Diapositiva 1 - Fondazione Di Liegro

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Diapositiva 1 - Fondazione Di Liegro
IL CICLO VITALE DELLA
FAMIGLIA
“La famiglia come sistema in evoluzione”
Sergio Lupoi
Psichiatra ,Docente Istituto
Italiano Psicoterapia
Relazionale
Viale Regina Margherita 269
Roma
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1.
2.
3.
La famiglia ha una storia e genera storia e
lo fa attraverso le relazioni con l’ambiente.
La famiglia ha 3 dimensioni:
Dimensione temporale (passato, presente e
futuro)
Dimensione economica, politica, culturale e
delle istituzioni
Dimensione di significato, di esperienza e di
integrazione personale e di gruppo.
S. Lupoi – F. Seravelli
LA FAMIGLIA COME SISTEMA
BIOLOGICO
La famiglia è un sistema vivente e come in
ogni sistema biologico, lo sviluppo avviene
per “stadi” all’interno della dimensione tempo,
dimensione che ha una freccia verso il futuro
ed è irreversibile.
La famiglia passa attraverso una serie di
“epoche”, ognuna consiste in un “periodo di
transizione”e durante tali transizioni si
verificano profonde trasformazioni
psicologiche e a livello strutturale.
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S. Lupoi – F. Seravelli
LA FAMIGLIA COME SISTEMA
BIOLOGICO (2)


Nel corso del suo ciclo di vita, ogni sistema familiare
passa attraverso una serie di stadi che richiedono dei
cambiamenti di ruolo intrafamiliari.
Dall’altra parte il coinvolgimento dei singoli membri
in altri sistemi sociali (scuola, mondo del lavoro
ecc..) fa si che ogni soggetto, di fronte a determinati
“passaggi” debba affrontare dei cambiamenti del
proprio ruolo, proprio perché tale fase lo richiede. Il
ciclo di vita individuale è un processo che si modella
ed evolve nell’ambito più ampio del ciclo di vita della
famiglia di cui un individuo fa parte.
S. Lupoi – F. Seravelli
LA FAMIGLIA COME SISTEMA
BIOLOGICO (3)
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La famiglia è come un organismo, capace di svolgere
quelle funzioni necessarie alla sua sopravvivenza e
in grado di procedere, lungo il tempo, verso la sua
maturazione, attraverso certe tappe evolutive.
S. Lupoi – F. Seravelli
LA FAMIGLIA COME SISTEMA
BIOLOGICO (4)
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Tale processo evolutivo si muove utilizzando due forze,
apparentemente contraddittorie tra loro: da una parte il bisogno
di stabilità, dall'altra il desiderio di trasformazione.
Entrambe queste forze sviluppano un’interazione che mantiene
la famiglia in un equilibrio costante, garantendone sia
l'evoluzione che la stabilità.
Ogni fase di passaggio comporta un momento di
riequilibramento delle dinamiche interne e delle regole
dell'insieme. Come ogni sistema in evoluzione, però, anche la
famiglia può trovarsi nelle condizioni di non riuscire ad
oltrepassare la linea di confine tra una fase e l'altra, e quindi
vedersi bloccata nel suo processo di crescita.
S. Lupoi – F. Seravelli
Il cambiamento nella continutià
La continuità nel cambiamento

L’adattamento è una risposta del sistema ai vincoli che gli
vengono posti dall’ambiente e rappresenta l’espressione della
reciproca compatibilità tra un sistema e il suo ambiente. La
sopravvivenza dei sistemi viventi dipende da due processi
differenti ed opposti:
- la morfostasi
un sistema conserva la propria
stabilità e la propria costanza malgrado le continue
modificazioni dell’ambiente, attraverso processi di feedback
negativo
- la morfogenesi
un sistema va incontro a importanti
cambiamenti strutturali che possono consentirgli un diverso,
ed eventualmente migliore adattamento all’ambiente,
attraverso processi di feedback positivo.
S. Lupoi – F. Seravelli
UN PO’ DI STORIA

