Intervento di Franco Nasso

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Intervento di Franco Nasso
ASSEMBLEA GENERALE FILT-CGIL
1-2 marzo 2016
Intervento di apertura di
FRANCO NASSO
Care compagne e cari compagni,
benvenuti e buon inizio.
Ci incontriamo oggi per la prima volta, in questa prima riunione dell’Assemblea generale,
convocata per gli adempimenti statutari previsti dalla Conferenza di organizzazione.
Come molti di voi sanno, per me è molto vicina la data della scadenza del periodo massimo
di permanenza di 8 anni nelle funzioni di Segretario Generale della categoria.
Oggi, d’intesa con la Segreteria della Cgil, si conclude il mio mandato da Segretario
Generale della Filt.
Da questo momento formalmente si avvia il percorso per la sostituzione e al Centro
regolatore nazionale confederale, qui presente con il Segretario Generale Susanna
Camusso, competono i successivi passaggi statutari.
Oggi per me si conclude una tappa di un lungo cammino di lavoro nella Cgil.
Si conclude una tappa, non il cammino.
Ci saranno altre tappe ed altre cose da fare in Cgil.
L’inizio è stato nel 1973.
Il 1973 non è stato il mio primo anno di lavoro, è stato l’anno del mio primo lavoro vero,
con contratto a tempo indeterminato e con lo Statuto dei lavoratori, approvato tre anni
prima.
È stato l’anno della prima tessera Cgil, tessera Fiom, e primo anno di impegno da delegato.
Le mie prime esperienze sindacali si sono svolte in anni di affermazione dei diritti e di lotte
per il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Per me sono stati gli anni della formazione sul campo nella grande scuola del sindacato
torinese di quegli anni.
Le tante tappe successive di quel periodo comprendono l’assunzione nelle allora Ferrovie
dello Stato, nel 1977, e l’impegno sindacale nel Sindacato ferrovieri, negli anni che hanno
portato alla costituzione della Filt nel 1980.
Nel 1985 la Filt del Piemonte mi chiese l’impegno a tempo pieno nel sindacato.
Fino ad allora, al lavoro in FS, avevo sommato l’impegno sindacale e l’attività politica nel
PCI.
Da quell’anno c’è stata la Cgil e la Filt.
Nella giornata conclusiva del mio incarico da Segretario Generale della Filt, non ci sono né
il tempo né le condizioni per il racconto e il ricordo di tutti questi anni.
Nella Cgil e nella Filt ho vissuto anni di grandi cambiamenti segnati da avvenimenti che
hanno cambiato gli equilibri nel mondo, la politica e gli assetti istituzionali nel nostro
paese.
I miei primi anni di lavoro nelle Ferrovie dello stato, come si chiamavano allora, sono stati
gli anni bui del terrorismo che aveva trovato frange di pazzia criminale anche tra i
dipendenti FS.
Il lavoro sindacale ha attraversato tutti questi avvenimenti sempre dalla parte dei
lavoratori, che abbiamo provato a rappresentare al meglio, giorno dopo giorno.
Un impegno e un lavoro che continua per me e per tutti noi dentro la grande stagione di
iniziativa e di mobilitazione della Cgil e tra i tanti appuntamenti della categoria.
Questa Assemblea generale della Filt nazionale è convocata per la prima volta, e dovrà
assumere importanti decisioni per il futuro della Federazione, mentre è in corso la
consultazione straordinaria degli iscritti alla Cgil sulla Carta dei Diritti.
Abbiamo in corso un denso e impegnativo calendario di migliaia di assemblee in tutti i
posti di lavoro che si concluderà il 19 marzo.
Dopo la conclusione delle assemblee tutta l’organizzazione sarà impegnata nella raccolta di
firme per dare concreto sostegno alla proposta di legge di iniziativa popolare sulla Carta
dei diritti.
Siamo tutti impegnati in una iniziativa che richiede la messa in campo di tutta la nostra
capacità di mobilitazione, di tutte le risorse dell’organizzazione.
Tutto questo deve svolgersi insieme alla quotidiana attività sindacale che presenta un
carico di problemi alimentati dalla crisi tutt’altro che risolta e con il lavoro richiesto dagli
appuntamenti della contrattazione che non consentono pause e rinvii.
