I formaggi tipici delle Marche: uno sguardo alla
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I formaggi tipici delle Marche: uno sguardo alla
I formaggi tipici delle Marche: uno sguardo alla filiera, caratterizzazione sensoriale e definizione di linee guida per la valorizzazione dei prodotti Sommario 1- La filiera lattiero-casearia .......................................................................................... 3 Il settore lattiero-caseario in Italia .............................................................................. 3 La situazione marchigiana ........................................................................................ 10 I formaggi tipici marchigiani.................................................................................. 15 I formaggi tipici maceratesi...................................................................................... 17 La strada dei formaggi maceratesi ......................................................................... 20 Riferimenti Bibliografici ............................................................................................... 21 1 2 1- La filiera lattiero-casearia Il settore lattiero-caseario in Italia L’Italia ricopre una posizione di rilievo mondiale nell'ambito del settore lattiero caseario, in cui è il maggior Paese produttore di formaggi DOP (CLAL, 2013). Il patrimonio italiano zootecnico da latte è costituito da vacche, pecore, bufale e capre. Nel territorio nazionale le aziende che allevano vacche da latte sono le più numerose (50.337), seguite da quelle con pecore da latte, capre e bufale (Tabella 1). Tabella 1 - Numero di aziende italiane che allevano animali da latte (ISTAT, 2010) Territorio Vacche da Bufale Pecore da latte Italia Capre latte 50.337 2.117 29.182 21.111 Piemonte 4.087 11 413 2.098 Valle d'Aosta 1.095 - 34 219 347 4 170 340 Lombardia 8.463 43 452 2.059 Trentino Alto Adige 7.937 1 276 1.049 Veneto 5.155 13 174 525 Friuli-Venezia Giulia 1.326 7 20 131 Emilia-Romagna 4.272 12 303 511 Toscana 622 10 1.488 749 Umbria 289 5 360 219 Marche 296 10 672 380 1.859 541 1.796 668 983 4 676 596 Molise 1.332 10 657 401 Campania 4.441 1.355 1.176 1.339 Puglia 2.457 52 1.406 1.055 970 13 1.839 1.613 Calabria 1.188 8 1.935 2.712 Sicilia 1.971 15 2.924 1.864 Sardegna 1.247 3 12.411 2.583 Liguria Lazio Abruzzo Basilicata Le 1.755.000 vacche da latte censite (ISTAT,2011), sono allevate prevalentemente in Lombardia (31%), Emilia-Romagna (15%) e Veneto (11%). Le regioni in cui sono presenti 3 il maggior numero di bufalini sono la Campania, il Lazio e la Lombardia. Gli ovini si trovano prevalentemente in Sardegna, Sicilia e Lazio. I caprini sono allevati per la maggior parte in Sardegna, Calabria e Sicilia (ISTAT, 2012) (Tabella 2). Tabella 2 – Numero capi di bovini, bufalini, ovini e caprini presenti nelle regioni italiane (ISTAT, 2010) Territorio Italia Totale bovini Totale bufalini Totale ovini Totale caprini 5.592.700 360.291 6.782.179 861.942 815.613 3.012 92.664 46.580 Valle d'Aosta 32.953 - 2.286 3.528 Liguria 14.175 20 10.845 6.638 1.484.991 10.209 105.759 57.705 Trentino Alto Adige 178.293 39 57.271 18.516 Veneto 756.198 2.450 51.760 10.125 89.162 1.449 10.890 3.285 557.231 1.001 63.281 8.592 Toscana 85.371 1.669 471.064 11.997 Umbria 60.527 477 107.126 3.166 Marche 57.582 696 192.664 4.679 218.642 62.876 592.115 27.982 Abruzzo 78.566 103 210.017 14.389 Molise 47.105 699 89.658 6.143 Campania 182.630 261.506 181.354 36.051 Puglia 158.757 8.847 272.408 51.582 Basilicata 88.354 2.401 263.007 58.802 Calabria 98.436 1.041 246.828 133.520 Sicilia 336.152 1.100 732.809 117.347 Sardegna 251.962 696 3.028.373 241.315 Piemonte Lombardia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Lazio Nel territorio italiano sono presenti numerose aziende zootecniche biologiche che allevano bovini, ovini e caprini. La Sicilia, la Sardegna e la Calabria sono le regioni col maggior numero di allevamenti biologici di bovini. Per quanto riguarda le aziende biologiche con ovini, la Sicilia, Sardegna e Basilicata detengono il primato. Di nuovo la Sicilia possiede la quota più alta di allevamenti caprini, seguita da Calabria e Basilicata (Tabella 3). 