Alcune tipologie di strumenti derivati 1. Il future su

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Alcune tipologie di strumenti derivati 1. Il future su
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modulo 3
Il mercato dei capitali e la Borsa valori
lezione 45
Gli strumenti derivati: caratteristiche generali
Alcune tipologie di strumenti derivati
1. Il future su Ftse Mib
A seconda dello strumento sul quale sono basati, si distinguono diverse tipologie di financial futures; tra queste
rientra il future su Ftse Mib. Si tratta di uno ‘‘stock index future’’, in quanto è un contratto a termine sull’indice Ftse Mib.
Il prezzo di negoziazione del future, pertanto, è in stretta relazione con il valore assunto dall’indice Ftse Mib;
guadagni o perdite dipendono dal suo andamento. Il contratto può essere chiuso nella stessa giornata in cui è
stato stipulato oppure in giornate differenti, saldando la differenza tra il valore finale del future e quello iniziale.
È naturalmente possibile, anche se infrequente, attendere la scadenza del contratto (sono previste in un anno
quattro scadenze). In tale ipotesi, dal momento che il bene oggetto di scambio a termine è immateriale, alla
scadenza non si realizza alcuno scambio di titoli, ma soltanto la determinazione (e il relativo versamento) dell’utile o della perdita, rappresentati dalla differenza tra il prezzo iniziale (al quale sono avvenuti l’acquisto o la
vendita) e il prezzo finale (quotazione del future alla scadenza del contratto).
Chi intende puntare sul rialzo della Borsa (rialzista) acquista il future per rivenderlo successivamente; chi conta
invece sul ribasso dei corsi azionari lo vende, sperando di poterlo poi acquistare a un prezzo inferiore.
Fonte: ‘‘Il Sole-24 Ore’’, 8 aprile 2011.
Per operare sul future, è necessario rivolgersi a un intermediario finanziario abilitato, versando su un apposito
conto corrente il margine iniziale di garanzia e le successive eventuali integrazioni giornaliere; quotidianamente i guadagni o le perdite sono accreditati o addebitate sullo stesso conto.
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È tuttavia da tenere presente che numerose aziende di credito, per evitare gli oneri contabili e amministrativi
connessi alle integrazioni giornaliere, chiedono alla clientela il versamento di un margine di garanzia più elevato
(ad esempio, doppio) rispetto a quello richiesto dalla Cassa di compensazione e garanzia.
La dimensione del contratto è data dal prodotto fra il prezzo del future (espresso in punti indice) e il valore di
ciascun punto indice, che è pari a E 5. Il movimento minimo di prezzo (denominato tick), corrispondente a un
punto di variazione dell’indice, ammonta infatti a 5 euro.
Per la negoziazione di un contratto Ftse Mib future, tuttavia, non è necessario disporre di tale somma, essendo sufficiente versare il margine iniziale, corrispondente attualmente all’11,50% del valore di mercato della posizione future alla chiusura delle contrattazioni.
Esiste anche la possibilità, per i piccoli investitori, di sottoscrivere un contratto future analogo al Ftse Mib future ma di minori dimensioni, denominato Mini Ftse Mib future.
Tale contratto, avendo una dimensione pari a 1/5 di quella del Ftse Mib future, con un valore di ciascun punto
indice uguale a E 1, risulta accessibile a un numero notevolmente più elevato di investitori.
esempio
Apertura e chiusura di un contratto Ftse Mib future
Un operatore, in data 20 luglio, si rivolge alla banca presso la quale è correntista ordinando l’acquisto di un contratto Ftse Mib scadente a settembre senza limite di prezzo; la banca esegue al prezzo di 20.560 addebitando inoltre F 30 a titolo di commissioni, mentre la quotazione di chiusura è pari a 20.590. Le quotazioni alla chiusura dei
giorni successivi sono le seguenti:
-
21 luglio: 20.640;
22 luglio: 20.610.
Il 23 luglio l’operatore ordina alla banca di chiudere la posizione; l’esecuzione avviene a 20.625 con addebito di
F 30 per commissioni.
Presentiamo:
1 il valore del future e l’andamento dei margini per ciascuna delle date considerate;
2 la determinazione del risultato economico conseguito dall’operatore.
