CLOS MONTMARTRE - Vitae - Maggio 2015

Clos
Fulvio
Piccinino
Montmartre e Pigalle. Due nomi che immediatamente portano alla mente Parigi. Da sempre
simboleggiano l’altra faccia della città, alternativa e trasgressiva, da non perdere se si vuole vivere
½RSMRJSRHSP´IWTIVMIR^EHIPPEGETMXEPITM€ZMWMXEXEEPQSRHS )RXVEQFMLERRSTIVWSP´SVMKMREPMXk
primordiale, ma mantengono ancora, grazie a chansonnier, artisti di strada e locali storici, una valida
XIWXMQSRMER^EHIPPE4EVMKMHIPPE&IPPIfTSUYIUYERHSPEGMXXkHSQMREZEGYPXYVEPQIRXIP´)YVSTEEKPM
MRM^MHIP2SZIGIRXS
1SRXQEVXVISPXVIGLIYRPEFSVEXSVMSWSGMEPIrEPXVIWvYRPYSKSHMMRXIVIWWITIVKPMIRS½PMTIVGLq
a pochi metri dalla basilica del Sacro Cuore, che domina la collina, si scorge, adagiata su un suo
½ERGSYREHIPPITSGLIZMKRIHMGMXXkIWMWXIRXMEPQSRHS5YIWXSKMEVHMRSZMXEXSVETTVIWIRXEP´YPXM
ma piccola testimonianza di una viticoltura ancestrale che in passato occupava ettari di territorio
francese a nord di Parigi.
La vite fu portata dai Romani a seguito della fondazione di Lutetia, l’antico nome della capitale,
ITYVIM+EPPMHMZIRRIVSKVERHMGSRWYQEXSVMHMZMRS GSRUYMWXEXMHEPPEGSQTPIWWMXkHIPRIXXEVIHM
&EGGS 0ITVMQIXIWXMQSRMER^IGIVXIEVVMZERSRIPUYERHSMPZMKRIXSJYGMXEXSRIKPMERREPMHM
Flodoard, poeta e storico, responsabile dell’archivio di Reims, incaricato di rendicontare gli anni fra
MPIMP1EMPWEPXSUYEPMXEXMZSITVSHYXXMZSWMIFFIWSPSRIP<--WIGSPS0IGVSREGLIVMJIVM
WGSRSGLIWYUYIWXEGSPPMREJYIHM½GEXSTIVZSPIVIHM%HIPEMHIHM7EZSMEYRGSRZIRXSHMQSREGLI
IJYMQTMERXEXSYRZMKRIXSIWTSWXSQEKRM½GEQIRXIEWYHHIPPEGSPPMRE7IRIVMGEZEZEYRZMRSHE
PMXYVKMEVSWWSGSQIZSPIZEPEXVEHM^MSRIGVMWXMEREMRUYIMWIGSPMHMIGGIPPIRXIUYEPMXkXERXSGLIYRS
HIKPMETTI^^EQIRXMJYGLMEQEXSRIMWIGSPMWYGGIWWMZM±0E+SYXXIH´3V²
7YUYIWXEGSPPMREIWXIWEQEEPXEWSPSGIRXSXVIRXEQIXVMPIRSXM^MIWXSVMGLIREVVERSGLIMZMXMGSPXSVM
HIPP´ITSGEWEKKMEQIRXIQMWIVSEHMQSVEEIWXZMXMKRMFMERGLMIEWYHUYIPPMVSWWM TIVEWWMGYVEVWM
102
Montmartre
C l o s Mo n t m a r t r e
PETMIREQEXYVE^MSRI0EUYEPMXkHIMZMRMIVEWMGYVEQIRXIIPIZEXESKRMERRSPIFEHIWWIHSZIZERS
GSRWIKREVIUYEXXVSFEVMPMHIPPSVSQMKPMSVZMRSTIVP´ERRMZIVWEVMSHIPP´MRGSVSRE^MSRI-PGPMQEMRWSPM
XEQIRXIGEPHSTIVQIXXIZEHMVIEPM^^EVIZMRMVSWWMGSVTSWMIFMERGLMHSPGMIEGMHYPMERGLIEUYIWXI
latitudini.
