REgIONALI: L`uLTIMA PAROLA AL CONsIgLIO dI sTATO
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REgIONALI: L`uLTIMA PAROLA AL CONsIgLIO dI sTATO
Settimanale gratuito di Roma e del Lazio - Anno 1 - Numero 34 - 14 Novembre 2012 Play Time Antonio Giuliani “Ero un muratore di periferia, oggi insegno la comicità ai giovani” Sede Amministrativa e Commericiale: Via Nettunense Km 0.800-0.900 n. 63 00040 Frattocchie (RM) Tel. +39 06 9300313 - Fax +39 06 93540289 www.tatasrl.it - e-mail:[email protected] a pag 21 www.lecitta.it REgIONALI: L’uLTIMA PAROLA AL CONsIgLIO dI sTATO Il timone di Alfano di Daniele Priori Angelino Alfano ha fatto il suo scatto di reni. Una botta di carattere persino inattesa, al termine di un ufficio di presidenza Pdl che dicono sia stato assai concitato. Con un Berlusconi di ritorno (e in ripartenza) per Malindi costretto a interrompere svogliatamente le sue vacanze per presiedere la riunione ai vertici del partito che ha fondato. E fu così che Angelin prese il timone. Davvero, però. Ribadendo fino a fine legislatura l’appoggio coerente al Governo Monti come pure il metodo scelto (diverso da quello del Pd ma comunque scelto) delle Primarie per la candidatura a premier. Qualcosa che, giocoforza, non può piacere a un fuoriclasse come Silvio Berlusconi che le regole non le ha mai accettate. Tuttavia ci sono momenti, come quello attuale di crisi nera della società, nei quali anche le regole servono. E i numeri 10, specie se anzianotti, non bastano più. Da questo punto di vista Alfano ha voluto dire la sua, chiaramente ribadita nell’intervista di domenica alla Annunziata. La prossima agenda del Pdl, dunque, sarà chiara: trovare un ruolo a Berlusconi, identificato da Alfano come “fondatore”, tipo Scalfari a Repubblica. Fissare scadenze, regole e magari trovare anche un po’ di entusiasmo attorno alle Primarie, aprire la campagna elettorale che, dice Berlusconi, non partirà in effetti prima di gennaio. Forse ha ragione. Fatto sta che prima dovrà succedere qualcosa. Alfano con coraggio e buona fede l’ha capito. Ma, pure di fronte alla Caporetto siciliana, non l’ha capito fino al punto di superare le vecchie remore e accettare il calumet della pace lanciato da Fini (che tra l’altro potrebbe portare in dote anche l’ondivago Casini). Fini, secondo Alfano e i suoi follower di Twitter, ha chiuso definitivamente con la storia di questo centrodestra. L’errore sta qui. In un rancore da due soldi che in politica, specie in un momento tragico come quello che da un anno il centrodestra sta vivendo, non dovrebbe aver ragione d’esistere. Se i moderati non troveranno il modo per riunirsi, significherà che si saranno meritati la Santanché e le amazzoni in stile Gheddafi. Sempre che Berlusconi tenga fede alla parola data e non faccia una sua lista. Altrimenti Angelino perderebbe pure quelle. E allora dal transatlantico che era il Pdl potrebbe finire che Alfano si ritrovi un po’ come mister Bean. Con in mano il timone. E nient’altro attorno. Il Tar alla Polverini: “Convochi subito le elezioni”. La Regione fa ricorso a pag 3 Regione Lazio Fondi al Consiglio regionale Arrestato l’ex capogruppo Idv Vincenzo Maruccio a pag 3 Speciale USA 2012 Four more Obama Il racconto de Le Città da New York da pag 15 a pag 18 Home page Velletri, giallo Cervia Esplosione in casa della famiglia La figlia: “Hanno tentato di ucciderci” alle pagg 4 e 5 2 LE CITTA’ Home Page n. 34 - 14 Novembre 2012 Politica. Domenica 25 novembre in tutte le piazze i sostenitori del centrosinistra voteranno per scegliere il loro uomo per Palazzo Chigi Pd all’americana, confronto su Sky: Renzi convince Fra dieci giorni il nome del candidato premier P rimarie all’americana per il centrosinistra. Roba da non sembrare neanche Italia. E un successo per tutti i “magnifici cinque” protagonisti, ovvero i candidati premier della costituenda coalizione di centrosinistra che, in ordine di intervento, sono stati: il centrista Bruno Tabacci, la consigliera regionale veneta Laura Puppato, il sinistro Nichi Vendola, il rottamatore Matteo Renzi e il segretario Pd, Pierluigi Bersani. In platea oltre al pubblico assai partecipe erano seduti anche alcuni esponenti del mondo dello spettacolo, del giornalismo e della politica locale. In prima fila, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia (con la moglie Cinzia Sasso), che, prima dell’avvio del dibattito, è andato nei camerini a salutare i candidati. In platea anche il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà. Tra i vip presenti Alba Parietti, gli attori Lella Costa e Moni Ovadia, le giornaliste Ilaria D’Amico e Maria Latella oltre ad alcuni direttori di testate nazionali. Il giorno dopo, quando il dibattito è finito un po’ sulla bocca di tutti (segno del buon risultato) i sondaggisti erano un po’ divisi solo su un punto: pareggio Renzi-VendolaBersani o buona vittoria per Renzi. A lume di naso proprio il sindaco di Firenze è sembrato in effetti il più sicuro di sé e quello che maggiormente si è trovato a proprio agio nel tipo di format. “Penso che di tasse questo Paese stia morendo - ha detto Matteo Renzi”. Non si possono alzare ancora le tasse” ha spiegato. “C’e’ bisogno di cambiare le regole del gioco. Per esempio lo Stato deve mandare a casa dei cittadini la dichiarazione dei redditi precompilata”. Vendola insiste sulla scarsa progressività del prelievo ricordando le politiche di Hollande (tassare del 75% chi ha piu’ di un milione di euro). Bersani ha parlato di “lotta all’evasione. L’obiettivo - ha spiegato - deve essere abbassare le tasse sui redditi medio-bassi, sul lavoro, su chi crea lavoro”. “Quanto a metterne di nuove per alleggerire l’Imu sulla prima casa ha aggiunto - sono affezionato a un’imposta personale sui grandi patrimoni immoboliari”. “Quanto ai patrimoni finanziari mi accontenterei di aver una vera tracciabilità, di farli emergere. Tassare tre volte uno zero rimane zero, il nostro problema e’ fare emergere le ricchezze”. È sui giovani che i candidati alle primarie di centrosinistra puntano e a loro hanno rivolto messaggi precisi durante il confronto. “Che cosa direbbe a un giovane in cerca di prima occupazione?” è stato chiesto ai cinque candidati. “Se sta rinunciando a iscriversi all’università, gli dico aspetta un attimo che bisogna che mettiamo un po’ di soldi in più sul diritto allo studio”, ha chiesto Pier Luigi Bersani. Ragazzi questo è un Paese in cui troverai lavoro se conosci qualcosa e non se conosci qualcuno”, ha spiegato Matteo Renzi. “Ai giovani dico di ribellarsi e di lottare contro un destino di scuola dequalificata e di precarietà fatta di 47 tipi diversi di contratto. La precarietà è il buco nero in cui è precipitata un’intera generazione”, ha ammonito Nichi Vendola. “Noi dobbiamo investire su ricerca e innovazione, e attivare un mercato del lavoro a tutele progressive”, ha promesso Laura Puppato. I “Fantastici 5” bocciano la riforma Fornero sul mercato del lavoro. Con toni diversi e sfumature piu’ o meno tranchant, i cinque candidati annunciano che, toccasse a loro, modificherebbero la riforma. la critica all’ad di Fiat. Settimanale gratuito di Roma e del Lazio Direttore Responsabile: Daniele Priori Redazione: Via Don Ugo Bassi, 8c S. Maria delle Mole - Roma [email protected] Editore: Ass. Le Città Stampa: Litosud s.r.l. Via Carlo Pesenti 130 - Roma Concessionaria Pubblicità: Ora Solution s.r.l. [email protected] Tel e Fax 06 9351927 Registrazione al Tribunale di Roma n. 52/2012 del 15-3-2012 n. 34 - 14 Novembre 2012 Regione Lazio LE CITTA’ 3 Scandalo fondi in Consiglio. È martedi mattina quando la polizia valutaria arriva nella sua casa Arrestato l'ex capogruppo Idv Vincenzo Maruccio Dalle indagini sembra anche essere emerso un bisogno di contanti riconducibile a una dipendenza dai videopoker di RiccaRdo Manai È mattina presto quando, il nucleo della polizia valutaria, suona a casa Maruccio. Una visita tutt’altro che di cortesia quelle fatta all’ex capogruppo dell’Idv alla Regione Lazio che si è così visto fermare dalla Guardia di Finanza. Maruccio è accusato di peculato per essersi appropriato di più di settecentomila euro dei fondi destinati al partito tra un periodo compreso dall'aprile del 2011 e il giugno del 2012. Denaro che sarebbe stato prelevato da due conti correnti aperti dall'Idv sulle banche Cariparma e Credito Artigiano. I 700mila euro sarebbero stati poi trasferiti, secondo l'accusa, da Maruccio su dieci conti correnti di cui risulta titolare presso alcune banche. Sette di questi conti pare siano personali mentre altri tre in codelega. Un retroscena alquanto insolito sarebbe poi quello emerso dai precedenti interrogatori a cui è stato sottoposto Maruccio. Dalle indagini sembra infatti essere emerso un suo bisogno spasmodico di contanti, riconducibile ad una vera e propria dipendenza dai “videopoker”, con tanto di assegni intestati a dei gestori di sale da gioco e bar con video poker della capitale. In attesa di nuovi sviluppi, Maruccio rimane sottoposto all’ordinanza di custodia cautelare. Alla base di questa decisione ci sarebbe il pericolo dell’inquinamento delle prove. L’ex Idv comunque, durante entrambi gli interrogatori ai quali è stato sottoposto nel corso delle recenti indagini, non ha mai smesso di proclamare la propria innocenza dichiarando che “neanche un euro” è finito nelle sue tasche per scopi personali. Maruccio, infatti, agli inquirenti nel corso delle indagini ha parlato di un sistema che era sì gestito da lui, ma in base al quale dirottava i soldi sui suoi conti correnti esclusivamente perchè per lui più pratico nell’indirizzarli in un secondo momento alle varie attività politiche. A sentir lui sembrerebbe quasi un semplice sistema di anticipi e rimborsi “per - Maruccio dixit - far fronte a quegli interventi rapidi che la politica richiede”. La decisione del tribunale. Accolte le istanze del Movimento Difesa del Cittadino Elezioni, il Tar alla Polverini: “Subito la data” La Regione Lazio ricorre al Consiglio di Stato I l Tar ha parlato e si è fatto sentire. Entro cinque giorni quindi, sempre secondo la decisione del tribunale amministrativo, la Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini dovrà indire le elezioni. I giudici amministrativi hanno così accolto il ricorso presentato dal Movimento Difesa del Cittadino, disponendo di fatto che le elezioni avvengano entro novanta giorni dallo scioglimento del Consiglio Regionale avvenuto il ventotto Settembre. A complicare ulteriormente le cose c'è poi un altro punto espresso dal Tar che ha deciso che, qualora il presidente dimissionario Renata Polverini, non provvederà ad indire le elezioni entro 5 giorni, sarà nominato il ministro dell'Interno come commissario per attuare quanto disposto dai giudici amministrativi. La Regione risponde proponendo un ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio. Una decisione, si legge in una nota della Regione, che “risulta in totale contraddizione con le recenti pronunce della medesima sezione del Tar del Lazio con riferimento alle elezioni regionali del 2010”. Il Presidente della Regione Lazio, intanto, fa sapere che: “devo rispettare l’Istituzione che è regolata da uno Statuto. Resta la mia volontà di assecondare un indirizzo del Governo per unificare la data del voto a quella delle altre regioni e di ridurre a cinquanta il numero dei Consiglieri”. Le reazioni non si sono fatte attendere. L’assessore al Bilancio della Regione Lazio, Stefano Cetica, commenta così: Con la sentenza di oggi il Tar cambia clamorosamente idea sulla prevalenza dello Statuto rispetto alla legge, principio in base al quale soltanto due anni fa aveva tolto alla maggioranza di centrodestra tre consiglieri regolarmente eletti; sono certo che il Consiglio di Stato, invece, confermerà la necessità di passare attraverso l’Assemblea legislativa della Pisana per ridurre da 70 a 50 i Consiglieri e andare tranquilli alle elezioni”. Novità sono alloriz- zonte anche se, almeno a sentire le cosiddette voci di corridoio, l'inerzia della vicenda sembra propendere per unificare le date delle elezioni a quelle delle altre regioni. Ri.Ma. 4 LE CITTA’ n. 34 - 14 Novembre 2012 Home Page L’intervista. A metà ottobre una forte esplosione ha investito la casa del tecnico scom CASO CERVIA, LA FIGLIA: “HANNO T Per Erika non si sarebbe trattato di una semplice casualità ma “di un vero e proprio atto inti di MarcO MOntini R icordate la storia di Davide Cervia, l'esperto di guerra elettronica rapito nel settembre ‘90 nei pressi della sua casa a Velletri? Da allora non si hanno più tracce di lui: una storia fitta di misteri, depistaggi, servizi segreti, traffici illeciti e avvistamenti sfuggenti (l'ultimo in Libia). Ebbene la vicenda si è arricchita ora - purtroppo - di un nuovo fatto, che la famiglia di Davide non fatica a definire “un vero e proprio atto intimidatorio”: martedì 16 ottobre la loro abitazione è stata investita da una forte esplosione, che fortunatamente non ha causato feriti o fatto scappare il morto. “Solo” tanta paura e danni materiali alla casa. Un episodio che la figlia del tecnico scomparso, Erika, considera “misterioso e pieno di incogruenze. Non un caso”. Le Città ha voluto approfondire con lei i fatti. Erika, ci racconti cosa è accaduto quel dannato martedì di un mese fa? Tu e la tua famiglia eravate in casa in quel momento? “Martedì 16 ottobre alle ore 14.15 circa si è verificata una esplosione nella nostra abitazione, all'interno di un locale cucina adiacente la nostra abitazione. Si è sfiorata una tragedia visto che mia nonna era da poco uscita dal locale in questione mentre io mi trovavo ancora lì vicino. Abbiamo sentito un boato e io ho visto i frammenti della finestra del locale cucina schizzare verso la macchina di mio nonno sulla quale hanno causato varie ammaccature e la rottura dell'intero lunotto posteriore. Dopo il rumore sono tutti corsi fuori casa ed insieme abbiamo notato che ad essere divelte dall'esplosione erano state solamente la finestra e la porta del locale cucina, all'interno del quale non si era mosso nulla. Tutto era come lo avevamo lasciato” Cosa hanno detto le forze dell'ordine in merito alla dinamiche dell'accaduto? Secondo voi esistono delle incongruenze? “Quando sono arrivati i Carabinieri di Velletri sul posto, questi hanno ipotizzato una fuga di gas, ma basta guardare le foto che abbiamo scattato per rendersi conto che il gas non centra assolutamente nulla. Se fosse stata la bombola ad esplodere avrebbe distrutto la macchina del gas e danneggiato in maniera evidente l'interno del locale e la bombola stessa. Ma stra- namente è tutto integro, nulla si è spostato, torno a ripetere che sono esplose solo la porta e la finestra. In più al momento della deflagrazione la finestra era aperta, dunque come faceva ad accumularsi gas nel locale??!! I Carabinieri hanno prelevato sul luogo dell'esplosione dei frammenti che ci avevano assicurato avrebbero mandato al Ris per La causa civile. Citati in giudizio i ministeri della Giustizia e della Difesa A dicembre il processo contro il muro di omertà La famiglia chiede il risarcimento danni “per la violazione del diritto alla verità” È