Automobile - Dipartimento di Scienze politiche e internazionali

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Automobile - Dipartimento di Scienze politiche e internazionali
L’automobile
I trasporti urbani
• Le strade ferrate non fornivano alle città un efficiente mezzo di trasporto interno. • Per questo furono necessari gli omnibus a cavalli e poi i tram, i quali consentirono il formarsi di grandi conurbazioni: con i mezzi pubblici veloci e a buon mercato veniva meno, infatti, il limite all’estensione urbana costituito dalla distanza che era possibile percorrere a piedi.
• La “città sterminata” è giunta a maturazione nella seconda metà del Novecento con la motorizzazione di massa, cioè con l’automobile per tutti.
Gli omnibus a vapore
• Nel 1825 furono realizzati in Inghilterra gli Omnibus a vapore, ma non funzionavano perché il motore a vapore era grosso e aveva ruote di legno o di ferro, che rovinavano le strade. Le vetture automobili
• Come il treno era venuto dall’Inghilterra della rivoluzione industriale, all’inizio le vetture automobili arrivarono dalla Francia della Belle époque
• In Francia l’auto fu accolta da quel mondo ricco e intraprendente, ammiratore del progresso e del coraggio, che regnava sulla Ville Lumière e dettava il costume, lo stile di un’epoca.
Le corse automobilistiche
• Proprio in Francia si tennero le prime corse, che davano al nuovo mezzo un affascinante carattere sportivo, a partire dalla Parigi‐Rouen del 1894, vinta da un’automobile a vapore alla velocità
media di 22 km/h. • L’anno successivo venne organizzata la Parigi‐
Bordeaux e ritorno di 1.200 km. Alla partenza di presentarono 21 vetture con tre diversi tipi di trazione: a vapore, con motore a scoppio e con motore elettrico. Il motore del futuro
• La corsa del 1895 fu vinta da un’auto a benzina, impiegando la metà del tempo previsto dagli organizzatori e dimostrando la superiorità del motore a combustione interna per la trazione. • Dopo questa corsa, numerose altre ne vennero programmate in tutti i paesi sviluppati e dai primi anni del Novecento pure in altri continenti, mentre le prime edizioni della guida turistica Michelin dispensavano suggerimenti e consigli ai novelli automobilisti, che viaggiavano sulle impervie strade del tempo.
Club automobilistici
• Il fenomeno dell’auto era ancora molto limitato, eppure l’interesse attorno ad essa era molto vasto e i club automobilistici, insieme alle associazioni turistiche, si dedicarono a fare propaganda al nuovo mezzo di trasporto. • Nel 1898 vennero fondati a Torino il primo Club automobilisti d’Italia e la prima scuola italiana per meccanici e conduttori.
Torino e la Fiat
• Le prime automobili erano un giocattolo dei ricchi. In Italia la città più recettiva fu Torino perché era vicino alla Francia. • Giovanni Agnelli era un proprietario terriero di Villar Perosa, e dopo finito il militare, una volta tornato a Torino trova interesse nelle persone dell’automobile. • Prima producono motori, poi telai e nel 1899 a luglio viene fondata la Fabbrica Italiana Automobili Torino. Le fabbriche di automobili
• Nel 1907 fu fondata anche a Siena una fabbrica di automobili, in questo anno in Italia ce n’erano un centinaio che poi via via chiusero perché non sopportavano i costi.
• Rimasero le più importanti, ad esempio, l’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili (ALFA) fondata nel 1910 che dopo una crisi si fuse con la fabbrica di Nicola Romeo, nacque così nel 1915 l’Alfa Romeo.
Le linee di autobus
• Le linee automobilistiche ebbero in varie regioni italiane una precoce e ampia diffusione, potendo raggiungere tante località dove il treno non era mai arrivato, grazie alla maggiore versatilità e alla conseguente possibilità di superare ogni tipo di terreno.
