“GODETEVI LA VISTA” Eyes Wide Shots Photo Contest
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Presentazione Caprino senza lattosio Il mercato italiano dei formaggi freschi nella grande distribuzione, tra vendite a libero servizio e vendite al banco gastronomia, rappresenta circa la metà del totale mercato formaggi (49%), ovvero circa 270.000 tonnellate. Il resto del mercato è occupato dai formaggi stagionati (27%, trend di crescita), duri (17%) e fusi (7%). (Fonte: Iri, At aprile 2013). Nell’ambito dei formaggi, il consumatore tende ad ampliare lo spettro delle tipologie acquistate. I formaggi freschi nell'ultimo anno, hanno avuto un trend in crescita a volume e a valore. Se la mozzarella rimane il principale segmento con un quarto dei volumi e con un trend di stabilità, l’attenzione si è rivolta nell’ultimo anno ad altri tipi diversi, cresciuti con tassi tra il 3% e il 5%. Negli ultimi anni è apparso in tutta evidenza il fenomeno dell’intolleranza al lattosio. Gonfiore e crampi addominali, nausea, vertigini, cefalea, brontolii intestinali, meteorismo, flatulenza e stanchezza cronica: sono i sintomi che fino a ieri venivano frettolosamente addebitati a colite o stress. Si tratta di un problema che interessa il 70% della popolazione mondiale, e addirittura il 100% di alcune popolazioni di paesi dell’Estremo Oriente (Cina in primis). In Italia secondo le fonti più attendibili il 40-50% della popolazione è predisposto geneticamente all'intolleranza al lattosio. Secondo alcuni esperti il 75% di essi non sa di averla, perché i sintomi sono molto variabili. “Questa intolleranza è dovuta - spiega Damiano Galimberti, uno dei maggiori specialisti italiani in Scienze dell'Alimentazione - alla mutazione del gene della lattasi, l'enzima che idrolizza il lattosio. Quando il gene è mutato la lattasi non si produce e il lattosio resta indigeribile. Il problema, nei casi più gravi (che sono circa il 50%) non si limita alla mancata digestione del latte, ma anche a quella dei suoi derivati. Perché il lattosio si trova anche nei formaggi, a volte nel pane”. Un litro di latte vaccino contiene all’incirca 50 grammi di lattosio. Tale quantità diminuisce nei formaggi freschi e nello yogurt, fino ad azzerarsi nei formaggi più stagionati. I formaggi freschi, quindi, sono di solito quelli a più alto contenuto di lattosio. Mauri è fra le prime aziende italiane a presentare un formaggio fresco completamente privo di lattosio. E lo fa con quella che è una delle sue referenze di maggior gradimento presso i consumatori, in particolare nella stagione estiva, ovvero il Caprì. Il Caprì senza lattosio rappresenta oggi un’offerta che coniuga la qualità e la riconoscibilità del prodotto Mauri e l’intercettazione di una domanda crescente da parte delle responsabili d’acquisto. In particolare il Caprì senza lattosio mantiene inalterato il gusto e il sapore del Caprì classico col valore aggiunto di essere perfettamente tollerabile e digeribile da chi soffre o anche solo sospetta di soffrire di questa forma di intolleranza. Il pack del prodotto andrà ovviamente a sottolineare la novità, specificandone le caratteristiche di tollerabilità e digeribilità.