Introduzione al Marketing Sostenibile
Transcript
Introduzione al Marketing Sostenibile
Quaderni Sodalitas Novembre 2012 Introduzione al Marketing Sostenibile Quaderno realizzato nell’ambito della campagna europea INTRODUZIONE AL MARKETING SOSTENIBILE PREMESSA Il marketing sostenibile 03 CAPITOLO I Consumo e Produzione Sostenibile, la nuova sfida strategica 05 CAPITOLO II Il punto di vista dei consumatori 11 CAPITOLO III L’innovazione sostenibile del prodotto/servizio 21 CAPITOLO IV La comunicazione della Sostenibilità 27 PARTE V Approfondimenti 37 A fronte delle sfide sempre più pressanti dello sviluppo sostenibile, i leader riconosciuti nel marketing di beni di largo consumo stanno adottando con successo da alcuni anni una serie di approcci pionieristici, che innovano profondamente rispetto alla disciplina come si era andata consolidando nel tempo. L’assunzione di una nuova consapevolezza rispetto alle responsabilità ambientali e sociali delle imprese si traduce in originali strategie di marketing finalizzate alla crescita e ad un distintivo vantaggio competitivo. Queste inedite iniziative, specialmente nella creazione dei nuovi prodotti e nella comunicazione ai consumatori, vengono ricondotte al concetto di marketing sostenibile e hanno dato vita, soprattutto in ambito anglosassone, ad un dibattito lungimirante e di alto profilo tra imprese leader, autorevoli think tank (SustainAbility, Forum for the Future…), accademia, associazioni professionali e istituzioni. Le pagine che seguono si propongono di fornire un inquadramento concettuale a questa rivisitazione della cultura e professione del marketing, ancora allo stato nascente e in forte evoluzione, oltre a porre in evidenza le discontinuità più significative. Cercando di rispondere a domande come: cosa intendiamo con il neologismo marketing sostenibile, quali sono i cambiamento di paradigma a maggiore impatto? In senso lato, il marketing sostenibile è il contributo di questa professione allo sviluppo sostenibile. La prima definizione del marketing sostenibile, data da Donald Fuller nel 1999, riguarda Il processo di pianificare, implementare e controllare lo sviluppo, il pricing, la promozione, la distribuzione dei prodotti in modo da rispondere a 3 criteri: soddisfazione dei bisogni dei clienti, raggiungimento degli obiettivi aziendali, compatibilità con l’eco-sistema. Più recentemente, col crescere dell’interesse, sono state avanzate nuove definizioni. Secondo l’autorevole Business in the Community il marketing sostenibile consiste nell’influenzare il comportamento dei consumatori in modo da generare al tempo stesso profitti e un positivo cambiamento sociale, riguardando sia (what you market) cosa viene offerto sul mercato, che (the way in which you market) il modo in cui si opera trasparentemente sul mercato. Un’altra definizione, più ancorata al concetto originale della sostenibilità, parla di approccio di lungo termine, fondato sul principio etico dell’equa ripartizione delle risorse del pianeta tra le popolazioni presenti e quelle future, che coinvolge tutte le funzioni aziendali e diventa una scelta strategica per la gestione del business. PREMESSA Il marketing sostenibile Elemento comune, a queste e altre definizioni del marketing sostenibile, è l’ampliamento del perimetro tradizionale ponendo in primo piano l’impegno nei confronti della società e dell’ambiente, la consapevolezza di dover influenzare il comportamento dei consumatori in senso più responsabile. Infatti l’accusa chiave rivolta alla professione del marketing da parte di ONG come WWF, opinion leader e media era quella di alimentare e favorire stili di consumo rampanti e non sostenibili. Ulteriori declinazioni riguardavano l’incoraggiamento di acquisti inutili, lo sfruttamento delle risorse naturali, l’impiego eccessivo di imballaggi, la limitazione del tempo di vita dei prodotti con l’obsolescenza pianificata, l’emissione di gas nocivi …….. E’ interessante notare come la funzione marketing, che fino a pochi anni fa per comune valutazione era restata abbastanza ai margini rispetto al movimento CSR/Sostenibilità, stia riacquistando in questo modo un ruolo trainante. In virtù del potere che le viene riconosciuto come interfaccia nei confronti dei consumatori, come portavoce dei loro reali interessi all’interno dell’impresa, e per la sperimentata capacità nell’influenzare i loro comportamenti. Naturalmente si tratta di responsabilità, come verrà spiegato in seguito, di cui la funzione marketing non può darsi carico da sola, ma richiede cambiamenti significativi in tutto il business model aziendale, un nuovo modo di condivisione e interazione tra tutte le componenti dell’impresa. Introduzione al Marketing Sostenibile - 3 4 - Introduzione al Marketing Sostenibile Il dibattito su Consumo e Produzione Sostenibile, che si sta affermando come uno degli aspetti più significativi del contesto strategico con il quale le imprese devono confrontarsi per il loro futuro, risale al 1992 quando questo concetto stesso e le problematiche connesse emergono e acquistano visibilità nel corso della Conferenza di Rio su Ambiente e Sviluppo. Una riflessione strategica sul proprio modello di business, sulla sostenibilità del modo in cui i propri prodotti e servizi soddisfano gli stili di vita dei clienti, non è più espressione di una libera scelta, una opzione volontaria, ma una necessità ineludibile per non ignorare i rischi e le opportunità più significativi perdendo il contatto con il contesto. Nelle pagine che seguono, più che richiamare per sommi capi i ben noti macrotrend sottostanti, l’intenzione è di delineare il ruolo su questo nuovo scenario strategico dei vari attori: istituzioni, produttori, distribuzione, consumatori/clienti. Mentre, nei capitoli successivi, il focus sarà sui principali elementi di discontinuità rispetto ai paradigmi del passato, sulle leve di cambiamento che si sono dimostrate più efficaci. CAPITOLO I CONSUMO E PRODUZIONE SOSTENIBILE, LA NUOVA SFIDA STRATEGICA Il ruolo delle Istituzioni Internazionali. Sfide globali richiedono governance globale Lo slogan Imparare a vivere nei limiti di un solo pianeta (One Planet di UNEP-United Nations Environment Programme) sintetizza efficacemente i termini del problema, mentre secondo WWF entro il 2030 avremmo bisogno di 3 pianeti se non si interviene sui trend di utilizzo delle risorse dovuti agli attuali stili di consumo e produzione. Per affrontare i macrofenomeni globali della crescita e dell’invecchiamento demografico, della urbanizzazione in megacittà, della crescente domanda di materie prime e carne da parte dei paesi in via di sviluppo, del cambiamento climatico, della scarsità di acqua, della perdita di biodiversità, non sono sufficienti i poteri dei singoli governi nazionali e si rende necessario l’intervento delle istituzioni internazionali. Le Nazioni Unite, pur con le complessità proprie dei processi multilaterali nel raggiungere il consenso e conciliare diversi interessi, hanno preso la guida del movimento, operando come motore di cambiamento e centro di elaborazione concettuale, partendo dal neologismo sostenibilità coniato dal rapporto Brundtland. Sotto la loro regia sono stati lanciati i seguenti concetti e programmi: • 1992 Summit di Rio su Ambiente e Sviluppo, Agenda 21, consumo & produzione sostenibile, • 2002 Summit di Johannesburg, 10 year Framework su consumo & produzione sostenibile, • 2012 Rio+20 Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile, approvazione del documento The Future we Want, che include un piano per rivedere i pattern di consumo e produzione, oltre alla accelerazione della iniziativa Green Economy di UNEP, capace di coniugare sviluppo ed eliminazione della povertà. Introduzione al Marketing Sostenibile - 5 L’Unione Europea ha ripreso e declinato questi concetti, in particolare con • 2006 Strategia di Sviluppo Sostenibile, invocando un cambio dei modelli di consumo/produzione, • 2008 Piano di Azione per Consumi, Produzione e Politiche Industriali Sostenibili, • 2011 Europa 2020, III Comunicazione sulla CSR, Politica Industriale Integrata. Come anticipato nella Agenda for Action della III Comunicazione sulla CSR, la Commissione entro il 2012 dovrebbe aggiornare il Piano di Azione per Consumi e Produzione Sostenibile, non introducendo nuova legislazione ma puntando sulla collaborazione con le imprese nel definire una metodologia armonizzata basata sul ciclo di vita per calcolare l’environmental footprint dei prodotti (anche a livello settoriale) e sul rilancio del green public procurement. Inoltre verrà aggiornata la Direttiva 2005/29 Unfair Businessto-Consumer Commercial Practices per il contrasto del greenwashing e lanciata la Direttiva Unlocking the Single Market for Green Products. Caritas in Veritate “E’ necessario un effettivo cambiamento di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita, nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono, e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti.” Il ruolo dei produttori Michael Porter, HBR, “Strategia e Società, il legame tra vantaggio competitivo e CSR” Le imprese non sono responsabili per tutti i problemi del mondo, né avrebbero le risorse per risolverli. Ma ogni impresa può identificare un insieme specifico di problemi sociali che può meglio contribuire a risolvere in base alle sue competenze e dai quali può ricavare il maggior vantaggio competitivo. Affrontare i problemi sociali attraverso la creazione di valore condiviso consentirà di trovare soluzioni sostenibili, che non dipendono da sussidi privati o pubblici.” A fronte della crescente pressione di politiche e regolamentazioni ambientali, di una accresciuta sensibilità e di cambiamenti delle attese da parte di consumatori/ clienti, le imprese produttrici di beni e servizi non possono prescindere 6 - Introduzione al Marketing Sostenibile da una lucida presa di coscienza del nuovo contesto strategico e del crescente peso della dimensione sostenibilità, con l’opzione di adottare una linea proattiva o di passività relativa volta a limitare rischi e danni. Nel primo caso, scegliendo la sostenibilità come posizionamento distintivo, le imprese lungimiranti possono trasformare un rischio in opportunità e ottenere un vantaggio competitivo. Naturalmente non bastano interventi puramente cosmetici, facilmente identificabili ed attaccabili come greenwashing, ma si tratta di ridefinire in profondità il modello di business, proponendosi degli ambiziosi traguardi, non solo incrementali, di miglioramento delle proprie prestazioni socio-ambientali, e non esitando ad intervenire per influenzare in senso più responsabile gli stili di vita dei propri clienti. Un autorevole riconoscimento in questo senso è contenuto nella III Comunicazione della Commissione UE sulla CSR quando afferma che alcune imprese leader stanno svolgendo un ruolo pionieristico assistendo i consumatori nel fare scelte più sostenibili. La via degli impegni unilaterali da parte di imprese e istituzioni finanziarie è proseguita anche alla recente Conferenza Rio+20 dove sono state presentate quasi 700 iniziative a sostegno dello sviluppo sostenibile per un ammontare complessivo di $513 miliardi. Un aspetto significativo è il riconoscimento, da parte di organizzazioni leader nella sostenibilità come Unilever, che l’impresa da sola non possa trovare soluzioni alle più pressanti sfide, ma che debba puntare su partnership con altri stakeholder, impegnare e mobilitare una pluralità di soggetti. Dando vita a iniziative come l’Open Innovation Space, un nuovo modello di sviluppo prodotti basato su una piattaforma online che offre ad esperti esterni l’opportunità di contribuire alla ricerca di soluzioni tecniche per i problemi più complessi (attualmente gli innovation partners sono circa 500) e il Sustainable Living Lab, una piattaforma online di dialogo globale per co-creare soluzioni. Un’altra importante opportunità che si apre alle imprese, attraverso l’impegno nello stakeholder engagement e l’utilizzo dei social media, è l’attivazione di un serrato dialogo col consumatore per entrare in sintonia con loro e comprenderne meglio le attese. Pirelli punta decisamente su ascolto e confronto con i clienti come fonte prioritaria per anticiparne le esigenze e soddisfarne le richieste attraverso risposte