• A causa delle difficili condizioni orografiche, in Italia lo sviluppo ferroviario era stato infatti limitato dall’alto costo delle costruzioni e il traffico pubblico su strada assunse subito una rilevante importanza economica e sociale.
Normative stradali
• Prima dell’automobile le uniche norme stradali era dedicate alla necessità di non rovinare le strade stesse, quindi prescrivevano, ad esempio, misure minime per la larghezza delle ruote.
• Nel 1897 in Italia fu emanato il regolamento sulla circolazione dei velocipedi, e nel gennaio 1901 il primo regolamento sulla circolazione delle automobili, definite “veicoli semoventi senza guida di rotaie”. • Non vi era una regola precisa sul senso di marcia.
Velocità e sorpassi
• La velocità massima non doveva superare i 25 km/h in aperta campagna e “quella di un cavallo al trotto serrato (circa 15 km/h) negli abitati”. • Le biciclette dovevano essere iscritte in un apposito ruolo comunale ed erano soggette al pagamento di una tassa annuale. • I ciclisti – detti nel regolamento “velocipedisti” –
“nell’incontro con altri veicoli o con cavalieri o nel sorpassarli, devono scansare verso la parte destra o sinistra della strada secondo le consuetudini locali”.
Il ventennio fascista
• Nonostante la politica dei trasporti timidamente filo‐automobilistica tenuta da Mussolini, la diffusione di autoveicoli rimase limitata rispetto a quella dei maggiori paesi europei e americani, e presentava differenze cospicue a livello territoriale, con ampie zone dove prevaleva ancora il trasporto animale persino sulla rete viaria principale.
Scarsa diffusione delle automobili
• A inizio anni ‘30, la quota di persone per automobile era tra le più basse del mondo industrializzato. • Quattro anni dopo, a fronte dei 326.000 autoveicoli immatricolati in Italia, ne circolavano oltre due milioni nel Regno Unito e in Francia e oltre un milione in Germania, mentre gli Stati Uniti, dove la motorizzazione di massa era ormai una realtà, avevano 26.200.000 veicoli.
La Balilla
• Nel 1919 la Fiat cominciò la produzione della 501, imitando il «modello T» della Ford, l’auto che aveva avviato la motorizzazione individuale negli Stati Uniti. • La 501 fu seguita nel 1925 dalla 509, che ebbe un buon successo di vendite (ne furono prodotte in 4 anni oltre 90.000 unità), e aprì la via alla più nota Balilla, messa in vendita nel 1932 con un costo di 10.800 lire per la berlina. Automobili anni 1930
.
Ford Modello T 1930
Fiat Balilla 1932
Fiat Topolino 1936
Vespa e Lambretta
• Il grande sviluppo della motorizzazione cominciò in Italia tra il 1949 e il ‘50, grazie alla prima diffusione dei ciclomotori, nonché
della Vespa (1946) e della Lambretta (1947), le nuove moto a ruote piccole e con la scocca anteriore.
L’ape Piaggio
• La vespa fu pure accompagnata nel 1948 dall’ape, il motofurgone con tre ruote e un cassone, che ebbe il merito di accelerare il commercio al minuto e che in seguito fu esportato in diversi paesi extraeuropei.
L’auto per tutti
• L’avvio della motorizzazione a 4 ruote in Italia si deve far risalire alla Fiat 600, ideata dall’ingegner Dante Giacosa e annunciata dal presidente Vittorio Valletta all’assemblea degli azionisti del febbraio 1953, come vettura «ultraeconomica» in sostituzione della Topolino prodotta dal 1936.
• Quest’ultima, nonostante la buona diffusione con oltre 510.000 unità prodotte, non era mai riuscita ad affermarsi in qualità di automobile per tutti.
