La rinascita di Andrea Ganzetti: "Voglio dimostrare

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La rinascita di Andrea Ganzetti: "Voglio dimostrare
La rinascita di Andrea Ganzetti: "Voglio dimostrare tutto il mio valore in Spagna e tornare a vestire la mag
Scritto da Peppe Gallozzi
Giovedì 29 Dicembre 2016 12:50
A Natale puoi … Potrà sembrare banale, ma, secondo me, non ci sono parole più appropriate
per descrivere il sogno di un ragazzo marchigiano che sta per diventare realtà.
Questo giovane ho avuto la fortuna di conoscerlo sin dai primi passi nel mondo del futsal
nostrano.
Quello che mi ha sempre colpito è l’innata passione per questo sport, che combinata ad una
grandissima serietà e capacità di applicazione, gli ha consentito, passo dopo passo, di scalare
tutto il cursus honorum del calcio a 5.
Certo la via a tratti è stata impervia… ma se così non fosse saremmo tutti atleti bionici, stile Iva
n Drago
di Rocky IV.
E poi … il riscatto, il cambiare vita meglio si adattano ad una vera e propria favola di Natale!
Stiamo parlando di Andrea Ganzetti, il nostro Ganzo, da alcuni mesi studente a Barcellona
(seguendo tra l’altro un corso per manager sportivo in collaborazione col Johan Cruyff Institute)
che tra pochi giorni inizierà ad allenarsi con il Catgas Energía Marfil de Santa Coloma,
Division de Honor
(la Liga spagnola di Calcio a 5).
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Lo raggiungiamo, tra una portata e l’altra dei pasti natalizi, in esclusiva per Futsalmarche.it
Innanzitutto come ti trovi in Spagna? Ti sei ambientato bene? Hai nostalgia dell’Italia?
"Sono a Barcellona da settembre, una città che mi piace tantissimo e in cui mi trovo
perfettamente. Internazionale, con il sole e il mare come Ancona la mia città, però offre
opportunità che nel nostro paese possiamo solo sognare.
Mi sono completamente buttato nel vuoto perché sono arrivato qui da solo, senza
conoscere niente e nessuno, né tantomeno la lingua e poco a poco ho iniziato a
comporre ogni tassello.
Prima sono stato ammesso al Corso con altre 35 persone di tutto il mondo e credo che
siamo la classe più meticcia di tutte con 20 nazionalità presenti: gente che viene dai
percorsi più disparati ma accomunata da una passione infinita per lo sport che molti
praticano a livello professionale.
Poi ho cercato squadra, un po' scrivendo e-mail, un po' per caso e ho iniziato ad
allenarmi. La prima squadra giocava un campionato della Catalunya però con regole
differenti (fallo laterale con mani, portiere solo dentro l'area...) e non mi piaceva molto.
Poi per caso ho incontrato un ragazzo nella metro che mi ha portato ad allenarmi con lui
in una squadra che si chiama Casteldefells ed è stato il mio primo vero gruppo sportivo
spagnolo che ancora tengo nel cuore. In particolare Oscar, l'allenatore, mi ha sempre
aiutato tanto e, conoscendo Sergio Lamana, altro allenatore di una squadra di livello più
alto, mi ha fatto andare ad allenare con la nuova squadra: il Bellsport di Bellvitge e fa la
Segunda Division B, che più o meno corrisponde alla serie B italiana. Infine, sponsor
Maxi Rescia, la grande opportunità di allenarmi con una squadra da primissimi posti
nella Division de Honor, la massima serie.
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Per quanto riguarda la nostalgia ... Chiaro che in Italia ci sono gli affetti come la
famiglia, i parenti e gli amici. Comunque ho approfittato delle feste natalizie per tornare a
salutare tutti."
In questi primi mesi quali differenze tra il futsal spagnolo e quello italiano hai riscontrato?
"Sicuramente sono due paesi che esprimono due tipologie di fustal diverse. A mio modo
di vedere quello spagnolo e' piu tecnico, rapido e si gioca quasi esclusivamente con 4
giiocatori di movimento senza pivot, mentre in Italia il gioco e' piu' fisico e tattico e la
differenza la fanno i dettagli."
