Il profilo di un caposquadrilia

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Il profilo di un caposquadrilia
BRANCA E/G
ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUT CATTOLICI ITALIANI
Via Solferino, 21 – 47121 Forlì (FC)
www.agesciforli.org
email: [email protected]
Tel.: IABZ M. 392.1943547 – 347.2975053
Tel.: IABZ F. 392.1890997 – 329.2113841
MESSAGGIO DI B.P. AI CAPI SQ.
“Io desidero che voi capi squadriglia continuate a formare i ragazzi della vostra squadriglia
interamente da voi, perché è possibile far presa su ciascuno dei vostri ragazzi e farne un tipo in
gamba.
Non serve a niente avere uno o due ragazzi brillanti e tutti gli altri buoni a nulla.
Dovrete provare a renderli tutti abbastanza buoni.
Il mezzo più efficace per riuscirci è il vostro esempio personale, perché quello che fate voi, i
vostri scout lo faranno anche loro.
Fate vedere loro che sapete obbedire ad un ordine, sia che venga dato a viva voce, sia che
consista in norme stampate o scritte e che sapete eseguirlo sia che il capo riparto sia presente
oppure no.
Mostrate loro che sapete conquistarvi specialità e distintivi di classe, ed i vostri ragazzi vi
seguiranno senza bisogno di tanto lavoro per convincerli. Ma ricordate che voi dovete guidarli,
tirarveli appresso e non dare loro una spinta”.
Baden Powell
LETTERA AD UN CAPOSQUADRIGLIA
Carissimo,
dopo il tuo colloquio col Capo Riparto sei venuto da me, tuo AE, per chiedermi il parere se accettare
l'incarico di CSq. Abbiamo parlato a lungo: hai espresso i tuoi dubbi e le tue difficoltà. Ora vorrei
concludere per iscritto il nostro colloquio. L'essere chiamato a guidare sei altri fratelli nell'avventura Scout
è certo una grazia del Signore: sei di fronte ad una nuova via fascinosa e dura. Tu sarai per i tuoi compagni
l'immagine viva di come si è Scout: essi guarderanno a te, imiteranno i tuoi atteggiamenti, i tuoi gesti:
saranno spesso critici inesorabili. Vogliono vedere, misurare in te quello che dici loro: ma poi ti seguiranno.
E' questo uno stimolo a "Fare del tuo meglio". Dovrai pregare per i tuoi squadriglieri: uno per uno. Hanno
bisogno dell'aiuto del Signore nelle tante prove della vita. L'amore, identico e intenso, deve rivolgersi a
ciascuno di loro. Devi amare di più chi è meno simpatico, meno valido, meno intelligente: proprio per
questo più bisognoso di aiuto. Dice Paolo: "Voi che siete forti portate i pesi dei più deboli". Amare vuol dire
mettersi in ascolto per cogliere i pensieri reconditi dell'altro per una risposta attenta e premurosa.
Nessuno in Sq. deve sentirsi troppo escluso o emarginato. Sarà utile che tu vada a trovare a casa i tuoi
compagni per stare un po' con loro per incoraggiarli ed infondere entusiasmo. Ho conosciuto un Csq. che
per mesi, ogni giorno, è andato ad attendere all'uscita della scuola un ragazzo e lo accompagnava a casa:
questo perchè si era accorto che stava accodandosi ad una compagnia meno buona.
I ragazzi vengono a noi per "diventare Scout": cioè per vivere un'avventura libera fatta di Uscite, d'Imprese,
di Giochi, di amicizia concreta. Non per trovarsi attorno al solito tavolo per ripetere "le solite esperienze"
personali o trattare grandi problemi "politici". Fa' della Promessa e della Legge Scout la misura del tuo
comportamento in ogni circostanza. E' tutto qui e solo qui il modo unico per rimanere Scout per tutta la
vita. La Legge è come la bussola sulla quale orienta il percorso che è al timone della nave. Accettando di
essere Capo incontrerai momenti gioiosi e belli: proverai la soddisfazione di guidare i tuoi compagni alla
vittoria, alla conquista: li trascinerai in imprese fantastiche, ti troverai con loro nelle notti stellate, attorno
ad un fuoco, gomito a gomito a cantare la vostra gioia di vivere. Ma non è tutto qui: verranno anche ore di
prova e di disillusione: il compagno più amato forse un giorno ti lascerà dicendo che è stanco di "giocare
nei boschi" ed è più valido "fare la contestazione".