4 Tabella 3 – Aziende zootecniche italiane con certificazione biologica (ISTAT, 2010) Aziende biologiche certificate Territorio Piemonte Totale % su bovini Italia Totale ovini % su Totale % su Italia caprini Italia 206 4,23 46 1,46 58 4,44 Valle d'Aosta 44 0,90 5 0,16 11 0,84 Liguria 81 1,66 28 0,89 32 2,45 Lombardia 122 2,50 44 1,40 61 4,67 Trentino Alto Adige 246 5,05 37 1,18 46 3,52 Veneto 101 2,07 12 0,38 24 1,84 13 0,27 8 0,25 6 0,46 Emilia-Romagna 385 7,90 90 2,87 39 2,99 Toscana 135 2,77 93 2,96 28 2,15 Umbria 81 1,66 71 2,26 16 1,23 Marche 147 3,02 128 4,08 32 2,45 Lazio 355 7,28 229 7,29 45 3,45 Abruzzo 138 2,83 125 3,98 33 2,53 Molise 10 0,21 7 0,22 4 0,31 Campania 60 1,23 47 1,50 23 1,76 Puglia 207 4,25 168 5,35 68 5,21 Basilicata 192 3,94 323 10,29 161 12,34 Calabria 429 8,80 259 8,25 192 14,71 1428 29,30 783 24,94 293 22,45 494 10,14 637 20,29 133 10,19 Friuli-Venezia Giulia Sicilia Sardegna Italia 4.874 3.140 1.305 Dall’analisi dei dati del settore lattiero-caseario italiano emerge che dal 2007 al 2012 le produzioni di latte delle quattro specie zootecniche si sono mantenute pressoché costanti. Quantitativamente, dopo le consegne alle latterie di latte bovino si posizionano quelle di latte ovino, bufalino e caprino (CLAL, 2013). Nel 2012 sono stati prodotte 985.000 tonnellate di formaggio bovino e 219.000 tonnellate di formaggio ottenuto con altro latte (Tabella 4). Le Regioni che producono più latte sono la Lombardia (42%), l’Emilia Romagna (16%) e il Veneto (10%) (Grafico 1). 5 Tabella 4 – Dati del settore lattiero-caseario (1.000 ton) (CLAL, 2013) ITALIA 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Area della materia prima Consegne di latte bovino alle latterie 10.837 10.608 10.506 10.604 10.822 10.876 Consegne di latte bufalino 209 191 175 177 193 192 Consegne di latte ovino 491 479 441 432 419 406 26,4 22,7 22,6 24,9 23,7 27,9 2.852 2.760 2.690 2.661 2.653 2.552 Panna 133 149 130 128 126 121 Burro 115 106 107 108 89 94 1.038 1.063 1.072 1.069 1.002 985 Formaggi di altro latte 111 98 106 108 169 219 Latte fermentato (Yogurt e altri) 304 306 295 311 324 366 Consegne di latte caprino Produzioni lattiero casearie Latte ad uso alimentare Formaggi di latte bovino Grafico 1 – Ripartizione delle consegne di latte tra le Regioni italiane Consegne regionali di latte (provvisorio 2013) (CLAL, 2013) 18% Lombardia 42% 5% Emilia Romagna Veneto Piemonte 9% Trentino Alto Adige Altre 10% 16% I prodotti di qualità con le certificazioni DOP e IGP favoriscono lo sviluppo delle aziende. In Italia sono presenti 29.196 operatori nel settore della produzione dei 45 formaggi DOP 6 e IGP. Circa il 60% delle strutture, sia di produzione (allevamenti) sia di trasformazione (impianti), è localizzato nelle aree montane e collinari. La maggior parte dei trasformatori esercita sia le attività di caseificazione sia quelle di stagionatura. La maggioranza dei produttori/allevatori è coinvolta nella produzione di latte vaccino o ovino, entrambi destinati principalmente alla trasformazione in formaggi stagionati a pasta dura e cotta. A livello territoriale, il maggior numero di produttori e allevamenti del Nord si trova in Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna, del Centro in Toscana e Lazio e del Mezzogiorno in Sardegna. Le produzioni quantitativamente più importanti sono quelle di Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Gorgonzola. Analizzando l’andamento crescente delle produzioni di formaggi DOP, si può rilevare che i formaggi di latte vaccino costituiscono