Progetto di scrittura creativa delle classi a tempo prolungato

Transcript

Progetto di scrittura creativa delle classi a tempo prolungato
1
Paroliamo favolando
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Progetto di scrittura creativa
delle classi a tempo prolungato
anno scolastico
2011/2012
Scuola Media Statale “E. Ibsen”
Prof.
Lara Aprea e Valentina Pirozzi
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LE RAGIONI DEL PROGETTO
Il laboratorio di scrittura creativa non è altro che un modo divertente, originale e creativo per
insegnare ai ragazzi l’utilizzo della lingua italiana, per lavorare con le parole, per ampliare le
capacità espressive e del lessico e, allo stesso tempo, per sviluppare l’abitudine a ideare e
scrivere testi. Attraverso la scrittura creativa l’alunno impara a giocare con le parole, a dire le
cose in una forma particolare per ottenere determinati effetti. Impara a non avere paura delle
parole, ma a padroneggiarle, a farle proprie.
La scrittura in quest’ottica diventa attività manipolativa e viene illustrata, praticata, vissuta,
sperimentata; le parole vengono smontate e rimontate, giocate e toccate con mano come
fossero tessere di un colorato mosaico.
INDICE
Filastrocca iniziale……………………………pag. 4
Lavoriamo con le fiabe……………………………………………pag. 5
Esercizi di stile….......pag. 8
Sezione giochi linguistici……………………pag. 15
Sezione giochi linguistici con soluzioni………………pag. 19
Tautogrammi……………………………………pag. 22
Lo scarto…………………pag. 23
Acrostici………pag. 24
Anagrammi………………………………pag. 28
Calligrammi……………….pag. 29
Una scuola in rima ……………………………….pag. 34
Gli autori del libro……………………………………………………..pag. 35
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Un giorno due docenti,
Lara Aprea e Valentina Pirozzi
ci chiesero si scrivere
cose da pazzi!!!!!
Filastrane, filastrocche
favole antiche e favole choc!!
Anagrammi, calligrammi, lipogrammi,
tautogrammi.
Noi chiedemmo:Care Prof,
che facciamo???
Semplice ragazzi, siete pronti?
Dai. . . voliamooo?!
Voliamoooooo?
Certo, con un po’ di fantasia
ogni penna prende il via, per volare a bordo di. . .
SCRIVIAMO IN ALLEGRIAAAAA!!!
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Lavoriamo con le fiabe
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La cicala e la formica
L'estate passava felice per la cicala che si godeva il sole sulle foglie degli alberi e cantava, cantava, cantava. Venne il
freddo e la cicala imprevidente, si trovò senza un rifugio e senza cibo. Si ricordò che la formica per tutta l'estate aveva
accumulato provviste nella sua calda casina sotto terra. Andò a bussare alla porta della formica. La formica si fece sulla
porta reggendo una vecchia lampada ad olio. - Cosa vuoi? - chiese con aria infastidita. - Ho freddo, ho fame….- balbettò la
cicala. Dietro di lei si vedeva la campagna innevata. Anche il cappello della cicala ed il violino erano pieni di neve. - Ma
davvero? - brontolò la formica - lo ho lavorato tutta l'estate per accumulare il cibo per l'inverno. Tu che cosa hai fatto in
quelle giornate di sole?- - Io ho cantato!- - Hai cantato? - Bene… adesso balla!- La formica richiuse la porta e tornò al
calduccio della sua casetta, mentre la cicala, con il cappello ed il violino coperti di neve, si allontanava, ad ali basse, nella
campagna.
(Favola Jean de La Fontaine)
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Nomi
Nomi (settimo posto dizionario Zanichelli) con significato
8
Esercizi di stile
Nell’attività laboratoriale gli alunni si sono cimentati con il lipogramma, esercizio linguistico che consiste nello scrivere o nel
riscrivere un testo, senza mai far comparire una lettera dell’alfabeto, la “lettera velenosa”. Il livello di difficoltà aumenta a
seconda della vocale o consonante scelta. Si deve ricorrere a sinonimi o perifrasi. Si è partiti da un testo–base di Gianni
Rodari che è stato trasformato in lipogramma: l’omino di niente è diventato prima l’omino di acqua, di burro, di cioccolato…
poi si è scelto di riscrivere ancora il testo eliminando una lettera dell’alfabeto.
