Ernia cervicale.-,Ernia del disco,Ernia inguinale
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Ernia cervicale.-,Ernia del disco,Ernia inguinale
Ernia cervicale.IN PIEDI IN POCHI GIORNI CON LA DISCOPLASTICA (R.Bassani) Fonte: www.italiasalute.leonardo Fonte Video: RAI UNO ERNIA CERVICALE Tornare subito efficienti dopo un intervento alla schiena, abbattendo di 5 volte i tempi di recupero non più 4 – 8 mesi ma appena una ventina di giorni. E’ quanto permette la discoplastica, tecnica consolidata che trova molti consensi negli Usa ma è ancora poco diffusa in Europa e in Italia, nonostante nel nostro Paese ci siano migliaia di over 40 con degenerazione dei dischi vertebrali. E’ questo il tema centrale di ‘EuroSpine’, il congresso europeo più importante dedicato allo studio e allo sviluppo delle nuove tecnologie per il trattamento delle patologie della colonna vertebrale, apertosi oggi a Bruxelles. Grazie ad una protesi artificiale, questa tecnica rimette a posto la schiena in tempi record, ridando piena mobilità al tratto lombare. E gli specialisti europei, ortopedici e neurochirurghi della colonna vertebrale, lanciano uno studio per confermare l’efficacia della nuova … della nuova tecnica: nove i paesi coinvolti. L’Italia partecipa con l’IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. [flv:/wp-content/themes/mimbo2.2/video/erniacervicale.flv 368] 480 “La discoplastica è un intervento che prevede la sostituzione del disco danneggiato con una protesi artificiale, la cui funzione è quella di riprodurre meccanicamente nel modo migliore possibile il movimento con caratteristiche simili ad un disco sano. La mobilità del tratto lombare viene quindi mantenuta con tempi di recupero estremamente brevi. I pazienti infatti sono già in piedi il giorno dopo l’intervento e possono iniziare un attività fisica moderata passati soli 20-25 giorni dall’operazione. In altre parole si riducono i tempi di riabilitazione, che con la vecchia tecnica di fusione possono variare dai 4 agli 8 mesi – ha spiegato Roberto Bassani, Chirurgo ortopedico e vertebrale della Divisione di Ortopedia e Traumatologia del IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. Requisito essenziale per la riuscita dell’intervento è la selezione del paziente: giovani tra i 30 e i 50 anni di età, che soffrono di mal di schiena cronico, con una degenerazione iniziale del disco vertebrale. Pazienti che, inoltre, non sono riusciti a risolvere il problema con la terapia conservativa e presentano o meno la ben nota ‘sciatica’ (lombosciatalgia), riconducibile proprio alla discopatia degenerativa. Nel nostro Paese solo pochissimi centri ospedalieri hanno effettuato alcuni interventi, l’IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia è sicuramente il Centro di Riferimento in questa specialità. “Abbiamo avviato uno studio multicentrico che a livello internazionale intende valutare su larga scala le indicazioni ed i risultati di tale procedura chirurgica così da identificare correttamente i potenziali pazienti ed utilizzare al meglio tale tecnica – ha continuato Bassani – l’operazione avviene in anestesia generale ed attraverso un incisione anteriore sul basso addome. E’ indicata per quei soggetti affetti da un vero e proprio invecchiamento prematuro del tessuto discale che provoca “mal di schiena” cronico resistente alle comuni terapie fisiche e farmacologiche”. L’artoplastica è un intervento chirurgico per cui le parti danneggiate di un’articolazione vengono sostituite con protesi in materiale sintetico o leghe metalliche, grazie alle quali l’articolazione riacquista la propria normale funzionalità. Largamente usata da molti anni per l’anca ed il ginocchio, è invece solo da poco impiegata per trattare la malattia degenerativa dei dischi vertebrali a livello lombare e cervicale. Ancora oggi infatti, per la patologia del disco vertebrale, si ricorre ad interventi chirurgici tradizionali e collaudati ma più invasivi come la fusione spinale, che consiste nel bloccaggio, attraverso un sistema di viti, placche e innesti, di due ‘corpi’ vertebrali risolvendo il dolore attraverso l'”annullamento” del movimento che lo genera. “La discoplastica è certamente una delle metodiche attualmente più vicina alla normale fisiologia del tratto lombare. La colonna vertebrale è quanto di più mobile ci possa essere in natura ed è per questo che la ricerca tende a sviluppare sistemi protesici e tecniche chirurgiche che, in prima battuta, riproducano tale movimento” continua lo specialista. “Interventi che facciano ricorso a sistemi di fusione, che