Dispensa Letteratura

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Letteratura Italiana
UMANESIMO
L'umanesimo è un movimento ideologico-culturale che afferma la dignità degli esseri
umani. Ebbe inizio nel XV secolo nell'Italia rinascimentale (il centro maggiore fu Firenze) e
si diffuse in tutta l'Europa contemporanea.
• Per "Umanesimo" si intende quel vasto movimento culturale che, iniziato negli ultimi
decenni del Trecento e diffusosi nel Quattrocento, ha come caratteristica principale
la riscoperta dell'uomo attraverso la ricerca e la letteratura dei classici latini e
greci: humanae litterae o studia humanitatis, da cui appunto trae origine il termine
"Umanesimo".
Questa riscoperta è un'indispensabile premessa culturale del Rinascimento, con la quale la
generazione dell'età umanistica sottolinea una netta distanza tra il mondo medioevale,
caratterizzato da una visione della vita, che poneva Dio al centro dell'universo e
imponeva all'uomo una totale sottomissione al volere e al potere della Chiesa e la loro
visione in cui l'uomo è posto al centro dell'Universo ed è considerato artefice, padrone del
proprio destino.
Si diffonde una grande fiducia nell'intelligenza umana; si esaltano, in particolar modo,
la dignità dell'uomo, la sua superiorità sugli altri esseri naturali, le sue innumerevoli
capacità creative. Inoltre si afferma il concetto di humanitas, inteso come la voglia di
conoscenza che distingue l'uomo da tutti gli altri esseri animati. L’aspetto più vistoso della
cultura umanistica fu l’apassionata attenzione rivolta al mondo classico. Centri di diffusione
della nuova cultura sono soprattutto le grandi corti signorili, in particolare la corte di
Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico, presso la quale si riuniscono moltissimi artisti e
letterati del tempo. Infatti anche durante l'umanesimo si rinnovano le arti, la scultura e
cominciano ad apparire alcuni personaggi importanti come Leonardo Da Vinci.
Leonardo da Vinci fu un artista in tutti i campi (pittura, scultura, musica, architettura,
letteratura) e studiò approfonditamente tutte le scienze (matematica, fisica, cosmologia,
meccanica, ingegneria, anatomia, geologia). Proprio per i suoi studi eclettici viene definito
Homo Universalis, cioè Uomo Universale.Il suo animo era nobile al punto che comprava i
passerotti al mercato solamente per liberarli e osservarne il volo. Uomo d'ingegno e talento
universale del Rinascimento, incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle
maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza È
considerato uno dei più grandi geni dell'umanità.
BREVE BIOGRAFIA
1452 Leonardo nasce a Vinci il 15 aprile, figlio di ser Piero, un notaio e di Caterina, una contadina.
1469 A soli quattordici anni dipinge talmente bene che inizia a lavorare nella bottega del
Verrocchio. Qui impara a dipingere e a scolpire.
1473 Data il suo primo disegno, il Paesaggio della valle dell’Arno.
1478 Esegue una pala d’altare in Palazzo della Signoria, a Firenze.
1482 Si trasferisce a Milano dove svolge molti incarichi tra cui l’edificazione di una statua equestre
in onore di Francesco Sforza.
1495 Inizia a realizzare il Cenacolo a S. Maria delle Grazie di Milano e svolge alcune decorazioni
nel castello sforzesco.
1499 Lascia Milano e sosta per un periodo a Mantova dove dipinge due ritratti di Isabella d’Este.
1500 Passa a Venezia in marzo e poi torna a Firenze.
1502 Dipinge il ritratto di Monna Lisa su incarico del marito, un ricco fiorentino. Si mette al
servizio di Cesare Borgia come ingegnere e architetto e lo segue nelle sue campagne militari in
Romagna. Studia fortificazioni e macchine da guerra.
1503 La repubblica incarica Leonardo di dipingere La battaglia di Anghiari in Palazzo Vecchio.
1504 Leonardo influisce notevolmente nelle opere di Raffaello.
1508 Torna a Milano e studia anatomia e geologia.
1513 Parte per Roma dove rimarrà tre anni a studiare matematica e scienze.
1514 Esegue i progetti per il prosciugamento delle paludi pontine.
1515 Lascia l’Italia e si reca alla corte di Francesco l di Francia e gli viene dato in uso il castello
1519 Muore il 2 maggio nel castello di Cloux.
LEONARDO: IL GRANDE INGEGNERE IDRAULICO
Uno dei temi che appassionava maggiormente Leonardo era l’acqua. Molti dei suoi scritti, detti
codici, hanno intere pagine dedicate a questo elemento, come, per esempio, il manoscritto Forster
l, il codice Hammer e il manoscritto Arundel. Tante sono le invenzioni e i disegni riguardanti
questo campo. Ma forse l’invenzione che è più conosciuta sono le chiuse per rendere un fiume o
un canale con alti dislivelli navigabili. Un esempio di questa invenzione si può trovare nel
naviglio del Brenta che incontra ben 6 metri di dislivello tra il paese di Stra e Venezia. Qui sono
state costruite delle chiuse e anche un ponte ad argano su modelli di Leonardo.
