Faedi W., G. Baruzzi1, G. Capriolo, F. D`Anna, M. Funaro, P. Lucchi

Transcript

Faedi W., G. Baruzzi1, G. Capriolo, F. D`Anna, M. Funaro, P. Lucchi
SPECIALE FRAGOLA
Novità varietali per la fragolicoltura
meridionale
W. FAEDI (1) -1G. BARUZZI (1) - G.1 CAPRIOLO (2) - F.2 D’ANNA (3) - B. 7DI CHIO (4) - M. F8UNARO (5) - P. LUCCHI
(6)
9
S. MAGNANI (2 ) - M.L. MALTONI3( ) - A. MARANO7 ( ) - G. MARTELLI ( 5) - M. MUNTONI ( ) 5- I. NARDIELLO ( )
R. PARRILLO ( ) - C. PRINZIVALLI ( ) - G. QUINTO ( ) - G. RONDINELLI ( )* - G. SPAGNOLO ( )
(1) CRA - Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - Sezione di Forlì
(2) CRA - Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - Sezione di Caserta
(3) Dipartimento Agronomia Ambientale e Territoriale - Università di Palermo
(4) Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente - Università della Basilicata.
(5) Agenzia Regionale Sviluppo e Servizi in Agricoltura - Regione Calabria
(6) Centro Ricerche Produzione Vegetale - Cesena
(7) Dipartimento di Biologia Difesa e Biotecnologie Agro-Forestali - Università della Basilicata
(8) Consorzio Interprovinciale Frutticoltura - Cagliari
(9) Tecnico Sperimentatore presso Az. Troyli - Policoro (Mt)
* Tesista del Dipartimento di Agrochimica e Agrobiologia dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria
La fragolicoltura meridionale
fra alti e bassi. Fondamentale
un costante miglioramento
varietale e l’aggiornamento
delle tecniche agronomiche,
a cominciare dall’utilizzo
di piante fresche.
Alcuni interessanti
nuovi genotipi frutto
del “breeding” pubblico.
L
a fragolicoltura dell’Italia meridionale sta attraversando una fase di
profonda trasformazione. Le superfici hanno subito negli ultimi cinque
anni (2000-2004) un ridimensionamento complessivo del 13%, ma con
andamenti diversi nelle singole regioni. In Campania, dopo il notevole calo
degli investimenti registrato fino al
2002, soprattutto nella Piana del Sele,
le superfici investite nell’ultimo biennio si sono pressoché stabilizzate intorno agli 800 ha. In Basilicata, invece,
dove la coltura è principalmente locaL’attività condotta presso il campo di Policoro
(Az. Troyli) è stata svolta nell’ambito del Progetto “Metodologie e sistemi integrati per la valorizzazione di prodotti ortofrutticoli di particolare interesse degli areali
di Brindisi e Metaponto” (BRIMET) U.O. Dipartimento
di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente - Università della Basilicata.
L’attività di miglioramento genetico condotta nell’ultimo biennio a Metaponto presso l’Azienda Sperimentale Dimostrativa “Pantanello” è stata principalmente finanziata dal Dipartimento di Biologia Difesa e Biotecnologie Agro-Forestali – Università della Basilicata. Lavoro svolto nell’ambito del Progetto “Frutticoltura” principalmente finanziato dal MiPAF. Pubblicazione n. 483
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FRUTTICOLTURA - n. 4 - 2005
lizzata nel Metapontino, il calo degli
investimenti (–17% dal 2000) è stato
particolarmente significativo proprio
negli ultimi 2 anni (–15%). In Sicilia si
è registrato un notevole incremento degli investimenti nel 2001 (+16%) per
poi stabilizzarsi negli anni successivi.
In Calabria la superficie fragolicola è risultata sostanzialmente stabile fino al
2003, mentre nell’ultimo anno si è registrato un aumento del 10%. Attualmente, quindi, la coltura appare in flessione solo nel Metapontino.
Questi cambiamenti sono legati alle
modificazioni in atto sulla tecnica colturale che prevede il sempre maggior impiego
di piante fresche in sostituzione delle tradizionali piante frigoconservate (Faedi et
al., 2004). Ciò si è verificato già da qualche anno nella Piana del Sele in Campania, nel Marsalese in Sicilia e nel Lametino in Calabria, dove quasi tutti gli impianti sono realizzati con piante fresche, mentre nell’agro-aversano e nelle aree più
fredde metapontine il cambiamento è più
recente (ultimo biennio). In pratica, oggi è
possibile affermare che la fragolicoltura
del Sud si è stabilizzata o tende leggermente ad aumentare nelle aree in cui è
già avvenuto il passaggio dalle tradizionali piante frigoconservate alle piante fresche vegetanti.
Questo tipo di pianta è prodotta in vivai appositamente costituiti in genere in
Spagna e Polonia, anche se vanno segnalati alcuni primi tentativi di produrre piante fresche nelle aree di montagna del Sud
Italia. I principali vantaggi rispetto alle
piante frigoconservate sono legati a: ritar-
do della piantagione di circa 1 mese; anticipo del calendario di raccolta, anche di
due mesi, a seconda delle zone, e suo
prolungamento nel tempo evitando picchi di produzione e permettendo una migliore gestione e un minor utilizzo di manodopera aziendale; migliori caratteristiche qualitative del frutto; maggiore regolarità della forma per effetto del minor sviluppo vegetativo delle piante con conseguente maggior aerazione fra queste e
quindi più possibilità di avere una perfetta
impollinazione del fiore; maggiore tolleranza agli stress e ai patogeni dell’apparato radicale. Per contro, i rischi a cui vanno
incontro le piante fresche sono decisamente superiori rispetto alle piante frigoconservate. In primo luogo vi è quello climatico; infatti, repentini abbassamenti termici durante il periodo invernale possono
determinare l’arresto dell’attività vegetoproduttiva della pianta fresca, se non opportunamente protetta con doppi film di
copertura. Inoltre, piantagioni troppo ritardate (fine ottobre-primi di novembre),
spesso dovute alla troppo tardiva disponibilità del materiale vivaistico, possono determinare un ridotto sviluppo della pianta
prima dell’inverno e conseguenti limitati
livelli produttivi. Per garantire successo
all’impianto effettuato con piante vegetanti si rendono necessarie epoche di
piantagione precoci (massimo fine settembre), anche se i produttori riscontrano
costante difficoltà nel reperire sul mercato
vivaistico piante fresche a radice nuda per
quel periodo. Il problema di disporre di
piante vegetanti di ottima qualità in epoca
precoce potrebbe essere risolto adottando
Frutti delle selezioni MT 95.I59.2 (a sinistra) e MT 99.20.1 (destra).