1 Determinazione del valore del future e del margine di garanzia
20 luglio
Determiniamo innanzi tutto il valore del future all’acquisto:
E (5 20.560) = F 102.800
valore iniziale del Ftse Mib future
L’operatore è tenuto al versamento del margine iniziale di garanzia, calcolato sul valore del future alla chiusura, nella misura dell’11,50%; quindi:
E (5 20.590) = E 102.950
valore del Ftse Mib future alla chiusura del 20/07
E 102.950 11,50% = F 11.839,25
margine iniziale di garanzia
L’operatore deve aprire presso l’intermediario un conto corrente speciale, destinato ad accogliere, a titolo di cauzione, i
margini di garanzia che scaturiscono dalle operazioni relative al future; su tale conto deve essere versata una somma
pari all’ammontare del margine iniziale.
Deve inoltre essere versata (ad esempio, contro addebito del c/c bancario intrattenuto presso l’istituto di credito) anche
la commissione di negoziazione, pari a E 30.
Contemporaneamente viene determinata la differenza tra il prezzo di chiusura e quello di contratto; si tratta di un utile,
che viene accreditato sullo stesso c/c e che può essere calcolato nel seguente modo:
20.590 – 20.560 = 30
E (5 30) = E 150
tick
utile
21 luglio
Il future chiude a 20.640, con un incremento di 50 tick (20.640 – 20.590) rispetto alla chiusura precedente. Il c/c intrattenuto dall’operatore è accreditato dell’utile di E 250, ottenuto dal prodotto E (5 50).
Dato che la percentuale dell’11,50% deve rimanere invariata durante l’intera vita del contratto, ogni giorno, in base al
valore assunto dall’indice, vengono effettuati ulteriori versamenti a integrazione (in caso di utile); si renderanno invece
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possibili prelievi delle somme eccedenti nell’ipotesi di perdita. Nel nostro caso, è necessario un versamento al fine di
adeguare il margine iniziale al nuovo valore del contratto:
E (5 20.640) = F 103.200
valore del future al 21/07
11,50% su E 103.200
precedente margine di garanzia
integrazione del margine di garanzia
E 11.868,00 –
E 11.839,25 =
F
28,75
Tale ammontare è addebitato sul c/c dell’operatore e contestualmente trasferito, mediante giroconto, al conto vincolato.
22 luglio
La quotazione del future è scesa a 20.610, con una perdita di E 150, relativa a 30 tick (20.640 –
20.610). Il valore del contratto è sceso a E 103.050, dati da E (5 20.610).
Quindi, abbiamo:
precedente margine di garanzia
11,50% su E 103.050
riduzione del margine di garanzia
E 11.868,00 –
E 11.850,75 =
F
17,25
Tale ammontare è trasferito, mediante giroconto, dal conto vincolato al c/c dell’operatore.
23 luglio
L’operazione viene chiusa a 20.625, con un utile di 15 tick (corrispondenti a E 75) rispetto alla chiusura
del giorno precedente. L’operatore, quindi, può ritirare, insieme a tale utile, il margine di garanzia aggiornato al 22 luglio,
pari a F 11.850,75, dati da E (11.839,25 + 28,75 – 17,25).
La banca, inoltre, addebita sul c/c la commissione di intermediazione di E 30.
2 Determinazione del risultato economico conseguito dall’operatore
Il risultato economico conseguito dall’operatore può essere determinato sommando algebricamente utili e perdite giornaliere, tenendo conto anche delle commissioni di negoziazione applicate dall’istituto di credito all’acquisto e alla vendita del future:
E (150 + 250 – 150 + 75 – 30 – 30) = F 265
utile netto
È naturalmente possibile pervenire allo stesso risultato anche confrontando i prezzi di acquisto e di vendita del future:
prezzo di vendita del 23/07
prezzo di acquisto del 20/07
utile al lordo delle commissioni bancarie
commissioni bancarie di negoziazione E (30 + 30)
utile netto
E 103.125,00 –
E 102.800,00 =
E
325,00 –
E
60,00 =
F
265,00
Nel seguente prospetto riepiloghiamo i dati dell’operazione esaminata.
