turismo e sport: la più grande azienda delle terre alte

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turismo e sport: la più grande azienda delle terre alte
Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani
Delegazione Piemontese
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TURISMO E SPORT: LA PIÙ GRANDE AZIENDA DELLE TERRE ALTE
Dati su presenze e arrivi nelle valli alpine e appenniniche piemontesi. Un’analisi qualitativa e quantitativa
Le già fosche previsioni di luglio dell’Osservatorio turistico nazionale della Montagna non rendevano l’idea del
quadro negativo in cui a fine estate 2014 si trova la montagna italiana e piemontese in particolare. Per la prima
volta dal 2001, anno in cui è iniziata l’elaborazione del rapporto sulla montagna estiva (quello invernale va avanti
invece dal 1995), tutti i comprensori alpini e appenninici fanno registrare il segno meno sul fronte dell’andamento
stagionale, con una flessione (più o meno significativa) di arrivi e presenze, ma soprattutto con la redditività in
contrazione.
L’ANDAMENTO DELLA STAGIONE ESTIVA 2014 NEI VARI COMPRENSORI (sondaggio Trademark tra gli
operatori)
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Il panorama che emerge dal sondaggio è tutt’altro che roseo. Al netto delle difficoltà congiunturali, gli operatori
sono più o meno tutti sulla stessa lunghezza d’onda: 8 operatori su 10 dichiarano una “diminuzione del
movimento turistico”. Si tratta di cifre mai riscontrate in passato dall’Osservatorio Turistico: 6 operatori su 10
dichiarano addirittura una flessione della clientela superiore al 10%.
Interpellati anche sulla spesa dei turisti, gli operatori del Panel rilevano un’ulteriore contrazione: il 54,7% afferma
infatti che i turisti (gli italiani più degli stranieri) tagliano ulteriormente i costi della vacanza.
In sintesi, il quadro complessivo che risulta dal sondaggio è di “breve respiro”. I soliti fedelissimi affezionati
clienti che amano la montagna, che si accontentano di quello che c’è, che ritornano per il richiamo della memoria,
che sono stati coccolati per anni, non sono più sufficienti. Il loro numero si contrae progressivamente, il prodotto
si appanna e l’offerta siossida, per cui serve qualcosa in più: un colpo d’ala in un mercato che premia sempre più
la fascia alta dell’ospitalità. In effetti, a sentire meno la crisi, anche in contesti territoriali che non brillano, sono
proprio le strutture ricettive di segmento upper-upscale e luxury, perché la clientela abbiente, soprattutto senior,
è in crescita grazie ai flussi incoming internazionali che cercano comfort e servizi di alto profilo. Che, fatti salvi
alcuni paradisi di ospitalità, poche località alpine italiane e poche strutture sono in grado di offrire. Il problema
vero dunque, al netto della congiuntura negativa dovuta alla recessione e all’elemento meteo, è proprio quello di
rivedere completamente l’offerta, sia nella parte hardware che nella parte software.
IL VALORE DEL SISTEMA NEVE IN PIEMONTE
Il sistema dello sci piemontese mantiene e sostiene un indotto economico significativo tale da incidere anche sul
Pil regionale e sulle entrate erariali. È il dato più significativo che emerge dalo studio sul “sistema neve Piemonte”
commissionato da Arpiet (Associazione Regionale Piemontese delle Imprese Esercenti Trasporto a fune in
concessione), Unione Industriale di Torino e condotta dal gruppo di lavoro formato dal Dipartimento di
Management dell’Università degli Studi di Torino, da Unioncamere e da Ires Piemonte.
Le analisi propedeutiche all’avvio della ricerca hanno considerato cinque stazioni-campione: Via Lattea,
Bardonecchia, Monterosa Ski, Mondolè Ski e Riserva Bianca ed alcuni set di dati sulla Regione Piemonte,
evidenziando sin d’ora alcuni parametri di interesse (dati anno 2012):
• Per quando riguarda le presenze turistiche, si stima che oltre 700 milioni di euro rappresentino il solo
indotto invernale diretto per la Regione, dato dalla somma dei turisti che soggiornano in strutture
ricettive e dei turisti di prossimità e proprietari di seconde case. In particolare:
• analizzando le presenze del turismo a rotazione di italiani e stranieri nelle località montane del Piemonte
rispetto ad una spesa di 162 milioni di euro sul territorio generata dall’acquisto di skipass e da attività
strettamente collegate alla pratica sciistica ed al soggiorno quali il noleggio attrezzature, il maestro di
sci, il pernottamento in hotel, il consumo sulle piste, una prima stima indica in 260/370 milioni di euro
l’effetto dato dal moltiplicatore dell’indotto: trasferimenti, attività culturali e commerciali, acquisti,
wellness.
• analizzando le presenze del turismo di prossimità – seconde case e turisti giornalieri – i risultati indicano
che a fronte di una spesa di 152 milioni di euro sugli stessi elementi il moltiplicatore generi una spesa tra
i 244 ed i 351 milioni di euro;
Esaminando i dati sull’occupazione, emerge che oltre ai circa 3000 maestri di sci, si può stimare che per ciascuno
dei 1200 addetti agli impianti, almeno altre 10 persone vengono impiegate in attività turistiche dirette.
In merito al patrimonio immobiliare, nelle stazioni sciistiche piemontesi sono state costruite nel corso degli anni
oltre 190.000 unità abitative (760.000 posti letto) destinate a seconde case.
Inoltre per la relazione innevamento programmato – ambiente le aziende che gestiscono impianti di risalita
mantengono e sostengono una economia turistica sana, vitale ed in costante incremento. Per garantire il
mantenimento dei livelli occupazionali nel turismo, nei rapporti contrattuali con i tour operator e nel valori degli
immobili. Emerge infine il ruolo ormai fondamentale dell’innevamento programmato, quale garante dell’efficienza
e della “durata” della stagione sciistica, per il mantenimento del livello occupazionale, per la programmazione dei
flussi turistici nazionali ed internazionali.