LEONARDO: IL GRANDE INGEGNERE MILITARE
Leonardo si rivelò un acuto stratega anche in campo militare. Realizzò molti disegni di armi
innovative come il carro falcato, il mortaio, la spingarda, la mitraglia e il carro armato. Non si
limitò a creare progetti su macchine per attaccare, ma anche su fortificazioni sempre più
impenetrabili. Nonostante la realizzazione di tutte queste macchine, Leonardo odiava la guerra e la
definiva "una bestialissima pazzia”.
LEONARDO: IL GRANDE INGEGNERE AERONAUTICO
Leonardo studiò con particolare interesse il volo degli uccelli per poi ricreare, con dei disegni, delle
“ali” per permettere all’uomo di volare. Disegnò così l'elicottero, il paracadute, la macchina
volante e la vite aerea. La vite aerea (l’antenata del moderno elicottero) e il paracadute furono le
più grandi intuizioni di Leonardo, in questo campo. Il codice sul volo degli uccelli è quasi
interamente dedicato a questa scienza.
LEONARDO: IL GRANDE INGEGNERE NAVALE
Anche in questo ramo dell’ingegneria Leonardo inventò molti macchinari utili come imbarcazioni
con propulsione a pale, una draga escavatrice per ripulire i canali, una tuta da palombaro
incredibilmente simile a quelle attuali e perfino un sommergibile con doppio scafo per
permettere l’emersione e l’immersione come in quelli moderni.
LEONARDO: IL GRANDE INGEGNERE STRADALE
L’urbanistica è un altro dei tanti campi di studi di Leonardo che progettò una città ideale mai
costruita e perfino migliore delle città che abbiamo noi oggi. Le case erano sopraelevate per lasciare
libero spazio al traffico; alcune strade erano sopraelevate ed erano ad esclusivo uso pedonale perché
dello stesso livello delle case e strade per il traffico cittadino più basse con opportuni cavalcavia
agli incroci.
LEONARDO: IL GRANDE INGEGNERE DEI TRASPORTI
Inoltre Leonardo inventò dei macchinari che rivoluzionarono i trasporti come: l’impianto per lo
scavo di canali, l’elevatore per colonne e il carro le cui ruote possono girare a differente velocità
come nelle attuali automobili.
LEONARDO: IL GRANDE INGEGNERE METALLURGICO
Leonardo inventò in questo campo macchine che precorsero molti secoli, poiché quasi totalmente
automatiche, come: laminatoi, magli comuni, trafile e forni, tra cui il forno a fiamma guidata.
LEONARDO: ILMATEMATICO
Leonardo ebbe modo di conoscere e studiare la matematica attraverso la conoscenza di Luca
Pacioli, un matematico amico di Leonardo.
LEONARDO: L’ANATOMISTA
Leonardo, essendo un artista, studiava approfonditamente l’anatomia per riprodurre in modo
realistico il corpo umano. Andava negli obitori a studiare i corpi sezionati anche se era proibito per
legge. Ci ha lasciato schizzi molto simili alla realtà di ogni parte del corpo umano.
LEONARDO: L’ARCHITETTO
Anche come architetto Leonardo ebbe successo: studiò, infatti, molte brillanti soluzioni per
costruire la cupola del Duomo di Milano.
LEONARDO: LO SCULTORE
Leonardo, essendo uno studente del Verrocchio, partecipò alla costruzione del monumento equestre
del capitano di ventura Bartolomeo Colleoni. Attraverso questo lavoro, seguito solo in parte, egli
potrà accettare l’incarico di fondere un cavallo di ben 6 metri su commissione del signore di
Milano.
LEONARDO: IL PITTORE
Leonardo ebbe molto successo come pittore. Le sue tele sono quotatissime in tutto il mondo. Molti
sono i dipinti che ci sono stati lasciati tra cui i ritratti di Ginevra Benci, Isabella d’Este e Cecilia
Gallerani, La vergine delle rocce, La dama con le perle, La scapigliata, L’adorazione dei magi,
L’annunciazione, La gioconda, La vergine e santa Anna, La madonna Benois, La belle ferronnière e
il suo unico ritratto maschile: ritratto di un musico. Per un breve periodo è tornata in Italia La dama
con ermellino.
DIPINTI:
National Gallery of Art, Washington: Ginevra Benci
Galleria degli Uffizi, Firenze: Adorazione dei magi, Annunciazione
Louvre, Parigi: Annunciazione per il duomo di Pistoia, Bacco, La belle ferronnière, La Gioconda,
Isabella d’Este, Santa Anna, la Madonna, il Bambino, san Giovannino, La vergine delle rocce, San
Giovanni Battista.
Santa Maria delle Grazie, Milano: Cenacolo.
Alte Pinakothek, Monaco: Madonna del garofano.
Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo: Madonna Benois
Czartoryski Muzeum, Cracovia: Cecilia Gallerani
Pinacoteca ambrosiana, Milano: Ritratto di musico, La dama con le perle
Pinacoteca Nazionale, Parma: La scapigliata
National Gallery, Londra: La vergine delle rocce
CODICI E MANOSCRITTI:
Biblioteca del castello reale di Windsor: codice di Windsor
Biblioteca ambrosiana, Milano: codice Atlantico
Biblioteca del castello sforzesco, Milano: codice Trivulziano
Biblioteca reale, Torino: codice sul volo degli uccelli
Biblioteca nazionale di Madrid: Madrid l, Madrid ll
Biblioteca dell’Institut, Parigi: manoscritti A-M, codice Ashburnam
British Museum, Londra: manoscritto Arundel
Victoria and Albert Museum, Londra: manoscritti Forster
Museo della Scienza e della Tecnica, Milano Museo dedicato al progresso scientifico e
tecnologico, fondato a Milano nel 1953. Oltre alla galleria interamente destinata a Leonardo da
Vinci, con oltre cento modelli e macchine (alcune interattive) realizzate su disegni leonardeschi,
comprende una trentina di sezioni (museo navale didattico, scoperta e lavorazione dei metalli,
motori, museo ferroviario e dei trasporti, museo aeronavale, conquista dello spazio,
radiocomunicazioni, misura del tempo, salone permanente delle innovazioni ecc.) su oltre 40.000
metri quadrati. La sezione didattica propone visite guidate con esperienze dal vivo.