il 12 settembre del 1990 quando scompare senza lasciare traccia il tecnico ligure Davide Cervia, dipendente della Enertecnel Sud di Ariccia: 31 anni, una moglie e due figli che anche quella sera lo aspettano nella loro casa di Velletri, dove mai arriverà. Scartata la prima ipotesi di un allontanamento volontario, prende piede la via del sequestro, come denunciato da un testimone che aveva visto un gruppo di uomini fermare la sua auto, aggredire il Cervia e narcotizzarlo, per poi farlo sparire. Il rapimento dell’uomo sarebbe da collegare alla sua precedente professione di tecnico “Ete/Ge” della Marina, conoscitore dei sofisticati sistemi radar tridimensionali, ma da lì, più che aprirsi, il mistero si infittisce e si perde in un dedalo di depistaggi, di mezze verità e di molti sospetti, di lettere anonime e di telefonate fasulle, di processi che cambiano di sede e passano di mano, poi ancora di minacce di morte alla moglie Marisa e offerte di denaro per smettere di cercare. Dalla data della sua scomparsa c’è chi dice di averlo visto in Arabia Saudita, chi lo dà in Libia, dove sarebbe stato avvistato a bordo di un camion in tuta mimetica, fatto rapire da Gheddafi per sfruttale le sue alte conoscenze tecniche; poi ancora in Iraq, ucciso da un missile tattico durante la Prima Guerra del Golfo, ma poi visto camminare in un’altra città dello stesso paese; nel 1991 è su un volo che parte dal Parigi ed è diretto al Cairo, con un biglietto acquistato dal ministero degli Esteri francese. Le ipotesi sono molte, la famiglia non si arrende e non smette di cercare, di sperare che prima o poi chi sa parli e contribuisca a riportare a casa quell’uomo che, dopotutto, voleva solo vivere una vita normale. Il prossimo 7 dicembre i figli di Davide Cervia, Erika e Daniele, con la moglie Marisa, si ritroveranno in aula per una causa civile: hanno citato in giudizio i ministeri della Giustizia e della Difesa, chiedono il risarcimento dei danni “per la violazione di ciò che può definirsi il diritto alla verità”, ovvero per l’insieme dei silenzi e delle molte bugie di questi anni. È anche la volontà di continuare a lottare, perché non cali il silenzio e venga meno l’atten- zione sul dramma che ha così duramente segnato la loro vita. Enrico Oliari AVVISO DI ASTA PUBBLICA PER VENDITA DI IMMOBILE RESIDENZIALE IL DIRIGENTE DELL’AREA I – AMMINISTRAZIONE E SVILUPPO ECONOMICO DR.SSA LUDOVICA IARUSSI RENDE NOTO Che il giorno 14 dicembre 2012 alle ore 09,30 presso la sede comunale di Palazzo Colonna avrà luogo un’asta pubblica per l’alienazione di un immobile residenziale di proprietà comunale sito a Marino in Via Capo D’Acqua n. 2, comprensivo di cantina e magazzino, con annesso appezzamento di terreno di superficie complessiva pari a Euro 15.022. Il terreno è distinto in catasto al Fg. 23 Part.lle 153-152-151-150-149-148-159, ricade come segue: Particella 153 Zona E (agricola); Particella 152 parte zona E (agricola); parte zona F/2; Particella 151 parte zona E (agricola); parte zona F/2; parte strada; Particella 149 parte zona F/2; parte strada; Particella 148-150-159 zona F/2. Importo a base di gara: Euro 827.680,00 (ottocentoventisettemilaseicentoottanta/00) Aggiudicazione: al prezzo più alto offerto rispetto all’importo a base d’asta. Scadenza per la presentazione delle offerte: 30 novembre 2012 ore 12,30 Per maggiori informazioni consultare il bando sul sito web istituzionale www.comune.marino.rm.it. Eventuale sopralluogo da effettuarsi previo appuntamento contattando il numero 06 933662359. Informazioni presso il Settore Entrate extratributarie, economato, provveditorato e patrimonio nei giorni di martedì e giovedì dalle ore 09,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,30 alle ore 17,30. Il Responsabile del procedimento è la Dr.ssa Valentina Carmesini, Responsabile del Settore Entrate extratributarie, economato, provveditorato e patrimonio. Il dirigente dell’area I Dr.ssa Ludovica IARUSSI n. 34 - 14 Novembre 2012 Home Page LE CITTA’ 5 mparso. Nessun ferito ma tanta paura e qualche danno materiale TENTATO DI AMMAZZARCI” imidatorio”. Secondo la famiglia infatti sono troppe le incongruenze farli analizzare, ma con nostro grande stupore dopo quasi un mese, hanno i frammenti ancora in caserma, nessuno lì ha ancora analizzati: non è strano? Cosa stanno aspettando?”. Si è trattato di una sfortunata casualità o hanno tentato di colpirvi di proposito? Magari è qualcosa collegato alla vicenda di tuo padre? “È evidente che questo è stato un atto intimidatorio nei confronti della famiglia. Probabilmente qualcuno ha paura che emergano delle verità troppo scomode”. È la prima volta che accadono quelli che tu definisci “atti intimidatori”? Anche qualcun altro che ruota intorno alla vostra associazione ne sarebbe stato vittima? “In questi 22 anni ogni volta che proponevamo iniziative o andava- mo in trasmissioni prima o dopo ricevevamo telefonate mute a tutte le ore del giorno o della notte, eravamo vittime di pedinamenti e minacce. Tutto questo non accadeva e accade solo alla nostra famiglia, ma anche alle persone a noi vicine. Nei giorni successivi all'esplosione, infatti, hanno sfondato il portone dell'abitazione del presidente del Comitato, Gialuca Cicinelli: in passato è stato più volte minacciato e buttato fuori strada... Hanno telefonato per tutta un'intera notte a casa di mio zio che abita sotto di noi, rimanendo in silenzio quando alzavano la cornetta e hanno buttato fuori strada, Sandro Silbi, il vicepresidente del comitato pro Davide. Tutti questi fatti sono stati denunciati” Ora avete paura? Secondo voi, se ci fosse un colpevole, chi potrebbe essere? “È chiaro che chi ci perseguita ha lo scopo di mettere un freno alle nostre ricerche, ma noi nonostante la paura che ci sta distruggendo la vita, non ci arrenderemo finchè non arriveremo alla verità su mio padre”. n. 34 - 14 Novembre 2012 LE CITTA’ 7 IL WIRELESS PIACE ALL'EUROPA Agenda digitale, la Commissione apre la strada al 4G Con tale scelta lo spettro per i servizi wireless ad alta velocità nell’Ue sarà il doppio di quello attuale e pari a quello degli Usa. Agli stati membri si impone di aprire la banda entro giugno 2014 a Commissione europea ha deciLbanda so di aggiungere, attorno alla da 2 GHz, 120 MHz supplementari allo spettro radio riservato alle tecnologie 4G come la Lte. Questa banda è utilizzata solo per le comunicazioni wireless di tipo Umts, o reti di terza generazione (3G). La decisione impone agli Stati membri di aprire le bande interessate entro il 30 giugno 2014 e fissa condizioni tecniche per rendere possibile la coesistenza di tecnologie diverse. Lo spettro per i servizi wireless ad alta velocità nell’Ue sarà il doppio di quello attuale e pari a quello degli Usa. La decisione della Commissione amplia le possibilità di investimento per gli operatori mobili e consente ai consumatori di beneficiare, a lungo termine, di maggiore velocità nel trasferimento dei dati e di una gamma più ampia di servizi a banda larga. Un migliore accesso allo spettro radio per le tecnologie 4G contribuirà a realizzare l’obiettivo fissato dall’Agenda digitale di raggiungere una copertura universale nell’Ue di banda larga a una velocità di almeno 30 Mbps entro il 2020. Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione: “L’ampliamento della banda riservata al 4G in Europa ci mette in condizione di rispondere meglio alla domanda di banda larga”. La decisione concretizza la liberalizzazione armonizzata della banda a 2 GHz in tutti gli Stati membri, per evitare la frammentazione del mercato interno nel sfruttamento di questa banda in futuro. La flessibilità nell’utilizzo delle bande di frequenza, possibile grazie al venir meno di limitazioni tecnologiche, consente di utilizzare in modo economicamente vantaggioso un’infrastruttura wireless avanzata per far fronte alla domanda del mercato. Contesto l'importanza socioeconomica dello spettro radio è aumentata perché i servizi wireless hanno invaso gli ambiti della vita economica e sociale. Da qui al 2015 il traffico mobile di dati aumenterà del 26% l’anno su scala mondiale. Per allora saranno 7 miliardi telefoni, tablet e altri dispositivi in grado di accedere a internet. L'esplosione del traffico di dati senza fili, unito all’insufficienza delle risorse di spettro, rende necessario gestire lo spettro in modo più intelligente e ottimizzare l’uso delle bande di frequenza già assegnate. Dall’adozione della decisione Umts, la banda terrestre 2 GHz accoppiata è utilizzata dall'Umts (rete 3G). Nell’attuazione del primo programma in materia di politica dello spettro radio, e in particolare per raggiungere l’obiettivo di destinare almeno 1200 MHz ai servizi wireless a banda larga, l’Ue ritiene prioritario inventariare lo spettro radio e favorirne un uso flessibile e condiviso, per promuovere innovazione. Cosi la decisione della Com- missione prevede che le bande 19201980 MHz e 2110-2170 MHz siano usate in modo flessibile per i servizi di comunicazione elettronici basati su tecnologie wireless avanzate, come Lte e altre tecnologie di punta. L'evoluzione del settore dimostra che queste tecnologie sono in grado di offrire una velocità di 30 Mbps a più utenti contemporaneamente, permettendo ai consumatori di accedere a servizi a banda larga ad alta velocità a prezzi competitivi. 8 n. 34 - 14 Novembre 2012 LE CITTA’ Elettrosmog. Piani comunali, inquinamento, interessi pubblici e privati in c ONDE AN Roma Nord. Forte la denuncia del Comitato Bambini senza Onde Cittadini vs i fuorionda di Radio Vaticana di SArA ScAtenA el cielo di Roma Nord, e, più preN cisamente, a Cesano, nel XX Municipio, svettano le altissime e molto discusse antenne di Radio Vaticana. Contro l’elettrosmog prodotto dall’emittente si sono negli ultimi anni battuti comitati, cittadini e istituzioni. Schierato in prima linea da più di dieci anni, il Comitato Bambini senza Onde non si è mai arreso, neanche di fronte alla notizia, diffusa l’estate scorsa, che dal mese di luglio tutte le trasmissioni in onde medie e in onde corte verso la maggior parte dell'Europa e dell'America sarebbero state trasferite sul web. Nel 2010 una perizia epidemiologica riferita agli anni compresi tra il 1993 e il 2000 aveva evidenziato che il rischio di malattie come leucemie, linfomi e mielomi nella zona rientrante nel raggio d’azione delle onde emesse dalle antenne di Radio Vaticana era di sei volte superiore alla media. A rischio, dunque, erano state individuate circa 200 mila persone tra chi già viveva nelle aree limitrofe all’impianto e futuri residenti che si sarebbero insediati nelle aree di più recente urbanizzazione. Era stato, dunque, aperto un procedimento ai danni di Radio Vaticana per getto pericoloso di cose e la perizia era stata depositata in sede di incidente probatorio durante il processo nel quale i responsabili dell’emittente erano stati indagati per omicidio colposo e lesioni gravi. Una prima vittoria era stata ottenuta, poi, il 24 febbraio del 2011 quando la Cassazione aveva condannato definitivamente i due imputati. La battaglia dei comitati per il trasferimento definitivo dell’impianto, però, non si è mai fermata e, di primaria importanza, a loro parere, continua a essere la necessità di sensibilizzare i cittadini per far pressione su tutte quelle istituzioni che, fin’ora, si sono tirate indietro. X Municipio. Celebri i casi di via Ferentano e via Gentile Proteste popolari e regolamenti ballerini Prese di posizione più o meno ufficiali, raccolte fondi, manifestazioni di dissenso popolare. Gli esempi, in cui il cittadino è dedito a combattere il fenomeno del cosiddetto “elettrosmog”, nel X Municipio certo non mancano. Si parla di antenne o, per dirlo in maniera tecnica ricalcando le pile di documenti presenti negli uffici del comune, di Sistemi Radio Base, antenne ed altri strumenti di telecomunicazioni di proprietà di compagnie di telefonia. Ripercorrendo la storia recente, impossibile dimenticare la manifestazione, con tanto di fiaccolata, che la popolazione del Municipio inscenò a marzo contro l’installazione di un’antenna in Via Francesco Gentile. Tornando però all’attualità, una delle zone più attive in materia è sicuramente quella di Quarto Miglio, in cui il comitato di zona ha anche organizzato una raccolta fondi contro l’installazione di un ponte radio base in via Ferentano 35 che, di fatto, sarebbe il sesto ripetitore in zona. A differenza del dissenso popolare, ormai a dir poco lapalissiano, le regolamentazioni in materia restano assai “ballerine” anche se, da una nota emessa proprio dal comitato di zona di Quarto Miglio si apprende che: “A seguito di colloqui intercorsi con il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica del Comune di Roma, vogliamo comunicare ai cittadini che l'installazione dell'antenna in via Ferentano 35, è stata temporaneamente sospesa per la mancanza dell'autorizzazione del vincolo paesaggistico”, ci preme precisare che la sopracitata “sospensione”, è un atto formale risalente al 19/06/2012 (“Richiesta di autorizzazione all’installazione di Stazione Radio Base in Via Ferentano 35 - art. 87 D.Lgs. 259/03” al Gestore Telefonico da parte del Dipartimento Programmazione ed Attuazione Urbanistica); tale “sospensione” è in realtà riferita non all’installazione bensì alla procedura autorizzativa della stessa”. riccardo Manai Castelli Romani. Tanti i Comuni senza un piano specifico Antenne, il problema è a m Anche nel quadrante tuscolano quella delle antenne è una vera e propria giungla. C’è l’affaire Monte Cavo a dominare, non solo fisicamente, l’intera scena ma nel frattempo i comuni stentano a gestire una materia complessa sia sul piano normativo che soprattutto logistico. I Comuni non possono imporre ai privati di non accettare le succose offerte dei gestori di telefonia pubblica e chi si è dotato di un proprio piano lo ha fatto sapendo di avere comunque poco potere. “Il piano - spiega l’assessore all’Ambiente di Frascati, Roberto Mastrosanti - ha solo il ruolo di suggerire le dislocazioni sanitariamente e logisticamente ottimali per le antenne. Ma nulla di più”. Come a dire che anche se il piano esiste, nessuno ne ha praticamente mai fatto uso. A Grottaferrata non c’è alcun piano antenne. “Se ne parla poco - ammette l’assessore Giovanni Guerisoli - ed il nostro Comune ad oggi ne è sprovvisto”. La verità è che comunque le amministrazioni comunali su questo possono ben poco perché i rapporti avvengono direttamente tra gestori e cittadini. Ma sembra un po’ come vendere l’anima al diavolo: per poche decine di migliaia di euro sulla propria testa poi la cantilena di chi si lamenta per le eccessive radiazioni elettromagnetiche (spesso senza neanche il conforto di misurazioni) diventa quasi paradossale. Capitolo a parte merita Monte Cavo. Il piano di coordinamento per la Nettuno. Gli abitanti hanno una grande paura per la propria salute Quel ripetitore gigante nel quartiere San Giacomo Da quando nei primi anni del 2000 la giunta comunale di Nettuno ha varato un piano di posizionamento antenne, da un giorno all’altro può capitare di trovarsi proprio davanti alla finestra di casa uno di questi