(EP<:EP<:--WIGSPSP´)YVSTEJYGSPTMXEHEPPEGSWMHHIXXE±TMGGSPEKPEGME^MSRI²GSRGSRWIKYIR^I
drammatiche a livello sociale. Fame e pestilenze tormentarono le popolazioni indebolite dalla
GEVIWXMEWIKYMXEEPPIHMJ½GSPXkHMGSPXMZE^MSRIHIMGIVIEPMIHIPJSVEKKMSTIVMPFIWXMEQI0EKIPEXEGLI
WTE^^{ZMEHI½RMXMZEQIRXIPEZMXMGSPXYVEERSVHHIPPI%PTMIFFIPYSKSRIPIQMWIPETEVSPE½RI
ai vigneti, progressivamente abbandonati per mancanza di mano d’opera, data l’elevata mortalità.
Poche colture si salvarono poco più a sud delle Alpi, ma il clima sfavorevole e la maturazione
approssimativa degli acini, che dava vini deboli e troppo acidi, determinarono il successo dei vini
provenienti dal caldo e soleggiato bacino del Mediterraneo. Il nuovo scenario sancì la morte com
merciale di molti vini e con essi la scomparsa di alcune varietà che si erano dimostrate troppo
sensibili alle malattie.
Questo cataclisma fu una fortuna per la moderna viticoltura. La vite mutò per adattarsi. Si pensa
GLIQSPXIZEVMIXkEFEGGEVSWWEGSQIMPTMRSXMRUYIWXSTIVMSHSQYXEVSRSMKIRMVIWTSRWEFMPMHIP
colore divenendo bianchi per avere maggior possibilità di sopravvivenza in un clima rigido. Uno
JVEXYXXMREGUYIWYEQEIWXkPSGLEVHSRRE]HEYRMRGVSGMSREXYVEPIJVEMPTMRSXIMPKSYEMWFPERGYR
vitigno che dava vini poveri e privi di carattere, di cui fu successivamente proibita la coltivazione
in tutta la Francia.
'SRYRTEXVMQSRMSEQTIPSKVE½GSHEVMGSWXVYMVIIGSRPIIWTIVMIR^IXVEKMGLIEGGYQYPEXIWMTVS
QYPK{YRIHMXXSRIPGSRMPUYEPIHMJEXXSWMZMIXEZEPEGSPXMZE^MSRIHMZMXMKRMHEMVMWYPXEXMQI
HMSGVMIRIPPIEVIITSGSZSGEXI 0E2SVQERHMEXVEQYX{P´MRXIVSTEVGSZMXEXSMREPFIVMHMQIPII
pere, dando vita all’eccellenza del sidro e del Calvados, mentre Parigi lo sostituì in maggioranza
con boschi e spazio vitale per la sua espansione urbanistica. Poco più a nord del parallelo di Parigi
sopravvisse solo la Champagne, per via del terreno gessoso che poteva far superare eventuali
KIPEXIIUYEPGLIGLMPSQIXVSEWYHMZMKRIXMHIPPE0SMVEKVE^MIEPQMGVSGPMQEXIQTIVEXSSJJIVXSHEP
KVERHI½YQI
Tuttavia la viticoltura non era destinata a soccombere completamente nella capitale. La Parigi me
dioevale fu completamente rasa al suolo dal 1852 al 1869 e il suo centro ricostruito dall’architetto
Haussmann secondo i criteri dell’architettura razionale del periodo. Le case moderne, pulite e
funzionali furono abitate dalla nuova ricca borghesia che si andava affermando, mentre gli abitanti
originari furono spinti verso le periferie e soprattutto verso la collina di Montmartre. Il versante
della collina esposto a nord diventò un’utile cava di gesso per la costruzione.
