newsletter 5 - Istituto Auxologico Italiano

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newsletter 5 - Istituto Auxologico Italiano
auXologico
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Periodico di informazione sANITARIA a cura dell’Istituto Auxologico Italiano - Anno 2 - N2
www.auxologico.it
L’istituto Auxologico Italiano ha scelto di potenziare le proprie dotazioni strutturali e
tecnologiche per essere sempre più competitivo, con i propri ricercatori e medici,
nelle sfide che la ricerca biomedica e la cura del malato sottopongono ogni
giorno. Dal mese di settembre 2010 è attivo a Milano il nuovo Ospedale San Luca.
A cura del Prof. Giovanni Ancarani, Presidente dell’Istituto Auxologico Italiano
I lavori per la costruzione del nuovo edificio dell’Istituo Scientifico Ospedale San Luca, che si affaccia
direttamente su piazzale Brescia lungo la circonvallazione esterna di Milano, hanno avuto inizio
nel 2007 e sono stati ultimati ad agosto del 2010.
La nuova struttura ospedaliera di 13 piani (4 interrati
e 9 fuori terra) è dedicata sia all’attività clinica di cura
dell’ammalato, sia all’attività di ricerca scientifica
e formazione del personale sanitario, in linea con
la natura di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere
Scientifico propria dell’Istituto Auxologico Italiano.
Le aree di di degenza del nuovo ospedale sono
dedicate alla Cardiologia, alla Neurologia e alla
Medicina Generale, con un’attenzione particolare
all’aspetto riabilitativo che queste discipline comportano. L’ospedale è dotato inoltre del Pronto Soccorso
Cardiologico, della Stroke Unit per il pronto intervento nel trattamento dell’ictus cerebrale e dell’Unità
Coronarica di terapia intensiva. Sono poi presenti il Centro per l’Ipertensione, il Centro per Lo
Scompenso Cardiaco e il Centro dei Disturbi del
Comportamento Alimentare. Ampio spazio è riservato
all’attività ambulatoriale con un poliambulatorio polispecialistico completo di tutte le principali specialità
mediche. Il Servizio di Radiologia e Diagnostica per
È
uscito “Crescere sani. Consigli dei
medici ai genitori.”
Negli ultimi anni sono aumentate
molto la sensibilità e l’attenzione per la
crescita fisica, psichica e lo sviluppo dei
bambini e, in misura ancora maggiore,
degli adolescenti. Il libro di Alessandro
Sartorio e Nicoletta Marazzi è frutto dell’
esperienza clinica ‘integrata’ e di ricerca
di oltre 20 anni e si propone di offrire
semplici risposte alle domande e ai dubbi
più ovvi e comuni.
Immagini, infine, è attrezzato con le piu’ moderne
strumentazioni digitali, tra le quali una Risonanza
Magnetica con potenza 3 Tesla: un’apparecchiatura
sofisticata che permette non solo studi morfologici
molto accurati degli organi, ma puo’ essere utilizzata
anche per studi di tipo funzionali neuronali, che consentono di valutare anche il funzionamento dell’organo
studiato e sono molto importanti nell’ambito della
ricerca scientifica.
Alle attività cliniche dell’Ospedale San Luca sono
sempre affiancate le corrispettive attività di ricerca. Sono infatti Presenti i Laboratori Sperimentali di
Ricerca di Cardiologia, di Neuroscienze, Endocrino
Metaboliche, di Riabilitazione Neuromotoria, di
Neuropsicologia Clinica, di Immunologia Clinica,
di ricerche sull’Invecchiamento, di Riabilitazione e
Medicina Cerebrovascolare.
Il nuovo Ospedale San Luca è solo il piu’ recente
delle nuove strutture dell’Istituto Auxologico Italiano,
che è presente da piu’ di cinquanta anni come
protagonista nella ricerca endocrino-metabolica,
cardiovascolare, neurologica, e ha visto negli ultimi
anni una notevole crescita della propria attività sia
clinica, sia di ricerca.
Nel 2007 è stato aperto il Centro per la Ricerca e la
Cura dell’Invecchiamento a Milano, nel quale l’attività
di ricerca è affiancata da tutti i tipi di attività clinica
necessari ad affrontare i problemi medici della vecchiaia: l’attività ambulatoriale e di day-hospital, quella
della cura degli eventi acuti, quella riabilitativa e infine
quella dell’assistenza residenziale per gli anziani.
