motociclisti. Il Primo ottobre in via
Pineta Sacchetti un'anziana di 85
anni è morta sul colpo dopo essere
stata investita da una Fiat Panda
mentre attraversava la strada. Il 10
ottobre sulla Cassia Nuova all’incrocio con Via Pareto, zona Vigna Clara,
una ragazza alla guida di uno scooter
è morta per uno scontro frontale con
un’auto. Proprio allo stesso incrocio,
lo scorso anno un ragazzo filippino vi
ha perso la vita; il 26 ottobre sulla
Cassia è stato travolto un pedone.
Analizzando poi le statistiche dei
vigili urbani sul primo semestre del
2012, la top five horror tra le strade
spetta a Prenestina, la Cassia, la
Tiburtina, la Collatina e la Cristoforo
Colombo sono le strade più pericolose della città con un totale complessivo di 1.261 incidenti, 820 feriti e ben
15 morti. “Nonostante si parli di una
diminuzione di incidenti stradali commenta a questo proposito il segretario nazionale del Codici, Ivano
Giacomelli - la questione della sicurezza stradale a Roma è una delle
priorità da affrontare e che necessita
di interventi concreti e mirati”. Le
piogge stanno arrivando e ai romani,
in macchina o in moto non fa differenza, non resta che incrociare le
dita.
riccardo Manai
Il caso. Non si ferma la denuncia del comitato Imago dopo l’ultimo grave incidente
I cittadini: “Mettete in sicurezza via Tieri: è pericolosa”
Dopo l’ultimo grave incidente,
dopo incontri tra cittadini e comitati e dopo il blitz del presidente della
Commissione Sicurezza Santori,
Via Tieri, pericolosa strada a ridosso del consorzio dell’Olgiata, torna
a far parlare di sé. Lunedì 5 novembre Vincenzo Leli, portavoce di
Imago XX, e Paula Treu, presidente della onlus Vivi Vejo, hanno
incontrato Don Quirino, parroco di
Isola Farnese, per tentate di trovare una soluzione al problema. La
questione di Via Tieri è legata
anche alla costruzione di una nuova
Chiesa nel consorzio dell’Olgiata.
Alla cerimonia di posa della prima
pietra aveva preso parte anche
Alemanno, che aveva promesso che
sarebbero stati stanziati fondi per
la realizzazione di una strada di collegamento tra il consorzio stesso e
la tanto discussa Via Tieri. Il nuovo
collegamento sarebbe fondamentale per ridurre il traffico sulla Cassia,
evitando agli abitanti dell’Olgiata di
transitare per Via Conti, e soprattutto, per sanare la situazione di
Via Tieri. I tanto richiesti tutor, che
segnalino la velocità di transito e
sulla cui presenza in quella strada
si era mostrato d’accordo anche
Santori, sarebbero troppo costosi e
anche i dossi non sono sembrati
essere un’alternativa percorribile.
Un progetto per questa strada esiste già , ma ad oggi nessun risultato
è stato ottenuto. “Ciò che ci interessa - ha detto Leli - è che il problema
di Via Tieri sia risolto. Richiediamo
che venga realizzata la strada di
collegamento e che potrebbe servire per ridurre il numero degli incidenti”.
Sara Scatena
n. 34 - 14 Novembre 2012
LE CITTA’
11
VOCI DI QUARTIERE
Roma
Capitale
a cura di Marco Montini
Tanti problemi incombono sulla Capitale: criticità che i residenti desiderano
sensibilizzare a gran voce. Le Città dunque darà periodicamente spazio alle
denunce di comitati di quartiere e associazioni. Ecco qualche esempio dal territorio
Codici
Cdq Tor de Cenci
Comitato Aeroporto
Cdq Morena
Metro: “Sei disservizi
in tre settimane”
Incontro con
il presidente Calzetta
Appello al presidente
Mario Monti
Un successo la Festa
della Pedalata
“È di qualche giorno fa l’ultimo disservizio Atac definito dall’Agenzia
per la Mobilità come “inconveniente
tecnico nella stazione Laurentina”, che ha causato rallentamenti
sulla metro B. Oltre alle dichiarazioni sono giunte al Codici le testimonianze di utenti esasperati.
La sequela è infatti lunga e farebbe
perdere le staffe al più tranquillo e
paziente degli utenti. In poco più di
3 settimane sono stati 6 i disservizi,
dai rallentamenti per guasti tecnici,
allo stop delle scale mobili, allo
scoppio di un “botto” tra le stazioni
di Monti Tiburtini e Pietralata, alla
caduta di rami sulla rete elettrica di
alimentazione. “Fortuna vuole che
non sia ancora arrivato, il periodo
delle piogge torrenziali e dei nubifragi - dice Giacomelli, Segretario
nazionale del Codici - gli immancabili allagamenti nelle stazioni della
metro avrebbero aggiunto disagio a
disagio”.
I problemi del tpl sono dunque evidenti e riguardano anche i mezzi di
superficie. Sono, infatti, noti i ritardi
degli autobus, le corse saltate ed il
conseguente sovraffollamento dei
mezzi. Non solo, molte vetture sono
vetuste, non sono dotate di aria condizionata d’estate e di riscaldamento
d’inverno né di pedana elevatrice
per i disabili”.
Qualche giorno fa il cdq di Tor de
Cenci e i cittadini hanno incontrato
il presidente del Municipio XII Calzetta per affrontare alcune problematiche che attanagliano la zona.
Ecco dunque due delle principali
tematiche, tirate fuori dai residenti e
riassunte sul sito del cdq: “Centro
sportivo Tellene: i residenti nella
zona limitrofa al centro protestano
da anni per il rumore che proviene
dal cosiddetto “Pallone” a causa di
tornei che, nel week end, iniziano la
mattina e terminano, spesso, a notte
inoltrata. Inoltre d’estate hanno il
problema della piscina che ad agosto
viene lasciata scoperta e sporca
dando la possibilità alle larve di zanzare di svilupparsi e di creare enormi sciami che infestano l’intera
zona. Chiedono che il “Pallone” sia
coibentato o che i tornei si svolgano
nei campi in muratura e per quanto
riguarda la piscina che sia svuotata o
completamente coperta”. Poi il destino dell'area dell'ex Campo Nomadi: “È sempre più probabile scrive il cdq - che venga accolta la
proposta di mediazione tra quella
del Comitato di Quartiere che chiede
il capolinea del 706, del Filobus e un
parcheggio di scambio e quella che
vorrebbe la scuola calcio. È probabile che vengano fatte le due cose
insieme”.
Il Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di
Ciampino non smette di far sentire la
sua voce. Dopo le manifestazioni di
piazza delle scorse settimane, stavolta il gruppo di cittadini di Marino,
Ciampino e X Municipio si è rivolto al
premier Monti chiedendogli di “non
approvare i nuovi accordi con Aeroporti di Roma senza il contestuale
rientro dell'inquinamento entro i
limiti di legge”. Il Comitato fa presente infatti che entro il 31 dicembre di
quest'anno il Consiglio dei Ministri
dovrà stabilire se approvare la convenzione e il contratto di programma
firmati tra Aeroporti e Enac per la
gestione dei due scali capitolini Da
Vinci e Pastine. “I nuovi accordi con
AdR, contenenti anche un pesante
aumento delle tariffe aeroportuali che
si scaricherà sugli utenti - rimarca il
comitato aeroportuale - saranno validi solo a seguito della emanazione di
un decreto del presidente del Consiglio che li ratifichi. Ma, nonostante
le numerose promesse e gli impegni
assunti dalle istituzioni a tutti i livelli,
nulla si sta muovendo affinché vengano adottate decisioni impegnative
che, contestualmente alla firma del
decreto da parte del premier, garantiscano ai cittadini l'immediato rientro
del traffico dell'aeroporto di Ciampino
entro i limiti di legge”.
Lo scorso giovedì primo novembre,
nel quartiere di Morena, abitanti e
comitato di quartiere si sono incontrati per la prima edizione della
Festa della Pedalata. Un'iniziativa
alla quale hanno partecipato in
molti e che, con la presenza anche
di alcune associazioni del quartiere,
ha decisamente illuminato una
giornata che in molti ricorderanno a
lungo. La manifestazione è partita
da Via di Morena e, dopo aver percorso via della Stazione di Ciampino
e via Pazzano, ha fatto una breve
tappa nel parco pubblico e vedere i
nuovi giochi bambini appena reinstallati. Il giro continua per via
Casignana per percorrere poi l’unico tratto della “Pista ciclabile dei
sogni”. Quella che finanziata con
fondi per il Giubileo del 2000 ma
che non è mai stata ultimata.
Seguendo il percorso di una possibile pista ciclabile che i cittadini sperano potrà essere inserita nel progetto di riqualificazione del Print, si
è arrivati in Via dei Sette Metri per
poi concludere la pedalata davanti
alla scuola Anna Magnani. Un'iniziativa che i tanti bambini presenti sembrano aver apprezzato e che,
ai più grandi, ha invece dato modo
di scoprire un'alternativa valida per
alleviare la piaga della mobilità a
Morena.
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12
LE CITTA’
Metropoli nord
Bracciano. Decisione presa dal primo cittadino Sala
n. 34 - 14 Novembre 2012
Fiano Romano. Parte la denuncia del sindaco alla Procura
Ancora arsenico, scatta l’ordinanza Nuovo disservizio idrico, Ferilli non ci sta
Niente uso potabile per l’acqua della fontana
Mantenuto l’impegno del Comune intrapreso
di Piazza Arnaldo Prato. Appello alla Regione Lazio nell’assemblea con i cittadini del 4 ottobre
di Sara Scatena
I
l problema dell’arsenico
nell’acqua per i comuni a
nord di Roma non è certo
notizia recente. Nell’ultimo
periodo sembrava che la
situazione fosse tornata alla
normalità, almeno nella
maggior parte dei casi. La
scorsa settimana, però, il
sindaco di Bracciano, Giuliano Sala, è stato costretto a vietare, con un’ordinanza, l’utilizzo per
uso potabile della fontana di Piazza
Arnaldo Prato, dove il Dipartimento di Prevenzione - Servizio
Igiene e Sanità Pubblica della Asl
ha riscontrato una concentrazione
di arsenico nell’acqua superiore ai
limiti imposti dalla legge. Il primo
cittadino ha vietato, dunque, l’uso
dell’acqua per quanto riguarda
anche la preparazione di quegli alimenti il cui l’acqua è in gradiente
fondamentale e la cottura e la ricostituzione di essi. “La fontana - ha
detto l’assessore alle Politiche
Ambientali, Paola Lucci - è alimentata dall’acquedotto Fiora che è
attualmente oggetto di un intervento mirato a ridurre la concentrazione dell’arsenico.
Abbiamo, infatti, già individuato
due pozzi con valori di arsenico al
di sotto della soglia di legge. Al problema, che richiede notevoli investimenti, stiamo cercando di dare
soluzione e abbiamo programmato
un intervento di miscelazione delle
acque dell’ acquedotto Fiora con
quelle dei nuovi pozzi”. Intanto,
mentre l’assessore alle Risorse Idriche, Ivano Michelangeli, ha inoltrato nuovamente richiesta alla
Regione Lazio per interventi strutturali colti alla risoluzione del problema, la fontana resta chiusa.
Disservizio idrico a Fiano
Romano, dal Comune partita la denuncia alla Procura della Repubblica.
