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mostra
ELISABETTA D’AUSTRIA
Il mito di Sissi
31 agosto - 19 settembre 2010
Casa del Conte Verde
Via Fratelli Piol 8 – Rivoli (Torino)
Orari: martedì-venerdì: 15.00-19.00 - sabato-domenica: 10.00-13.00 15.00-19.00
Info: 011/9563020 oppure 011/9561043 - www.elisabeth-sissi.org
INGRESSO LIBERO
Il mito dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, universalmente nota come “la principessa Sissi”, rivive in
una mostra-omaggio che espone testimonianze di un fascino senza tempo tra finzione e realtà storica.
Libri, edizioni rare, giornali d’epoca, dischi, francobolli, locandine e manifesti cinematografici, foto di
scena, cataloghi di mostre, fotografie, ritratti, album di figurine, manifesti di spettacoli teatrali, bambole,
accuratissime ricostruzioni di abiti e pettinature dell’epoca, gadget, figurine, francobolli, e memorabilia
scompongono il mito dell’imperatrice d’Austria più amata e controversa di tutti i tempi: dalle mille
sfaccettature della sua complessa personalità al culto per la bellezza e la cura maniacale per i lunghissimi
capelli, dalla presunta anoressia di cui si dice fosse affetta ai numerosi viaggi, dalle poesie alle memorie
di chi le stette vicino, dalle numerose biografie ininterrottamente pubblicate a partire dalla sua morte
(improvvisa e violenta nel 1898) ad oggi alle più intense interpretazioni cinematografiche, con un
omaggio dovuto a Romy Schneider che la interpretò quattro volte venendo diretta perfino da un grande
maestro come Luchino Visconti in “Ludwig”. Il tutto arricchito da un inedito confronto con
Margherita di Savoia, la prima regina d’Italia che l’imperatrice Elisabetta incontrò in ben due occasioni:
due donne diversissime per stile e carattere che il destino volle rendere nemiche sul piano politico e
rivali in eleganza… uno “scontro” tra regine che propone un punto di vista originale, tutto al
femminile, in vista dei festeggiamenti del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Non una mostra su Sissi, ma sul suo mito: per cercare di capire come mai ancora oggi, a oltre centodieci
anni dalla sua scomparsa, questa donna così bella e ribelle, sola e controversa, divide storici e studiosi
coinvolgendo migliaia di appassionati che ogni anno si recano sui luoghi a lei cari, decretano il successo
delle fictions a lei dedicate, incoronano campioni d’auditel i film con Romy Schneider ad ogni messa in
onda e creano migliaia di pagine internet a lei dedicate!
La mostra è organizzata dall’Associazione Campo dell’Arte e dall’Associazione Atelier Gluck Arte,
curata da Enrico Ercole, Elena Laviano e Tiziana Romanato, vanta il patrocinio culturale del Forum
Austriaco di Cultura e la collaborazione del SisiMuseum di Vienna. L’evento è realizzato con il sostegno
economico della Regione Piemonte e la partecipazione del Comune di Rivoli, di Tursimovest, della
Provincia di Torino, di Piemonte Nuovo da Sempre e Viaggio nel Tempo. Le ricostruzioni degli abiti
storici esposti sono di Tiziana Romanato e Diego Comandone, le pettinature sono state ricostruite a
cura di Lia Parrucche-Legnano.