Così, dopo avergli dato tanto ti sembrerà di restare a mani vuote. I tuoi di casa talora ti ripeteranno che
stai esagerando e che "perdi tempo". Farai fatica a mettere insieme i tuoi impegni di Capo con quelli di
scuola. Certe volte sarà lo stesso Capo Riparto a dirti che la Squadriglia non gira, che il tale si comporta
male: forse ha torto e non sa tutto, ma tu non sai cosa rispondere. I genitori dei ragazzi ti potranno
considerare un "fanatico" e non ti daranno credito, o terranno a casa il figlio perchè "il tempo non è
buono"!
Dopo aver tanto faticato per preparare un'Uscita, ti troverai alla stazione con due Scouts, magari Novizi: gli
altri sono rimasti assenti perchè c'era la partita. E' proprio in queste situazioni che mostrerai di essere
Capo: capace di non cedere alla tentazione di piantare tutto, di non credere più in quello che fai, di
fermarti.
Sono i momenti nei quali ti salva solo l'amicizia col Capo e con l'AE e la Comunione con Lui, il Maestro.
Anche Gesù ha trovato la tristezza del tradimento e dell'abbandono: tu vorresti essere diverso da Lui? C'è
una parola, grande e terribile, che devi segnare sul tuo Quaderno di Caccia e sul tuo cuore: "Sacrificio".
Senza la capacità di rinuncia, di offerta, di sofferenza, non si è Capi: le grandi conquiste sono fatte da
uomini generosi, da chi sa amare senza restituzione.
Carissimo, un giorno pur tu consegnerai il Vecchio Guidone di Squadriglia, adorno di tante bandierine,
segno di Gare o Imprese vinte. Lo darai ad un altro. Proverai un po' di nostalgia e di rimpianto: è un po'
della tua adolescenza che passa. Entrerai nel Noviziato Rover: un'altra Strada, senza Mete. Ma della tua
attività di Capo resteranno doni validi: avrai imparato ad essere coerente e leale, sempre, avrai avuto una
eccezionale scuola alla responsabilità. Ti saprai, nella vita, trarre d'impaccio di fronte a circostanze nuove,
saprai più conoscere e capire le persone che incontrerai sulla tua via.
Allora ringrazia il Signore che ti ha aperto orizzonti così validi. Sii forte. Sempre.
Dà alla tua giovinezza un fondamento solido: è la casa costruita sulla roccia, che resiste all'imperversare
della tempesta, come ci insegna la parabola evangelica o, se più ti piace, realizza un "cristianesimo virile"
come ama scrivere Rosmini. Solo così sarai "uomo", totalmente "uomo" libero, aperto a grandi Ideali,
coraggioso. Sarai veramente cristiano. Auguri, e sulla tua nuova Strada ti accompagni la "Madonna degli
Scout" nostra Madre e nostra guida.
Baden delle Aquile Randagie (Don Ghetti)
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Tu sei l’esempio: in campo tecnico, fisico, intellettuale, morale(franchezza, energia, dedizione),
religioso.
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Tu sei fratello o sorella maggiore
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Tu sei un trascinatore
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Tu sei un formatore
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Tu sei responsabile: di te stesso, della sq, del reparto, di ognuno dei tuoi ragazzi, verso chi?
RITRATTO DI UN CAPO SQUADRIGLIA
Tu sei l’esempio
In campo tecnico, fisico, intellettuale, morale(franchezza, energia, dedizione), religioso.
Tutti abbiamo i nostri modelli di riferimento. Un tempo, tutti gli attuali capi sq. furono ragazzi del primo
anno, a cui i grandi sembravano alieni capaci di fare qualsiasi cosa. Si può far capire a loro che sono oggetto
della stessa attenzione. Questo li può aiutare a condurre la sq., ma anche spronarli ad un continuo
miglioramento. L’esempio va portato a tutto tondo. E’ per questo che bisogna continuare a camminare a
360° nel sentiero:
In campo tecnico: avere competenze, specialità, brevetti. Insomma, saper fare. Ma anche usare le
competenze acquisite e saperle tramandare.
In campo fisico: aver cura del proprio corpo, con una vita sana e regolata, e una costante attenzione alla
pulizia personale. Per essere preparati.
In campo intellettuale: aver cura della propria mente. Cercare di ampliare la propria cultura personale negli
abiti più disparati, seguendo la molla della curiosità. Più si ha, più si può dare.