Mantenuto, così, l’impegno
preso dal sindaco Ottorino Ferilli in occasione dell’assemblea pubblica
con i cittadini dello scorso 4
ottobre. “Pochi giorni fa - si
legge in una nota del Comune - è stato depositato
presso il Tribunale di Rieti
l’atto di denuncia alla Procura della
Repubblica per accertare le eventuali responsabilità sul disservizio idrico
che ha colpito Fiano Romano negli
ultimi mesi e che a tutt’oggi non dà
segni di ripresa”. “Negli ultimi anni
la situazione ha assunto carattere di
emergenza e di grave disagio per i
cittadini - così Ferilli nella denuncia la popolazione è ormai allo strenuo e
non è più in grado di tollerare una
situazione che la condanna a rimanere priva di un bene primario per la
vita per intere giornate e senza conoscerne i motivi”. Senz’acqua da troppo tempo i cittadini e ora si cercano
eventuali responsabilità e gli autori
“per l’interruzione di un pubblico
servizio, accertato il fatto che tale
interruzione costituisce nella prolungata, improvvisa ed ingiustificata
interruzione, reato penale”. “La
denuncia – conclude Ferilli - è un
atto dovuto per la tutela e protezione
dei nostri cittadini”. In alcune zone è
dall’aprile scorso che l’acqua manca
fino a 14 ore consecutive. Colpa della
siccità. Sembrerebbe comunque che
sia vicino il collegamento con il
Peschiera. I lavori dovrebbero
cominciare a gennaio 2013. Per il
momento si va avanti con cisterne e
autobotti.
Michela Maggiani
n. 34 - 14 Novembre 2012
Metropoli sud
Frascati. Pericolo chiusura per la storica struttura
LE CITTA’
13
Velletri. Denuncia di alcune associazioni cittadine
Destino segnato per le Scuole Pie Allarme palazzi, la Rete si mobilita
di Marco caroni
U
n colpo di spugna per gettare
alle ortiche 400 anni di storia.
Il destino delle “Scuole Pie”, le più
antiche scuole popolari d’Europa,
pare segnato. L’istituto sembra
destinato alla chiusura. Ad ufficializzare quella che era più di una
voce è il dirigente scolastico padre
Martino Gaudiuso che con una lettera aperta ha confermato la chiusura. “L’ordine - spiega il padre mi è stato impartito dal padre superiore provinciale Ugo Barani dopo
che era stato il Consiglio dei rettori
scolopi d’Italia a prendere la decisione a settembre. Sono convinto
che, pur nel pieno rispetto delle
scelte e dell’autorità dei miei superiori, ognuno di noi abbia obblighi
morali verso la storia e l’umanità”.
Forte l’impatto della notizia: da
sempre Frascati ha legato il suo
nome a quello delle scuole, un legame reso ancora più forte nel secon-
do difficile dopoguerra quando finiti
i soldi provenienti dal piano Marshall, furono i frascatani a consentire la ricostruzione dell’istituto e
della chiesa distrutti nel '43. Frascati
si mobilita e tra raccolta firme,
appello sui network e messa del 25
novembre quando si celebrerà proprio San Giuseppe Calasanzio, il
timore è che dietro la chiusura ufficialmente per motivi economici si
possa nascondere una speculazione
di tipo commerciale. Con la più antica scuola popolare d’Europa convertita a struttura alberghiera o, ancor
peggio, a supermercato. Ipotesi queste tutt’altro che campate in aria.
“Palazzi in mezzo alla campagna e
complessi residenziali devastanti”.
E’ un quadro impietoso, quello che
la Rete Beni Comuni Raffaele
Marchetti fa di Velletri. La denuncia
arriva da un coordinamento di realtà associative che da anni lottano
per la difesa dalle devastazioni
ambientali e dalla corruzione della
politica, che ha al suo interno i
membri de La Spinosa per l’ambiente, del Comitato per l’Acqua
Pubblica e dell’associazione Velletri
a Cinque Stelle. Nel mirino della Rete l’abusivismo edilizio e la cementificazione selvaggia, “che stanno
mangiando terra proprio a ridosso
del Centro storico e della prima periferia”. Temi che verranno sviscerati
il 16 novembre in un incontro con
Paolo Berdini, autore di studi su
abusivismo e consumo di territorio.
Al suo fianco Fabrizio Pistolesi, presidente della Federazione dell’Ordine degli Architetti Lazio. Si discuterà poi del vituperato progetto nel-
l’area dell’ex Co.Pro.Vi, che “prevede
la costruzione di 55mc, ben oltre i
44mila previsti dal Prg. Un risultato
ottenuto sommando due tipi di
intervento urbanistico: le misure
previste dal Piano Casa della
Regione e l’accordo di programma”.
Un’operazione che le associazioni
definiscono “illegittima”. Ma non è
tutto, visto che spuntano denunce
per altre lottizzazioni che spingono i
contestatori a chiedersi a “chi siano
destinate tutte queste case, dato
l’enorme numero di abitazioni in
vendita nei nuovi complessi residenziali”.
Daniel Lestini
Bellegra
Genazzano
Grottaferrata
Velletri
A rischio la Guardia medica
Inaugurato il nuovo Cup
E' caos nel Partito Democratico
La città riabbraccia l'Artemisio
Il rischio di chiusura da parte
dell’Asl RmG della Guardia medica di Bellegra è sempre più probabile per effetto dei tagli al servizio
sanitario. A confermarlo è il sindaco Moselli, che denuncia i disagi possibili sui suoi cittadini e
quelli dei paesi limitrofi che usufruiscono della Guardia medica. Il
rischio è di dover rivolgersi al presidio di Olevano Romano, con
dilatamento dei tempi di percorrenza e aumento dei costi per gli
utenti. Il sindaco ha chiesto una
precisazione al direttore generale
dell’Asl Brizioli, esigendo informazioni sulle notizie diffuse in
questi giorni, ma finora senza
risposta.
“Sembra confermata l’ipotesi da
di chiudere il presidio di Guardia
Medica di Bellegra - dice Moselli Non ho ancora ricevuto comunicazione ufficiale, ma intendo sin
da ora comunicare la netta contrarietà dell’Amministrazione a
tale decisione”. A preoccupare il
sindaco sono le conseguenze della
decisione sulla salute collettiva.
Dopo lo smantellamento dell’ospedale di Subiaco la chiusura
della guardia medica sarebbe ulteriore impoverimento della sanità nel territorio.
È stato inaugurato il Centro unico
prenotazioni nel distretto sanitario di via Andreani. Presenti il sindaco Ascenzi, il direttore del distretto sanitario 5 Asl-RmG Troiani, e molti cittadini per l’apertura di un centro importante per
prenotazione di visite e assistenze
sanitarie. Il servizio soddisferà le
esigenze degli utenti di Genazzano che intendono avvalersi di
visite ed esami specialistici prestati dagli operatori sanitari
dell’Asl-RmG.
Una soluzione che eviterà a anziani e disabili di recarsi necessariamente a Palestrina per prenotare
esami da effettuare nel distretto
sanitario genazzanese. “Abbiamo
dato risposta alle esigenze dei
nostri cittadini”, dice Ascenzi,
sostenendo “la necessità di mantenere vivi questi presidi, nonostante gli enormi sacrifici per le
Asl e i tagli del governo”.
Il distretto di via Andreani, realizzato una ventina di anni fa, rimane un presidio sopravvissuto al
riordino della sanità pubblica
locale dai tempi della Usl di
Palestrina, e oggi è polo che
risponde alle esigenze della comunità.
Si.ro.
Si attende il passaggio ufficiale
ma il dado è tratto. Consoli,
Arpaia, Bongirolami e Capulli
sono usciti dal Pd: i dissidenti
hanno inviato una lettera al sindaco e al segretario Pd Esuperanzi. A pochi giorni di distanza la
rivendicazione della nuova posizione, rispondendo “picche” alla
richiesta di confronto posta dal
segretario. Manca la voce ufficiale
dei quattro consiglieri che hanno
comunque confermato - per il
momento - il sostegno al sindaco.
Che da par suo si è messo in finestra per seguire le evoluzioni. Il
passaggio ufficiale sarà quello
della costituzione di un nuovo
gruppo consiliare, sempre di maggioranza: da valutare resta la
posizione dei 4 nei confronti del
Pd sovracomunale ma appare evidente che, regolamento alla mano
e sulla base di quanto accaduto
già a Genzano, per i dissidenti si
aprano le porte della sospensione
dal partito se non proprio l’espulsione. Per il centrosinistra una
brutta tegola: il sindaco sarà
comunque chiamato ad operare
una verifica di maggioranza per
toccare l’effettivo peso del passo
compiuto dai quattro.
Ma.ca.
10 novembre 2012. A 25 anni di
distanza Velletri riabbraccia il suo
teatro: l’Artemisio. Con una duegiorni che sembrava non dover
arrivare più, dopo anni di polemiche e annunci disattesi. Invece il
giorno atteso è giunto e Velletri
l’ha festeggiato con un cerimoniale che ha interessato tutta la città,
a partire da Corso della Repubblica, dove sono stati portati in
scena personaggi dei film di
Fellini.
Colpo grosso per l’Amministrazione Servadio con l’opposizione
che si è limitata a compiacersi per
l’inaugurazione, quasi a voler
rimarcare che i tasselli sono stati
tanti e messi un po’ da tutti.
La struttura è stata intitolata a di
Gian Maria Volontè, che vi si esibì
come attore e che, soprattutto,
lottò ferocemente per la sua riapertura.
Ricco il programma delle prossime settimane, dal concerto di
Finardi allo spettacolo prenatalizio di Gene Gnocchi. Unica nota
stonata il furto dei discendenti in
rame avvenuto nella notte successiva all’inaugurazione, sul quale
potranno far luce le videocamere
di sorveglianza.
Led
14
Litorale
LE CITTA’
n. 34 - 14 Novembre 2012
Pomezia. Centinaia gli alunni delle scuole superiori sotto la sede del Comune
Pomezia/1
Studenti e docenti in corteo contro la legge Asprea
Menarini, scongiurati
i tagli al personale
Incondizionato l’appoggio dell’amministrazione del sindaco De Fusco
Aperto un tavolo permanente tra istituti e istituzioni locali
Scongiurati i tagli di personale alla
Menarini di Pomezia, dopo che era
circolata la voce di mille esuberi
sui 3.600 dei dipendenti totali
della farmaceutica, collocati negli
stabilimenti presenti sul territorio
nazionale. Fortunatamente il sito
di Pomezia non sarà investito dalla
ristrutturazione che, però, si è resa
necessaria per l’azienda a seguito
della legge che impone ai medici di
base la prescrizione del solo principio attivo del farmaco e non più il
nome commerciale del medesimo.
La Menarini aveva annunciato con
rammarico riduzioni di personale,
non specificando dove e così per i
dipendenti di Pomezia era iniziato
un periodo di grande tensione con
tanto di mobilitazione sindacale,
ora rientrata. I vertici, in attesa di
un tavolo di trattative al ministero
dello Sviluppo economico, hanno
sospeso qualsiasi provvedimento,
annunciando anzi nuovi investimenti per 800 mln nei prossimi
anni, grazie ad un accordo siglato
con la Oxford Bio Therapeutics,
leader nel settore biomedicale.
