Luciano Battezzati ISVOR Fiat
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Luciano Battezzati ISVOR Fiat
Luciano Battezzati ISVOR Fiat Il testo riportato di seguito è una trascrizione dell’intervento del dr. Battezzati (ISVOR Fiat) tenutosi il 22 novembre 2002 in occasione del Convegno “e-learning: stato dell’arte e prospettive” Grazie. Buon pomeriggio a tutti. Per cominciare, non vi presenterò la società che oggi rappresento, in quanto questa, almeno nell’area torinese e piemontese, è già conosciuta. Procederò, piuttosto, illustrando semplicemente a quali esperienze e a quali tipologie di clienti-mercato sono rivolti i prodotti e i servizi che realizziamo. In questo momento stiamo lavorando su tre filoni di clienti: − le grandi aziende del gruppo Fiat, ovvero grandi realtà − tutte le reti commerciali legate al mondo Fiat, ma non solo, che hanno sicuramente dei bisogni molto diversi da quelle che sono, invece, le realtà produttive. In riferimento a questo settore lavoriamo su reti commerciali distribuite geograficamente non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo, con le peculiari sfide che un tale progetto richiede. − il terzo tipo di clienti con cui in questo momento stiamo lavorando sono le aziende private di più piccola dimensione, quindi le piccole e media imprese; ma anche altre realtà: abbiamo tra i nostri clienti le Pubbliche Amministrazioni, le banche, qualche grande realtà che sta a metà fra pubblico e privato, come per esempio le Ferrovie dello Stato Quindi, gli aspetti che tratterò riguardano le esperienze che stiamo conducendo in queste tre realtà. Ci occupiamo di formazione a distanza da circa dieci anni e abbiamo percorso i vari stadi dell’evoluzione delle tecnologie nel campo dell’apprendimento. Da circa quattro o cinque anni ci stiamo occupando specificatamente di e-learning inteso nel senso attuale del termine, poichè in precedenza si parlava più genericamente di formazione a distanza. Quali sono, in generale, le esigenze delle aziende con cui lavoriamo? − Innanzi tutto l’esigenza di governare tutti i processi di formazione, di favorire lo sviluppo delle competenze e, in questo senso quindi, di mirare a personalizzare l’offerta formativa. Sempre di più esprimono la necessità di avere un sistema formativo che risponda ai bisogni di percorsi individualizzati di crescita e sviluppo delle competenze. Lavorando con molte aziende, ci siamo accorti che effettivamente è solo da poco che si riesce a parlare di formazione continua. Oggi c’è la possibilità di fare “formazione continua”, perché le soluzioni, gli strumenti, le tecnologie e gli impianti che si stanno mettendo a punto ci consentono di farlo. In che senso? Nel senso che possiamo agganciare il sistema di risposta formativa al sistema di analisi e sviluppo delle competenze, integrandoli entrambi nei processi di lavoro. Finalmente, chi si occupa di formazione da tanti anni comincia a rendersi conto che è possibile fornire formazione continua tramite percorsi focalizzati sui bisogni individuali. − Un’altra esigenza è di velocizzare il delivery, cioè il modo in cui si arriva a fornire la formazione, bisogna avere più time-to-market nel rispondere ai fabbisogni formativi. − In terzo luogo: inserire la formazione nei processi aziendali. Le soluzioni formative proposte devono integrarsi con tutti i processi di lavoro. E’ quindi necessario analizzare i processi di lavoro e conoscere i veri bisogni dell’azienda; − infine, un’altra esigenza espressa dai nostri clienti è la realizzazione di sistemi che permettano di diffondere la loro conoscenza aziendale. Inoltre, spesso, bisogna essere anche portatori di altre competenze. Queste sono le richieste delle aziende con le quali lavoriamo, descritte in maniera molto sintetica, ovviamente. In che modo procediamo per andare incontro a queste esigenze? In primo luogo si mette in atto un processo di lavoro per avviare un sistema di e-learning. Non lo descrivo, perché come vedete è piuttosto