Il concetto di ciclo di vita della famiglia, nato e
sviluppatosi in campo sociologico nei tardi
anni quaranta, grazie soprattutto all’opera di
Ruben Hill e Evelyn Duvall, è stato
esplicitamente riconosciuto dai terapeuti
relazionali come strumento concettuale utile in
riferimento al loro lavoro solamente negli anni
settanta ad opera di Jay Haley (Haley 1973),
sebbene sia evidente che già molto prima
venisse implicitamente utilizzato da ogni
terapeuta nella sua prassi.
S. Lupoi – F. Seravelli
UN PO’ DI STORIA (2)
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Haley inquadra lo sviluppo
spazio-temporale attraverso
l’individuazione di
determinate fasi evolutive
prevedibili. Le varie tappe
sono contrassegnate da
particolari eventi significativi.
Si possono distinguere due tipi
principali di eventi:
- normativi: prevedibili, legati
alle fasi del ciclo vitale
(matrimonio, pensionamento..)
- paranormativi: si
intrecciano ai primi (morte,
divorzio, mutamento socioeconomico,…)
S. Lupoi – F. Seravelli
Ciclo vitale
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Processo di continua ristrutturazione (Fase)della
trama dei rapporti tra i membri della famiglia
lungo gli eventi naturali(tappa) dell’incedere della
vita
Ogni tappa è segnata da un evento critico che
coinvolge sempre persone di diversi sottosistemi
ma non coincide sempre con una nuova fase
L’influenza tra generazione(anche ¾) è reciproca
fornendo i presupposti di una
concatenazione e di un processo cospecificato dove è possibile avere un
processo ricorsivo ma anche riflessivo
DIFFICOLTA’ NEL CICLO VITALE

Un sistema familiare deve modificare la propria
organizzazione, in coincidenza con ogni passaggio di
fase del ciclo vitale, perché le precedenti modalità di
funzionamento non risultano più adeguate alle nuove
condizioni. Ogni fase del ciclo vitale, infatti, è
caratterizzata da specifici compiti di sviluppo.
S. Lupoi – F. Seravelli
DIFFICOLTA’ NEL CICLO VITALE
(2)
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Secondo Bowen nel passaggio attraverso le varie fasi,
gli individui devono progredire nel processo di
individuazione e raggiungere un sufficiente livello di
differenziazione dalle famiglie d’origine, per
divenire sempre meno indispensabile al
funzionamento di essa.
Un individuo ben differenziato può appartenere a
diversi sottosistemi, sia all’interno che all’esterno
della famiglia, rispetto ai quali può partecipare e
separarsi senza perdere il senso della propria
continuità personale.
S. Lupoi – F. Seravelli
Processo di individuazione
La famiglia ha il compito ,fra gli altri, di favorire
l’individuazione di ogni singolo membro.
Questo processo si configura
all’interno del tipo di Attaccamento che si vive
all’interno della famiglia e
all’interno della dinamica di Appartenenza
ALLA famiglia e di Separazione DALLA
famiglia
Conseguenze sul processo di
differenziazione
Queste alterazione del ciclo vitale comportano
che le tappe della differenziazione del singolo
vengono per conseguenza alterate e mettono
l’individuo sotto stress innescando potenziali
circoli viziosi origine spesso di sontomatologia
di vario genere
DIFFICOLTA’ NEL CICLO VITALE
(3)
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1.
2.
Se si incontrano difficoltà in questo processo di cambiamento, il
ciclo vitale può bloccarsi, oppure la tappa in questione può venire
superata in modo incompleto:
Si parla di blocco se nel corso di una determinata fase, non
avvengono le ridefinizioni delle relazioni interpersonali e la
riorganizzazione del sistema che sarebbero necessarie per passare
alla fase successiva.
Si parla di passaggio incompleto se il passaggio alla fase
successiva è solo apparente, ma in realtà non sono cambiate le
relazioni interpersonali e le modalità di funzionamento del
sistema familiare.
S. Lupoi – F. Seravelli
DIFFICOLTA’ NEL CICLO VITALE
(4)
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L’adozione di una prospettiva trigenerazionale, ha
permesso di notare come le difficoltà di una famiglia in
una determinata fase del ciclo vitale, possano
ripercuotersi sulle generazioni successive.
Se il mondo è un palcoscenico…le generazioni tendono
a tramandarsi un copione (Family Script)con una
trama che può essere sempre identica a sé stessa
S. Lupoi – F. Seravelli