la quota predominate (Grafico 2). Grafico 2 – Produzione italiana di formaggi DOP dal 1999 al 2012 (in 1.000 tonnellate) (CLAL, 2013) Da studi di settore effettuati dall’ISMEA (2011) si può individuare che il valore della materia prima nazionale vale 4,9 miliardi di euro, ovvero l’88% dell’intero valore della filiera. Il restante 12% è costituito dalle importazioni di materia prima. L’Italia importa circa 480.000 tonnellate di formaggio all’anno, di cui la maggior parte è costituita da formaggi freschi. Dal 2007 l’export di formaggio è supportato da quantità in 7 continuo aumento, nel 2012 ne sono state esportate circa 300.000 tonnellate, pari a un valore di 1.976.236.000 di euro. Il prezzo medio di vendita dei formaggi destinati all’esportazione è pari a 6,60 euro al chilo. Le tipologie più apprezzate dall’estero sono i formaggi freschi (77.000 tonnellate), il Grana Padano DOP e il Parmigiano Reggiano DOP (74.000 tonnellate). I Paesi in cui l’Italia esporta più formaggio sono la Francia, Germania e Stati Uniti (Grafico 3). Il consumo italiano pro-capite di formaggio si attesta a 22,7 kg, quantità che si è mantenuta costante negli ultimi anni. La spesa media mensile familiare per i formaggi è di 28,08 euro (ISTAT, 2013) (Tabella 5). Grafico 3 – Principali paesi che importano formaggi italiani dal 2007 al 2012 (1.000 tonnellate) (CLAL, 2013) Tabella 5 - Importazioni, esportazioni e consumi pro-capite di formaggio in 1.000 ton (CLAL,2013) ITALIA 2007 x 1.000 ton 2008 2009 2010 2011 2012 Import 442 Formaggi di cui: 8 439 456 469 485 482 Edam 28,7 29,3 31,2 30,6 30,5 29,6 32 29,9 29,7 30,8 28,7 29,7 Formaggi Duri non DOP 16,3 15,5 14,4 20 26,9 27,4 Formaggi Freschi 128 137 149 160 159 157 Formaggi Fusi 40 40,3 38,2 40,9 38,9 37,5 Formaggi Grassi 53 53 53 54 54 57 251 247 251 272 282 300 1,6 1,5 1,4 1,7 1,7 1,9 19,6 17,6 16,3 15,1 16,4 18 59 64 65 66 70 77 Formaggi Grattugiati o in Polvere 18,7 19,2 19,3 21,2 22,4 23,6 Gorgonzola DOP 14,7 13,1 13 13,6 14,7 15,3 G.Padano DOP e P.Reggiano DOP 60 60 63 69 69 74 Provolone 4,6 4,7 4,3 4,7 4,8 4,8 22,5 22,6 22,9 22,7 22,6 22,7 Emmental Export Formaggi di cui: Asiago Fiore sardo, Pecorino Formaggi Freschi Consumi pro-capite (kg) Formaggi 9 La situazione marchigiana I formaggi tipici della Regione Marche sono produzioni di qualità che rappresentano anche un mezzo strategico per la tutela e la valorizzazione del territorio. Le aziende zootecniche che allevano animali da latte sono dislocate in tutto il territorio regionale. Nella Provincia di Macerata sono presenti il maggior numero di aziende che allevano vacche da latte, pecore e capre della Regione (Tabella 1, Grafici 1, 2 e 3). Tabella 1 – Numero di aziende zootecniche da latte nel territorio marchigiano (ISTAT, 2010) Numero di aziende per tipo di allevamento Territorio Vacche da latte Bufale Pecore da latte Capre Marche 296 10 672 380 Pesaro e Urbino 57 0 147 100 Ancona 27 2 83 72 Macerata 103 3 217 101 Ascoli Piceno 70 1 151 68 Fermo 39 4 74 39 Grafico 1 Dislocazione delle aziende marchigiane che allevano vacche da latte (Dati ISTAT, 2010) 13% 19% Pesaro e Urbino Ancona 9% 24% Macerata Ascoli Piceno Fermo 35% 10 Grafico 2 Dislocazione delle aziende marchigiane che allevano pecore da latte (Dati ISTAT, 2010) 11% 22% Pesaro e Urbino Ancona 23% Macerata 12% Ascoli Piceno Fermo 32% Grafico 3 Dislocazione delle aziende marchigiane che allevano capre (Dati ISTAT, 2010) 10% 26% Pesaro e Urbino Ancona 18% Macerata Ascoli Piceno 19% Fermo 27% La realtà agricola marchigiana del settore da latte è costituita prevalentemente da piccolemedie aziende. Il maggior numero di aziende con bovine da latte allevano solamente 1-2 capi. Gli allevamenti di ovini raggiungono le dimensioni più elevate, ottantadue aziende possiedono più di 500 capi (Grafici 4, 5, 6). 