L'omino di niente
C'era una volta un omino di niente. Aveva il naso di niente, la bocca di niente, era vestito di niente e calzava scarpe di
niente. Si mise in viaggio su una strada di niente che non andava in nessun posto. Incontrò un topo di niente e gli
domandò:- Non hai paura del gatto? - No davvero, - rispose il topo di niente, - in questo paese di niente ci sono soltanto
gatti di niente, che hanno baffi di niente e artigli di niente. Inoltre, io rispetto il formaggio. Mangio solo i buchi. Non sanno
di niente ma sono dolci. - Mi gira la testa, disse l'omino di niente. - È una testa di niente: anche se la batti contro il muro
non ti farà male. L'omino di niente, volendo fare una prova, cercò un muro per batterci la testa, ma era un muro di niente,
e siccome lui aveva preso troppo slancio, cascò dall'altra parte. Anche di là non c'era niente di niente. L'omino di niente
era tanto stanco di tutto quel niente che si addormentò. E mentre dormiva sognò che era un uomo di niente, e andava su
una strada di niente, e incontrava un topo di niente e mangiava anche lui i buchi del formaggio, e il topo di niente aveva
ragione: non sapevano proprio di niente. (Gianni Rodari · I libri della Fantasia)
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L’omino di burro
C’era una volta un omino di burro. Aveva il naso di burro,la bocca di burro,era vestito di burro,e calzava scarpe di burro. Si
mise in viaggio su una strada di burro che non andava in nessun posto. Incontrò un topo di burro e gli domandò:”Non hai
paura del gatto?” “No davvero”,rispose il topo di burro,il questo paese di burro ci sono soltanto gatti di burro,che hanno baffi
di burro e artigli di burro. Inoltre,io rispetto il formaggio. Mangio solo i buchi. Non sanno di burro,ma sono dolci. “Mi gira la
testa” disse l’omino di burro. “E’ una testa di burro:anche se la batti contro il muro,non ti farà male.
L’omino di burro,volendo fare la prova,cercò un muro per batterci la testa,ma era un muro di burro, e siccome lui aveva
preso troppo slancio cascò dall’altra parte. Anche se là non c’era burro di burro. L’omino di burro,era tanto stanco di tutta
quel di burro che si addormentò. E mentre dormiva,sognò che era un omino di burro e andava su una strada di burro, e
incontrava un topo di burro e mangiava anche lui i buchi del formaggio; e il topo di burro aveva ragione:non sapevano
proprio d’acqua.
L’omino di margarina (lipogramma in U)
C’era tanto tempo fa l’omino di margarina. Aveva il naso di margarina,la bocca di margarina,era vestito di margarina, e
calzava scarpe di margarina. Si mise in viaggio on a road di margarina e andava altrove. Incontrò il topo di margarina e gli
domandò:”Non temi del gatto?” “No,davvero”rispose il topo di margarina,in questo paese di margarina ci sono soltanto gatti
di margarina,che hanno baffi di margarina e artigli di margarina. Inoltre,io rispetto il formaggio. Mangio solo i fori. Non sanno
di margarina,ma sono dolci.”Mi gira la testa”disse l’omino di margarina. “E’ una testa di margarina:anche se la batti contro la
parete non ti farà male. L’omino di margarina,volendo fare la prova,cercò la parete per batterci la testa,ma era di
margarina,e siccome lui aveva preso troppo slancio,cascò dall’altra parte. Anche là non c’era margarina di margarina.
L’omino di margarina era tanto stanco ti tutta quella margarina che si addormentò. E mentre dormiva,sognò che era l’omino
di margarina,e andava on a road di margarina,e incontrava il topo di margarina e mangiava anche egli i fori del formaggio;e
il topo di margarina aveva ragione:non sapeva proprio di margarina.
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L’omino di rubino
Ci stava una volta un omino di rubino. Ha il naso di zirconi,la bocca di cristallo,indossa abiti di diamanti,calza stivali di
swarovsky. Partì su una strada di cristallo ma non andava in alcun posto. Incontrò un topo di zirconi, poi gli domandò:”Non
hai paura di un gatto?” “No,dichiarò il topo di zirconi in villaggio di diamanti ci sono soltanto gatti di swarovsky i quali hanno
baffi di zirconi,artigli di cristallo. Poi,io onoro il formaggio. Mangio solo i buchi. Non sanno di cristallo,ma sono dolci. Mi gira
la capo dichiarò l’omino di rubino. Assomiglia a un capo di cristallo: infatti lo batti contro il muro,non subirai nulla. L’omino di
rubino,curioso provò. Trovò un muro ma fu di swarovsky ,ma,si lanciò cascando al di là. Là non ci stava alcun cristallo di
rubino. L’omino di rubino fu tanto stanco di rubini al punto di insonnolirsi. Intanto sognò, fu un omino di rubino,camminando
su una strada di swarovsky incontrò un topo di cristallo ma di un formaggio mangiava solo i buchi;il topo di cristallo
ragionò:non gustava alcuni diamanti.