Le famiglie che presentano una maggiore
probabilità di incontrare difficoltà durante le
transizioni del ciclo vitale, sono quelle che si
trovano a fronteggiare contemporaneamente
sia eventi stressanti “orizzontali” (eventi
critici del ciclo vitale), sia eventi stressanti
“verticali”(rappresentati dall’influenza
transgenerazionale nelle sue varie forme)
DIFFICOLTA’ NEL CICLO VITALE
(5)

Se la famiglia non riesce a superare i compiti
di sviluppo, è probabile che si verifichi una
sofferenza del sistema e uno o più componenti
del sistema, possono diventare “sintomatici”.
In questo caso il sintomo rappresenta una spia
dell’esistenza di difficoltà nel superare una
tappa del ciclo vitale.
S. Lupoi – F. Seravelli
Doppia valenza del sintomo
Dato che il sintomo è la spia di un disagio ha in
sé un a doppia valenza:
Quella di compattare la famiglia intorno sl
malessere(morfostasi)
Quella di allarmare la famiglia e spingere per un
revisione della difficoltà(morfogenesi)
Sintomo e ciclo vitale


Un tempo i sintomi erano considerati come
manifestazione propria dell’uomo…. In seguito si è
sviluppata la convinzione che i sintomi fossero invece
indicativi di un certo tipo di rapporto tra persone
profondamente coinvolte tra loro…..Esiste una
visione più ampia del problema, i sintomi compaiono
quando c’è deviazione del normale ciclo vitale di una
famiglia” (Haley)
In questa ottica il sintomo viene visto come il
segnale che una famiglia ha difficoltà a superare
quello stadio del ciclo vitale
GLI STADI DEL CICLO VITALE
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1.
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Non hanno carattere universale, ma dipendono dai contesti socioculturali, economici e politici
Nella tradizionale famiglia occidentale moderna gli stadi fondamentali
sono cinque, legati a cinque eventi critici:
“La formazione della coppia”
“La famiglia con bambini”
“La famiglia con adolescenti”
“la famiglia trampolino di lancio”
La famiglia lunga
“La famiglia nell’età anziana”
“ la famiglia che si rompe”
S. Lupoi – F. Seravelli
Matrimonio o Convivenza
Nascita dei figli
Adolescenza dei figli
I figli escono di casa
I figli non riescono ad uscire
Pensionamento,malattia
Separazioni e divorzi
Peculiarità delle fasi
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
ogni fase del ciclo vitale comprende tre
generazioni
ogni fase del ciclo vitale ha tre tempi, quello
individuale, quello familiare, quello sociale
ogni relazione è


vincolo a un ruolo
risorsa in quanto crea relazione e
individualizzazione
1) LA FORMAZIONE DELLA COPPIA

E’ la fase in cui si deve costituire
un'identità di coppia attraverso
la definizione dei confini del
nuovo sistema coniugale e la
ridefinizione delle relazioni con la
famiglia estesa.

L'evento critico è il matrimonio,
«esso dovrebbe significare che
sono stati fatti progressi notevoli
sulla strada dell'indipendenza
emotiva dalla famiglia di origine,
non che tale processo sia sul
punto di iniziare, o che venga
automaticamente compiuto con la
celebrazione della cerimonia» (E.
A. Carter, M. McGoldrick 1980).
S. Lupoi – F. Seravelli

Lo studio della fase di formazione della coppia implica il prendere in
considerazione un sistema composto da tre famiglie, le due di origine e la
nuova coppia, a più generazioni, i cui legami e il cui funzionamento
condizionano la storia relazionale del nucleo in via di formazione.

Il matrimonio richiede che la coppia attui una rinegoziazione di una grande
quantità di situazioni in precedenza regolate per ciascuno dei due da
principi e norme stabiliti dai propri genitori. Tale rinegoziazione deve
essere effettuata anche nei confronti delle proprie famiglie d'origine, dei
fratelli e delle sorelle, degli amici e degli altri parenti, coinvolgendo in un
modo o nell'altro i rapporti interpersonali in cui i due sono impegnati.

