L`enigma della Cina

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L`enigma della Cina
Investire nei Mercati Emergenti
Note di Mark Mobius
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L’enigma della Cina
Date : 14 gennaio 2016
Le celebrazioni per il nuovo anno nel mondo occidentale hanno lasciato il passo alle
preoccupazioni per la Cina, il cui mercato ha iniziato il 2016 in perdita, provocando flessioni nei
mercati azionari di tutto il mondo. Il calo del 7% registrato il 4 gennaio dal mercato interno delle
azioni A cinesi è stato sufficiente a fare scattare il nuovo meccanismo cinese del circuit-breaker,
che ha bloccato le operazioni il primo giorno di negoziazione del nuovo anno e indotto il governo a
intervenire per sostenere i titoli.
Alle vendite hanno certamente contribuito gli investitori retail, ma anche i grandi azionisti,
soprattutto gli alti dirigenti che detengono azioni delle proprie società. Ecco perché il governo
cinese ha decretato restrizioni agli importi che questi possono vendere. Per frenare il panico sul
mercato, l’organismo di vigilanza della borsa cinese (la China Securities Regulatory Commission)
ha appena annunciato un tetto alle dimensioni delle partecipazioni che i grandi investitori possono
vendere, che sono state limitate soltanto all’1% delle azioni di una società. Tale limite è destinato
a rimanere in vigore per tre mesi a partire dal 9 gennaio. L’intero meccanismo psicologico del
mercato non è stato positivo per alcune ragioni, tra cui la flessione della valuta cinese, il renminbi
(RMB), che ha indotto gli investitori ad abbandonare gli asset denominati in RMB, come le azioni
quotate cinesi e il timore che la decisione della Federal Reserve di aumentare i tassi d’interesse
negli Stati Uniti possa incidere negativamente sulle altre economie. Vi sono ancora incertezze in
merito a ulteriori variazioni dei tassi in futuro, ma secondo le attuali previsioni i tassi d’interesse
statunitensi potrebbero ancora salire.
Chiaramente, al momento molti investitori sono preoccupati. A nostro giudizio, non vi è dubbio che
la Cina dovrebbe continuare a registrare una forte crescita quest’anno, ma si potrebbe affermare
che il paese è dinanzi a una scelta difficile. Da una parte, il governo vuole stabilità, ma dall'altra sta
anche lottando per una maggiore apertura. Ciò significa che quest’anno potremmo osservare una
maggiore volatilità sul mercato cinese a fronte dell’azione di questo conflitto di forze.
Riforme annunciate: Terzo Plenum del Partito Comunista Cinese
1. Deregolamentazione: il settore privato può accedere a quasi tutti i settori attualmente
riservati al governo.
2. Apertura: alle società estere è consentito un più ampio accesso al mercato per i settori dei
servizi.
3. Liberalizzazione finanziaria: incoraggiamento al settore privato per la creazione di istituzioni
finanziarie, accelerazione della deregolamentazione dei tassi di interesse e convertibilità in
conto capitale.
4. Riforme fondiarie e Hukou: proprietà legale dei terreni, diritti di utilizzo e di trasferimento.
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Migliori servizi sociali per lavoratori migranti.
5. Riforma dei prezzi delle risorse: migliore allocazione di petrolio e gas, acqua e altre risorse.
6. Riforma delle imprese di Stato (SOE): maggiore efficienza e migliore allocazione delle
risorse.
7. Riforma fiscale: tassa sulla proprietà per una maggiore stabilità delle entrate dei governi
locali.
8. Riforma dell'assistenza sociale: consolidamento del sistema pensionistico e trasferimento
ad esso delle azioni SOE; saranno appoggiati anche servizi medici privati.
9. Sviluppo del mercato obbligazionario: indipendenza del governo locale nell’emissione di
obbligazioni; migliore determinazione dei prezzi dei rischi.
10. Allentamento del controllo statale sulla politica del figlio unico: aumento del potenziale di
crescita sul lungo termine e promozione dei consumi sul medio termine.
Fonte: terza sessione plenaria del 18° Comitato centrale del PCC, 2013.