Nel gennaio 2008 poi è stato aperto il Centro
Diagnostico Meda, un ampio poliambulatorio specialistico con un servizio di Diagnostica per Immagini
all’avanguardia tecnologica e un Centro Clinico e di
Ricerca delle malattie cardio-cerebro-vascolari.
A giugno del 2008 è anche stato inaugurato il Centro
Diagnostico Pioltello, poliambulatorio specialistico che
vedrà nei prossimi anni un ulteriore sviluppo in quanto
entrerà a far parte del Polo Sanitario che nascerà,
nel Comune di Pioltello, in collaborazione con la Asl
Milano 2 e l’Azienda Ospedaliera Melegnano.
Da gennaio 2010 infine anche la Casa di Cura San
Carlo di Milano è entrata a far parte dell’Istituto
Auxologico Italiano, ampliando l’offerta sanitaria con
l’attività chirurgica, che verrà ulteriormente potenziata
nei prossimi sviluppi dell’Istituto.
L’Istituto Auxologico Italiano sta crescendo per far
fronte alle principali sfide che i prossimi anni offriranno alla ricerca e alla clinica nelle proprie aree di
attività, ben consapevole che la ricerca contribuisce
a curare meglio e che l’Istituto si prende cura della
persona dall’infanzia all’età avanzata, avendo al centro
dei propri interessi la scienza dello sviluppo umano.
I numeri dell’Auxologico
50
anni
di ricerca e cura
24
850
10
sedi
in Lombardia e Piemonte
laboratori di ricerca
mila pazienti ogni anno
2.000
3,5
milioni di prestazioni
sanitarie ogni anno
collaboratori
200
pubblicazioni
scientifiche ogni anno
attività clinica
La sindrome del
diagnosi e cura
A cura del
Dott. Marcello Nava,
Unità Operativa di Ortopedia
e Traumatologia,
Istituto Auxologico Italiano
e del
Dott. Luca Maderna,
Servizio di Neurofisiopatologia,
Istituto Auxologico Italiano.
tunnel carpale:
I
er tunnel carpale è un’entità anatomica (un canale) a livello
del polso, all’interno della quale passa il nervo mediano.
La sindrome del tunnel carpale si verifica in presenza
della sofferenza del nervo mediano. La comparsa della
sofferenza e dei sintomi sono dovuti a una compressione sul nervo; le cause possono essere un’infiammazione, la perdita di elasticità del legamento carpale, alcuni
tipi di frattura del polso e alcune malattie metaboliche
(quali il diabete per esempio) che provocano neuropatie.
Le infiammazioni più frequenti sono dovute a microtraumi ripetuti, che possono verificarsi in situazioni lavorative (per l’utilizzo
del mouse e del telefono, per esempio), sportive (tennis) o di vita
quotidiana.
La sindrome ha uno sviluppo progressivo e si possono distinguere tre fasi di sofferenza del nervo mediano.
Nella prima, chiamata irritativa, si avvertono i primi sintomi
che generalmente allertano sulla necessità di approfondimenti
diagnostici: l’alterazione della sensibilità a livello delle prime tre
dita e disturbi sempre alle dita, simili a formicolii, durante le ore
notturne.
La malattia, se non diagnosticata e curata prontamente,
evolve poi verso una seconda fase chiamata compressiva:
i sintomi cambiano e può anche esservi una remissione parziale
che viene avvertita come un miglioramento dei disturbi, ma di
fatto è dovuta alla morte dello strato più esterno del nervo (che
quindi non percepisce più la compressione).
Con il tempo però la sofferenza passa agli strati più interni
del nervo e si arriva alla vera e propria fase della paralisi, in
cui il nervo è compromesso in modo irreparabile: si ha la perdita
del tatto, della sensibilità e della forza.
Dato il progressivo peggioramento della sindrome del tunnel
carpale, la diagnosi tempestiva è molto importante e avviene
attraverso l’elettromiografia: un esame che permette di studiare le strutture neuro-muscolari di tutto il corpo e in questo caso
viene usato per studiare la zona del polso.