Ale. Be.
di AlessAndRo BellARdini
G
li studenti delle scuole superiori di Pomezia fanno sentire la
propria voce alle istituzioni comunali, con un raduno pacifico e civile
che li ha raccolti a centinaia fin
sotto alla sede del Comune. Lì
hanno chiesto che il loro “No” alla
legge Aprea fosse almeno ascoltato
da chi sta al potere nella loro città.
La proposta di legge prevede delle
disposizioni che, secondo studenti
e docenti, andrebbe a depauperare
una scuola pubblica già provata e
ristrutturata dalla spending review
e che, con questa legge, andrebbe
dritta verso la privatizzazione. Alcuni punti salienti contestati sono
l’abolizione del consiglio di istituto
in luogo del consiglio dell’autonomia - aperto anche a figure esterne
-, la formazione di consorzi e reti
per l’autonomia scolastica, nonché
l’abolizione di molte norme conte-
nute nel testo unico
della scuola. È contro tutto ciò, che gli
studenti pometini del
liceo Pascal, dell’Istituto d’Arte, del Copernico, dell’Ipsia hanno alzato la voce,
chiedendo un confronto con il Sindaco De Fusco e l’assessore alla Cultura Del Buono che li
hanno ricevuti ed espresso pieno appoggio alle istanze
dei ragazze: “Da parte dell’Amministrazione - ha detto il primo cittadino - c’è totale solidarietà con la
protesta. I continui tagli agli enti
locali così come a scuole e sanità non
fanno che confermare l’attacco al
pubblico e ai servizi. Colpire l’istruzione, con i tagli alla scuola pubblica
e con riforme che riducono le risorse
per il futuro dei nostri figli, significa
Tor San Lorenzo. Un bell’esempio di civiltà
colpire l’elemento primario della
nostra civiltà”. L’incontro si è concluso con il progetto di aprire un
tavolo di confronto permanente tra
studenti ed istituzioni: “È necessario
fare fronte comune - ha continuato il
sindaco - anche per analizzare e
capire cosa accadrà agli istituti medi
superiori con la cancellazione della
Provincia e la costituzione dell’area
metropolitana”.
Cerenova. Mugugni di numerosi utenti tirrenici
I giovani rifanno il look alla piazza Quando il servizio postale
Il sindaco Luca Di Fiori loda l’iniziativa
e si complimenta con i meritevoli ragazzi
è Postamat...to
In un periodo storico come il
nostro, nel quale troppe volte le
giovani generazioni stanno salendo
alla ribalta delle cronache per fatti
legati il più delle volte ad episodi
criminosi (bullismo, baby bang,
droga, sballi vari e chi più ne ha più
ne metta), un esempio positivo
arriva da Tor San Lorenzo. Lunedi
scorso infatti, i ragazzi del quartiere hanno verniciato tutte le panchine, tagliato l’erba e messo a dimora
alcune piante ornamentali ed ulivi
nella piazza del “Patio”. I giovani,
stanchi di vedere il luogo abbandonato al degrado ed alla sporcizia
nonostante gli sforzi dell’amministrazione, hanno deciso di dare una
mano e si sono dati appuntamento
con pennelli, pittura e tagliaerba,
rifacendo letteralmente il look alla
bella piazza del comune ardeatino.
Dimostrando un forte attaccamento al loro territorio, hanno raccolto
tante bottiglie e tappi di birra
lasciate abbandonate in prevalenza
da stranieri di diverse nazionalità
che solitamente bivaccano nella
piazza. Saputo dell’iniziativa, sul
posto è arrivato il sindaco Luca Di
Fiori, accompagnato dal maggiore
Luciano De Paolis, comandante del
distaccamento di Tor San Lorenzo.
Il primo cittadino si è complimentato con i ragazzi, con i quali tra
l’altro si è impegnato ad un maggior controllo ed attuazione della
ordinanza antibivacco, per far sì
che non si ricrei il clima di inciviltà
del passato. I giovani, dal canto
loro, hanno promesso di curare la
piazza come il giardino di casa propria, per evitare che vandali senza
cultura possano continuare a bivaccare sulla piazza rendendola una
zona invivibile. In cambio, “la piazza dovrà essere intitolata ai giovani
di Tor San Lorenzo ed ospitare una
targa per il giovane Carlo Alberto
De Paolis, scomparso prematuramente la scorsa settimana a seguito
di un incidente stradale”, hanno
chiesto al sindaco i ragazzi.
Ale.Be.
Mugugni e lamenti a Cerenova.
Oggetto della polemica il servizio
bancomat delle poste italiane.
Laura a riguardo si esprime così:
“All’inizio credevo fosse uno scherzo, ogni volta che andavo a prelevare nello schermo del terminale il
messaggio servizio non attivo mi
scatenava imprecazioni. Pensavo
fossi perseguitata da una costante
iattura”. Ed invece quanto successo a Laura è accaduto, accade, a
decine di residenti e non che, con
l’intenzione di prelevare, rimangono scontenti. “Il bello - racconta
Domenico - è che non si possono
utilizzare nemmeno le altre voci, ci
accontenteremo anche di un semplice riepilogo delle spese…”. Il
servizio telematico Postamat pare
si guasti momentaneamente soprattutto nelle ore serali, quando
gli uffici sono chiusi. “La sera afferma Fabiana- è già pericoloso
decidere di ritirare i soldi in una
zona di per sé poco illuminata se, a
ciò, si aggiunge la beffa del distribu-
tore fuoriuso il malumore aumenta”. Il disservizio poi non si limita
solo a Marina di Cerveteri ma si
estende anche nella vicina Ladispoli. “Purtroppo - dichiara Luca quando occorre ritirare i soldi l’inconveniente è sempre dietro l’angolo. La scorsa settimana i tre Postamat di Ladispoli erano in tilt”.
Giovanni invece è meno drastico:
“Tutto sommato il servizio è funzionante, le cose - le definisce così telematiche sono soggette qualche
volta ad incepparsi, capita”.
Raffaele Caldarelli
n. 34 - 14 Novembre 2012
LE CITTA’
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LE
CITTA’
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Specia 2
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USA 2
informazione & cultura
Gli americani non hanno avuto dubbi: “Buona la seconda, mister President”
di Donatella Mulvoni
da New York
N
onostante i sondaggi dessero
Obama e Romney testa a testa
fino all’ultimo giorno, non ho mai
pensato che i repubblicani potessero veramente farcela. Il loro cammino era troppo in salita e sdrucciolevole per riuscire a convincere
la maggior parte degli Stati indecisi. Alla fine Obama ne ha conquistato otto su nove, lasciando agli
avversari solo la Carolina del Nord.
Certo, nessun presidente dagli anni
di Roosevelt (alla Casa Bianca fra il
1933 e il 1945) è mai stato rieletto
con un tasso della disoccupazione
all’8%, ma da allora i tempi e
soprattutto gli Stati Uniti sono
cambiati molto. Non basta più dire
“vi riporterò all’epoca del sogno
americano, quello che ha fatto
grandi personaggi come Steve
Jobs”. Non basta perché quell’epoca
è finita. In economia Obama poteva
fare di più, però il suo elettorato ha
riconosciuto che ora si sta meglio di
quattro anni fa. Gli ha dato ancora
fiducia perché “non si può risolvere
tutto in un solo mandato. Abbiamo
costruito le fondamenta per riprenderci”, mi hanno detto tanti democratici che ho intervistato per strada, a New York, nella Carolina del
Nord, in Ohio.
Il presidente li ha convinti sostenendo che i posti di lavoro si creano investendo nell’istruzione, nell’innovazione e nelle infrastrutture.
Che il deficit si combatte prima di
tutto alzando le tasse ai ricchi, a
quelli che come lui guadagnano più
di 250mila dollari.
Con il voto di martedì sera, hanno
rifiutato l’idea repubblicana del “I
Built it”, “l’ho costruito da solo” il mio
business; riconoscendo invece ai
democratici importanti passi avanti: in tema di riforma sanitaria, di
diritti civili con l’abolizione del
“Don’t Ask don’t tell”, che permette
anche agli omosessuali di arruolarsi
e con il “Dream Act”, che offre agli
immigrati arrivati in America
prima dei 16 anni, la possibilità di
ottenere i documenti per lavorare.
Anche in tempi di crisi, il successo e
la realizzazione personale non possono bastare da soli per stare bene.
Se fosse stato più coerente e più
moderato, Romney avrebbe avuto
più chance di strappargli la Casa
Bianca. Invece ha condotto una
campagna elettorale confusa. Ha
promesso 12 milioni di posti di lavoro e riduzione del deficit senza
aumentare le tasse a nessuno o compromettere i programmi sociali.
Molte donne e giovani propensi a
cambiare idea rispetto ai 2008, non
l’hanno fatto spaventati dalle frasi
choc ed estremiste sull’aborto, dalla
riforma e privatizzazione del Medicare, che mette a rischio il programma sanitario pubblico offerto
agli over 65, ma anche dalla posizione incerta e interventista in politica
estera, soprattutto con l’Iran. Gli
americani non vogliono altre guerre.
E.PRE
CO.G
CO.GE.PRE
Via Prenestina Nuova 133
00036 - Palestrina (RM)CO GE PRE
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LE CITTA’
le
Specia 2
01
USA 2
Open Space
Presidenziali. Rieletto alla Casa Bianca con un consenso ancora fortissimo tra afroamericani (93%)
ispanici e donne: l’entusiasmo è minore, le aspettative maggiori rispetto al 2008
MISTER OBAMA 4 MORE YEARS
Ma ora gli Stati Uniti aspettano il vero cambiamento
Tasse, disoccupazione, equilibri politici tra le opposte maggioranze alla Camera e al Senato sono i principali nodi da sciogliere
Oltre all’assenza di Hillary Clinton alla Segreteria di Stato che potrebbe pesare nella risoluzione di fronti caldi come Siria e Iran
di Donatella Mulvoni
da New York
arack Obama ha vinto anche
B
grazie a Robert. L’ho conosciuto in Ohio, qualche settimana
prima del voto, mentre faceva la
fila davanti a una mensa per i poveri a Columbus. È un signore nero
alto e sorridente, con 22 anni di
arruolamento alle spalle. Durante
l’inverno riceve i sussidi statali e
l’estate lavora per una compagnia
della green economy, una delle 100
aziende a cui il Dipartimento di
Stato ha concesso gli stimoli federali per incentivare lo sviluppo dell’energia pulita. “Se mi hanno
assunto lo devo al presidente”. Per
questo sono democratico e per
questo da mesi “cerco di convincere tutti i miei amici e gli afroamericani che incontro ad andare a votare. Dai discorsi che sento fare in
giro mi sembrano svogliati, disillusi”. La comunità afro invece non ha
tradito il presidente, come molti
temevano. Proprio in Ohio, in uno
degli Stati in bilico più importanti
da vincere per arrivare alla Casa
Bianca, si sono mobilitati in massa,
superando anche le percentuali di
quattro anni fa. Tra di loro il presidente ha raccolto il 93% dei voti.