immediate e competenti. Una forte presenza su tutti i canali social media –le piattaforme Facebook, Twitter, Youtube,- mira ad un maggior coinvolgimento del consumatore attivo, creando una relazione one-to-one, e a cogliere l’occasione di trasformare le esperienze dei clienti in opportunità di miglioramento continuo. A gennaio 2012 Pirelli ha inoltre dedicato il proprio Sustainability Day al consumatore finale. La conferenza internazionale, dal titolo “Pirelli Sustainability Day: a safe road to the future”, ha approfondito le tendenze evolutive in tema di attenzione alla salute e sicurezza del consumatore, con focus su quella stradale, nonchè l’evoluzione del ruolo del consumatore all’interno di un sistema economico, che negli ultimi decenni ha segnato profonde modifiche nei modelli di sviluppo e nelle dinamiche di mercato. Introduzione al Marketing Sostenibile - 7 Il ruolo della distribuzione Molteplici i ruoli della distribuzione nell’orientare ed educare i consumatori verso stili di vita più sostenibili. Sia indirettamente come intermediari, che convogliano i messaggi dei produttori, agendo come filtro o acceleratore. Il confronto avviene nell’ambito del Category Management, sulla costruzione dell’assortimento, sul merchandising, sulle promozioni e, soprattutto, sulla ridefinizione del ruolo assegnato ad ogni categoria nelle strategia del distributore. Accanto ai ruoli canonici assumerà un peso crescente il contributo di ogni categoria alla qualificazione del distributore per l’impegno sulla sostenibilità. Sia direttamente come operatori economici a tutto campo. Le catene più lungimiranti hanno posto la sostenibilità al centro della propria strategia competitiva, prefiggendosi obiettivi molto ambiziosi di miglioramento della loro performance socio-ambientale ed ottenendo sia importanti vantaggi economici che significativi riconoscimenti. Walmart, la più grande di tutte, guida la classifica in America nella Sustainability Survey 2011 presso opinion leader e NGOs, distanziando anche i più affermati leader industriali. Prodotto e catena di fornitura sono aree primarie di focalizzazione, dando luogo ad una pluralità di iniziative. Per aiutare i buyer a valutare i prodotti è stata introdotta una prima category scorecard del programma Sustainability Index, collaborando con fornitori, accademici, NGOs per le relative ricerche e metriche. L’icona Great For You aiuta i consumatori a identificare rapidamente le opzioni alimentari più salutari, mentre nel 2011 è stato raggiunto l’obiettivo di far risparmiare $1 miliardo alle famiglie USA su un assortimento di frutta e verdura più sano eliminando i relativi premium price. Da 2 anni l’Ethical Sourcing è supportato dall’innovativo Supplier Development Program che, andando oltre la compliance, aiuta i fornitori a migliorare le condizioni lavorative e rispettare l’ambiente, aumentando il rating degli audits in quasi 300 fabbriche. La Women’s economic empowerment initiative si traduce in un impegno di acquistare per $20 miliardi da imprese femminili negli USA e raddoppiare l’attuale importo globalmente, al tempo stesso aiutando 400.000 proprie dipendenti nel mondo con programmi di formazione. I locally grown produce (a kilometro 0) sono quasi raddoppiati nell’ultimo anno, raggiungendo il 10% degli acquisti negli USA. Sul fronte ecologico, l’obiettivo di ridurre la destinazione dei rifiuti alle discariche dell’80%, oltre ad abbattere l’emissione di CO2, ha prodotto risparmi per $230 milioni grazie a 8 - Introduzione al Marketing Sostenibile maggiori ricavi da riciclo e riduzione delle spese. Per aggredire l’attuale prima fonte di inquinamento, superiore anche ai trasporti su gomma, è stata introdotta una nuova pionie- ristica generazione di refrigerated display cases per una riduzione sostanziale dell’emissione di HFC e della perdita di GHC. Nel campo delle energie rinnovabili, Walmart sta progredendo verso l’obiettivo del 100% ed è attualmente negli USA il secondo onsite green power generator con 180 progetti operativi o in via di sviluppo. Ugualmente ambiziosa la One Planet Living Sustainability Initiative di B & Q, la catena di home ������������������������������� improvement/bricolage del gruppo Kingfisher. Da un lato aiutando le famiglie ad avere delle abitazioni più verdi e a minor impatto ambientale, fornendo per il 12% delle proprie vendite una gamma di 3.500 One Planet Home Ecoproducts accreditati da terze parti e acquistando il 100% del legname solo da produttori certificati che gestiscono responsabilmente il patrimonio forestale. Dall’altro gestendo i propri magazzini con un Sustainability Action Plan, che si prefigge ambiziosi traguardi in termini di zero emissioni e rifiuti, trasporti e acqua sostenibili… Il ruolo dei consumatori/clienti Il potere ultimo risiede nelle loro mani, in quanto alla fine sono le loro scelte di acquisto e stile di vita che possono fare la differenza. Un potere ulteriormente aumentato recentemente dai social media, attraverso i quali miliardi di interazioni possono influenzare con raccomandazioni e condivisioni di esperienze gli orientamenti degli amici. Con le loro scelte i consumatori/ clienti possono premiare o sanzionare (fino al ricorso a campagne di boicottaggio) l’impegno e la performance di sostenibilità dei produttori. Ma non è soltanto con l’atto finale di acquisto che i consumatori/clienti possono influenzare le strategie e gli investimenti dei produttori, ma anche diventando più assertivi, esigenti e vocali. Varie sono le vie attraverso le quali esercitare la propria influenza: • intensificando la richiesta di una informazione precisa su caratteristiche e prestazioni di prodotti e servizi anche attraverso la consultazione dei siti aziendali, • ribadendo in ogni occasione l’importanza di una effettiva garanzia sui requisiti di salute, sicurezza, impatto ambientale dei prodotti, di processi produttivi poco inquinanti ed esprimendo la loro preoccupazione per il cambiamento climatico, • assegnando maggior peso a nuove domande di responsabilità socioambientale, pur senza rinunciare alle tradizionali richieste di eccellenza qualitativa, value for money e alto livello di servizio, • dimostrandosi più disponibili a rivedere le proprie abitudini di consumo/uso dei prodotti a favore di forme più sostenibili. Non sono ancora chiare velocità, estensione, percorsi che questa accresciuta sensibilità dei consumatori verso i temi della sostenibiIntroduzione al Marketing Sostenibile - 9 lità potranno assumere nel futuro, e vari sono gli scenari che vengono prefigurati. Inoltre naturalmente quando si parla di consumatori non si intende una popolazione monolitica, indifferenziata, bensì altamente segmentata. Vari esercizi di segmentazione, anche molto sofisticati, sono stati portati avanti da autorevoli organismi/think tank – World Business Council on Sustainable Development, Forum for the Future…- e da impre- se leader nel marketing come Marks & Spencer, Diageo… Importante è che ogni impresa si sforzi di comprendere come la propria clientela si posizioni rispetto alle specifiche issues di sostenibilità che caratterizzano il settore in cui opera, individuando i segmenti cui rivolgersi prioritariamente con le nuove strategie sostenibili, anche considerando possibili differenziazioni riguardo a tempistiche, assortimenti, messaggi. Il ruolo delle Associazioni Ambientaliste e di Consumatori Le grandi campagne lanciate nel tempo dalle più autorevoli ONG per sensibilizzare i cittadini e per confrontarsi con le imprese su temi ecologici e a tutela dei diritti umani e dei consumatori, hanno svolto storicamente una importante funzione di crescita della consapevolezza e di stimolo al cambiamento. Da un atteggiamento inizialmente più improntato al conflitto (fino in casi estremi a invocare il boicottaggio), nel tempo sono andate crescen- 10 - Introduzione al Marketing Sostenibile do anche forme di dialogo costruttivo multi-stakeholder, sperimentando interessanti forme di partnership, come panel di consultazione e iniziative congiunte per affrontare issues di comune interesse. Anche per il futuro la competenza, l’autorevolezza e l’impegno di questo stakeholder forniranno un contributo indispensabile nell’orientamento e costruzione di stili di vita e di consumi più sostenibili, in una ottica di multi-actor collaboration. Questo capitolo presenta una sintesi ragionata delle indagini condotte negli ultimi anni da GfK Eurisko sulla sensibilità ai problemi ambientali, sulle responsabilità attribuite ai diversi attori pubblici e privati e sugli orientamenti dei cittadini-consumatori verso comportamenti rispettosi dell’ambiente e verso l’acquisto di prodotti a basso impatto ambientale. Una ricognizione sulla cultura attuale dei consumatori in materia di sostenibilità è opportuna per almeno due motivi: 1) perché la valorizzazione della sostenibilità di prodotti e servizi è destinata ad avere successo solo in presenza di consumatori in grado di apprezzarla; CAPITOLO II IL PUNTO DI VISTA DEI CONSUMATORI 2) perché la sostenibilità è un concetto che consente declinazioni molteplici e dunque una comunicazione sarà tanto più efficace quanto più sarà coerente con la cultura attuale dei consumatori (i loro valori, i loro atteggiamenti, le loro aspettative). La progressiva crescita della sensibilità ambientale degli Italiani Secondo l’indagine condotta annualmente da GfK Eurisko per RISL/Ministero dell’Ambiente, tra il 2003 e il 2010 l’indice di sensibilità ambientale è passato dal 63% al 70%, crescendo non solo sul piano “estensivo” - misurato dal numero di cittadiniconsumatori che si dichiarano preoccupati del problema - ma soprattutto sul piano “intensivo”, ovvero del coinvolgimento personale sul tema. Tutti e quattro gli indicatori utilizzati per costruire l’indice mostrano un andamento positivo. E’ cresciuta di 5 punti (dal 47% al 52%) la percentuale di chi “parla frequentemente di ambiente” e di 10 punti (dal 47% al 57%) la percentuale di chi “frequentemente legge articoli o guarda servizi su temi ambientali”. Contemporaneamente sono cresciuti anche il coinvolgimento e la responsabilizzazione personale. La stessa indagine mostra infatti che – nel periodo 2003-2010 – è cresciuto di ben 15 punti (dal 45% al 60%) l’indicatore che misura la percezione di “auto-efficacia” ovvero la consapevolezza del contributo personale che ciascun cittadino-consumatore può dare alla riduzione dell’inquinamento ed è cresciuta di 17 punti – passando dal 19% al 36% - la percentuale di chi si dichiara “molto attento” all’ambiente nei propri comportamenti quotidiani. E’ anche importante notare che la sensibilità ambientale è oggi trasversale ai diversi segmenti della popolazione con significative accentuazioni solo nella fascia di età matura (tra i 55 e i 65 anni), nei segmenti maggiormente dotati di risorse economiche e culturali e tra le giovani donne con figli piccoli. Sono soprattutto le cosiddette “élites” a mostrarsi propense a comportamenti positivi nei confronti dell’ambiente. Questo dato nella prospettiva del marketing ha un duplice valore. Innanzitutto perché si tratta di soggetti dotati di maggiore capacità di spesa e dunque particolarmente interessanti come target di riferimenIntroduzione al Marketing Sostenibile - 11 to per le imprese. In secondo luogo perché i segmenti elitari sono quelli maggiormente dotati di capacità di influenzamento nei confronti del resto della popolazione e dunque i loro orientamenti culturali e di consumo sono probabilmente destinati a diffondersi anche presso altri segmenti del mercato. Per quanto riguarda le preoccupazioni per i problemi ambientali, le indagini condotte negli anni ’70 e ’80 mostravano come essi venissero sostanzialmente identificati con l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e Grafico 1 I temi ambientali che preoccupano di più gli Italiani 12 - Introduzione al Marketing Sostenibile degli spazi pubblici. Oggi la percezione del problema ambientale da parte dei cittadini è molto più articolata e complessa. L’indagine condotta nel giugno 2012 da GfK Eurisko per conto di WWF Italia mostra che ai primi due posti si collocano ancora oggi l’inquinamento dell’acqua e dell’aria (che preoccupano “molto” l’82% degli Italiani) ma che vi sono alti 10 problemi ambientali avvertiti come “molto