TI PARLERO` D`AMOR book tecnico 2015
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TI PARLERO` D`AMOR book tecnico 2015
TI PARLERÒ D’AMOR di Gianni Gori e Alessandro Gilleri STAGIONE 2015 Coproduzione Golden Show Trieste e Comune di Muggia, Trieste Regia: Scene e Costumi: Luci: Musiche di scena: Effetti Sonori: Cristine: Walter: Tommaso Tuzzoli Pier Paolo Bisleri Nino Napoletano Corrado Gulin Federico Dal Pozzo Marzia Postogna Andrea Binetti 20 e 21 marzo 2015 Teatro Verdi Muggia, Trieste 1 CONTATTI Distribuzione Gian Claudio Bandista Mobile: +39 331420777 Alessandro Gilleri Golden Show s.r.l.c.r Corso Italia,2 34121 Trieste P.Iva | C.F. 01220880320 Mobile: +39 366 2299602 Mail: [email protected] Skype: a.gilleri www.goldenshowtrieste.com NOTE DI REGIA di Tommaso Tuzzoli Ti parlerò d’amor La storia Nella Berlino degli anni Trenta due sfortunati artisti di cabaret (coppia di fatto per reciproco interesse) cercano – oltre a un lavoro, sia pur precario – l’occasione per rilanciare altrove la propria carriera. Sono i tempi delle Olimpiadi, ma anche delle leggi razziali. Lei sogna di raggiungere in America Marlene Dietrich che un giorno lontano le ha scritto una lettera d’incoraggiamento; lui, più realisticamente, pensa a Parigi (generosa nell’accoglienza verso gli artisti perseguitati). Ne nascono situazioni comiche e momenti di poesia, scanditi da sogni, ricordi e dalle memorie musicali di Weill, Stolz, dalle canzoni francesi e italiane del tempo, da Gershwin: un percorso affascinante, dalla drammatica e toccante conclusione. L'ambientazione voluta dal regista e ideata dallo scenografo Pierpaolo Bisleri rende in modo astratto, ma simbolico, il clima della Germania degli anni 30, con uno scivolo prospettico che rappresenta il perimetro della stanza dove si svolge la vicenda. TRAILER 3 min. http://youtu.be/s7TRSILSVrk 2 Note di Regia Siamo nella Berlino del 1936, nei giorni delle Olimpiadi. Rinchiusi in un piccolo appartamento ingombro di valigie dove si respira un clima d'attesa troviamo immersi i personaggi di Ti parlerò d'amor. Due cabarettisti, un uomo ed una donna, costretti a nascondere il proprio passato e la propria origine per non cadere vittime delle assurde leggi del regime nazista. Una storia in cui si affronta la tematica razziale così come la persecuzione degli omosessuali ricordando il paragrafo 175 (articolo del codice penale tedesco risalente al 1871 i cui procedimenti vennero ampliati dai nazisti nel 1935) che causò la morte di migliaia di persone. Due vite legate l'una all'altra da un sodalizio artistico e da un amore incondizionato. Lei sogna l'America ma nel contempo nega l'amara realtà in cui resta schiacciata a causa di un amore senza limiti per la propria città: Berlino. Lui sogna di raggiungere la libertà scappando a Parigi con lei, e cerca di dissuaderla dall'idea di restare. Se il piano reale vive di tensione, silenzi, piccoli litigi, confessioni inattese, l'unione artistica nel suo manifestarsi cerca di ricreare un'atmosfera ironica, sognante, fatta di canzoni e vecchi numeri di cabaret come fuga dalla brutalità dell'uomo. Un testo tra prosa e musica, un omaggio al mondo del cabaret tedesco e a quegli autori che dovettero fuggire dalla Germania per evitare le persecuzioni naziste. Un testo dove le canzoni assumono la funzione per i due protagonisti ora di dialogo ora di monologo. Gli arrangiamenti delle canzoni, eseguite al pianoforte dal maestro Corrado Gulin, seguono l'andamento emotivo degli interpreti. La scenografia realizzata da Pier Paolo Bisleri su cui si muovono i protagonisti rappresenta il perimetro della stanza dove si svolge la vicenda. Una stanza il cui freddo pavimento marmoreo rispecchia i lavori dell'architetto nazista Albert Speer, mentre la presenza delle valigie raccontano da un lato la condizione di chi vive il mondo dello spettacolo, dall'altro di chi è pronto alla fuga. La mancanza di pareti permette alla stanza di trasformarsi in un luogo surreale, sospeso. Le luci realizzate da Nino Napoletano creano atmosfere in bilico tra realtà, ricordo di un passato artistico e nuove speranze. L'utilizzo dei tagli di luce freddi e dei controluce ora sostengono la tensione e i silenzi ora disegnano lo spazio con delicati colori pastello da sogno. 