mostri di acciaio, cavi ed onde elettromagnetiche. Più o meno è quello che è accaduto qualche mese fa nel quartiere San Giacomo, dove proprio nel giro di 24 ore i residenti hanno visto spuntare in mezzo ad un campo uno di questi ripetitori giganti. L’istallazione, avvenuta su terreno pubblico adiacente a campi sportivi, è fortemente criticata dai cittadini che abitano a ridosso dell’area: “Altre onde elettromagnetiche, altro smog, altri pericoli per la nostra salute”, è il coro unanime degli abitanti. La torre non è difatti la prima, poiché in zona sono molte le antenne che troneggiano a metri e metri su nel cielo e che da anni sono oggetto di una battaglia socio-politica che vede protagonisti i cittadini e le amministrazioni che si sono succedute. La giungla delle numerose torri-faro è diventata ancora più selvaggia a seguito dello scioglimento della giunta di un decennio fa, quando i democratici de La Margherita, si erano già fortemente opposti al proliferare delle antenne e ne chiedevano la rimozione, appellandosi ai commissari prefettizi. Purtroppo a quel tempo, in assenza di figure politiche di riferimento, non si ottennero i risultati sperati ed i cittadini hanno atteso invano risposte e fatti; a dire il vero lo fanno tuttora, con l’auspicio che i politici che si espressero anni fa in difesa dell’ambiente e della salute - e che sono gli stessi che oggi siedono in consiglio comunale possano farlo nuovamente, proprio ora che l’inquinamento da elettrosmog è sicuramente maggiore di dieci anni fa. Alessandro Bellardini Tutte le Notizie di tutti i Comuni della Regione Lazio n. 34 - 14 Novembre 2012 LE CITTA’ 9 ontrasto, proteste cittadine. Quello delle antenne è una vera e propria giungla NOMALE Tivoli. Per Comune e cittadini troppi i rischi ambientali e i danni paesaggistici o monte... Cavo dismissione degli impianti sembrava finalmente ben avviato e avrebbe dovuto delocalizzare il grosso a Monte Gennaro. Poi la spending review regionale ha tagliato i contributi per i lavori e non se n’è fatto nulla. E più che Cavo quello di Rocca di Papa è il monte delle antenne. Marco Caroni Elettrodotto Sagittario, una costellazione di critiche Tivoli, contro l’elettrodotto “Sagittario” il Comune e il Comitato cittadino proseguono la lotta, troppi i rischi ambientali e i danni paesaggistici. Si spera ora nel Consiglio di Stato. Dopo la sentenza del tribunale amministrativo dello scorso 30 agosto, che ha dato il via libera alla messa in funzione da parte di Rfi di “Sagittario”, il sindaco tiburtino Sandro Gallotti ribadisce: “No all'elettrodotto, ricorreremo al Consiglio di Stato. Salute pubblica e tutela ambientale sono priorità da difendere”. Prosegue quindi il braccio di ferro Tivoli - Rete Ferroviaria Italiana. “Contro l’elettrodotto faremo ricorso al Consiglio di Stato, proseguiremo la battaglia a tutela della salute dei cittadini e della difesa del paesaggio”. Così Gallotti “confermando l'impegno dell'amministrazione comunale contro i lavori relativi all’elettrodotto 66kv Roma Pre- nestina-Sagittario tratta SaloneCastel Madama”. Una battaglia, questa dell’amministrazione, che va a sostenere quella che da anni combatte il “comitato cittadino contro l’elettrodotto” che si è riunito in as- semblea pubblica lo scorso 10 novembre. “Occorre dimostrare che non siamo disposti a cedere perché è in gioco la nostra salute - dicono dal comitato -. Chiediamo che il Sindaco blocchi nuovamente i lavori e che l’elettrodotto Rfi, se proprio deve essere riattivato, percorra un itinerario lontano dai luoghi abitati”. Per il comitato, carte alla mano: “Rfi è tornata nuovamente alla carica, dopo aver vinto il ricorso al Tar basato su mappe vecchie che non riportano molti palazzi, dati progettuali contraddittori e sopralluoghi incompleti”. In occasione dell’incontro tra una delegazione del comitato e il vicesindaco, Giorgio Strafonda, chiesto anche un tavolo di confronto tra Comune, Rfi e comitato cittadino per studiare la possibilità di realizzare un percorso alternativo all'attuale progetto dell'elettrodotto. Michela Maggiani 10 n. 34 - 14 Novembre 2012 LE CITTA’ Roma Capitale di Marco Montini Campidoglio ce l'ha fatta: apIdilprovato dall’Assemblea il Bilancio previsione 2012 con 34 voti favorevoli, 20 contrari, 1 astenuto. La manovra, che ammonta a 10 miliardi, è stata mostrata in Campidoglio da Alemanno e dall’assessore al Bilancio Lamanda. Il documento include il progetto di bilancio deliberato dalla giunta a marzo e l’emendamento di ottobre, che ha integrato e sostituito quello di agosto per fronteggiare le modifiche del quadro normativo e l’evoluzione delle entrate e delle spese. La manovra, dice il Campidoglio, “riflette gli effetti della più imponente manovra restrittiva governativa mai attuata sugli enti locali”: taglio del 40% sui trasferimenti ai Comuni tra 2008 e 2012; riduzione dei margini d’investimento per il patto di stabilità. Il tutto, “in un contesto di pesante recessione economica con una contrazione del Pil del 6%”. L'impegno dunque è stato Il voto. Passa finalmente il documento di previsione Al foto finish approvato il Bilancio Scongiurato il commissariamento La manovra è da 10 miliardi di euro. Santori si astiene, Patanè critico con Alemanno volto a garantire i servizi essenziali e tutelare i cittadini più deboli, “in taluni casi aumentando il sostegno e i servizi alle persone più esposte alla crisi”. Meno risorse disponibili per la spesa corrente e maggiori esigenze di copertura: 730 mln per compensare il buco derivante dai minori trasferimenti statali e regionali, dalla contrazione di altre risorse e da aumentate necessità di spesa. Per ristabilire l’equilibrio finanziario, la manovra fa leva sull’Imu: aliquota al 5 per mille per le prime case e al 10,6 per seconde case e altri tipi di fabbricati. A rimettere in ordine la spesa contribuiscono poi maggiori entrate nette, tagli ai contratti di servizio, risparmi sugli oneri finanziari. E ancora: razionalizzazione della spesa dei dipartimenti, meno auto blu e meno missioni di servizio, “limiti più stringenti ai compensi dei dirigenti e degli amministratori”. Poi c'è il rafforzamento della lotta all’evasione fiscale. Gli introiti sono “destinati in prospettiva all’abbattimento dell’Imu e ad interventi per il sociale e l’occupazione”. Rispetto al rendiconto 2011 ci sono 18 milioni di euro in più per il sociale, circa 50 per la mobilità, circa 25 per l’ambiente. Tagli, invece, a infrastrutture, manutenzione urbana e a spese del Gabinetto del sindaco. LE REAZIONI - “Questa Amministrazione - dice Santori, consigliere astenutosi dall’approvazione del bilancio - che tratta i cittadini come bancomat pretendendo il pagamento Imu sulla prima casa con una delle aliquote più alte d’Italia e che svende il proprio patrimonio immobiliare, è arrivata a stanziare 50 mln per nomadi e extracomunitari mentre i romani annaspano nel tentativo di non annegare nei debiti. L’approvazione decreta la sconfitta dell’ostruzionismo becero della sinistra e certifica le anomalie che ho sempre denunciato”. Critico il presidente Pd Roma Patanè: “Si chiude per il Campidoglio e per l’amministrazione una brutta pagina, con una maggioranza paralizzata dai dissidi interni che non è stata in grado fino all’ultimo di licenziare la manovra, facendo convivere la città con lo spettro del commissariamento”. L'analisi. Ventimila incidenti solo nel primo semestre del 2011 Codici, ecco le strade più pericolose di Roma Bocciate Prenestina, Colombo e Tiburtina Dati sconcertanti quelli diffusi dal Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione Le piogge aumentano e, come ogni anno, anche il caos tra le strade della capitale di ceto non manca. Quello della sicurezza stradale è in effetti un tema sempre attuale in una città grande come Roma. Nelle principali arterie viarie della capitale ci si imbatte spesso in tratti di strada in pessime condizioni complicando, e non di poco, la vita di automobilisti e motociclisti. L’associazione Codici ha infatti interpellato sia il sindacato nazionale agenti di Assicurazione che i vigili urbani dipingendo un quadro assai poco confortante. I dati documentati dall’associazione Codici e diffusi dal Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione sono sconcertanti: il primo semestre del 2011 Roma ha registrato quasi 20 mila incidenti, 65 morti e 8mila feriti. Purtroppo dal 2011 ad oggi la situazione non ha subito grosse variazione anche se si parla di una diminuzione di incidenti stradali. Tuttavia, le strade della capitale continuano a mietere vittime e solo nel mese di ottobre si sono registrati incidenti gravi che hanno coinvolto pedoni e motociclisti. Il Primo ottobre in via Pineta Sacchetti un'anziana di 85 anni è morta sul colpo dopo essere stata investita da una Fiat Panda mentre attraversava la strada. Il 10 ottobre sulla Cassia Nuova all’incrocio con Via Pareto, zona Vigna Clara, una ragazza alla guida di uno scooter è morta per uno scontro frontale con un’auto. Proprio allo stesso incrocio, lo scorso anno un ragazzo filippino vi ha perso la vita; il 26 ottobre sulla Cassia è stato travolto un pedone. Analizzando poi le statistiche dei vigili urbani sul primo semestre del 2012, la top five horror tra le strade spetta a Prenestina, la Cassia, la Tiburtina, la Collatina e la Cristoforo Colombo sono le strade più pericolose della città con un totale complessivo di 1.261 incidenti, 820 feriti e ben 15 morti. “Nonostante si parli di una diminuzione di incidenti stradali commenta a questo proposito il segretario nazionale del Codici, Ivano Giacomelli - la questione della sicurezza stradale a Roma è una delle priorità da affrontare e che necessita di interventi concreti e mirati”. Le piogge stanno arrivando e ai romani, in macchina o in moto non fa differenza, non resta che incrociare le dita. riccardo Manai Il caso. Non si ferma la denuncia del comitato Imago dopo l’ultimo grave incidente I cittadini: “Mettete in sicurezza via Tieri: è pericolosa” Dopo l’ultimo grave incidente, dopo incontri tra cittadini e comitati e dopo il blitz del presidente della Commissione Sicurezza Santori, Via Tieri, pericolosa strada a ridosso del consorzio dell’Olgiata, torna a far parlare di sé. Lunedì 5 novembre Vincenzo Leli, portavoce di Imago XX, e Paula Treu, presidente della onlus Vivi Vejo, hanno incontrato Don Quirino, parroco di Isola Farnese, per tentate di trovare una soluzione al problema. La questione di Via Tieri è legata anche alla costruzione di una nuova Chiesa nel consorzio dell’Olgiata. Alla cerimonia di posa della prima pietra aveva preso parte anche Alemanno, che aveva promesso che sarebbero stati stanziati fondi per la realizzazione di una strada di collegamento tra il consorzio stesso e la tanto discussa Via Tieri. Il nuovo collegamento sarebbe fondamentale per ridurre il traffico sulla Cassia, evitando agli abitanti dell’Olgiata di transitare per Via Conti, e soprattutto, per sanare la situazione di Via Tieri. I tanto richiesti tutor, che segnalino la velocità di transito e sulla cui presenza in quella strada si era mostrato d’accordo anche Santori, sarebbero troppo costosi e anche i dossi non sono sembrati essere un’alternativa percorribile. Un progetto per questa strada esiste già , ma ad oggi nessun risultato è stato ottenuto. “Ciò che ci interessa - ha detto Leli - è che il problema di Via Tieri sia risolto. Richiediamo che venga realizzata la strada di collegamento e che potrebbe servire per ridurre il numero degli incidenti”. Sara Scatena n. 34 - 14 Novembre 2012 LE CITTA’ 11 VOCI DI QUARTIERE Roma Capitale a cura di Marco Montini Tanti problemi incombono sulla Capitale: criticità che i residenti desiderano sensibilizzare a gran voce. Le Città dunque darà periodicamente spazio alle denunce di comitati di quartiere e associazioni. Ecco qualche esempio dal territorio Codici Cdq Tor de Cenci Comitato Aeroporto Cdq Morena Metro: “Sei disservizi in tre settimane” Incontro con il presidente Calzetta Appello al presidente Mario Monti Un successo la Festa della Pedalata “È di qualche giorno fa l’ultimo disservizio Atac definito dall’Agenzia per la Mobilità come “inconveniente tecnico nella stazione Laurentina”, che ha causato rallentamenti sulla metro B. Oltre alle dichiarazioni sono giunte al Codici le testimonianze di utenti esasperati. La sequela è infatti lunga e farebbe perdere le staffe al più tranquillo e paziente degli utenti. In poco più di 3 settimane sono stati 6 i disservizi, dai rallentamenti per guasti tecnici, allo stop delle scale mobili, allo scoppio di un “botto” tra le stazioni di Monti Tiburtini e Pietralata, alla caduta di rami sulla rete elettrica di alimentazione. “Fortuna vuole che non sia ancora arrivato, il periodo delle piogge torrenziali e dei nubifragi - dice Giacomelli, Segretario nazionale del Codici - gli immancabili allagamenti nelle stazioni della metro avrebbero aggiunto disagio a disagio”. I problemi del tpl sono dunque evidenti e riguardano anche i mezzi di superficie. Sono, infatti, noti i ritardi degli autobus, le corse saltate ed il conseguente sovraffollamento dei mezzi. Non solo, molte vetture sono vetuste, non sono dotate di aria condizionata d’estate e di riscaldamento d’inverno né di pedana elevatrice per i disabili”. Qualche giorno fa il cdq di Tor de Cenci e i cittadini hanno incontrato il presidente del Municipio XII Calzetta per affrontare alcune problematiche che attanagliano la zona. Ecco dunque due delle principali tematiche, tirate fuori dai residenti e riassunte sul sito del cdq: “Centro sportivo Tellene: i residenti nella zona limitrofa al centro protestano da anni per il rumore che proviene dal cosiddetto “Pallone” a causa di tornei che, nel week end, iniziano la mattina e terminano, spesso, a notte inoltrata. Inoltre d’estate hanno il problema della piscina che ad agosto viene lasciata scoperta e sporca dando la possibilità alle larve di zanzare di svilupparsi e di creare enormi sciami che infestano l’intera zona. Chiedono che il “Pallone” sia coibentato o che i tornei si svolgano nei campi in muratura e per quanto riguarda la piscina che sia svuotata o completamente coperta”. Poi il destino dell'area dell'ex Campo Nomadi: “È sempre più probabile scrive il cdq - che venga accolta la proposta di mediazione tra quella del Comitato di Quartiere che chiede il capolinea del 706, del Filobus e un parcheggio di scambio e quella che vorrebbe la scuola calcio. È probabile che vengano fatte le due cose insieme”. Il Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Ciampino non smette di far sentire la sua voce. Dopo le manifestazioni di piazza delle scorse settimane, stavolta il gruppo di cittadini di Marino, Ciampino e X Municipio si è rivolto al premier Monti chiedendogli di “non approvare i nuovi accordi con Aeroporti di Roma senza il contestuale rientro dell'inquinamento entro i limiti di legge”. Il Comitato fa presente infatti che entro il 31 dicembre di quest'anno il Consiglio dei Ministri dovrà stabilire se approvare la convenzione e il contratto di programma firmati tra Aeroporti e Enac per la gestione dei due scali capitolini Da Vinci e Pastine. “I