Scheda sul film

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Scheda sul film
Ali Zaoua
Regia: Nabil Ayouch. Soggetto: Nabil Ayouch, Nathalie Saugeon. Montaggio: Jean-Robert
Thomann. Fotografia: Renaat Lambeets, Vincent Mathias. Interpreti: A. Zhayra (Ali
Zaoua), M. Hansali (Omar) • H. Moussoune (Boubker), M. Kbab (Kwita). Marocco,/
Tunisia / Francia, 2000, 93’
Il piccolo Ali e i suoi fedeli amici, Kwita, Omar e Boubker, vivono ai margini della metropoli
marocchina di Casablanca dove si affrontano le bande rivali dei bambini di strada. Ali sogna di
navigare come un vero marinaio e raggiungere un’isola felice, ma non ・facile sottrarsi alle leggi della
strada. Al grido "la vita è una merda" la banda dello spietato Dib li attacca e per Ali, colpito in pieno
volto da una pietra, non c’è speranza. I suoi compagni, impauriti e disorientati, devono trovare la forza
di reagire. La breve vita difficile di Ali dev’essere coronata da un funerale degno di un principe...
Premio del pubblico ai festival di Amiens e Bruxelles. Premio del pubblico al Festival del Cinema
Africano di Milano. Premio come migliore pellicola del Fespaco, il festival panafricano del cinema, che
si tiene in Burkina Faso.
CRITICA
Presentato nella sezione “Kinderfilm”, Ali Zaoua probabilmente avrebbe meritato una
sezione e una visibilità pù importante, considerata anche la quasi totale assenza di film
africani o anche solo arabi nelle varie sezioni di questa Berlinale.
Opera seconda del regista marocchino Nabil Ayouch, Ali Zaoua ・un film importante, che
mette in scena la disperazione della vita di strada e di vite alla deriva ma anche la
speranza mai sconfitta di qualcosa di migliore. Utilizzando uno stile semplice, asciutto,
decisamente appropriato alla vicenda, il film segue da vicino l'evolversi della vicenda e dei
piccoli protagonisti, tutti toccanti nelle loro interpretazioni. Un film “neorealista”, se
vogliamo, ma non nel senso retrivo del termine. Soprattutto, Ali Zaoua è un film
appassionato e sincero, e questo, al di là dei giudizi di valore, è senza dubbio un merito.
(Andrea Nobile, 13/02/2001, su “Film It” on line)
Ali Zaoua (2000). Vivere, rubare e morire nei quartieri degradati di Casablanca
Da I figli della violenza (1950) di Luis Bunũel fino al recente City of God, i film sulle vite
difficili dei ragazzi di strada rappresentano da sempre una parte significativa del cinema
d'essai. Tuttavia, nel corso degli anni il genere ha preso una piega diversa, passando dalla
visione cruda e paradossale di Bunũel al sapore un po' voyeuristico di film come
Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino e Pixote – la legge del più debole, entrambi usciti
nel 1981.
Ali Zaoua èstato girato nel 2000 dal regista Nabil Ayouch, che ha anche scritto la
sceneggiatura: qui viene aggiunta un'overdose di sentimentalismo alla formula vincente
dei film citati in precedenza.
La pellicola parla di quattro bambini senzatetto che vivono a Casablanca e cercano di
fuggire dalla banda di borseggiatori minorenni comandata da un ragazzino più grande,
Dib (Said Taghmaoui), che richiama il Fagin delle Avventure di Oliver Twist. Durante una
scaramuccia con Dib e i suoi sicari uno dei bambini, Ali Zaoua (Abdelhak Zhayra), viene
colpito da una pietra e ucciso.
Gli amici di Ali, Kwita (Mounim Kbab), Omar (Mustapha Hansali) and Boubker (Hicham
Moussoune) prendono il cadavere e decidono di organizzare un funerale in grande stile.
“Anche se ha vissuto come fosse spazzatura” dice uno dei bambini utilizzando un
linguaggio lievemente più colorito, “non morirà allo stesso modo”.
Poco dopo l'inizio del film, Ali dice ai suoi amici che ha intenzione di diventare un
marinaio, lasciare la squallida realtà di Casablanca e costruirsi una casa nella magica isola
dei due soli che esiste solo nella sua fantasia. Ovviamente il sogno di Ali si realizzerà
anche se con un colpo di scena: i bambini cercano i soldi per comprare ad Ali la divisa da
marinaio che ha sempre sognato, costruiscono una bara galleggiante e convincono un
vecchio marinaio ad aiutarli a seppellire Ali in mare aperto.
Il regista Ayouch compie un ottimo lavoro ritraendo una Casablanca senza ventilatori da
soffitto e caffè di lusso: la sua città è fatta di cantieri abbandonati in cui i bambini
senzatetto si riuniscono per sniffare colla. Per quanto questa realtà sia scioccante, il film
non punta a far indignare e reagire gli spettatori, ma piuttosto a provocare qualche lacrima
di pietà a scaldare i loro cuori con l'autocompiacimento di aver condiviso per un istante
l'angoscia dei meno fortunati.
Il film si costruisce su una serie di falsi finali, uno più smaccatamente premeditato
dell'altro. Ali Zaoua era forse destinato a essere un tributo alla resistenza umana, ma
finisce con l'essere un altro esempio di quanto le emozioni umane possano essere
facilmente manipolate.
(Dave Keher, “New York Times Review”, 16 aprile 2003)
L'AUTORE
Nabil Ayouch, nato a Parigi nel 1969, ha studiato teatro e regia e nel 1992 ha cominciato a
realizzare spot pubblicitari. Nel 1997, dopo aver diretto molti cortometraggi, ha realizzato
il suo primo lungometraggio di finzione, Mektoub, selezionato per rappresentare il
Marocco agli Academy Awards nel 1998.
Il suo secondo lungometraggio, Ali Zaoua prince de la rue, è stato visto da mezzo milione di
persone solo in Marocco e ha vinto 44 premi nei festival di tutto il mondo. Tra il 2000 e il
2003 ha creato il Mohammed Reggab Award per la sceneggiatura e ha prodotto otto primi
cortometraggi di giovani talenti. Ha fondato varie organizzazioni per valorizzare il cinema
e la cultura in Marocco. Nel 2007 è uscito il suo film Whatever Lola Wants. Nel 2012 a
Cannes è stato presentato nella sezione “Un certain regard” il suo ultimo film Les Chevaux
de Dieu.