Stiamo affrontando bene questa impegnativa stagione con la consapevolezza della posta in
gioco e del valore della proposta della Cgil, mentre governo e parlamento non sembrano
dare segni di ripensamento rispetto alle politiche di attacco ai diritti del lavoro e al
tentativo esplicito di messa in mora del sindacato confederale italiano.
C’è in campo la proposta della Cgil rivolta agli iscritti nella parte formale della
consultazione in corso, ma che si offre come punto di generale iniziativa e di costruzione di
convergenze e di alleanze che guarda innanzitutto a Cisl e Uil.
Con Cisl e Uil, dopo una lunga stagione di problemi unitari, si sono realizzati punti di
attestazione di grande valore che non dobbiamo assolutamente fare arretrare, ma che
invece dobbiamo sostenere e consolidare.
Abbiamo un’importante proposta unitaria sulla grande questione irrisolta delle pensioni e
la ripresa del lavoro unitario a livello confederale prosegue anche su altre questioni.
Ma non si tratta solo di novità degli ultimi mesi.
Le intese interconfederali sul Testo unico con le associazioni di rappresentanza delle
imprese, dopo il primo accordo con Confindustria del 10 gennaio 2014, rappresentano una
svolta di portata storica per il sindacato confederale italiano.
Quell’intesa sul Testo unico, che stiamo applicando concretamente nella contrattazione a
tutti i livelli, contiene le risposte fondamentali relative alla rappresentanza, all’esercizio
della contrattazione, alla democrazia sindacale e alla titolarità della validazione definitiva
degli accordi, affidata direttamente ai lavoratori.
È chiaro a tutti, anche se dalle parti del governo e dei suoi sostenitori si continuano a
minacciare interventi legislativi sulla rappresentanza, che il Testo unico mette in atto un
sistema democratico e trasparente sulla rappresentanza e sulla contrattazione che non
consente a nessuno di sostenere che il sindacato confederale ha inteso mantenere vantaggi
di posizione.
Basti, a riprova di ciò, l’adesione, quasi totale, a quelle intese, delle varie articolazioni del
sindacalismo autonomo.
Il principio che nella contrattazione agisce chi rappresenta, il principio di maggioranza per
la sottoscrizione degli accordi e la validazione conclusiva affidata al giudizio dei lavoratori
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non lasciano spazio a chi vuol rappresentare il sindacato confederale italiano come una
burocrazia che sfugge al rapporto con i propri rappresentati.
L’intesa sul Testo unico e quelle successive, le pratiche contrattuali unitarie delle categorie
coerenti con quell’intesa, i recenti rinnovi unitari di tutti i grandi contratti in scadenza,
hanno ricostruito un lavoro unitario sostenuto da un sistema di regole condivise che ha
portato il 14 gennaio alla proposta sindacale sul nuovo modello contrattuale.
Le tante linee di convergenza unitaria con Cisl e Uil, che dal Testo unico portano all’intesa
del 14 gennaio sul modello contrattuale, raggiungono un punto di attestazione senza
precedenti che produce per la prima volta anche una proposta unitaria di possibile
traduzione in legge dei principi unitariamente riconosciuti in materia di rappresentanza e
validità erga omnes degli accordi sindacali e dei contratti.
In un contesto politico ed economico che non offre spazi per immaginare positivi
cambiamenti in tempi brevi, ma che, al contrario, si muove dentro una crisi sempre più
difficile da risolvere, il sindacato italiano ha realizzato convergenze molto importanti,
difficilmente prevedibili poco più di due anni fa.
Queste convergenze, se non disperse, sono di portata tale da ridefinire e rafforzare il
profilo confederale del sindacato italiano, messo in discussione da tante parti.
Dentro questo impegnativo passaggio si conclude questa tappa del mio impegno nella
Cgil.
Come sta la nostra Filt dentro questi grandi processi in corso, come abbiamo contribuito a
realizzare gli obiettivi comuni e come la Federazione si presenta per gli impegni futuri?
Penso di poter dire che abbiamo fatto bene la nostra parte e che la Filt ha tutte le
condizioni per far bene in futuro.
LA FILT
La confederalità
La Filt ha raggiunto da anni la sua forma compiuta di Federazione dei lavoratori dei
trasporti.
Questo risultato non era scontato alla nascita, nel 1980.
Io ho vissuto tutto il percorso della Federazione, siamo partiti da un insieme di sindacati,
molto eterogeneo e con profonde differenze.
