Lo scandalo infinito dei privilegi parlamentari ( Yahoo.Finance ), 15

Transcript

Lo scandalo infinito dei privilegi parlamentari ( Yahoo.Finance ), 15
Lo scandalo infinito dei privilegi parlamentari ( Yahoo.Finance ), 15 settembre
di Luigi dell’Olio
Prima la resistenza a tagliare indennità e voli in prima classe, poi il velo alzato da un animo sui
prezzi stracciati dei menù, quindi i dati sugli sprechi delle auto blu.
La vicenda dei privilegi di cui godono i parlamentari si arricchisce continuamente di nuovi episodi.
Così, mentre i comuni cittadini si preparano a stringere ulteriormente la cinghia per far fronte alle
decisioni assunte con la manovra di Ferragosto, cresce la protesta verso i parlamentari, che nel
loro insieme costano circa un miliardo di euro ogni anno tra stipendi, affitti, pensioni, spese di
segreteria e ristorazione.
Ora si aggiungono anche le posate
L'ultimo scandalo rivelato dai giornali riguarda gli sprechi sulle posate.
Dall'inizio della legislatura il Senato ha cambiato circa 8.600 set per le tavole di mensa e ristoranti
frequentati da dipendenti, senatori e giornalisti parlamentari, per una cifra complessiva di 130 mila
euro.
Ma le voci di spesa non finiscono qui.
Il Senato ha speso, ad esempio, 1,2 milioni in acqua corrente dall'inizio della legislatura, contro i
985mila euro della Camera.
Altri costi esorbitanti sono quelli relativi all'acquisto dei prodotti igienici: Montecitorio dall'inizio della
legislatura ha investito in questa voce 200mila euro, Palazzo Madama invece 630mila euro.
Spostandoci sulle bollette, la Camera ha giustamente speso il doppio del Senato ( 14,4 milioni da
inizio legislatura contro 7,3 milioni ).
Risulta invece incomprensibile quella del gas: dal 2008 Montecitorio ha speso 3,2 milioni di euro di
gas e Palazzo Madama quasi la stessa cifra: tre milioni.
Altra voce curiosa nei bilanci dei due palazzi è quella dei traslochi.
La Camera dal 2008 al 2011 ha speso 5,6 milioni di euro, contro i 6,1 milioni del Senato.
La spesa per vestiario nei due palazzi, infine, ammonta a 2,3 milioni per la Camera e a 1,5 milioni
circa per il Senato.
Filippi, ex Lega Nord: al Senato spese folli
A queste cifre vanno ad aggiungersi anche quelle denunciate dal senatore fino a pochi giorni fa in
quota Lega Nord, Alberto Filippi, che però questa volta ha deciso di non votare il bilancio del
Senato.
Dal 3 agosto è stato così costretto a dimettersi dal gruppo e a iscriversi a quello misto.
A spingere Filippi alla decisione è stata la presa d'atto dei costi troppo esosi del Senato.
Carte alla mano, il senatore veneto ha parlato di un costo delle vetture che si aggira attorno ai
61mila euro.
Stando alle cifre denunciate, inoltre, ogni anno vengono spesi 50mila euro per stampare le
tesserine di riconoscimento.
Filippi, spulciando tra le pieghe del bilancio, ha anche scoperto che si spendono circa 355mila euro
per fare la manutenzione alla tappezzeria.
Oltre ai quasi 300mila euro per la manutenzione dei video, 240mila per quella della rete
informatica e ai 400mila per gli ascensori.
Il popolo di Internet insorge contro i privilegi dei parlamentari
Ma i benefici non finiscono qui.
Messi in luce negli ultimi giorni anche dal popolo degli internauti.
Come, ad esempio, il menù a prezzi stracciati di Palazzo Madama che ha fatto il giro del web.
Secondo un'inchiesta dell'Espresso i prezzi dei pranzi dei nostri parlamentari sarebbero meglio di
quelli della Caritas.
Per avere un'idea: prosciutto e melone 2 euro e 33, risotto con rombo e fiori di zucca tre euro e 38
centesimi, pesce spada alla griglia tre euro e 55, petto di pollo due euro e 68.
Le insalate a un euro e 43, i formaggi a uno e 74.
Il popolo di Facebook ha scherzato sul menù offerto al Senato e altri navigatori hanno ripercorso
l'elenco dei prezzi.
Un pasto medio costa intorno ai 10 euro.
L'Iva non viene applicata perché, come in tutti gli esercizi interni alle aziende private o alla
Pubblica Amministrazione, non è prevista dalla legge.