preoccupanti” da percentuali molto elevate di cittadini (oltre il 70%). Le responsabilità dei cittadini-consumatori A differenza di quanto avveniva fino agli anni ’80, quando il problema ambientale veniva riconosciuto dai cittadini ma la responsabilità di trovare delle soluzioni veniva quasi per intero assegnata al Governo e alle imprese, oggi una percentuale largamente maggioritaria di Italiani riconosce che spetta anche ai cittadiniconsumatori il compito di agire. MOLTISSIMO L’indagine sulla “filiera sostenibile” condotta nel marzo 2011 da GfK Eurisko per conto di Fondazione Sodalitas mostra chiaramente che la responsabilità di garantire uno sviluppo sostenibile dovrebbe – secondo gli Italiani - essere condivisa tra i diversi soggetti. I soggetti responsabili di uno sviluppo sostenibile MOLTO ABBASTANZA IL GOVERNO I CITTADINI L’attore pubblico rimane quello più direttamente investito dalla responsabilità: sia il Governo centrale, che viene indicato come responsabile dall’86%, che le Amministrazioni locali, indicate come responsabili dall’82%. Ma, con uno scarto limitato, vengono indicati come responsabili anche le imprese e i cittadini. Una larga maggioranza di Italiani riconosce dunque che vi sono comportamenti che possono concretamente contribuire ad una riduzione del de- POCO 51 LE AMMINISTRAZIONI LOCALI LE IMPRESE Grafico 2 32 33 35 86% 82% 39 76% 73% MEDIA PER NIENTE 11 43 44 40 15 21 23 11 4,34 21 4,19 31 31 4,04 4,00 grado ambientale. Questo non significa che quei comportamenti vengano già oggi coerentemente messi in atto, ma indica tuttavia che esiste la consapevolezza del nesso tra degrado ambientale e agire quotidiano dei cittadini e dunque che – almeno in linea di principio – esiste la disponibilità a modificare i comportamenti a più elevato impatto ambientale. Per quanto riguarda i comportamenti futuri, la stessa indagine segnala una valutazione ottimistica sull’evoluzio- Introduzione al Marketing Sostenibile - 13 ne futura dei comportamenti di due attori decisivi. La maggioranza degli Italiani (53%) si dichiara infatti convinta che l’attenzione alla sostenibilità da parte dei consumatori è destinata ad aumentare in futuro, mentre solo il 2% ritiene che sia destinata a diminuire. Una percentuale non di molto inferiore (43%) ritiene che anche da parte delle imprese ci sarà nei prossimi anni maggiore attenzione. All’elevata attribuzione di responsabilità ai cittadini non si accompagna tuttavia un giudizio positivo sul loro comportamento attuale relativamente all’ambiente, al contrario. Dall’indagine condotta da GfK Eurisko per UPA-Assocomunicazione (2009) risulta che solo il 26% esprime una valutazione positiva e questa percentuale si riduce ulteriormente (19%) nei segmenti elitari, a riprova che i soggetti più informati sono anche quelli più severi nel giudizio, in quanto più consapevoli di quello che si potrebbe fare e non si fa. Grafico 3 Chi deve contribuire alla sensibilità ambientale 14 - Introduzione al Marketing Sostenibile Quali sono le ragioni per cui gli Italiani sono poco attenti all’ambiente nei loro comportamenti, nonostante riconoscano la gravità e l’urgenza del problema? La stessa indagine indica che la maggioranza dei cittadini ritiene di non essere sufficientemente supportata dalle istituzioni e dalle imprese ad adottare comportamenti sostenibili. Solo il 14% ritiene infatti che gli Italiani siano molto o abbastanza aiutati a comportarsi in modo corretto e a questo scarso supporto – dice la fase qualitativa della stessa ricerca – concorrono tre diverse componenti: la mancanza di strutture (dai cassonetti per la raccolta differenziata alle piste ciclabili), la scarsa disponibilità di prodotti “verdi” (ovvero di prodotti con un basso impatto ambientale) e la mancanza di informazioni su quali siano i comportamenti ecologicamente corretti e i prodotti migliori dal punto di vista ambientale. Il tema della mancanza di informazioni è quello considerato più grave. Secondo il Climate Change Monitor (2008) il 76% degli Italiani pensa di “aver bisogno di maggiori informazioni per poter fare di più nei confronti del cambiamento climatico”. Nella tabella che segue vengono riportati i fattori che – secondo gli Italiani potrebbero efficacemente contribuire ad una maggiore sensibilità ambientale dei cittadini. Ma – pur nella insufficiente disponibilità di informazioni - quali sono i comportamenti che già oggi i consumatori italiani sono disposti a mettere in atto per contribuire a ridurre l’impatto ambientale del proprio stile di vita? Un’indagine condotta nel 2010 da GfK Eurisko per Federchimica-Assocasa ha consentito di rilevare – tramite una domanda aperta – i quattro comportamenti che i consumatori associano spontaneamente ad uno stile di vita e di consumo “sostenibile”. E precisamente: - l’utilizzo di prodotti non inquinanti - il corretto smaltimento dei rifiuti/ la raccolta differenziata - la riduzione delle emissioni nocive (auto, riscaldamento…) - il risparmio energetico. Più recentemente – con l’aggravarsi della crisi economica - si sono progressivamente diffusi quei comportamenti di consumo che al vantaggio ambientale uniscono l’opportunità di un risparmio economico, come risulta dall’indagine condotta nel 2011 da GfK Eurisko per Fondazione Sodalitas. Grafico 4 I comportamenti importanti per garantire uno sviluppo sostenibile Introduzione al Marketing Sostenibile - 15 E’ importante notare che quelli sopra elencati sono in maggioranza comportamenti che rimandano ad un uso consapevole e responsabile dei prodotti più che all’acquisto di una specifica tipologia di prodotto a conferma che attualmente – in assenza di una diffusa disponibilità di marche e di prodotti chiaramente caratterizzati in senso ecologico – è soprattutto in una più attenta, corretta e responsabile gestione dei prodotti che si traduce la coscienza ambientale dei consumatori. Per quanto riguarda la scelta di specifiche categorie di prodotti, la stessa indagine GfK Eurisko-Sodalitas indica che vi sono attualmente sei categorie di prodotto acquistate con maggiore o minore regolarità dai consumatori italiani in una prospettiva di sostenibilità. Nell’ordine: le lampadine a risparmio energetico, i prodotti alimentari di stagione, i prodotti che provengono da zone vicine/a chilometro zero, i capi di abbigliamento che utilizzano fibre/materiali naturali, i prodotti con confezioni “leggere” o riciclabili, i detersivi sfusi/a ricarica. Nello stesso elenco vi sono anche due categorie di prodotti che il 35% dei consumatori dichiara di evitare “sempre”. Si tratta dei prodotti che contengono un materiale percepito come difficile da smaltire (la plastica) e dei prodotti che contengono sostanze tossiche/dannose per l’ambiente. Un discorso a parte merita l’auto. Non si rinuncia all’auto, ma si riconosce in misura crescente l’utilità di limitarne l’utilizzo riducendo in questo modo le emissioni dannose per l’ambiente e il consumo di una fonte energetica in via di progressivo esaurimento come il petrolio. La domanda rivolta alle imprese Per quanto riguarda la domanda di “responsabilità” rivolta alle imprese, le indagini condotte negli ultimi anni indicano coerentemente che ai primi posti – secondo i consumatori – si collocano la qualità dei prodotti e la protezione dell’ambiente. L’International CSR Monitor (2010) indica che per i consumatori italiani le responsabilità indicate come “primarie” per le imprese sono – stabilmente da 10 anni - “assicurare che i loro prodotti siano sani e sicuri” (90%), “assicurare che i loro prodotti e i loro processi produttivi non danneggino l’ambiente” (87%) e “assicurare che tutti i materiali utilizzati siano prodotti nel rispetto della società e dell’ambiente” (83%). 16 - Introduzione al Marketing Sostenibile L’indagine GfK Eurisko-Assocasa (2010) offre alcune indicazioni supplementari mostrando che la domanda di sostenibilità ambientale rivolta alle imprese sta divenendo sempre più ampia e articolata. Alle imprese vengono oggi rivolte dai consumatori sette domande. Le tre principali riguardano i prodotti: - prodotti “sani e sicuri”, ovvero privi di sostanze nocive per la salute (90%) - prodotti con una confezione ecologica, ovvero facile da riciclare e da separare per la raccolta differenziata (83%) - prodotti privi di sostanze ad elevato impatto ambientale (82%). Due riguardano il processo di produzione: - prodotti realizzati con un processo a ridotto impatto ambientale (82%) - prodotti il cui trasporto non comporta lunghi spostamenti (inquinanti) (75%) Tre infine riguardano le informazioni relative ad una gestione responsabile: - consigli su come risparmiare prodotto (62%) - indicazioni per un uso sicuro e corretto (60%) - indicazioni per uno smaltimento corretto (56%). Alla responsabilità primaria attribuita all’attenzione all’ambiente da parte delle imprese, si accompagna un giudizio tendenzialmente critico sulla loro attuale performance. L’International CSR Monitor (2010) conferma che per i consumatori italiani solo il 24% delle imprese “sta oggi facendo tutto il possibile per essere socialmente e ambientalmente responsabile”. Sostenibilità e comportamenti di acquisto La più diffusa sensibilità per il problema ambientale ha un impatto sul modello di consumo degli Italiani, su quello effettivamente praticato e su quello a cui aspirano? L’indagine sui “climi di consumo” che GfK Eurisko conduce dal 2001 con cadenza trimestrale consente di rispondere con una certa precisione a questa domanda. Le ultime edizioni della ricerca mostrano infatti che nel corso degli ultimi anni è regolarmente cresciuta la percentuale di Italiani che ritengono che “all’uscita da questa crisi il nostro modello di consumo sarà diverso dal passato”. Grafico 5 Il modo di consumare «dopo la crisi» Introduzione al Marketing Sostenibile - 17 Un’indagine qualitativa di approfondimento condotta sui segmenti giovanili ed elitari ha consentito di mettere meglio in luce i tre cambiamenti prefigurati che dovrebbero delineare il profilo del nuovo modello di consumo: - la riduzione dei consumi inutili e costosi, l’eliminazione del superfluo, l’orientamento ad una maggiore sobrietà e parsimonia; - la gestione più responsabile degli oggetti (capi di abbigliamento, arredo, elettrodomestici, auto…) per farli durare più a lungo, riparandoli e superando la cultura dell’usa e getta; - l’orientamento verso prodotti e marche più sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. La crisi sembra dunque agire in due direzioni. Da una parte i consumi – nel loro complesso – stanno perdendo il loro fascino come dimensione fondativa del benessere personale e dunque un numero crescente di per- Grafico 6 I criteri importanti al momento dell’acquisto 18 - Introduzione al Marketing Sostenibile sone è alla ricerca di nuovi modelli di qualità per la propria vita, e attribuisce un valore crescente alle dimensioni non materiali (il tempo, le relazioni, l’etica, la cultura…). Dall’altra la crisi stimola la consapevolezza del senso del limite e dunque una gestione più responsabile delle risorse, nella direzione di consumi più attenti e più sobri. In questa prospettiva i prodotti – quelli utili, in grado di offrirci esperienze piacevoli e dotate di senso – dovranno sempre più rispondere a criteri di sostenibilità. Oggi questo criterio è adottato da circa un terzo dei consumatori. Secondo l’indagine GfK Eurisko-Fondazione Sodalitas del 2011 è il 34% dei consumatori a dichiarare di tenere conto “moltissimo o molto” di criteri etici, sociali e ambientali al momento dell’acquisto di un prodotto, facendo di questo il terzo criterio dopo qualità e prezzo che restano di gran lunga i due driver primari di scelta. E una percentuale analoga (33%) dichiara di non avere – nel corso dell’ultimo anno - acquistato un prodotto o una marca perché poco sostenibile dal punto di vista ambientale. Quanti sono/chi sono i consumatori attenti all’ambiente In attesa di indagini che consentano di realizzare un’accurata segmentazione tipologica dei consumatori italiani a partire da variabili relative alla sostenibilità dei propri comportamenti di acquisto e di consumo, osservando i dati attualmente disponibili si può ragionevolmente ipotizzare che i consumatori italiani possano essere distribuiti in tre distinte categorie di peso quasi equivalente. Un terzo (30-35%) di consumatori consapevoli e attivi che uniscono alla consapevolezza del problema ambientale, un elevato grado di informazione e la disponibilità ad agire per contribuire attivamente alla soluzione del problema modificando il proprio stile di vita e di consumo nella direzione di una maggiore so- stenibilità. Sono i soggetti con un più elevato grado di istruzione e di informazione, di età adulta/matura, di status socio-professionale più elevato e residenti in percentuale più elevata nelle grandi città del Nord. Una percentuale analoga può essere stimata quella dei consumatori consapevoli e passivi che riconoscono l’esistenza del problema ma poco o nulla fanno per contribuire personalmente alla sua soluzione. Sono soggetti tendenzialmente più giovani e di istruzione e status medio. Vi è poi un 30% di soggetti disinteressati e inconsapevoli. Sono in prevalenza soggetti anziani, di basso reddito e bassa istruzione, residenti in piccoli centri, in prevalenza nelle regioni meridionali. Drivers per una strategia di marketing sostenibile Da questa rapida carrellata sui principali fattori di cambiamento, si possono trarre alcuni spunti per l’impostazione di strategie di marketing finalizzate al posizionamento e alla comunicazione dei prodotti sostenibili. 