3 La storia di quegli anni ha mostrato l'uomo nel suo essere disumano, eppure quella catastrofe, deve sempre continuare a farci chiedere, guardandoci negli occhi, perché. Le musiche Isolata nell’anomalia di un menage e di un precario mestiere, la strana coppia dello spettacolo evoca memorie musicali che attraversano la storia e fa affiorare nello stesso tempo le disillusioni e le speranze di evasione dei due artisti: dal crogiolo culturale della Berlino di Bertolt Brecht alla Parigi degli anni trenta (già rifugio di intellettuali e artisti minacciati dal nazismo), alla Roma dei telefoni bianchi, alla mitica fabbrica dei sogni hollywoodiana. Così dalle memorie musicali di Ti parlerò d’amor affiora il Weill di “Berlin in Licht”, di “Surabaya Johnny” da Happy End (1929) e di “Youkali” (l’isola che non c’è nel tango-habanera del 1934), i cavalli di battaglia di Marlene Dietrich ormai oltreoceano, le canzoni di Friedrich Holländer (“Kinder, heute Abend…”) e di Ralph Maria Siegel (“Ich hab’ noch eine Keffer in Berlin”), l’Italietta felicemente cantata da Cesare A. Bixio e Giovanni D’Anzi, i Song-capolavori di George Gershwin e Irving Berlin; per finire con l’interrogativo struggente (Warum?) di Robert Stolz, il più longevo compositore viennese, autore appunto del brano che chiude lo spettacolo (“Das Lied ist aus – La canzone è finita”) e che rappresenta tutta una civiltà di artisti in fuga. Ed è dello stesso Stolz la mitica “Abatjour” (intonata nella prima parte della pièce) entrata nel repertorio salottiero e cinematografico come versione italiana dell’ oriental fox-trot intitolato “Salome”. 4 SCALETTA BRANI MUSICALI Brecht/Weill “Surabaya Johnny” da “Happy End” Weill “Berlin in Licht” Stolz “Abat jour” Holländer “Kinder, heute Abend…” Giovanni D'Anzi “Voglio vivere così” Bixio/Neri “Parlami d'amore Mariù” Giovanni D'Anzi “Non dimenticar le mie parole” Siegel “Ich hab’ noch einen Kffer in Berlin” Weill “Youkali” Gershwin “Someone to watch over me” Irving Berlin “Let’s face the Music and Dance” * Stolz “Das Lied ist aus” 5 PERSONALE NECESSARIO TRASPORTI 1 furgone per le scene, attrezzeria e costumi. 2 facchini per carico e scarico. MACCHINISTI Montaggio e smontaggio: 1 macchinista ELETTRICISTI Montaggio e smontaggio: 1 elettricista DISTINTA ELEMENTI SCENOGRAFIA PZ. 16 PZ. 01 PZ. 01 PZ. 01 PZ. 02 PEDANA INCLINATA cm. 700 x 600 altezza anteriore cm. 10 posteriore cm. 20 TULLE GOBELIN NERO con scritta STANGONE per tulle con CORDE e PIOMBI AMERICANA in legno per proiettore singolo con CORDE NERE MANTEGNI in metallo Soffitti e quinte nere di repertorio del Teatro ospitante 6 foto di scena FOTO DI SCENA 7 8 foto di scena 9 foto di scena 10 foto di scena 11 foto di scena 12 foto di scena 13 Pianta 14 N°04 N°05 N°04 N°02 N°03 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 Valigie di legno Valigie Lettere Foto Marlene Dietrich Copie giornale: Deutsche Illustrierte Telefono in bachelite nero Rosa rosa Rosa gialla Porta sigarette + sigarette Accendisigari Posacenere Specchietto e rossetto sig.ra Postogna Specchietto e rossetto Sign. Binetti Vestagle azzurra Sign. Binetti 15 Attrezzeria DISTINTA DELL’ATTREZZERIA DISTINTA DEI COSTUMI N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 Sottoveste nera e grigia Vestaglia beige Calze cor carne Scarpe grigio fumo Gonna blu a pois bianchi Camicia raso grigio perla Giacchina nera Pantaloni neri frac Sparato bianco per frac Fascia raso nero per frac Papillon e guanti lunghi gialli Giacca frac Cilindro Boa di struzzo bianco Parrucca capelli corti castano chiari pettinatura mod 1930 a onde Walter Ferrini N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 N°01 Pantaloni neri frac Camicia bianca frac Cravatta nera Giacca grigia a righine chiare Gilè nero Impermeabile beige Berretto Scarpe nere Papillon e guanti lunghi rosa Giacca frac Cilindro Boa di struzzo azzurro 16 Costumi Christine Wender Pianta luci PIANTA LUCI 17