La Federazione si è rivelata presto la scelta giusta e si è affermata compiutamente nella
confederalità, altra cosa per niente scontata nel 1980.
Questa forma compiuta della Federazione si è rafforzata nel tempo e la confederalità del
nostro agire, in un sistema complesso e non privo di spinte centrifughe e di richiami
corporativi, è stato e rimane il principale elemento costitutivo della Filt.
Le politiche contrattuali
La Filt ha espresso la sua confederalità anche nelle politiche contrattuali.
Alla fine degli anni ‘90, la Filt si è data l’obiettivo dell’unificazione contrattuale di un
settore frazionato in oltre 50 contratti collettivi, attraverso la costituzione dei contratti di
settore e dell’inclusione delle filiere.
Le politiche contrattuali degli anni scorsi, fino agli ultimi rinnovi, hanno perseguito con
successo, nonostante inevitabili rallentamenti, l’unificazione e l’inclusione.
Oggi i contratti di settore sono realizzati, c’è da sviluppare il processo di unificazione e da
consolidare e difendere i risultati ottenuti.
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L’unità sindacale
Per una categoria complessa dal punto di vista dell’assetto produttivo e caratterizzata da
una diffusa – anche se minoritaria – presenza di sindacati autonomi, la pratica unitaria è
stata sempre considerata la scelta strategica in grado di portare risultati nella
contrattazione e nel più generale agire sindacale.
La scelta unitaria ci ha consentito di rinnovare i contratti e di affrontare le tante crisi
aziendali, evitando le inevitabili conseguenze negative della divisione.
Abbiamo fatto questo tenendo sempre fermi gli obiettivi che la categoria e la
confederazione si sono dati nei congressi e nelle decisioni degli organismi.
Oggi le ragioni dell’azione unitaria sono rafforzate dalla disponibilità delle regole e degli
obiettivi condivisi su rappresentanza e contrattazione, nonché dalla necessità di dare
risposte ai lavoratori in una situazione generale di particolare difficoltà.
Il rinnovamento
La Filt di oggi, questa Filt presente in questa Assemblea, insieme alle migliaia di
rappresentanti aziendali e alle strutture territoriali, si presenta agli appuntamenti della
contrattazione e delle iniziative confederali e di categoria con una organizzazione solida e
coesa in tutte le sue articolazioni.
Nell’ultimo congresso abbiamo investito molto sui giovani e sul rinnovamento nelle nostre
strutture, dopo avere impegnato molto lavoro e molte risorse nella formazione dei giovani,
che hanno accolto con interesse ed entusiasmo la prospettiva del lavoro sindacale.
La promozione dell’ingresso dei giovani e il successo della formazione rimane una delle
pagine più belle del nostro lavoro degli anni recenti che deve proseguire avendo certezza
di successo.
Le risorse per affrontare il futuro
Questa Filt oggi può affrontare le tante prove quotidiane con la consapevolezza di avere la
forza necessaria per fare bene il nostro lavoro.
Se possiamo fare queste affermazioni è perché l’insieme della Filt, con il lavoro di tutti, ha
saputo affermare l’unità della categoria nella confederalità del nostro agire sindacale, ha
saputo gestire le mille contraddizioni del lavoro unitario con Cisl e Uil, senza mai uscire
dalla rotta dell’unità sindacale e ha tenuto fede agli impegni congressuali sul rinnovamento
e sulla formazione.
E, non ultimo, ha una situazione di bilanci in ordine, condizione indispensabile per poter
dare attuazione agli impegni che si assumono.
Ecco perché per me, maggiormente in questi giorni di naturali e personali bilanci, questa
Filt sembra davvero in grado di guardare avanti confortata dalla capacità, dall’esperienza e
dalla passione dell’insieme dei suoi gruppi dirigenti, dalla sua forza organizzata e dal solido
rapporto con gli iscritti e con i lavoratori, confermato dal dato del tesseramento e dai
risultati in tutte le elezioni delle RSU.
Consentitemi ancora poche parole che riguardano la conclusione di questa tappa molto
importante del mio cammino in Cgil, con le sue emozioni e con i sentimenti nei confronti
di tutta l’organizzazione.
Come ho ricordato all’inizio, la Cgil per me ha sempre rappresentato un’ideale grande
casa, che per tutti noi è il luogo, non solo fisico, al quale dedichiamo più tempo, togliendo
molto alla casa vera.