1.Innanzitutto è importante notare come i consumatori si trovino oggi “in mezzo al guado”, ovvero in una fase di passaggio tra la consapevolezza della serietà della sfida ambientale e dell’urgenza di muoversi verso un nuovo modello di consumo e la difficoltà di adottare comportamenti coerenti con il proprio orientamento “teorico” alla sostenibilità. Alle aziende in questa fase spetta dunque un ruolo di stimolo e di traino all’assunzione di comportamenti pienamente coerenti con i valori e gli atteggiamenti “latenti” del consumatore. 2.E’ ragionevole prevedere che in prospettiva la sostenibilità non sarà percepita come un valore opzionale e aggiuntivo, ma come un aspetto costitutivo della qualità di un prodotto. Dunque una migliore perforIntroduzione al Marketing Sostenibile - 19 mance socio-ambientale non dovrà comportare alcuna rinuncia agli altri aspetti che concorrono a definire l’eccellenza del prodotto: la qualità dei materiali, la cura dei particolari, la durata, lo stile, il design. 3.La caratterizzazione di un prodotto in termini di sostenibilità non dovrà puntare su un solo aspetto, per quanto importante e apprezzabile, ma alla massima coerenza tra tutti gli elementi che concorrono a qualificare un prodotto come sostenibile. Questi sono ovviamente differenti in relazione alle diverse tipologie di prodotto. Ad esempio in un’auto: il tipo di alimentazione, il contenimento dei consumi, la riduzione delle emissioni, la riciclabilità delle parti, la gestione dello smaltimento alla fine del ciclo di vita. 4.Sotto il profilo delle informazioni sul prodotto - con consumatori sempre più consapevoli che è l’intero ciclo di vita a dover essere preso in considerazione per poterne stimare l’effettivo impatto sull’ambiente - la pretesa di sostenibilità per essere credibile richiederà la trasparenza di dati e di garanzie sull’intera filiera. Inoltre, a fronte del crescente orientamento a una gestione dei prodotti più attenta e della insistente richiesta di indicazioni che consentano ai consumatori di “fare bene la propria parte”, ogni prodotto sostenibile dovrà contenere “istruzioni per l’uso” capaci di favorire l’adozione di comportamenti d’uso virtuosi. 5.Sotto il profilo della strategia di comunicazione (cfr. di seguito “Comunicare la sostenibilità”), sappiamo che la desiderabilità 20 - Introduzione al Marketing Sostenibile di un prodotto deriva – oltre che dalla qualità della sua performance – dall’essere associato a uno “stile di vita” percepito come positivo e desiderabile dai consumatori. Per promuovere efficacemente i prodotti sostenibili sarà dunque opportuno rendere sempre più desiderabile uno stile di vita ispirato a principi di sostenibilità, incoraggiando il passaggio da una “sommatoria” di comportamenti positivi slegati tra loro a uno stile di vita coerentemente responsabile. 6.Le strategie di comunicazione/ persuasione dovranno fondarsi sul rafforzamento di una visione positiva del futuro e del “senso di efficacia personale”, associando dunque la sostenibilità non ad una prospettiva “pauperistica” fatta di rinunce e di sacrifici, ma ad una vita di migliore qualità dove al benessere soggettivo – derivante dalla fruizione del prodotto – si associa la soddisfazione per aver contribuito al benessere collettivo e alla salvaguardia del bene comune. 7.A questa rappresentazione positiva del futuro sostenibile sarà infine importante associare una rappresentazione altrettanto positiva del soggetto agente, sostituendo progressivamente l’immagine del “consumatore edonista”, preoccupato solo della propria gratificazione e del proprio piacere, con una nuova identità di “consumatore-cittadino responsabile”, consapevole del valore ambientale e sociale di ogni atto di consumo e dunque capace di tenere conto degli altri e dell’ambiente nelle proprie scelte di acquisto e nei propri comportamenti d’uso. L’innovazione sostenibile discende dal concetto di consumo sostenibile, consiste cioè nell’abbandonare un approccio di marketing focalizzato prevalentemente sulla soddisfazione del bisogno del consumatore con miglioramenti incrementali delle attuali modalità/soluzioni, senza tendere se necessario ad una modifica degli stili di consumo. Alla luce dei principi della creazione di valore condiviso e di prevenzione/attenuazione di possibili impatti sociali ed ambientali negativi (cfr. III Comunicazione sulla CSR), l’impresa riconosce che la sua responsabilità non si limita a quelli generati sotto il proprio diretto controllo – produzione, trasporto, fine vita - ma si estende a quelli che si possono verificare lungo tutto il ciclo di vita del prodotto/servizio. La metodologia chiave per realizzare questa trasformazione del business model e ridurre sostanzialmente gli impatti negativi prodotti è il life cycle assessment, fortemente raccomandato dalle istituzioni internazionali, che dilata gli orizzonti tradizionali del processo di creazione dei nuovi prodotti con l’introduzione di nuovi concetti come un approccio integrato all’intero ciclo di vita e alla catena di fornitura. La sostenibilità si misura come un rapporto in cui al Denominatore stanno tutti gli input utilizzati nei processi aziendali – e le relative esternalità - e al Numeratore sta il Valore generato dall’impresa - ivi inclusi i benefici arrecati ai collaboratori e alla comunità, non solo in termini economici, ma anche di sicurezza, benessere, o, in sintesi, di qualità della vita sostenibile. A questo concetto fa riferimento Unilever quando dichiara l’obiettivo strategico di raddoppio del fatturato dimezzando gli impatti ambientali entro il 2050. Così come fa Henkel quando si propone entro il 2030 di triplicare la propria efficienza sostenibile (v. sopra), aumentando di tre volte il rapporto tra valore ottenuto e impronta ecologica. CAPITOLO III L’INNOVAZIONE SOSTENIBILE DEL PRODOTTO/ SERVIZIO Alla base dell’estensione di tale analisi al di fuori del perimetro della catena del valore in senso stretto, per abbracciare l’intero ciclo di vita del prodotto/servizio “dalla culla alla Introduzione al Marketing Sostenibile - 21 tomba” (o, se il riciclo lo consente, “dalla culla alla culla”), c’è la consapevolezza, irrobustita dalle verifiche empiriche, che gran parte degli impatti non si verificano tanto nel ciclo di approvvigionamento – trasformazione - distribuzione dei prodotti, quanto nelle successive fasi di consumo e gestione delle scorie. Ad esempio Unilever ha condotto un’analisi dettagliata sul ciclo di vita di 1600 prodotti in 14 paesi (pari al 70% delle vendite totali del gruppo) scoprendo che, se 100 è l’impatto ambientale totale del ciclo di vita di questi prodotti, circa il 26% si produce nella fase di approvvigionamento delle materie prime, solo il 3% nella fase manifatturiera in senso stretto, il 2% nella logistica e ben il 68% dell’impatto si produce nella fase di consumo, a cui si aggiunge l’1% nella gestione dei rifiuti. I valori di impatto variano notevolmente da prodotto a prodotto, come conferma uno studio analogo svolto da Procter & Gamble (cfr. box sotto) e confermano la necessità di procedere analiticamente caso per caso prima di intraprendere azioni che implicano investimenti. Sustainability of products. What it’s all about? messo a punto da Cefic Già nel 2002 P&G condusse i LCAs di tutti i suoi principali prodotti, per costruire un profilo energetico completo del gruppo, scoprendo che il maggior consumo di energia (e le emissioni di CO2 più alte) erano associate col bucato a caldo. Di qui la spinta alla R&D di puntare su detersivi innovativi per bucati a freddo e la scelta di promuovere il lavaggio a freddo tra i consumatori. Oggi tale orientamento è condiviso dai maggiori produttori di detersivi. 22 - Introduzione al Marketing Sostenibile Sforzi analoghi sono documentati nei Rapporti di Sostenibilità di Coca Cola, di Henkel, di Nestlè, di Pirelli e di molte altre imprese che condividono l’impegno per la sostenibilità. La valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment - LCA) è un metodo oggettivo di valutazione e quantificazione dei carichi energetici ed ambientali e degli impatti potenziali associati ad un prodotto/ processo/attività lungo l’intero ciclo di vita, dall’acquisizione delle materie prime al fine vita. I risultati che fornisce sono utilizzati nel miglioramento dei processi, nel sostegno a politiche definite e per garantire una base adeguata per decisioni in- formate. Orientata al passato per la raccolta delle informazioni l’LCA può supportare con simulazioni accurate una visione dei possibili impatti futuri di possibili decisioni sulla modifica dei processi in atto. L’esempio visto sopra riguardante P&G indica chiaramente a cosa serve sottoporre i propri prodotti a un processo di LCA: orientare l’innovazione e identificare le priorità per l’azione di marketing di tale innovazione. A conclusione del capitolo viene proposta una traccia sintetica dei passi necessari per mettere a punto un piano d’azione per l’innovazione sostenibile. Il Life Cycle Assessment in pratica Le procedure di gestione dell’LCA fanno parte dello Standard di gestione ambientale ISO 14040 e ISO 14044 del 2006. Secondo questo standard un LCA si svolge nelle fasi seguenti: 1. Definizione di obiettivi e ambiti: in questa fase vengono definiti obiettivi e ambiti della valutazione in coerenza con l’applicazione che se ne intende fare; vengono anche definiti dettagli essenziali su responsabilità, ambito, destinatari e altri vincoli. Nell’esempio di Unilever riportato di seguito la misurazione riguarda le emissioni dei 6 gas previsti dal Protocollo di Kioto: Introduzione al Marketing Sostenibile - 23 2. Inventario del ciclo di vita: questa fase implica la creazione di un inventario dei flussi di un sistema di prodotto da e verso la natura, comprendendo acqua, energia e materie prime, emissioni in aria, terra e acqua. Per svilupparlo si elabora un modello basato su un diagramma di flusso che comprende le attività da valutare nella catena di approvvigionamento e fornisce un quadro chiaro dei limiti tecnici del sistema. I dati di flusso in e out necessari a costruire il modello sono raccolti per tutte le attività comprese nel perimetro del sistema, inclusa la catena di fornitura. Questo aspetto può portare a difficoltà di reperimento e rendere necessarie delle stime attraverso fonti secondarie; 3. Valutazione dell’impatto del ciclo di vita: è una fase che richiede un lavoro di: • selezione accurata delle diverse categorie di impatto, dei relativi indicatori e modelli caratteristici; • classificazione dei parametri inventariati in specifiche categorie di impatto; • misurazione degli impatti scegliendo metodologie adeguate a rendere i risultati comparabili e sommabili (p.es. normalizzazione, aggregazione, ponderazione, …); 4. Interpretazione dei risultati: l’interpretazione di un LCA è una tecnica sistematica per identificare, quantificare, verificare e valutare le informazioni risultanti dalle fasi 2 (inventario) e/o 3 (valutazione dell’impatto), elaborandone una