complesso (rif. slide n. 3). Un processo di questo tipo permette di capire quale sia il sistema di e-learning che meglio si adatta alla realtà, al contesto, alla cultura, ai contenuti di una specifica organizzazione. Quindi, come già espresso in precedenza, dobbiamo personalizzare il sistema di e-learning: non esiste e-learning: stato dell’arte e prospettive Luciano Battezzati ISVOR Fiat un sistema di e-learning generico, esistono differenti sistemi di e-learning che si adattano alle singole realtà. Questo è ciò che sta avvenendo, la strada verso la quale stiamo andando con tutte le aziende clienti. Qual è l’evoluzione dell’impianto del sistema informativo? Si va sempre più da un focus sull’aspetto didattico a un focus sull’aspetto di tipo organizzativo; si va sempre più da soluzioni di apprendimento individuale a soluzioni di apprendimento collaborativo; si va sempre più da soluzioni in cui si parla solo di trasferimento di conoscenze a soluzioni di trasferimento di abilità e di atteggiamenti. La formazione a distanza è da intendere non come erogazione di prodotti unicamente on-line, ma come sistema che gestisce il processo formativo. Quali sono le tecnologie e le soluzioni da adottare? Oggi quando ci poniamo di fronte a un nuovo cliente che ci chiede come mettere in piedi un sistema, rispondiamo che generalmente la soluzione non è univoca, ma è composta da un mix di tecnologie (rif. slide n. 5). L’opzione più valida è offrire soluzioni “blended”. Un altro aspetto importante è che ci siamo resi conto di come in molte realtà la soluzione della formazione a distanza debba essere integrata con altre soluzioni, quali l’attivazione di “learning center” o “learning point”. Si tratta di strutture che permettono di fruire di un’offerta formativa in diverse modalità nell’ottica, quindi, della flessibilità e della personalizzazione del percorso formativo. Abbiamo già realizzato una decina di “learning point” presso realtà molto diverse: all’interno di aziende, all’interno di Enti pubblici, all’interno di realtà atipiche quali, per esempio, una parrocchia (che rappresenta uno fra gli ultimi progetti di cui ci siamo occupati). Cosa c’entra una parrocchia penserete voi? Ebbene la struttura didattica che sta dietro ad un’offerta formativa di e-learning si presta a qualsiasi tipo di realtà: i contenuti ovviamente cambiano, ma è la struttura didattica che conta, è il sistema con il quale viene gestito il percorso di apprendimento che fa la differenza. Allora, si può affermare che quando parliamo di e-learning, parliamo di e-learning di prodotto ma al contempo parliamo anche di e-learning di processo. Una mia collega ha pubblicato un articolo su questo argomento, comparso l’anno scorso sulla rivista “Professionalità”. L’articolo spiega proprio come si stia passando da una soluzione di prodotto a una soluzione di processo, o meglio come si passa da una soluzione di e-learning di prima generazione a una soluzione di e-learning di seconda generazione. Oggi ci avviamo addirittura verso la terza generazione (per esempio con il “mobile learning”). Questo significa che: − se parliamo di piattaforme, si tratta di passare da un contenitore da riempire a uno strumento di gestione del percorso formativo; − se si parla dell’approccio, da tattico diventa strategico, e quindi si pone il problema della strategia dell’azienda, del business; − se parliamo delle soluzioni, da parziali diventano soluzioni di sistema che abbracciano tutto il “sistema azienda”; − se parliamo di impatto organizzativo, diciamo da minimo a massimo, perché interessa tutta l’organizzazione aziendale; − e se parliamo infine di ritorno degli investimenti, nel caso dell’e-learning di prodotto è facile determinare il ritorno degli investimenti, perché è facile capire quanto costa un corso erogato online rispetto a un corso erogato in aula; nell’altro caso, quando parliamo di gestione di tutto il processo e del sistema, certamente il ritorno degli investimenti non è