L’esame si articola in due momenti: inizialmente si svolge un test non
Capire gli strumenti diagnostici
l’Ecocardiogramma
invasivo che, attraverso l’impiego di stimoli elettrici, permette di studiare la corretta funzionalità delle fibre nervose motorie e sensitive.
Successivamente, attraverso l’uso di elettrodi ad ago monouso,
viene registrata l’attività elettrica generata nel muscolo, sia in
condizioni di riposo che durante la contrazione volontaria. In
questo modo può essere verificata la sofferenza del nervo e
valutata la tipologia di compromissione del nervo per valutare
come intervenire.
Durante la prima fase infiammatoria, la terapia consiste nel
riposo, nell’assunzione di farmaci antinfiammatori e nella
somministrazione di trattamenti elettromedicali. In presenza
della fase compressiva è invece necessario l’intervento chirurgico: un intervento breve che viene svolto in regime ambulatoriale o di Day Surgery, con anestesia locale o loco-regionale.
L’intervento consiste nell’apertura del legamento carpale sotto
al quale c’è il nervo mediano sofferente, creando un aumento di
spazio per lo scorrimento del nervo.
Non esistono particolari controindicazioni all’intervento, se non
che in presenza di alcune patologie dismetaboliche, quali il diabete, è molto importante saper valutare quando e se eseguire
l’operazione.
Il beneficio dell’intervento è rapido e immediato quando la
sindrome viene diagnosticata tempestivamente e il nervo mediano non ha sofferto per lungo tempo.
Se invece la diagnosi avviene tardivamente e la sofferenza si è
protratta a lungo, il recupero della funzionalità è più lento, richiede maggior tempo, sono necessarie una ginnastica riabilitativa
o una fisioterapia delicata e non sempre si può arrivare a un
recupero totale della sensibilità e della forza.
Questo ribadisce l’importanza di una corretta e precoce diagnosi attraverso l’elettromiografia.
Le tecniche diagnostiche e la cura di questa sindrome sono in
continuo miglioramento: strumenti sempre più sofisticati vengono utilizzate per diagnosi sempre più precise e le nuove tecniche
chirurgiche permettono incisioni sempre più piccole che lasciano
cicatrici poco visibili.
La sindrome
dell’ovaio policistico:
dall’endocrinopatia alla malattia metabolica
A cura della Dott.ssa Giovanna Branzi, Unità Operativa di Cardiologia
Istituto Auxologico Italiano
L’
ecocardiogramma è un esame di diagnostica per
immagini che utilizza gli ultrasuoni per studiare il cuore.
Gli ultrasuoni sono onde sonore con frequenze diverse,
non nocive (nemmeno per le donne in gravidanza) e non percepibili
dall’orecchio umano. Queste onde “rimbalzano” contro le pareti del
cuore e forniscono delle immagini che permettono di valutare l’anatomia cardiaca e di vedere il cuore in movimento, consentendo quindi uno studio di tipo
sia morfologico sia funzionale. Si tratta di un esame privo di controindicazioni,
che può essere ripetuto anche frequentemente per il monitoraggio delle
cardiopatie. L’ecocardiogramma può essere effettuato per via transtoracica o per via
transesofagea. L’approccio transtoracico viene eseguito con il paziente in decubito laterale
sinistro e la sonda viene appoggiata in alcuni punti del torace per osservare il cuore da
diverse prospettive. Permette di valutare le dimensioni del cuore, lo spessore delle pareti,
la capacità contrattile (globale e dei singoli segmenti), la morfologia e il funzionamento
delle valvole cardiache. Associato alla metodica Doppler consente di misurare
anche la velocità del flusso sanguigno. L’ecocardiogramma transesofageo viene
eseguito in caso di particolari patologie e consente di visualizzare le strutture posteriori del
cuore, scarsamente accessibili allo studio transtoracico. La sonda viene introdotta nell’esofago, previa lieve sedazione, e viene posizionata a ridosso della zona posteriore del cuore.
L’ecocardiogramma costituisce uno degli esami di primo livello qualora vi
sia il sospetto di una cardiopatia. La metodica esiste da più di 20 anni, ma è in
continua evoluzione grazie al miglioramento della strumentazione: con le apparecchiature
più recenti è oggi possibile ottenere anche immagini tridimensionali.
A cura del Prof. Antonio Liuzzi, Unità
Operativa di Medicina Generale, Istituto
Auxologico Italiano.