Ma a spingere il primo presidente
nero verso la rielezione sono state
anche le donne, i giovani e gli ispanici. Ha raccolto 332 Grandi Elettori contro i 206 dell’avversario
Mitt Romney (le elezioni negli Usa
si giocano a livello Statale. Ogni
Stato ha un numero di “Grandi
elettori” da assegnare in base alla
sua popolosità. In tutto sono 538,
per vincere ne servono 270). È
stata una vittoria netta, anche se
tirata fino alla fine. I democratici
hanno saputo intercettare i bisogni
dell’elettorato più attivo. Le donne,
molte probabilmente spaventate
dalle posizioni radicali dei repubblicani sul tema dell’aborto, e gli
elettori dai 18 ai 29 anni hanno
voluto credere anche quest’anno
alle parole del presidente: “il meglio deve ancora venire” in tema di
occupazione e di istruzione soprattutto; mentre Il 71% degli ispanici
gli ha dato il voto, sognando subito
la “riforma dell’immigrazione”,
promessa quattro anni fa. Come ha
scritto Joshua Green sul settimanale Bloomberg Businessweek “i
repubblicani sono diventati prigionieri del dato demografico”. Il loro
elettorato più fedele è quello dei
bianchi sopra i 65 anni. Ma la loro
influenza scende di 2 punti ogni
quattro anni. Come scrive ancora
Green “nel 1980 il loro voti rappresentavano il 90% del totale, quest’anno contano solo per il 72%”.
I repubblicani sanno che se vogliono avere qualche chance di vittoria
nel 2016 devono rinnovarsi e rivedere la loro agenda. Non possono
più puntare solo sull’economia,
devono diventare competitivi anche sul piano dei temi sociali e rivolgersi a tutte le fasce della popolazione. Nonostante fosse una lotta
testa a testa (al voto popolare alla
fine Obama l’ha spuntata con meno del 3% di distacco), lo scorso
martedì notte i democratici a Chicago, come a Times Square, nel
cuore di New York, avevano già iniziato a festeggiare prima dei risultati ufficiali. Tutti i timori di parità,
riconteggio e brogli, sono svaniti
subito dopo l’inizio dello spoglio.
Non è servito neanche il risultato
della Florida, arrivato solo un paio
di giorni fa a causa di problemi
legati alle lunghe file ai seggi che
hanno rallentato il conteggio delle
schede. Per le strade di Manhattan
c’erano schermi che trasmettevano
lo spoglio ovunque. Nelle piazze,
nei bar, nei ristoranti, persino nelle
vetrine di qualche banca nel centro. Certo l’entusiasmo non era
quello del 2008, quando gli americani si erano convinti che stavano
vivendo un sogno, ma è stato comunque forte e vibrante. Almeno
quelli di fede democratica, credono
ancora che in “4 more years”
Obama sarà capace di mantenere
le promesse fatte in campagna elettorale: riportare gli Stati Uniti
verso quella prosperità vissuta
negli anni del presidente Clinton. È
un’America che sta cambiando
demograficamente, che si dimostrata pronta anche a fare importanti passi avanti a livello sociale:
due Stati, Maine e Maryland e forse
Washington, hanno detto si al referendum sulle nozze gay. Al Senato
c’è stata una valanga rosa: sono
state elette 20 senatrici donne, tra
queste anche la democratica Tammy Baldwin, la prima rappresentante femminile del Wisconsin, e
soprattutto la prima senatrice
omosessuale della storia. Non sarà
facile per il presidente Obama
mantenere viva la fiducia che
l’America gli ha concesso, soprattutto perché il Congresso è ancora
spaccato, la Camera è a maggioranza repubblicana, mentre il
Senato è democratico. Le sfide a
cui è chiamato sono numerose,
alcune delle quali impellenti. Sarà
fondamentale riuscire a superare
lo stallo legislativo che ha caratterizzato gli ultimi due anni della sua
presidenza. Lui si è detto disposto
al dialogo e al compromesso, se
anche la controparte però farà
mostra di un atteggiamento equilibrato. Entro la fine dell’anno si
dovrà trovare un accordo al
Congresso sul piano di riduzione
del deficit. L’obiettivo di Obama è
convincere i repubblicani della
necessità di aumentare le tasse a
chi guadagna oltre 250mila dollari
l’anno. Se non riusciranno a concordare un piano comune, gli Usa
rischiano la recessione, perché
senza un accordo a gennaio scadranno gli incentivi fiscali introdotti nel 2001 da Bush e contemporaneamente scatteranno tagli
alla spesa pubblica. Lo step successivo sarà creare posti di lavoro.
La disoccupazione, al 7,9%, è an-
cora troppo alta. Preme anche la
necessità di una riforma dell’immigrazione. Ci sarà tanto da fare
anche in politica estera. Il primo
problema è l’Iran e la sua minaccia
nucleare, poi la Siria, dove è obbligatorio mettere fine alla guerra
civile che ha portato a un vero e
proprio massacro. Ancora: la fine
della guerra in Afghanistan, il
recupero dei veterani e la questione mediorientale, spina del fianco
di ogni amministrazione americana.
I rapporti tra israeliani e palestinesi sono ancora in una fase di
stallo, entrambi si aspettano
molto dal secondo mandato del
presidente. Proprio in questo difficile campo, l’amministrazione
Obama perde un’importante pedina: Hillary Clinton, che lascerà la
carica di segretario di Stato.
Insomma, il presidente insieme a
Michelle e le due figlie Malia e
Sasha e al vice Joe Biden, hanno
avuto veramente il tempo di una
notte per festeggiare la rielezione.
Saranno quattro anni tirati, per
riposarsi Barack Obama dovrà
aspettare la fine del suo secondo e
ultimo mandato alla Casa Bianca.
LE CITTA’
17
Sì ai matrimoni gay e cannabis,
le due battaglie parallele
alla rielezione del presidente
S
orride Obama, ma i risultati delle
urne rallegrano anche gli attivisti per i diritti degli omosessuali e i
sostenitori della legalizzazione delle
droghe leggere.
Dopo il sostegno a maggio del presidente, il voto popolare in Maine, Maryland e Washington si è espresso in favore delle nozze gay.
In Minnesota invece gli elettori
hanno bocciato una proposta che
prevedeva l’introduzione di un
emendamento costituzionale per
vietare le unioni non etero.
Gli attivisti, dopo anni di lotte in
questi Stati, sono finalmente
felici e sperano che questo voto
possa servire da esempio per far sbloccare anche gli altri. Tre bandierine importanti che si aggiungono a Massachusetts, Iowa, Vermont,
Connecticut, New Hampshire, New York più il Distretto di Columbia.
“Quando gli elettori hanno l’opportunità di ascoltare direttamente
quello che hanno da dire le coppie omosessuali innamorate, votano in
nome dell’equità” ha detto Rick Jacobs, membro dell’associazione californiana Courage Campaign, all’Associated Press. “Chi si oppone alla
libertà di matrimonio si trova chiaramente dalla parte sbagliata della
storia”.
La legalizzazione delle droghe leggere è insieme alle nozze gay l’altro
grande quesito del calderone referendario al voto il 6 novembre scorso. Washington e Colorado hanno dato l’ok, al contrario dell’Oregon,
all’uso della cannabis per fini ricreativi, regolandone produzione, possesso e distribuzione . Non è così semplice però. Gli adulti sopra i 21
anni potranno comprarne meno di 30 grammi nei negozi specializzati, o coltivare solo alcune piantine a casa, ma è tutto ancora in bilico
perché questa decisione entra in conflitto con la regolamentazione
federale. Non è ancora chiaro quando e come la controversia verrà
risolta. Il Massachusetts invece si aggiunge agli altri 17 Stati che riconoscono l’uso terapeutico della marijuana, mentre in Arkansas ha
vinto il fronte del no. Sono stati tanti i referendum, diversi da Stato a
Stato, che il giorno dell’Election Day hanno accompagnato la scelta del
presidente Usa nelle schede elettorali. Per citarne solo altri due: in
California, gli elettori hanno deciso di non abolire la pena di morte e
hanno votato si al quesito che impone agli attori dei film porto diindossare i preservativi durante l’orario di lavoro.
Do.Mu.
i su
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Asco
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LE CITTA’
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Specia 2
1
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n. 34 - 14 Novembre 2012
PERSONE
P A R O L E
LA BANDA DEI KENNEDY
Al Capone, le mafie, i mille tradimenti tra sesso e alcol della dinastia
più terribile della storia in un libro scritto da un italiano. E dimenticato
di Luca Bagatin
I
l primo a smascherare la più terribile dinastia della storia del ’900,
ovvero i Kennedy, fu Pier Carpi, classe 1940, giornalista d’inchiesta scomparso prematuramente nel 2000.
Con “La banda Kennedy”, edito nel
1980 (Centroedizioni) e ripubblicato
nel 1992 (Gribaudo editore), Pier
Carpi - nella forma del romanzo illustra l’ascesa e la caduta dei
Kennedy.
Nel romanzo possiamo vedere all’azione Joseph Kennedy, prima imprenditore e successivamente promesso sposo - per mero interesse - di
Rose Fitzgerald, figlia del sindaco
democratico di Boston, “Honey Fitz”.
Joseph “Joe” Kennedy, il quale aveva
fatto i soldi grazie al proibizionismo e
dunque alla sua amicizia con Al
Capone, che, purtuttavia, su richiesta
della Cia troverà il modo di farlo
arrestare e così si garantirà le simpatie dei servizi segreti Usa, diventando, dunque, diplomatico statunitense in Europa.
Sarà proprio qui che inizieranno le
sue simpatie per il regime di Hitler,
al punto da tentare di influenzare la
Corona Britannica verso un’alleanza
col dittatore nazista e facendo pressione affinché la sua amica Wallis Simpson sposasse il Duca di
Windsor Edoardo, di dichiarate simpatie naziste. E questa operazione
tentò di orchestrarla per mezzo di un
oscuro figuro, che agirà sempre nell'ombra, anche negli anni a venire,
ovvero il barone Erwin Von Honnestein, già amante del Duca di
Windsor.
Scopo del “patriarca” dei Kennedy,
negli anni successivi, sarà quello di
far giungere un Kennedy alla presidenza degli Stati Uniti d'America,
manovrandone lui stesso la politica.
Cattolico di ferro, Joseph Kennedy,
farà peraltro iniziare i suoi figli John
e Robert, ai Cavalieri di Colombo,
ovvero una confraternita cattolica
legatissima al Vaticano.
Grazie all’appoggio della Chiesa,
della mafia irlandese, di quella italiana, dei sindacati di Jimmy Hoffa e
della Cia, Joe Kennedy riuscirà nell'impresa di far eleggere alle primarie
del Partito Democratico e successivamente a Presidente degli Usa, suo
figlio John che, come ricorda Pier
Carpi, era sostanzialmente un fifone
nelle mani del padre e del fratello
Robert, detto Bobby.
Fu così che iniziò l’era di John
Kennedy alla guida degli Usa, con
una moglie, Jackie, che fu purtuttavia l'amante ufficiale del fratello Bob,
oltre che dell’armatore greco Aristotele Onassis.
E fu così che il padre del presidente,
ovvero il “grande burattinaio” Joe,
manovrerà la politica estera ed interna del figlio, grazie al prezioso contributo del nazista Erwin Von
Honnestein.
