tutto per una ragazza

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tutto per una ragazza
LIBRO
IN ASSAGGIO
TUTTO PER UNA
RAGAZZA
DI NICK HORNBY
Tutto per una ragazza
DI NICK HORNBY
1
Dunque, tutto procedeva piuttosto bene. Anzi, direi che da un sei mesi
succedevano praticamente soltanto cose belle.
— Per esempio: la mamma si era tolta dai piedi Steve, il suo strazio di
fidanzato.
— Per esempio: dopo una lezione, la Gillett, la prof di arte e design, mi
aveva preso da parte per chiedermi se pensavo di studiare arte
all’università.
— Per esempio: improvvisamente, dopo aver fatto per settimane la figura
del cretino in pubblico, avevo imparato due nuovi trick di skate.
(Scommetto che non andate tutti sullo skate, quindi mi sa che devo
chiarire subito una cosa, tanto per evitare terribili equivoci. Skate =
skateboard. Noi non diciamo mai skateboard, quindi sarà l’unica volta che
userò questa parola in tutta la storia. E se continuerete a immaginarmi fare
lo scemo su un paio di schettini, mettiamo, o di pattini o quel che è, la
colpa sarà soltanto vostra.)
Tutto questo, e in più avevo conosciuto Alicia.
Stavo quasi per dire che forse dovreste sapere alcune cose di me, prima
che parta spedito a raccontare di mia mamma, Alicia e tutto il resto. Se mi
conosceste un po’, in effetti potrebbero interessarvi. Ma, riletto quel che ho
appena scritto, mi sa che ne sapete già molto, o almeno avrete già
indovinato un bel po’ di cose. Tanto per cominciare avrete forse indovinato
che mia mamma e mio papà non vivono insieme, a meno che non crediate
che mio papà sia tipo da fregarsene che sua moglie abbia dei fidanzati.
Be’, non è tipo. E forse avete indovinato che vado sullo skate e anche che
a scuola la mia materia forte era arte e design, a meno che non mi
crediate uno che tutte le prof di tutte le materie prendono da parte per
dirgli di andare all’università. E magari litigano fra loro per me: «No, Sam!
Lascia perdere l’arte! Fai fisica! » « Macché fisica! Pensa che tragedia per
il genere umano, se abbandonassi il francese! » E giù botte.
Ecco, no. Sono cose che a me non succedono. Vi do la mia parola: io una
rissa tra i professori non l’ho mai scatenata.
E non bisogna essere Sherlock Holmes o non so chi per capire che Alicia
era una ragazza che per me contava qualcosa. Mi fa piacere che alcune
cose non le sappiate e non possiate indovinarle, cose pazzesche, che in
tutta la storia del mondo sono capitate soltanto a me, a quanto ne so. Se
foste in grado di indovinarle tutte grazie a quelle poche frasi iniziali,
comincerei a temere di non essere la persona complessissima e
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interessantissima che sono, ah-ah.
Questo periodo in cui tutto procedeva piuttosto bene risale a un paio di
anni fa, quindi avevo quindici, quasi sedici anni. Non vorrei sembrare
patetico, e non voglio assolutamente che vi rattristiate per me, ma questa
sensazione di vivere una vita accettabile mi era nuova. Era una
sensazione che non avevo mai avuto e in realtà da allora non è mai più
tornata. Non voglio dire che prima fossi infelice. Ma per un motivo o per
l’altro c’era sempre stato qualcosa che non andava, qualcosa di cui
preoccuparmi. (E come vedrete ne ho avute, di preoccupazioni, dopo di
allora, ma ci arriveremo.) Per esempio, i miei genitori stavano per
divorziare e litigavano. Oppure avevano divorziato ma litigavano lo stesso,
perché dopo il divorzio continuarono a litigare per un pezzo. Oppure non
andavo benissimo in matematica — odio matematica — oppure volevo
mettermi con una che non voleva mettersi con me... Tutti problemi che si
erano dissolti di colpo, senza che me ne accorgessi, in realtà, un po’ come
succede a volte con le nubi. E in più quell’estate giravano più soldi. Mia
mamma aveva un lavoro e mio papà non era arrabbiato con lei, e questo
significava che ci dava quel che avrebbe dovuto darci fin dall’inizio. Così,
insomma…, i soldi miglioravano la situazione.Se voglio raccontare questa
storia come si deve, senza cercare di nascondere niente, c’è una cosa che
devo confessare, perché è importante. Eccola. So che sembrerà stupido,
e di solito non sono il tipo, davvero. Non credo assolutamente in cose tipo
gli spiriti, la reincarnazione o robaccia del genere, ma... niente, è una cosa
che cominciò a succedere e... Comunque, adesso lo dico e potrete
pensare quel che vi pare.
Io parlo con Tony Hawk e Tony Hawk risponde.
Alcuni di voi, probabilmente gli stessi che mi immaginavano volteggiare su un
paio di schettini, non avranno mai sentito parlare di Tony Hawk. Vabbè,
adesso vi spiego chi è, anche se prima vorrei dire che dovreste già
saperlo. Non conoscere Tony Hawk è come non conoscere Robbie
Williams, o anche Tony Blair. Anzi, se ci pensate bene è peggio. Perché di
politici ce ne sono un mucchio, e anche di cantanti, ci sono centinaia di
programmi alla tele. Probabilmente George Bush è più famoso di Tony
Blair e Britney Spears o Kylie sono famose quanto Robbie Williams. Ma di
skater ce n’è uno solo, in realtà, e si chiama Tony Hawk. Be’, certo, non ce
n’è uno solo. Ma lui è decisamente il Grande, E il J.K. Rowling degli
skater, il Big Mac, l’iPod, l’Xbox. L’unica giustificazione che accetterò da
quelli che non lo conoscono è che non sono interessati allo skate.
Aggiornata il lunedì 28 luglio 2008
Edizione Mondolibri S.p.A., Milano
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