È importante ricordare che quella cinese è un’economia pianificata, un fattore che molti a mio
avviso hanno trascurato nelle loro analisi della possibilità di fallimenti bancari, eccesso di leva
finanziaria e altri scenari economici peggiori. In ultima analisi, è il partito comunista (lo Stato) a
determinare la direzione dell’economia e a nostro giudizio ha i mezzi per adottare le misure che
ritiene necessarie per perseguire i suoi obiettivi. Tuttavia, in futuro sarà difficile per il governo
cinese mantenere il controllo se l’obiettivo è quello di una maggiore apertura economica. È
evidente che la Cina mira a liberalizzare l’economia e in particolare il RMB. Ciò sarà attuato in fasi
progressive, molto gradualmente, per contribuire a promuovere il desidero di stabilità. Ritengo che
per chiunque desideri capire gli obiettivi cinesi - e le potenziali implicazioni di mercato - sia
importante leggere i 10 punti del plenum, che delineano la direzione dell’economia. Alcuni settori
saranno riorganizzati, mentre altri saranno ridimensionati. Ma ci sembra chiaro che il paese è
avviato verso una maggiore apertura economica, un’economia più orientata al mercato che si
adegui ai movimenti internazionali di capitali con il RMB non soltanto come valuta di riserva, ma
anche come moneta primaria del commercio internazionale.
Riteniamo che il tipo di volatilità di mercato che abbiamo osservato sia destinato a continuare
probabilmente anche quest’anno e non soltanto in Cina. La volatilità si sta intensificando su molti
mercati ed è un fenomeno con cui gli investitori dovranno verosimilmente imparare a convivere.
Osserviamo i periodi di accentuata volatilità nell’ottica di potenziali opportunità d’investimento,
che ci consentano di scegliere azioni a nostro giudizio indebitamente penalizzate. Sappiamo però
che condizioni di questo tipo sono difficili per chi teme la volatilità. Nel caso della Cina, è difficile
conseguire l’equilibrio tra le misure adottate dal governo per mantenere la stabilità da una parte e
consentire una maggiore liberalizzazione di mercato dall’altra.
Ciò detto, non siamo molto preoccupati per la crescita in Cina, né per le sue prospettive
d’investimento nel lungo termine. Definiremmo le attuali previsioni di crescita di circa il 6% del
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prodotto interno lordo nel 2016[1] come piuttosto forti, dato che le dimensioni dell’economia sono
notevolmente aumentate in termini monetari rispetto ad alcuni anni fa, quando i tassi di crescita
erano più elevati, ma su una base minore. Questo è un altro aspetto che a nostro giudizio sfugge
probabilmente agli investitori quando osservano il rallentamento della crescita. (Vedere grafico di
seguito.) A nostro avviso, i fondamentali cinesi sono ancora eccellenti. È una delle economie a più
rapida crescita del mondo, anche se il tasso di crescita ha rallentato.
Continuiamo a ricercare opportunità d’investimento in Cina e abbiamo fiducia nell’evoluzione della
crescita del paese nel lungo termine alla luce del programma di trasformazione della sua economia
da un modello orientato alle esportazioni a uno maggiormente focalizzato sull’economia interna.
La Cina sta inoltre registrando una profonda conversione della sua società da rurale a urbana.
I commenti, le opinioni e le analisi espressi nel presente articolo hanno finalità puramente
informative e non devono essere considerati come una consulenza individuale in materia di
investimenti né come una raccomandazione a investire in un titolo o ad adottare una strategia
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d’investimento. Le condizioni di mercato ed economiche sono passibili di rapidi cambiamenti,
pertanto i commenti, le opinioni e le analisi si intendono resi alla data di questo post e sono
soggetti a modifiche senza preavviso. Il materiale non intende costituire un'analisi completa di tutti i
fatti rilevanti relativi a un paese, una regione, un mercato, un settore, un investimento o una
strategia.
Importante informativa legale
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Gli investimenti in
titoli esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi
politici. Gli investimenti nei mercati emergenti, un segmento dei quali è costituito dai mercati di
frontiera, implicano rischi più accentuati connessi con gli stessi fattori, oltre a quelli associati alle
dimensioni minori dei mercati in questione, ai volumi inferiori di liquidità e alla mancanza di
strutture legali, politiche, economiche e sociali consolidate a supporto dei mercati mobiliari. I prezzi
delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che
riguardano singole società, particolari industrie o settori o condizioni di mercato generali.
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[1] Fonte: IMF World Economic Outlook database, ottobre 2015.
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