Numero 10: Chenopodiaceae - Sapori e proprietà

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Numero 10: Chenopodiaceae - Sapori e proprietà
L’AMICA DIMENTICATA
Chenopodiaceae
Una famiglia ricca di sapori e proprietà nutritive.
Era un pomeriggio d'estate di alcuni anni fa e percorrevo con la mia auto la
strada panoramica che da Bocca della Selva portava alla pensione dove io e la mia
famiglia trascorrevamo qualche raro momento di
Buon Enrico
riposo. Ad un tratto la mia attenzione fu attirata da
una piantina che scorsi sul ciglio della strada. Mi
fermai di colpo è mi apprestai ad osservare da vicino
quello che avevo scoperto. Proprio sotto i miei piedi
giaceva tranquillo un meraviglioso esemplare di Buon
Enrico
(Chenopodium
bonus-henricus)
una
Chenopodiacea che avevo sempre osservato attraverso
le illustrazioni contenute nei libri di lavoro. La
piantina alta qualche decimetro, se ne stava lì buona
buona, a più di 1000 metri di altezza, in un paesaggio
da favola. La famiglia delle Chenopodiaceae è una
sottofamiglia appartenente alla famiglia delle
Amaranthaceae, costituita da numerose varietà tra cui
vorrei ricordare lo Spinacio (Spinacia oleracea). Il Buon Enrico è infatti chiamato
Spinacio selvatico, proprio a confermare l'appartenenza
Spinacio
delle due piante alla stessa famiglia ed a sottolineare
anche alcune proprietà similari. Sono ambedue piante
commestibili dotate di numerose proprietà fitoterapiche.
Lo Spinacio in particolare è molto ricco di sali minerali
tra cui il ferro, vitamine B1, B2, B6, C, PP, H. Purtroppo
questa piantina tanto nutriente contiene anche una
elevata quantità di acido ossalico ed è quindi
sconsigliata ai sofferenti di calcolosi, gotta, disturbi al
fegato, ulcera gastro-duodenale ed eczemi. Ma anche per
le persone perfettamente sane, posso consigliare di non
esagerare nel consumo di questa verdura. Io che ho
un'alimentazione molto ricca di verdure, inserisco lo Spinacio con una cadenza quasi
quindicinale nella stagione di utilizzo. Anche il Buon Enrico, simile nel sapore allo
Spinacio, contiene elevate quantità di acido ossalico e quindi bisogna consumarlo
con le stesse cautele. Vorrei a questo punto ricordare al lettore, che questa sostanza è
contenuta anche in altre piante o alimenti di uso comune. Molto ricche di acido
ossalico sono l'Acetosella, il Rabarbaro, il tè, il cacao e anche le mandorle.
Sempre all'interno della famiglia delle Chenopodiacee
possiamo trovare l’Ambrosia il (chenopodium ambrosioides)
pianta originaria dell'America, molto aromatica, che veniva
utilizzata come succedaneo del tè. Questa pianta che emana un
forte odore di limoncina è infestante e possiamo scorgerla anche
tra le nostre parti fra gli anfratti, le discariche e le zone incolte.
Un'altra varietà di ambrosia l’Ambrosia Anthelminticum è diffusa
nel territorio americano. Quest'ultima è una specie molto velenosa,
essa è dotata di un odore molto sgradevole e viene tutt'ora usata
come potente vermifugo.
La Barbabietola (Beta vulgaris) è anch'essa una pianta appartenente alla
famiglia delle Chenopodiaceae. La varietà chiamata Rapa
altissima è utilizzata industrialmente per la produzione del
saccarosio o zucchero da cucina. Le altre varietà sono
fondamentali per l'alimentazione umana e per gli impieghi
come foraggio per gli animali da allevamento. Una varietà
di Chenopodium poco conosciuta dalle nostre parti è
presente nell'America del sud. Questa pianta chiamata
Chenopodium Quinoa è coltivata sulle Ande sino a 3000
metri di altitudine ed ha semi molto ricchi di proteine.
Dalle nostre parti invece, è presente e diffusissima una varietà chiamata
Chenopodium Album o farinaccio che un tempo
costituiva
una
delle
verdure
tipiche
dell'alimentazione umana. Posso dirvi con estrema
certezza che questa varietà è stata oggi
completamente dimenticata. Non è più possibile
trovarla nei mercati o dal fruttivendolo. Questo
fatto non deve far preoccupare voi amici della
natura infatti, fortunatamente, il farinaccio è una
pianta estremamente diffusa è presente negli
incolti come pianta infestante. Il farinaccio
possiede molte proprietà nutritive. Questo
vegetale ha pieno diritto alla notorietà in quanto
contiene più ferro e proteine sia degli spinaci, che
del cavolo e più vitamina B1 e calcio del cavolo crudo. Si legge che in alcuni
villaggi neolitici presenti in tutta Europa sono stati rinvenuti resti di questa pianta. I
suoi semi facevano parte dell'ultimo pasto rituale che era stato somministrato
all'uomo di Tollund. Quest'ultimo è un uomo preistorico il cui cadavere fu rinvenuto
nel 1950 in Danimarca. Il farinaccio era una pianta molto conosciuta anche dagli
indiani d'America. Essa costituiva uno degli elementi nutritivi più importanti della
loro dieta. É molto facile riconoscere il farinaccio fra le tante varietà di erbe
infestanti che si trovano nei nostri spazi incolti. In alcuni casi è possibile scorgere
una piantina che viene su perfino dal bordo di un marcerpiede. Personalmente,
raccolgo questo vegetale in collina dove sono più sicuro di trovarlo meno esposto ai
prodotti dell'inquinamento cittadino. É una pianta che spesso supera il metro
d'altezza, le foglie lanceolate a forma di diamante, dentate, hanno una colorazione
grigio-verde opaca nella pagina superiore e bianco-cenere su quella inferiore. Il
nome farinaccio gli è dovuto sicuramente a
quella farinosità cerosa che si percepisce
chiaramente toccando la pagina inferiore delle
foglie. I fiori sono piccolissimi non molto
appariscenti riuniti su spighe che si confondono
con il resto della pianta. Il fusto è eretto, dritto e
spesso presenta nei punti dove si diramano i
rami, delle macchie di colore rosso. Può essere
preparata cotta con altre verdure o da sola,
cucinata come gli spinaci. Il suo gusto è molto
delicato nei minestroni e nelle zuppe. Parente
alle Chenopodiaceae sono le Amaranthoideae,
sempre appartenenti alle Amarantaceae, alcune
di queste sono erbe infestanti come Amaranthus
Caudatus e Amaranthus Retroflexus. Le cito
perchè molto presenti negli incolti della nostra
penisola e soprattutto in molti casi si dividono
gli spazi con le loro vicine Chenopodiacee.
Anche le Amaranthoideae, ed in modo particolare le varietà che ho descritto, sono
specie commestibili, anche se non dotate di un buon sapore. Molte Amaranthoideae,
specialmente quelle dotate di infiorescenze purpuree sono anche diffuse come piante
ornamentali.
Forse il farinaccio, fra le varie erbe o piante che abbiamo incontrato fino ad
ora, è veramente una di quelle amiche dimenticate citate all'inizio della nostra
rubrica. Essendo un vegetale dotato di proprietà nutritive così eccellenti, provo un
profondo dispiacere nel constatare il suo declino. Il mio augurio è la speranza che
tramite questi miei scritti, il lettore più sensibile possa provare piacere, interesse e
volontà a perseguire con grande impegno questa mia battaglia contro l'indifferenza
verso la conoscenza del nostro meraviglioso patrimonio arboreo.