Elenco degli scrittori e delle loro opere nel '400:
Autore
Titolo
Tipologia
Leon Battista Alberti
“I libri della famiglia”,1432-1441
Trattato sotto forma di
dialogo.
Angelo Poliziano
“Stanze per la giostra”,1475-1478
Poemetto lirico non finito.
Lorenzo il Magnifico
“La Nencia da Barberino”,1470
Poema in volgare.
“Comento”,1473
Prosimetro.
Luigi Pulci
“Morgante”,1461-1483
Poema eroicomico.
Matteo Maria
Boiardo
“Orlando Innamorato”,1476-1483
Poema cavalleresco.
Elenco degli scrittori e delle loro opere fra il '400 e il '500:
Autore
Titolo
Tipologia
Leonardo da Vinci
-
Questo autore scriveva
appunti
Jacopo Sannazaro
“Arcadia”,1483-1486
Prosimetro.
Elenco degli scrittori e delle loro opere nel '500:
Autore
Titolo
Tipologia
Ludovico Ariosto
“Orlando Furioso”,1516-1521
Poema.
Michelangelo Buonarroti
“Rime”,Tutta la vita
Poesie ispirate a Dante.
Niccolò Machiavelli
“Il Principe”,1513
Trattato politico.
Francesco Gucciardini
“Storia d'Italia”,1537-1540
Cronaca storica.
Baldassar Castiglione
“Il libro del cortegiano”,
1513-1524
Trattato sul modello di
cortegiano.
RINASCIMENTO
L'umanesimo è la cultura del Rinascimento; tra i due concetti vi è dunque una sorta di
vicinanza: il primo si riferisce al movimento ideologico culturale legato all'esigenza di
ricollegarsi al mondo greco-latino, Il Rinascimento si riferisce alle manifestazioni artistiche
e fenomeni di costume, come la quasi totale scomparsa delle rappresentazioni di Dio e dei
santi, sostituite dalle rappresentazioni dell'uomo. Il Rinascimento italiano politicamente
terminò con la morte di Lorenzo il Magnifico (1492), mentre culturalmente proseguì
per tutto il secolo successivo, fino agli inizi del XVII secolo.
Con il termine rinascimento si intende la corrente letteraria, artistica, filosofica e
scientifica che si sviluppa tra il quattrocento e il cinquecento.
Gli uomini di cultura italiani si sentivano eredi della civiltà classica e ritenevano il
medioevo un periodo di barbarie e decadenza
→ il rinascimento è quindi un ritorno all’età classica!
I caratteri distintivi del rinascimento sono: l’amore e l’interesse per ogni cosa del mondo
classico e l’umanesimo (con cui comincia il rinascimento) cioè con lo studio dei testi
letterari e l’idea della centralità dell’uomo.
Dallo studio dei testi classici si arriverà a dedurre che l’arte degli antichi era naturalistica
→ lo scopo dell’arte è la mimesi
→ si arriva alla prospettiva
tutto parte da Firenze
!
Principali autori
Filippo Brunelleschi
Nasce a (Firenze) nel 1377, da vita alla nuova architettura del rinascimento.
Si afferma pubblicamente vincendo il concorso per la porta nord del battistero fiorentino.
L’architettura brunelleschiana si svolge sempre alla luce della sperimentazione.
Donatello
Nasce a (Firenze) nel 1386, è stato il primo a sapersi riallacciare alla scultura greco –
romana ed a superarle dal punto di vista dell’espressione.
È un gran sperimentatore.
Masaccio
Nasce ad (Arezzo) nel 1401, il soprannome deriva dal suo pensare solo al lavoro.
Collaborò inizialmente con Masolino per poi separarsene.
Piero della Francesca
nato a Borgo San Sepolcro (Arezzo) nel 1420 muore nel 1492.. Egli conosce bene la
prospettiva, infatti scrivere un libro insieme ad altri autori in cui spiega che il quadro è un
marchingegno estremamente complesso per quanto riguarda i calcoli.
Botticelli
Nato a (Firenze) nel 1445 e morto sempre li nel 1510.
-La primavera
-Nascita di Venere
Raffaello (Urbino)
è un'artista che saputo cogliere il meglio degli artisti dell'epoca, così ha saputo creare un'arte
estremamente comunicativa, che è stata molto accettata dalla corte papale. La quale utilizza
le sue opere per il proprio programma religioso.
Michelangelo (Caprese Michelangelo (Arezzo) 6 marzo 1475 – Roma, 18 febbraio 1564) è
stato uno scultore, pittore, architetto e poeta italiano. Protagonista del Rinascimento italiano,
fu riconosciuto già al suo tempo come uno dei più grandi artisti di sempre.