sintesi complessiva. L’esito finale della fase di interpretazione è un sommario che include l’identificazione di problemi significativi, la valutazione dello studio quanto a completezza, sensibilità e consistenza, conclusioni, limitazioni e raccomandazioni. La qualità dei dati raccolti, l’accuratezza, la completezza e la significatività dei risultati che reggono le conclusioni, soprattutto per quei risultati da cui si possono trarre conclusioni delicate e ricche di implicazioni, sono l’aspetto principale di tutta la valutazione. Ne possono infatti condizionare la comparabilità interna tra prodotti con risultati di qualità diversa o con altri studi esterni, nonché la diffusione pubblica. Vari sistemi di misurazione del footprint dei prodotti lungo tutto il ciclo di vita sono stati sviluppati recentemente, o sono in corso di definizione. Per quanto riguarda il carbon management (CO2), World Business Council on Sustainable Development e World Resource Institute stanno mettendo a punto un metodo standard di misurazione del footprint di famiglie di prodotti lungo il ciclo di vita e l’inglese Carbon 24 - Introduzione al Marketing Sostenibile Trust ha sviluppato una metodologia per valutare nei prodotti di consumo il loro “embedded carbon”. Inoltre, come anticipato, l’aggiornamento del Piano di Azione per Consumi e Produzione Sostenibile della Commissione Europea intende puntare sulla collaborazione con le imprese per definire una metodologia armonizzata basata sul ciclo di vita per calcolare l’environmental footprint dei prodotti. L’OECD propone con il suo Sustainable Manufacturing Toolkit un Web portal (www.oecd.org/innovation/ green/toolkit) studiato per supportare chi si voglia cimentare con la valutazione degli impatti ambientali ad accedere alle tecniche di selezione di cosa misurare, come misurarlo e che uso fare delle misure. Una Start-up Guide piuttosto dettagliata introduce al toolkit, che mette a disposizione un set di indicatori condivisi interna- zionalmente utili per valutare la performance ambientale e individuare percorsi di miglioramento. Completo e ricco di esempi sulle pratiche di LCA è anche il manuale introduttivo Sustainability of products. What it’s all about? messo a punto da Cefic, il Consiglio Europeo delle Industrie Chimiche (vedi www. cefic.org). Collaborazione con gli stakeholder A un LCA rigoroso dovrebbe seguire un coerente piano d’azione, con modifiche anche sostanziali all’attuale business model. Nell’approccio raccomandato da Unilever e Coca Cola agli altri produttori di beni di consumo su come affrontare il cambiamento climatico (A manager’s guide: Moving fast to a cleaner climate), condivisione e collaborazione, innanzitutto con gli stakeholders, vengono indicate come fattori critici di successo ed esaminati in una sequenza sintetica: 1. ENGAGE (interno): Il punto di partenza è l’esigenza di ottenere il supporto del vertice aziendale e di tutte le funzioni coinvolte ai cambiamenti proposti nel modus operandi, evidenziando il loro contributo al miglioramento della performance. 2. FILIERA: La comprensione della value chain potrà aiutare a sviluppare sinergie a monte con i fornitori della filiera e a valle con la distribuzione. 3. PARTNER: Un’altra decisione importante, una volta definiti obiettivi e piani di azione, è se procedere da soli o in collaborazione (go alone or go together). Forme di condivisione orizzontale, ad esempio partnership su iniziative specifiche con altri produttori del settore e la distribuzione, possono essere consigliabili per affrontare insieme con una scala più adeguata e più tempestività sfide ambientali troppo grandi per una singola impresa. Dialogo aperto Un altro aspetto distintivo dell’innovazione sostenibile, specialmente se confrontata con quella realizzata prevalentemente nel chiuso dei laboratori aziendali, è il sempre più diffuso ricorso al modello dell’open innovation, con un forte coinvolgimento di altri stakeholder nel co-create solutions mettendo anche a frutto le nuove opportunità offerte dal web. Introduzione al Marketing Sostenibile - 25 Un esempio interessante è l’Open Planet Ideas Project di Sony, lanciato nel settembre 2010 con l’obiettivo di coinvolgere un ampio spettro di soggetti (addetti, ricercatori, studenti e consumatori in genere) via web per suggerire idee su come utilizzare la tecnologia Sony per affrontare un problema ambientale. Il successo dell’iniziativa è testimoniato dai 200.000 partecipanti di 199 paesi che hanno prodotto 400 concetti, tra i quali è stato premiato GREENBOOK, un’applicazione al servizio del volontariato volta a facilitare la partecipazione di attori del territorio a iniziative locali, usando tecnologie di geo-localizzazione e gaming. Altre iniziative di dialogo aperto con esperti e consumatori sono state lan- ciate da Henkel (in Italia la piattaforma Innovazione Sostenibile), e Unilever (Open Innovation Space e Sustainable Living Lab). Anche la Guida al Marketing Sostenibile Influencing Consumer Behaviour di Business in the Community-BitC, nel capitolo dedicato al Perché influenzare i consumatori a essere più sostenibili?, sottolinea tra i possibili vantaggi di un approccio coinvolgente verso i consumatori non solo l’approfondimento di conoscenza reciproca tra cittadino/consumatore e impresa e la crescita in consapevolezza e competenza dei consumatori, ma anche l’aumento della capacità di generare innovazione sostenibile e, attraverso questa, vantaggio competitivo. Costruire un piano d’azione dopo aver completato le LCA (Unilever) 1. Rivedere i business plans per contenere gli impatti ambientali Mappare le iniziative correnti (innovazione, cambiamenti nel mix di prodotti o nei piani di approvvigionamento) che produrranno aumenti o diminuzioni nelle emissioni, in modo da evidenziare gli sforzi ulteriori necessari per raggiungere gli obiettivi stabiliti. 2. Adeguare il piano alle situazioni specifiche I detersivi per bucato di Unilever sono commercializzati in vari mercati di tutto il mondo. Avendo stabilito che, per questa categoria di prodotti, è l’uso da parte dei consumatori a produrre il più grande impatto, occorre tener conto di possibili diversità di comportamento dei consumatori nei vari mercati. 3. Tener conto delle tendenze future I passi della misurazione e della definizione delle priorità danno una fotografia istantanea degli impatti attuali della catena del valore aziendale, ma non tengono conto di eventuali cambiamenti futuri. Per es.: oggi l’impatto ecologico dei detersivi da bucato in India è basso, ma potrebbe crescere considerevolmente con l’incremento della penetrazione delle lavatrici. Anche variazioni nel prezzo dei certificati .. carbon price, nei regolamenti governativi e nella disponibilità di materie prime potrebbero avere una profonda influenza sulle operazioni aziendali, di cui bisognerà cercare di tenere conto nei piani di azione. 4. Sviluppare soluzioni Focalizzare l’azione nelle aree prioritarie. Le soluzioni mirate potrebbero includere l’innovazione di prodotto - utilizzando materiali diversi, cambiando fornitori, modificando i processi produttivi, - o il varo di programmi tesi a cambiare i comportamenti di consumo. Al limite potrebbero includere un cambiamento nel modello di business. 5. Stabilire un ordine di priorità delle soluzioni in base a: - impatto potenziale di ogni soluzione - livello di sforzo richiesto per l’attuazione - livello di fattibilità per voi e per i vostri partner - grado di rilevanza per l’azienda, i suoi consumatori e stakeholder. 6. Accelerare la realizzazione e ampliare la scala Esaminare cosa si può fare per realizzare il piano in modo accelerato e su scala più ampia. 26 - Introduzione al Marketing Sostenibile La prospettiva del produttore. Comunicare efficacemente la Sostenibilità Quando un’impresa si impegna nel marketing sostenibile, questo impegno si deve riflettere nei contenuti, nel tono e nelle modalità della sua comunicazione. Nel nuovo scenario strategico delineato nella prima parte, sotto il profilo della comunicazione le imprese devono tener conto di 3 svolte che hanno segnato e trasformato profondamente il contesto: • l’aggiunta del livello corporate alla comunicazione sulla sostenibilità, • la richiesta di un salto di qualità nella trasparenza verso i consumatori, con il superamento delle pratiche di greenwashing e un loro più forte coinvolgimento, • l’emergere di nuovi canali/modalità per comunicare efficacemente e credibilmente la sostenibilità. CAPITOLO IV LA COMUNICAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ La comunicazione corporate della Sostenibilità: un potente strumento reputazionale Le credenziali di sostenibilità si costruiscono molto più efficacemente a livello d’insieme, perché la comunicazione corporate, a differenza di quella commerciale – che riguarda i brand dei singoli prodotti ed è rivolta prevalentemente ai clienti dell’azienda - ha come suoi destinatari tutti gli stakeholder, sia interni che esterni, ponendo al centro del messaggio l’identità dell’organizzazione, i suoi valori, la sua mission, i suoi progetti riferiti all’impresa nella sua interezza. Per questo la comunicazione corporate o istituzionale ha come obiettivo di affermare e far conoscere il “posizionamento” dell’impresa, è capace di influenzare gli atteggiamenti dei pubblici di riferimento per creare consenso sugli obiettivi aziendali, e spesso diventa addirittura l’occasione per far prendere all’impresa scelte strategiche che altrimenti non sarebbero state nè fatte, né comunicate. La comunicazione istituzionale non può quindi essere un’attività di breve periodo o tattica, ma può raggiungere risultati significativi solo se program- mata per un periodo di tempo lungo che va al di là dell’orizzonte annuale dei budget pubblicitari. Questo tipo di comunicazione ha bisogno di un diverso ‘respiro’ e richiede modalità e cadenze di svolgimento sue proprie. Idealmente un’impresa che volesse comunicare la sostenibilità come elemento essenziale della propria identità, per ottenere il massimo impatto possibile dovrebbe poter lavorare su due livelli paralleli. Da una parte una comunicazione corporate, rivolta sia ai pubblici interni sia a quelli esterni , che faccia da ‘cornice’ ideale. Rafforzata da messaggi commerciali più diretti e specifici, che invece mettano in risalto come i singoli prodotti/ servizi siano l’espressione concreta dell’impegno sostenibile assunto dall’azienda. Tutto questo diventa ancora più importante nell’era digitale. Oggi i consumatori e gli altri stakeholder dell’impresa pretendono una maggiore trasparenza e vogliono conoscere più a fondo cosa c’è dietro il nome del produttore e dei prodotti: Introduzione al Marketing Sostenibile - 27 vogliono essere informati non solo su cosa viene offerto, ma anche su quali sono i principi e le regole che ispirano l’attività dell’organizzazione (vision, engagement). Da qui la necessità di costruire una forte corporate reputation: non c’è dubbio che se qualcuno ha fiducia in un’impresa, ne percepisce più positivamente le proposte commerciali, acquista più facilmente i suoi prodotti ed è più disposto a pagare un premium price, se richiesto. Inoltre un’impresa può più facilmente superare un incidente di percorso o da una notizia negativa, se la sua reputazione è elevata. Costruire e mantenere nel tempo la reputazione dell’impresa è un compito arduo e complesso che, oltre a iniziative di PR e di comunicazione, coinvolge tutte le aree dell’organizzazione. La reputazione è il risultato di tutto quello che ogni giorno l’impresa fa e di come lo fa. E’ il risultato dell’impegno di sette giorni alla settimana, 24 ore al giorno. Tutti i dipendenti, e non solo le funzioni direttamente coinvolte a livello strategico – dai semplici impiegati alla forza vendite - devono essere al corrente degli obiettivi della campagna, e comportarsi coerentemente nei loro contatti con i vari stakeholder di riferimento. L’importanza della reputazione aziendale non può essere misurata in termini solo economici, perché è il risultato di tutta una serie di fattori che non sempre sono espressione o sono collegati direttamente con la performance finanziaria, ma questa rappresenta senza dubbio il più importante valore immateriale per l’impresa. E deve essere difesa ad ogni costo. Diverse imprese