la pianta fresca “cima radicata” di cui alcuni recenti studi hanno evidenziato la
piena validità (D’Anna e Iapichino, 2002;
Faedi et al., 2003; Menzel e Waite, 2004;
Takeda et al., 2004).
L’interesse verso questo tipo di pianta
fresca, ancora poco utilizzata dai produttori meridionali, è principalmente legato
soprattutto alla brevità del ciclo moltiplicativo, ma non solo. È stato, infatti, dimostrato per alcune varietà di fragola che
questo tipo di pianta presenta una maggiore tolleranza ai patogeni dell’apparato
radicale rispetto alle piante frigoconservate grazie ai tessuti giovani di cui è costituita e al breve periodo con cui resta a
contatto del terreno (Faedi et al., 2000).
Infatti, la pianta è pronta in 25-30 giorni a
seguito della radicazione, su substrato di
torba e in condizioni controllate (altissima
umidità mantenuta con interventi di nebulizzazione, temperature costanti ombreggiamento), di una “cima” di uno stolone, prelevata dai vivai che potrebbero
essere sempre quelli per produrre le piante fresche a radice nuda, provvista di abbozzi radicali.
L’evoluzione in atto della tecnica colturale della fragola è accompagnata anche da un cambiamento più o meno marcato dello standard varietale: le piante fresche di Camarosa si sono pienamente affermate nelle aree Campane e Calabresi;
in Sicilia, invece, è ancora la vecchia cultivar Tudla a dominare lo standard varietale. Nel Metapontino, dove i fragoleti sono in gran quantità (60%)
realizzati con piante frigoconservate, lo standard varietale è piuttosto
diversificato: Pajaro, Tethis, Najad e
Paros sono le varietà più diffuse come piante frigoconservate, mentre
Candonga, Camarosa, Ventana e Tudnew dominano come piante fresche.
Lo standard varietale denota che la
fragolicoltura dell’Italia meridionale è fortemente dipendente da varietà estere (Ca-
lifornia e Spagna). Le uniche varietà di origine italiana più diffuse (Tethis, Paros e
Najad) non sono pienamente adatte ad
essere impiegate come piante fresche e
quindi appaiono destinate ad avere un interesse ancor più limitato.
È chiaro, quindi, che la ricerca di nuove varietà adatte ad essere impiegate anche come piante fresche rimane un’esigenza di primaria importanza per l’attività
italiana di “breeding” per gli ambienti meridionali. È infatti attiva un’azione di miglioramento genetico condotta con finanziamenti pubblici (ex Progetto “Frutticoltura” del MiPAF) che opera nei principali
areali fragolicoli meridionali ed insulari.
In passato questa attività ha consentito la
diffusione commerciale di varietà come
Egla, Teodora e Clea (Faedi et al., 1993)
che non hanno però avuto successo presso i produttori. Successivamente è stata
diffusa Paros (Faedi et al., 1994), affermatasi solo nell’ambiente metapontino, e più
recentemente Demetra e Rubea (Faedi et
al., 2003).
La selezione in 7 aree diverse
del Sud Italia
In questa nota, si riportano i risultati
ottenuti da studi varietali condotti in numerose aree meridionali su 7 selezioni in
avanzata fase
di studio ottenute a Metaponto nell’ambito del progetto MiPAF “Frutticoltura” messe a confronto con Camarosa.
Si è operato nel 2003-04 in campi localizzati a Parete (Na), Battipaglia (Sa),
Metaponto e Policoro (Mt), Lamezia Terme (Cz), Marsala (Pa) e Villasor (Ca). La
tecnica colturale adottata in ogni campo è
stata quella tradizionale: fumigazione del
terreno con bromuro di metile (dose: 40
g/m2); sistemazione in prode ben baulate,
alte 20-25 cm e pacciamate con film di
polietilene nero, forato in file binate alla
distanza di 35 cm (fra le file) x 20 cm (fra
le piante lungo la fila) per una densità di
circa 80.000 piante/ettaro; irrigazione a
pioggia dopo la piantagione fino alla copertura dei tunnel e poi tramite manichetta forata posta sotto il film di pacciamatura. Per i trattamenti fitosanitari, irrigazioni
e interventi di concimazioni, è stata seguita la tecnica tradizionalmente adottata
dalle aziende ospitanti.
In tutti i campi, Camarosa è stata messa a confronto con le 7 selezioni in avanzata fase di studio ottenute a Metaponto:
MT 95 I 59.2, MT 99.20.1, MT 99.121.9,
MT 99.163.14, MT 99.163.19, MT
99.163.20, MT 99.163.22. Sono state impiegate piante fresche “cime radicate” prodotte dal Dipartimento di Biologia , Difesa
e Biotecnologie Agroforestali – Università
della Basilicata presso l’Az. Sperimentale
“Pantanello” di Metaponto (Mt) prelevando le cime di stoloni a più riprese, in relazione alla data di piantagione adottata tradizionalmente nei 7 campi e poi messe a
radicare su un substrato di torba in contenitori di polistirolo provvisti di 60 alveoli,
opportunamente sagomati per evitare l’attorcigliamento delle radici e posti in ambiente leggermente ombreggiato e dotato
di sistemi d’irrigazione nebulizzanti (Lucchi, 2002). Dopo circa 25-30 giorni le
piantine ben radicate sono state messe a
dimora secondo uno schema sperimentale
a blocchi randomizzati con parcelle di 10
piante ripetute 4 volte ad eccezione dei
campi localizzati a Policoro e Villasor, costituiti con parcelle singole.