2IPPEGSPPMREIVEERGSVEEPHMJYSVMHIPPEGMRXEHE^MEPITEVMKMREIMTVI^^MHIPZMRSIVERSQSP
XSTM€FEWWMGLIRIPVIWXSHIPPEGMXXk QEMPTVSHSXXSHMUYIPPIZMKRIIVEVMGSVHEXSQEPMKREQIRXI
in una breve poesiola scurrile che sottolineava le sole proprietà diuretiche. Il destino delle vigne
esposte a sud era irrimediabilmente segnato. I prezzi accessibili e la bellissima vista sulla città ne
104
C l o s Mo n t m a r t r e
fecero un’area estremamente appetibile per la nuova espansione abitativa. Ai piedi di Montmartre
WSVWIMPUYEVXMIVIHIMPSGEPMIHIMRMKLXGPYFHSZIMRYSZMEFMXERXMHIPPEGETMXEPIGVIWGMYXEMRQERMIVE
IWTSRIR^MEPITSXIZERSEWWMWXIVIEWTIXXEGSPMPMGIR^MSWM2EGUYIGSWvPEQEKMGEEPGLMQMEGLIWERGvMP
mito di Pigalle. Il tessuto sociale decisamente variegato e spumeggiante contribuì in maniera deter
minante alla formazione della cosiddetta “Comune di Montmartre”, cui parteciperanno i maggiori
EVXMWXMHIPTIVMSHS HE4MGEWWS E1SHMKPMERME,IRV]HI8SYPSYWI0EYXVIG 0IGEWIRIPJVEXXIQTS
EZIZERSGSRUYMWXEXSXYXXEPEGSPPMREHMZIRXERHSSPXVIGLIHMQSVEHIKPMEVXMWXMERGLIP´EFMXE^MSRIHM
KIRXITSZIVEGLIUYMTSXIZEWSWXIRIVIYREJ½XXS
-PUYEVXMIVIIFFIERGLIPIWYIVSGOWXEV-PTVMRGMTEPIJY%VMWXMHI&VYERXEQMGSHM0EYXVIGGLIWMIWMFv
TIVPYRKLMERRMEPPS±'LEX2SMV²IEP±0ETMR%KMPI² PSGEPIWMQFSPSWSTVEZZMWWYXSHIPPE4EVMKMEPXIV
REXMZEIPEGYMMRWIKREGSRXMRYEEWTIGGLMEVWMWYPPEZMKREHM1SRXQEVXVI0EWYE½KYVErWMKRM½GEXMZE
TSMGLqGSRMTVSZIRXMHIPPIWYITIVJSVQERGIEGUYMWX{PEGEWEEHMEGIRXIEPPEZMKREWEPZERHSPEHEPPE
VSZMRE0EPIKKIRHEREVVEGLIUYIWXSIHM½GMSJSWWIWXEXSYREHIPPIEPGSZITVIJIVMXIHIPVIIGLIUYM
si incontrasse segretamente con una delle cugine di Adelaide di Savoia, prima badessa del vicino
QSREWXIVS3KKMMPTMIHkXIVVIHIPVIrHMZIRYXSPEWIHIHIPTMGGSPSQYWISHIPPEZMKRE
Eppure, dopo alcuni anni la magia di Montmartre iniziò a spegnersi lentamente. La Prima guerra
QSRHMEPIGSRPIWYIHMWXVY^MSRMP´EFFERHSRSHIPUYEVXMIVIHETEVXIHMQSPXMTVSXEKSRMWXMVMXMVEXMWM
SVQEMZIGGLMIWXERGLMRIPPITM€XVERUYMPPIGEQTEKRIEHMEGIRXMEPPEGETMXEPIIMPVMXSVRSHMEPXVMRIPPE
nazione di origine privarono la scena della sua originalità. Venendo a mancare i “guardiani” della
ZMKRETVSJSRHEQIRXITVSZEXEHEPTEWWEKKMSHIPPE½PPSWWIVEUYIWXEWGSQTEVZIHI½RMXMZEQIRXIRIP
1928.