nuovi accordi con AdR, contenenti anche un pesante aumento delle tariffe aeroportuali che si scaricherà sugli utenti - rimarca il comitato aeroportuale - saranno validi solo a seguito della emanazione di un decreto del presidente del Consiglio che li ratifichi. Ma, nonostante le numerose promesse e gli impegni assunti dalle istituzioni a tutti i livelli, nulla si sta muovendo affinché vengano adottate decisioni impegnative che, contestualmente alla firma del decreto da parte del premier, garantiscano ai cittadini l'immediato rientro del traffico dell'aeroporto di Ciampino entro i limiti di legge”. Lo scorso giovedì primo novembre, nel quartiere di Morena, abitanti e comitato di quartiere si sono incontrati per la prima edizione della Festa della Pedalata. Un'iniziativa alla quale hanno partecipato in molti e che, con la presenza anche di alcune associazioni del quartiere, ha decisamente illuminato una giornata che in molti ricorderanno a lungo. La manifestazione è partita da Via di Morena e, dopo aver percorso via della Stazione di Ciampino e via Pazzano, ha fatto una breve tappa nel parco pubblico e vedere i nuovi giochi bambini appena reinstallati. Il giro continua per via Casignana per percorrere poi l’unico tratto della “Pista ciclabile dei sogni”. Quella che finanziata con fondi per il Giubileo del 2000 ma che non è mai stata ultimata. Seguendo il percorso di una possibile pista ciclabile che i cittadini sperano potrà essere inserita nel progetto di riqualificazione del Print, si è arrivati in Via dei Sette Metri per poi concludere la pedalata davanti alla scuola Anna Magnani. Un'iniziativa che i tanti bambini presenti sembrano aver apprezzato e che, ai più grandi, ha invece dato modo di scoprire un'alternativa valida per alleviare la piaga della mobilità a Morena. grottaferrata AFH GRUPPO FABRIZI HOLDING S.p.A. marino Vendesi/Affittasi immobili residenziali e commerciali Ufficio vendite in loco. Aperti dal lunedì al sabato nei seguenti orari 9-13 e 15-19. Domenica 9-13 Tel. 06.79.81.16.04 - Cell. 329.86.30.808 / 329.86.30.809 / 329.73.11.019 / 329.73.11.020 www.afhspa.it [email protected] 12 LE CITTA’ Metropoli nord Bracciano. Decisione presa dal primo cittadino Sala n. 34 - 14 Novembre 2012 Fiano Romano. Parte la denuncia del sindaco alla Procura Ancora arsenico, scatta l’ordinanza Nuovo disservizio idrico, Ferilli non ci sta Niente uso potabile per l’acqua della fontana Mantenuto l’impegno del Comune intrapreso di Piazza Arnaldo Prato. Appello alla Regione Lazio nell’assemblea con i cittadini del 4 ottobre di Sara Scatena I l problema dell’arsenico nell’acqua per i comuni a nord di Roma non è certo notizia recente. Nell’ultimo periodo sembrava che la situazione fosse tornata alla normalità, almeno nella maggior parte dei casi. La scorsa settimana, però, il sindaco di Bracciano, Giuliano Sala, è stato costretto a vietare, con un’ordinanza, l’utilizzo per uso potabile della fontana di Piazza Arnaldo Prato, dove il Dipartimento di Prevenzione - Servizio Igiene e Sanità Pubblica della Asl ha riscontrato una concentrazione di arsenico nell’acqua superiore ai limiti imposti dalla legge. Il primo cittadino ha vietato, dunque, l’uso dell’acqua per quanto riguarda anche la preparazione di quegli alimenti il cui l’acqua è in gradiente fondamentale e la cottura e la ricostituzione di essi. “La fontana - ha detto l’assessore alle Politiche Ambientali, Paola Lucci - è alimentata dall’acquedotto Fiora che è attualmente oggetto di un intervento mirato a ridurre la concentrazione dell’arsenico. Abbiamo, infatti, già individuato due pozzi con valori di arsenico al di sotto della soglia di legge. Al problema, che richiede notevoli investimenti, stiamo cercando di dare soluzione e abbiamo programmato un intervento di miscelazione delle acque dell’ acquedotto Fiora con quelle dei nuovi pozzi”. Intanto, mentre l’assessore alle Risorse Idriche, Ivano Michelangeli, ha inoltrato nuovamente richiesta alla Regione Lazio per interventi strutturali colti alla risoluzione del problema, la fontana resta chiusa. Disservizio idrico a Fiano Romano, dal Comune partita la denuncia alla Procura della Repubblica. Mantenuto, così, l’impegno preso dal sindaco Ottorino Ferilli in occasione dell’assemblea pubblica con i cittadini dello scorso 4 ottobre. “Pochi giorni fa - si legge in una nota del Comune - è stato depositato presso il Tribunale di Rieti l’atto di denuncia alla Procura della Repubblica per accertare le eventuali responsabilità sul disservizio idrico che ha colpito Fiano Romano negli ultimi mesi e che a tutt’oggi non dà segni di ripresa”. “Negli ultimi anni la situazione ha assunto carattere di emergenza e di grave disagio per i cittadini - così Ferilli nella denuncia la popolazione è ormai allo strenuo e non è più in grado di tollerare una situazione che la condanna a rimanere priva di un bene primario per la vita per intere giornate e senza conoscerne i motivi”. Senz’acqua da troppo tempo i cittadini e ora si cercano eventuali responsabilità e gli autori “per l’interruzione di un pubblico servizio, accertato il fatto che tale interruzione costituisce nella prolungata, improvvisa ed ingiustificata interruzione, reato penale”. “La denuncia – conclude Ferilli - è un atto dovuto per la tutela e protezione dei nostri cittadini”. In alcune zone è dall’aprile scorso che l’acqua manca fino a 14 ore consecutive. Colpa della siccità. Sembrerebbe comunque che sia vicino il collegamento con il Peschiera. I lavori dovrebbero cominciare a gennaio 2013. Per il momento si va avanti con cisterne e autobotti. Michela Maggiani n. 34 - 14 Novembre 2012 Metropoli sud Frascati. Pericolo chiusura per la storica struttura LE CITTA’ 13 Velletri. Denuncia di alcune associazioni cittadine Destino segnato per le Scuole Pie Allarme palazzi, la Rete si mobilita di Marco caroni U n colpo di spugna per gettare alle ortiche 400 anni di storia. Il destino delle “Scuole Pie”, le più antiche scuole popolari d’Europa, pare segnato. L’istituto sembra destinato alla chiusura. Ad ufficializzare quella che era più di una voce è il dirigente scolastico padre Martino Gaudiuso che con una lettera aperta ha confermato la chiusura. “L’ordine - spiega il padre mi è stato impartito dal padre superiore provinciale Ugo Barani dopo che era stato il Consiglio dei rettori scolopi d’Italia a prendere la decisione a settembre. Sono convinto che, pur nel pieno rispetto delle scelte e dell’autorità dei miei superiori, ognuno di noi abbia obblighi morali verso la storia e l’umanità”. Forte l’impatto della notizia: da sempre Frascati ha legato il suo nome a quello delle scuole, un legame reso ancora più forte nel secon- do difficile dopoguerra quando finiti i soldi provenienti dal piano Marshall, furono i frascatani a consentire la ricostruzione dell’istituto e della chiesa distrutti nel '43. Frascati si mobilita e tra raccolta firme, appello sui network e messa del 25 novembre quando si celebrerà proprio San Giuseppe Calasanzio, il timore è che dietro la chiusura ufficialmente per motivi economici si possa nascondere una speculazione di tipo commerciale. Con la più antica scuola popolare d’Europa convertita a struttura alberghiera o, ancor peggio, a supermercato. Ipotesi queste tutt’altro che campate in aria. “Palazzi in mezzo alla campagna e complessi residenziali devastanti”. E’ un quadro impietoso, quello che la Rete Beni Comuni Raffaele Marchetti fa di Velletri. La denuncia arriva da un coordinamento di realtà associative che da anni lottano per la difesa dalle devastazioni ambientali e dalla corruzione della politica, che ha al suo interno i membri de La Spinosa per l’ambiente, del Comitato per l’Acqua Pubblica e dell’associazione Velletri a Cinque Stelle. Nel mirino della Rete l’abusivismo edilizio e la cementificazione selvaggia, “che stanno mangiando terra proprio a ridosso del Centro storico e della prima periferia”. Temi che verranno sviscerati il 16 novembre in un incontro con Paolo Berdini, autore di studi su abusivismo e consumo di territorio. Al suo fianco Fabrizio Pistolesi, presidente della Federazione dell’Ordine degli Architetti Lazio. Si discuterà poi del vituperato progetto nel- l’area dell’ex Co.Pro.Vi, che “prevede la costruzione di 55mc, ben oltre i 44mila previsti dal Prg. Un risultato ottenuto sommando due tipi di intervento urbanistico: le misure previste dal Piano Casa della Regione e l’accordo di programma”. Un’operazione che le associazioni definiscono “illegittima”. Ma non è tutto, visto che spuntano denunce per altre lottizzazioni che spingono i contestatori a chiedersi a “chi siano destinate tutte queste case, dato l’enorme numero di abitazioni in vendita nei nuovi complessi residenziali”. Daniel Lestini Bellegra Genazzano Grottaferrata Velletri A rischio la Guardia medica Inaugurato il nuovo Cup E' caos nel Partito Democratico La città riabbraccia l'Artemisio Il rischio di chiusura da parte dell’Asl RmG della Guardia medica di Bellegra è sempre più probabile per effetto dei tagli al servizio sanitario. A confermarlo è il sindaco Moselli, che denuncia i disagi possibili sui suoi cittadini e quelli dei paesi limitrofi che usufruiscono della Guardia medica. Il rischio è di dover rivolgersi al presidio di Olevano Romano, con dilatamento dei tempi di percorrenza e aumento dei costi per gli utenti. Il sindaco ha chiesto una precisazione al direttore generale dell’Asl Brizioli, esigendo informazioni sulle notizie diffuse in questi giorni, ma finora senza risposta. “Sembra confermata l’ipotesi da di chiudere il presidio di Guardia Medica di Bellegra - dice Moselli Non ho ancora ricevuto comunicazione ufficiale, ma intendo sin da ora comunicare la netta contrarietà dell’Amministrazione a tale decisione”. A preoccupare il sindaco sono le conseguenze della decisione sulla salute collettiva. Dopo lo smantellamento dell’ospedale di Subiaco la chiusura della guardia medica sarebbe ulteriore impoverimento della sanità nel territorio. È stato inaugurato il Centro unico prenotazioni nel distretto sanitario di via Andreani. Presenti il sindaco Ascenzi, il direttore del distretto sanitario 5 Asl-RmG Troiani, e molti cittadini per l’apertura di un centro importante per prenotazione di visite e assistenze sanitarie. Il servizio soddisferà le esigenze degli utenti di Genazzano che intendono avvalersi di visite ed esami specialistici prestati dagli operatori sanitari dell’Asl-RmG. Una soluzione che eviterà a anziani e disabili di recarsi necessariamente a Palestrina per prenotare esami da effettuare nel distretto sanitario genazzanese. “Abbiamo dato risposta alle esigenze dei nostri cittadini”, dice Ascenzi, sostenendo “la necessità di mantenere vivi questi presidi, nonostante gli enormi sacrifici per le Asl e i tagli del governo”. Il distretto di via Andreani, realizzato una ventina di anni fa, rimane un presidio sopravvissuto al riordino della sanità pubblica locale dai tempi della Usl di Palestrina, e oggi è polo che risponde alle esigenze della comunità. Si.ro. Si attende il passaggio ufficiale ma il dado è tratto. Consoli, Arpaia, Bongirolami e Capulli sono usciti dal Pd: i dissidenti hanno inviato una lettera al sindaco e al segretario Pd Esuperanzi. A pochi giorni di distanza la rivendicazione della nuova posizione, rispondendo “picche” alla richiesta di confronto posta dal segretario. Manca la voce ufficiale dei quattro consiglieri che hanno comunque confermato - per il momento - il sostegno al sindaco. Che da par suo si è messo in finestra per seguire le evoluzioni. Il passaggio ufficiale sarà quello della costituzione di un nuovo gruppo consiliare, sempre di maggioranza: da valutare resta la posizione dei 4 nei confronti del Pd sovracomunale ma appare evidente che, regolamento alla mano e sulla base di quanto accaduto già a Genzano, per i dissidenti si aprano le porte della sospensione dal partito se non proprio l’espulsione. Per il centrosinistra una brutta tegola: il sindaco sarà comunque chiamato ad operare una verifica di maggioranza per toccare l’effettivo peso del passo compiuto dai quattro. Ma.ca. 10 novembre 2012. A 25 anni di distanza Velletri riabbraccia il suo teatro: l’Artemisio. Con una duegiorni che sembrava non dover arrivare più, dopo anni di polemiche e annunci disattesi. Invece il giorno atteso è giunto e Velletri l’ha festeggiato con un cerimoniale che ha interessato tutta la città, a partire da Corso della Repubblica, dove sono stati portati in scena personaggi dei film di Fellini. Colpo grosso per l’Amministrazione Servadio con l’opposizione che si è limitata a compiacersi per l’inaugurazione, quasi a voler rimarcare che i tasselli sono stati tanti e messi un po’ da tutti. La struttura è stata intitolata a di Gian Maria Volontè, che vi si esibì come attore e che, soprattutto, lottò ferocemente per la sua riapertura. Ricco il programma delle prossime settimane, dal concerto di Finardi allo spettacolo prenatalizio di Gene Gnocchi. Unica nota stonata il furto dei discendenti in rame avvenuto nella notte successiva all’inaugurazione, sul quale potranno far luce le videocamere di sorveglianza. Led 14 Litorale LE CITTA’ n. 34 - 14 Novembre 2012 Pomezia. Centinaia gli alunni delle scuole superiori sotto la sede del Comune Pomezia/1 Studenti e docenti in corteo contro la legge Asprea Menarini, scongiurati i tagli al personale Incondizionato l’appoggio dell’amministrazione del sindaco De Fusco Aperto un tavolo permanente tra istituti e istituzioni locali Scongiurati i tagli di personale alla Menarini di Pomezia, dopo che era circolata la voce di mille esuberi sui 3.600 dei dipendenti totali della farmaceutica, collocati negli stabilimenti presenti sul territorio nazionale. Fortunatamente il sito di Pomezia non sarà investito dalla ristrutturazione che, però, si è resa necessaria per l’azienda a seguito della legge che impone ai medici di base la prescrizione del solo principio attivo del farmaco e non più il nome commerciale del medesimo. La Menarini aveva annunciato con rammarico riduzioni di personale, non specificando dove e così per i dipendenti di Pomezia era iniziato un periodo di grande tensione con tanto di mobilitazione sindacale, ora rientrata. I vertici, in attesa di un tavolo di trattative al ministero dello Sviluppo economico, hanno sospeso qualsiasi provvedimento, annunciando anzi nuovi investimenti per 800 mln nei prossimi anni, grazie ad un accordo siglato con la Oxford Bio Therapeutics, leader nel settore biomedicale. Ale. Be. di AlessAndRo BellARdini G li studenti delle scuole superiori di Pomezia fanno sentire la propria voce alle istituzioni comunali, con un raduno pacifico e civile che li ha raccolti a centinaia fin sotto alla sede del Comune. Lì hanno chiesto che il loro “No” alla legge Aprea fosse almeno ascoltato da chi sta al potere nella loro città. La proposta di legge prevede delle disposizioni che, secondo studenti e docenti, andrebbe a depauperare una scuola pubblica già provata e ristrutturata dalla spending review e che, con questa legge, andrebbe dritta verso la privatizzazione. Alcuni punti salienti contestati sono l’abolizione del consiglio di istituto