Si tratta infatti di un servizio che non ha scopo di lucro in quanto viene fornito per agevolare la vita
dei lavoratori, anche se di alto rango, come i parlamentari.
Dopo le proteste su Internet, però, il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha annunciato che da
settembre i prezzi verranno adeguati a quelli dei comuni ristoranti.
Un primo passo in avanti.
Costi e sfizi, la recessione non è entrata in Parlamento
A dispetto della recessione, c'è un settore nel nostro Paese che non conosce crisi: gli stipendi dei
politici.
Che tra indennità, pensioni, benefit e auto blu viaggiano su un reddito annuo da capogiro se
confrontato con quello di un normale cittadino.
Lo stipendio di deputati e senatori, in crescita dal 1948.
Il Parlamento costa agli italiani la bellezza di un 1,66 miliardi di euro, così divisi: 1,069 miliardi alla
Camera ( 630 deputati ) e 594 milioni al Senato ( 315 senatori eletti, più 7 a vita ).
L'indennità parlamentare è regolata da una legge del 1965 ed è agganciata allo stipendio di un
magistrato presidente di sezione di Cassazione con 35 anni di anzianità.
Cioè chi è appena stato eletto prende lo stesso stipendio di un magistrato a fine carriera.
Per i deputati si parla di una media approssimativa di 15mila euro mensili; per i senatori si tratta
invece all'incirca di 17mila euro.
Senza contare i benefit.
Insomma entrare in Parlamento è un affare.
Il reddito lordo dei parlamentari dal 1948 al 2006 ha avuto un tasso di crescita medio annuo del
10%; dal 1985 al 2004 il reddito reale annuale è aumentato di cinque - otto volte rispetto a quello di
un operaio, di quattro - sei volte rispetto a un impiegato e di tre - quattro volte più di un dirigente.
Dalla fine degli anni novanta, inoltre, il 25 % dei deputati guadagna un reddito extraparlamentare
superiore a quello della maggioranza dei dirigenti.
I ricchi stipendi dei Consiglieri Regionali
A ben guardare anche i Consiglieri Regionali non se la passano poi tanto male.
I più pagati dopo i piemontesi (16mila euro mensili) sono quelli della Puglia (13mila 830 euro al
mese), Abruzzo (13mila 359), Lombardia (dodicimila 555), Sardegna (undicimila 417), Calabria
(undicimila 316 euro) e Emilia-Romagna (undicimila euro).
Quanto ai Presidenti di Regione, invece, spicca su tutti quello pugliese: Nichi Vendola percepisce
18mila 885 euro mensili.
Alle sue spalle i Governatori di Sardegna (Cappellacci) e Sicilia (Raffaele Lombardo), che
incassano rispettivamente 14mila 624 e 14mila 329 euro mensili.
Le pensioni dei parlamentari, una spesa da centinaia di milioni
Lo scorso anno abbiamo speso per le pensioni dei deputati 138,2 milioni di euro.
Per quelle dei senatori 81,2 milioni di euro.
I contributi versati sono stati undici milioni e 835 mila per i deputati, sei milioni e 100 mila per
palazzo Madama.
Tutto a carico della collettività.
La pensione può oscillare da un minimo netto mensile di duemila 400 euro ad un massimo di circa
novemila 900 euro.
Senza contare i privilegi come quelli sui requisiti d'età.
Ufficialmente, sia alla Camera che al Senato, un vitalizio, così è denominata la pensione, si ottiene
a 65 anni.
Ma a conti fatti la norma vale solo per chi è stato eletto per la prima volta con le ultime Politiche del
2008.
Gli altri, a seconda degli anni di mandato, usufruiscono di sconti notevoli.
Alla Camera basta aver conquistato un'elezione prima del 1996 e totalizzato 20 anni di
contribuzione, anche con il riscatto volontario degli anni mancanti, per ottenere l'assegno all'età di
50 anni.
Al Senato è ancora più facile, sono sufficienti 15 anni di contributi se si è stati eletti prima del 2001.
L'Italia prima al mondo per numero di auto blu
In nessun altro Stato al mondo ci sono tante auto blu quante nel nostro.
Palazzo Chigi spende cinque milioni 700mila euro per gli stipendi degli autisti e al 31 marzo
scorso, le auto blu risultavano essere 629mila 120.
Questo esercito costa ai contribuenti 21 miliardi di euro all'anno fra stipendi degli autisti,
carburante, pedaggi autostradali, leasing, noleggio.
Poi c'è la reperibilità e pronto impiego.
Complessivamente il servizio "a chiamata" ha toccato una spesa annua di tre milioni e 329mila
euro nel 2009.