Frutti delle selezioni MT 99.163.14
(a sinistra) e MT 99.163.20 (destra).
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L’abbondante fruttificazione della selezione
MT 99.163.22.
A Parete si è operato presso l’azienda
Pezone Francesco, associata alla cooperativa Sole, su un terreno sciolto, limoso,
mediamente dotato di sostanza organica e
con pH neutro (6,9). È stata adottata la
protezione con tunnel multipli (larghi 5
m, altezza al colmo 2,4 m) con collegamento laterale continuo, coperti con film
plastico di polietilene (“Listalux”) dello
spessore di 0,2 mm posto in opera il 16
novembre 2003 con doppia intercapedine. Le piante sono state messe a dimora il
17 ottobre 2003.
A Battipaglia lo studio è stato effettuato presso l’Az. F.lli Volpe – Coop. Chiara,
associata al Consorzio Poma, su un terreno di medio impasto, mediamente dotato
di sostanza organica e con pH neutro. È
stata adottata la tradizionale tipologia di
tunnel multipli coperti con un film di EVA
(“Patilux”) dello spessore di 0,2 mm posto
in opera il 6 novembre 2003 con doppia
intercapedine. Le piante sono state messe
a dimora il 17 settembre 2003.
A Metaponto si è operato presso l’Az.
Sperimentale Pantanello dell’ALSIA su un
terreno argilloso-sabbioso, povero di sostanza organica e con pH a reazione subalcalina (7,7), di media fertilità. Anche in
questo caso si è adottata la tradizionale tipologia di tunnel multipli coperti con “Patilux” dello spessore di 0,2 mm posto in
opera il 25 novembre 2003. Le piante sono state messe a dimora il 15 settembre
2003.
A Policoro si è operato anche presso
l’Az. Troyli su terreno di medio impasto,
mediamente dotato di sostanza organica e
con pH vicino alla neutralità. La protezione del tunnel-serra di grandi dimensioni
(altezza al colmo 4 m) è avvenuta con
film plastico addittivato del tipo “Multisolar” dello spessore di 0,20 mm posto in
opera fin dalla piantagione eseguita il 18
ottobre 2003. Ogni accessione era rappresentata da una parcella singola di 200
piante ad eccezione di MT 95.I59.2 e MT
99.163.20 che non erano presenti.
A Lamezia Terme il confronto varietale è stato effettuato presso l’Az. Muscimarro Giuseppe, associata alla Coop. Tor-
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revecchia, su un terreno sabbioso (75%),
mediamente dotato di sostanza organica e
con pH sub-acido (pH = 6,6). Come per
Policoro si è operato all’interno di un tunnel-serra di grandi dimensioni coperto
con film plastico additivato “Multisolar”
dello spessore di 0,2 mm posto in opera
prima della messa a dimora delle piante
avvenuta il 20 ottobre 2003.
A Marsala si è operato prezzo l’Az.
Abate Paolo su un terreno sabbioso
(81%), ben dotato di sostanza organica e
con pH alcalino (pH = 8,3). È stata adottata la tradizionale coltura protetta con tunnel multipli coperti a fine novembre con
un film di EVA ("Patilux") dello spessore di
0,2 mm. La piantagione è avvenuta il 2 ottobre 2003.
A Villasor lo studio è stato effettuato
presso l’Az. Sperimentale del CIF di Cagliari, Oristano e Nuoro, in località Giviamolas su un terreno franco-sabbioso, ben
dotato di sostanza organica e con pH subalcalino (pH = 7,8) adottando tradizionali
tunnel multipli coperti il 6 novembre con
un film di EVA ("Patilux") dello spessore di
0,2 mm e con doppia intercapedine. Le
piante sono state messe a dimora il 17 settembre 2003. Come per Policoro ogni accessione era rappresentata da parcelle singole di 20 piante ciascuna.
In tutti i campi e per ogni accessione
sono stati rilevati dati produttivi e qualitativi dei frutti secondo la seguente metodologia: peso della produzione totale staccata
in ogni parcella e per ogni raccolta, distinguendo quella commerciale (frutti integri
con ∅ ≥ 22 mm) da quella di scarto costituita da frutti piccoli (∅ < 22 mm), parzialmente deformati e colpiti da marciumi; peso di 20 frutti, scelti a caso, in ogni raccolta e per ogni parcella. Questi dati sono stati poi utilizzati per calcolare: produzione
commerciale e totale (commerciale + scarto) a pianta espressa in grammi; il peso
medio ponderato dei frutti, dato dalla media ponderata dei pesi medi delle singole
raccolte; l’indice di precocità di maturazione, dato dalla media ponderata dei
giorni necessari a raccogliere tutta la produzione a partire dal 1°gennaio (indice =
1). Su un campione di 10 frutti ben maturi
e uniformi, scelti per ogni parcella a raccolte alterne è stato rilevato: consistenza
della polpa (g) con penetrometro (modello
Chatillon) dotato di puntale di 6 mm di
diametro a forma di stella; residuo secco
rifrattometrico (°Brix) con rifrattometro digitale (modello Atago); acidità titolabile
(meq/100 g), titolazione con NaOH 0,1 N
con titolatore automatico.