in luogo del consiglio dell’autonomia - aperto anche a figure esterne -, la formazione di consorzi e reti per l’autonomia scolastica, nonché l’abolizione di molte norme conte- nute nel testo unico della scuola. È contro tutto ciò, che gli studenti pometini del liceo Pascal, dell’Istituto d’Arte, del Copernico, dell’Ipsia hanno alzato la voce, chiedendo un confronto con il Sindaco De Fusco e l’assessore alla Cultura Del Buono che li hanno ricevuti ed espresso pieno appoggio alle istanze dei ragazze: “Da parte dell’Amministrazione - ha detto il primo cittadino - c’è totale solidarietà con la protesta. I continui tagli agli enti locali così come a scuole e sanità non fanno che confermare l’attacco al pubblico e ai servizi. Colpire l’istruzione, con i tagli alla scuola pubblica e con riforme che riducono le risorse per il futuro dei nostri figli, significa Tor San Lorenzo. Un bell’esempio di civiltà colpire l’elemento primario della nostra civiltà”. L’incontro si è concluso con il progetto di aprire un tavolo di confronto permanente tra studenti ed istituzioni: “È necessario fare fronte comune - ha continuato il sindaco - anche per analizzare e capire cosa accadrà agli istituti medi superiori con la cancellazione della Provincia e la costituzione dell’area metropolitana”. Cerenova. Mugugni di numerosi utenti tirrenici I giovani rifanno il look alla piazza Quando il servizio postale Il sindaco Luca Di Fiori loda l’iniziativa e si complimenta con i meritevoli ragazzi è Postamat...to In un periodo storico come il nostro, nel quale troppe volte le giovani generazioni stanno salendo alla ribalta delle cronache per fatti legati il più delle volte ad episodi criminosi (bullismo, baby bang, droga, sballi vari e chi più ne ha più ne metta), un esempio positivo arriva da Tor San Lorenzo. Lunedi scorso infatti, i ragazzi del quartiere hanno verniciato tutte le panchine, tagliato l’erba e messo a dimora alcune piante ornamentali ed ulivi nella piazza del “Patio”. I giovani, stanchi di vedere il luogo abbandonato al degrado ed alla sporcizia nonostante gli sforzi dell’amministrazione, hanno deciso di dare una mano e si sono dati appuntamento con pennelli, pittura e tagliaerba, rifacendo letteralmente il look alla bella piazza del comune ardeatino. Dimostrando un forte attaccamento al loro territorio, hanno raccolto tante bottiglie e tappi di birra lasciate abbandonate in prevalenza da stranieri di diverse nazionalità che solitamente bivaccano nella piazza. Saputo dell’iniziativa, sul posto è arrivato il sindaco Luca Di Fiori, accompagnato dal maggiore Luciano De Paolis, comandante del distaccamento di Tor San Lorenzo. Il primo cittadino si è complimentato con i ragazzi, con i quali tra l’altro si è impegnato ad un maggior controllo ed attuazione della ordinanza antibivacco, per far sì che non si ricrei il clima di inciviltà del passato. I giovani, dal canto loro, hanno promesso di curare la piazza come il giardino di casa propria, per evitare che vandali senza cultura possano continuare a bivaccare sulla piazza rendendola una zona invivibile. In cambio, “la piazza dovrà essere intitolata ai giovani di Tor San Lorenzo ed ospitare una targa per il giovane Carlo Alberto De Paolis, scomparso prematuramente la scorsa settimana a seguito di un incidente stradale”, hanno chiesto al sindaco i ragazzi. Ale.Be. Mugugni e lamenti a Cerenova. Oggetto della polemica il servizio bancomat delle poste italiane. Laura a riguardo si esprime così: “All’inizio credevo fosse uno scherzo, ogni volta che andavo a prelevare nello schermo del terminale il messaggio servizio non attivo mi scatenava imprecazioni. Pensavo fossi perseguitata da una costante iattura”. Ed invece quanto successo a Laura è accaduto, accade, a decine di residenti e non che, con l’intenzione di prelevare, rimangono scontenti. “Il bello - racconta Domenico - è che non si possono utilizzare nemmeno le altre voci, ci accontenteremo anche di un semplice riepilogo delle spese…”. Il servizio telematico Postamat pare si guasti momentaneamente soprattutto nelle ore serali, quando gli uffici sono chiusi. “La sera afferma Fabiana- è già pericoloso decidere di ritirare i soldi in una zona di per sé poco illuminata se, a ciò, si aggiunge la beffa del distribu- tore fuoriuso il malumore aumenta”. Il disservizio poi non si limita solo a Marina di Cerveteri ma si estende anche nella vicina Ladispoli. “Purtroppo - dichiara Luca quando occorre ritirare i soldi l’inconveniente è sempre dietro l’angolo. La scorsa settimana i tre Postamat di Ladispoli erano in tilt”. Giovanni invece è meno drastico: “Tutto sommato il servizio è funzionante, le cose - le definisce così telematiche sono soggette qualche volta ad incepparsi, capita”. Raffaele Caldarelli n. 34 - 14 Novembre 2012 LE CITTA’ 15 LE CITTA’ le Specia 2 01 USA 2 informazione & cultura Gli americani non hanno avuto dubbi: “Buona la seconda, mister President” di Donatella Mulvoni da New York N onostante i sondaggi dessero Obama e Romney testa a testa fino all’ultimo giorno, non ho mai pensato che i repubblicani potessero veramente farcela. Il loro cammino era troppo in salita e sdrucciolevole per riuscire a convincere la maggior parte degli Stati indecisi. Alla fine Obama ne ha conquistato otto su nove, lasciando agli avversari solo la Carolina del Nord. Certo, nessun presidente dagli anni di Roosevelt (alla Casa Bianca fra il 1933 e il 1945) è mai stato rieletto con un tasso della disoccupazione all’8%, ma da allora i tempi e soprattutto gli Stati Uniti sono cambiati molto. Non basta più dire “vi riporterò all’epoca del sogno americano, quello che ha fatto grandi personaggi come Steve Jobs”. Non basta perché quell’epoca è finita. In economia Obama poteva fare di più, però il suo elettorato ha riconosciuto che ora si sta meglio di quattro anni fa. Gli ha dato ancora fiducia perché “non si può risolvere tutto in un solo mandato. Abbiamo costruito le fondamenta per riprenderci”, mi hanno detto tanti democratici che ho intervistato per strada, a New York, nella Carolina del Nord, in Ohio. Il presidente li ha convinti sostenendo che i posti di lavoro si creano investendo nell’istruzione, nell’innovazione e nelle infrastrutture. Che il deficit si combatte prima di tutto alzando le tasse ai ricchi, a quelli che come lui guadagnano più di 250mila dollari. Con il voto di martedì sera, hanno rifiutato l’idea repubblicana del “I Built it”, “l’ho costruito da solo” il mio business; riconoscendo invece ai democratici importanti passi avanti: in tema di riforma sanitaria, di diritti civili con l’abolizione del “Don’t Ask don’t tell”, che permette anche agli omosessuali di arruolarsi e con il “Dream Act”, che offre agli immigrati arrivati in America prima dei 16 anni, la possibilità di ottenere i documenti per lavorare. Anche in tempi di crisi, il successo e la realizzazione personale non possono bastare da soli per stare bene. Se fosse stato più coerente e più moderato, Romney avrebbe avuto più chance di strappargli la Casa Bianca. Invece ha condotto una campagna elettorale confusa. Ha promesso 12 milioni di posti di lavoro e riduzione del deficit senza aumentare le tasse a nessuno o compromettere i programmi sociali. Molte donne e giovani propensi a cambiare idea rispetto ai 2008, non l’hanno fatto spaventati dalle frasi choc ed estremiste sull’aborto, dalla riforma e privatizzazione del Medicare, che mette a rischio il programma sanitario pubblico offerto agli over 65, ma anche dalla posizione incerta e interventista in politica estera, soprattutto con l’Iran. Gli americani non vogliono altre guerre. E.PRE CO.G CO.GE.PRE Via Prenestina Nuova 133 00036 - Palestrina (RM)CO GE PRE 16 LE CITTA’ le Specia 2 01 USA 2 Open Space Presidenziali. Rieletto alla Casa Bianca con un consenso ancora fortissimo tra afroamericani (93%) ispanici e donne: l’entusiasmo è minore, le aspettative maggiori rispetto al 2008 MISTER OBAMA 4 MORE YEARS Ma ora gli Stati Uniti aspettano il vero cambiamento Tasse, disoccupazione, equilibri politici tra le opposte maggioranze alla Camera e al Senato sono i principali nodi da sciogliere Oltre all’assenza di Hillary Clinton alla Segreteria di Stato che potrebbe pesare nella risoluzione di fronti caldi come Siria e Iran di Donatella Mulvoni da New York arack Obama ha vinto anche B grazie a Robert. L’ho conosciuto in Ohio, qualche settimana prima del voto, mentre faceva la fila davanti a una mensa per i poveri a Columbus. È un signore nero alto e sorridente, con 22 anni di arruolamento alle spalle. Durante l’inverno riceve i sussidi statali e l’estate lavora per una compagnia della green economy, una delle 100 aziende a cui il Dipartimento di Stato ha concesso gli stimoli federali per incentivare lo sviluppo dell’energia pulita. “Se mi hanno assunto lo devo al presidente”. Per questo sono democratico e per questo da mesi “cerco di convincere tutti i miei amici e gli afroamericani che incontro ad andare a votare. Dai discorsi che sento fare in giro mi sembrano svogliati, disillusi”. La comunità afro invece non ha tradito il presidente, come molti temevano. Proprio in Ohio, in uno degli Stati in bilico più importanti da vincere per arrivare alla Casa Bianca, si sono mobilitati in massa, superando anche le percentuali di quattro anni fa. Tra di loro il presidente ha raccolto il 93% dei voti. Ma a spingere il primo presidente nero verso la rielezione sono state anche le donne, i giovani e gli ispanici. Ha raccolto 332 Grandi Elettori contro i 206 dell’avversario Mitt Romney (le elezioni negli Usa si giocano a livello Statale. Ogni Stato ha un numero di “Grandi elettori” da assegnare in base alla sua popolosità. In tutto sono 538, per vincere ne servono 270). È stata una vittoria netta, anche se tirata fino alla fine. I democratici hanno saputo intercettare i bisogni dell’elettorato più attivo. Le donne, molte probabilmente spaventate dalle posizioni radicali dei repubblicani sul tema dell’aborto, e gli elettori dai 18 ai 29 anni hanno voluto credere anche quest’anno alle parole del presidente: “il meglio deve ancora venire” in tema di occupazione e di istruzione soprattutto; mentre Il 71% degli ispanici gli ha dato il voto, sognando subito la “riforma dell’immigrazione”, promessa quattro anni fa. Come ha scritto Joshua Green sul settimanale Bloomberg Businessweek “i repubblicani sono diventati prigionieri del dato demografico”. Il loro elettorato più fedele è quello dei bianchi sopra i 65 anni. Ma la loro influenza scende di 2 punti ogni quattro anni. Come scrive ancora Green “nel 1980 il loro voti rappresentavano il 90% del totale, quest’anno contano solo per il 72%”. I repubblicani sanno che se vogliono avere qualche chance di vittoria nel 2016 devono rinnovarsi e rivedere la loro agenda. Non possono più puntare solo sull’economia, devono diventare competitivi anche sul piano dei temi sociali e rivolgersi a tutte le fasce della popolazione. Nonostante fosse una lotta testa a testa (al voto popolare alla fine Obama l’ha spuntata con meno del 3% di distacco), lo scorso martedì notte i democratici a Chicago, come a Times Square, nel cuore di New York, avevano già iniziato a festeggiare prima dei risultati ufficiali. Tutti i timori di parità, riconteggio e brogli, sono svaniti subito dopo l’inizio dello spoglio. Non è servito neanche il risultato della Florida, arrivato solo un paio di giorni fa a causa di problemi legati alle lunghe file ai seggi che hanno rallentato il conteggio delle schede. Per le strade di Manhattan c’erano schermi che trasmettevano lo spoglio ovunque. Nelle piazze, nei bar, nei ristoranti, persino nelle vetrine di qualche banca nel centro. Certo l’entusiasmo non era quello del 2008, quando gli americani si erano convinti che stavano vivendo un sogno, ma è stato comunque forte e vibrante. Almeno quelli di fede democratica, credono ancora che in “4 more years” Obama sarà capace di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale: riportare gli Stati Uniti verso quella prosperità vissuta negli anni del presidente Clinton. È un’America che sta cambiando demograficamente, che si dimostrata pronta anche a fare importanti passi avanti a livello sociale: due Stati, Maine e Maryland e forse Washington, hanno detto si al referendum sulle nozze gay. Al Senato c’è stata una valanga rosa: sono state elette 20 senatrici donne, tra queste anche la democratica Tammy Baldwin, la prima rappresentante femminile del Wisconsin, e soprattutto la prima senatrice omosessuale della storia. Non sarà facile per il presidente Obama mantenere viva la fiducia che l’America gli ha concesso, soprattutto perché il Congresso è ancora spaccato, la Camera è a maggioranza repubblicana, mentre il Senato è democratico. Le sfide a cui è chiamato sono numerose, alcune delle quali impellenti. Sarà fondamentale riuscire a superare lo stallo legislativo che ha caratterizzato gli ultimi due anni della sua presidenza. Lui si è detto disposto al dialogo e al compromesso, se anche la controparte però farà mostra di un atteggiamento equilibrato. Entro la fine dell’anno si dovrà trovare un accordo al Congresso sul piano di riduzione del deficit. L’obiettivo di Obama è convincere i repubblicani della necessità di aumentare le tasse a chi guadagna oltre 250mila dollari l’anno. Se non riusciranno a concordare un piano comune, gli Usa rischiano la recessione, perché senza un accordo a gennaio scadranno gli incentivi fiscali introdotti nel 2001 da Bush e contemporaneamente scatteranno tagli alla spesa pubblica. Lo step successivo sarà creare posti di lavoro. La disoccupazione, al 7,9%, è an- cora troppo alta. Preme anche la necessità di una riforma dell’immigrazione. Ci sarà tanto da fare anche in politica estera. Il primo problema è l’Iran e la sua minaccia nucleare, poi la Siria, dove è obbligatorio mettere fine alla guerra civile che ha portato a un vero e proprio massacro. Ancora: la fine della guerra in Afghanistan, il recupero dei veterani e la questione mediorientale, spina del fianco di ogni amministrazione americana. I rapporti tra israeliani e palestinesi sono ancora in una fase di stallo, entrambi si aspettano molto dal secondo mandato del presidente. Proprio in questo difficile campo, l’amministrazione Obama perde un’importante pedina: Hillary Clinton, che lascerà la carica di segretario di Stato. Insomma, il presidente insieme a Michelle e le due figlie Malia e Sasha e al vice Joe Biden, hanno avuto veramente il tempo di una notte per festeggiare la rielezione. Saranno quattro anni tirati, per riposarsi Barack Obama dovrà aspettare la fine del suo secondo e ultimo mandato alla Casa Bianca. LE CITTA’ 17 Sì ai matrimoni gay e cannabis, le due battaglie parallele alla rielezione del presidente S orride Obama, ma i risultati delle urne rallegrano anche gli attivisti per i diritti degli omosessuali e i sostenitori della legalizzazione delle droghe leggere. Dopo il sostegno a maggio del presidente, il voto popolare in Maine, Maryland e Washington si è espresso in favore delle nozze gay. In Minnesota invece gli elettori hanno bocciato una proposta che prevedeva l’introduzione di un emendamento costituzionale