A questi milioni di euro vanno aggiunti i costi dell'affitto dei veicoli ( 467mila euro nel 2009 ), del
carburante ( 128mila euro nel 2009 ) e di parcheggi e manutenzioni ( 95mila euro nel 2009 ).
In totale, oltre nove milioni di euro l'anno.
E oltre allo stipendio anche un lungo elenco di benefit
Dalla banca ai tesserini per viaggiare gratis in treno e in aereo, dall'assistenza sanitaria ai corsi di
lingua: è lungo l'elenco di benefit e agevolazioni per i nostri parlamentari.
Trasporti. A ciascun eletto vengono rilasciate speciali tessere per usufruire gratuitamente del
trasporto aereo e ferroviario e per viaggiare in autostrada senza pagare il pedaggio.
Assistenza sanitaria. I parlamentari e i loro familiari possono iscriversi a un fondo per l'assistenza
sanitaria integrativa.
I nostri rappresentanti non vengono lasciati soli neanche al momento della dichiarazione dei
redditi: un apposito ufficio li assiste nella compilazione dei modelli di denuncia fiscale.
Beauty e relax. La barberia di Montecitorio è riservata ai parlamentari.
Per le deputate e senatrici, sono invece messi a disposizione dei buoni da utilizzare nei saloni
convenzionati.
Nei sotterranei della Camera, inoltre, c'è una sauna riservata solo a loro.
Banca. I servizi bancari sono offerti dal Banco di Napoli.
I nostri rappresentanti godono di condizioni di favore sia per i conti correnti sia per i mutui.
Posta. A ciascun parlamentare spetta un plafond per le spese; può servirsi di due uffici senza
spostarsi troppo: uno all'interno di Montecitorio, l'altro nel palazzo dei gruppi in via Uffici del
Vicario.
Cultura. I nostri rappresentanti hanno inoltre diritto a corsi gratuiti e personalizzati di informatica
e di lingue straniere.
Disponibile anche un servizio di interpreti.
Quanto valgono le pensioni dei parlamentari
Sfortunati i neoeletti nell'ultima tornata del 2008 in Parlamento.
Per loro, infatti, la pensione è un traguardo lontano, che otterranno solo da vecchi e solo se
resisteranno alla Camera o al Senato per cinque anni.
La riforma del 2007, infatti, ha cambiato le regole riguardo le pensioni dei politici, ma solo per i
nuovi arrivati.
Chi siede in Parlamento da anni avrà una vecchiaia sicuramente ricca.
Il vitalizio ( così viene chiamata la pensione dei politici ) per i neoeletti arriva al compimento del
sessantacinquesimo anno d'età e la minima ( 2.400 euro al mese ) si ottiene solo se si è seduti in
Camera o Senato per almeno una legislatura, cioè cinque anni, anche se non è obbligatorio che il
lustro sia consecutivo.
Ma questo, come detto, vale solo per i neoeletti.
Chi siede in Parlamento da più anni ha una situazione ben più privilegiata.
Anche perché gli anni mancanti agli scatti d'anzianità si possono riscattare e portare a casa una
pensione d'oro comunque.
Da sottolineare, comunque, che il vitalizio è sospeso nel caso di rielezione in Parlamento, visto che
la pensione non è cumulabile con l'indennità parlamentare.
Lo stesso vale in caso di elezione al Parlamento Europeo o in Consiglio Regionale.
Il meccanismo
Alla Camera basta essere stati eletti prima del 1996 e aver raggiunto i 20 anni di contribuzione per
ottenere l'assegno all'età di 50 anni.
Un esempio di questo caso è Walter Veltroni, che siede in Parlamento da più di venticinque anni e
ora avrebbe diritto a un vitalizio di oltre 9.000 euro al mese.
Ancora meglio al Senato, dove dopo 15 anni di contributi si ha diritto alla pensione, basta essere
stati eletti prima del 2001.
L'importo dell'assegno varia da un minimo del 20 % a un massimo dell'60 % dell'indennità
parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.
In un anno, allo Stato, i vitalizi costano oltre 200 milioni di euro, a fronte del pagamento di
contributi da parte dei parlamentari che non arrivano a venti milioni.
Ogni deputato, infatti, versa mensilmente una quota di 1.006,51 euro della propria indennità lorda.
Un disavanzo di dieci volte superiore, che pesa sui contribuenti e sulle casse dello Stato.
Anche perché, va ricordato, le ricche pensioni dei parlamentari non sono le uniche entrate di questi
pensionati.
E' infatti previsto il cosiddetto cumulo, che consente a diversi politici di unire al vitalizio la pensione
per la loro professione.