Un'altra fonte di stress per le famiglie d'origine, in questa fase, è il dover
accettare come proprio membro un estraneo, il che comporta un improvviso
allargamento dei confini e un mutamento di status per tutti i membri del
sistema.
S. Lupoi – F. Seravelli
2) LA FAMIGLIA CON BAMBINI
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

La famiglia neoformata diviene un
sistema permanente, che non potrà
essere cancellato neanche da una
eventuale divisione della coppia
coniugale.
La nascita di un figlio è percepita
come fonte di sentimenti
affettivamente costruttivi e
gratificanti per i genitori; il padre e la
madre si sentono meno centrati su se
stessi e maggiormente preoccupati per
la crescita del bambino.
E’ necessaria una ristrutturazione
dei confini familiari, secondo
Minuchin si deve tracciare un confine
che permetta al bambino di interagire
con tutti e due i genitori,
escludendolo, nel contempo, dal
funzionamento specifico della coppia.
( Minuchin, 1974)
S. Lupoi – F. Seravelli

Un aspetto positivo di questo evento è l'aumento della
coesione familiare e il senso di identificazione con il figlio. I
genitori rivivono nel figlio i bisogni e i desideri che li legano
alla propria infanzia e al proprio passato.
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Invece, tra gli aspetti negativi i genitori citano: le richieste
fisiche di cura del bambino, l'aumento delle tensioni nella
relazione marito-moglie, il marito(padre) si sente escluso da un
rapporto simbiotico madre/figlio i costi emotivi e le restrizioni
riguardanti la vita sociale, lo svago, le amicizie e la carriera
che esso comporta.
S. Lupoi – F. Seravelli

Accettare il piccolo nel sistema è il compito più difficile. Solo se
ciascun membro della coppia ha raggiunto un buon grado di
differenziazione del sé e ha stabilito con il suo partner una
relazione fondata sulla intimità e non sulla fusione, essi saranno in
grado di prendersi cura del figlio.

I coniugi hanno da questo momento il compito di imparare a
comunicare non più solo come membri della coppia coniugale(non
diade), ma anche come membri di una coppia parentale all'interno
di una triade familiare. Inoltre, oltre al riadattamento interno della
diade coniugale, la nascita di un figlio richiede una diversa
definizione delle relazioni nella famiglia estesa, poiché crea nelle
famiglie di origine nuovi ruoli.
La nascita di un figlio consente ai genitori di inserirsi nella storia
delle famiglie di origine e di continuarla.
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S. Lupoi – F. Seravelli
3) LA FAMIGLIA CON ADOLESCENTI
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
In questa fase l'evento critico
"adolescenza dei figli" mette a
dura prova le capacità
adattive dell'organizzazione
della famiglia.
C'è bisogno di un aumento
della flessibilità familiare per
gestire le entrate e le uscite dei
membri, in particolare per
permettere il progressivo
svincolamento dei figli, e di
una ridefinizione delle
relazioni e delle forme
dell'attaccamento e della cura.
S. Lupoi – F. Seravelli

Durante l’adolescenza si passa dal pensiero concreto a quello astratto, si
inizia cioè a riflettere ed a elaborare una propria visione del mondo, così
l’adolescente comincia a percepire i punti deboli e le mancanze dei propri
genitori. Si verifica il passaggio da una relazione complementare ad una
simmetrica.

L’adolescente mette a dura prova le capacità adattive dell’organizzazione
familiare: le relazione devono essere ridefinite, debbono modificarsi in
senso maggiormente paritetico e i confini familiari debbono divenire più
permeabili e flessibili, per permettere la reciproca separazione tra
generazioni e il progressivo svincolo dei figli.

I genitori devono riuscire a gestire i conflitti in modo flessibile (conflitto
costruttivo), per permettere ai figli di sperimentare livelli crescenti di
indipendenza, potendo tuttavia tornare nel gruppo familiare in una
condizione di dipendenza, qualora ne avvertano la necessità.
S. Lupoi – F. Seravelli
4) LA FAMIGLIA “TRAMPOLINO DI
LANCIO”
“I tuoi figli non sono figli tuoi.
Sono figli e figlie della vita stessa.
Vengono attraverso te, non da te,
sebbene vivano con te,
non ti appartengono.
Puoi dar loro il tuo amore,
non i tuoi pensieri.
Perché hanno i loro pensieri.
Puoi dare una casa al loro corpo,
non alla loro anima:
le loro anime abitano il domani,
dove tu non puoi andare,
neanche nei tuoi sogni.
Puoi tentare di essere simile a loro,
non cercare di renderli come te,
perché la vita non torna indietro
e non si ferma su ciò che è stato…”
“Il Profeta”, G. K. Gibran
S. Lupoi – F. Seravelli