Solo nei campi di Parete, Battipaglia,
Policoro e Villasor sono state rilevate le
caratteristiche colorimetriche del frutto
(L*, a*, b*) impiegando un colorimetro a
riflettanza Minolta (mod. Chromameter
Reflence II con apertura del sensore ottico
di 8 mm di diametro). Con questi valori è
stato poi calcolato l’indice Chroma secondo la formula (a*2 + b*2)1/2. Nel campo
di Policoro sono state effettuate, sui frutti
raccolti l’8 e il 29 marzo, 14 e 29 aprile e
13 maggio, le seguenti analisi e determinazioni: contenuto in zuccheri (saccarosio, glucosio e fruttosio) ed acidi organici
(citrico, malico, quinico e succinico) per
via cromatografica con l’impiego di un
HPLC (Perkin Elmer mod. 410); contenuto
di acido ascorbico (Vitamina C) determinato per via colorimetrica (con strumento
digitale Rqflex) espresso in mg/100 g di
succo fresco.
I dati sperimentati sono stati sottoposti
all’analisi della varianza (LSD test; p <
0,05) e al fine di evidenziare la stabilità del
comportamento delle accessioni è stato
calcolato il coefficiente di variabilità (%).
Risultati
Nelle diverse località si è rilevato un
diverso livello produttivo delle piante. In
media il campo in cui le piante hanno evidenziato la minor produttività è risultato
quello di Parete (269 g/pianta di produzione commerciale e 345 g/pianta di produzione totale; Fig. 1), seguito da quello
di Marsala (320 g/pianta e 352 g/pianta).
Al contrario, il campo col più elevato livello produttivo è risultato quello di Metaponto (861 g/pianta e 653 g/pianta), seguito da quello di Battipaglia (829 g/pianta e 653 g/pianta).
Le produzioni medie mensili sono risultate inizialmente piuttosto basse, mediamente inferiori ai 50 g/pianta (9% circa
del totale) complessivamente a dicembre,
gennaio e febbraio nel Metapontino, Marsala, Lamezia e Villasor. In marzo le produzione più elevate sono state registrate a
Villasor, Lamezia, Policoro e Metaponto
con valori mediamente superiori ai 100 g.
In aprile si è concentrata la maggiore produzione di fragole in tutte le località. I valori più elevati si sono registrati a Metaponto e Battipaglia dove sono stati raccolti rispettivamente 450 g/pianta e 390
g/pianta (52% e 47% del totale). A maggio
la raccolta si è conclusa a Marsala, Lamezia e Villasor e negli altri campi si sono registrate produzioni inferiori rispetto ad
aprile, ad eccezione di Parete dove le
piante hanno in parte recuperato la bassa
produzione fornita in precedenza. In giugno i campi di Battipaglia e Metaponto
hanno fornito ancora alte produzioni (rispettivamente 32% e 20% del totale) grazie all’elevata e prolungata fioritura delle
500
450
400
g/pianta
350
300
250
200
150
100
50
0
Dic Gen Feb
Parete (354 g/pianta)
Policoro (471 g/pianta)
Marzo
Battipaglia (829 g/pianta)
Lamezia (465 g/pianta)
Aprile
Maggio
Metaponto (861 g/pianta)
Giugno
Villasor (628 g/pianta)
Marsala (352 g/pianta)
Fig. 1 - Produzioni medie mensili rilevate nei 7 campi sperimentali (2004, piante fresche “cime
radicate”, media delle 7 selezioni e Camarosa).
piante che invece si è verificata di minor
intensità nei campi localizzati nelle aree a
clima più caldo.
Nei campi localizzati in Sardegna e in
Campania sono state registrate le più elevate incidenze di frutti di scarto (frutti
deformati, di piccola dimensione e colpiti
da marciumi) rispettivamente pari al 25%,
22% e 21% della produzione totale, mentre i campi di Policoro e Lamezia Terme
sono stati caratterizzati dalla minor incidenza (6%).
Il campo più precoce è risultato quello di Lamezia Terme (prima raccolta 17
dicembre 2003), seguito da quello di Marsala (29 dicembre); in entrambi i campi la
raccolta si è protratta fino alla fine di maggio. Il campo in cui la raccolta è iniziata
più tardi è stato quello di Battipaglia (3
aprile) a causa di una gelata verificatasi ad
inizio febbraio che ha compromesso in
gran parte la prima fioritura e ritardato notevolmente lo sviluppo vegeto-produttivo
della pianta.
Le selezioni più precoci sono risultate
MT 99.163.14, MT 99.163.22, MT
99.163.19 e MT 99.20.1; per queste soluzioni la raccolta è iniziata in tutti i campi
circa una settimana prima di Camarosa,
ma in termini di indice di precocità di maturazione la differenza è risultata rispettivamente pari a 8, 9, 5 e 4 giorni in meno.
La selezione MT 99.163.20 ha evidenziato un’epoca simile a quella di Camarosa,
mentre più tardiva di 4-5 giorni sono risultate le selezioni MT 95.I59.2 e MT
99.121.9.
Le diverse selezioni in prova hanno
evidenziato un comportamento piuttosto
diversificato fra loro nei 7 campi, denotando un differente livello di adattamento
all’ambiente (Fig. 2). In media le selezioni
MT 99.163.22 e MT 99.163.20 sono risultate quelle più produttive: la prima ha fatto registrare una produzione totale pari a
1.096 e 1.078 g/pianta rispettivamente
nel campo di Metaponto e Battipaglia, significativamente superiore a Camarosa
(828 e 762 g/pianta) con incidenza di frutti di scarto di 23 e 20%, superiore a quella di Camarosa (16 e 17%). Negli stessi
campi la selezione MT 99.163.20 ha fatto
registrare produzione rispettivamente pari
a 1.013 e 976 g/pianta con una minore incidenza di frutti di scarto (Metaponto
10%; Battipaglia 23%). La selezione mediamente meno produttiva è risultata MT
99.20.1 che, a parte Marsala, è risultata
ovunque significativamente inferiore a
quella di Camarosa. La selezione MT 95 I
159.2 ha fatto registrare la più bassa incidenza di frutti di scarto (in media 10%), significativamente inferiore a Camarosa, da
cui ha avuto origine. Va evidenziato che
la produttività media di Camarosa ha il
più basso coefficiente di variabilità (28%)
a conferma della buona adattabilità di
questa varietà ai diversi ambienti meridionali italiani. Le selezioni MT 99.163.14,
22 e MT 95.I59.2 hanno evidenziato un
comportamento produttivo caratterizzato
dal più basso coefficiente di variabilià
(34%, 35% e 37%), mentre MT 99.121.9
ha fatto registrare la più alta variabilità
(49%), evidenziando una limitata adattabilità a quasi tutti gli ambienti, a parte
quello metapontino dove è stata selezionata.