Auto leggera ed economica
• La Fiat fece ricerche, volte tra l’altro a contenere il peso entro i 500 kg, al fine di ottenere poi un basso prezzo di vendita: dato che la retribuzione della manodopera di assemblaggio incideva pochissimo sul prodotto, il calcolo del costo finale veniva sommariamente ottenuto moltiplicando il peso per la spesa unitaria del chilogrammo di metallo lavorato. La Fiat 600
• Nel gennaio 1955 uscì dalle linee di montaggio l’ultima Topolino e da quel momento cominciò la produzione della 600, presentata ufficialmente al pubblico nel marzo successivo al Salone internazionale di Ginevra.
• Si trattava di un’auto innovativa a livello mondiale per le caratteristiche costruttive, ben presto imitate dalle case straniere sui loro nuovi modelli. La 600 costava al momento del lancio 652.000 lire, ma il prezzo venne poi ridotto a 590.000 lire.
Il rilievo dell’automobile
• Il rilievo assunto dall’industria dell’automobile in Italia, persino in rapporto agli altri paesi, risulta dai dati dell’import‐export: tra il 1950 e il 1960 le autovetture esportate annualmente passarono da 19.649 a 197.935 a fronte delle 18.279 autovetture importate nel 1960. • Nel 1955, anno di uscita della 600, il rapporto fra automobili e abitanti era di una vettura ogni 41 Italiani, 10 anni dopo tale rapporto era sceso a 9.
L’auto sempre più per tutti
• La Nuova 500 fu lanciata nel luglio 1957, attesa come la vettura “sempre più per tutti2, secondo l’efficace messaggio pubblicitario, ma avendo un costo di 480.000 lire (poi ridotte a 395.000) rimaneva fuori dalla portata dei ceti più poveri, attratti dal consumismo di massa portato dal mito americano.
• La Nuova 500 si rivolse inizialmente a quanti continuavano a viaggiare soltanto con gli scooter, non potendosi appunto permettere la 600.
Anni 1950
Reclame televisore 1954
Monoscopio di RAI 2 1961
Fiat 600 del 1955
Fiat 500 del 1957
La Bianchina
• La Nuova 500 venne accompagnata pochi mesi dopo dalla Bianchina, nata dalla collaborazione dell’Autobianchi con la Fiat e la Pirelli. • Utilizzava lo stesso motore della 500, ma l’allestimento interno la caratterizzava come utilitaria di lusso: fu infatti messa in vendita a 565.000 lire.
Iperdiffusione delle auto
• L’automobile ha invaso tutto il mondo sviluppato e sta invadendo i paesi orientali.
• In Italia il tasso di motorizzazione è il più alto del mondo dopo gli Stati Uniti, che moderne città realizzate con grandi spazi a misura dei veicoli motorizzati. • L’automobile ha rappresentato il principale status symbol
della seconda metà del XX secolo. • Sacrificando tutto il resto al “culto della macchina”, le città hanno rinunciato allo spazio, al silenzio, alla vita civile nelle strade e nelle piazze.
Mobilità sostenibile
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Quante auto ci sono?
Nel 1969 si
superarono i 10
milioni di
autoveicoli,
arrivando a 20
milioni nel 1981
e a 31 milioni
nel 1991, con
una densità di
auto tra le più
alte del mondo:
1,8 abitanti per
autoveicolo.
Anno
Autovetture
Camion
Bus
Totale
Motoveicoli
1946
146.649
137.260
1.706
288.615
106.095
1950
342.021
223.520
11.596
577.137
693.120
1955
861.319
316.783
18.299
1.196.401
2.648.077
1960
1.976.188
429.927
25.056
2.431.171
3.916.783
1964
4.674.644
612.229
32.421
5.319.294
4.639.399
Nel 1999 gli autoveicoli erano saliti a 35,3 milioni, nel
2003 a 37,8 milioni. Nel 2012 si contavano oltre 42
milioni di autoveicoli e oltre 6 milioni di motocicli, per
un totale di 49,2 milioni di veicoli a motore.
Mobilità sostenibile
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