Fu nell'insieme un artista tanto geniale quanto irrequieto. Il suo nome è collegato a una serie
di opere che lo hanno consegnato alla storia dell'arte, alcune delle quali sono conosciute in
tutto il mondo e considerate fra i più importanti lavori dell'arte occidentale: il David, la
Pietà o il ciclo di affreschi nella Cappella Sistina sono considerati traguardi
insuperabili dell'ingegno creat
Lo studio delle sue opere segnò le generazioni successive, dando vita, con altri modelli, a
una scuola che fece arte "alla maniera" sua e che va sotto il nome di manierismo.
ILLUMINISMO
Movimento filosofico-letterario che pone al centro della sua riflessione sulla realtà e
sull’uomo il Lume della ragione. Il movimento nasce in Gran Bretagna ma si afferma in
Francia e da lì in tutta Europa.
Valori assoluti: ragione e razionalità
• La razionalità deve guidare l’uomo in tutte le sue azioni
• L’illuminismo ha fiducia nella scienza e nel progresso esaltati a dismisura
La Borghesia o classe media si farà portatrice dei principi illuministici. Secondo la
borghesia la società non si può basare sui privilegi di sangue, si oppone ad Aristocrazia e
Clero sono viste come classi conservatrici e reazionarie, non vogliono mutare gli ordini di
classe che già esistono.
Gli illuministi avevano la presunzione di credere che prima di loro ci fossero le tenebre, il
Medioevo era visto come un’età buia (i cosiddetti secoli bui).
• Simbolo dell’Illuminismo sarà la luce che rischiara le tenebre dell’ignoranza.
Principi e Valori fondamentali dell’Illuminismo
1)Il sapere rende l’uomo libero e lo migliora (sapere tecnico-scientifico-letterario) il
sapere è potere e il potere è sapere (può anche essere strumento di soggezione per chi lo
detiene e lo la usare.
2)il sapere va divulgato, deve raggiungere il più ampio numero di persone, deve essere
accessibile a tutti attraverso i giornali (che nascono in quel periodo) e l’Enciclopedia di
D’alembert e Diderot mettere il sapere in circolo opera importante e costosa
3)rifiuto del dogmatismo (pensiero dogmatico:sapere che accetta quanto affermato dalla
cultura ufficiale senza metterlo in discussione); l’Illuminismo è per il pensiero critico (dal
greco crino=esamino), un sapere che accetta come vero solo ciò che può essere dimostrato
razionalmente.
4)Cosmopolitismo (cosmo=mondo politis=cittadino)essere cittadino del mondo, in quanto
esseri razionali (dotati di ragione) tutti gli uomini sono uguali.
5) Libertà = valore assoluto, di culto, religiosa di parola, pensiero, opinione di stampa
6) Tolleranza = sopportare e rispettare le idee altrui anche se non le si condivide (Voltaire:
Non condivido le tue idee ma sarei pronto a morire affinché tu le possa esprimere)
DOTTRINE POLITICHE DELL’ILLUMINISMO
VOLTAIRE opera Trattato sulla tolleranza parlerà di DISPOTISMO ILLUMINATO: il
despota o sovrano guidato dalle idee illuministiche può migliorare lo stato. Il sovrano deve
seguire le idee dei filosofi illuministi per riformare (migliorare dal di dentro, modificare
illuminato dal lume della ragione). Non crede nella rivoluzione ma crede nella riforma dello
stato mantenendo il sovrano al suo posto (sovrano illuminato).
Motto: nulla dal popolo, tutto per il popolo Il popolo non è ancora in grado di governarsi
Tutto va fatto per migliorare la vita del popolo
MONTESQUIEU: "lo spirito delle leggi" in quest opera Individua due pilastri assoluti
della civiltà del diritto:
1)
La certezza del diritto La legge e solo la legge stabilisce ciò che è lecito e ciò che è
illecito.Tutti anche il sovrano sono soggetti alle legge che è l’autorità suprema da tutti
riconosciuta (va contro l’arbitrio del sovrano)
2)
divisione dei poteri Il potere non è tutto nelle mani del sovrano ma è Tripartito -
legislativo dal parlamento -giudiziario dalla magistratura -esecutivo dal governo tutti e 3 i
poteri sono autonomi e indipendenti equilibrati e si controllano a vicenda
Da Montesquieu avremo il liberalismo, dottrina politica che mette al centro libertà e
tolleranza, divisione dei poteri, uguaglianza di fronte alla legge.
J.J.ROUSSEAU la democrazia assoluta Opera maggiore il contratto sociale.
Rousseau sostiene che si deve giungere a una democrazia assoluta in cui la volontà generale
coincide con quella individuale, cioè dar vita a una repubblica democratica, in cui la
sovranità viene esercitata direttamente dal popolo. Tutti nasciamo nella più piena libertà
(stato di natura), se viviamo in una società passiamo allo stato di diritto, quindi
“sottoscriviamo” un contratto e accettiamo le regole del vivere comune.
Per Rousseau “La terra è di nessuno, i frutti di tutti” (mette in dubbio la proprietà privata di
Locke). La differenza tra Montesquieu e Rousseau:
Montesquieu afferma che tutti sono uguali di fronte alla legge
Rousseau afferma che è anche importante un’uguaglianza a livello economico
IL LIBERISMO
A differenza del liberalismo che è una dottrina politica il Liberismo è una dottrina economica
fondata da Adam Smith Saggio sulle cause e la natura della ricchezza delle nazioni.