In media le accessioni in prova non
hanno evidenziato differenze significative
sulla produttività della pianta nei primi
mesi di raccolta (dicembre, gennaio e febbraio; Fig. 3). Differenze significative sono
invece state riscontrate nei mesi successivi. In marzo le selezioni MT 99.163.22 e
MT 99.163.20 sono risultate le più produttive in tutti i campi, in particolare a
Metaponto, dove anche la selezione MT
99.20.1 ha evidenziato una elevata produttività, superiore a quella di Camarosa.
In aprile le selezioni MT 99.163.22 e MT
99.163.20 hanno confermato i valori più
elevati seguite da MT 99.121.9, in particolare a Metaponto. La produttività delle
altre selezioni non si è differenziata da
quella di Camarosa a parte MT 95.I59.2,
la meno produttiva in aprile a conferma
dell’epoca di maturazione più tardiva.
Nel mese di maggio Camarosa ha evidenziato in tutti i campi la più elevata produttività seguita da MT 95.I59.2. In giugno
MT 95.I59.2, MT 99.163.19, MT
99.163.20 e MT 99.163.22 hanno evidenziato i valori produttivi più elevati grazie alla buona capacità di differenziare
g/pianta
Camarosa
1200
MT 95,159,2 MT 99,121,9 MT 99,163,14 MT 99,163,19 MT 99,163,20 MT 99,163,22
Media:697g
Media:651g
Media:580g
Media: 617g Media: 517g Media:494g Media:483g
CV: 35%
CV: 42%
CV: 38%
CV: 34%
CV: 49%
CV: 37%
CV: 28%
MT 99,20,1
Media:471g
CV: 41%
1000
800
600
400
200
0
Campi 1 2 3 4 5 6 71 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7
Camarosa
MT 95.I59.2
MT 99,121,9 MT 99,163,14 MT 99,163,19 MT 99,163,20 MT 99,163,22
MT 99,20,1
Fig. 2 - Produzione totale (commerciale e scarto ) delle accessioni a confronto con
Camarosa nei 7 campi (1 = Parete; 2 = Battipaglia; 3 = Metaponto; 4 = Policoro; 5 = Lamezia;
6 = Marsala; 7 = Villasor). Vengono riportati i valori medi dei diversi campi e il coefficiente
di variabilità (CV).
FRUTTICOLTURA - n. 4 - 2005
17
350
300
200
100
50
Camarosa
MT 95.I59.2
MT 99,121,9
MT 99,163,14
MT 99,163,19
MT 99,163,20
MT 99,163,22
MT 99,20,1
150
Camarosa
MT 95.I59.2
MT 99,121,9
MT 99,163,14
MT 99,163,19
MT 99,163,20
MT 99,163,22
MT 99,20,1
250
Camarosa
MT 95.I59.2
MT 99,121,9
MT 99,163,14
MT 99,163,19
MT 99,163,20
MT 99,163,22
MT 99,20,1
400
Camarosa
MT 95.I59.2
MT 99,121,9
MT 99,163,14
MT 99,163,19
MT 99,163,20
MT 99,163,22
MT 99,20,1
Camarosa
MT 95.I59.2
MT 99,121,9
MT 99,163,14
MT 99,163,19
MT 99,163,20
MT 99,163,22
MT 99,20,1
g/pianta
0
Dic-Gen-Feb
LSD test= 39
Marzo
LSD test= 45
Aprile
LSD test= 124
Maggio
LSD test= 58
Giugno
LSD test= 73
Fig. 3 - Produzione totale mensile delle 8 accessioni in prova (media dei 7 campi).
fiori nel periodo primaverile, apparsa superiore a quella di Camarosa.
Rilevanti sono risultate anche le differenze tra i diversi campi in termini di pezzatura del frutto, che ovviamente hano inciso sulla produttività complessiva delle
piante. Nel campo di Parete si è registrata
le pezzatura del frutto più elevata, a causa
della limitata produzione della pianta,
mentre a Marsala e Battipaglia si sono registrate le pezzature più basse. A Marsala
le cause vanno ricercate nell’elevato stress
a cui le piante vengono in genere sottoposte per effetto dell’aumento della temperatura all’interno del tunnel, in particolare
nei mesi di aprile e maggio. A Battipaglia,
invece, la limitata pezzatura è dovuta all’elevata concentrazione della produzione
nei mesi di aprile e maggio, per effetto della gelata subita all’inizio di febbraio, che
ha impedito alla pianta di produrre regolarmente fin dal mese di febbraio e marzo,
come è avvenuto nelle altre località.
La selezione MT 95.I59.2 ha prodotto
i frutti più grossi, risultati in tutti i campi significativamente superiori a Camarosa ad
eccezione di Villasor dove il valore si è
collocato di poco al di sopra della media
di campo (Tab. 1). A Metaponto e Marsala
anche la selezione MT 99.163.20 si è distinta per l’elevato peso medio del frutto,
superiore a quello di Camarosa, mentre
negli altri campi ha evidenziato un valore
vicino a quello medio di campo. La stessa
selezione ha evidenziato, per questo carattere, il più basso coefficiente di variabilità (8%) di tutte le accessioni in prova. I
frutti di MT 99.20.1 e MT 99.121.9 sono
risultati di limitata pezzatura, inferiore a
quella di Camarosa in quasi tutte le località. Tutte le altre accessioni hanno evidenziato un peso medio ponderato del
frutto simile a quello del test di confronto.