leader globali hanno lanciato delle grandi campagne di corporate reputation: Unilever Sustainable Living Plan, P&G Proud Sponsors of Mums, General Electric Ecomagination, Honda The Power of Dreams, Nike Better World. Uno dei primi esempi è la campagna The Power of Dreams di Honda, che posiziona la marca come impresa leader nell’innovazione. Lanciata agli inizi degli anni 90, ancora oggi costituisce una parte fondamentale dell’identity dell’azienda. E’ possibile visionare il filmato su dreams.honda.com Più recentemente P&G ha lanciato prima negli USA e poi in Europa una campagna istituzionale – Proud Sponsors of Mums - rivolta al suo target di elezione: le mamme, riconoscendo il loro ruolo e ringraziandole per l’impegno con il quale svolgono la loro attività all’interno della famiglia, definito “il lavoro più duro del mondo”. E’ una svolta storica per un’azienda che ha sempre fatto del brand dei singoli prodotti il centro strategico di tutti gli investimenti in marketing e comunicazione. Anche in Italia, durante gli spot promozionali andati in onda durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo e poi in occasione dei Giochi Olimpici di Londra, la P&G ha privilegiato per la prima volta un approccio corporate rivolto proprio alle mamme. Parallelamente da poco finalmente i consumatori si accorgono che c’è la P&G dietro brand come Gillette, Braun, Oral-B, Dash, Pantene, Olay, Pringles, Tampax, Ariel, Duracell, ecc. in uno sforzo di sfruttare i valori corporate dell’azienda anche per prodotti non tradizionalmente ad essa collegati. Il materiale della campagna è visionabile su pgproudsponsorofmums.co.uk 28 - Introduzione al Marketing Sostenibile Unilever Sustainable Living Plan (obiettivi: raddoppiare il fatturato e dimezzare l’impatto ambientale). In Italia per il momento Unilever presenta il corporate brand come sigla finale di tutte le comunicazioni, non solo per i marchi storici (Dove, Algida, Svelto, Calvè, Coccolino, Mentadent, Lipton, Tè Ati, ecc..), ma anche per quelli che tradizionalmente non facevano parte del proprio portafoglio prodotti. Confronta: unilever.it GE Ecomagination. Nel 2005 il CEO Jeff Immelt ha lanciato questa iniziativa che, enfatizzando l’impegno a investire nell’innovazione di prodotti & servizi con minor impatto ecologico, costituisce un prioritario veicolo strategico di crescita e di posizionamento come leader globale nelle tecnologie pulite. Ambiziosi gli obiettivi enunciati: raddoppio degli investimenti e del fatturato nelle linee di prodotto ecosostenibili, riduzione entro il 2012 delle emissioni GHG dell’1% sotto il livello 2004 malgrado la crescita. La campagna - accompagnata da piccole modifiche a logo/livery di GE e dall’introduzione del marchio ecomagination riservato al portafoglio di 140 prodotti (dalle turbine agli elettrodomestici) con misurabili vantaggi di performance ambientale - non può essere fraintesa come un intervento prevalentemente cosmetico di immagine, in quanto ha rappresentato una svolta profonda nel modo in cui vengono gestite le operazioni del gruppo: puntando sullo sviluppo di una famiglia differenziata di tecniche di environmental life-cycle mamagement per meglio focalizzare gli investimenti, aprendosi a open innovation dialogue e partenerships (es. Challenge collaborando con venture capitalists e investendo $130 milioni in 22 start-up innovative), coinvolgendo il personale, certificando LEED 10 insediamenti chiave, aumentando gli investimenti in energie rinnovabili fino al 30% del portafoglio di GE Energy Financial Services…. L’ecomagination Report 2011 rendiconta gli importanti progressi realizzati: riduzione normalizzata del 19% rispetto al 2004 nell’uso di energia, del 32% nell’intensità energetica (energia/fatturato), del 29% nell’emissione di gas GHG, del 35% nei consumi di acqua di falda, aumento del 29% del fatturato di questa linea prodotti a $21 miliardi con il più alto tasso di crescita del gruppo. Inoltre, secondo Interbrand, ecomagination ha contribuito sostanzialmente all’aumento del 17% nella brand equity di GE rispetto al 2005. Introduzione al Marketing Sostenibile - 29 La costruzione di una solida reputazione di impresa sostenibile, un valore immateriale di particolare importanza, si ottiene solo con una comunicazione che rispetti alcune regole fondamentali. Soprattutto oggi che, a differenza del passato, errori, mezze verità o incidenti di percorso non passano più inosservati sotto l’occhio attento – e critico – dei tanti consumatori che oggi formano le loro opinioni di acquisto sul web e possono avere un impatto dirompente sul business aziendale. Coerenza Comunicare la sostenibilità per un’impresa responsabile non è un’operazione tattica, promozionale o di breve durata, ma un progetto importante e multitasking, di lungo periodo, che deve essere coerente con la strategia aziendale e coinvolgere tutte le funzioni dentro e fuori dell’impresa. Onestà La comunicazione sostenibile deve essere veritiera, accurata e documentabile. Deve essere rilevante per le caratteristiche del prodotto/servizio offerto e non ingenerare confusione nella mente del consumatore per quanto riguarda l’impatto ambientale. Deve essere chiara e puntuale sui benefici ambientali promessi evitando il rischio di overpromise. Misurabilità Oggigiorno qualsiasi tipo di attività aziendale deve essere misurabile, ma questo vale in modo ancora maggiore per la comunicazione della sostenibilità. La comunicazione sostenibile infatti si propone non solo di ‘vendere’ un prodotto o un servizio, ma di ottenere un impatto positivo per la sostenibilità del pianeta. E questo aspetto, per essere comunicato, non può che essere misurato. E per misurarlo bisogna stabilire dei criteri e degli obiettivi. Trasparenza verso i consumatori e rifiuto del greenwashing La mancanza di informazioni affidabili (cfr grafico 3 pag. 14 Chi deve contribuire alla sostenibilità ambientale) per effettuare scelte consapevoli di acquisto è una delle lamentele più ricorrenti dei consumatori. Comunque non si tratta solo di un problema di completezza, ma anche di come le informazioni sui prodotti e servizi vengono presentate, spesso facendo supporre benefici maggiori di quelli che effettivamente siano in grado di mantenere. La diffusa tentazione di dare una superficiale mano di verde - greenwashing – all’offerta aziendale costituisce una seria distorsione e da tempo ha provocato vibrate proteste e decise reazioni da parte delle istituzioni e 30 - Introduzione al Marketing Sostenibile delle associazioni di consumatori. Il problema è così serio che occorre andare oltre i codici di autodisciplina e i loro limiti. Green Marketing Guidelines sono state emesse negli USA da Federal Trade Commission-FTC e in Inghilterra da DEFRA (claim veritiero, accurato, dimostrabile, pertinente, chiaro, esplicito nei simboli, espresso in linguaggio semplice e allineato con le definizioni dello standard ISO 14021). Nella III Comunicazione della Commissione Europea sulla CSR viene evidenziato come l’esagerazione delle proprie credenziali di sostenibilità rappresenti, insieme a comportamenti irresponsabili da parte di alcune aziende, una tra le princi- pali ragioni di mancanza di fiducia nelle imprese da parte dei cittadini. E, di conseguenza, nella Agenda for Action 2011-2014 è previsto entro quest’anno l’aggiornamento della Direttiva Unfair Business-toConsumer Commercial Practices con misure specifiche volte a contrastare un marketing fuorviante relativo agli impatti ambientali dei prodotti. L’esperienza e l’attenzione che il web dedica sempre di più a comportamenti poco corretti come il greenwashing, possono trasformare questi tentativi maldestri in un vero e proprio boomerang per la reputazione aziendale, con un grave rischio economico per l’azienda. Nuovi canali per comunicare la Sostenibilità Le sfide della corporate communication hanno trovato un potente supporto nelle nuove potenzialità offerte dal web, avendo a disposizione degli inediti ma potenti strumenti di comunicazione. Questo grafico, dal Nielsen Global Online Consumer Survey condotto su più di 25.000 utenti di Internet in 50 Paesi, presenta una nuova gerarchia del livello di fiducia nelle varie forme di advertising. Una conferma non sorprendente è il fatto che il 90% dei consumatori intervistati da Nielsen dichiarino di fidarsi delle raccomandazioni di persone conosciute. Ma subito a ridosso troviamo con il 70% fonti espressione del web, come le opinioni di consumatori posted on line e i Brand websites dedicati in modo crescente alla sostenibilità. Seguono poi i media tradizionali, stampa, TV, ecc….. Introduzione al Marketing Sostenibile - 31 In un mondo sempre più globalizzato, le imprese non possono ignorare strumenti così efficaci di comunicazione come i social media, un potente motore di crescita. Non solo perché raggiungono un numero stupefacente di possibili consumatori: le cifre più recenti parlano di 1 miliardo di utenti per Facebook (su 7 miliardi di abitanti del pianeta inclusi i bambini in fasce e gli anziani) e 500 milioni per Twitter, anche se sono solo numeri provvisori, perchè crescono con una rapidità esponenziale a cui è impossibile stare dietro. Ma anche perché Facebook è la più potente piattaforma per il social marketing, dove le raccomandazioni per gli acquisti hanno la capacità persuasiva del consiglio di un amico o di un conoscente con il quale si condividono un forte clima di rispetto e fiducia. Proprio il tipo di raccomandazione che può condizionare le scelte di acquisto molto di più che gli spot della pubblicità tradizionale. Un’ulteriore applicazione allo stato nascente dei social network sites è il social commerce (s-commerce), l’acquisto di beni e servizi attraverso questo canale. Un recente studio dei consulenti Booz & Co proietta una forte crescita, indicando che nel 2015 saranno venduti negli USA prodotti per 30 miliardi di dollari, 6 volte i 5 miliardi del 2010. Pionieri del marketing come Procter & Gamble stanno sperimentando proattivamente queste potenzialità, collegando esplicitamente le campagne pubblicitarie a Facebook e aprendo un virtual shop per il social commerce. La crescente focalizzazione su digitizing and socializing brands è messa in evidenza da una ricerca 2011 di Booz & Co realizzata presso 117 imprese leader con interviste ai responsabili marketing e media: il 95% pianifica di investire di più nei social media, il 78% ritiene che essi aumentino l’efficacia del loro marketing, il 60% li considera la loro priorità numero 1, infine per il 40% il rafforzamento dei social media è sull’agenda del CEO. L’etichettatura dei prodotti come strumento per comunicare la Sostenibilità Per i consumatori fonte primaria sulla sostenibilità sociale e ambientale dei prodotti sono le informazioni contenute sulle etichette, relativamente a composizione, origine e tracciabilità della catena di fornitura, modalità d’uso e performance ambientale dei prodotti. La materia è delicata e complessa, la grande quantità di simboli e la loro proliferazione non sempre aiutano i consumatori ad orientarsi correttamente. Secondo Ecolabel Index queste etichettature (o trust-mark, 32 - Introduzione al Marketing Sostenibile certificazioni verificate da terze parti), apparse 30 anni fa in Germania, sono ora diventate un universo complesso di 377 eco-labels in 25 settori industriali e 214 paesi. Grande la varietà di ambiti territoriali coperti (Unione Europea o Stati membri, come per la Germania “Blue Angel” e l’Italia il “100% energia verde” o “AIAB bio-ecologico” …..). Diversa anche la natura dello standard, per iniziativa governativa (EU Ecolabel per 28 categorie di prodotti, EU Energy Efficiency, negli USA LEED per gli edifici…), di settore industriale (“AISE sustainable clearing” per i detergenti, “ECMA TR/70” per i computer, “Apparel Index” per l’abbigliamento…), di movimenti ambientalisti o di difesa diritti umani (Rainforest Alliance Certificate, Fairtrade……). La missione di una eco-label è comunicare sul punto di vendita una storia credibile su quanto accade nel resto della catena di fornitura. Le funzioni svolte sono 3: fornire a consumatori e stakeholder una garanzia credibile di sostenibilità, influenzare attraverso standard volontari il miglioramento della performance sociale e ambientale lungo la catena