Riesci a seguire il futsal marchigiano? Pensi che il PesaroFano riuscirà a centrare la
promozione nella massima categoria?
"Il futsal marchigiano l'ho sempre seguito abbastanza nelle varie categorie. Un occhio di
riguardo sicuramente e' verso il PesaroFano (che ancora e' proprietario del mio
cartellino) essendo stato per diversi anni la mia famiglia sportiva. Credo che quest'anno
con i progetti societari ambiziosi ed i giocatori, anche superiori alla categoria, si possa
fare il grande salto, poi, come sempre, sara' il campo a parlare."
Una carriera che, seppur giovane, era stata in continua ascesa, con il culmine toccato con la
vittoria di Coppa Italia A2 nel 2015. Poi, all’improvviso sei quasi scomparso dai radar. Ci puoi
spiegare se davvero l’annata 2015-2016 è stata maledetta per te?
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Scritto da Peppe Gallozzi
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"La stagione 2015-2016 e' stata complessivamente la peggiore della mia breve “carriera”.
Dico questo perche', nonostante a Cosenza mi trovassi bene con i compagni, con i tifosi
e con la citta', purtroppo la societa' e' fallita dopo poche giornate e mi sono trovato
senza squadra, come gli altri giocatori. Tornato al PesaroFano, che mi aveva mandato in
prestito, ho ripreso ad allenarmi in maniera discontinua, anche a causa di problemi
personali e familiari che ho avuto. Inoltre, a causa di scelte societarie di inizio
campionato, non era previsto il mio ritorno. Pertanto, anche se il mister avrebbe voluto
reintegrarmi, non mi e' stato possibile farlo in pieno. Di questo pero' non do la colpa a
nessuno, e' semplicemente andata non nel migliore dei modi. Alla fine della stagione ho
ripreso un po' le forze e ho terminato gli studi conseguendo la Laurea in Economia e
Commercio. Poi mi sono promesso che avrei cambiato vita andando all'estero e cosi' e'
stato. Forse a volte è necessario cadere per poi volare!"
Facciamo un tuffo nel passato: cosa ti ha spinto ad abbandonare il calcio minore per tentare
l’avventura nel futsal?
"Nel lontano 2008 quando, dopo aver fatto tutta la trafila del settore giovanile
dell'Ancona calcio, ho deciso di smettere, è stato perche' non mi piacevano piu' tante
dinamiche di quello sport e di quella societa' (e quanto mi fa male dirlo per l'amore che
provo per Ancona: squadra e citta'); sono stato spinto da alcuni amici a tentare di entrare
in questo mondo nuovo. Cosa ti devo dire? Mi piacque dal primo momento e cosi',
semplicemente, è cominciata questa che poi è diventata la mia passione piu' grande."
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Ti ricordi ancora la tua prima partita ufficiale nel mondo del calcio a 5?
"Esattamente no, pero' sono sicuro che fu nel 2009, con l'under 18 del Pietralacroce
guidata da Marco Azzoguidi, nel campo di Varano. Molto meglio mi ricordo in quello
stesso campionato l’esordio in C1 contro la Torrese : stavamo perdendo e nessuno
voleva battere una punizione. Mi offrii io e Bobo (Roberto Marcelletti, ndr) non ci pensò
un momento e mi fece entrare in campo."
Possiamo dire che con questa esperienza spagnola si sia chiusa la prima fase della tua
carriera. Quali sono stati secondo te i 3 momenti più importanti, dentro e fuori dal campo?
"Sicuramente c'e' stato un bel giro di boa. Se guardiamo il primo tratto, concluso l'anno
scorso, di momenti importanti ce ne sono stati tanti, ma i principali credo che siano:
La vittoria in Coppa Italia Serie A2 nel 2015 (tra l’altro segnando in finale, ndr);
Le 3 convocazioni in Nazionale tra il 2013 e il 2015 ed in particolare l’amichevole
d’esordio contro il Vietnam;
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La vittoria nel campionato di c2 con il P'73, nel 2012."