11 Grafico 4 Numero di aziende marchigiane che allevano vacche da latte, distribuite per classi di capi (ISTAT, 2010) Numero di aziende 127 47 40 34 23 15 7 1-2 3-5 6-9 10-19 20-49 50-99 100-199 1 2 200-499 500-999 Classi di capi Grafico 5 Numero di aziende marchigiane che allevano pecore da latte, distribuite per classi di capi (ISTAT, 2010) 121 120 102 82 66 58 58 48 17 1-2 3-9 10-19 20-49 50-99 12 100-199 200-299 300-499 500 e più Grafico 6 Numero di aziende marchigiane che allevano capre, distribuite per classi di capi (ISTAT, 2010) 189 72 67 40 9 1-2 3-9 10-19 20-49 50-99 2 1 100-199 200 e più Per quanto concerne le produzioni certificate di qualità, nel territorio marchigiano sono dislocate aziende biologiche che allevano bovini, ovini, bufalini e caprini. Il maggior numero è concentrato nelle provincie di Macerata e Ascoli Piceno. Tabella 2 – Numero di aziende zootecniche biologiche presenti nelle Marche (ISTAT, 2010) Tipo allevamento biologico certificato totale bovini Marche totale bufalini totale ovini totale caprini 147 2 128 32 Pesaro e Urbino 33 .. 14 6 Ancona 25 1 13 6 Macerata 59 .. 56 11 Ascoli Piceno 25 .. 27 5 5 1 18 4 Fermo Il valore della produzione del latte marchigiano ogni anno è di circa 27.808.684 di euro (INEA, 2012). Le esportazioni marchigiane di prodotti delle industrie lattiero casearie dell’anno 2012 hanno avuto un valore pari a 5.254.129 euro, il 10% in meno rispetto all’anno precedente. I paesi principali di destinazione delle merci sono l’Albania (29,6%), Francia, Austria e Regno Unito (ISTAT, 2013) (Tabella 3). Le importazioni superano di gran lunga le esportazioni, le più importanti provengono da Germania, Austria e Svizzera (Tabella 4). 13 Tabella 3 – Valore delle esportazioni dei prodotti delle industrie lattiero-casearie marchigiane (euro) (ISTAT,2013) PAESI Albania Francia Austria Regno Unito Grecia Giappone Germania [MONDO] EXP2010 1.717.284 1.457.515 563.542 111.321 619.012 117.477 2.016.003 7.687.915 EXP2011 1.704.313 958.837 576.527 114.778 352.312 163.383 1.115.328 5.845.901 EXP2012 1.557.114 816.364 771.693 385.292 273.588 225.152 165.735 5.254.129 Tabella 4 - Valore delle importazioni dei prodotti lattiero-casearie della Regione Marche (euro) (ISTAT,2013) PAESI Germania Austria Svizzera Slovenia Francia Belgio [MONDO] IMP2010 35.257.780 3.140.683 4.507.830 2.264.071 1.454.415 1.138 49.647.271 IMP2011 34.445.551 4.148.410 4.205.057 2.493.192 1.571.324 12.527 50.815.545 14 IMP2012 30.274.342 5.665.976 4.122.773 2.259.414 1.457.675 914.212 47.412.553 I formaggi tipici marchigiani La produzione dei formaggi tipici, come il pecorino, la Casciotta d'Urbino DOP e il Formaggio di Fossa di Sogliano DOP, è una voce importante nell'economia del territorio marchigiano. Da fonti antichissime si apprende che i formaggi tipici marchigiani erano molto apprezzati già nella Roma di Augusto, mentre nel XVI secolo la Casciotta d'Urbino aveva tra i suoi estimatori Michelangelo, che amava gustarla in primavera, periodo dell'anno in cui questo prodotto sfoggia le sue caratteristiche migliori. Molto vasta è la gamma dei pecorini che caratterizzano tutte le zone montane, ricche di pascoli. Nel nord della regione è possibile trovare ancora il pecorino conservato in botti di rovere, barili o tini, in cui viene lasciato fino a tre mesi avvolto in foglie di noce o, in alternativa, disposto a strati insieme ad erbe aromatiche o vinacce. Completano il ricco panorama di formaggi marchigiani alcuni prodotti la cui diffusione è estremamente circoscritta, quali il Casecc, il caprino, lo slattato, il raviggiolo, fino al cacio in forma di limone, risalente all'epoca medievale e presente nella lista delle vivande di Bartolomeo Scapi, cuoco alla corte papale nel XVI secolo (Prodotti tipici delle Marche). Casciotta di Urbino DOP La zona di provenienza del latte destinato alla trasformazione della Casciotta di Urbino comprende l’intero territorio della provincia di