di fornitura, orientare le decisioni di acquisto e i cambiamenti di comportamento comunicando ai consumatori la performance di sostenibilità. caso dei beni durevoli e semi durevoli come gli elettrodomestici, l’etichetta di efficienza energetica – prevista dalla legge –, indicando in modo chiaro il consumo degli apparecchi, è stata uno dei più importanti fattori nell’ orientare le scelte dei consumatori verso prodotti di classe A, A+, e A++ e contribuire in tal modo al risparmio energetico. Le eco-label hanno generato diverse conseguenze positive: aumentando consapevolezza e attese dei consumatori, fornendo credibili piattaforme di comunicazione, creando comuni linguaggi e schemi di riferimento per la sostenibilità, stimolando opportunità di collaborazione, ma soprattutto migliorando gli impatti ambientali e sociali. Ad esempio, nel Ma le lamentele dei consumatori, evidenziate dalle ricerche, relativamente alla carenza di “informazioni per poter fare di più nei confronti del cambiamento climatico”, a volte si appuntano specificamente sulla confusione ingenerata da una pletora di etichette (ad esempio nel settore alimentare: fairtrade, etico, biologico….). Attualmente è in corso un processo di ripensamento e rivalutazione strategica all’interno di questo universo, Introduzione al Marketing Sostenibile - 33 rivedendo aree di criticità come: la mancanza di monitoraggio degli impatti da parte della maggioranza degli eco-label, utilizzo di tipo e quantità di dati realmente adatti ai diversi settori, adeguatezza degli standard sottostanti, insufficiente confrontabilità e significatività delle informazioni, fiducia effettiva generata da alcune. Alla luce di queste considerazioni emerge da un lato l’esigenza di pro- cedere con molta cautela nella decisione di quali etichette non obbligatorie adottare. Dall’altra l’importanza di sfruttare al pieno le loro potenzialità nell’applicazione pratica, non limitandosi a rispettare semplicemente le diciture di legge, ma utilizzando l’etichetta come un veicolo molto potente di comunicazione dell’impegno di sostenibilità dell’impresa per portare avanti al meglio la propria scelta sostenibile. Un caso emblematico è quello di Barilla che non si limita a dire come usare i propri prodotti ma esprime in modo molto chiaro come fare la raccolta differenziata delle varie componenti riciclabili del packaging (carta,vetro, plastica), e, per le parti non riciclabili, indica che ‘per il momento’ quella parte deve essere conferita nella raccolta indifferenziata. Possibili forme alternative di comunicazione sul punto di vendita sono le tecnologie di telefonia mobile e tagging, che pongono nelle mani dei consumatori informazioni di sostenibilità sotto forma di iPhone e text messaging (Fairtrade Foundation sta testando delle connessioni dirette tra 34 - Introduzione al Marketing Sostenibile produttori e consumatori via SMS e video). Sempre nell’ICT, IBM sta portando sul mercato delle soluzioni software che visualizzano le catene di fornitura e aumentano la tracciabilità in caso di crisi di sicurezza alimentare. La prospettiva dei consumatori Simmetricamente, a fronte dell’esigenza dei produttori di comunicare la sostenibilità per influenzare a proprio favore la propensione e le preferenze dei clienti, si pone quella dei consumatori di acquisire informazioni affidabili sulla performance ambientale e sociale dei prodotti/servizi, in modo da poter compiere scelte di acquisto consapevoli e responsabili. I quesiti chiave sono allora: a che fonte degna di fiducia rivolgersi? A quali criteri affidarsi per valutare i claims dei produttori e non cadere vittima del greenwashing? Come calcolare il trade-off effettivo tra vari stili di consumo? In termini di fiducia si posizionano bene i test comparativi e gli studi specializzati condotti da autorevoli istituti/esperti terzi (es JD Power per le automobili …) e diffusi da media specializzati e istanze di rappresentanza. E, naturalmente al vertice, la raccomandazione di una persona fidata, che ha avuto un’esperienza diretta di utilizzo. Ma è in questo ambito che si è aperta una nuova prospettiva rivoluzionaria, dilatando a dismisura la potenza della raccomandazione, prima frammentata e limitata ad un numero ristretto di consumatori da meccanismi di comunicazione prevalentemente dapersona- a- persona. Gli strumenti del social networking (come Twitter) consentono ora ai consumatori che hanno provato il prodotto/servizio di postare sul web i loro commenti, innescando processi estesi di peerreview. I social network rappresentano oggi una nuova piazza virtuale dove si scambiano opinioni e suggerimenti, che sono capaci di coinvolgere grandissimi numeri di individui e di influenzare – in positivo o in negativo- milioni di decisioni di acquisto. Un’altra importante conseguenza della rivoluzione generata dal web è la trasformazione dei modelli di flusso di informazioni, da uno eminentemente mono-direzionale, dal produttore al consumatore, ad uno sostanzialmente bi-direzionale. Questo empowerment di fatto dei consumatori ha fatto crescere in parallelo anche il loro livello di aspirazione. Potendo far sentire e valere la propria voce, con l’incoraggiamento dei produttori stessi, essi sono pienamente legittimati a diventare parte attiva nel dibattito sulla evoluzione verso consumi sostenibili. Introduzione al Marketing Sostenibile - 35 36 - Introduzione al Marketing Sostenibile APPROFONDIMENTI CASE HISTORY Seguono le soluzioni di marketing sostenibile presentate da alcune delle imprese aderenti a Fondazione Sodalitas che hanno contribuito a realizzare questa pubblicazione. ABB - Life Cycle Assessment www.abb.it settore: Energia e automazione ABB è una delle prime aziende al mondo ad aver adottato in modo strutturato un approccio di Life Cycle Assessment integrando la sostenibilità ambientale nello sviluppo di ogni gamma di prodotto. L’azienda è stata anche tra le prime al mondo ad informare in modo sistematico, tramite l’Environmental Product Declaration (EPD), i propri clienti in modo chiaro, trasparente e scientificamente basato sulle prestazioni ambientali dei prodotti offerti. Disponendo di informazioni sull’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita (dalla produzione delle materie prime al riciclo), ogni cliente può così valutare appieno il vantaggio di una soluzione tecnologica nei confronti di un’altra nello sviluppo dei propri sistemi/ soluzioni, minimizzando l’impatto anche nella fase di esercizio, spesso la più rilevante per i prodotti che consumano energia. Oggi l’azienda comunica la propria sostenibilità ambientale in particolare attraverso iniziative come l’Energy Efficiency Award, la pubblicazione del recente rapporto “Smart Cities in Italia: un’opportunità nello spirito del Rinascimento per una nuova qualità della vita” e la realizzazione del Forum Mobility Management Milano Metropoli (Forum 4M) tra i Mobility Manager dell’area milanese, finalizzato a scambiare esperienze e idee per la mobilità sostenibile. ALTRAN ITALIA – Marchio italiano di qualità ambientale per il Distretto del Mobile Livenza www.altran.it settore: Consulenza Il Distretto del Mobile Livenza, con il supporto tecnico di Altran Italia, ha ottenuto il riconoscimento del “marchio italiano di qualità ambientale” per il Settore Legno-Arredo, nell’ambito di un progetto sperimentale del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dello Sviluppo Economico per sviluppare un modello di consumo e produzione sostenibile. L’impostazione del disciplinare redatto da Altran Italia è replicabile anche in altri settori – che caratterizzano il tessuto produttivo italiano – per i quali sarà necessario realizzare studi di LCA specifici per la tipologia di settore e prodotto interessato. In questo modo sarà possibile attuare una politica diffusa di produzione e consumo sostenibile e al tempo stesso di valorizzazione dei prodotti interessati nonché di promozione dell’immagine delle aziende coinvolte (e dei rispettivi cluster o filiere di appartenenza). 38 - Introduzione al Marketing Sostenibile CASE HISTORY ARTONI - Artoni Moving Green www.artoni.com settore: Trasporti Il programma “Artoni Moving Green” consente l’ottimizzazione dei trasporti e il consolidamento delle merce, nonché il monitoraggio della carbon footprint secondo gli standard internazionali, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale derivante dalle emissioni dirette e indirette di Artoni. Il programma è integrato dall’obiettivo di incrementare l’eco-sostenibilità di nove filiali dell’azienda che, divenute energeticamente autosufficienti, producono energia rinnovabile pari al 75% del fabbisogno. BANCA POPOLARE DI MILANO Fondo Nasko per mamme in difficoltà www.bpm.it settore: Bancario In linea con la propria mission di “banca di riferimento sul territorio per lo sviluppo di famiglie e imprese” Banca Popolare di Milano è vicina ai clienti a basso reddito o in situazione di disagio sociale con un’offerta mirata e l’adesione a progetti promossi dalle istituzioni. Dal 2010 BPM collabora con Regione Lombardia per la gestione del Fondo Nasko. Il Fondo, con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro, oggi arrivata ad oltre 14, permette alle mamme in difficoltà residenti in Lombardia di ricevere un aiuto economico (250 euro al mese per 18 mesi), per affrontare e portare a termine la propria gravidanza. La distribuzione dei contributi avviene tramite la carta prepagata Je@ns, messa a disposizione gratuitamente da Banca Popolare di Milano. In due anni, hanno beneficiato del Fondo Nasko oltre 2.300 mamme. Per la sua valenza sociale a favore della comunità l’iniziativa ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale, tra i quali il “Premio Nazionale per l’Innovazione” consegnato dal Presidente della Repubblica Italiana. Introduzione al Marketing Sostenibile - 39 BUREAU VERITAS ITALIA www.bureauveritas.it settore: Certificazione Bureau Veritas Italia presenta 1 caso di marketing sostenibile realizzato da un’azienda propria cliente. ACQUA MINERALE SAN BENEDETTO SPA www.sanbenedetto.it Nell’ambito di un accordo volontario sottoscritto nel 2009 con il Ministero dell’Ambiente e rinnovato nel dicembre 2011, Acqua Minerale San Benedetto S.p.A. ha operato con efficacia per garantire un’acqua minerale “ad emissioni di carbonio compensate”. Sono state stimate le emissioni di CO2 per l’intero ciclo di vita del prodotto di tutti i formati. Quindi, è stato scelto come primo formato a emissioni compensate l’acqua minerale naturale da 1 litro Pet Easy che è stata la capostipite della Linea Eco-Green dell’Acqua Minerale Naturale San Benedetto in PET. Ad Easy, infatti, si sono aggiunti altri tre formati ad emissione compensata: si tratta dell’acqua minerale naturale da 0,5 / 1,5 / 2,0 l.. In questo modo San Benedetto ha realizzato un’ intera linea di formati di acqua minerale naturale a ridotto impatto ambientale in grado di coprire tutte le occasioni di consumo. L’obiettivo è stato creare un sistema di gestione della carbon footprint, per ridurla al minimo in relazione ai principali consumi di risorse che determinano emissioni di gas ad effetto serra, riducendo al contempo i costi di gestione. La verifica della quantificazione delle emissioni di CO2 è stata eseguita da Bureau Veritas Italia S.p.A. conformemente ai requisiti fissati dalla norma ISO 14064-3. CERTIQUALITY Ridurre l’impatto ambientale www.certiquality.it settore: Certificazione In linea con l’Agenda Europea 2020, che contiene estesi riferimenti al Ciclo di Vita dei Prodotti (LCA) e alla loro Impronta Ecologica (Carboon Footprint), Certiquality è impegnata a rafforzare in particolare l’orientamento verso le certificazioni ambientali di prodotto, nell’ottica di indirizzare le scelte dei consumatori verso acquisti responsabili. Al nostro interno, un impegno prioritario è ottimizzare la logistica, essere cioè sicuri di impiegare le persone giuste al posto giusto. Per un’azienda come la nostra, che muove oltre 400 ispettori tutto l’anno su tutto il territorio nazionale, una logistica ottimale significa costi minori per il cliente e impatti minori sull’ambiente, contribuendo in più a creare lavoro localmente sul territorio. Concorre a rendere più efficiente la logistica anche il nuovo Customer Service, che grazie a un sistema di “ascolto” continuo del cliente permette di avere riscontri più frequenti sulla qualità dei nostri servizi e sul soddisfacimento delle aspettative. 