Pochi, peraltro, sanno o ricordano
che Bobby Kennedy e suo fratello
John furono fra i maggiori sostenitori della politica maccartista, ovvero
della famosa “caccia alle streghe”
anticomunista ideata dal senatore
repubblicano Joseph McCarthy. Una
“caccia” condotta senza esclusione di
colpi e con azioni dal sapore illiberale. Robert Kennedy fu peraltro consulente del dipartimento di investigazioni istituito da McCarthy, ma,
ciò, come il resto, si è preferito
dimenticarlo e/o occultarlo, facendolo passare come un “paladino dei
diritti civili”, quando in realtà era
un'arrivista della prima ora, a caccia
dei voti delle persone di colore, pur
mantenendo il suo intimo razzismo e
disprezzo per le minoranze. Tutte
cose che la sua amante Marilyn
Monroe sapeva molto bene e minacciava di raccontare e proprio sul suo
presunto suicidio e sul relativo coinvolgimento di Bob Kennedy, il
romanzo di Pier Carpi getta una
nuova e sinistra luce.
Una volta ucciso a Dallas - da un
colpo di arma da fuoco - il fratello
John, Robert tentò di fare pressione
su suo padre Joe, affinché manovrasse al fine di accaparrarsi la sedia di
nuovo presidente degli Stati Uniti. Il
padre, questa volta, ad ogni modo,
gli negò ogni aiuto in quanto Bob, nel
JFK il presidente democratico più amato
prima di Obama nelle pagine
di Pier Carpi diventa solo l’utile idiota
nelle mani dei fratelli e del padre
suo mandato di Ministro della Giustizia, ci era andato “troppo pesante”
con i mafiosi ed i sindacalisti di
Hoffa, che sempre avevano rappresentato un’ottimo bacino elettorale
democratico e per i Kennedy.
Robert Kennedy, ad ogni modo,
vinse comunque le primarie del
Partito Democratico, ma anch’egli fu
ucciso. Probabilmente, si ipotizza, su
mandato del capo dei sindacalisti
Usa, Hoffa, che si sentì tradito dal
Clan dei Kennedy, con il quale pure
aveva sempre curato ottimi affari.
Seppellito anche il “patriarca” Joe,
rimaneva solo il senatore Ted Kennedy, soprannominato Teddy the
Kid. Amante di orge al limite della
violenza e alcolista, Ted, non fece
mai una grande carriera politica. Ma
sarà ricordato, nel libro di Pier Carpi,
come colui il quale fu coinvolto nell'omicidio della giovane Mary Jo,
probabilmente incinta di lui ed il cui
scandalo cercò di far placare solo il
presidente Jimmy Carter.
A causa della pubblicazione di questo romanzo-verità, Pier Carpi stesso
subì proprio le minacce del senatore
Ted Kennedy. Ce lo ricorda lo stesso
autore nella prefazione alla seconda
edizione, affermando che lo minacciò di “rompergli le ossa” e di “farlo
assassinare”. Ad ogni modo l'autore
non fu mai nemmeno querelato.
Purtuttavia, scientemente o meno,
dagli anni ’90 ad oggi, Pier Carpi è
stato quasi dimenticato, forse proprio grazie alle scottanti verità che
raccontò e documentò.
È del settembre 2010 il libro
“Kennedy Shock”, edito da Kaos
Edizioni, a cura del giornalista di
Radio Radicale, Lanfranco Palazzolo, il quale riprende proprio queste
scottanti verità. Morto anche l’ultimo dei Kennedy, Ted, nel 2009, le
verità sulle trame occulte, i segreti, i
delitti ed i crimini della terribile
dinastia dei Kennedy, stanno dunque finalmente venendo a galla.
Nell'incipit alla seconda edizione de
“La banda Kennedy”, Pier Carpi ha
scritto: “Al Sogno Americano, che
una sola famiglia è riuscita a distruggere, violentando la realtà”. Affinché
tutto ciò faccia riflettere le menti
libere e prive di condizionamenti.
per la tua pubblicità
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[email protected]
n. 34 - 14 Novembre 2012
Play Time
ANNA OXA
Concluso ai Magazzini Generali di Milano il tour dell’artista
coi più grandi successi dedicati alle sue anime d’uomo
Convincente la complicità con un ottimo e sempre ispirato Ivano Fossati
Testi e foto di Marco Piraccini
da Milano
pre i suoi concerti con Un’eA
mozione da poco ma quello
che si prova nel corso del suo
show è molto più che un concentrato di emozioni, di sentimenti: è
un’esperienza. Un viaggio attraverso la sua e nostra storia: trentacinque anni di evoluzione musicale e personale che hanno
influenzato e rivoluzionato il concetto di arte apportando cambiamenti profondi nelle varie dimensioni affrontate.
Anna Oxa è, come canta nei suoi
brani, “l’immensoeilsuocontrario”, “l’antipatica e la bella”,
“donnachenonsilasciaperchéti
uccide di nostalgia” e lo sanno
bene le decine di migliaia di persone che hanno seguito con grande entusiasmo la sua ultima
avventura musicale Igrandisuccessi in tour popolando piazze e
club di tutta Italia per tutta l’estate sino alla storica cornice de I
magazzini generali di Milano
dove la tournèe si è appena conclusa. Dopo aver affrontato nell’ultimo decennio un percorso
musicale e spirituale che l’ha portata ad indagare l’anima più
mistica e profonda della musica
sino ad arrivare a parlare di
Silenzi che parlano, la Oxa si è
quest’anno mostrata al suo pubblico in una nuova, ennesima
veste: quella di artista desiderosa
di condividere le proprie emozioni con la gente cantandole e rein-
terpretandole nella loro chiave
originaria, rivista e corretta da
improvvisazioni vocali che l’hanno trasformata non solo in una
garanzia ma soprattutto in un
vero animale da palcoscenico.
Anna invita il suo popolo di
“animed’uomo” a vivere e cogliere “tuttol’amoreintorno” (con la
complicità di un ottimo Fossati),
a non lasciarsi sfuggire nessuno
di quei Brividi del mondo che
negli anni ci ha regalato: il tutto
essendo semplicemente se stessi,
ascoltandosi, riflettendo ed agendo senza ipocrisie. Così come la
Oxa è da sempre stata: se stessa,
contro le definizioni, contro le etichette, arte senza limiti. Il pubblico ringrazia.
LE CITTA’
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LE CITTA’
Play Time
Il trend commerciale del momento
n. 34 - 14 Novembre 2012
La classifica di Lastminutes.com
Essere Benessere, ecco il drugstore di qualità L’asciugamano è il più rubato negli hotel
di Valentina Carboni
rriva a Piazzale Clodio a Roma il
City Store. Cos`è, lo dice la
A
parola stessa; un punto vendita
innovativo dove potrete trovare di
tutto: prodotti di para farmacia,
prodotti alimentari, piatti freschi e
piatti pronti (come il sushi, le insalate ecc...), libri, lampadine, articoli da regalo ecc... Per ora l’unico
negozio “Essere Benessere” (così si
chiama la catena) è situato presso i
locali del vecchio Blockbuster all’inizio della salita di Monte Mario,
ma non disperate perchè sono in
progetto tantissime altre aperture
persino più grandi di questo che
per il momento misura 300mq. La
politica dell’azienda è quella di un
mix di brands che possono soddisfare le esigenze di salute e benessere di tutta la famiglia sia di giorno che di notte. Si avete capito
bene, finalmente un posto aperto
24 ore su 24 (com’è era il vecchio
Drugstore, in meglio perchè Essere
Benessere sarà un negozio di qualità) che farà degli sconti particolari
sugli acquisti nelle fasce orarie notturne. Con la definitiva approvazione del decreto liberalizzazioni del
Governo Monti sono arrivate tante
novità per le farmacie, che oggi
possono essere aperte con parametri differenti rispetto al passato ed
Essere Benessere spa è il primo
operatore italiano privato specializzato nella vendita retail di farmaco
e parafarmaco. Gli store
della catena si caratterizzano per la vendita
di farmaci e parafarmaci affiancata alla
presenza di aree
trucco, postazioni
per la consulenza di
un dietista, noleggio
attrezzature mediche
o spazi promozionali
per presentazioni ed eventi.
Link: valemood.blogspot.com
Quali sono gli oggetti più rubati
negli hotel? Ce lo dice un sondaggio, che Lastminutes.com ha realizzato su 500 hotel di tutto il mondo.
Il sondaggio ci svela che l’87% delle
persone come souvenir riporta a
casa degli asciugamani, il 60% gli
accessori del bagno, come shampoo
o saponi, il 55% matite e penne, il
52% posate, vettovaglie e coperti, il
39% le ciabatte e il 34% gli accappatoi. Se tutto questo vi sembra
incredibile, aspettate di sapere il
resto perchè non finisce qui il 28%
dei clienti di un albergo ruba addirttura i telecomandi a distanza della
televisione (visto l’esistenza di telecomandi universali), il 23% sottrae
all’hotel cuscini, coperte, lenzuola e federe, il 19% riviste e giornali, il 17% le
stampelle, il 16% i
televisori e il 10% i
phone. È per questo
che in moltissimi alberghi le cose sono
“incatenate”, se ci fate caso i televisori, le
stampelle e i phone di
solito sono fissi e non si
possono muovere dalla loro
posizione. Ci sono altri oggetti che
spariscono dalle stanze d’albergo,
ma sono meno frequenti come le
lampadine (9%), i quadri e le lampade (6%), gli orologi e le sveglie
(5%), i computer (4%), i telefoni, le
pile, i fiori e le piante (3%). Il 95%
degli alberghi confermano che i
loro ospiti si portano via moltissimi
oggetti, e la percentuale peggiora se
si tratta di hotel a quattro o a cinque stelle, un ospite su nove si
porta via oggetti dalle stanze senza
permesso. Gli hotel intervistati stimano che questo tipo di furti gli
costa annualmente una media di
quasi 5.500 euro per hotel.
n. 34 - 14 Novembre 2012
Play Time
LE CITTA’
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ANTONIO GIULIANI
“Ero un giovane muratore, oggi insegno la comicità
Ai giovani attori dico: dovete credere in voi stessi”
Dalla periferia di Roma al Parioli con Costanzo, l’esordio in tv al Seven Show
progenitore di Colorado e Zelig, oggi torna su Sky come conduttore
e talent scout della trasmissione Sono comici questi romani su Comedy Central
di RiccaRdo Manai
i parli e ti sembra di chiacchieraC
re con un vecchio amico. Antonio
Giuliani, nonostante una carriera
lunga più di vent’anni tra televisione
e teatro, sembra essere rimasto il
ragazzo che tutti conoscevano a
Primavalle. Gli abbiamo fatto qualche domanda partendo dagli esordi,
vissuti a metà tra palcoscenico e cantiere, passando poi per l’improvvisata di Alemanno al Teatro Olimpico,
per arrivare sino al suo ultimo show,
Scqr - Sono Comici questi Romani -,
che da questo lunedì impazza su
Comedy Central.
Allora, Antonio, come è nata
l’idea di fare il comico?
“È un’indole che ho sempre avuto.
Già a quattro o cinque anni, a Natale
quando si riuniva tutta la famiglia,
facevo delle gag con tanto di costumi.
Fa parte del mio dna”.
Comici si nasce quindi e non si
diventa…
“Beh, indubbiamente serve una certa
predisposizione ma ci vuole anche
una scuola per imparare. Puoi anche
avere una mega battuta, ma se non la
dici con i tempi giusti non arriva.
Lezioni e scuola servono anche più in
là per imparare tante altre sfaccettature della comicità. Insomma è un
modo per completarti e crescere
come artista”.