per vietare le unioni non etero. Gli attivisti, dopo anni di lotte in questi Stati, sono finalmente felici e sperano che questo voto possa servire da esempio per far sbloccare anche gli altri. Tre bandierine importanti che si aggiungono a Massachusetts, Iowa, Vermont, Connecticut, New Hampshire, New York più il Distretto di Columbia. “Quando gli elettori hanno l’opportunità di ascoltare direttamente quello che hanno da dire le coppie omosessuali innamorate, votano in nome dell’equità” ha detto Rick Jacobs, membro dell’associazione californiana Courage Campaign, all’Associated Press. “Chi si oppone alla libertà di matrimonio si trova chiaramente dalla parte sbagliata della storia”. La legalizzazione delle droghe leggere è insieme alle nozze gay l’altro grande quesito del calderone referendario al voto il 6 novembre scorso. Washington e Colorado hanno dato l’ok, al contrario dell’Oregon, all’uso della cannabis per fini ricreativi, regolandone produzione, possesso e distribuzione . Non è così semplice però. Gli adulti sopra i 21 anni potranno comprarne meno di 30 grammi nei negozi specializzati, o coltivare solo alcune piantine a casa, ma è tutto ancora in bilico perché questa decisione entra in conflitto con la regolamentazione federale. Non è ancora chiaro quando e come la controversia verrà risolta. Il Massachusetts invece si aggiunge agli altri 17 Stati che riconoscono l’uso terapeutico della marijuana, mentre in Arkansas ha vinto il fronte del no. Sono stati tanti i referendum, diversi da Stato a Stato, che il giorno dell’Election Day hanno accompagnato la scelta del presidente Usa nelle schede elettorali. Per citarne solo altri due: in California, gli elettori hanno deciso di non abolire la pena di morte e hanno votato si al quesito che impone agli attori dei film porto diindossare i preservativi durante l’orario di lavoro. Do.Mu. i su ltac Asco 18 LE CITTA’ le Specia 2 1 0 2 A US PENSIERI 3P n. 34 - 14 Novembre 2012 PERSONE P A R O L E LA BANDA DEI KENNEDY Al Capone, le mafie, i mille tradimenti tra sesso e alcol della dinastia più terribile della storia in un libro scritto da un italiano. E dimenticato di Luca Bagatin I l primo a smascherare la più terribile dinastia della storia del ’900, ovvero i Kennedy, fu Pier Carpi, classe 1940, giornalista d’inchiesta scomparso prematuramente nel 2000. Con “La banda Kennedy”, edito nel 1980 (Centroedizioni) e ripubblicato nel 1992 (Gribaudo editore), Pier Carpi - nella forma del romanzo illustra l’ascesa e la caduta dei Kennedy. Nel romanzo possiamo vedere all’azione Joseph Kennedy, prima imprenditore e successivamente promesso sposo - per mero interesse - di Rose Fitzgerald, figlia del sindaco democratico di Boston, “Honey Fitz”. Joseph “Joe” Kennedy, il quale aveva fatto i soldi grazie al proibizionismo e dunque alla sua amicizia con Al Capone, che, purtuttavia, su richiesta della Cia troverà il modo di farlo arrestare e così si garantirà le simpatie dei servizi segreti Usa, diventando, dunque, diplomatico statunitense in Europa. Sarà proprio qui che inizieranno le sue simpatie per il regime di Hitler, al punto da tentare di influenzare la Corona Britannica verso un’alleanza col dittatore nazista e facendo pressione affinché la sua amica Wallis Simpson sposasse il Duca di Windsor Edoardo, di dichiarate simpatie naziste. E questa operazione tentò di orchestrarla per mezzo di un oscuro figuro, che agirà sempre nell'ombra, anche negli anni a venire, ovvero il barone Erwin Von Honnestein, già amante del Duca di Windsor. Scopo del “patriarca” dei Kennedy, negli anni successivi, sarà quello di far giungere un Kennedy alla presidenza degli Stati Uniti d'America, manovrandone lui stesso la politica. Cattolico di ferro, Joseph Kennedy, farà peraltro iniziare i suoi figli John e Robert, ai Cavalieri di Colombo, ovvero una confraternita cattolica legatissima al Vaticano. Grazie all’appoggio della Chiesa, della mafia irlandese, di quella italiana, dei sindacati di Jimmy Hoffa e della Cia, Joe Kennedy riuscirà nell'impresa di far eleggere alle primarie del Partito Democratico e successivamente a Presidente degli Usa, suo figlio John che, come ricorda Pier Carpi, era sostanzialmente un fifone nelle mani del padre e del fratello Robert, detto Bobby. Fu così che iniziò l’era di John Kennedy alla guida degli Usa, con una moglie, Jackie, che fu purtuttavia l'amante ufficiale del fratello Bob, oltre che dell’armatore greco Aristotele Onassis. E fu così che il padre del presidente, ovvero il “grande burattinaio” Joe, manovrerà la politica estera ed interna del figlio, grazie al prezioso contributo del nazista Erwin Von Honnestein. Pochi, peraltro, sanno o ricordano che Bobby Kennedy e suo fratello John furono fra i maggiori sostenitori della politica maccartista, ovvero della famosa “caccia alle streghe” anticomunista ideata dal senatore repubblicano Joseph McCarthy. Una “caccia” condotta senza esclusione di colpi e con azioni dal sapore illiberale. Robert Kennedy fu peraltro consulente del dipartimento di investigazioni istituito da McCarthy, ma, ciò, come il resto, si è preferito dimenticarlo e/o occultarlo, facendolo passare come un “paladino dei diritti civili”, quando in realtà era un'arrivista della prima ora, a caccia dei voti delle persone di colore, pur mantenendo il suo intimo razzismo e disprezzo per le minoranze. Tutte cose che la sua amante Marilyn Monroe sapeva molto bene e minacciava di raccontare e proprio sul suo presunto suicidio e sul relativo coinvolgimento di Bob Kennedy, il romanzo di Pier Carpi getta una nuova e sinistra luce. Una volta ucciso a Dallas - da un colpo di arma da fuoco - il fratello John, Robert tentò di fare pressione su suo padre Joe, affinché manovrasse al fine di accaparrarsi la sedia di nuovo presidente degli Stati Uniti. Il padre, questa volta, ad ogni modo, gli negò ogni aiuto in quanto Bob, nel JFK il presidente democratico più amato prima di Obama nelle pagine di Pier Carpi diventa solo l’utile idiota nelle mani dei fratelli e del padre suo mandato di Ministro della Giustizia, ci era andato “troppo pesante” con i mafiosi ed i sindacalisti di Hoffa, che sempre avevano rappresentato un’ottimo bacino elettorale democratico e per i Kennedy. Robert Kennedy, ad ogni modo, vinse comunque le primarie del Partito Democratico, ma anch’egli fu ucciso. Probabilmente, si ipotizza, su mandato del capo dei sindacalisti Usa, Hoffa, che si sentì tradito dal Clan dei Kennedy, con il quale pure aveva sempre curato ottimi affari. Seppellito anche il “patriarca” Joe, rimaneva solo il senatore Ted Kennedy, soprannominato Teddy the Kid. Amante di orge al limite della violenza e alcolista, Ted, non fece mai una grande carriera politica. Ma sarà ricordato, nel libro di Pier Carpi, come colui il quale fu coinvolto nell'omicidio della giovane Mary Jo, probabilmente incinta di lui ed il cui scandalo cercò di far placare solo il presidente Jimmy Carter. A causa della pubblicazione di questo romanzo-verità, Pier Carpi stesso subì proprio le minacce del senatore Ted Kennedy. Ce lo ricorda lo stesso autore nella prefazione alla seconda edizione, affermando che lo minacciò di “rompergli le ossa” e di “farlo assassinare”. Ad ogni modo l'autore non fu mai nemmeno querelato. Purtuttavia, scientemente o meno, dagli anni ’90 ad oggi, Pier Carpi è stato quasi dimenticato, forse proprio grazie alle scottanti verità che raccontò e documentò. È del settembre 2010 il libro “Kennedy Shock”, edito da Kaos Edizioni, a cura del giornalista di Radio Radicale, Lanfranco Palazzolo, il quale riprende proprio queste scottanti verità. Morto anche l’ultimo dei Kennedy, Ted, nel 2009, le verità sulle trame occulte, i segreti, i delitti ed i crimini della terribile dinastia dei Kennedy, stanno dunque finalmente venendo a galla. Nell'incipit alla seconda edizione de “La banda Kennedy”, Pier Carpi ha scritto: “Al Sogno Americano, che una sola famiglia è riuscita a distruggere, violentando la realtà”. Affinché tutto ciò faccia riflettere le menti libere e prive di condizionamenti. per la tua pubblicità 06 9351927 [email protected] n. 34 - 14 Novembre 2012 Play Time ANNA OXA Concluso ai Magazzini Generali di Milano il tour dell’artista coi più grandi successi dedicati alle sue anime d’uomo Convincente la complicità con un ottimo e sempre ispirato Ivano Fossati Testi e foto di Marco Piraccini da Milano pre i suoi concerti con Un’eA mozione da poco ma quello che si prova nel corso del suo show è molto più che un concentrato di emozioni, di sentimenti: è un’esperienza. Un viaggio attraverso la sua e nostra storia: trentacinque anni di evoluzione musicale e personale che hanno influenzato e rivoluzionato il concetto di arte apportando cambiamenti profondi nelle varie dimensioni affrontate. Anna Oxa è, come canta nei suoi brani, “l’immensoeilsuocontrario”, “l’antipatica e la bella”, “donnachenonsilasciaperchéti uccide di nostalgia” e lo sanno bene le decine di migliaia di persone che hanno seguito con grande entusiasmo la sua ultima avventura musicale Igrandisuccessi in tour popolando piazze e club di tutta Italia per tutta l’estate sino alla storica cornice de I magazzini generali di Milano dove la tournèe si è appena conclusa. Dopo aver affrontato nell’ultimo decennio un percorso musicale e spirituale che l’ha portata ad indagare l’anima più mistica e profonda della musica sino ad arrivare a parlare di Silenzi che parlano, la Oxa si è quest’anno mostrata al suo pubblico in una nuova, ennesima veste: quella di artista desiderosa di condividere le proprie emozioni con la gente cantandole e rein- terpretandole nella loro chiave originaria, rivista e corretta da improvvisazioni vocali che l’hanno trasformata non solo in una garanzia ma soprattutto in un vero animale da palcoscenico. Anna invita il suo popolo di “animed’uomo” a vivere e cogliere “tuttol’amoreintorno” (con la complicità di un ottimo Fossati), a non lasciarsi sfuggire nessuno di quei Brividi del mondo che negli anni ci ha regalato: il tutto essendo semplicemente se stessi, ascoltandosi, riflettendo ed agendo senza ipocrisie. Così come la Oxa è da sempre stata: se stessa, contro le definizioni, contro le etichette, arte senza limiti. Il pubblico ringrazia. LE CITTA’ 19 20 LE CITTA’ Play Time Il trend commerciale del momento n. 34 - 14 Novembre 2012 La classifica di Lastminutes.com Essere Benessere, ecco il drugstore di qualità L’asciugamano è il più rubato negli hotel di Valentina Carboni rriva a Piazzale Clodio a Roma il City Store. Cos`è, lo dice la A parola stessa; un punto vendita innovativo dove potrete trovare di tutto: prodotti di para farmacia, prodotti alimentari, piatti freschi e piatti pronti (come il sushi, le insalate ecc...), libri, lampadine, articoli da regalo ecc... Per ora l’unico negozio “Essere Benessere” (così si chiama la catena) è situato presso i locali del vecchio Blockbuster all’inizio della salita di Monte Mario, ma non disperate perchè sono in progetto tantissime altre aperture persino più grandi di questo che per il momento misura 300mq. La politica dell’azienda è quella di un mix di brands che possono soddisfare le esigenze di salute e benessere di tutta la famiglia sia di giorno che di notte. Si avete capito bene, finalmente un posto aperto 24 ore su 24 (com’è era il vecchio Drugstore, in meglio perchè Essere Benessere sarà un negozio di qualità) che farà degli sconti particolari sugli acquisti nelle fasce orarie notturne. Con la definitiva approvazione del decreto liberalizzazioni del Governo Monti sono arrivate tante novità per le farmacie, che oggi possono essere aperte con parametri differenti rispetto al passato ed Essere Benessere spa è il primo operatore italiano privato specializzato nella vendita retail di farmaco e parafarmaco. Gli store della catena si caratterizzano per la vendita di farmaci e parafarmaci affiancata alla presenza di aree trucco, postazioni per la consulenza di un dietista, noleggio attrezzature mediche o spazi promozionali per presentazioni ed eventi. Link: valemood.blogspot.com Quali sono gli oggetti più rubati negli hotel? Ce lo dice un sondaggio, che Lastminutes.com ha realizzato su 500 hotel di tutto il mondo. Il sondaggio ci svela che l’87% delle persone come souvenir riporta a casa degli asciugamani, il 60% gli accessori del bagno, come shampoo o saponi, il 55% matite e penne, il 52% posate, vettovaglie e coperti, il 39% le ciabatte e il 34% gli accappatoi. Se tutto questo vi sembra incredibile, aspettate di sapere il resto perchè non finisce qui il 28% dei clienti di un albergo ruba addirttura i telecomandi a distanza della televisione (visto l’esistenza di telecomandi universali), il 23% sottrae all’hotel cuscini, coperte, lenzuola e federe, il 19% riviste e giornali, il 17% le stampelle, il 16% i televisori e il 10% i phone. È per questo che in moltissimi alberghi le cose sono “incatenate”, se ci fate caso i televisori, le stampelle e i phone di solito sono fissi e non si possono muovere dalla loro posizione. Ci sono altri oggetti che spariscono dalle stanze d’albergo, ma sono meno frequenti come le lampadine (9%), i quadri e le lampade (6%), gli orologi e le sveglie (5%), i computer (4%), i telefoni, le pile, i fiori e le piante (3%). Il 95% degli alberghi confermano che i loro ospiti si portano via moltissimi oggetti, e la percentuale peggiora se si tratta di hotel a quattro o a cinque stelle, un ospite su nove si porta via oggetti dalle stanze senza permesso. Gli hotel intervistati stimano che questo tipo di furti gli costa annualmente una media di quasi 5.500 euro per hotel. n. 34 - 14 Novembre 2012 Play Time LE CITTA’ 21 ANTONIO GIULIANI “Ero un giovane muratore, oggi insegno la comicità Ai giovani attori dico: dovete credere in voi stessi” Dalla periferia di Roma al Parioli con Costanzo, l’esordio in tv al Seven Show progenitore di Colorado e Zelig, oggi torna su Sky come conduttore e talent scout della trasmissione Sono comici questi romani su Comedy Central di RiccaRdo Manai i parli e ti sembra di chiacchieraC re con un vecchio amico. Antonio Giuliani, nonostante una carriera lunga più di vent’anni tra televisione e teatro, sembra essere rimasto il ragazzo che tutti conoscevano a Primavalle. Gli abbiamo fatto qualche domanda partendo dagli esordi, vissuti a metà tra palcoscenico e cantiere, passando poi per l’improvvisata di Alemanno al Teatro Olimpico, per arrivare sino al suo ultimo show, Scqr - Sono Comici questi Romani -, che da questo lunedì impazza su Comedy Central. Allora, Antonio, come è nata l’idea di fare il comico? “È un’indole che ho sempre avuto. Già a quattro o cinque anni, a Natale quando si riuniva tutta la famiglia, facevo delle gag con tanto di costumi. Fa parte del mio dna”. Comici si nasce quindi e non si diventa… “Beh, indubbiamente serve una certa predisposizione ma ci vuole anche una scuola per imparare. Puoi anche avere una mega battuta, ma se non la dici con i tempi giusti non arriva. Lezioni e scuola servono anche più in là per imparare tante altre sfaccettature della comicità. Insomma è un modo per completarti e crescere come artista”. Il tuo esordio sul palcoscenico non