40 - Introduzione al Marketing Sostenibile CASE HISTORY DNV Business Assurance www.dnvba.it settore: Certificazione, Assessment e Training DNV Business Assurance presenta 2 casi di marketing sostenibile realizzati da aziende proprie clienti. Grazie al progetto “Visa Sante” tutti i prodotti di Bonduelle, sia esistenti che in sviluppo, hanno un “passaporto nutrizionale”. Solo i prodotti con le migliori caratteristiche nutrizionali definite dal protocollo (es. poco sale, no grassi saturi, % di zucchero basse etc) ottengono il passaporto e possono essere lanciati. Nel 2010, inoltre, Bonduelle Italia ha lanciato per la sua linea di punta di insalate miste Agita&Gusta una nuova confezione eco-friendly, le cui migliori prestazioni ambientali in termini di CO2 sono state validate da DNV Business Assurance in accordo allo standard PAS 2050. Flo ha ridotto gli impilamenti di buona parte dei bicchieri per distributori automatici; riprogettando lo stampo, grazie all’impilamento ridotto si possono stoccare e trasportare 72.000 bicchieri nello stesso spazio di 54.000 bicchieri a impilamento normale, cioè circa il 33% di prodotto in più, che corrisponde a 1 trasporto su gomma ogni 3 eliminato. Nel 2012 Flo, sulla base dello studio della Carbon Footprint condotto da DNV Business Assurance, ha poi presentato il nuovo bicchiere Hybrid, che immette nell’ambiente il 25% di CO2 in meno per ogni camion di bicchieri trasportato. BONDUELLE www.bonduelle.it settore: Alimentare FLO www.flo.eu settore: Azienda italiana che produce e commercializza articoli monouso nei canali Vending, GDO e HO.RE.CA FILCA COOPERATIVE Biocasa Filca www.filca.it settore: Costruzioni Il Progetto BIOCASA ha avuto inizio nel 2004; tra gli obiettivi, la riduzione dei consumi da fonti non rinnovabili e, di conseguenza, dei costi di gestione dell’abitazione, ottenendo altresì il beneficio di abbattere le emissioni di CO2 in atmosfera, cioè un modo concreto per contrastare i danni del surriscaldamento del Pianeta. Il Progetto BIOCASA 2012 si è evoluto recependo alcuni livelli prestazionali del Sistema LEED e stabilendo che i nuovi interventi saranno realizzati esclusivamente in classe A oppure A+, vale a dire l’eccellenza dell’efficienza energetica. Il Progetto BIOCASA 2012 è sviluppato in 4 fasi: valutazione della sostenibilità del luogo; riduzione dei consumi termo, elettrico, idrico; benessere psicofisico; scelta privilegiata di materiali sostenibili. Introduzione al Marketing Sostenibile - 41 GAM EDIT Eco Offset - modello di stampa sostenibile www.gamedit.it settore: Pmi, tipografia Gam Edit ha sviluppato un nuovo modello industriale di stampa sostenibile - ECO OFFSET® – che, sottoposto a validazione da parte di ente terzo indipendente, è in grado di realizzare stampati a basso impatto ambientale mantenendo un rapporto qualità/prezzo inalterato rispetto a uno stampato tradizionale. Gam Edit fonda sull’offerta ECO OFFSET la differenziazione rispetto ai competitors per il fatto di avere un prodotto a basso impatto ambientale, costo competitivo, alto standard di qualità e validazione del processo da parte di un ente certificatore indipendente. HENKEL General Eco www.henkel.it settore: Detersivi Già nel 2010 le materie prime rinnovabili costituivano circa il 70% dei principi attivi lavanti (tensioattivi) dei detersivi per bucato e prodotti per l’igiene della casa: una percentuale nettamente superiore alla media dell’intero settore industriale della detergenza. Sul fronte dell’imballaggio, entro il 2012 le dimensioni delle confezioni dei detersivi liquidi saranno standardizzate, consentendo nei soli mercati dell’Europa Occidentale il risparmio di oltre 2.000 tonnellate di plastica all’anno. Un esempio di prodotto sostenibile è l’Eco bottiglia del detersivo General che, rispetto al prodotto tradizionale, consente il risparmio del 55% di plastica, del 34% di acqua e del 60% di camion necessari per il trasporto, con una conseguente riduzione delle emissioni di CO2 del 50%. HOLCIM Fornitura a 360 gradi del cantiere Porta Nuova a Milano www.holcim.it settore: Materiali da costruzione L’azienda ha sviluppato prodotti e servizi innovativi, customizzati e sostenibili, cercando di coniugare la soddisfazione dei bisogni del mercato con la redditività e con la minimizzazione degli impatti ambientali (minor consumo di energia non rinnovabile, minor consumo di materie prime non rinnovabili, ricorso, valorizzazione, rigenerazione di risorse locali, minor ricorso al trasporto / riorganizzazione logistica). L’azienda ha così contribuito all’ottenimento dei crediti LEED per il cantiere per le voci ”contenuto riciclato dei materiali e “provenienza regionale dei materiali estratti, lavorati e prodotti”. Nel cantiere Porta Nuova Holcim (Italia) ha promosso l’introduzione delle Asserzioni Ambientali Autodichiarate convalidate da ICMQ in conformità alla norma internazionale UNI EN ISO 14021:2002. 42 - Introduzione al Marketing Sostenibile CASE HISTORY LEXMARK Lexmark GoGreener www.lexmark.it settore: Informatica Grazie al programma “Lexmark GoGreener”, Lexmark aiuta le proprie aziende clienti a migliorare l’impatto ambientale generato dai comportamenti di stampa. “Lexmark GoGreener” coinvolge tutti i dipendenti dell’azienda cliente, presentando loro gli obiettivi da raggiungere in termini di sostenibilità ambientale, formandoli a corretti comportamenti di stampa anche con la distribuzione di Green Tools, realizzati da Lexmark. Mondadori – Carbon Disclosure Project 2012 www.mondadori.it settore: Editoria Mondadori, alla sua prima partecipazione e con un punteggio di 84 su 100, si è classificata tra gli high disclosure scores del CDP (Carbon Disclosure Project) Italy 2012. L’evento (organizzato da CDP e London Stock Exchange Group) di presentazione dei risultati relativi al reporting delle emissioni di CO2 in Italia si è svolto il 14 novembre 2012 presso Borsa Italiana. Nel 2012 sono state invitate a partecipare le prime 100 società per capitalizzazione: hanno aderito 46 società rappresentative del 60% della capitalizzazione complessiva in Italia. SIMPLY SMA Supermercati eco-attenti www.simplymarket.it settore: Grande distribuzione SIMPLY SMA investe in supermercati eco-attenti che ottimizzino le risorse, riducendo al minimo l’impatto sull’ecosistema ed emissioni di CO2, e consumando meno energia. Tutti i 275 punti vendita hanno banchi surgelati coperti; 27 punti vendita hanno banchi per salumi e formaggi illuminati solo con illuminazione a cascata; 216 punti vendita sono dotati di tendine notte sui banchi refrigerati di gastronomia, carne e pesce. Nella realizzazione dei nuovi supermercati vengono poi ricercate soluzioni realizzate quanto più possibile con materiali riciclati. Nel 2011 sono state differenziate oltre 12.370 tonnellate di rifiuti, e sono state riciclate 600.000 bottiglie di plastica per la realizzazione dei separatori spesa alle casse, di oltre 35.600 separatori prodotto di differenti dimensioni e di 338.240 evidenziatori promozionali. Il riutilizzo di questi materiali ha permesso un risparmio di CO2 di oltre 142.500 kg. Introduzione al Marketing Sostenibile - 43 GRUPPO SOFIDEL Rotoloni Regina www.sofidel.it settore: Carta Gli elementi fondamentali che fanno di Rotoloni Regina un prodotto sostenibile sono: approvvigionamento responsabile di cellulosa (nel 2011, il 99,3% dell’approvvigionamento di materia prima è avvenuto da fonti certificate o controllate secondo i principali schemi di certificazione); risparmio e valorizzazione dell’acqua (consumo medio specifico pari a circa 5 litri di acqua per kg di carta, significativamente inferiore al benchmark di settore che prevede per il tissue consumi fino a 25 l/ kg); abbattimento CO2 (grazie alla natura “maxi” insita nel prodotto, in un anno per trasportare le 30.000 tonnellate di Rotoloni Regina circolano sulle strade circa 2.500 camion in meno, rispetto a quelli necessari per il trasporto di un quantitativo equivalente di rotoli di dimensioni “standard”). Il cliente/consumatore viene informato della sostenibilità di Rotoloni Regina attraverso la comunicazione specifica sul pack della partnership col WWF e di alcuni “eco-consigli” a favore del clima, e mediante raccolte punti che hanno come obiettivo quello di fidelizzare i consumatori mettendo in palio premi “green”, in linea con la equity del prodotto. SOLVAY Vinyloop White Paper Comunicazione ambientale per il mercato www.vinyloop.com settore: Riciclaggio PVC L’uso di materiali riciclati fa risparmiare risorse preziose (energia e materie prime), evita l’incenerimento, e rappresenta un elemento importante per le scelte sostenibili dei consumatori. Il PVC-R VinyLoop® - una tecnologia, brevettata da Solvay, di riciclo meccanico post-consumo, che separa il compound di PVC da altri materiali - può contribuire a ridurre l’impronta ambientale dei manufatti. Come confermato dallo studio sull’Impronta Ambientale, l’uso del PVC-R VinyLoop®, rispetto al compound di PVC vergine prodotto in modo tradizionale, riduce del 46% la Domanda di Energia Primaria, del 39% il Potenziale di Riscaldamento Globale e del 72% il Consumo di Acqua. Per focalizzare l’attenzione sul tema dello sviluppo sostenibile è stato promosso un concorso presso le Scuole Medie Superiori di Ferrara e provincia, dove l’impianto Vinyloop è ubicato, per coinvolgere gli studenti su proposte di progetti finalizzati al rispetto ambientale ed al risparmio energetico. 44 - Introduzione al Marketing Sostenibile CASE HISTORY GRUPPO TELECOM ITALIA Navigare Sicuri www.telecomitalia.it settore: Telecomunicazioni Il Gruppo Telecom Italia adotta numerose iniziative per consentire ai minori una navigazione sicura in internet, minimizzando i possibili rischi e proteggendoli dai contenuti che possono lederne lo sviluppo psico-fisico: - il portale “Navigare Sicuri”, che promuove e diffonde una cultura dell’uso consapevole e responsabile di internet e dei media digitali tra i bambini, i ragazzi e i loro educatori; - il booklet “Nati con la Rete”, dedicato agli adulti-genitori per illustrare le regole fondamentali per l’utilizzo sicuro di internet, diffondere i pericoli che si nascondono nella rete, fornire gli strumenti per trasmettere ai figli le regole comportamentali e guidarli nella scelta dei contenuti da consultare; - il “Magic Desktop”, un software che permette ai bambini di imparare a usare il computer in modo semplice e divertente e ai genitori di selezionare i siti a cui i piccoli hanno accesso e impostare la posta elettronica per scambiare mail solo con persone conosciute. UBIBANCA Dematerializzazione delle rendicontazioni bancarie www.ubibanca.it settore: Bancario La dematerializzazione delle rendicontazioni bancarie contribuisce non solo a ridurre gli impatti ambientali diretti di UBI Banca (significativo risparmio di carta, energia e materiali di consumo per la stampa e la spedizione dei documenti), ma anche a sensibilizzare la clientela al rispetto e alla tutela dell’ambiente nei propri comportamenti quotidiani. Nel 2011, nell’ambito della Banca Multicanale, è stato attivato il concorso a premi “Attiva Le mie contabili e vinci!” per promuovere la digitalizzazione della documentazione e delle comunicazioni alla clientela, facendo leva proprio sull’aspetto ambientale dell’iniziativa, che è un criterio di scelta importante dei servizi on line, insieme al minor costo e alla comodità di non doversi recare fisicamente presso allo sportello per operazioni dispositive e informative. L’iniziativa ha avuto pieno successo, con un incremento del 103% (anno su anno a fine 2011) del numero di clienti che hanno scelto di ricevere la corrispondenza on line e un aumento dell’ 82% del numero di conti correnti e depositi interessati. Introduzione al Marketing Sostenibile - 45 note 46 - Introduzione al Marketing Sostenibile note Introduzione al Marketing Sostenibile - 47 Hanno contribuito a realizzare il Quaderno A cura di: Ruggero Bodo, Ugo Castellano, Massimo Ceriotti, Alberto Giacomotti, Carlo Pescetti (Fondazione Sodalitas), Paolo Anselmi (GfK Eurisko) FONDAZIONE SODALITAS Via Pantano 2 - 20122 Milano TEL. 02-86460236 www.sodalitas.it [email protected]