IL PERSONAGGIO
Entrata di diritto nella leggenda, Elisabetta d’Austria, a tutti nota semplicemente come La
principessa Sissi, fu una delle donne più belle e discusse della sua epoca. Nata e cresciuta tra le
montagne della Baviera, lontana dai polverosi cerimoniali della corte di Monaco, imparò da suo padre
ad amare le cose belle del mondo, l’odore della libertà e la voglia di ribellarsi alle regole della società
ottocentesca. Ma il destino aveva in serbo per lei ben altri progetti: a sedici anni sposa Francesco
Giuseppe, imperatore d’Austria. Come una farfalla attratta dalle luci di una stanza scintillante, Sissi
rimane imprigionata tra le strette maglie del cerimoniale della corte viennese. Troppo ribelle per
sottomettersi, troppo orgogliosa per trascurare se stessa, troppo libera per restare chiusa in un palazzo
dorato, troppo ostinata per rinunciare ai propri progetti, comincia a viaggiare, a praticare sport, a
preferire il mare e la montagna alle grigie strade di Vienna, a scrivere poesie, a detestare la mediocrità
dei membri della corte e della sua famiglia. Alla compagnia del marito, amatissimo, ma sempre in divisa
e lontano, preferisce quella dei nobili ungheresi, dei suoi cani, dei suoi cavalli, del cugino Ludwig, re di
Baviera costruttore di castelli da fiaba, e dei membri più stravaganti del suo entourage. Una fuga durata
sessantun anni, terminata tragicamente un tiepido pomeriggio di settembre sulle rive del lago di
Ginevra, quando la mano armata di un anarchico mette fine alla sua esistenza per consacrarla alla
leggenda. Con la sua vita fatta di eccessi, dalle cure maniacali riservate ai lunghissimi capelli all’attività
fisica (si fece installare a palazzo reale una vera e propria palestra), dalle diete estenuanti alle lunghissime
ore di cammino e equitazione, dall’amore per la poesia a quello per i viaggi, Elisabetta resta un’incognita
da risolvere. Dopo lo straordinario successo dei film con Romy Schneider negli anni Cinquanta il mito
di Sissi si consacra alla notorietà planetaria con un uno stereotipo distorto, dolciastro, che non ha nulla
a che vedere con la vera Elisabetta, che fu in realtà una donna molto sola, autoritaria e a tratti perfino
egoista, dolcissima con chi meritava il suo affetto spietata con chi non era degno di entrare a far parte
della sua cerchia. Eppure le fictions a lei dedicate riscuotono successi clamorosi, così come i musicals, i
convegni, le biografie, i documentari e le numerose esposizioni che ogni anno le vengono dedicate in
tutto il mondo.
LA MOSTRA
Organizzata dall’Associazione Campo dell’Arte, in collaborazione con l’Associazione Atelier Gluck
Arte, la mostra espone varie testimonianze relative al mito di Sissi producendo un percorso tematico
che ne affronta i punti cardine. La parte biografica è affidata principalmente ai ritratti e stampe che
narrano la sua vita, dalla nascita nel 1837 alla drammatica morte per mano di un assassino nel 1898:
splendide riproduzioni dei ritratti più celebri dell’imperatrice, del marito Francesco Giuseppe, del figlio
Rodolfo e dell’amato cugino Ludwig aiutano il visitatore a prendere confidenza con i personaggi che
ebbero per Sissi grande importanza affettiva. La cronaca degli eventi è lasciata a giornali dell’epoca,
cartoline, stampe commemorative, tra cui la riproduzione della prima pagina del corriere della sera del
12 settembre 1898 interamente dedicata alla notizia dell’assassinio dell’imperatrice. Osservando gli oltre
cento volumi dedicati alla sua vita, alle sue poesie, ai luoghi da lei amati sarà possibile comprendere
quanto la sua personalissima vicenda umana abbia interessato storici e biografi fin dagli anni
immediatamente successivi la sua morte (1898) ad oggi. Si parte dal 1930 della prima edizione della
biografia di Egon Conte Corti per arrivare alle riedizioni dei diari dell’amata figlia Maria Valeria,
dell’infelice nuora Stefania del Belgio, del suo lettore di greco, della sua ultima dama di compagnia: tutte
persone che le stettero vicine in modo diverso e che danno di Elisabetta ritratti diversi. Alcune
riproduzioni delle sue poesie ci parlano del suo rancore verso la mediocrità di chi le stava intorno e
dell’odio che provava per la falsità dell’essere umano, ma anche della dolcezza che era capace di
riservare a chi amava. La grande attenzione che riservava alla propria, ammiratissima, bellezza fisica è
testimoniata da due accuratissime riproduzioni di suoi abiti curate da Tiziana Romanato e Diego
Comandone: il celebre abito bianco da gran gala indossato da Sissi nel ritratto di Winterhalter, quello
che l’ha consacrata alla fama mondiale quando ancora era in vita, e uno dei suoi tipicissimi abiti neri che
non smise mai di indossare a partire dal 1889, anno in cui il figlio Rodolfo di suicidò a Mayerling. Due
Sissi diversissime ma complementari: quella risplendente nell’abito di corte che sembra incarnare lo
spleen dell’Austria Felix e quella più intima, dolorosa e rassegnata degli ultimi anni. Gli abiti sono
completati da due ricostruzioni delle celebri pettinature (a cura di Lia Parrucche-Legnano) con cui
Elisabetta amava raccogliere la lunghissima chioma che le arrivava ai polpacci: quella imperiale con i
celebri stelloni di diamanti (riproduzioni messe appositamente a disposizione dal SisiMuseum di
Vienna) e quella più “raccolta” usata per tutti i giorni e raccolta in una sofisticata retina di treccine.