L’omino di vetro e l’omino di cioccolata
C'era una volta un omino di vetro di nome Fragilino. Era tutto colorato, di un verde smeraldo e conteneve un poco d'acqua
al suo interno, nella quale sguazzava un pesciolino rosso, regalo della sua mamma. Fragilino però aveva anche una
famiglia formata da una moglie e due gemelli di dieci anni, Fax e Max, che due settimane dopo sarebbero diventati
undicenni.
Per questo motivo la moglie chiese al marito di recarsi alla Fabbrica di Cioccolato, su un'isola deserta, per acquistare la
leccornia per fare la torta di compleanno ai bambini. Ovviamente, Fragilino accettò e il giorno dopo era su un traghetto,
imbarcato per l'isola; ma purtroppo la piccola nave affondò e l'omino raggiunse l'isola a nuoto. Stava per varcare la soglia
della Fabbrica quando si accorse che il suo pesciolino non c'era più. Disperato, si rituffò nelle profondità del mare e vi trovò
una sirena, bellissima e affascinante che lo informò che per riavere il suo animaletto doveva superare una prova. La
creatura lo condusse dal "Terribile Indovino", il quale gli pose il seguente quesito:"Che cos'è quell'animale che prima
cammina a quattro zampe, poi a due e infine a tre?"
Fragilino ci pensò qualche minuto e poi rispose che l'animale era l'uomo, che da neonato cammina gattoni, da adulto con le
gambe e da anziano si aiuta con il bastone. Fu così che riebbe il suo pesciolino rosso; ospite del Terribile Indovino (in fondo
in fondo era anche gentile) l'omino si coricò, stanco e felice. Il mattino seguente l'omino raggiunse la Fabbrica di Cioccolato,
ma un altro ostacolo gli sbarrava la strada: l'edificio era chiuso perchè la figlia era stata rapita da teppisti.
Così recitava un cartello infisso a terra, che informava gli acquirenti che se avessero liberato la figlia, avrebbero ricevuto in
dono l'intero magazzino. Scoraggiato e deluso, Fragilino si appoggiò con tutto il suo peso sul cartello, come avrebbe fatto
adesso?
Mancavano solo tre giorni all'evento! Sarebbe tornato a casa a mani vuote! Ma proprio in quel momento con grande
clangore e rumori metallici, un tunnel segreto si snodò sotto di lui, che non ci pensò due volte e saltò all'interno. Dopo poco
raggiunse una camera sotterranea, "il covo della Banda del Cioccolato" così diceva uno striscione posto all'entrata della
stanza. Impaurito, l'omino vi entrò e vide un gruppo di persone riunite intorno a un tavolo, che discutevano di qualcosa,
alchè Fragilino aspettò che si addormentassero, anche perchè il corpo a corpo non era il suo forte. Dopo che i vecchiacci si
furono addormentati, l'omino recuperò la fanciulla e, zitto zitto, fuggì col primo traghetto che trovò e in cambio non volle la
Fabbrica, volle solo chili e chili di cioccolato da depositare in un posto segreto, così non avrebbe avuto più problemi di
questo genere.
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S
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Sezione giochi linguistici
Analisi del periodo
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Sinonimi e contrari
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Figure retoriche
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Di seguito presentiamo alcuni giochi linguistici con soluzioni
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Tautogrammi
I testi o le frasi in cui le parole cominciano tutte con la stessa lettera sono detti tautogrammi. Di solito preposizioni e articoli
possono essere usati liberamente.
SCUOLA
Siamo Scolari Simpatici, Sempre Scatenati Senza Sosta.
Seduti Sulla Sedia Sembriamo Silenziosi Secchioni.
Sandro Stanco Sogna Sempre Sogni Strani, Stando Sdraiato Sulla Sedia Scomoda Senza Scivolare.
Sara Sorprende Silvio Seduto, Saltandogli Sulle Spalle. Sivio Si Siede, Sgrida Sara.
Sergio Scrive Sempre Soddisfatto Storie Stupefacenti Sulla Sua Scrivania; Sua Sorella Sabrina Sta Seduta Sulla Soglia.
Sofia Sta Sudando Sulla Scheda Scientifica.
Silvana Spesso Singhiozza Stando Sempre Sola.
Serena Salta Sulla Scala Senza Scivolare Sui Sassi.
Samantha Studia Senza Sosta Silenziosamente Sognando Sandro.
Simone Sanziona, Sgrida Scolari Svogliati, Spiega Schede Storiche.
SOLE
Stupendo sorge.