di facile valutazione. Cosa significa parlare di “e-learning di processi”? Significa integrare le nostre piattaforme, di qualunque genere od origine esse siano, con tutti i sistemi di gestione aziendale, che sono gli HRMS, IRP, CRM, e così via. Le aziende, oggi, ci chiedono sempre di più di integrare i sistemi di gestione del processo formativo. A volte ci troviamo di fronte a sistemi di gestione delle risorse umane che possiedono già componenti di gestione del sistema formativo, sono quindi presenti delle sovrapposizioni: come fare in questi casi? Esistono molte realtà e fornitori di software che cercano di realizzare un’integrazione di questi sistemi. e-learning: stato dell’arte e prospettive Luciano Battezzati ISVOR Fiat Per esempio, in questo senso, noi non abbiamo fatto una scelta tecnologica specifica. Abbiamo scelto una piattaforma che utilizziamo, ma in realtà ci poniamo come coloro che individuano il problema e cercano di risolverlo, indipendentemente dalla tecnologia. Entro certi limiti, ovviamente: parliamo di soluzioni di qualità. Interessante è il fatto che oggi ci viene chiesto di integrare, di fare in modo che tutte le componenti del sistema di gestione aziendale dialoghino fra di loro. Le principali problematiche che si pongono sono: − la scelta della piattaforma da utilizzare e − i criteri e i livelli di personalizzazione Qual è il problema quando si realizzano personalizzazioni sulle piattaforme? Quando si personalizza una piattaforma, diventa difficile realizzare successivamente l’aggiornamento: quando esce una nuova release – come per tutti i sistemi software complessi – l’aggiornamento diventa complesso, e quindi bisogna stare molto attenti nel realizzare personalizzazioni troppo estreme. Un altro problema è come gestire i contenuti che arrivano da fornitori diversi. Attualmente gestiamo un catalogo composto di 1200 titoli su una delle nostre piattaforme. Abbiamo dovuto fare un bench-marking internazionale per capire che cosa offra il mercato mondiale in termini di prodotti formativi on-line. Abbiamo poi provato a vedere come è possibile caricare questi prodotti su piattaforma e come possono essere gestiti. Ci siamo resi conto allora che generalmente sono ritenuti standard, quindi compatibili con qualsiasi piattaforma, ma poi quando si prova a caricarli, si presentano grosse difficoltà. Abbiamo quindi dovuto costituire un gruppo che gestisse il catalogo e abbiamo costruito un database, che ci permette di individuare i titoli e i prodotti utilizzabili in determinati contesti, per determinati clienti e realtà. Il catalogo diventa quindi uno degli elementi chiave nella gestione di un processo di e-learning e va gestito in modo specifico: è un elemento di specializzazione all’interno del sistema. Altre due problematiche comuni sono: − la manutenzione e l’aggiornamento dell’ambiente, che comunque è un ambiente dinamico e deve essere continuamente aggiornato, da un punto di vista informatico e da un punto di vista dell’intero impianto didattico; − inoltre, capire che cosa occorra tenere in casa e che cosa, invece, dare in outsourcing, nella gestione del sistema. Vi cito delle esperienze concrete, per sottolineare alcuni degli aspetti che ho appena illustrato: In questi anni sicuramente l’e-learning ha avuto più possibilità di sviluppo: la possibilità di arrivare a grandi numeri di persone geograficamente distribuite. Questo aspetto diventa un fattore di business fondamentale per le aziende. − Il sistema di formazione da noi realizzato per le reti commerciali del gruppo Iveco, permette il collegamento di tutti i dealer Iveco in Italia, in Europa e worldwide. Si tratta quindi di un sistema multilingua. I servizi offerti sono l’assessment, la selezione e la formazione: c’è un sistema di assessment di tutte le forze di vendita e di post-vendita. L’attività è stata avviata nel secondo semestre del 2000 e gli utenti coinvolti in questo progetto sono circa 3700. Oggi, non c’è solo il tutor che segue il