E’ una fase contraddistinta dallo svincolo e
dall'allontanamento dei figli; secondo la Scabini, (Scabini,
1991), è possibile distinguere tre momenti differenti:
- fase preparatoria, lunga e complessa;
- fase dell’uscita dei figli, la più drammatica;
- fase della riorganizzazione del sistema;

La famiglia necessita di un ulteriore aumento della flessibilità
familiare per far fronte all'uscita dei figli e all'entrata dei
generi, delle nuore e dei nipoti oltre ad una rinegoziazione e ad
un reinvestimento, da parte dei genitori, nel rapporto di coppia.
S. Lupoi – F. Seravelli

Il processo della regolazione delle distanze impegna, in questa fase,
il sistema familiare contemporaneamente a più livelli. I figli giovani
adulti si devono staccare dai loro genitori; i genitori, a loro volta, si
devono separare dai figli e si devono preparare al distacco dai propri
genitori, oramai anziani(nonni). Il compito comune a tutte e tre le
generazioni in questa fase è quello di progredire verso una sempre
maggiore differenziazione e una più profonda individuazione.

L'incapacità dei genitori di riorganizzare i rapporti all'interno della
coppia e di accettare l'uscita dei figli può portarli a sperimentare la
cosiddetta "sindrome del nido vuoto": quando per il genitore il
confine tra il sè e il figlio giovane-adulto è indistinto; l'oggetto perso
viene sentito come il proprio io, e la separazione dal figlio viene
percepita come un'angosciosa minaccia alla propria sopravvivenza e
perciò ostacolata.
S. Lupoi – F. Seravelli
Dal trampolino di lancio al
“Nido Vuoto”
I nonni, devono
I genitori si
I figli, dal canto
lasciare
trovano, al
loro, devono
maggiore
contempo, ad
trovare
autonomia ai figli incoraggiare un’individuazion
ormai di mezza l’autonomia dei e ed un ruolo
età, pur offrendo
figli e a
sociale, e
loro, un
prepararsi alla costruirsi una
sostegno,
scomparsa
famiglia.
seppure limitato. degli anziani
genitori.
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5)La famiglia “lunga”
del giovane-adulto
A volte, la “famiglia trampolino”, per motivi
economici, sociali e psicologici, subisce un
arresto ed il giovane-adulto si trova, per una
fase lunga anche dieci anni, a vivere ancora
con i suoi genitori.
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Famiglia del giovane adulto
Ed allora genitori e figli possono trovare , in questa
fase, un “reciproco vantaggio”.
I figli possono uscire nel mondo esterno, ritagliandosi
spazi e conquistandosi autonomia, potendo contare,
allo stesso tempo sulla “protezione” dei genitori.
I genitori, d'altra parte, hanno la possibilità di realizzare
il loro ideale di rapporto tra le generazioni,
mantenendo la vicinanza ed il sostegno dei figli.
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Tale fase sembra non contemplare l’evento critico
presente, per definizione, in ognuna delle fasi
precedenti.
Ciò, però, può portare a perdere di vista le differenze tra
genitori e figli e le “specificità” generazionali.
Il rapporto intergenerazionale da “sequenziale”, basato
sul susseguirsi delle generazioni, diverrebbe
“circolare ed orizzontale”, prevalendo una sterile
“omogeneità”;
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6) LA FAMIGLIA NELL’ETA’ ANZIANA


Fase caratterizzata da eventi
critici quali il
pensionamento, la
malattia o la morte dei
coniugi.
Implica un reinvestimento
profondo dei genitori nella
coppia e un
riavvicinamento dei figli
alla famiglia di origine per
fornire cure e supporto
emotivo.
S. Lupoi – F. Seravelli

Il compito evolutivo importante in questo stadio del ciclo vitale è
che la prima generazione faccia spazio alla generazione di mezzo; la
prima generazione deve facilitare il passaggio della seconda alla
condizione genitoriale, tramandando le proprie conoscenze e
fornendo supporto emotivo e pratico.

I nonni devono lasciare spazio ai figli e dare vita ad una nuova
relazione con i nipoti, fondata sulla cura.