Smith sosteneva la libertà economica assoluta: libera iniziativa economica privata, lo Stato in
economia non deve svolgere nessun ruolo tranne quello di eliminare tutti gli ostacoli allo sviluppo
economico (es. costruire strade, ferrovie ecc.), l’unica legge che regola l’economia è la legge della
domanda e dell’offerta, che è regolata dal libero mercato, la libera concorrenza equilibra il mercato
(permette di riuscire a produrre a prezzi più competitivi).
•
Nel liberismo più radicale, chi non riesce a stare sul mercato è destinato a fallire, questo vale
anche per chi perde il posto di lavoro, il liberista classico è convinto che il mercato sarà in
grado di creare nuovi posti di lavoro e, quindi, di dare nuova occupazione a chi è senza
lavoro.
HOBBES: L’assolutismo
l’uomo per sua natura allo stato selvaggio (senza regole e senza vita in società) tende ad
appropriarsi di tutto quello che vuole / tutto per sé. L’uomo per Hobbes è cattivo.
HOMO HOMINI LUPUS = l’uomo è lupo all’altro uomo. Se l’uomo fosse lasciato senza autorità
darebbe vita a una lotta di tutti contro tutto
La soluzione perché la società non degeneri è che l’uomo rinunci al diritto naturale su tutte le cose,
dia il potere a un sovrano che potrà esercitare un diritto su tutte le cose e anche sui suoi sudditi. Il
sovrano deve avere tutto il potere, per far sì che regni la pace nella società, il re ha anche il potere
di vita e di morte sui suoi sudditi.
L’opera maggiore di Hobbes è “Il Leviatano”.
LOCKE: padre del liberalismo
i diritti naturali sono 4: diritto alla libertà, alla vita, alla proprietà privata, all autodifesa
I cittadini devono rinunciare a 1 solo diritto: l’autodifesa.
Si deve sottoscrivere un contratto sociale con lo stato che deve garantire la sicurezza e difenderci
dalle aggressioni. Se lo stato viene meno al patto i cittadini sono legittimati a rovesciarlo con una
rivoluzione.
Stato ha come funzione mantenere l’ordine e il benessere dei cittadini,
Dogma = verità di fede non dimostrabile razionalmente
Eresia = affermazione che va contro un dogma
Rivoluzione = rovesciamento totale dell'ordine costituito
IL ROMANTICISMO (1790-1860)
1.1. Il Romanticismo si radica nella sensibilità e nei motivi che la letteratura inglese di metà
Settecento diffonde in tutta Europa. Gli autori più importanti so- no Edward Young (1685-1765),
che scrive Il lamento, ovvero pensieri notturni sulla vita, la morte e l’immortalità (1742), un lungo
poemetto che inizia il gusto per la poesia sepolcrale; Thomas Grey (1716- 1771), che scrive l’Elegia
scritta in un cimitero di campagna (1751), un breve poemetto che canta la vita a contatto con la
natura e la scelta consapevole di un ideale di semplicità e di rigore morale. I temi della sua poesia
sono la notte, la malinconia, la ricerca della so- litudine in mezzo alla natura. L’autore che
raggiunge la fama europea più vasta è il poeta scozzese James Mcpherson (1736-1796), che scrive i
Poemi di Ossian (1760-63). Egli li presenta come la traduzione di una serie di canti epici e fantastici
composti in gaelico, l’antica lingua celtica della Scozia e dell’Irlanda, dal bardo Ossian, un presunto
poeta del III sec. Essi par- lano di eroi, duelli, grandi e travolgenti passioni d’amore e di morte,
spettri, nella cornice di una natura orrida e fantastica, tra le nebbie del nord. Il manifesto della
poesia romantica inglese è costituito dall’intro- duzione che Samuel Taylor Coleridge (1772-1834) e
William Wordsworth (1770-1850) premettono alla seconda edizione delle loro Ballate liriche
(1800).
1.2. Il termine romantico deriva dall’aggettivo ro- mantic, che si diffonde in Inghilterra nel sec.
XVII; e indicava tutto ciò che aveva attinenza con il romance, cioè con la narrazione fantastica, che
caratterizzava la letteratura medioevale. Esso perciò si contrapponeva alla narrazione realistica,
indicata con il termine no- vel. Romantico diveniva così sinonimo di medioevale, gotico.
2.1. Nella cultura tedesca sono presenti autori come Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) e
Friedrich Schiller (1759-1805), che si pongono tra Illuminismo e Romanticismo. Schiller espone le
sue idee estetiche ed artistiche nelle Lettere sull’educazione estetica dell’uomo (1795) e Della
poesia ingenua e sentimen- tale (1800). Goethe scrive il romanzo I dolori del gio- vane Werther
(1775-77), che costituisce un punto di riferimento ineludibile per la nuova sensibilità roman- tica.
Werther, il protagonista, è in preda all’inquie- tudine provocata da quegli anni di crisi; egli la vive in
una tensione crescente; alla fine un amore senza spe- ranza e un desiderio di autodistruzione lo
portano al suicidio.