Uno spazio è ovviamente dedicato al cinema. Se ancora oggi il mito di Sissi è bene impresso
nell’immaginario di giovani e meno giovani il merito va senz’altro ai numerosi film dedicati al
personaggio, prima fra tutti la trilogia di Ernst Marishka (1954-56) con Romy Schneider: film che
ancora oggi riscuotono enormi successi quando vengono mandati in onda. Presente in mostra anche la
Sissi più matura e veritiera che Romy tornò a interpretare nel 1973 “Ludwig” diretta da Luchino
Visconti. Locandine, foto di scena e manifesti cinematografici originali testimoniano questo percorso
formidabile ricordando che anche la bellissima Ava Gardner interpretò il ruolo nel colossal “Mayerling”
di Terence Young nel 1960.
Il mito continua con l’esposizione di manifesti di mostre dedicate a Sissi nel corso degli anni, con una
significativa esposizione di gadget appositamente inviati dallo shop del SisiMuseum di Vienna, con
libretti di sala di musical e concerti a tema, riviste, album di figurine (tra cui un rarissimo esemplare
completo dell’album pubblicato dalla Lampo nel 1954 in occasione del’uscita del primo film con Romy
Schneider), fotoromanzi, libri fotografici, puzzle, giochi, riviste per bambini e pubblicazioni di ogni
tipo.
Grazie alla collaborazione del Dott. Dino Ramella, che mette a disposizione alcune preziose
testimonianze dedicate alla prima regina d’Italia, la mostra propone per la prima volta un insolito
accostamento. Elisabetta d’Austria sarà messa a confronto con Margherita di Savoia: l’imperatrice
austriaca e la prima regina d’Italia si incontrarono in due occasioni diverse, nel 1881 in Austria nel corso
di una visita ufficiale e nel 1895 a Venezia. Due regine quanto mai lontane nel modo di svolgere il loro
ruolo istituzionale, due donne diversissime per aspetto fisico e carattere che si trovarono per volere del
destino gomito a gomito da “nemiche”: Sissi non perdonò mai agli italiani di aver cacciato gli austriaci
dal Lombardo Veneto e soprattutto di aver “rubato” il trono alla sorella Maria Sofia, regina di Napoli.
Un omaggio tutto al femminile, lontano dai trattati politici e dai campi di battaglia, in vista dei prossimi
festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Insomma, un lungo percorso che ci mostra quanto questa donna bellissima, controversa, triste, sappia
ancora oggi esercitare un fascino incredibile su grandi e piccini: che sia lo sfarzo della corte di Vienna
da lei tanto avversato oppure il singolare dolore di una donna bellissima in perenne fuga da se stessa, c’è
sempre qualcosa in lei che affascina il lettore, il turista, il regista, lo studioso, lo storico. A questo
aspetto abbiamo cercato di dedicare questo evento.
Ufficio Stampa: Enrico Ercole 349/5422273 – Molte immagini disponibili
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