In campo morale: il proprio carattere è la prima caratteristica che verrà assimilata dagli squadriglieri. Pregi
e difetti. La legge scout è un ottimo binario su cui muoversi. In particolare, le virtù d’oro per il capo sq.
sono: Franchezza (se lo dice il capo sq., allora è vero), Energia (mai “lasciar correre”, dare un calcio
all’impossibile), Dedizione (fare sempre del proprio meglio, con passione).
In campo religioso: l’anima è piena di domande sulla vita, sulla fede, su Dio. Il caposq. deve cercare le sue
risposte, con speranza, sfruttando la propria ragione per indagare e il proprio cuore per lasciarsi stupire.
NB: i 5 ambiti sono di crescita personale del capo. Niente di “nuovo” rispetto ai 4 punti di B.P., solo
riletti per il ruolo di capo sq.
Tu sei fratello o sorella maggiore
E’ il modo più semplice per orientarsi nelle scelte relazionali con gli squadriglieri. Cosa farei se fosse mio
fratello? Se fossi suo fratello maggiore? Cosa farebbe mio fratello maggiore con me in questa situazione?
La fraternità scout si basa su fiducia, stima reciproca e amore. Bisogna ricordarsi di voler bene agli altri, e
che proprio i ragazzi che hanno il carattere più difficile sono quelli che necessitano di più affetto. Lo
sguardo d’amore, però, non esclude fermezza (diverso da durezza). Fratelli maggiori sì, ma responsabili.
Tu sei un trascinatore
Lo scautismo è un gioco, che aiuta a diventare grandi. In questo gioco, i capi sq. sono giocatori attivi,
capitani della propria squadra, capaci di entusiasmare e affascinare i compagni, anche nei momenti più
difficili. Questo è possibile se in sq. si crea un clima rilassato e divertente, un “gruppo” vero e proprio…
capace di sostenere il proprio capo se questo non è allegro e carico come sempre! In più, un bravo capo ha
il coraggio di osare, tracciare strade nuove, proporre attività diverse ed evitare la monotonia in sq.
Tu sei un formatore
Chiave delle scautismo è l’autoeducazione. Il caposq. è chiamato (coi capi reparto)a partecipare nella
creazione di un ambiente positivo nel quale ogni ragazzo possa trovare il proprio percorso di crescita.
Nb: il caposq. non è un fabbro, che lavora gli Esploratori e Guide a martellate, bensì uno dei tanti contadini
che lavorano il campo del reparto. La raccolta finale dipende anche da lui, ma non solo. Il compito primo
del caposq. in questo percorso è di conoscere i propri squadriglieri, interessarsi sulla loro vita e tenersi
informato su aspettative e desideri, in modo da essere pronto a indirizzarli nei ruoli e negli impegni più
adatti ad ognuno. Bisogna ricordarsi che in questo è sempre accompagnato dai capi reparto e assistente
ecclesiastico.
Tu sei responsabile
Di te stesso, della sq, del reparto, di ognuno dei tuoi ragazzi, verso chi?
Altra metafora: essere capisq. è un po’ come essere capitani di una nave. E’ la massima autorità, ma
risponde di tutto, ovvero di se stesso, della nave, della flotta, dell’equipaggio..
Di se stesso: Non si esige dagli altri qualcosa che non si è disposti a chiedere a se stessi. E, dato che il
caposq. è esempio, gli altri non fanno quello che gli dice di fare ma quello che fa lui.
Della squadriglia: Lo sguardo di attenzione del capo sorvola tutta la vita di sq., dallo stile dei suoi ragazzi/e
alla riunione, passando per le casse del materiale, la tenda e persino lo “spirito di squadriglia”.
Del Reparto: presenza attiva in consiglio capi, dove vivere la cogestione del reparto, in spirito di
collaborazione e solidarietà.
Dei ragazzi: Il capo-capitano segue da vicino e aiuta ognuno dei suoi, con particolare attenzione ai più
piccoli.
Verso chi?: La responsabilità è sempre verso qualcuno o qualcosa, per definizione. (responsabile è colui
che deve rispondere). Il caposq. deve rispondere ai suoi squadriglieri, fiduciosi ma esigenti, ai suoi Capi,
anch’essi fiduciosi e pronti a dare consigli, al proprio Paese, cercando di diventare cittadini capaci, e, infine,
a Dio. Lui è, in definitiva, l’ultimo Grande Capo, che ha scelto e osserva con amore l’operato dei suoi
esploratori, e a cui tutti noi dobbiamo chiedere aiuto nel nostro sentiero.