-TVSFPIQMRSRIVERS½RMXMTSMGLqYREQFM^MSWSTMERSIHMPM^MSHIPGSQYRIHM4EVMKMEZIZEP´SFMIXXM
ZSHMVMUYEPM½GEVIP´EVIEHIXIVQMRERHSPEWGSQTEVWEHIPPIZIGGLMIEFMXE^MSRMIHMSKRMTSWWMFMPMXkHM
VMXSVRSHIPPIZMXMQEEPGYRMEFMXERXMMRKYEVMFMPMVSQERXMGMIVERSHIXIVQMREXMEJEVVMZMZIVIMPUYEVXMIVI
e il Clos Montmartre. È il caso di monsieur Poulbot che nel 1929 fondò la Repubblica di Mont
martre, fermamente deciso a difendere gli spazi verdi della collina. Bocciato il suo progetto im
mobiliare, al nostro non rimase che ricorrere a uno stratagemma: lo spazio destinato alla rinascita
HIPPEZMKREJYEHMFMXSETEVGSKMSGLMTIVMFEQFMRM4VMZEVIMTMGGSPMHMUYIWX´EVIEEZVIFFITVSZSGEXS
YR´MRWYVVI^MSRITSTSPEVIMRXYXXSMPUYEVXMIVIITVSFEFMPQIRXIRIPP´MRXIVEGMXXk-PTIVMSHSTMYXXSWXS
agitato a livello sociale, con una crisi mondiale alle porte, sconsigliava vivamente ai governanti
QSWWIEZZIRXEXIIMQTSTSPEVM7YPGERGIPPSJYTSWXSYRGEVXIPPS±4EVGSHM4EVMKM²GSRXERXSHM½VQE
HIPWMRHEGS2YPPEHMTM€JEPWSETEVXMVIHEPPEQMPPERXEXEMREYKYVE^MSRIGSRPITIVWSREPMXkHIPPEGMXXk
TIVHEVIYPXIVMSVIGVIHMXSEPPEFYVPE2IWWYRSMRHEK{EJSRHSRIWWYRSSW{XSGGEVIPSWTE^MSZIVHI
HSZIMKMSZERMHIPUYEVXMIVIKMSGEZERSJIPMGM
Dopo aver salvato l’area, si decise di passare alla fase successiva, ossia reimpiantare una vigna, cosa
che avvenne nel 1933. Una vigna carica di simboli, che voleva riportare alla memoria gli antichi
JEWXM GSRYR´YRMGETIGGE WEVIFFIWXEXERIGIWWEVMEQIRXIIWTSWXEERSVH 1EUYIWXSTSGSMQTSV
XEZEEMJSRHEXSVMHIPPEGSRJVEXIVRMXEMUYEPMGEVMGEVSRSMPPYSKSHMWMQFSPMWQSISVKSKPMSRE^MSREPI
106
C l o s Mo n t m a r t r e
*YVSRSHYRUYIMQTMERXEXMGITTMWYHHMZMWM
fra i 27 vitigni coltivati all’epoca in Francia, con
un leggero predominio di pinot nero, gamay e
chardonnay per la capacità di resistere meglio
al freddo e alla poca insolazione della posizio
RI4IVUYIWXSQSXMZSMRXIQTMVIGIRXMWMrHI
GMWSHMEYQIRXEVIPEUYSXEHIPTVMQSZMXMKRS
TIVQMKPMSVEVIPEUYEPMXkHIPZMRS TSMGLqWMVEL
grenache e carignan, i vitigni tipici della Lingua
doca e della Provenza, hanno dimostrato di
gradire poco il piovoso clima parigino.