Pesaro e Urbino. La Casciotta viene prodotta prevalentemente con latte di pecora intero, al quale si unisce latte vaccino nella misura del 20-30%. Il latte viene scaldato a una temperatura di oltre 30 °C, quindi addizionato di caglio per farlo coagulare; dopo la rottura della cagliata, la massa casearia viene sgrondata, posta nelle fascere e quindi pressata. Le forme sono salate a secco oppure con un metodo che alterna l’immersione in salamoia alla salatura a secco. Nel 2012 sono state prodotte 218 tonnellate di questo tipico formaggio, il 7,23% in meno rispetto all’anno precedente (CLAL,2013). 15 Formaggio di Fossa di Sogliano DOP Il Formaggio di Fossa nel 2009 ha ottenuto il marchio Dop con la denominazione "Formaggio di Fossa di Sogliano Dop". Le province che rientrano nel territorio di produzione del latte sono Forlì - Cesena, Rimini, Ravenna, Bologna, Pesaro - Urbino, Ancona, Macerata, e Ascoli Piceno. Il processo necessario per ottenerlo è lungo e laborioso. In osservanza al rigido Disciplinare di produzione, il formaggio di partenza, già parzialmente stagionato in celle frigorifere per almeno 60 giorni, deve provenire esclusivamente da latte ovino, vaccino o misto di alta qualità, proveniente da allevamenti dei territori collinari e montani delle Marche e della Romagna. Le forme, inserite in sacchi di cotone bianco, vengono deposte in antiche fosse a forma di fiasco, scavate nella roccia arenaria per una profondità di circa quattro - cinque metri. I tre mesi di stagionatura in condizioni particolari di temperatura (16-17°C) e di umidità relativa (98%) modificano le caratteristiche organolettiche ed aromatiche del formaggio, ed il peso, che si riduce del 20%. Questa tradizione nacque in epoca medievale: i contadini, alla fine della primavera, affidavano i loro formaggi agli infossatori, affinché li conservassero durante l'estate e li proteggessero dalle razzie delle guerre; in novembre tornavano poi a ritirare le forme e, in tal modo, potevano far fronte alle ristrettezze dell'inverno. Oltre ai formaggi DOP, nel territorio regionale vengono prodotti numerosi formaggi tipici: • Cacio a forma di limone • Caciotta del Fermano • Caciotta del Montefeltro • Caprino di Urbino • Casècc • Pecorino Marchigiano • Pecorino dei Monti Sibillini • Pecorino di Monte Rinaldo • Quark • Raviggiolo • Ricotta • Slattato 16 I formaggi tipici maceratesi Il territorio maceratese è la provincia marchigiana in cui sono presenti il maggior numero di aziende zootecniche della regione, in cui vengono allevate bovine da latte, pecore e capre. La provincia detiene anche il maggior numero di allevamenti biologici. Il valore delle esportazioni provinciali dei prodotti lattiero caseari relativo al 2012 è stato pari a 235.599 euro, il 10,12% in meno rispetto all’anno precedente. Il principale paese di destinazione dei formaggi è il Giappone (Tabella 1). Le importazioni, provenienti prevalentemente da Germania, Francia e Polonia, superano del 15% le esportazioni (ISTAT, 2013) (Tabella 2). Tabella 1 – Valore delle esportazioni dei prodotti lattiero-caseari della Provincia di Macerata (ISTAT, 2013) PAESI Giappone Irlanda Croazia Svizzera Russia Nuova Zelanda MONDO EXP2010 109.422 2.359 0 0 0 0 EXP2011 163.383 2.795 2.586 0 0 0 EXP2012 218.844 3.094 3.022 2.486 2.408 1.833 118.977 248.617 235.599 Tabella 2 - Valore delle importazioni dei prodotti lattiero-caseari della Provincia di Macerata (ISTAT, 2013) PAESI Germania Francia Polonia Paesi Bassi Slovenia Belgio MONDO IMP2010 155.880 308.897 0 402.558 0 1.138 921.948 17 IMP2011 186.645 144.185 0 19.034 0 12.527 378.974 IMP2012 184.292 46.557 33.997 5.609 3.655 3.229 277.339 La produzione di formaggi marchigiani è molto apprezzata per la tipicità e la qualità. Il latte che viene utilizzato per la produzione dei formaggi è di pecora e di capra. L’allevamento ovino, tradizionalmente costituito