Il tuo esordio sul palcoscenico
non è arrivato subito. Chi era
Antonio Giuliani prima delle
luci della ribalta?
“Questo è un tema che affrontai in
una delle mie prime apparizioni da
Costanzo, dove si discuteva del lavoro che qualche artista faceva da
ragazzo. Lì parlai per la prima volta
dell’Antonio Giuliani controsoffittaro”.
I riferimenti alla tua “vita precedente” in effetti non sono mai
mancati nella tua carriera
“Assolutamente. Ad esempio in un
mio spettacolo al Teatro Parioli che
si chiamava appunto “Tutto di me”,
attraverso degli oggetti come cofana,
cucchiara e cappello di carta in
testa, ricordavo agli spettatori quale
era stato il mio primo lavoro, ovvero
il muratore”.
Quasi una stranezza. Molti artisti, con la notorietà, tendono a
nascondere le proprie origini
“Il passato non va mai nascosto anzi,
facendolo conoscere mi sono accorto che la gente ti apprezza ancora di
più. Si rendono conto che sei come
loro e non come quegli artisti che
sono spesso visti come alieni inarrivabili”.
Non ti sei fatto trascinare quindi dal fascino del jet set capitolino?
“In passato sì, non lo nego, anche se
ormai saranno trascorsi più di una
dieci anni. Mi è capitato di cadere in
quel vortice di parole, di frequentare
quelle feste piene di grandi personaggi. Lì si fanno sempre i soliti
discorsi, vuoti, freddi, e questo mi ha
portato anche a cambiare il rapporto
con me stesso. Quell’atteggiamento
non faceva parte di me e perciò ho
preferito abbandonarlo”.
Primavalle ha vinto sui salotti
dorati della Roma chic quindi.
Cosa ti ricordi della tua infanzia
in periferia?
“Trenta anni fa Primavalle era una
zona molto difficile. Da giovani a
volte ci capitava addirittura di mentire alle ragazze che incontravamo in
discoteca per non spaventarle. Alla
domanda su dove vivevamo spesso
rispondevamo con Boccea, guai a dir
loro che venivamo da Primavalle,
scappavano come gazzelle (ride
ndg). Uscire da una realtà tanto problematica senza rovinarsi, questo
grazie ad una famiglia che mi ha
sempre seguito, fa capire perché non
potrei mai cambiare”.
Passando poi a quella che è
stata la tua carriera sul palcoscenico, hai un ricordo particolare dei tuoi primi passi come
comico?
“Sicuramente quelli legati alle prime
serate, quando andavo per ristoranti
con la mia ventiquattrore a fare le
imitazioni di tutti i personaggi romani. Ancora di più, ricordo però la fatica nel finire le serate alle due per poi
andare al cantiere alle quattro”.
Cosa ti ha fatto fare il grande
salto?
“Una sera mi sono visto le mani,
devastate da dieci anni di cantiere, e
questo mi ha portato un po di imbarazzo, ma non perché mi vergognassi di far vedere alla gente che facevo
un altro mestiere, quanto piuttosto
per un mio fattore psicologico. Da lì è
scattata la molla che mi ha spinto a
fare questa scelta”.
Esibirsi di fronte ad un pubblico dal vivo è la prova del fuoco
per ogni comico. A Roma però il
live si dice sia ancora più difficile.
“Guarda se esibirsi dal vivo davanti
ad un pubblico è la prova del fuoco, a
Roma la possiamo definire come la
prova dell’inferno”.
Allora non è una semplice leggenda metropolitana?
“Prima, mentre ti esibivi, la gente
mangiava, i camerieri chiedevano le
ordinazioni e, soprattutto, trovavi il
romano che ti rispondeva. Era veramente dura, tanti miei colleghi,
magari anche talentuosi, non hanno
retto caratterialmente e hanno mollato per questo”
Una gavetta del genere però ti
ha trasformato in un animale
da palcoscenico. Tant’è che con
il Seven Show hai, come si dice
in gergo, letteralmente sfondato.
“Sembrava una trasmissione regionale però, in realtà, era vista in tutta
Italia. Da lì cominciarono a riconoscermi anche quando andavo fuori. Il
Seven Show mi ha dato sicuramente
un grande lancio. È stata la prima
trasmissione composta da tutti
comici, quel genere di format che poi
hanno ripreso Zelig, Colorado e tutti
gli altri.”
Della tua carriera c’è poi qualche spettacolo che ti ha emozionato più degli altri?
“Sicuramente i due show fatti, nel
2003 e nel 2004, in Curva Sud.
Quello è stato un sogno che si è avverato. Mi ha fatto capire di essere una
persona fortunata perché non sempre la vita ti permette di realizzare i
tuoi sogni. Poter lavorare a Roma,
nella mia curva, con quasi 14mila
paganti è una cosa che porterò sempre nel cuore”.
Saltando al presente, ora sei su
Comedy Central con “Sono Comici questi Romani”.
“È la prima trasmissione fatta esclusivamente da comici romani. Dodici
puntate, di cui dieci registrazioni e
due best of, e io faccio il conduttore
una veste che mi piace molto perché
posso interagire con i comici in
scena”
Ora quindi sarai te a lanciare
nuovi comici. Ce n’è qualcuno
che ti ha colpito?
“Sì, Marco e Mattia, due ragazzi che
ho avuto nel mio corso a Tor Bella
Monaca. Sono molto bravi e quando
li ho proposti alla rete sono subito
piaciuti. Un altro ragazzo che ho portato con me è Vincenzo Lollo, monologhista, che però farà una sola puntata perché ancora non è prontissimo”.
Un corso, il tuo, che si è rivelato
davvero ricco di talenti
“Sì, oltre a loro c’è anche una ragazza, Manuela De Gregorio, che parteciperà alla fiction su Canale 5 Il
peccato e la vergogna e, per finire,
Chiara Perfetti diventata mia assistente personale”
Un impegno quello verso i giovani che il primo di Novembre,
durante il tuo “Chi non muore
si rivede”, ti ha permesso di
ricevere una sorpresa speciale
addirittura dal sindaco Alemanno
“Ero in scena al Teatro Olimpico
quando Alemanno mi ha fatto una
vera e propria improvvisata. Dal
palco mi ha premiato per il corso
gratuito che ho organizzato a mie
spese e che poi ha dato anche lavoro
a dei giovani comici, per me motivo
davvero di grande orgoglio”.
Ora, sei diventato un vero e
proprio talent scout dunque
“Beh, no, però avendo sofferto molto
per fare quello che amo so cosa vuol
dire essere agli inizi. Tra gli agenti, i
soldi rubati, le sole, non è facile.
Cerco solo di dar loro quelle opportunità che io magari non ho avuto”.
n. 34 - 14 Novembre 2012
LE CITTA’
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EMANUELE ARTIBANI
“Il mio speaker preferito sono io
Visitate il mio Artibar e capirete perché…”
di Daniele Priori
e Marco Montini
E
manuele Artibani è la voce del
mattino di TeleRadioStereo 2.
Dalla sua trasmissione-tribuna che
si chiama Artibar arringa, racconta, emoziona. Non a caso, spulciando nel passato di Emanuele, oltre
alla sua residenza sentita e convinta a Roma Nord, si registra anche
un libro di racconti intitolato
“Leggero” di cui lui in una presentazione pare abbia detto che scrivere non è un lavoro ma una necessità. Eggià. La necessità di raccontare, comunicare, farlo da dietro un
microfono e trasformarlo in un
lavoro del tutto personalizzato.
Emanuele ci è riuscito. Per questo è
entrato, pressoché di diritto, tra i
protagonisti de Le Città on air, la
nostra rubrica che parla tutti i mesi
della radio e di tutti i protagonisti
dell’etere che più di altri riescono
a… farsi sentire.
Emanuele, raccontaci di te.
Anzi, meglio: te e la radio…
“Ciao, io e la radio ci siamo incontrati per sbaglio, io accompagnavo
un mio amico a fare una trasmissione sulla boxe, a radio flash, un
giorno arrivò in ritardo e cosi per
venti minuti, sono stato in diretta,
dopo dieci minuti arrivò quello che
era il direttore e mi disse, tu da oggi
lavori qui”.
Il mattatore del mattino di TeleRadioStereo2 si racconta a Le Città: “Platinette
è uno dei migliori personaggi radio al mondo. L’unico da cui rubo a Roma
è Andrea Torre ma lui non è delle radio romane. Lui è di un altro pianeta e basta…”
Ti piace definirti speaker, dj,
parlatore o, senza offesa, cantastorie radiofonico?
“Accidenti che domanda, allora
speaker è il mio mestiere, e lo è tecnicamente, nel senso che la definizione è quella, per il resto faccio
radio. In tutta la sua versatilità.
Molti pensano che fare radio è un
gioco e forse lo è per chi si cimenta
in trasmissioni sportive approssimative, la radio è altro, è preparazione è improvvisazione è musica è
informazione è servizio e svago
insieme, un equilibrio difficilissimo
che solo editori esperti e smaliziati
conoscono.
Ti piace il mondo della radiofonia romana?
“Mi piace il lunedì, quando la Lazio
vince e la Roma perde, altrimenti
non ascolto radio locali, per scelta.
Non ascolto da chi non ho nulla da
imparare, sembrerà presuntuoso, e
infatti lo è, però ora che ci penso da
Andrea Torre, si, lui è l’unico dal
quale rubo sempre qualcosa. Ma lui
non è radio locale, lui è un altro
pianeta e basta”.
Quanto è professionale, quanto… da barsport, secondo te?
“È molto professionale il mondo
delle radio romane, ma lo è a modo
mio, a me non piace ma non credia-
te che non sia professionale, ci sono
dei professionisti che si rivolgono a
questo mestiere in modo devoto e
nel personale ho una grande stima
di loro, per quanto riguarda i mitomani e gli altri nemmeno ne parlo,
preferisco siano loro a parlare di
me”.
E a livello nazionale? Gli speaker puri esistono ancora? Che
pensi dei vip prestati alla
radio?
“I vip prestati alla radio sono un
offesa a chi ama il mestiere, però se
sono bravi va bene lo stesso ed in
merito a speaker di livello, nel
senso stretto della parola, ne esistono a pacchi bravi e bravissimi.
Secondo me indiscutibili sono
Platinette, forse uno dei migliori
personaggi radio del mondo, e non
scherzo, e ovviamente Ringo. Due
fenomeni”.
Perché non è mai nato un sindacato degli speaker?
“Perchè ogni speaker si sente prima
donna e al ballo le prime donne si
accompagnano solo a uomini, nessuno avrebbe il coraggio di affidare
la propria immagine a qualcuno”.
Parlami del tuo artibar...
“Il mio Artibar è l’unica trasmissione che esiste nel suo genere a
Roma, non cerco lo scoop o l’in-
tervista ad ogni costo non faccio
marchette e ospito solo chi dico io
quando dico io. Il mio editore, non
è mai intervenuto e ho sempre
avuto la massima libertà di espressione, il giorno che non mi sentirete più è perché questo non esiste
più”.
E dei “marziani” che ospiti che
ci dici?
“Perchè non conosci i demoni che
ospito nella mia mente...”
Che radio farai domani?
“Il mio speaker preferito sono io.
Che radio farò domani? Perché sei
cosi convinto che io domani faccia
radio? Vedi, la radio è come il calciatore. Devi capire quando è il
momento di uscire in trionfo piuttosto che rimanere uno dei tanti”.