I
n un recente convegno tenutosi a Verbania, si è parlato
della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS). Si tratta
di una sindrome diffusa che presenta ancora aspetti
controversi. È una condizione caratterizzata da iperandrogenismo, anovulatorietà e obesità. Quest’ultimo segno è stato
per lungo tempo poco considerato nell’’ambito di questa sindrome: l’attenzione dei ricercatori era focalizzata sulle alterazioni della produzione degli ormoni dell’ovaio e delle ghiandole
surrenali. In questa sindrome infatti la sintesi ed il metabolismo periferico di ormoni quali gli estrogeni, gli ormoni
maschili e il cortisolo è profondamente alterata; questo
si riflette in alterazione della secrezione di Gonadotropine da
parte dll’ipofisi e quindi in irregolarità del ciclo mestruale.
Il rinnovato interesse per le attività metaboliche e di
produzione ormonale del tessuto adiposo ha profondamente modificato il punto di vista sulla fisiopatologia di
questa sindrome che oggi viene considerata piuttosto una
patologia di origine metabolica o addirittura internistica con
aspetti endocrini. Infatti la resistenza insulinica riscontrata in
queste pazienti viene oggi vista come il momento determinante
sia la fisiopatologia che la terapia.
attività di ricerca
La farmacogenomica:
il farmaco giusto al paziente giusto
M
entre la medicina tradizionalmente considerava il singolo
paziente, negli ultimi due secoli la farmacologia si è per
lo più basata sul principio che un singolo farmaco possa
essere utile per molti o tutti i pazienti. Questo approccio sta attualmente cambiando grazie alle nuove ricerche scientifiche che confermano
che l’assetto genetico dell’individuo può influenzare in maniera
profonda sia il rischio di sviluppare una determinata patologia, che
la risposta al farmaco e l’eventuale comparsa di reazioni avverse.
È infatti esperienza oramai diffusa che i medicinali non hanno lo stesso
effetto su tutti i pazienti.
In questo contesto, la farmacogenomica è la nuova frontiera della
medicina per la personalizzazione della terapia, per individuare al meglio
i soggetti che possono essere più responsivi a un dato farmaco al fine di
ottimizzare i benefici terapeutici e minimizzare gli effetti collaterali.
Le ricerche di farmacogenetica si propongono infatti di identificare le
varianti del DNA che sono associate a differenze nella risposta che l’organismo ha del farmaco.
Porre in relazione l’assetto genetico di un individuo con le risposte a un
determinato farmaco permette quindi di predire con maggiore precisione l’effetto del medicinale e studiare la terapia ad hoc sul soggetto,
sia scegliendo il tipo di farmaco più efficace e con meno rischi di effetti
collaterali, sia somministrando la dosi più adatte.
Nel caso di malati oncologici, abbiamo la possibilità di studiare le modifiche del codice genetico o delle caratteristiche molecolari che sono
proprie del tessuto tumorale, e potere così scegliere il farmaco più adatto
per combatterlo.
Un’esempio dell’applicazione di questa metodica è il caso del tumore della
mammella, patologia che in se’ è molto eterogenea con numerose varianti
che differiscono fra loro per il coinvolgimento di meccanismi patogenetici
diversi. Il 30% di questi tumori presenta un’anomalia genetica legata a una
proteina che stimola la crescita della massa tumorale. Per bloccare questo
specifico tipo di tumore, si possono utilizzare attualmente delle proteine,
chiamate anticorpi che sono in grado di neutralizzare la attività di questa
proteina “oncogenica”, cioè che stimola la crescita tumorale.
Attualmente, le applicazioni della farmacogenomica in campo
oncologico sono estese anche ad altri tumori, come quelli del
colon, della tiroide e dell’ipofisi. Come detto prima un altro campo
applicativo molto importante della farmacogenomica è quello che permette
di studiare l’assetto genetico dell’individuo per verificare il rischio di eventuali effetti indesiderati secondari a una certa terapia. Oltre all’efficacia e
agli effetti collaterali, la genetica è in grado di predire anche il metabolismo
del medicinale in un dato individuo, ossia il modo e il tempo di eliminazione
del medicinale da parte dell’organismo: tutti dati che nell’insieme aiutano a
capire quale sia il dosaggio più appropriato del farmaco per ogni malato. E’
questo per esempio il caso delle terapie con antidepressivi, con anestetici,
con anticoagulanti e con immunosoppressori: tutti farmaci che vengono
metabolizzati in modo molto diverso a seconda del patrimonio genetico
del paziente, nello specifico dei geni che codificano enzimi coinvolti nel
metabolismo delle sostanze farmacologiche a livello epatico,.