I frutti di MT 99.163.20 sono risultati
particolarmente grossi nei primi mesi dell’anno, fino ad aprile (Fig. 4) mentre successivamente non hanno evidenziato differenze significative rispetto a Camarosa.
Invece, i frutti di MT 95.I59.2 sono sempre risultati di pezzatura decisamente superiore alle altre accessioni in tutti i mesi,
ad eccezione di quelli iniziali (dicembre,
gennaio e febbraio). È importante evidenziare che la selezione MT 99.163.22 e
Camarosa hanno fatto registrare una limitata variabilità della pezzatura del frutto
durante tutto il ciclo di raccolta (coefficiente di variabilità = 11%).
Il residuo secco rifrattometrico (°Brix)
dei frutti è risultato molto variabile da un
campo all’altro a conferma dell’elevata
influenza dell’ambiente e della tecnica
colturale sulla qualità delle fragole. Se si
prende in considerazione il mese di aprile, i frutti con i più elevati gradi rifrattometrici sono stati prodotti a Villasor (8,1
°Brix), Lamezia (7,7) e Marsala (7,5), tutti
caratterizzati da condizioni climatiche
più calde rispetto alle altre località. Al
contrario, a Battipaglia si sono registrati i
più bassi contenuti zuccherini (6,1 °Brix)
sicuramente a causa dell’elevata concentrazione di fragole registrate in questo mese (in media 400 g/pianta). In media i frutti di MT 99.20.1 sono risultati i più dolci
(Fig. 5), con valori significativamente superiori a Camarosa, anche se va evidenziato un comportamento piuttosto variabile tra le diverse località (CV = 17%), il
più alto fra le accessioni in prova. Al contrario, Camarosa ha avuto il comportamento più stabile (8%), al pari della selezione MT 95.I59.2. Tutte le altre selezioni hanno evidenziato un valore medio di
residuo secco rifrattometrico simile a
quello dei frutti di Camarosa ad eccezione di MT 99.163.22 i cui frutti sono risultati meno dolci anche per effetto della
maggior produttività della pianta. I frutti di
Camarosa, MT 99.121.9, MT 99.20.1, MT
99.163.22 sono risultati quelli che hanno
evidenziato la minor variabilità del grado
rifrattometrico durante l’intero periodo di
raccolta (coefficiente di variabilità compreso tra 9 e 12%) a differenza della selezione MT 99.163.20 i cui frutti hanno evidenziato una più alta variabilità (17%).
I frutti di MT 99.163.20 sono risultati quelli con la più elevata acidità, significativamente superiore ai frutti di Camarosa. A parte le selezioni MT
99.163.22 e MT 99.163.19, che hanno
evidenziato una minore acidità del frutto, le altre selezioni hanno tutte evidenziato una acidità simile a quella di Camarosa. Va evidenziato l’equilibrato
TAB. 1 - PESO MEDIO PONDERATO DEL FRUTTO (G) DELLE ACCESSIONI NELLE DIVERSE LOCALITÀ. LA MEDIA GENERALE E IL RELATIVO COEFFICIENTE
DI VARIABILITA' SONO STATI CALCOLATI ESCLUDENDO IL CAMPO DI POLICORO IN CUI NON ERANO PRESENTI TUTTE LE SELEZIONI.
Accessione
Parete
Battipaglia
Metaponto
Policoro
Lamezia
Marsala
Villasor
Media
generale*
Coefficiente
di variabilità, %
Carnarosa
MT 95,159,2
MT 99,121,9
MT 99,163,14
MT 99,163,19
MT 99,163,20
MT 99,163,22
MT 99,20,1
21,1
28,3
18,9
22,4
24,3
22,7
23,8
18,4
19,2
23,2
13,7
18,6
19,7
18,8
18,5
15,8
20,8
23,9
17,0
20,6
21,4
23,4
19,8
17,8
21,0
-20,5
23,0
22,9
-25,8
21,4
20,3
24,4
18,4
18,5
20,5
21,0
20,7
17,3
14,6
18,2
12,7
15,0
17,3
20,5
18,5
14,6
19,6
20,8
18,0
17,7
20,2
21,0
20,3
16,7
19,3
23,1
16,4
18,8
20,6
21,2
20,2
16,7
12
15
16
13
11
8
10
10
Media
22,5
18,4
20,6
20,1
16,4
19,3
LSD Test
4,0
2,6
2,4
2,2
2,1
-
2,4
-
Località
18
FRUTTICOLTURA - n. 4 - 2005
-
Camarosa
MT 99,121,9
MT 99,163,19
MT 99,163,22
MT 95.I59.2
MT 99,163,14
MT 99,163,20
MT 99,20,1
g
26
24
22
20
18
16
14
Dic-Gen-Feb
LSD test= 3,9
Marzo
LSD test= 2,5
Aprile
LSD test= 2,4
Maggio
Giugno
LSD test= 2,9 LSD test= 3,5
Fig. 4 - Andamento mensile del peso medio del frutto durante la raccolta
(media delle diverse località escluso Policoro).
LSD=1,1
rapporto grado rifrattometrico/acidità titolabile dei frutti di MT 99.163.14, MT
95.I59.2 e Camarosa, che conferiscono
a queste accessioni un buon sapore.