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LE CITTA’
n. 34 - 14 Novembre 2012
Sport
D E R B Y, T R I O N F A L A L A Z I O
I biancocelesti si portano a casa la stracittadina vicendo 3 a 2 in rimonta contro la Roma
Giornata storta per i giallorossi di Zeman che regalano due gol ai cugini. Follia De Rossi
di Silvia Panizza
S
ettimana più bella non poteva
esserci in casa Lazio dopo la vittoria nel derby. Vittoria meritata,
guadagnata sul campo con testardaggine e forza di volontà. Per la
prima volta in questa stagione il
gruppo di Petkovic è riuscito a
ribaltare un risultato: sinonimo
che, finalmente, si è scesi in campo
con la determinazione giusta per
poter fare bene. Dopo l’euforia dei
giorni subito successivi, però, si è
già con la testa a sabato prossimo,
quando i biancocelesti si troveranno ad affrontare la capolista Juventus, nello Juventus Stadium
tanto temuto e violato finora solo
dalla tenace Inter di Stramaccioni.
Quarantanove partite utili consecutive interrotte proprio dal gruppo
neroazzurro, scorsa settimana partita facile facile in Champions per
poi riprendersi definitivamente
contro il Pescara in campionato
rifilando addirittura 6 reti. Non
sarà semplice per la Lazio provare a
battere una compagine compatta e
determinata come lo è la Juventus,
nel suo regno oltretutto. Per i bianconeri non ci sarà Pirlo, ammonito
nell’ultima gara e diffidato, mentre
per la Lazio qualche problemino
sulla fascia sinistra, per l’assenza di
Lulic e Mauri, il primo ammonito e
diffidato, il secondo espulso per un
fallo di mano durante il derby. Si
farà certamente trovare pronto
Radu, oramai ripresosi dal lungo
infortunio, poi forse Brocchi o
Ederson a reinventare il centrocampo. Importante sarà presentarsi a Torino con la stessa grinta e
voglia di far bene della scorsa
domenica, e poi, chissà, tutto
potrebbe accadere con una Lazio
così. In casa Roma, invece, dopo i
vari sfottò sentiti in settimana
pre-derby, non è rimasto che
incassare il colpo, e accettare
la supremazia cittadina laziale per la terza volta di seguito,
considerando i due scivoloni
con Louis Enrique. Una Roma
in bambola, con gioco scarso
e prevedibile, che si salva per
certi versi solo grazie a qualche buona qualità di alcuni
singoli, ma che ha davvero forti
problemi in difesa e a centrocampo.
De Rossi coglie l’eredità di capitan
Totti davvero in tutti i sensi lanciando una bella manata a Mauri (e
condannando la sua compagine alla
sconfitta), per fortuna poi si è
quanto meno ripreso con il bel
gesto delle scuse negli spogliatoi.
Per non parlare di Pjanic che insulta il suo mister dopo il gol, tutti
segnali che testimoniano come la
situazione in casa giallorossa non
sia delle più serene. In vista della
prossima gara di campionato, domenica sera all’Olimpico contro il
Torino, il boemo dovrebbe iniziare
a rivedere il suo gioco, a cercare
soluzioni più concrete per i limiti
della sua squadra, a capire se il problema in realtà non sia poi il suo.
Invece di continuare a dare la colpa
agli arbitri, alla pioggia, alla pozzanghera, all’avversario, al tiretto
di maglia, al black out, a tutti tranne che a se stesso.
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Sport
LE CITTA’
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O cON GABBO NEL cUORE
Uno stadio intero ricorda Gabriele Sandri, tifoso laziale morto in circostanze tragiche
l'11 novembre del 2007. Nel prepartita la curva nord celebra l’anniversario
di Raffaele CaldaRelli
L
a Capitale soffia sul grigiore del
cielo accendendolo con la solarità dell’umore della sua gente. A
Roma si gioca il derby: oggi il cinereo del tempo costituisce un superfluo particolare. Lo stadio non è
gremito, le curve si: festanti e vibranti come al solito, nella stracittadina ancor di più. La pioggia si
prepara ha scrosciare bagnando il
manto erboso dell’Olimpico, i cui
riflettori, durante la gara, decidono
di prendersi una pausa. Le curve si
scaldano intonando, all’unanimità,
un simpatico “Lotito paga la bolletta”. Lotito “divide et impera” e unisce le opposte tifoserie che, terminata la parentesi riflettori, ritornano a sfottersi reciprocamente. Il
derby di Roma è speciale, dura un
anno nonostante si giochi- coppe
escluse - due volte in stagione. Laziali e romanisti sono geniali nel
creare canzonature: la loro ironia è
da scudetto, la loro passionalità, se non sfocia nella violenza, è al limite del bollente
anche in una cupa giornata di
pioggia. È l’11 Novembre, la
tradizione del calendario ricorda San Martino, la memoria degli occhi non dimentica
Gabriele Sandri, scomparso
precocemente cinque anni fa.
L’imprevedibile destino, regi-
sta per nulla banale, ha preteso che
il derby desse un ulteriore tributo
emozionale nei confronti di
“Gabbo”, accompagnato dalle note
di una musica da brividi che ha
commosso anche i meno sensibili.
Un momento toccante che nessun
goal avrebbe mai potuto surclassare. “Ho pianto senza accorgermene
- dice Giulio sciarpa della Roma al
collo - un bellissimo pre- partita!”.
La gara, frattanto, scivolava come il
pallone in campo con una battagliera frenesia conclusasi con la vittoria dei biancoazzurri per tre reti a
due. All’uscita dallo stadio l’umore
dei tifosi era ovviamente diverso.
Maurizio, fan sfegatato giallorosso,individua il colpevole: “Con
Zeman non avremo mai una gioia
costante, perdere contro di loro fa
male…”. Eppure la Roma si era portata in vantaggio, “poi - dichiara
Ugo - la Lazio è uscita alla grande
ed abbiamo meritato la vittoria, il
risultato - conclude euforico - doveva essere più rotondo”. Meno faziosa Sara: “a me sono piaciuti tutti i
giocatori scesi in campo”. Lasciamo
ad altri la valutazione di ogni singolo calciatore, probabilmente nessuno di loro raggiungerà la lode poiché già assegnata all’autore dell’immagine di Gabriele, un maestoso
capolavoro raffigurante una “Meravigliosa Creatura…”. Brillante qui
come lassù.
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Sport
LE CITTA’
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Casa Italia. La Nazionale in campo contro la Francia. Molti gli esperimenti di Prandelli
Azzurri in campo contro la violenza sulle donne
Fuori squadra il pugile De Rossi, entra Florenzi
I
l calcio contro la violenza sulle
donne. Finalmente. Anzi se non
ora, quando? Il nome dell’associazione spontanea di donne ormai da
due anni in prima linea in tutta
Italia per la dignità delle donne è
diventato lo slogan col quale Cesare
Prandelli e la Federcalcio hanno
voluto accompagnare la serata di
Parma, mercoledì, contro la violenza sulle donne. E ben si adatta
anche alle scelte del ct per l’amichevole con la Francia in programma
per quel giorno al Tardini.
Molti saranno gli esperimenti,
soprattutto dettati dalle esigenze
del calendario - privo di spazi per
provare senza incidere sul percorso
di qualificazione ai Mondiali - ma
anche dagli inattesi forfait.
Dopo quello per infortunio di Abate, arriva il black out di De Rossi.
Per la seconda volta, Prandelli ha
dovuto applicare al romanista il
codice etico: niente nazionale dopo
l’espulsione nel derby. È la terza
volta che i momenti di follia agonistica del giallorosso costano al centrocampista il posto in azzurro:
dopo le quattro giornate al Mondiale 2006, il rosso in Champions e
la prima esclusione etica e il bis
questa volta. Si creano dunque per
la nazionale altri spazi di sperimentazione. Ed ecco i nomi nuovi,
Davide Santon e Alessandro Florenzi. Il terzino ex Inter, ora al
Newcastle, torna nel giro azzurro
dopo oltre 20 mesi: per lui la chance di riscattare la delusione post
Sudafrica, per Prandelli un test nel
ruolo più deficitario. È invece alla
prima convocazione assoluta l’altro
centrocampista Roma, avvantag-
giatosi della situazione del piu’
noto compagno di club. Florenzi
era infatti con il gruppo dell’Under
21, ma è stato sottratto a Mangia
per passare ai centrocampisti della
nazionale A. Le due novità si aggiungono ai giovani già entrati nella ricostruzione post Europei e pronti ad essere impiegati già mercole-
dì: Verratti, all’occasione buona per
essere provato e forse far rifiatare
Pirlo, ma anche El Shaarawy e
Destro. Uno di loro potrà far coppia
con Balotelli. In attacco c’è Osvaldo,
nonostante l’espulsione dell’ultima
partita azzurra, in Italia-Danimarca.
Per la prossima ufficiale il ct non
potrà usarlo, a lui ora decidere se
provare l’intesa con Balotelli o prediligere il test sull’alternativa al centravanti Roma. Rientra nel giro azzurro
anche Astori, per l’infortunato
Ranocchia. Da verificare le condizioni di Candreva, uscito dal derby di
Roma con un problema muscolare: è
uno degli osservati speciali del ct, se
recupererà minuti di gioco sicuri per
lui.
Rugby Sei Nazioni. Sabato i ragazzi dal ct francese Brunel contro la corazzata Nuova Zelanda
Italia vs All Blacks, Nazionale in campo per l’onore e la storia
L'Olimpico è pronto in vista del big match contro l’onda nera. Previsti 70mila spettatori
Tra Roma e la Nazionale italiana di
rugby l’amore è sbocciato da tempo
e lo stadio Olimpico, dopo anni di
Flaminio, è la nuova casa degli
azzurri, il tempio dove i ragazzi guidati dal ct francese Brunel, il 17
novembre, proveranno a fare l’impresa fermando l’incontenibile
onda nera proveniente dalla Nuova
Zelanda: i leggendari All Blacks. In
autunno si disputano i test match,
partite “amichevoli” con cui le
nazionali si preparano alla nuova
annata sportiva. L’Italia ha già
affrontato Tonga la scorsa settimana e fra due sarà impegnata contro l’Australia, un’altra grande, ma
ora la concentrazione è per la sfida
contro i giocatori più forti del
pianeta (più o meno da quando è
stato inventato il rugby), perché
questo sport è parte integrante di
ogni aspetto della vita neozelandese. Certo è che gli All Blacks ce le
hanno sempre suonate, ma non è
stato così nel test match di Milano
del 2009, in cui gli azzurri misero
sotto pressione gli avversari, vincitori soltanto per 20 a 6. Affrontare la
Nuova Zelanda anche senza posta in
palio, a parte l’onore, ha sempre un
fascino diverso rispetto a qualsiasi
altra partita. Assistere dagli spalti ad
una sfida con protagonisti gli All
Blacks ha un fascino da mozzare il
fiato, soprattutto prima del fischio
d’inizio di ogni gara quando i giocatori neozelandesi eseguono l’Haka,
la danza del popolo Maori. Sarà un
caso che oltre 70mila tifosi hanno
acquistato il prezioso tagliando per
la sfida già da parecchi mesi? Magia
del Rugby e magia del Terzo tempo.