Facciamo un giochino, cosa che in questo clima natalizio calza a pennello: Titty Baldassari,
Roberto
Bobo
Marcelletti ed il
Vate
Osimani. In rigoroso ordine cronologico sono i 3 allenatori che ti hanno forgiato nel mondo del
calcio a 5: divertiti ad associare un aggettivo a ciascuno di loro.
Prima di risponderti oltre ai 3 permettimi di menzionare anche i mister Cipolla e
Mencihelli (attualmente ct di Napoli c5 e Nazionale) con cui ho avuto il piacere di lavorare
insieme e con cui tutt'ora sono in contatto grazie al bel rapporto che si e' instaurato.
Per quanto rigudarda Titty, Bobo e il Vate posso dire che, avendo scritto la tesi sulla
leadership, incarnano 3 tipologie di leader differenti:
TITTY : LEADER AUTORITARIO (impone la sua forza e va dritto per la sua strada, utile in
condizioni di difficolta' ma dipende sempre dalla maniera di implementazione perche`
puo' risultare dannosa);
BOBO: LEADER COLLABORAZIONISTA (insegna la sua visione di futsal nel dettaglio e
si prende le responsabilita' ma cerca anche sostengo e aiuto dai suoi uomini piu' fidati);
VATE: LEADER VISIONARIO (incarna in parte gli stili precedenti e inoltre sa osservare
cio' che c'e' al di la', dove tanti altri ancora non possono vedere o non riusciranno mai)"
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Proseguiamo nel giochino: 3 consigli che daresti ad un giovane che si affaccia adesso al nostro
meraviglioso sport, utili per fargli fare carriera.
Sarò breve: UMILTA' (ascoltare mister e compagni), PASSIONE (senza non si va da
nessuna parte),
SACRIFICIO (i
risultati non vengono da soli e il giocatore di ieri non e' lo stesso di domani)"
Alla nazionale ci pensi ancora, o lo ritieni un capitolo chiuso?
"Io alla nazionale ci penso per il semplice motivo che ho 24 anni e sto per iniziare, se
tutto va bene, a giocare con una squadra di Liga spagnola che sta lottando per i primi
posti in uno dei campionati piu' belli del mondo. Pertanto, essendo l'unico italiano che
gioca in spagna a questo livello (e confrontandomi anche con Menichelli e Tarantino
riguardo il master sportivo che sto facendo), ora tocca a me dimostrare tutto quello che
negli anni ho imparato e continuare a farlo a Barcellona, contro cui sogno di giocare il
derby stracittadino, tornando così a vestire la maglia azzurra."
Siamo prossimi alla conclusione. Vista l’imminenza del Capodanno, cosa vorresti gettare
dell’anno 2016 dalla finestra e quali sono, invece, i buoni propositi per l’anno 2017?
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Scritto da Peppe Gallozzi
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"Dell'anno 2016 vorrei gettare tutta la negativita' della depressione in cui sono caduto e
vorrei tenere tutta la forza, mia e di chi mi ha aiutato per risollevarmi. Perchè quando
tocchi il fondo le ipotesi sono 2: o ci rimani oppure rimbalzi e inizi a volare piu' in alto di
prima. Nel 2017 vorrei dare il massimo a livello sportivo e universitario nella speranza
che la passione per il futsal continui e diventi sempre piu' un gran bel lavoro."
Siamo veramente giunti alla fine. C’è qualcuno in particolare che vorresti salutare?
"In particolare no, anche perche' ho approfittato delle feste e sono venuto con la mia
nuova ragazza a trovare tutti i miei affetti quindi ho gia' fatto personalmente. Un saluto a
voi tutti di Futsalmarche per il lavoro che fate: anche dalla Spagna così riesco sempre ad
essere aggiornato!"
Grazie mille per la disponibilità e ti auguriamo con tutto cuore di avere successo in questa
nuova esperienza. Noi, dalle Marche, saremo sempre con te!
Il Carlista
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