Piuttosto accentuate sono risultate anche le differenze fra i valori di consistenza
della polpa dei frutti rilevati nelle 7 località. I valori più elevati sono stati registrati
16,0
MT 99,163,20
Acidità titolabile del frutto, meq/100 g
15,0
14,0
Camarosa
MT 99,20,1
MT 99,163,14
13,0
MT 95.I59.2
MT 99,121,9
12,0
11,0
MT 99,163,22
MT 99,163,19
10,0
6,0
7,0
8,0
9,0
Residuo secco rifrattometrico, °Brix LSD=0,5
Fig. 5 - Distribuzione delle accessioni in base ai valori di residuo secco rifrattometrico e acidità
titolabile della polpa del frutto delle 7 selezioni a confronto con Camarosa (media di tutto il
periodo di raccolta e delle diverse località e ad esclusione del campo di Policoro).
g
650
MT 95.I59.2(588*a)
600
MT 99,163,14(579*a)
550
Camarosa (542*b)
500
MT 99,163,19 (501*b)
MT 99,20,1(506*c)
450
400
MT 99,163,22(536*b)
MT 99,163,20(456*d)
MT 99,121,9(469*d)
Dic-Gen-Feb
LSD test= 59
Marzo
LSD test= 45
Aprile
LSD test= 54
Maggio
LSD test= 56
Giugno
LSD test= 57
Fig. 6 - Andamento mensile della consistenza della polpa del frutto durante la raccolta (media
delle località escluso Policoro) e media generale finale (*).
nei campi di Marsala e Villasor (mediamente 700 g), mentre quelli più bassi a
Policoro (373 g). Differenze così elevate
sono principalmente da imputare alle diverse tecniche di coltivazione e in particolare agli interventi di fertirrigazione effettuati nei diversi campi.
La consistenza della polpa dei frutti di
MT 99.163.14 e MT 95.I59.2 è stata significativamente più elevata di quella dei
frutti di Camarosa (Fig. 6). In particolare,
la selezione MT 99.163.14 ha fornito la
più bassa variabilità durante tutto il periodo di raccolta, simile a quella di Camarosa (5%). MT 95.I59.2, al contrario delle
altre accessioni, ha evidenziato frutti più
consistenti con l’avanzamento della raccolta. MT 99.163.22 ha fornito frutti di
consistenza simile a quelli di Camarosa,
mentre meno consistenti sono risultate
MT 99.163.19, MT 99.20.1 e, soprattutto,
MT 99.121.9 e MT 99.163.20.
Le caratteristiche colorimetriche rilevate sui frutti appena raccolti hanno evidenziato differenze significative fra le accessioni, mentre più limitate sono state le differenze fra le 3 località (indagine eseguita
solo nei campi di Parete, Battipaglia e Villasor). La selezione MT 99.163.14 si è distinta dalle altre accessioni per i frutti con
colore più brillante e con tonalità di colore rossa molto accesa e particolarmente attraente (Fig. 7). Il colore dei frutti di tutte le
altre selezioni è risultato di brillantezza e
tonalità intermedie fra MT 99.163.14 e
Camarosa, i cui frutti sono apparsi poco
brillanti e con tonalità scure, soprattutto in
concomitanza di innalzamenti termici verificatiesi durante la raccolta.
Il contenuto medio in zuccheri dei
frutti, rilevato in 5 raccolte e solo su 5 selezioni a confronto con Camarosa, a Policoro, ha evidenziato una flessione dei valori a metà aprile, in concomitanza del
notevole innalzamento delle temperature
e della massima concentrazione di produzione. Le selezioni MT 99.20.1, MT
99.163.22 e MT 99.163.14 hanno mostrato i frutti con i più elevati contenuti in
zuccheri totali, ma che non si discostano
significativamente da quelli di Camarosa
(Tab. 2). In particolare la selezione MT
99.163.14 ha fatto registrare, per tutti i tre
zuccheri analizzati, la minor variabilità
dei valori riscontrati nelle 5 date (coefficiente variabilità = 7%). Va evidenziato
che per questa selezione, e anche per MT
99.163.22, i contenuti in fruttosio e glucosio non sono diminuiti in aprile – come
invece si è riscontrato per le altre accessioni. Lo stesso comportamento si è avuto
col saccarosio, ma solo per MT 99.163.14
e MT 99.20.1.
I frutti di Camarosa e MT 99.20.1 sono
FRUTTICOLTURA - n. 4 - 2005
19
TAB. 2 - CONTENUTO IN ACIDI ORGANICI E ZUCCHERI NEI FRUTTI RILEVATO NEL CAMPO DI POLICORO.
Zuccheri semplici (g/100g)
Acidi organici (mg/100g)
Accessione
saccarosio
glucosio
fruttosio
Zuccheri totali
citrico
malico
succinico
Acidi totali
MT 99,121,9
1,1 ab
2,1 b
2,2 d
5,4 b
653 bc
282 ab
69 a
1256 bc
MT 99,163,14
1,1 ab
2,3 ab
2,5 ab
5,9 ab
578 de
318 a
45 b
1285 ab
IVIT 99,163,19
0,9 b
2,2 ab
2,5 bc
5,6 ab
525 e
258 bc
52 b
1145 c
IVIT 99,163,22
0,8 b
2,5 a
2,7 a
6,1 a
608 cd
237 C
52 b
1241 bc
MT 99,20,1
1,3 a
2,3 ab
2,4 bcd
6,0 ab
685 b
306 a
47 b
1375 ab
Camarosa
1,4 a
2,1 b
2,3 cd
5,7 ab
803 a
241 C
45 b
1395 a
risultati quelli più ricchi di acidi, citrico e
malico in particolare. Al contrario, i frutti
di MT 99.163.19 sono risultati quelli più
poveri, incidendo negativamente sulle loro qualità organolettiche.