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Il comparto della neve ha oggi bisogno di iniziative volte alla salvaguardia degli oltre 300 impianti di risalita e la
sfida per il futuro è quella di mantenere e laddove necessario sostituire gli impianti. In questa direzione opera da
alcuni anni la legge regionale 2/2009 che sostiene l’impiantistica piemontese e regolamenta la sicurezza dei
comprensori sciabili.
DATI MONTAGNA INVERNALE
DATI MONTAGNA ESTIVA
NORMATIVA DI RIFERIMENTO: LA LEGGE REGIONALE 2/2009
L.R. 2/2009 s.m.i. “Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo in
attuazione della normativa nazionale vigente ed interventi a sostegno della garanzia delle condizioni di sicurezza
sulle aree sciabili, dell’impiantistica di risalita e dell’offerta turistica”
Negli ultimi decenni la vita di montagna ha subito grandi cambiamenti, trasformandosi da un sistema quasi
esclusivamente agricolo a un sistema prevalentemente turistico. In quest’ottica, la Regione Piemonte ha
assegnato al turismo montano un ruolo di particolare rilevanza nel processo di diversificazione e di rilancio
dell’economia coerentemente con gli indirizzi che l’Unione Europea assegna a questo settore nell’ambito delle
proprie politiche di sviluppo e sostegno. Il “movimento” legato agli sport invernali rappresenta uno dei più
importanti strumenti per incrementare i flussi turistici e favorire l’aumento della permanenza media dei turisti
stessi anche alla luce dell’enorme rilevanza assunta a livello internazionale da questa tipologia di turismo.
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Il miglioramento qualitativo del territorio montano piemontese e dell’offerta turistica ad esso connessa necessita
del coinvolgimento e del confronto dei soggetti che, a vario titolo, direttamente e indirettamente, contribuiscono
allo sviluppo della regione e dei suoi prodotti turistici. Il sostegno allo sviluppo degli sport invernali e del turismo
ad essi collegato, va perseguito, quindi, in stretta collaborazione con il territorio - in particolare con gli Enti locali
che intendano agire per il miglioramento a fini turistici delle proprie aree di competenza - attraverso la messa in
atto di programmi articolati di intervento che, tra l’altro, permettano la qualificazione dell’offerta turistica stessa.
Inoltre, il crescente numero di persone che “visitano” le montagne piemontesi, impone il sicuro esercizio delle
attività sportive legate alle neve: i fenomeni di polarizzazione che spingono i flussi turistici invernali a premiare le
stazioni meglio organizzate e attrezzate trovano origine nella valutazione positiva che il turista può formulare
sulle dotazioni di sicurezza.
La maggiore richiesta di sicurezza, soprattutto dopo l’emanazione della legge n. 363/2003 “Norme in materia di
sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo”, ha imposto alle istituzioni regionali di prestare
la massima attenzione alle problematiche legate alla sicurezza in montagna al fine di garantire – senza rischi ed
in qualsiasi periodo dell’anno – il divertimento della montagna e la libertà dello sport.
E’ in quest’ottica che è stata approvata la L.R. n. 2 del 26.01.2009 s.m.i. “Norme in materia di sicurezza nella
pratica degli sport invernali da discesa e da fondo in attuazione della normativa nazionale vigente ed interventi a
sostegno della garanzia delle condizioni di sicurezza sulle aree sciabili, dell’impiantistica di risalita e dell’offerta
turistica” che definisce, tra l’altro, gli strumenti di pianificazione e programmazione pubblica, individua le
tipologie di intervento realizzabili dagli enti locali, dalle imprese o dalle Associazioni no profit attraverso i
contributi previsti dalla legge stessa.
La L.R. n. 2 del 26.01.2009 s.m.i., infatti, interviene a favore di:
• Interventi relativi alla tutela della salute, alla garanzia ed al mantenimento delle condizioni di sicurezza
delle aree sciabili, disciplinati nella Parte prima del Programma (art. 42, L.R. n. 2/09 s.m.i.) riconducibili
alla categoria A;
• Misure a sostegno delle spese di funzionamento riconducibili alla gestione ordinaria e straordinaria,
disciplinati nella Parte Seconda del Programma (art. 44, L.R. n. 2/09 s.m.i.) riconducibili alla categoria C;
• Investimenti relativi alla riqualificazione, alla sostenibilità ambientale ed energetica, al potenziamento ed
alla valorizzazione del patrimonio impiantistico, delle aree sciabili e dell’offerta turistica, disciplinati nella
Parte Terza del Programma (art. 43, L.R. n. 2/09 s.m.i.) riconducibili alla categoria B.
La Regione Piemonte, inoltre, ha recentemente approvato una modifica alla legge regionale n. 2/09 s.m.i., al fine
di armonizzare l’impianto normativo esistente connesso all’erogazione delle agevolazioni finanziarie previste nella
legge stessa nel rispetto dei criteri di equità, trasparenza e concorrenza attraverso un criterio volto a calcolare
l’economicità delle erogazioni finanziarie pubbliche sia per i grandi comprensori che per le piccole stazioni
sciistiche in ordine alla sicurezza delle piste ed all’innevamento delle aree sciabili. L’intervento legislativo ha
l’obiettivo di ottimizzare le risorse economiche in gioco assicurando una maggiore e più adeguata copertura a
favore delle stazioni sciistiche, salvaguardare la continuità gestionale e organizzativa di tali impianti e favorire la
sostenibilità economica e sociale dei comprensori regionali di riferimento.
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