I Paperoni
Ma di chi sono i vitalizi più sostanziosi ?
Uno degli elenchi più dettagliati risale al 2007, quando L'Espresso elaborò la tabella di tutti i
parlamentari che avevano diritto alla pensione, dalla minima alla massima, che sfiora i 10.000 euro
al mese.
Tanti nomi, alcuni sconosciuti ai più, ma anche diversi politici di professione, che da decenni
siedono a Montecitorio o a Palazzo Madama.
Nel 2007 Walter Veltoni aveva accumulato 23 anni in Parlamento e aveva diritto a una pensione
mensile di 9.014 euro.
Pino Rauti, ex Msi, aveva 25 anni di contributi e una pensione di 9.387 euro, ma sono tantissimi i
parlamentari che raggiungono i 9.947 euro di pensione, la massima.
Tra loro nomi come Vincenzo Scotti ( più volte ministro e sottosegretario ), Raffaele Costa, Publio
Fiori ( ex DC ), Oscar Mammì ( il padre della legge sulle telecomunicazioni ), Franco Bassanini
( Ministro durante il governo Prodi ), Nicola Mancino ( già Ministro dell'Interno ), Francesco
Servello ( leader storico dell'MSI ) e Pietro Ingrao ( leader della sinistra PCI ).
La casta mette le ali
A chi in passato si è indignato per gli sprechi e le forzature dei politici italiani deve aver fatto un
certo effetto la notizia pubblicata da l'Espresso sotto il titolo "Voli blu, è spreco record" in cui si
parla dei due nuovi elicotteri dotati di ogni comfort acquistati dallo Stato, e quindi a spese dei
contribuenti italiani, per una cifra complessiva di circa 100 milioni di euro.
Da una parte c'è il ministro Giulio Tremonti che non perde occasione di ricordare ai cittadini la
necessità di rigore per rimettere in sesto il bilancio e far ripartire l'economia: la sua manovra
finanziaria, d'altronde, soprannominata "lacrime e sangue", sembra andare proprio in questa
direzione.
Dall'altra, però, evidentemente c'è qualcuno che ha sentito la necessità di acquistare due ultra accessoriati Agusta - Westland Aw - 139 al servizio degli uomini di Governo per le loro trasferte.
Sempre secondo quanto riportato da L'Espresso, l'acquisto dei due nuovi mezzi è solo la punta di
un iceberg di malcostume: nel 2010, per le trasferte governative, lo stormo dei velivoli a
disposizione dello Stato ha solcato i cieli per 8.500 ore.
Praticamente 365 giorni consecutivi sempre in volo.
Come si arrivi a questo record è presto detto: « Per due volte un membro dell'Esecutivo ha preteso
un jet che lo portasse da Milano Linate a Milano Malpensa.
Il Falcon è partito da Roma Ciampino, è atterrato a Linate per caricare l'Autorità e ha compiuto la
trasferta di cinque minuti per poi rientrare nella capitale.
Una spesa senza senso solo per assecondare i capricci di un Ministro », ha raccontato al
settimanale un alto ufficiale dell'Aeronautica.
La flotta al completo si compone di dieci jet extralusso ( 3 Airbus e 7 Falcon ) e di circa venti
Piaggio P180, le "Ferrari dei cieli", messi a disposizione di Sottosegretari e Ministri per agevolare i
loro trasferimenti con ingenti spese di personale e carburante.
Tutto questo senza contare il contributo essenziale fornito dai velivoli dell'Aeronautica che stando
a uno studio della Fondazione Icsa dimostrerebbe come l'Aeronautica negli ultimi dieci anni si
sarebbe sobbarcata diverse decine di milioni di euro per gli spostamenti dell'Esecutivo: 25 milioni
nel solo 2009.
La polemica, in realtà, torna ciclicamente: pochi mesi fa il Ministro della Difesa Ignazio La Russa è
stato accusato di aver utilizzato l'aereo blu solo per raggiungere Milano in tempo per l'inizio della
partita della sua squadra del cuore, l'Inter, impegnata in quell'occasione a San Siro contro lo
Schalke04.
Nel 2009 i senatori Francesco Sanna e Paolo Nerozzi presentarono un'interrogazione
parlamentare al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per chiarire costi e nominativi dei
viaggiatori imbarcati dagli aerei di Stato dopo che alcune foto immortalarono la presenza a bordo
di personaggi come il cantante Mariano Apicella.
Nel 2007, invece, fu il turno dell'allora Ministro della Giustizia Clemente Mastella che insieme con il
figlio e altri amici si servì di un jet dell'Aeronautica militare per andare a Monza dove era in
programma il Gran Premio.