2.2. Alle opere giovanili di Goethe, caratterizzate da un ribellismo prometeico contro tutto ciò che
opprime l’uomo, si ispira il gruppo dello Sturm und Drang (Tempesta ed impeto, cioè tempesta di
sentimen- ti)(1765-85), che invita alla violenza trasgressiva e alla ribellione individualistica ed
eroica contro le re- gole e le convenzioni sociali, che soffocano le passio-
IL VERISMO
Il Verismo è una corrente letteraria nata all'incirca fra il 1875 e il 1895 ad opera di un
gruppo di scrittori che non costituirono una vera e propria "scuola" ma era comunque
fondato su precisi principi.
Il Verismo nasce sotto influenza del clima positivista, quell'assoluta fiducia nella scienza,
nel metodo sperimentale e negli strumenti infallibili della ricerca che si sviluppa e prospera
dal 1830 fino alla fine del XIX secolo. Inoltre, il Verismo si ispira in maniera evidente al
Naturalismo, un movimento letterario diffuso in Francia a metà ottocento. Per gli scrittori
naturalisti la letteratura deve fotografare oggettivamente la realtà sociale e umana,
rappresentandone rigorosamente le classi, comprese quelle più umili, in ogni aspetto anche
sgradevole; gli autori devono comportarsi come gli scienziati analizzando gli aspetti
concreti della vita. Si sviluppa a Milano, allora il centro culturale più vivo della penisola, in
cui si raccolgono intellettuali di regioni diverse; le opere veriste però rappresentano
soprattutto le realtà sociali dell'Italia centrale, meridionale e insulare.
Giovanni Carmelo Verga (Catania, 2 settembre 1840 – Catania, 27 gennaio 1922) è stato
uno scrittore e drammaturgo italiano, considerato il maggior esponente della corrente
letteraria del verismo. Giovanni Verga, che dapprima era collocabile nella corrente letteraria
tardoromantica (era stato soprannominato il poeta delle duchesse e aveva un successo
notevole) intraprese la strada del verismo con la raccolta di novelle Vita dei campi e Novelle
rusticane e infine col primo romanzo del Ciclo dei Vinti, I Malavoglia, nel 1881. Lo
scrittore crede nel progresso ma si interessa ai vinti e ai deboli; la sua è una visione della
vita tragicamente pessimistica che si pone in antitesi con l'ottimismo imperante nei suoi
tempi. Rappresenta un mondo di primitivi in lotta con il destino avverso cui inesorabilmente
soccombono quando si staccano dalla religione, dalla famiglia e dal lavoro. Il linguaggio
verghiano è arditamente innovatore: dando spazio al linguaggio dialettale riesce a
raggiungere effetti di grandiosa coralità. Alla produzione narrativa si accompagnò quella
teatrale, connotata sempre da una intensa drammaticità, lo scrittore muore nella sua città
natale nel 1922.
STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA: IL NOVECENTO
1. Dal 1890 al 1917
▪ Il realismo: Giovanni Verga; Grazia Deledda
▪ L'estetismo: Gabriele D'Annunzio
▪ Gli antidannunziani: Giovanni Pascoli
2. Dal 1917 al 1939 (tra le due guerre)
▪ Il teatro: Luigi Pirandello
▪ La narrativa realista (il romanzo borghese): Aldo Palazzeschi; Italo Svevo; Alberto
Moravia
▪ La poesia simbolista (l'ermetismo): Giuseppe Ungaretti; Eugenio Montale; Salvatore
Quasimodo; Umberto Saba
3. Dal 1939 al 1989 (dopo il 1945)
Con la fine della guerra in Italia si proseguono due correnti fondamentali:
! il realismo in narrativa
▪ Il realismo e l'impegno civile negli anni 60/70: Elsa Morante; Primo Levi
▪ Oltre il realismo: Pier Paolo Pasolini; Italo Calvino; Carlo Emilio Gadda
▪ Produzione narrativa 1975/1989: Leonardo Sciascia; Umberto Eco; Gianni Celati;
Susanna Tamaro
▪ Il (neo)realismo: Cesare Pavese; Carlo Levi; Italo Calvino
! l'ermetismo in poesia
▪ Poetica dialettale: Pier Paolo Pasolini
▪ Il gruppo 63: Edoardo Sanguineti; Umberto Eco
DEFINIZIONI CORRENTI LETTERARIE
REALISMO: rappresentazione della vita quotidiana, senza concessioni eccessive al
sentimento o a interpretazioni soggettive. Successivamente, soprattutto in Francia, il
realismo subisce un'evoluzione verso forme di naturalismo. Al contrario, in Italia, si parla di
VERISMO (risalto dato ai problemi regionalistici, specie dell'Italia meridionale/ambienti e
personaggi più umili, per lo più della campagna e del mondo del lavoro/Giovanni Verga,
Grazia Deledda). Anche nel 900 il realismo ha trovato numerose interpretazioni originali
(Svevo, Pirandello, Moravia).
ESTETISMO: corrente che pone come valori fondamentali e primari quelli estetici e a essi
subordina tutti gli altri, anche (e soprattutto) quelli etici. (l'arte per l'arte)
ROMANZO BORGHESE: tra le maggiori produzioni letterarie del periodo tra le due
guerre. Si definisce come il romanzo prodotto negli ambienti culturali borghesi, aventi come
protagonisti personaggi provenienti dalla borghesia che costituisce la classe dominante
occidentale.
