intesa tra ministero delle politiche agricole e

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intesa tra ministero delle politiche agricole e
Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani
__________________________________Comunicato stampa__________
27 ottobre 2015
INTESA TRA MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E UNCEM PER LE
POLITICHE DI SVILUPPO DELLE AREE MONTANE E L'USO DI FONDI EUROPEI
Borghi: "Dal Ministro Martina forte attenzione alle necessità della montagna. Interazione
con il Mipaaf per sostenere Unioni montane e impegno degli Enti locali all'interno dei Gal"
Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e Uncem hanno firmato stamani un protocollo
d'intesa che contiene le linee guida per un'interazione volta a favorire le iniziative di sviluppo socioeconomico nelle aree montane del Paese, in particolare grazie all'uso di fondi europei della programmazione
2014-2020. A sottoscrivere l'accordo, presso la sede del Mipaaf a Roma, sono stati il Ministro on. Maurizio
Martina e l'on. Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem. "Si tratta di un passo in avanti importante - spiega
Borghi - nelle relazioni tra sistema degli Enti locali montano e il Governo. Gettiamo le basi, in particolare
attraverso il lavoro che Uncem potrà fare anche grazie alla Fondazione Montagne Italia, per supportare Unioni
montane e Comuni nella definizione di progetti internazionali per lo sviluppo della aree rurali. Nell'anno dell'Expo
e dell'Enciclica Laudato Si di Papa Francesco, proviamo a declinare sul territorio alcuni dei grandi temi legati alla
sussidiarietà, all'utilizzo delle risorse naturali, alla protezione e alla valorizzazione del sistema agroalimentare,
alla fruizione dei beni storici, ambientali, agricoli, turistici della montagna". In questo percorso, il protocollo
prevede che il sistema di enti rappresentato da Uncem stringa un rapporto stretto con la Rete Rurale
nazionale, impegnata con i Gruppi di azione locale, su tutto il territorio nazionale, a coordinare investimenti e
opportunità. "I Gal e le Unioni - prosegue il presidente Uncem - dovranno collaborare maggiormente. Abbiamo di
fronte le grandi opportunità che si aprono in tutte le Regioni con i Piani di sviluppo rurale, con la Strategia
nazionale per le aree interne, con il Piano nazionale Banda larga, con gli strumenti dai Programmi europei
transnazionali. Il protocollo impegna Uncem a essere promotore e organizzatore sul territorio, tra i Sindaci e gli
Amministratori, di queste opportunità, in stretto accordo con Mipaaf".
La montagna italiana oggi è un luogo dove si sperimentano politiche di integrazione e un nuovo welfare di
comunità. La montagna conosciuta come luogo dal quale emigrare, che fino agli anni Novanta ha perso, sia sugli
Appennini che sulle Alpi, decine di migliaia di abitanti, oggi diventa territorio che torna a crescere, con un
aumento della popolazione dopo lunghi e non uniformi periodi di declino. Nel dicembre 2014, il Mipaaf ha
presentato il Piano per l'agricoltura di montagna. Due le direttrici principali: valorizzazione e sostegno delle
attività agricole in zone montane anche attraverso l'uso ottimale dei fondi europei e un piano operativo con le
Regioni per la gestione del patrimonio forestale, che si inserisce nel quadro delle azioni di contrasto al dissesto
idrogeologico. "L'agricoltura di montagna è un presidio fondamentale per la vita di molti territori rurali
- ha affermato il Ministro Martina - ed è strategica per la lotta al dissesto idrogeologico. Parliamo di un settore
che in Europa vale 30 miliardi di euro e che coinvolge più di 2,5 milioni di aziende agricole, di cui 280
mila sono italiane. Per questo abbiamo deciso di intervenire a favore delle aziende agricole di montagna, con
scelte specifiche nell'ambito dell'applicazione della Politica agricola comune fino al 2020. Penso in particolare
all'intervento che abbiamo deciso a favore della zootecnia di montagna, con oltre 50 milioni di euro all'anno per
dare futuro ad un'attività centrale per la vita di quei territori. Allo stesso tempo con le Regioni abbiamo approvato
un piano operativo per la gestione dei nostri boschi. Investiremo 1,8 miliardi di euro per la tutela, la
valorizzazione e la salvaguardia del nostro patrimonio forestale, che fino ad oggi non è stato
adeguatamente curato. Parliamo di 11 milioni di ettari sui quali interveniamo per prevenire il dissesto
idrogeologico, con l'obiettivo di far diminuire le frane, gli incendi e innescare un ciclo virtuoso dell'utilizzo degli
"scarti" come biomasse. Non dimentichiamoci che la filiera del legno in Italia dà lavoro a 700mila persone".