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Sono stati anni trascorsi dentro un lavoro senza tante pause e con grande intensità di
impegno.
Tutto questo ha fatto scorrere velocemente il tempo e quando questo avviene è perché si fa
parte di una comunità nella quale si sta bene, e nella quale le cose che si fanno valgono e
sono condivise.
Qualche settimana fa in vista della conclusione del mandato, ne parlavo con un mio amico
dei tempi dell’università.
Lui ha fatto nella vita le cose che hanno fatto parte dei nostri studi, io ho fatto sempre il
sindacalista nella Cgil.
Mi ha detto una cosa che credo racchiuda una semplice e importante verità che ci riguarda
tutti: “tu sei stato fortunato, perché nel sindacato hai potuto dare seguito agli ideali di
quando eravamo giovani”.
Non so se è andata esattamente così per i risultati, da giovani ci aspettavamo molto di più,
però non ho alcun dubbio che la scelta di una vita in Cgil è stata davvero coerente con
quegli ideali.
Tutti noi sappiamo di essere dalla parte giusta, quella delle lavoratrici e dei lavoratori,
della solidarietà e della giustizia sociale.
Per questo penso al cammino nella Cgil iniziato col mio primo lavoro, e proseguito nella
Filt fin dalla sua costituzione, come a un grande privilegio.
Il privilegio di un impegno che tutti i giorni ci fa agire collettivamente e singolarmente
dalla parte del lavoro, in una grande comunità solidale.
Il bilancio del lavoro in Cgil ha un forte segno positivo anche se ci chiede molto nella vita
personale e familiare.
Questo grande bilancio positivo nasce dal quotidiano rapporto con i lavoratori, con i
problemi del mondo del lavoro che proviamo a risolvere con la contrattazione, dalla
solidarietà e dall’amicizia tra tutti noi, dalla comunanza ideale.
Per tutto ciò, grazie.
Oggi il primo ringraziamento è alla mia famiglia che ha condiviso le mie scelte e per questo
ha accettato in tutti questi anni le condizioni che originano da un lavoro che chiede tanto.
Grazie alla Cgil e grazie alla Filt.
Grazie a Susanna Camusso e alla Segreteria della Cgil per il sostegno e la vicinanza nelle
tante vertenze contrattuali e nelle tante crisi che la nostra categoria si trova spesso ad
affrontare.
E grazie a tutta la Filt qui rappresentata nelle sue complesse articolazioni di territori e
settori, a tutte le compagne e ai compagni che non mi hanno mai fatto mancare il loro
contributo di idee e di lavoro.
Un particolare ringraziamento a tutte le compagne e ai compagni del Centro nazionale per
il lavoro di tutti questi anni e per l’affetto e l’amicizia di questi giorni.
Con il pensiero alle compagne e ai compagni che non possiamo più ringraziare
direttamente, in particolare ai dirigenti nazionali che hanno lavorato con noi in questi anni
a via Morgagni, contribuendo molto a fare questa Filt così come oggi la conosciamo, e che
troppo presto ci hanno lasciati: Luciano Maggi, Cesare Maiello, Andrea Grilli, Adele
Pellegrini.
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Vorrei concludere questo mio saluto alla Filt, verso la quale il mio affetto potrà solo
aumentare dopo la conclusione del mandato e per la quale farò il tifo perché faccia sempre
meglio, rivolgendo un particolare saluto ai tanti giovani presenti in sala e, tra di loro, ai
tanti partecipanti ai corsi di formazione della FILT.
Cari giovani compagne e compagni, la scelta di impegno nel nostro sindacato è la scelta
giusta, è un grande investimento sul futuro, la Cgil non dà vantaggi materiali ma dà molto
più di quello che chiede, anche quando l’impegno può sembrare troppo gravoso.
Non ci sono altri luoghi dell’impegno politico e sociale che possono essere comparati con la
Cgil, con la pratica quotidiana di solidarietà e di difesa degli interessi del lavoro dentro
un’adesione ideale condivisa.
Voi avete il vantaggio di fare questo nostro straordinario lavoro nella Filt, che ha la
solidità, l’unità, l’esperienza e la capacità di tante compagne e compagni che sono le risorse
necessarie per fare bene e per far crescere le nuove generazioni di dirigenti.
Grazie a tutti.
Roma, 1 marzo 2016
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