DATA
OPERAZIONE
PREZZO
VALORE
DEL
CONTRATTO
MARGINE
DI
GARANZIA
VARIAZIONE
DEL
MARGINE
UTILE
(+)/
PERDITA
(–)
20 luglio acquisto
20.560
102.800
chiusura
20.590
102.950
11.839,25
21 luglio chiusura
20.640
103.200
11.868,00
+ 28,75
+ 250
22 luglio chiusura
20.610
103.050
11.850,75
– 17,25
– 150
23 luglio vendita
20.625
103.125
SPESE
(–)
– 30
+ 150
totali
+ 75
– 30
+ 325
– 60
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2. Gli stock futures
Oltre al Ftse Mib future, nel mercato italiano dei derivati è possibile stipulare degli stock futures, cioè dei
contratti future basati su singoli titoli azionari; i titoli sottostanti a tale future, infatti, sono rappresentati da alcuni dei titoli a più elevata capitalizzazione (come Intesa Sanpaolo, Autogrill, Mondadori, Enel, Eni, Fiat, Generali, ecc.) quotati al Mercato telematico azionario (Mta).
3. Le opzioni: Ftse Mib e Iso
Le principali tipologie di opzioni trattate nell’Idem sono:
la Ftse Mib option, che si basa sull’indice di Borsa Ftse Mib. È un contratto di tipo europeo che prevede
scadenze mensili o trimestrali; dato che l’attività sottostante è rappresentata da un indice, è prevista la liquidazione in denaro pari alla differenza tra il prezzo di esercizio dell’opzione e il valore di liquidazione del contratto; questo è rappresentato dal valore dell’indice calcolato sul prezzo di apertura dei titoli componenti l’indice stesso nell’ultimo giorno di contrattazione (terzo venerdı̀ del mese di scadenza);
le opzioni sui singoli titoli azionari, o individual stock options (Iso), che sono di tipo americano e prevedono scadenze trimestrali e mensili.
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Fonte: ‘‘Il Sole-24 Ore’’, 8 aprile 2011.
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esempio
Acquisto di call options Iso
Il signor Paolo Rizzo di Roma acquista, in data 18 marzo, con finalità speculative, call options relative a 10.000
azioni Luxottica alle seguenti condizioni:
-
premio F 0,20;
prezzo d’esercizio F 19,40, da esercitare entro il terzo venerdı` del mese di aprile (si tratta, infatti, di opzioni di tipo americano, che possono essere fatte valere in qualunque momento prima della scadenza).
Ipotizzando che prima della scadenza lo speculatore non abbia esercitato l’opzione, in quanto il prezzo corrente
del titolo opzionato non è mai stato superiore al break-even point (prezzo di esercizio + premio), esaminiamo il suo
possibile comportamento nell’ultimo giorno utile, in base alle diverse possibili situazioni.
1 Il prezzo corrente dell’azione Luxottica è superiore alla somma del prezzo base e del premio
Ipotizziamo, ad esempio, che la quotazione dell’azione Luxottica sia 19,64. L’operatore ritira i titoli, conseguendo un
utile pari alla differenza tra prezzo di mercato e prezzo d’esercizio aumentato del premio pagato per l’acquisto dell’opzione.
Scriviamo, quindi:*
prezzo di mercato di un’azione Luxottica
prezzo d’esercizio
premio
utile per azione
E 19,64 –
E 19,40 +
E 0,20
E 19,60 =
F 0,04
costo di un’azione opzionata
* Per semplicità, non si tiene conto delle commissioni dovute agli intermediari.