bloccano i corpi vertebrali per risolvere il dolore, saranno probabilmente la seconda scelta in quanto definitivi e senza ritorno. Con la moderna tecnica si riducono anche il sovraccarico e l’usura precoce dei dischi vertebrali adiacenti, che la chirurgia di fusione tradizionale provoca nei soggetti giovani”. NOSTRO COMMENTO: Quando queste ernie diventano dolorose e fastidiose, occorre affidarsi al chirurgo. Ernia del disco Fonte: RTV Reggio Calabria, riportiamo Medicina in diretta: L’ernia del disco è una affezione della colonna vertebrale consistente in una rottura o uno sfiancamento dell’anello fibroso del disco e conseguente dislocazione del nucleo polposo. La rottura o e lo sfiancamento del disco sono abitualmente secondari ad una degenerazione o invecchiamento del disco, fenomeno che parte dalle cartilagini discali. Le ernie più frequenti sono quelle lombari, seguite da quelle cervicali e da quelle dorsali. Frequenti i casi di ernie multiple e di ernie famigliari. Tutte le età possono essere affette da ernia del disco. la protusione invece consiste nello schiacciamento da parte del nucleo delle fibre dell’anello. Tuttavia ciò non comporta una rottura delle fibre dell’anello stesso, come succede nell’ernia, ma il suo schiacciamento, soprattutto a livello del legamento longitudinale posteriore. [flv:/wp-content/themes/mimbo2.2/video/erniadisco.flv 480 368] NOSTRO COMMENTO: Il Dr Domenico Durante è un ortopedico di Reggio Calabria che ognuno può consultare per avvalersi delle nuove tecniche Chirurgiche mini invasive che spesso risolvono i problemi legati all’ernia del disco. Ernia inguinale Auguriamoci di fare cosa gradita riportando gli ottimi filmati di RAI UNO che spiegano in modo eccezionale le varie tecniche operatoria per singoli interventi. Oggi si parla di ERNIA INGUINALE/ Fonte VIDEO: RAI UNO Fonte:www.ernia.net, si riporta: Prof. Dott. Giampiero Campanelli Professore Ordinario Università dell’Insubria di Varese – Secretary General European Hernia Society (E.H.S.) Presidente Eletto Società Italiana di Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery (S.I.C.A.D.S) – Presidente Fondazione Day Surgery Onlus [flv:/wp-content/themes/mimbo2.2/video/ERNIAING.flv 480 368] L’ernia inguinale rappresenta la patologia chirurgica più frequente nelle sale operatorie di tutto il mondo. E’ una patologia che interessa sopratutto i maschi, ma anche molte donne ne sono affette. Il termine ernia deriva dal greco hernios che vuol dire germoglio che sboccia da un ceppo. Infatti l’ernia e’ la fuoriuscita di un viscere, di una parte di esso o dell’involucro che lo ricopre dalla cavita’ che normalmente lo contiene. Tra le ernie addominali le più frequenti sono le ernie inguinali. La manifestazione clinica più evidente e’ la comparsa di una tumefazione e/o di un gonfiore più o meno ampio, delle dimensioni di una ciliegia sino a quelle di un grosso ananas o anguria nella regione interessata. Molte volte l’ernia può anche non manifestarsi all’ esterno in maniera evidente e dare segno di se soltanto attraverso alcuni sintomi quali sensazioni di peso, bruciore, dolore (nella regione inguinale per esempio) sopratutto durante la stazione eretta, ma anche in posizione seduta, per esempio durante la guida. In tali casi solo la visita chirurgica diagnosticare un’ernia che non si vede. potrà Non esiste alcuna terapia medica per l’ernia. Tutte le terapie non chirurgiche sono assolutamente da evitare (cinti, compressioni, iniezioni sclerosanti). L’unico rimedio efficace per l’ernia e’ l’intervento chirurgico. NOSTRO COMMENTO: Chi ha un’ernia inguinale deve andare immediatamente dal chirurgo a farsi operare. L’intervento non desta alcuna preoccupazione. E’ eseguito in anestesia locale e, nella stessa giornata il paziente può tornare a casa. Da evitare i cd. “Cinti erniari” perché comprimono la zona erniata creando aderenze e, molte volte, la pressione esercitata dal cinto nella zona erniata impedisce il rifornimento ematico del viscere che può strozzarsi. PER INFORMAZIONI CON IL PROF. Giampiero Campanelli: STUDIO PROFESSIONALE PRIVATO per appuntamenti: Clinica Madonnina – Via Quadronno 29 – Milano – Tel.: 02-583951 Multimedica Santa Maria Viale Piemonte, 70 – 21053 Castellanza – Varese – Tel.: 0331-393326 Domicilio professionale e legale: Chirurgia Generale II – Unità di Day e Week Surgery – Dipartimento di Scienze Chirurgiche Multimedica Santa Maria Viale Piemonte, 70 – 21053 Castellanza – Varese Recapiti telefonici: Segreteria ospedale tel.: 0331 393326 Per appuntamenti tel.: 0331 393238 E-mail: [email protected]