I figli adulti vengono ad assumere un comportamento protettivo
verso i genitori anziani; il prendersi cura dei genitori anziani, può
costituire per i figli adulti, un modo di restituire l’affetto e le cure
ricevute nell’infanzia, e possono permettersi di saldare il debito
invisibile di lealtà contratto con i genitori.
S. Lupoi – F. Seravelli

La morte di uno dei due coniugi anziani, rappresenta una fonte
di dolore e sofferenza per tutto il sistema familiare.

Il coniuge superstite con molta difficoltà supera il lutto e si
riadatta alla vita da singolo, dopo tanti anni di vita di coppia.

La riorganizzazione più funzionale si ha con il mantenimento
dei propri interessi, con l’avvicinamento ai figli e con
l’instaurazione di una relazione intima con i nipoti.
S. Lupoi – F. Seravelli
Utilità del concetto di Ciclo Vitale

Consente di vedere la famiglia come un sistema
stabile nel corso del tempo che travalica il singolo
individuo (le tracce della famiglia nell’individuo e
l’inverso.ologramma)



Continuità del sistema e cambiamento delle sue
parti
Ricerca del cambiamento necessario per essere
funzionali alla tappa del ciclo vitale
Non è l’assenza dei problemi che distingue una
famiglia sana da una patologica, ma la sua capacità
ad affrontare e adattarsi a situazioni nuove che
richiedono modelli alternativi di funzionamento
RAPPORTI CON LA FAMIGLIA
D’ORIGINE

Secondo J. Framo i rapporti con la famiglia
d’origine, assumono quattro forme fondamentali (J.
Framo, 1976):
- Il coinvolgimento eccessivo
- Il distacco totale
- Il rapporto impersonale
- Il rapporto personale
S. Lupoi – F. Seravelli
1)IL COINVOLGIMENTO ECCESSIVO


Una persona non riesce a
fare le sue scelte in
autonomia rispetto alla sua
famiglia d’origine.
Questa difficoltà può
manifestarsi in modo palese
e diretto, adeguandosi
acriticamente ai desideri e
alle aspettative dei propri
genitori, ma può farlo anche
in modo indiretto per
esempio operando scelte
completamente opposte a
quelle suggerite dalla
famiglia di origine.
S. Lupoi – F. Seravelli
2) IL DISTACCO TOTALE(Taglio emotivo)



Si ha quando una persona non
intrattiene più alcun rapporto
con la famiglia d’origine,
affermando di aver risolto tutti i
problemi e di essersi emancipata.
Esiste un legame molto forte, che
però viene negato; si tratta di
segni indicativi di una forte
dipendenza.
Non c’è differenza tra la
vicinanza troppo stretta e
l’eccessivo distanziamento: sono
facce della stessa medaglia,
ovvero dell’impossibilità a sentirsi
legittimati a esistere se non
attraverso relazioni con altri
componenti della propria
famiglia.
S. Lupoi – F. Seravelli
3) IL RAPPORTO IMPERSONALE

Si mantiene un contatto con la propria famiglia d’origine, ma è
regolato esclusivamente dal rispetto degli obblighi sociali

Ogni incontro con i propri genitori avviene non per scelta
propria, ma in base a pressioni esterne e alle circostanze.
S. Lupoi – F. Seravelli
4) IL RAPPORTO PERSONALE

Rappresenta la situazione più funzionale.

Una persona è in grado di stare senza problemi sia con la
propria famiglia d’origine, sia lontano da lei, decidendo se e
quando vederli in base ad una libera scelta e non secondo le
circostanze.
S. Lupoi – F. Seravelli
BIBLIOGRAFIA







Bertrando P., “Nodi Familiari”, Feltrinelli, 1997.
Boszormeny- Nagy I., “Lealtà Invisibili”, Astrolabio, 1988.
Haley J., “Terapie non comuni”, Astrolabio, 1973.
Loriedo C., Picardi A., “Dalla Teoria Generale dei Sistemi
alla Teoria dell’Attaccamento”, Franco Angeli, 2000.
Maturana H.R., Varela F.J., “Autopoiesi e cognizione”,
Marsilio, 1985.
Scabini E., “L’organizzazione familiare tra crisi e sviluppo”,
Franco Angeli, 1991
Walsh F.” Ciclo vitale e dinamiche familiari” FrancoAngeli
Milano 1995