percorso didattico, ma abbiamo anche un tutor che segue il processo di assessment, una specializzazione che richiede competenze particolari. In questo caso, il modello che abbiamo usato per la valutazione delle competenze è un modello detto “a 360°”, che prevede la valutazione delle conoscenze, la valutazione delle abilità e delle capacità e l’adesione a certi modelli. Attraverso una serie di strumenti, in parte di autovalutazione e in parte di eterovalutazione, si arriva a comporre una matrice, che definisce i gap di competenze, ai quali si aggancia l’impianto di risposta formativa. Lo strumento permette di effettuare tutto l’assessment sulle competenze presenti in azienda interamente on-line. È una sfida che ci siamo proposti, infatti non è facile valutare tutti questi aspetti on-line. In termini di costi e di tempi non sarebbe stato possibile svolgere questa attività in e-learning: stato dell’arte e prospettive Luciano Battezzati ISVOR Fiat maniera tradizionale con la stessa efficacia. Abbiamo quindi dovuto ideare soluzioni che funzionassero efficacemente on-line. Nella slide che vi illustro ora (vd. slide 11) abbiamo sintetizzato le quattro valutazioni possibili: autovalutazione, eterovalutazione, valutazione diretta e valutazione attraverso test proiettivi (che valutano i comportamenti). Questo metodo, tramite un target di riferimento, ci permette di capire quali siano i gap. Alla luce di questi gap e attraverso i punteggi ottenuti – in questo caso il punteggio soglia era 60 – il sistema fornisce in automatico la risposta e suggerisce qual è il percorso formativo per ciascuna persona valutata. Si tratta quindi di un percorso individualizzato. In termini di numeri stiamo parlando - come vi dicevo prima – di 3700 persone sparse su tutto il territorio italiano, europeo e anche extraeuropeo. − Un’altra esperienza che cito sempre è quella delle reti commerciali Fiat Auto. In questo caso, in concomitanza soprattutto con il lancio di nuovi modelli, vengono proposte agli utenti una serie di soluzioni integrate fra di loro, che vanno dall’utilizzo di manuali cartacei, Cd-Rom, televisione satellitare, aula (ci sono quindi anche dei momenti d’aula tradizionale), all’utilizzo di un portale di training dedicato al lancio del prodotto. In questo caso, dunque, è stata utilizzata una soluzione di tipo blended. Vi fornisco un esempio: l’anno scorso al 15 di agosto – era il periodo del lancio della Fiat Stilo – il responsabile della formazione di Fiat Auto mi ha telefonato proprio quando ero in vacanza e mi ha chiesto la situazione dei percorsi di formazione dei venditori in 13 Paesi e 8 lingue (stiamo parlando di circa 5000 persone iscritte in questi Paesi). Mi ha telefonato a mezzogiorno: io ho telefonato al tutor – era a casa anche lui – e dal suo computer si è collegato alla piattaforma. Alla sera abbiamo fornito un monitoraggio di cosa stesse succedendo in tutta Europa. Pensate cosa avrebbe comportato fare un’operazione del genere in passato: era impensabile, ci sarebbero voluti alcuni mesi e sarebbe stato molto difficile risalire, ad esempio, alle informazioni sugli iscritti. Oggi in mezza giornata noi siamo in grado di fornire un report, specificando chi sono gli iscritti, i percorsi formativi che hanno frequentato, i tempi di fruizione, i risultati di apprendimento, ecc. In questo senso, c’è un incredibile salto qualitativo dei risultati di monitoraggio, veramente impensabile prima, con una complessità e delle modalità formative molto diverse fra di loro. Nella slide potete osservare uno schema relativo alla televisione satellitare che ne illustra l’architettura tecnologica. Qui invece vediamo alcuni dati relativi alle concessionarie collegate e i loro numeri. Potete osservare i Paesi e le lingue sui quali lavoriamo: la piattaforma lavora in tutte lingue indicate in termini di interfaccia utente. Quindi, non solo i moduli formativi devono essere multilingua, ma anche la piattaforma in sé: rendere la piattaforma