da capi di razza Vissana e Sopravvissana, ha reso possibile una produzione dedicata in massima parte al pecorino e alla ricotta. Uno dei formaggi tradizionali della provincia di Macerata è il Caciofiore dei Monti Sibillini. Di seguito, si citano i principali formaggi del territorio maceratese. Il Caciofiore dei Sibillini Il Caciofiore dei Monti Sibillini, presidio Slow Food, è un formaggio storico a pasta tenera realizzato con il latte appena munto delle pecore nate e allevate nei pascoli dei monti Sibillini e con l’utilizzo di un peculiare caglio vegetale: il fiore del cardo selvatico, la Cynara cardunculus. La tradizione di utilizzare estratti di piante per cagliare il latte risale al tempo dei Romani e fu ripresa dai pastori dei Sibillini che producevano formaggio a partire da latte di pecora e fiori di cardo. Oltre che per l’intrinseca specificità della cagliata, tal formaggio risulta unico anche per l’originalità̀ che ne contraddistingue la complessa tecnica di lavorazione, nel pieno rispetto dell’esclusiva ricetta tradizionale. Il pecorino Il pecorino è ottenuto esclusivamente da latte di pecora, ha forma cilindrica e pasta bianca quando è consumato fresco. Il pecorino più apprezzato è quello prodotto con il latte di aprile e maggio, quando i pascoli sono ricchi di erbe fresche e aromatiche e fiori profumati. Ha un gusto rude e schietto che cambia in base al tempo di stagionatura e altri fattori produttivi. Se consumato dopo un paio di mesi di maturazione, presenta una pasta bianca e compatta, dal gusto dolceacidulo, tendente al sapido, e una sottile crosta esterna di colore giallo paglierino. A fine stagionatura, invece, la pasta è più compatta e scura, lievemente piccante, dall’aroma di nocciole, mandorle e fieno; la crosta è più rugosa, consistente e tendente al dorato. Il pecorino che è rimasto in cantina, al riparo da sbalzi termici, per più di un anno, è riconoscibile dalla crosta dorata, ocra o bruna; avrà pasta gialla-arancio con sottili 18 venature rossicce, un odore forte e aromatico, con note di tartufo e funghi, sapore piccante e sapido. Nel tempo si sono aggiunte alla produzione classica anche varianti al tartufo, al pepe, al peperoncino e tirature limitate con affinamento in foglie di noce. La ricotta La ricotta è prodotta prevalentemente nelle zone interne del maceratese. Si ottiene dal siero di lavorazione di altri formaggi ed è preparata sia con latte vaccino che ovino. Ha un gusto fresco ed è altamente digeribile, si può consumare al naturale o come ingrediente per dolci e ricette salate. A Pieve Torina per poterla conservare si è diffusa la pratica della salatura, così si può consumare anche dopo mesi, sia mangiata a fette sia grattugiata ad esempio sulla pasta. Il caprino Il caprino è un formaggio prodotto con latte di capra, di forma cilindrica, ha un peso che oscilla tra gli 800 grammi e il chilo e mezzo. Se è consumato fresco, è caratterizzato da una crosta morbida; se è stagionato, invece, ha una crosta più dura e il sapore diventa più piccante. 19 La strada dei formaggi maceratesi Figura 1 – Le strade dei formaggi della Provincia di Macerata (Gusti tipici maceratesi) La Provincia di Macerata ha creato tre itinerari che si snodano attraverso le colline e le campagne, con lo scopo di far gustare i formaggi locali, promuovendo il turismo e lo sviluppo rurale. Le strade dei formaggi sono il "Percorso delle Valli del Chienti e del Fiastrone", il "Percorso del Monte San Vicino" e il "Percorso Monti Sibillini". 20 Riferimenti Bibliografici CLAL, 2013. Mercato Lattiero Caseario. Gustitipicimaceratesi, 2012. La strada dei formaggi. INEA, 2012. Datawarehouse agricolo. ISMEA, 2011. Il settore lattiero caseario in Italia: tra produzioni, consumi e prospettive. ISTAT, 2012. Il datawarehouse del Censimento Agricoltura 2010. ISTAT, 2013. Rapporto sui risultati del commercio estero. 21