Jacopo Paoletti
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n. 34 - 14 Novembre 2012
LE CITTA’
L’agenda
Festival internazionale della chitarra
Scenario del Festival internazionale della chitarra è per la prima
volta un museo, la Centrale
Montemartini di via Ostiense. Al
“Guitar Legends”, fino al 15
dicembre, artisti di altissimo
livello proporranno al pubblico
concerti che spazieranno dal jazz
blues al funky, dal rock al jazz
rock. Guthrie Govan, Dave Kilminster, Allan Holdsworth, vere e
proprie leggende internazionali
della chitarra, saranno protagonisti del Festival insieme agli italiani Rocco Ziffrelli e Fabio Cerrone,
nuovi talenti già molto apprezzati
da critica e pubblico come Gianni
Jana Rojatti, Ciro Manna e Dario
Vero. Otto appuntamenti, alcuni
andati in scena già a ottobre, il
sabato sera alle 20 e alle 22, per
un totale di 16 concerti in due
mesi, nella suggestiva Sala
Macchine della Centrale Montemartini, tra i capolavori dell’arte antica provenienti dai Musei
Capitolini. La rassegna ha preso il
via sabato 20 ottobre con il gruppo jazz rock The Aristoctats.
La gioventù di Kubrick al Chiostro del Bramante
Fino al 25 novembre 2012 il
Chiostro del Bramante di Roma,
ospiterà una mostra dedicata ai
lavori fotografici di un giovanissimo Stanley Kubrick. Il primo
amore del regista di Arancia
Meccanica fu la fotografia, a 13
anni ricevette la sua prima fotocamera e dopo il diploma iniziò a
lavorare come fotografo per la
rivista Look, uno dei magazine
più famosi d’America. La fotografia che lo rese famoso fu pubblicata il 26 giugno
1945 e ritrae un edicolante affranto per
la morte di Roosevelt,
questa fu l’immagine
che affascinò gli editors di Look così
tanto da offrirgli un
lavoro; il suo primo
incarico fu quello di
documentare la vita
quotidiana nell’America dell’immediato
dopoguerra, attraverso le storie di celebri
personaggi e le in-
quadrature contraddittorie di
una New York in corsa per
diventare la nuova capitale mondiale, o della giovane borghesia
universitaria della Columbia
University. Le fotografie presenti nella mostra ripercorreranno
la vita fotografica di Kubrick agli
inizi della sua carriera dal 1945
al 1950 perchè proprio nel ’50 è
quando inizia a dedicarsi completamente al cinema.
Valentina Carboni
I Mosaici Romani a Ostia
Ottomila mq di spazi espositivi,
parcheggi e locali commerciali,
Exp’Ostia è il nuovo spazio culturale di Roma Capitale. “Il primo
museo di cintura” è stato inaugurato il 27 ottobre in corso Duca di
Genova 22, nel Municipio XIII, a
poca distanza dal sito archeologico di Ostia Antica, in un edificio
riqualificato in project financing.
La prima mostra ad essere ospitata nel nuovo spazio è Mosaici
Romani, che sarà presente fino al
13 gennaio, una ricca “collezione”
della Sovraintendenza di Roma
Capitale. Si tratta di mosaici di
età romana, provenienti dalle raccolte capitoline di fine '800 e dei
primi del '900: materiale archeologico emerso dagli scavi per i
lavori che interessarono Roma
subito dopo la sua designazione a
Capitale del nuovo Regno d’Italia.
Nel corso di quegli scavi, effettuati per dotare la città di infrastrutture e abitazioni, furono recuperate grandi quantità di oggetti:
reperti che non trovarono una
sede museale ma finirono spesso
nei magazzini.
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nti
e
Agenda Ev
LE CITTA’
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La grinta degli Skunk Anansie live al Tendastrisce
L’arte pasticcera di Enrico Maggi
Gli Skunk Anansie sono tornati. E a quanto pare vanno pure di corsa!
Ascoltando Black Traffic, l’ultimo album della rock band inglese uscito a settembre, l’energia e la
carica di Skin & company
viaggiano veloci dalla prima
all’ultima traccia con giusto
qualche momento di respiro
nel mezzo. La carismatica
pantera Deborah Dyer, vero
nome della cantante e anima
degli Skunk Anansie, è grintosa e arrabbiata come non
mai ed è pronta, per martedì
20 novembre, a “sbranare”
con tutto il suo gruppo il pubblico romano, come da veri animali da
palcoscenico quali sono. Contrariamente a quanto previsto dagli organizzatori all’inizio del tour, la location capitolina dell’attesissimo concerto di Skin, Ace, Cass e Mark Richardson, non è più il Palalottomatica ma il Teatro Tendastrisce di via Perlasca. Annoverati tra le grandi
rock band che meritano rispetto, gli Skunk Anansie hanno vissuto la
loro quasi ventennale carriera in quattro fasi salienti: il promettente
esordio nel 1994 con il brano Weak, la consacrazione nel 1996 grazie al
singolo Hedonism che li ha portati dritti verso le luci della ribalta,
prima del clamoroso scioglimento del 2001, ed infine la ricongiunzione avvenuta tre anni fa con la pubblicazione dell’album Wonderlustre
lanciata dal pezzo My Ugly Boy. L’aver trovato tra tutte le tendenze
rock la giusta alchimia musicale da affiancare all’irresistibile appeal di
Skin è stato il segreto del successo della band britannica, un po’ di tutto
ma sempre molto Skunk Anansie sound.
Jacopo Paoletti
Nel caratteristico centro storico di Cave anche quest’anno la 78esima
edizione della Sagra della castagna, si è arricchita di quel tocco di eleganza ed estro dell’arte
pasticcera di Enrico Maggi che ormai da anni
propone per palati raffinati le sue specialità a
base di castagna, preparate con tecniche tradizionali e utilizzando
prodotti di alta qualità.
La cornice scelta dal pasticcere è stato lo storico atrio di Palazzo Leoncelli. Sabato 27 ottobre
il taglio del nastro che
ha segnato l’inizio dell’evento patrocinato da importanti enti, tra cui
l’Accademia Maestri Pasticceri Italiani, è stato affidato ad una
Signora dello spettacolo: la splendida Matilde Brandi. Il sindaco di
Cave Umbertini e il vice presidente della Pro Loco Fabbri-Venzi hanno
partecipato all’evento coi rappresentanti della Polizia di Stato della
sede di Colleferro e della Bic Lazio, al Comandante dei vigili urbani
Cave, alla conduttrice del tg3 Lazio Ammendola, alla showgirl Rai
Bettega, alla giornalista Godano, all’ad Cigarini e alla responsabile
eventi Millocca, del Parco Rainbow di Valmontone e al Presidente
Italia Pro Loco Nardocci. Un pubblico numeroso ha potuto gustare le
specialità disposte creativamente su una tavola imbandita, dietro la
quale scorrevano immagini di vari eventi organizzati da Enrico Maggi.
Alessia e Sara Sbardella hanno curato la documentazione fotografica
dell’evento.
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e
Lettere, Rubrich
e Commenti
LE CITTA’
La stilista
di tutte le spose
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A Latina Expo Sposi una sfilata piena di colori,
magia, affetto e amici: un miracolo che solo la fede
nell’estro e nell’eleganza può continuare a compiere
di Maria Celli
coriandoli, colori, bellezza,
ESposimozioni,
eleganza. E anche Latina Expo
è andata. Una bella fiera nella
provincia laziale che, con Roma, è
diventata simbolo della moda sposi,
appuntamento fisso per i futuri mariti
e le future mogli assieme alle loro
famiglie e ai loro amici. L’apporto della
maison Celli, in questo senso, non è
mancato. Da cinque anni abbiamo
imparato ad amare e a sentirci coinvolti in primissima persona per questo
appuntamento. E anche quest’anno il
colpo è riuscito bene. Abbiamo portato
centocinquanta abiti, coinvolto tutte le
sarte, i collaboratori, le modelle e i
modelli che ancora una volta sono stati
felicissimi di sfilare assieme a noi. Da
dietro le quinte abbiamo vissuto tutto
con coinvolgimento e passione, ascoltato più che visto, tenuto i tempi, i
passi, il ritmo di una sfilata impegnativa e variegata dove, sia pure in piccoli
assaggi, abbiamo voluto dare prova
della varietà che può avere l’eleganza,
fornendo qualche esempio delle nostre
linee, comprese quelle per uomo dove i
nostri stilisti, guidati da mio figlio
Giampaolo Celli hanno saputo anche
loro offrire il meglio, stupendo per il
valore assoluto dei capi, la qualità dei
tessuti e l’originalità dei colori. Una
caratteristica che, mi ha fatto molto
piacere, è stata sottolineata anche per
linee nuove di abiti da sposa che ho
avuto il piacere di disegnare assieme a
mia figlia Alessia. Mi riferisco alla linea
Gioia che la brava e bellissima conduttrice, Cecilia Rodriguez ha voluto tratteggiare col suo dolcissimo accento
ispanico, la caratteristica madre: i
colori. Già, perché la sposa gioiosa al
pregio dell’eleganza unisce la particolarità dei colori. Di abiti colorati come
petali di fiori. Ho avuto personalmente
moltissimo piacere anche nell’incontrare di nuovo un altro personaggio
come Fabrizio Corona che a noi riserva
sempre gentilezza e fascino. È stato
molto cortese da parte sua ricordare la
grande festa a cui personalmente tenevo da una vita che stiamo organizzan-
do per il prossimo 12 dicembre a Roma
in occasione dell’apertura del nuovo
showroom a piazza di Spagna, nella
storica boutique di GilCagné in via
della Croce 35 pronta a divenire un tuttuno con il marchio Celli Alta Moda.
Come al solito, insomma, si va di evento in evento sempre più in accordo e
amicizia con le tante aziende partner
che costituiscono il Celli Group. Fino
ad arrivare al gran finale con la collezione Gioiello che ci ha visto salire tutti
insieme sul palco: la famiglia riunita e
introdotta, sin dall’inizio della sfilata,
dai più piccoli con la loro spontaneità
che non abbiamo intesto volutamente
costringere nei ranghi e nelle regole
rigide di una sfilata ma come sempre
abbiamo fatto sfilare in passerella con
la loro simpatia autentica e gli abitini
di un’eleganza che può arrivare anche
alle loro tenerissime misure. Tutta
questa emozione è stata illuminata
ancora una volta dalle Scintille
d’Amore il nostro abito a led che
Cecilia ha indossato a fine sfilata,
lasciando al pubblico lo stupore e la
voglia di tornare al prossimo evento.
Miracoli che solo la bellezza sa realizzare. Assieme allo stile e all’unicità di
una firma. Quella che da tanti anni
regaliamo ai nostri sposi. Il marchio
della nostra maison che dal prossimo
mese di dicembre conquisterà il cuore
di Roma, aprendo quella finestra che
affaccia sul centro del mondo che adesso andiamo ad aprire.
• 10 ANNI DEL MIKRO!!! •
Tanti auguri di buon compleanno
a Alessio!!!
mitico nipotino del Direttore
de “Le Città” per i suoi 10 anni
festeggiati con una torta
biancoceleste e un derby
appena vinto. Quale regalo
migliore? Noi festeggiamo
con Alessio gridando
“Forza Lazio!!!”
e augurandogli tutta la felicità
del mondo da zio Daniele
e tutta la Redazione de
“Le Città”.