Sale sincero,
splende simpaticamente
sullo stagno,
scotta, squaglia, spella.
Soffre, solo, stanco;
spegnendosi scompare
sognando strabilianti stelle.
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Acrostici
Sapete cos'è un acrostico..?
Ecco, un acrostico è un componimento poetico, in cui le lettere iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase di
senso compiuto, a loro volta denominati acronimo.
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Saper
Conoscere
Un’
Onomatopea
Lavorando
Attivamente
Henrik
Effettua
Numerosi
Reati
Imitando
Killer,
Ingannando
Bambini
Scolari
Eccessivamente
Negligenti
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Città
Antica
Scoperta
Archeologica
Misteriosa
Incantevole
Curata
Con
Impegno
Orgogliosamente
La
Amiamo
Ti
Emoziona
Regalandoti
Molta
Energia
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Calligrammi
Il calligramma è un tipo di componimento poetico fatto per essere guardato e contemplato oltre che per essere letto. Nei
calligrammi, il poeta disegna un oggetto relazionato al tema principale della poesia. Per esempio, se nella poesia si parla di
un castello, le lettere del testo vengono scritte e disposte in modo da formare l'immagine di un castello; A volte però il
disegno che scaturisce dalle poesie visuali scritte non ha nessuna relazione con il tema dell'opera.
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Una scuola in rima
Francesca Gigantelli
quando ci vedi ti metti le mani nei capelli,
con tutti gli errori che facciamo,
se fossero stati soldi
per dieci anni ci campavamo!
Miragliuolo Domenico
spesso appari isterico.
Pirozzi Valentina
si alza alle quattro ogni mattina!
Stanziola Maria,
la tecnica è una pazzia.
Ogni minimo sbaglio
diventiamo il tuo bersaglio.
Aprea Lara,
peso lordo e tara.
Non sapevamo che rima fare,
e adesso la matematica dovrai insegnare!
Manfra, agli asini musica hai insegnato
E per lo stress calvo sei diventato.
Capellone ti abbiamo immaginato
E negli anni settanta ti abbiam catapultato!
Giusi Mattera,
non vuole abbandonare la sua cattedra.
Verdoliva Federico
Vuol fare sempre il fico,
con cinque giubbini
con i fashon occhialini.”
Giardino Pasquale:
“Copiare non vale,
non vi conviene,
altrimenti vi faccio attaccare dalle iene!”
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Versi conclusivi
Alla nostra dirigente
Donna saggia e intelligente
Sempre tanto intraprendente
Della nave è il timoniere
Dell’aiuola il giardiniere
Che coltiva i suoi fiori
Alunni dai mille colori
Noi scrittori in allegria
gridiamo in coro
Viva Mattera Lucia!
Le docenti del laboratorio
Hanno svegliato il dormitorio
Valentina Pirozzi, Lara Aprea
wagliù mo s’ parea!
Ringraziamo la Dirigente,
Il personale ATA e docente
Per la collaborazione e cortesia
Per aver sopportato questa frenesia…..
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Gli autori del libro
Di seguito potrete leggere i nomi degli alunni che hanno partecipato al laboratorio di scrittura creativa e alla creazione dei
testi e delle illustrazioni del libro “Paroliamo Favolando”. Accanto ai nomi reali dei ragazzi sono stati riportati i rispettivi
pseudonimi da scrittori creativi, ottenuti anagrammando i loro nomi e cognomi.
AIKO DI MEGLIO
alias
MARIKA FILOSA
ANTONIO ARCAMONE
EMANUELA LONGO
GIORGIA SCANDUZZI
GIUSEPPINA MONTI
CRISTIANA MORGERA
ANNIE IACONO
FEDERICA CASTAGNA
GIULIA DE SIANO
LYDIA SIRABELLA
GIULIA SCOTTI
CHIARA MUSCATELLO
LUCA EVENOR
STEFANIA GHINEA
TERESA GRECO
RHIANNON PROTO
MARTINA MANCUSI
MARTINA MATTERA
ROBERTA MARNA
MIKADO IEGOLI
FIKA , MA LO SAI?
CANONE ARMANTOIO
E LO E’ UNA GNOMA
GIA SO GIRA DINUZZI
SE PINA MONTA GIUPI
STA CON RINEGRARA
CONNI AENOIA
GIADA STEFRANACCE
LUIGIA DE ASINO
DAISY LILA BAILARE
TISCIA GUTOLI
MARCELLA CHIUSATO
CARLO NEVEU
GRETA SERECO
NINA NORPHONR
MARINA SICUMANT
MATINA TRE TARMA
ENTRA ONBRARA