SIMBOLISMO: tendenza letteraria che si sviluppa dal decadentismo e si esprime
ricorrendo a particolari sistemi di simboli. Nasce ufficialmente con Baudelaire. Ne vengono
influenzati, in Italia, Pascoli, D'Annunzio e la stessa letteratura contemporanea.
ERMETISMO: tendenza della poesia italiana del 900 caratterizzata dall'accentuato lirismo
del componimento poetico e dal valore analogico e 'illuminante' dato alla parola e
all'immagine (Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo).
NEOREALISMO: nasce in Italia essenzialmente come reazione al disimpegno che aveva
caratterizzato la letteratura, e la cultura in genere, durante il ventennio fascista e come
ricerca di un più ampio, stabile contatto con la realtà sociale e politica del Paese.
Cronologicamente, esso si limita al periodo compreso circa tra il 1945 e il 1955 (Primo
Levi, Italo Calvino, ..).
BIOGRAFIE AUTORI
GIOVANNI VERGA: scrittore (1840-1922). L'arte di Verga rappresenta epicamente un
mondo di primitivi, in lotta con l'avverso destino, cui inesorabilmente soccombono quando
si staccano dalla religione della famiglia e del lavoro. Questo mondo provinciale è un luogo
mitico ed emblematico dell'ideale di antica saggezza e sanità morale che costituisce
un'alternativa alle insane passioni del mondo cittadino. I Malavoglia.
GRAZIA DELEDDA: scrittrice (1871-1936). Tra verismo e decadentismo, rappresentò gli
usi e i costumi degli abitanti della Sardegna, indagandone lo spirito; premio Nobel 1926 per
la letteratura. Elias Portolu (1903), Cenere (1904), L'edera (1906), Canne al vento (1913),
Marianna Sirca (1915), Il paese del vento (1931), parecchie raccolte di novelle.
GABRIELE D'ANNUNZIO: poeta e scrittore (1863-1938). Fu il più importante esponente
del decadentismo italiano: l'identificazione di letteratura e vita è il presupposto dell'arte
dannunziana, che contrappone alla quotidiana realtà dell'Italia giolittiana l'estetismo, cioè il
culto religoso dell'arte. Ricavò da Nietzsche il mito del superuomo che influì sul costume
del tempo.
GIOVANNI PASCOLI: poeta (1855-1912). Nella prima raccolta di liriche, Myricae
(1891), già si rivela chiara la sua ispirazione poetica, frammentaria, musicale, volta alle
sensazioni suggestive. Nella prosa Il fanciullino (1897) Pascoli espone manifestamente la
sua poetica, tipicamente decadente, della scoperta delle piccole cose della natura; le
suggestioni della sua poesia saranno raccolte dai crepuscolari.
LUIGI PIRANDELLO: scrittore e drammaturgo (1867-1936). Nel 1934 gli venne
assegnato il premio Nobel per la letteratura. L'apparizione di Pirandello costituisce
l'avvenimento capitale della storia del teatro italiano nel Novecento e uno degli avvenimenti
chiave del teatro europeo contemporaneo. Tutta la sua opera è imperniata sul problema della
identità profonda delle persone. Il fu Mattia Pascal (1904), L'umorismo (saggio 1908), Così
è (se vi pare) (1916), Enrico IV (1922), Sei personaggi in cerca d'autore (1921), Ciascuno a
suo modo (1924), Uno, nessuno, centomila.
ALDO PALAZZESCHI: scrittore (1885-1974). Dopo poesie di tono crepuscolare
(L'incendiario, 1910) e racconti fantastico-grotteschi (Il codice di Perelà, 1911), scrisse le
sue opere migliori: Stampe dell'800 (1932), 'memoria dell'infanzia' malinconica e spesso
anche ironica; Le sorelle Materassi (1934), il suo romanzo più noto; Il palio dei buffi
(1937). Il controdolore (1914).
ITALO SVEVO: pseudonimo di Ettore Schmitz, scrittore (1861-1928). La sua complessa e
inquieta personalità si manifestò già nei primi romanzi (Una vita, 1892; Senilità, 1898), che
passarono inosservati. L'amicizia con Joyce e lo studio delle scoperte di Freud, in
particolare della nozione di inconscio, maturarono il nuovo romanzo La coscienza di Zeno
(1922), che impose in Europa il nome dello scrittore.
ALBERTO MORAVIA: scrittore (1907-1990). Esordì col romanzo Gli indifferenti (1929),
che in stile disadorno e crudo descrive il cinismo di un ambiente piccolo-borghese e
l'indifferenza morale dei più giovani. A partire da La noia (1960) l'ispirazione di Moravia ha
accolto nuove suggestioni, seguendo in modo personale la voga del romanzo-saggio e della
narrativa sperimentale.
