che citta` sara`

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che citta` sara`
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euro 1
ANNO 3
N° 14
NUOVA SERIE
PERIODICO DI ANALISI E OPINIONI
2006
MARZO APRILE
CANTU’ OGGI
www.cantuoggi.it
URBANISTICA:
LA GESTIONE
DELLA GIUNTA
DE AMICIS:
LA PROPOSTA
DE L’UNIONE
PARCHEGGIO
& AUTOSILO
REFERENDUM
COSTITUZIONALE
CANTU’
CHE CITTA’ SARA’
VITALE BROGGI: L’ADDIO A UN LEADER
PIAZZA ALTA
Sindaco, dammi udienza!
La Piazza tua e non mia
Supera come altezza
I banchi d’osteria
Sindaco, dammi ascolto
Poteri tu ne hai
Emetti un’ordinanza
Per non far piovere mai
M’hai detto “Piazza Granda”
Ma invero fu una finta
Codesta è Piazza Gobba
Oppure Piazza Incinta
Lo sai che per la Piazza
Che non volea nessuno
Passiamo l’ore in coda
A maledir qualcuno?
Preoccupa che l’acqua
Seguendo un piano chino
Con la precipitazio
Precipiti nel vino
Lo sai che i canturini
Di fronte a questo danno
Si chiedono “Ma in Giunta
Capiscono quel che fanno?”
Pur innalzando i calici
Secondo l’occhi miei
Comunque avremo a mollo
Calzoni e zebedèi
So bene che m’appello
A chi non sa dar retta
Altri rimedieranno
Un anno passa in fretta
Jaufré Rudel
Aprile 2006
Vitale Broggi è stato sicuramente
il più intelligente tra i dirigenti
politici della sinistra canturina
dell’ultimo dopoguerra e certo
anche il più amato.
Amato per la sua assoluta
autenticità. Incapace di ipocrisie,
pur nella sua innata teatralità. Un
uomo attaccato alla vita, fin dal
nome, che non poteva meglio
scolpire l’eccezionale tempra e
vivacità.
Canturino fin nelle midolla, aveva
recepito dai suoi conterranei
quella straordinaria fusione tra il
burbero benefico e un senso
dell’umorismo che traduceva in
eccezionale bonomia.
Un uomo che sapeva riconoscere
i propri errori con la fattiva
partecipazione. Ricordo ad
esempio quella sua capacità di
ricucire con i compagni della Festa
dell’Unità di Cantù. Ai tempi della
svolta di Occhetto, in qualità di
segretario cittadino dei Ds avevo
deciso di negare lo spazio del
Bosco
del
Bersagliere
a
Rifondazione Comunista per
svolgere la propria festa
provinciale. Una decisione netta e
alla quale Vitale, capogruppo in
consiglio comunale, mi aveva dato
il più totale e incondizionato
appoggio. A distanza di quindici
anni devo ammettere che la nostra
presa di posizione poteva
sembrare eccessiva. Infatti creò un
clima difficile: ma Vitale, che non
era mai stato né un assiduo né un
affezionato cultore della Festa
ebbe la forza e il coraggio di ricucire
lo strappo con i compagni più attivi
al Bersagliere. Si presentò alla
piastra, lui affermato medico e
professionista. Ebbe il coraggio
A Cantù è
stato uno dei
pochi politici
che ha
dimostrato di
saper vedere
lontano
dell’umiltà e la forza di
ricominciare daccapo, senza altri
fini che tentare di stringere sincere
relazioni tra gli uomini.
Medico di eccezionale cultura,
aveva una dolcezza di cuore che
era stata messa a dura prova
dagli oltraggi continui che una vita
tutt’altro che fortunata, segnata da
lacerazioni e contrasti, gli aveva
messo davanti.
Ha sempre pagato di persona, si
è sempre assunto le proprie
responsabilità. A Cantù è stato
uno dei pochi politici che ha
dimostrato di saper vedere
lontano. Il laboratorio di Areaperta
da lui avviato, era un Ulivo “in vitro”,
con
alcuni
gravi
errori
d’impostazione che lo stesso
Broggi aveva ammesso e corretto:
in particolare la foga di trasformare
un’iniziativa di riflessione e cultura
politica in una lista che concorreva
per le elezioni amministrative. Ma
Vitale aveva una grande fiducia nel
prossimo e non poteva aspettarsi
che la sua radicale critica degli
apparati e del professionismo della
politica, celasse insidie anche tra i
così detti rappresentanti della
“società civile”.
Ma di Vitale a noi rimarrà soprattutto
il ricordo della sua statura umana,
del tutto fuori dal comune. Che si
traduceva nella sua eccezionale
capacità di racconto, che avrebbe
fatto di lui, se solo avesse voluto,
uno scrittore di spicco.
“Me sun di Cunt”, diceva il figlio di
Giuann di Cunt, detto anche
“Baggin”. E qui si spalancava
davanti a noi una fiorita aneddotica
sull’origine del soprannome della
sua famiglia, che non oso
trascrivere. Vitale è stato un grande
provocatore, sicuramente il più
intelligente di quelli che abbiamo
conosciuto, capace di autentiche
prodezze dialettiche, lui che aveva
una cultura classica e che si era
immerso nell’aura della ducale
Parma, città in cui si era laureato in
Medicina.
Già da piccolo, sul filobus che lo
conduceva a Como al Liceo “Volta”,
Vitale era l’autentico e incontrastato
protagonista, un affascinante
fabulatore.
Non poteva invecchiare. Come un
altro degli Arconi, Paolo Cappelletti,
scomparso qualche giorno prima
di lui in Africa, Broggi, era
l’immagine dell’eterna giovinezza,
scanzonata, libertina, giocosa,
vitale appunto. Per questo lo
ricordiamo così, sulla sua moto che
volteggia tra le nostre colline,
allontanando l’incubo della morte.
Giancarlo Montorfano