Sintesi intervento Salvatore Veca

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Sintesi intervento Salvatore Veca
SALVATORE VECA
La sostenibilità ambientale: la carta di Milano, e poi?
Il professor Veca nel suo intervento parte da un termine centrale, “relazione”, e si dichiara
d’accordo con Salvati, chiedendosi se le “tre palle” del giocoliere possono trovare un punto
di equilibrio in una situazione in
cui domina la progressiva occupazione delle istituzioni da parte
di un ceto politico che si è allontanato sempre più dalla società,
causando un collasso della rappresentanza e della mediazione.
Bisogna trovare criteri di discernimento per evitare in qualche
modo l’alternativa fra una sorta
di declino persistente, un collasso di quanto è stato fatto, in
una società a carattere plurale in
cui le persone sono abilitate a
narrarsi senza rinunciare alla
propria identità, come ha detto il
cardinale Scola: questo però è
possibile solo se accettiamo di
dover convivere e riconosciamo
il diritto dell’altro ad essere diverso.
Quanto alla Carta di Milano, nata
da un grande processo inclusivo,
è il documento più recente che
propone lo sviluppo sostenibile
come responsabilità di tutti, cercando di far crescere la consapevolezza per evitare il rischio di
banalizzazione. Il professor Veca
ripercorre le tappe attraverso cui
l’idea si è articolata nel tempo,
per arrivare al settembre 2015,
quando l’assemblea ONU sugli
obiettivi di sviluppo sostenibile
ha definito 17 obiettivi e la Carta
di Milano è stata discussa in una
sessione promossa dall’ambasciatore italiano all’ONU.
Il rapporto Bruntland Our common future del 1987 definisce lo
sviluppo sostenibile come quello
che “soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la
capacità delle future generazioni
di soddisfare i loro bisogni”, in
una prospettiva temporale che
ritroviamo nell’enciclica Laudato
sii in cui c’è una continua insi-
stenza sul rapporto tra immediato e lungimirante a proposito
della politica e dell’economia, oltre che sulla connessione e sulla
relazione. Siamo di nuovo al giocoliere globale con le tre palle, a
cui si chiede di identificare gli
equilibri, per quanto instabili, tra
lo sviluppo economico, la capacità di inclusione sociale e la protezione ambientale, tenendo
presente il benessere delle generazioni future.

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