GIUSEPPE UNGARETTI: poeta (1888-1970). Ricollegandosi alle esperienze dei
simbolisti francesi, mirò a ritrovare l'intima essenzialità dell'espressione poetica fondata sul
valore primordiale della parola. La sua poesia (che si iscrive nel filone dell'ermetismo)
esprime inizialmente la pena derivante da una solitudine senza rimedio, in versi di scabra e
rarefatta liricità. (Porto sepolto)
EUGENIO MONTALE: poeta (1896-1981). La sua poesia rispecchia l'angoscia
esistenziale per la crudeltà di un mondo ostile e indecifrabile da cui è impossibile evadere:
da tale difficile rapporto del poeta con la realtà scaturisce una forma ermetica scabra ed
essenziale. Come critico ha tra l'altro pubblicato la raccolta di saggi Sulla poesia. Premio
Nobel 1975 per la letteratura. (Ossi di Seppia)
SALVATORE QUASIMODO: poeta (1901-1968). La sua prima produzione, nel quadro
dell'ermetismo, fu caratterizzata dalla sensuale evocazione d'una Sicilia mitica e
primordiale. Dall'esperienza solitaria di queste raccolte maturò, attraverso gli anni della
guerra e la Resistenza, un cantore meno chiuso e più solidale, nel quale il dramma di quel
tempo e la realtà della sofferenza erano assunti come fatti collettivi. Ed è subito sera (1942).
UMBERTO SABA: poeta (1883-1957). La sua poesia aderisce agli aspetti più umili della
realtà autobiografica, nella cornice familiare di Trieste; il suo stile è semplice e raffinato. Le
sue liriche sono riunite nel Canzoniere (1921-1948; 1951-1961), e nei volumi Mediterranee
(1947) e Uccelli - Quasi un racconto (1951); le prose in Scorciatoie e raccontini (1946).
Postumo è uscito il romanzo Ernesto (1975).
ELSA MORANTE: scrittrice (1918-1985). La sua narrativa oscilla tra illusione e realtà, tra
fiaba e romanzo. Il gioco segreto (1941), Menzogna e sortilegio (1948), L'isola di Arturo
(1957), Lo scialle andaluso (1964), La Storia (1974), Aracoeli (1982). Fu moglie di A.
Moravia.
PRIMO LEVI: scrittore (1919-1987). Ha raccontato, nel libro Se questo è un uomo (1947),
le sue esperienze di deportato in un Lager nazista. Hanno fatto seguito La tregua (1963), La
chiave a stella (1978), Se non ora, quando? (1982). Ha raccolto le sue poesie in A ora
incerta (1984).
PIER PAOLO PASOLINI: scrittore e regista cinematografico (1922-1975). Personalità
complessa, assai spesso provocatoria e ricca di originali intuizioni, è stato artista
fecondissimo. La sua produzione è segnata dal dilemma tra l'istintivo richiamo ancestrale
alla tradizione contadina e uno sforzo di razionalizzazione stimolato dalla scoperta del
marxismo e delle scienze umane. (poesia/romanzi e racconti/saggi/cinema) (Ragazzi di Vita)
LEONARDO SCIASCIA: narratore (1921-1989). Acuto osservatore della vita siciliana, ne
ha fatto il canovaccio del suo primo romanzo: Le parrocchie di Regalpietra (1956) e dei
racconti Gli zii di Sicilia (1958). Ha poi affrontato i temi della mafia e del nefasto dominio
del potere politico: Il giorno della civetta (1961), A ciascuno il suo (1966), Todo modo
(1974), La scomparsa di Majorana (1975). Fra le ultime opere: L'affaire Moro (1978),
Kermesse (1982), La sentenza memorabile (1983), Il cavaliere e la morte (1988), Una storia
semplice (1989).
UMBERTO ECO: critico, semiologo e scrittore (1932). Autore di numerosi saggi, tra cui
Opera aperta (1962), Diario minimo (1963), La struttura assente (1968), Trattato di
semiotica generale (1975), Il superuomo di massa (1976), I limiti dell'interpretazione
(1990) ecc. Hanno avuto grande successo i romanzi Il nome della rosa (1980), Il pendolo di
Foucault (1988), L'isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000).
SUSANNA TAMARO: scrittrice (1957). Dopo il romanzo La testa fra le nuvole (1989), la
raccolta di racconti Per voce sola (1991) e la fiaba Cuore di ciccia (1992), perviene al
successo con il romanzo Va' dove ti porta il cuore (1994). Tra le opere successive: Anima
mundi (1997), Tobia e l'angelo (1998), la raccolta di racconti Rispondimi (2001).
CESARE PAVESE: scrittore (1908-1950). Contribuì, specialmente con la sua opera di
traduttore, a far conoscere in Italia la narrativa americana. L'ultimo romanzo, La luna e i
falò (1950), imperniato sul conflitto, drammatico e centrale nella sua vita, tra l'amara
esperienza cittadina e la nostalgia struggente della campagna, è considerato il suo
capolavoro.
CARLO LEVI: scrittore e pittore (1902-1975). Confinato durante il fascismo in Lucania,
scrisse Cristo si è fermato a Eboli (1945), dove l'esperienza personale s'intreccia con la
scoperta di un'umanità ugualmente confinata ai margini della civiltà. Tra le opere
successive: L'orologio (1950), Le parole sono pietre (1955), Il futuro ha un cuore antico
(1956), La doppia notte dei tigli (1959).
EDOARDO SANGUINETI: critico e scrittore (1930), tra i maggiori esponenti
dell'avanguardia e del Gruppo 63. Capriccio italiano (romanzo, 1963). Saggi:
Interpretazione di Malebolge (1961), Tra liberty e crepuscolarismo (1961). La sua
produzione poetica è raccolta nei volumi Cantamerone 1951-1971 (1974), Segnalibro
(1982) e Senza titolo (1992).
FILIPPO TOMMASO MARINETTI: scrittore (1876-1944), fondatore del futurismo, di
cui pubblicò il Manifesto sul quotidiano parigino Figaro (1909).