La vigna inoltre ha una presenza di eccezione,
un biotipo particolare di rosa nota con l’appel
lativo “di Montmartre”, posta all’inizio di ogni
½PEVIEPPSWGSTSHMWIKREPEVIIZIRXYEPMEXXEGGLM
di parassiti.
2IP EPPE TVMQE ZIRHIQQME JEXXE WSPS E
scopo dimostrativo, assistette anche il Presi
HIRXI HIPPE VITYFFPMGE GLI WERGv GSWv PE ½RI
delle “ostilità” nei confronti dell’associazione
“Vecchia Montmartre”. L’obiettivo era stato
VEKKMYRXS 2IKPM ERRM WYGGIWWMZM P´YZE VEGGSPXE
fu venduta a cantine della regione e il ricavato
108
YXMPM^^EXSTIVWGSTMWSGMEPMRSFMPMUYEPMP´EGUYMWXS
HIPGSQYRIHM4EVMKMIUYMZMRM½GEXEQEWMZSV
HMHIVVEXIEPMQIRXEVMTIVMTSZIVMHIPUYEVXMIVI
rebbe in futuro creare una piccola cantina in
SP´SJJIVXEHIPTVER^SHM2EXEPIEKPMER^MERMHIP
PSGS -PZMRSVSWWSSXXIRYXS HMHMWGVIXEUYEPMXk
FSVKS2IPWIGSRHSHSTSKYIVVEHSTSPEZIR
è venduto all’asta a prezzi oscillanti da 40 a 50
demmia si spremeva immediatamente il succo
euro per una bottiglia da mezzo litro. Un vino
dei grappoli, venduto a offerta alle decine di
icona non vincolato alle logiche di rapporto
migliaia di persone che assistevano alla festa.
UYEPMXkTVI^^S (EPrMRGSQQIVGMSWSPS
2IP JY TVIWE PE HIGMWMSRI HM ZMRM½GEVI
un rosato, ritenuto dall’enologo più confacente
un prodotto alcolico dalle caratteristiche uni
UYEPMXEXMZEQIRXIEPPIGEVEXXIVMWXMGLIHIPPEZMKRE
che, se non altro per la variegata presenza di
che continua a donare vini piuttosto acidi. Il
vitigni e per il carico di storia che portavano
ZMRSEPHMPkHIPPIWYIUYEPMXkrMPWMQFSPSHIPPE
GSRWq-PZMRSTVSHSXXSIVETSWXSMRZIRHMXEE
vittoria della tenacia, dell’intelligenza dell’uomo
GEVS TVI^^S TIV ½RER^MEVI RYSZEQIRXI STI
e della sua voglia di libertà, concetti che sono
VI E WGSTS YQERMXEVMS I WSGMEPI 2EWGI GSWv
molto cari ai francesi, da sempre affezionati alle
un’associazione di volontari che ogni anno, a
½KYVI IVSMGLI I GSRXVSGSVVIRXI GLI PE PSVS
gennaio, organizza un pranzo per i poveri e
storia ha via via sfornato. Un progetto ambi
gli anziani nello storico ristorante “Le Moulin
^MSWS UYIPPS HIPPE:MKRE HM 1SRXQEVXVI YRE
de la Galette”, più volte rappresentato da Van
lunga storia fatta di caparbietà che ha avuto
+SKL 4MGEWWS I 6IRSMV 1E UYIWXS r RYPPE HM
JSVXYREXEQIRXIYRPMIXS½RI
fronte alla festa della vendemmia, la seconda
Un sentito grazie all’associazione che ha per
settimana di ottobre, che vede coinvolte cin
QIWWS PS WGEXXS HIPPI JSXSKVE½I IWGPYWMZI I MP
UYIGIRXSQMPETIVWSRI
VEGGSRXSHMUYERXSWGVMXXS
L’uva è trasportata in una cantina di proprietà
109