Gli studi di farmacogenomica rappresentano quindi un grande
vantaggio per il singolo paziente, che trarrà maggior beneficio dalle
cure e avrà minor probabilità di effetti collaterali, ma potranno avere
fondamentali ricadute anche per il Servizio Sanitario Nazionale in
termini di costi per le cure. Molti dei farmaci di nuova generazione sono
estremamente costosi: individuare da subito quale sarà la sottopopolazione
di pazienti più suscettibile di avere una risposta positiva ad un determinato
farmaco permetterà di mirare nella maniera più appropriata le risorse
terapeutiche.
Le ricerche di farmacogenomica sono attualmente già applicate in centri di
grande specializzazione. Nell’Istituto Auxologico, presso il Laboratorio
Sperimentale di Ricerche Endocrinologiche e presso il Laboratorio di
Ricerche di Biologia Molecolare vengono condotte ricerche di farmacogenomica in relazione a diverse patologie. Attualmente sono in corso
alcuni progetti di ricerca corrente specifici sulla terapia anticoagulante negli
anziani (per valutare l’influenza dell’assetto genetico sulla terapia) o anche
sulla predizione quantitativa della risposta alla stimolazione ovarica.
A cura del
Prof. Luca Persani,
Unità Operativa di Medicina
Generale ad Indirizzo Endocrino
Metabolico dell’Istituto Auxologico
Italiano, Laboratorio Sperimentale
di Ricerche Endocrinologiche
dell’Istituto Auxologico Italiano,
Dipartimento di Scienze Mediche,
Università degli Studi di Milano
e a cura della
Dott.ssa Anna Maria Di Blasio,
Laboratorio di Ricerche di Biologia
Molecolare, Istituto Auxologico
Italiano.
Il Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Neurobiologia Clinica
A cura del Prof. Alessandro Mauro, Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Neurobiologia Clinica, Unità Operativa di Neurologia e Riabilitazione delle Malattie
Neurologiche, Istituto Auxologico Italiano. Dipartimento di Neuroscienze, Università degli Studi di Torino.
Situato presso l’Istituto Scientifico Ospedale San Giuseppe a Piancavallo
(VCO), il Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Neurobiologia Clinica
si avvale di diverse figure professionali: Neurologi, Biologi, Biotecnologi
e Tecnici di Laboratorio. La collaborazione di questi professionisti è
dedicata all’applicazione di tutte le tecniche di tipo biologico e biologico-molecolare utili per la diagnostica delle malattie neurologiche.
La ricerca scientifica volta all’individuazione di metodologie e tecniche
diagnostiche delle malattie neurologiche è decisamente il momento piu’ importante dell’attività
del Laboratorio, in quanto una diagnosi precisa e precoce delle malattie neurologiche
è in genere complessa e spesso molto importante per l’efficacia della terapia che ne
segue. Il Laboratorio si occupa inoltre di studi sperimentali che riguardano anche l’aspetto
patogenetico e terapeutico.
Vengono affrontati principalmente ricerche di Neuropatologia, ossia analisi di tipo biologico
direttamente sui tessuti in presenza di malattie neurologiche del sistema nervoso centrale
(cervello) o periferico (nervi); in questo ambito vengono affrontati anche studi di miopatologia,
ossia di diagnostica di biopsie muscolari.
Nell’ambito della Neurogenetica, analisi del patrimonio genetico di individui affetti da patologie
neurologiche, vengono poi affrontate malattie molto rare, quali il CADASIL (una vasculopatia cerebrale ereditaria) e la Neuropatia Amiloidotica Familiare. Le ricerche genetiche servono
per la diagnosi delle malattie e per comprendere la patogenesi delle stesse, ossia le cause e
le modalità d’insorgenza delle patologie. Le analisi molecolari vengono effettuate sia su
tessuti di persone malate, sia su modelli
cellulari che presentano le stesse alterazioni delle cellule malate.