è arrivato subito. Chi era Antonio Giuliani prima delle luci della ribalta? “Questo è un tema che affrontai in una delle mie prime apparizioni da Costanzo, dove si discuteva del lavoro che qualche artista faceva da ragazzo. Lì parlai per la prima volta dell’Antonio Giuliani controsoffittaro”. I riferimenti alla tua “vita precedente” in effetti non sono mai mancati nella tua carriera “Assolutamente. Ad esempio in un mio spettacolo al Teatro Parioli che si chiamava appunto “Tutto di me”, attraverso degli oggetti come cofana, cucchiara e cappello di carta in testa, ricordavo agli spettatori quale era stato il mio primo lavoro, ovvero il muratore”. Quasi una stranezza. Molti artisti, con la notorietà, tendono a nascondere le proprie origini “Il passato non va mai nascosto anzi, facendolo conoscere mi sono accorto che la gente ti apprezza ancora di più. Si rendono conto che sei come loro e non come quegli artisti che sono spesso visti come alieni inarrivabili”. Non ti sei fatto trascinare quindi dal fascino del jet set capitolino? “In passato sì, non lo nego, anche se ormai saranno trascorsi più di una dieci anni. Mi è capitato di cadere in quel vortice di parole, di frequentare quelle feste piene di grandi personaggi. Lì si fanno sempre i soliti discorsi, vuoti, freddi, e questo mi ha portato anche a cambiare il rapporto con me stesso. Quell’atteggiamento non faceva parte di me e perciò ho preferito abbandonarlo”. Primavalle ha vinto sui salotti dorati della Roma chic quindi. Cosa ti ricordi della tua infanzia in periferia? “Trenta anni fa Primavalle era una zona molto difficile. Da giovani a volte ci capitava addirittura di mentire alle ragazze che incontravamo in discoteca per non spaventarle. Alla domanda su dove vivevamo spesso rispondevamo con Boccea, guai a dir loro che venivamo da Primavalle, scappavano come gazzelle (ride ndg). Uscire da una realtà tanto problematica senza rovinarsi, questo grazie ad una famiglia che mi ha sempre seguito, fa capire perché non potrei mai cambiare”. Passando poi a quella che è stata la tua carriera sul palcoscenico, hai un ricordo particolare dei tuoi primi passi come comico? “Sicuramente quelli legati alle prime serate, quando andavo per ristoranti con la mia ventiquattrore a fare le imitazioni di tutti i personaggi romani. Ancora di più, ricordo però la fatica nel finire le serate alle due per poi andare al cantiere alle quattro”. Cosa ti ha fatto fare il grande salto? “Una sera mi sono visto le mani, devastate da dieci anni di cantiere, e questo mi ha portato un po di imbarazzo, ma non perché mi vergognassi di far vedere alla gente che facevo un altro mestiere, quanto piuttosto per un mio fattore psicologico. Da lì è scattata la molla che mi ha spinto a fare questa scelta”. Esibirsi di fronte ad un pubblico dal vivo è la prova del fuoco per ogni comico. A Roma però il live si dice sia ancora più difficile. “Guarda se esibirsi dal vivo davanti ad un pubblico è la prova del fuoco, a Roma la possiamo definire come la prova dell’inferno”. Allora non è una semplice leggenda metropolitana? “Prima, mentre ti esibivi, la gente mangiava, i camerieri chiedevano le ordinazioni e, soprattutto, trovavi il romano che ti rispondeva. Era veramente dura, tanti miei colleghi, magari anche talentuosi, non hanno retto caratterialmente e hanno mollato per questo” Una gavetta del genere però ti ha trasformato in un animale da palcoscenico. Tant’è che con il Seven Show hai, come si dice in gergo, letteralmente sfondato. “Sembrava una trasmissione regionale però, in realtà, era vista in tutta Italia. Da lì cominciarono a riconoscermi anche quando andavo fuori. Il Seven Show mi ha dato sicuramente un grande lancio. È stata la prima trasmissione composta da tutti comici, quel genere di format che poi hanno ripreso Zelig, Colorado e tutti gli altri.” Della tua carriera c’è poi qualche spettacolo che ti ha emozionato più degli altri? “Sicuramente i due show fatti, nel 2003 e nel 2004, in Curva Sud. Quello è stato un sogno che si è avverato. Mi ha fatto capire di essere una persona fortunata perché non sempre la vita ti permette di realizzare i tuoi sogni. Poter lavorare a Roma, nella mia curva, con quasi 14mila paganti è una cosa che porterò sempre nel cuore”. Saltando al presente, ora sei su Comedy Central con “Sono Comici questi Romani”. “È la prima trasmissione fatta esclusivamente da comici romani. Dodici puntate, di cui dieci registrazioni e due best of, e io faccio il conduttore una veste che mi piace molto perché posso interagire con i comici in scena” Ora quindi sarai te a lanciare nuovi comici. Ce n’è qualcuno che ti ha colpito? “Sì, Marco e Mattia, due ragazzi che ho avuto nel mio corso a Tor Bella Monaca. Sono molto bravi e quando li ho proposti alla rete sono subito piaciuti. Un altro ragazzo che ho portato con me è Vincenzo Lollo, monologhista, che però farà una sola puntata perché ancora non è prontissimo”. Un corso, il tuo, che si è rivelato davvero ricco di talenti “Sì, oltre a loro c’è anche una ragazza, Manuela De Gregorio, che parteciperà alla fiction su Canale 5 Il peccato e la vergogna e, per finire, Chiara Perfetti diventata mia assistente personale” Un impegno quello verso i giovani che il primo di Novembre, durante il tuo “Chi non muore si rivede”, ti ha permesso di ricevere una sorpresa speciale addirittura dal sindaco Alemanno “Ero in scena al Teatro Olimpico quando Alemanno mi ha fatto una vera e propria improvvisata. Dal palco mi ha premiato per il corso gratuito che ho organizzato a mie spese e che poi ha dato anche lavoro a dei giovani comici, per me motivo davvero di grande orgoglio”. Ora, sei diventato un vero e proprio talent scout dunque “Beh, no, però avendo sofferto molto per fare quello che amo so cosa vuol dire essere agli inizi. Tra gli agenti, i soldi rubati, le sole, non è facile. Cerco solo di dar loro quelle opportunità che io magari non ho avuto”. n. 34 - 14 Novembre 2012 LE CITTA’ 23 EMANUELE ARTIBANI “Il mio speaker preferito sono io Visitate il mio Artibar e capirete perché…” di Daniele Priori e Marco Montini E manuele Artibani è la voce del mattino di TeleRadioStereo 2. Dalla sua trasmissione-tribuna che si chiama Artibar arringa, racconta, emoziona. Non a caso, spulciando nel passato di Emanuele, oltre alla sua residenza sentita e convinta a Roma Nord, si registra anche un libro di racconti intitolato “Leggero” di cui lui in una presentazione pare abbia detto che scrivere non è un lavoro ma una necessità. Eggià. La necessità di raccontare, comunicare, farlo da dietro un microfono e trasformarlo in un lavoro del tutto personalizzato. Emanuele ci è riuscito. Per questo è entrato, pressoché di diritto, tra i protagonisti de Le Città on air, la nostra rubrica che parla tutti i mesi della radio e di tutti i protagonisti dell’etere che più di altri riescono a… farsi sentire. Emanuele, raccontaci di te. Anzi, meglio: te e la radio… “Ciao, io e la radio ci siamo incontrati per sbaglio, io accompagnavo un mio amico a fare una trasmissione sulla boxe, a radio flash, un giorno arrivò in ritardo e cosi per venti minuti, sono stato in diretta, dopo dieci minuti arrivò quello che era il direttore e mi disse, tu da oggi lavori qui”. Il mattatore del mattino di TeleRadioStereo2 si racconta a Le Città: “Platinette è uno dei migliori personaggi radio al mondo. L’unico da cui rubo a Roma è Andrea Torre ma lui non è delle radio romane. Lui è di un altro pianeta e basta…” Ti piace definirti speaker, dj, parlatore o, senza offesa, cantastorie radiofonico? “Accidenti che domanda, allora speaker è il mio mestiere, e lo è tecnicamente, nel senso che la definizione è quella, per il resto faccio radio. In tutta la sua versatilità. Molti pensano che fare radio è un gioco e forse lo è per chi si cimenta in trasmissioni sportive approssimative, la radio è altro, è preparazione è improvvisazione è musica è informazione è servizio e svago insieme, un equilibrio difficilissimo che solo editori esperti e smaliziati conoscono. Ti piace il mondo della radiofonia romana? “Mi piace il lunedì, quando la Lazio vince e la Roma perde, altrimenti non ascolto radio locali, per scelta. Non ascolto da chi non ho nulla da imparare, sembrerà presuntuoso, e infatti lo è, però ora che ci penso da Andrea Torre, si, lui è l’unico dal quale rubo sempre qualcosa. Ma lui non è radio locale, lui è un altro pianeta e basta”. Quanto è professionale, quanto… da barsport, secondo te? “È molto professionale il mondo delle radio romane, ma lo è a modo mio, a me non piace ma non credia- te che non sia professionale, ci sono dei professionisti che si rivolgono a questo mestiere in modo devoto e nel personale ho una grande stima di loro, per quanto riguarda i mitomani e gli altri nemmeno ne parlo, preferisco siano loro a parlare di me”. E a livello nazionale? Gli speaker puri esistono ancora? Che pensi dei vip prestati alla radio? “I vip prestati alla radio sono un offesa a chi ama il mestiere, però se sono bravi va bene lo stesso ed in merito a speaker di livello, nel senso stretto della parola, ne esistono a pacchi bravi e bravissimi. Secondo me indiscutibili sono Platinette, forse uno dei migliori personaggi radio del mondo, e non scherzo, e ovviamente Ringo. Due fenomeni”. Perché non è mai nato un sindacato degli speaker? “Perchè ogni speaker si sente prima donna e al ballo le prime donne si accompagnano solo a uomini, nessuno avrebbe il coraggio di affidare la propria immagine a qualcuno”. Parlami del tuo artibar... “Il mio Artibar è l’unica trasmissione che esiste nel suo genere a Roma, non cerco lo scoop o l’in- tervista ad ogni costo non faccio marchette e ospito solo chi dico io quando dico io. Il mio editore, non è mai intervenuto e ho sempre avuto la massima libertà di espressione, il giorno che non mi sentirete più è perché questo non esiste più”. E dei “marziani” che ospiti che ci dici? “Perchè non conosci i demoni che ospito nella mia mente...” Che radio farai domani? “Il mio speaker preferito sono io. Che radio farò domani? Perché sei cosi convinto che io domani faccia radio? Vedi, la radio è come il calciatore. Devi capire quando è il momento di uscire in trionfo piuttosto che rimanere uno dei tanti”. 24 LE CITTA’ n. 34 - 14 Novembre 2012 Sport D E R B Y, T R I O N F A L A L A Z I O I biancocelesti si portano a casa la stracittadina vicendo 3 a 2 in rimonta contro la Roma Giornata storta per i giallorossi di Zeman che regalano due gol ai cugini. Follia De Rossi di Silvia Panizza S ettimana più bella non poteva esserci in casa Lazio dopo la vittoria nel derby. Vittoria meritata, guadagnata sul campo con testardaggine e forza di volontà. Per la prima volta in questa stagione il gruppo di Petkovic è riuscito a ribaltare un risultato: sinonimo che, finalmente, si è scesi in campo con la determinazione giusta per poter fare bene. Dopo l’euforia dei giorni subito successivi, però, si è già con la testa a sabato prossimo, quando i biancocelesti si troveranno ad affrontare la capolista Juventus, nello Juventus Stadium tanto temuto e violato finora solo dalla tenace Inter di Stramaccioni. Quarantanove partite utili consecutive interrotte proprio dal gruppo neroazzurro, scorsa settimana partita facile facile in Champions per poi riprendersi definitivamente contro il Pescara in campionato rifilando addirittura 6 reti. Non sarà semplice per la Lazio provare a battere una compagine compatta e determinata come lo è la Juventus, nel suo regno oltretutto. Per i bianconeri non ci sarà Pirlo, ammonito nell’ultima gara e diffidato, mentre per la Lazio qualche problemino sulla fascia sinistra, per l’assenza di Lulic e Mauri, il primo ammonito e diffidato, il secondo espulso per un fallo di mano durante il derby. Si farà certamente trovare pronto Radu, oramai ripresosi dal lungo infortunio, poi forse Brocchi o Ederson a reinventare il centrocampo. Importante sarà presentarsi a Torino con la stessa grinta e voglia di far bene della scorsa domenica, e poi, chissà, tutto potrebbe accadere con una Lazio così. In casa Roma, invece, dopo i vari sfottò sentiti in settimana pre-derby, non è rimasto che incassare il colpo, e accettare la supremazia cittadina laziale per la terza volta di seguito, considerando i due scivoloni con Louis Enrique. Una Roma in bambola, con gioco scarso e prevedibile, che si salva per certi versi solo grazie a qualche buona qualità di alcuni singoli, ma che ha davvero forti problemi in difesa e a centrocampo. De Rossi coglie l’eredità di capitan Totti davvero in tutti i sensi lanciando una bella manata a Mauri (e condannando la sua compagine alla sconfitta), per fortuna poi si è quanto meno ripreso con il bel gesto delle scuse negli spogliatoi. Per non parlare di Pjanic che insulta il suo mister dopo il gol, tutti segnali che testimoniano come la situazione in casa giallorossa non sia delle più serene. In vista della prossima gara di campionato, domenica sera all’Olimpico contro il Torino, il boemo dovrebbe iniziare a rivedere il suo gioco, a cercare soluzioni più concrete per i limiti della sua squadra, a capire se il problema in realtà non sia poi il suo. Invece di continuare a dare la colpa agli arbitri, alla pioggia, alla pozzanghera, all’avversario, al tiretto di maglia, al black out, a tutti tranne che a se stesso. LA MULTISERVIZI DEI CASTELLI DI MARINO S.P.A. PARTECIPA ALL’OPERAZIONE PREZZI TRASPARENTI SU MEDICINALI SENZA OBBLIGO DI RICETTA Alcuni esempi: Prodotto AspirinA C con Vitamina C10 compresse efferv. AspirinA C con Vitamia C20 compresse efferv. 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Le curve si scaldano intonando, all’unanimità, un simpatico “Lotito paga la bolletta”. Lotito “divide et impera” e unisce le opposte tifoserie che, terminata la parentesi riflettori, ritornano a sfottersi reciprocamente. Il derby di Roma è speciale, dura un anno nonostante si giochi- coppe escluse - due volte in stagione. Laziali e romanisti sono geniali nel creare canzonature: la loro ironia è da scudetto, la loro passionalità, se non sfocia nella violenza, è al limite del bollente anche in una cupa giornata di pioggia. È l’11 Novembre, la tradizione del calendario ricorda San Martino, la memoria degli occhi non dimentica Gabriele Sandri, scomparso precocemente cinque anni fa. L’imprevedibile destino, regi- sta per nulla banale, ha preteso che il derby desse un ulteriore tributo emozionale nei confronti di “Gabbo”, accompagnato dalle note di una musica da brividi che ha commosso anche i meno sensibili. Un momento toccante che nessun goal avrebbe mai potuto surclassare. “Ho pianto senza accorgermene - dice Giulio sciarpa della Roma al collo - un bellissimo pre- partita!”