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Spettacoli
Soldini racconta il miracolo
dell’albero della vista
MIRIAM MAUTI
Il video
Il video
PARIS, UNA BARBIE
FRA LUNA E ROSE
WOODY ALLEN
PASSA ALLA MAGIA
SERA
17 luglio 2014
Spettacoli
Soldini racconta il miracolo
dell’albero della vista
MIRIAM MAUTI
L’ARTISTA
Il trailer di Per altri
occhi, il documentario girato da Silvio
Soldini nel 2013,
ideale “prequel” di
Un albero indiano.
In copertina, uno
dei bambini della
Bethany School di
Shillong
SERA
17 luglio 2014
uesta è la storia di una missione impossibile, o
forse di un’utopia realizzata. Felice Tagliaferri è
uno scultore non vedente, che abbiamo conosciuto in Per altri occhi, il bel documentario con il quale Silvio
Soldini ha vinto lo scorso anno il Nastro d’argento, e nel
quale Tagliaferri ci insegnava a “vedere” l’arte attraverso
il tatto. Un incontro, quello con Soldini, che ha prodotto
ora un nuovo film documentario. E un viaggio. Lo scopriamo in Un albero indiano, che Soldini ha diretto e scritto con Giorgio Garini, presentato in anteprima alla
60esima edizione del TaorminaFilmFest. Quarantaquattro
minuti nei quali seguiamo l’arrivo di Tagliaferri in India,
vicino al confine con il Bangladesh, dove vivono i bambi-
Q
Spettacoli
LA SCUOLA
La Bethany School
di Shillong, dove è
girato il documentario Un albero indiano
SERA
17 luglio 2014
ni e i ragazzi sordomuti e ciechi della Bethany School di
Shillong. Dai suoi incontri con gli insegnanti della scuola
e con i 15 ragazzi che la frequentano, nascerà un albero di
creta.
Come spiegare a quei ragazzini che non vedono, talvolta
non sentono, spesso non pronunciano una parola? Cosa
fare, senza conoscere la loro lingua? Bastano le mani e il
corpo. Sono le mani di Felice che impastano la creta e sfiorano il marmo, a guidarci, libere da ogni pregiudizio nella
comunicazione con i ragazzi. Un albero indiano - realizzato
per l’associazione CBM Italia Onlus che lo ha prodotto, è
un documentario che emoziona e che ci restituisce le emozioni dei protagonisti senza cadere nei facili sentimentalismi, senza indugiare con la telecamera, con un pudore
rispettoso di quelle storie che si vanno a raccontare, con lo
stile rigoroso che appartiene a tutto il cinema di Silvio
Soldini.
Un albero indiano è il racconto di due settimane nelle quali
la classe impara a lavorare la creta grazie a Felice, l’artista
Spettacoli
che non conosce una parola della loro lingua ma riesce a
parlargli e a insegnare loro a “fare il passo più lungo della
gamba”, a osare. E nello stesso tempo noi spettatori impariamo a percepire lo spazio, il vento, il suono della Terra
intorno a noi, seguendo le scoperte di Tagliaferri, in un
ambiente naturale completamente diverso da quello in
cui vive. È non vedente anche Bertha Gyndykes Dkha, la
direttrice della Bethany School, che ha voluto con ostinazione una scuola che non ponesse barriere. Ha perso la
vista da qualche anno, come Felice Tagliaferri, lo scultore
che non vede da quando aveva 14 anni. Ma che ci dice
convinto: «Non esistono i disabili e gli abili, tutti hanno le
loro disabilità, tutti possono trovare le loro abilità». Anche
quella di costruire un albero di creta.
SERA
17 luglio 2014