Il Laboratorio si occupa da tempo anche
di terapie sperimentali in neurologia, utilizzando le nanosfere lipidiche solide come
veicolo di farmaci: particelle lipidiche di
dimensioni molto piccole che contengono
farmaci sono usate per trasportare più
efficacemente il medicinale nel tessuto
nervoso. Questi veicoli farmacologici presentano dei potenziali vantaggi in quanto i
farmaci veicolati dalle nanosfere lipidiche passano piu’ facilmente la barriera ematoencefalica
(barriera protettiva del cervello) e mantengono concentrazioni più costanti e durature nel sangue. Questi studi sono applicati a farmaci usati per la cura dei tumori cerebrali, per la Malattia
di Parkinson, per i disturbi del sonno e per il trattamento della spasticità. I risultati in questo
ambito sono molto promettenti e le ricerche vengono svolte in collaborazione con il Laboratorio
di Neurofisiopatologia.
Tutti gli studi vengono condotti tenendo saldo il legame tra la ricerca scientifica e il
momento clinico (diagnostico e terapeutico), in perfetta linea con il concetto di Istituto
di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico proprio dell’Istituto Auxologico.
Ristrutturazione della sede storica
dell’Istituto Auxologico.
S
ono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’Istituto Scientifico
Ospedale San Giuseppe a Piancavallo (VCO). Il lavori, che
dureranno circa 5 anni, interessano il padiglione ovest,
che verrà ampliato e completamente ristrutturato.
Le opere di rinnovamento coinvolgeranno le camere di degenza,
le palestre e gli ambulatori medici. Verranno infatti ristrutturati
gli esterni, gli interni e anche l’impiantistica. L’attività sanitaria
non verrà influenzata da questi lavori e continuerà regolarmente.
Il progetto del padiglione in ristrutturazione.
ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN GIUSEPPE
via Cadorna, 90 - Piancavallo (Oggebbio-VCO)
Linea ASL e Privati 0323 514600
ISTITUTO SCIENTIFICO
OSPEDALE SAN GIUSEPPE VILLA CARAMORA
corso Mameli, 199 - Verbania (VCO)
Linea ASL e Privati 0323 514600
ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN MICHELE
ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN LUCA
via Ariosto, 13 - Milano
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
via Spagnoletto, 3 - Milano
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
CENTRO DI RICERCHE
E TECNOLOGIE BIOMEDICHE
ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN LUCA
POLO DI NEURORIABILITAZIONE
via Zucchi, 18 - Cusano Milanino (MI)
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
via Mercalli, 32 - Milano
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
CENTRO DI RICERCA E CURA
DELL’INVECCHIAMENTO
CENTRO DIAGNOSTICO - MEDA
L’Odontoiatria a Meda
N
ei primi mesi del 2011 aprirà il Servizio di Odontoiatria
presso il Centro Diagnostico-Meda. Il servizio, in convenzione con Il Sistema Sanitario Nazionale, trova spazio
nell’ampliamento della Centro in Corso della Resistenza 23 a
Meda e completa la già ampia offerta sanitaria del Centro.
La ricerca aiuta
a curarti meglio
via Mosè Bianchi, 90 - Milano
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
corso della Resistenza, 23 - Meda (MI)
Linea ASL 03627724001
Linea Privati 0362 7724000
Dai un contributo all’attività di ricerca
dell’Istituto Auxologico Italiano:
BANCA INTESASANPAOLO, Filiale 2103
Corso Vercelli, 25 - Milano
IBAN: IT 35 I 03069 09448 000002661142
c/c:26611-42
CAUSALE: DONAZIONE Per donazioni e informazioni
Istituto Auxologico Italiano
02-61911.2985
[email protected]
CENTRO DIAGNOSTICO PIOLTELLO
CASA DI CURA SAN CARLO
via Masaccio, 4B - Pioltello (MI)
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
via Pier Lombardo, 22 - Milano
Linea ASL e Privati 02 550001
Le sedi di Ricerca e Cura
lavori in corso
Prenotazioni on line: [email protected]
Auxologico News - notiziario di informazione sanitaria
Istituto Auxologico Italiano. Via Ariosto, 13 – 20145 Milano. Direttore Responsabile: Giovanni Ancarani. Registrazione Tribunale di Milano n° 716 del 4 dicembre 2008.
Contatti: [email protected]

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