L’utile complessivamente conseguito, nell’ipotesi che i titoli azionari siano contestualmente ceduti sul mercato a pronti,
ammonta pertanto a:
E (0,04 10.000) = E 400
Possiamo riepilogare i dati dell’operazione nel prospetto che segue:
costi
premi acquistati (E 0,20 10.000)
E
azioni acquistate (E 19,40 10.000)
E 194.000
ricavi
2.000
azioni vendute (E 19,64 10.000)
E 196.400
totali
E 196.000
utile
F
E 196.400
400
2 Il prezzo corrente dell’azione Luxottica è superiore al prezzo base, ma inferiore alla somma del prezzo
base e del premio
Se nell’ultimo giorno utile l’azione Luxottica ha valore corrente pari, ad esempio, a E 19,50, l’operatore ritira i titoli e li rivende immediatamente; egli deve però sopportare una perdita, come risulta dal prospetto seguente:
costi
premi acquistati (E 0,20 10.000)
E
azioni acquistate (E 19,40 10.000)
E 194.000
2.000
azioni vendute (E 19,50 10.000)
totali
perdita
ricavi
E 195.000
E 196.000
E 195.000
F
1.000
Si noti che qualora lo speculatore non avesse ritirato i titoli, pagandone il prezzo stabilito, la perdita sarebbe stata di
ammontare più elevato, essendo rappresentata dai premi pagati per l’acquisto dell’opzione.
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3 Il prezzo corrente dell’azione Luxottica è inferiore al prezzo base
Alla scadenza, le azioni Luxottica sono quotate, ad esempio, E 19,20. L’operatore abbandona il premio, cioè non ritira
i titoli opzionati. La perdita subita è pari al costo dei premi acquistati, cioè E 2.000.
4 Il prezzo corrente dell’azione Luxottica è pari alla somma del prezzo base e del premio
In quest’ultimo caso è indifferente ritirare i titoli o meno. In entrambe le ipotesi, infatti, l’operatore subisce una perdita
pari a E 2.000 (costo dei premi).
4. I covered warrant
Uno strumento derivato nato in tempi recenti è rappresentato dai covered warrant, che presentano numerose caratteristiche in comune con le options. Essi, infatti, attribuiscono al possessore il diritto di acquistare o di
vendere a un prezzo prestabilito (prezzo di esercizio, o prezzo base) una determinata attività finanziaria sottostante rappresentata, ad esempio, da un titolo azionario o da un paniere di azioni. Vi sono due tipi di covered
warrant:
call warrant, che consentono a un operatore di assumere una posizione rialzista, attribuendogli il diritto di
acquistare, al prezzo d’esercizio, una certa quantità dell’attività sottostante (ad esempio, un determinato numero di azioni);
put warrant, che attribuiscono al possessore, al contrario, la facoltà di vendere a un prezzo determinato
un certo ammontare dell’attività sottostante. I put warrant costituiscono strumenti idonei per gli operatori
che hanno aspettative al ribasso del sottostante.
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I warrant negoziati sul mercato italiano generalmente sono di tipo americano, in quanto il diritto che incorporano può essere esercitato in qualunque momento prima della scadenza. L’esercizio del warrant, cioè del diritto di vendita o di acquisto, generalmente non avviene attraverso la consegna fisica del sottostante, ma tramite liquidazione del differenziale esistente tra il prezzo di mercato e il prezzo di esercizio.
I warrant sono quotati in Borsa; la loro negoziazione avviene con trattazione continua e, a differenza di altri derivati (futures e options), non richiede margini di garanzia.
Come per ciascun titolo, l’ordine di acquisto o di vendita deve essere impartito a un’azienda di credito o a una
Sim, precisando prezzo e quantità; l’intermediario immette l’ordine nel sistema telematico della Borsa.
Il sistema verifica se sul mercato esiste in quel momento una proposta di segno contrario in grado di soddisfare
le condizioni di prezzo e quantità; in tal caso, il contratto è immediatamente concluso e il controvalore dell’operazione è addebitato o accreditato sul conto corrente degli investitori.
Al termine di ogni giornata di Borsa aperta, con riferimento a ciascun warrant, vengono determinati:
il prezzo ufficiale: è la media ponderata dei prezzi negoziati nell’intera seduta;
il prezzo di riferimento: è la media ponderata dei prezzi negoziati relativamente all’ultimo 10% di warrant
scambiati.
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Dal 27 aprile 2004 i covered warrant sono quotati in un apposito mercato, denominato Sedex (Securized derivatives exchange, cioè mercato dei derivati cartolarizzati), nel quale sono negoziati anche strumenti finanziari
con rischio più contenuto.
Fonte: ‘‘Il Sole-24 Ore’’, 8 aprile 2011.
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