multilingua è stata una delle personalizzazioni più significative che abbiamo compiuto. Abbiamo messo a punto un modello di tutoring a più livelli (con un call center, ecc.), in relazione all’esperienza pregressa. La slide che stiamo vedendo, riporta le figure professionali coinvolte nel progetto: l’amministratore di sistema, l’amministratore didattico, il gruppo di tutor (utilizzo questo termine perché c’è un sistema di tutoring a più livelli). Quali sono le tipologie di domande che gli utenti hanno rivolto ai tutor e agli amministratori didattici? Le vedete divise per categorie (rif. slide n. 21): la maggioranza delle domande che hanno posto gli utenti sono relative a problemi tecnici, non sui contenuti dei corsi. Come vedete, ci sono due tipi di domande relative al contenuto: quelle evase dal tutor in prima battuta, si tratta cioè di domande generiche e sempre uguali; ci sono poi domande di approfondimento, in cui facciamo intervenire l’esperto di contenuti, che viene attivato dal tutor di primo livello (vedete che sono soltanto l’11%). Questi dati delineano il quadro delle reazioni degli utenti di fronte all’utilizzo di soluzioni on-line. Per quanto riguarda il livello di gradimento gli utenti hanno dimostrato di aver apprezzato (rif. slide n. 22): - la gestione flessibile - il supporto durante la fruizione (anche se con modalità remote) - la nuova modalità formativa e-learning: stato dell’arte e prospettive Luciano Battezzati ISVOR Fiat - l’esposizione chiara dei contenuti – è chiara se il progetto didattico è costruito bene. A questo proposito noi abbiamo un catalogo di 1200 titoli con valutazioni articolate sia sul contenuto che sull’aspetto didattico: oggi abbiamo acquisito una sensibilità particolare sulla qualità dei percorsi d’apprendimento e, quindi, sono d’accordo quando si dice, per esempio, che la qualità del percorso di apprendimento non è legata all’utilizzo di Flash o di qualunque altra tecnica multimediale. L’aspetto che fa la differenza è il livello di professionalità del formatore o del progettista didattico. Se dovessi descrivere come oggi stiamo progettando i percorsi formativi potrei dire che il percorso avviato è prelevantemente di tipo blended. Anche il collega di Unicredito ha messo in evidenza che le attività più complete prevedono l’utilizzo di tutte le soluzioni: dall’aula tradizionale all’on-line, all’on-thejob learning. Quello che noi chiamiamo l’ingegnere didattico è colui che è capace di trovare, nella progettazione del percorso di apprendimento, quello che è il mix giusto di soluzioni: la percentuale di apprendimento online, in aula, on-the-job oppure con altre soluzioni. La qualità del risultato dipende ovviamente anche da questo aspetto . Nella slide che stiamo vedendo (n. 24) è riportato un esempio di percorso realizzato in modalità blended: lo cito come esempio per dire che stiamo andando sempre di più verso questo tipo di soluzioni, che vengono gestite in toto dal LMS (Learning Management System), cioè dalla piattaforma. Ecco l’ultima tabella che vi presento (rif. slide n. 25): la nostra esperienza ci ha portato a dire che, quando lavoriamo con tecnologie diverse, emergono delle interessanti comparazioni. Guardate per esempio il discorso degli step di informazione: se parliamo dell’aula tradizionale, sappiamo benissimo che i 20 minuti sono lo step per mantenere l’attenzione; quando parliamo della televisione, sono 2 i minuti, perché sulla televisione c’è un’attenzione molto più labile e soprattutto ogni secondo di trasmissione televisiva diventa fondamentale. Con la videoconferenza sono 10 minuti, perché c’è più interattività, ma bisogna tener conto della stanchezza che il video procura; per il corso in autoapprendimento, invece, i minuti sono 5. Non solo questi ultimi dati, ma tutto ciò di cui oggi vi ho parlato è frutto della nostra esperienza. Concludo l’intervento ringraziandovi per l’attenzione prestata. Buona sera a tutti. e-learning: stato dell’arte e prospettive