Il contenuto in acido ascorbico nei
frutti è risultato piuttosto variabile nelle 5
diverse raccolte (Fig. 8) e con tendenze a
diminuire nel corso delle cinque date successive in cui è stato rilevato. Questo
trend è principalmente dovuto all’aumento della temperatura che si è particolarmente accentuato nel mese di aprile e
maggio, confermando quanto è riportato
da altri Autori (Hansen e Waldo, 1944). In
media i frutti di MT 99.163.14 sono risultati più ricchi di vitamina C nelle prime tre
date di analisi e nell’ultima data. Camarosa, che è risultata la meno variabile (coefficiente variabilità = 8%), ha fatto registra-
48
MT 99,163,14
LSD=0,9
46
44
42
MT 99,20,1
Indice chroma
MT 99,163,22
MT 95.I59.2
40
MT 99,121,9
MT 99,163,19
38
MT 99,163,20
36
34
32
Camarosa
30
30
32
34
36
38
40
42
Brillantezza del colore, L* LSD=0,8
Fig. 7 - Distribuzione delle accessioni in base alla brillantezza del colore (L*) e alla tonalità
del colore (indice Chroma). Media di tutto il periodo di raccolta e dei campi di Parete, Battipaglia
e Villasor.
mg/100g
80
MT 99.163.14 (69 a)
MT 99.121.9 (64 ab)
CAMAROSA (60 b)
MT 99.163.19 (64 ab)
MT 99.20.1 (60 b)
MT 99,163,22(61 b)
75
70
65
60
55
50
18/03
LSD test= 5
29-mar
LSD test= 6
14-apr
LSD test= 5
29-apr
LSD test= 6
13-mag
LSD test= 5
Fig. 8 - Contenuto di acido ascorbico (Vitamina C) nei frutti delle accessioni rilevato
nel campo di Policoro in 5 raccolte.
20
FRUTTICOLTURA - n. 4 - 2005
re in media i contenuti più bassi (60
mg/100 g) insieme a MT 99.20.1.
Conclusioni
L’insieme dei dati rilevati in questa
ampia indagine condotta in 7 località meridionali consente di valutare le potenzialità sia della tecnica colturale, che fa ricorso all’ impiego delle piante fresche “cime radicate”, sia delle possibili alternative
varietali a Camarosa, costituite nell’ambito delle attività pubbliche di “breeding”.
Questo tipo di pianta consente, in tutte le
aree meridionali, un significativo allungamento del calendario di raccolta rispetto
alla tradizionale pianta frigoconservata,
confermando i risultati già ottenuti in precedenti prove (Faedi et al., 1999). Si è
confermata di fondamentale importanza
l’epoca di piantagione precoce della
pianta fresca al fine di garantire un’elevata produttività. Infatti, i campi più produttivi sono risultati quelli di Metaponto e
Battipaglia in cui le piante sono state messe a dimora a metà settembre 2003, 20-30
giorni prima di tutti gli altri campi. I campi più meridionali sono risultati ovviamente quelli più precoci; tuttavia è evidente che le strutture di copertura di elevate dimensioni utilizzate nei campi di
Policoro e Lamezia hanno accentuato le
precocità di maturazione grazie al maggior effetto serra.
Camarosa si è confermata una varietà
pienamente adatta alla tecnica della pianta fresca e in tutti gli ambienti ha fatto registrare pregi (produzione medio-elevata;
buone caratteristiche organolettiche del
frutto; elevata consistenza della polpa) e
difetti (colorazione scura e poco brillante
della superficie, soprattutto in concomitanza di innalzamenti termici durante la
raccolta) per cui è già nota. Le selezioni in
prova hanno evidenziato nel complesso
una buona adattabilità agli ambienti meridionali, anche se alcune di esse hanno
avuto una maggior variabilità di comportamento rispetto a Camarosa. Per quanto
riguarda la produttività della pianta si è
decisamente evidenziata la selezione MT
99.163.22, che ha superato Camarosa in
tutti gli ambienti, confermando i risultati
ottenuti in precedenza (Faedi et al., 2004).
Per quanto concerne gli aspetti qualitativi dei frutti, tre selezioni (MT 99.163.14,
MT 95.I59.2 e 99.20.1) hanno unito elevata dolcezza a elevata consistenza della
polpa migliorando le caratteristiche di Camarosa. Tutte le selezioni in prova hanno
evidenziato caratteristiche colorimetriche
dei frutti migliorative rispetto a Camarosa,
sia in termini di brillantezza che di tonalità
di colore, risultati meno cupi, soprattutto
in concomitanza di innalzamenti termici.
Per questi aspetti, in particolare, si è distinta la selezione MT 99.163.14 che ha inoltre unito alti contenuti di vitamina C, superiore a tutte le altre accessioni in prova nella prima parte della raccolta. Per tutte queste caratteristiche viene evidenziato il notevole interesse per questa selezione, che
appare la più vicina ad una prossima diffusione commerciale.
Nel complesso le selezioni più interessanti appaiono:
MT 95.I59.2 (Tudla x Camarosa): la
pianta è vigorosa, di medio accestimento
e di buona capacità produttiva, a maturazione medio-tardiva; il frutto è di bella
forma, molto allungato, regolare, di colore uniforme su tutta la superficie e di buone caratteristiche qualitative. L’equilibrato
contenuto in acidi e zuccheri, la buona
consistenza della polpa e l’elevata resistenza della superficie sono gli aspetti più
positivi di questa selezione. Si è particolarmente distinta nel Metapontino e nelle
aree campane.
MT 99.163.14 (Rosalinda x Demetra):
la pianta ha caratteristiche medio-elevate
di vigore, accestimento e produttività; il
frutto è di forma conico-allungata, molto
regolare e caratterizzato da una colorazione rossa molto brillante. L’equilibrato
contenuto in acidi e zuccheri, l’elevata
aromaticità del frutto e il buon livello di
vitamina C sono i principali caratteri positivi. È risultata di grande interesse per tutti
gli areali di coltivazione.
MT 99.163.22 (Rosalinda x Demetra):
la pianta è rustica, di medio-alto vigore e
accestimento e di produttività molto elevata; il frutto è di forma perfettamente conica, molto regolare, molto resistente alle
manipolazioni e piuttosto aromatico, nonostante il non elevato contenuto zuccherino. Come la selezione precedente, è risultata adatta a tutte le zone di coltivazione dove è stata provata.
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FRUTTICOLTURA - n. 4 - 2005
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