. La gara, frattanto, scivolava come il pallone in campo con una battagliera frenesia conclusasi con la vittoria dei biancoazzurri per tre reti a due. All’uscita dallo stadio l’umore dei tifosi era ovviamente diverso. Maurizio, fan sfegatato giallorosso,individua il colpevole: “Con Zeman non avremo mai una gioia costante, perdere contro di loro fa male…”. Eppure la Roma si era portata in vantaggio, “poi - dichiara Ugo - la Lazio è uscita alla grande ed abbiamo meritato la vittoria, il risultato - conclude euforico - doveva essere più rotondo”. Meno faziosa Sara: “a me sono piaciuti tutti i giocatori scesi in campo”. Lasciamo ad altri la valutazione di ogni singolo calciatore, probabilmente nessuno di loro raggiungerà la lode poiché già assegnata all’autore dell’immagine di Gabriele, un maestoso capolavoro raffigurante una “Meravigliosa Creatura…”. Brillante qui come lassù. n. 34 - 14 Novembre 2012 Sport LE CITTA’ 27 Casa Italia. La Nazionale in campo contro la Francia. Molti gli esperimenti di Prandelli Azzurri in campo contro la violenza sulle donne Fuori squadra il pugile De Rossi, entra Florenzi I l calcio contro la violenza sulle donne. Finalmente. Anzi se non ora, quando? Il nome dell’associazione spontanea di donne ormai da due anni in prima linea in tutta Italia per la dignità delle donne è diventato lo slogan col quale Cesare Prandelli e la Federcalcio hanno voluto accompagnare la serata di Parma, mercoledì, contro la violenza sulle donne. E ben si adatta anche alle scelte del ct per l’amichevole con la Francia in programma per quel giorno al Tardini. Molti saranno gli esperimenti, soprattutto dettati dalle esigenze del calendario - privo di spazi per provare senza incidere sul percorso di qualificazione ai Mondiali - ma anche dagli inattesi forfait. Dopo quello per infortunio di Abate, arriva il black out di De Rossi. Per la seconda volta, Prandelli ha dovuto applicare al romanista il codice etico: niente nazionale dopo l’espulsione nel derby. È la terza volta che i momenti di follia agonistica del giallorosso costano al centrocampista il posto in azzurro: dopo le quattro giornate al Mondiale 2006, il rosso in Champions e la prima esclusione etica e il bis questa volta. Si creano dunque per la nazionale altri spazi di sperimentazione. Ed ecco i nomi nuovi, Davide Santon e Alessandro Florenzi. Il terzino ex Inter, ora al Newcastle, torna nel giro azzurro dopo oltre 20 mesi: per lui la chance di riscattare la delusione post Sudafrica, per Prandelli un test nel ruolo più deficitario. È invece alla prima convocazione assoluta l’altro centrocampista Roma, avvantag- giatosi della situazione del piu’ noto compagno di club. Florenzi era infatti con il gruppo dell’Under 21, ma è stato sottratto a Mangia per passare ai centrocampisti della nazionale A. Le due novità si aggiungono ai giovani già entrati nella ricostruzione post Europei e pronti ad essere impiegati già mercole- dì: Verratti, all’occasione buona per essere provato e forse far rifiatare Pirlo, ma anche El Shaarawy e Destro. Uno di loro potrà far coppia con Balotelli. In attacco c’è Osvaldo, nonostante l’espulsione dell’ultima partita azzurra, in Italia-Danimarca. Per la prossima ufficiale il ct non potrà usarlo, a lui ora decidere se provare l’intesa con Balotelli o prediligere il test sull’alternativa al centravanti Roma. Rientra nel giro azzurro anche Astori, per l’infortunato Ranocchia. Da verificare le condizioni di Candreva, uscito dal derby di Roma con un problema muscolare: è uno degli osservati speciali del ct, se recupererà minuti di gioco sicuri per lui. Rugby Sei Nazioni. Sabato i ragazzi dal ct francese Brunel contro la corazzata Nuova Zelanda Italia vs All Blacks, Nazionale in campo per l’onore e la storia L'Olimpico è pronto in vista del big match contro l’onda nera. Previsti 70mila spettatori Tra Roma e la Nazionale italiana di rugby l’amore è sbocciato da tempo e lo stadio Olimpico, dopo anni di Flaminio, è la nuova casa degli azzurri, il tempio dove i ragazzi guidati dal ct francese Brunel, il 17 novembre, proveranno a fare l’impresa fermando l’incontenibile onda nera proveniente dalla Nuova Zelanda: i leggendari All Blacks. In autunno si disputano i test match, partite “amichevoli” con cui le nazionali si preparano alla nuova annata sportiva. L’Italia ha già affrontato Tonga la scorsa settimana e fra due sarà impegnata contro l’Australia, un’altra grande, ma ora la concentrazione è per la sfida contro i giocatori più forti del pianeta (più o meno da quando è stato inventato il rugby), perché questo sport è parte integrante di ogni aspetto della vita neozelandese. Certo è che gli All Blacks ce le hanno sempre suonate, ma non è stato così nel test match di Milano del 2009, in cui gli azzurri misero sotto pressione gli avversari, vincitori soltanto per 20 a 6. Affrontare la Nuova Zelanda anche senza posta in palio, a parte l’onore, ha sempre un fascino diverso rispetto a qualsiasi altra partita. Assistere dagli spalti ad una sfida con protagonisti gli All Blacks ha un fascino da mozzare il fiato, soprattutto prima del fischio d’inizio di ogni gara quando i giocatori neozelandesi eseguono l’Haka, la danza del popolo Maori. Sarà un caso che oltre 70mila tifosi hanno acquistato il prezioso tagliando per la sfida già da parecchi mesi? Magia del Rugby e magia del Terzo tempo. Jacopo Paoletti 28 n. 34 - 14 Novembre 2012 LE CITTA’ L’agenda Festival internazionale della chitarra Scenario del Festival internazionale della chitarra è per la prima volta un museo, la Centrale Montemartini di via Ostiense. Al “Guitar Legends”, fino al 15 dicembre, artisti di altissimo livello proporranno al pubblico concerti che spazieranno dal jazz blues al funky, dal rock al jazz rock. Guthrie Govan, Dave Kilminster, Allan Holdsworth, vere e proprie leggende internazionali della chitarra, saranno protagonisti del Festival insieme agli italiani Rocco Ziffrelli e Fabio Cerrone, nuovi talenti già molto apprezzati da critica e pubblico come Gianni Jana Rojatti, Ciro Manna e Dario Vero. Otto appuntamenti, alcuni andati in scena già a ottobre, il sabato sera alle 20 e alle 22, per un totale di 16 concerti in due mesi, nella suggestiva Sala Macchine della Centrale Montemartini, tra i capolavori dell’arte antica provenienti dai Musei Capitolini. La rassegna ha preso il via sabato 20 ottobre con il gruppo jazz rock The Aristoctats. La gioventù di Kubrick al Chiostro del Bramante Fino al 25 novembre 2012 il Chiostro del Bramante di Roma, ospiterà una mostra dedicata ai lavori fotografici di un giovanissimo Stanley Kubrick. Il primo amore del regista di Arancia Meccanica fu la fotografia, a 13 anni ricevette la sua prima fotocamera e dopo il diploma iniziò a lavorare come fotografo per la rivista Look, uno dei magazine più famosi d’America. La fotografia che lo rese famoso fu pubblicata il 26 giugno 1945 e ritrae un edicolante affranto per la morte di Roosevelt, questa fu l’immagine che affascinò gli editors di Look così tanto da offrirgli un lavoro; il suo primo incarico fu quello di documentare la vita quotidiana nell’America dell’immediato dopoguerra, attraverso le storie di celebri personaggi e le in- quadrature contraddittorie di una New York in corsa per diventare la nuova capitale mondiale, o della giovane borghesia universitaria della Columbia University. Le fotografie presenti nella mostra ripercorreranno la vita fotografica di Kubrick agli inizi della sua carriera dal 1945 al 1950 perchè proprio nel ’50 è quando inizia a dedicarsi completamente al cinema. Valentina Carboni I Mosaici Romani a Ostia Ottomila mq di spazi espositivi, parcheggi e locali commerciali, Exp’Ostia è il nuovo spazio culturale di Roma Capitale. “Il primo museo di cintura” è stato inaugurato il 27 ottobre in corso Duca di Genova 22, nel Municipio XIII, a poca distanza dal sito archeologico di Ostia Antica, in un edificio riqualificato in project financing. La prima mostra ad essere ospitata nel nuovo spazio è Mosaici Romani, che sarà presente fino al 13 gennaio, una ricca “collezione” della Sovraintendenza di Roma Capitale. Si tratta di mosaici di età romana, provenienti dalle raccolte capitoline di fine '800 e dei primi del '900: materiale archeologico emerso dagli scavi per i lavori che interessarono Roma subito dopo la sua designazione a Capitale del nuovo Regno d’Italia. Nel corso di quegli scavi, effettuati per dotare la città di infrastrutture e abitazioni, furono recuperate grandi quantità di oggetti: reperti che non trovarono una sede museale ma finirono spesso nei magazzini. n. 34 - 14 Novembre 2012 nti e Agenda Ev LE CITTA’ 29 La grinta degli Skunk Anansie live al Tendastrisce L’arte pasticcera di Enrico Maggi Gli Skunk Anansie sono tornati. E a quanto pare vanno pure di corsa! Ascoltando Black Traffic, l’ultimo album della rock band inglese uscito a settembre, l’energia e la carica di Skin & company viaggiano veloci dalla prima all’ultima traccia con giusto qualche momento di respiro nel mezzo. La carismatica pantera Deborah Dyer, vero nome della cantante e anima degli Skunk Anansie, è grintosa e arrabbiata come non mai ed è pronta, per martedì 20 novembre, a “sbranare” con tutto il suo gruppo il pubblico romano, come da veri animali da palcoscenico quali sono. Contrariamente a quanto previsto dagli organizzatori all’inizio del tour, la location capitolina dell’attesissimo concerto di Skin, Ace, Cass e Mark Richardson, non è più il Palalottomatica ma il Teatro Tendastrisce di via Perlasca. Annoverati tra le grandi rock band che meritano rispetto, gli Skunk Anansie hanno vissuto la loro quasi ventennale carriera in quattro fasi salienti: il promettente esordio nel 1994 con il brano Weak, la consacrazione nel 1996 grazie al singolo Hedonism che li ha portati dritti verso le luci della ribalta, prima del clamoroso scioglimento del 2001, ed infine la ricongiunzione avvenuta tre anni fa con la pubblicazione dell’album Wonderlustre lanciata dal pezzo My Ugly Boy. L’aver trovato tra tutte le tendenze rock la giusta alchimia musicale da affiancare all’irresistibile appeal di Skin è stato il segreto del successo della band britannica, un po’ di tutto ma sempre molto Skunk Anansie sound. Jacopo Paoletti Nel caratteristico centro storico di Cave anche quest’anno la 78esima edizione della Sagra della castagna, si è arricchita di quel tocco di eleganza ed estro dell’arte pasticcera di Enrico Maggi che ormai da anni propone per palati raffinati le sue specialità a base di castagna, preparate con tecniche tradizionali e utilizzando prodotti di alta qualità. La cornice scelta dal pasticcere è stato lo storico atrio di Palazzo Leoncelli. Sabato 27 ottobre il taglio del nastro che ha segnato l’inizio dell’evento patrocinato da importanti enti, tra cui l’Accademia Maestri Pasticceri Italiani, è stato affidato ad una Signora dello spettacolo: la splendida Matilde Brandi. Il sindaco di Cave Umbertini e il vice presidente della Pro Loco Fabbri-Venzi hanno partecipato all’evento coi rappresentanti della Polizia di Stato della sede di Colleferro e della Bic Lazio, al Comandante dei vigili urbani Cave, alla conduttrice del tg3 Lazio Ammendola, alla showgirl Rai Bettega, alla giornalista Godano, all’ad Cigarini e alla responsabile eventi Millocca, del Parco Rainbow di Valmontone e al Presidente Italia Pro Loco Nardocci. Un pubblico numeroso ha potuto gustare le specialità disposte creativamente su una tavola imbandita, dietro la quale scorrevano immagini di vari eventi organizzati da Enrico Maggi. Alessia e Sara Sbardella hanno curato la documentazione fotografica dell’evento. 30 e Lettere, Rubrich e Commenti LE CITTA’ La stilista di tutte le spose n. 34 - 14 Novembre 2012 A Latina Expo Sposi una sfilata piena di colori, magia, affetto e amici: un miracolo che solo la fede nell’estro e nell’eleganza può continuare a compiere di Maria Celli coriandoli, colori, bellezza, ESposimozioni, eleganza. E anche Latina Expo è andata. Una bella fiera nella provincia laziale che, con Roma, è diventata simbolo della moda sposi, appuntamento fisso per i futuri mariti e le future mogli assieme alle loro famiglie e ai loro amici. L’apporto della maison Celli, in questo senso, non è mancato. Da cinque anni abbiamo imparato ad amare e a sentirci coinvolti in primissima persona per questo appuntamento. E anche quest’anno il colpo è riuscito bene. Abbiamo portato centocinquanta abiti, coinvolto tutte le sarte, i collaboratori, le modelle e i modelli che ancora una volta sono stati felicissimi di sfilare assieme a noi. Da dietro le quinte abbiamo vissuto tutto con coinvolgimento e passione, ascoltato più che visto, tenuto i tempi, i passi, il ritmo di una sfilata impegnativa e variegata dove, sia pure in piccoli assaggi, abbiamo voluto dare prova della varietà che può avere l’eleganza, fornendo qualche esempio delle nostre linee, comprese quelle per uomo dove i nostri stilisti, guidati da mio figlio Giampaolo Celli hanno saputo anche loro offrire il meglio, stupendo per il valore assoluto dei capi, la qualità dei tessuti e l’originalità dei colori. Una caratteristica che, mi ha fatto molto piacere, è stata sottolineata anche per linee nuove di abiti da sposa che ho avuto il piacere di disegnare assieme a mia figlia Alessia. Mi riferisco alla linea Gioia che la brava e bellissima conduttrice, Cecilia Rodriguez ha voluto tratteggiare col suo dolcissimo accento ispanico, la caratteristica madre: i colori. Già, perché la sposa gioiosa al pregio dell’eleganza unisce la particolarità dei colori. Di abiti colorati come petali di fiori. Ho avuto personalmente moltissimo piacere anche nell’incontrare di nuovo un altro personaggio come Fabrizio Corona che a noi riserva sempre gentilezza e fascino. È stato molto cortese da parte sua ricordare la grande festa a cui personalmente tenevo da una vita che stiamo organizzan- do per il prossimo 12 dicembre a Roma in occasione dell’apertura del nuovo showroom a piazza di Spagna, nella storica boutique di GilCagné in via della Croce 35 pronta a divenire un tuttuno con il marchio Celli Alta Moda. Come al solito, insomma, si va di evento in evento sempre più in accordo e amicizia con le tante aziende partner che costituiscono il Celli Group. Fino ad arrivare al gran finale con la collezione Gioiello che ci ha visto salire tutti insieme sul palco: la famiglia riunita e introdotta, sin dall’inizio della sfilata, dai più piccoli con la loro spontaneità che non abbiamo intesto volutamente costringere nei ranghi e nelle regole rigide di una sfilata ma come sempre abbiamo fatto sfilare in passerella con la loro simpatia autentica e gli abitini di un’eleganza che può arrivare anche alle loro tenerissime misure. Tutta questa emozione è stata illuminata ancora una volta dalle Scintille d’Amore il nostro abito a led che Cecilia ha indossato a fine sfilata, lasciando al pubblico lo stupore e la voglia di tornare al prossimo evento. Miracoli che solo la bellezza sa realizzare. Assieme allo stile e all’unicità di una firma. Quella che da tanti anni regaliamo ai nostri sposi. Il marchio della nostra maison che dal prossimo mese di dicembre conquisterà il cuore di Roma, aprendo quella finestra che affaccia sul centro del mondo che adesso andiamo ad aprire. • 10 ANNI DEL MIKRO!!! • Tanti auguri di buon compleanno a Alessio!!! mitico nipotino del Direttore de “Le Città” per i suoi 10 anni festeggiati con una torta biancoceleste e un derby appena vinto. Quale regalo migliore? Noi festeggiamo con Alessio gridando “Forza Lazio!!!” e augurandogli tutta la felicità del mondo da zio Daniele e tutta la Redazione de “Le Città”.