Marco 6, 45-52 - CVX Gesu` Nuovo

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Marco 6, 45-52 - CVX Gesu` Nuovo
CONTEMPLAZIONE
Marco 6, 45-52
Mi hai fatto salire su questa barca, Gesù, insieme con gli altri. Mi hai quasi costretto. Io non volevo,
desideravo, invece, rimanere con te, a darti una mano, a congedare quella folla. Ti avevo visto
affaticato, o era una mia impressione? Eppoi, quella folla, cinquemila persone, avevano mangiato a
sazietà; come avevano fatto, come avevi fatto con cinque pani e due pesci? Non lo so! Sentivo e
sento che qualcosa mi è sfuggito. C’era un trucco e non l’avevo visto? Eppure io mi fido di te, che
sei il Maestro. Ma come hai fatto?
Hai insistito, dicevo, ci hai quasi costretto ad avviarci verso l’altra riva, rassicurandoci che ci avresti
raggiunto. Ma – lo so – lo fai sempre: sicuramente ti sei ritirato sul monte a pregare, come fai di
solito, come fai sempre. Da solo. Vuoi rimanere da solo con Lui, con Dio, che ci hai insegnato che è
il nostro Padre. Anche questa non l’ho capita, questa tua mania di stare sempre a pregare: la sera ti
ritiri a pregare, ci svegliamo all’alba – siamo pescatori – e ti troviamo a pregare. Sei il Maestro, che
bisogno hai ancora di pregare tanto? Anche qui qualcosa mi sfugge! Vuoi forse darmi qualche
insegnamento? Oppure senti l’intimo bisogno di rimanere costantemente unito a Dio Padre?
Ed intanto sono qui su questa barca, mentre il vento si ingrossa e tu sei a terra, lontano. Il vento è
contrario, le onde cominciano ad alzarsi, sembrano muraglioni d’acqua. Gli altri si alternano ai
remi, sembrano affaticati. La barca ormai è in balia della tempesta di vento. Questo mare di Galilea
sembra piccolo, ma in realtà è grande, soprattutto di notte e al buio sembra un oceano. Mi sono
rannicchiato sotto una panchetta, sono sicuro, fra poco saremo tutti in acqua, la barca si rovescerà.
Era già capitato alcune notti fa, ma tu eri in barca con noi e dormivi a poppa. Ti avevamo svegliato
e tu con poche parole placasti la tempesta e ci domandasti “Perché avete paura? Non avete ancora
fede?”, ma questa notte non ci sei! Dove sei? È tutto buio ed io non ti vedo, sono solo con la mia
angoscia.
Ma un chiarore è comparso all’improvviso, sembra un fantasma che cammini sulle acque: qualcuno
così grida. Sembra passarci a fianco alla barca e superarci. Ma dagli occhi mi cade un velo: è Gesù!
Sei tu, Gesù, che cammini sulle acque. Sulle onde in tempesta, anche nella mia anima. E torni
indietro a rincuorarmi: “Coraggio, sono io, non aver paura”. Me lo ripeti, me lo sussurri: “Non aver
paura”. Intanto sali sulla barca e il vento cessa. Il vento delle mie passioni cessa, le mie ansie, le
mie angosce cessano. Sulla mia barca mi basti tu, mio Signore, mia luce e mia salvezza.
Eppure, dentro di me resto fortemente meravigliato. Nella mia fragilità, nei miei dubbi non ho
ancora compreso la vastità della tua Misericordia, l’onnipotenza del tuo Amore. Ciò mi espone a
nuove cadute, a nuovi dubbi, a restare indifeso alla violenza delle mie passioni. Ma tu, o Gesù, mi
cammini accanto, mi dici “Coraggio, coraggio, sono io, non aver paura”. Intanto io continuo a
rinchiudermi in questo guscio sballottolato dai venti e dalle acque. E non riesco a farti saltare di
nuovo nella mia barca. Eppure sei proprio tu a chiedermelo ed io non riesco neanche ad offrirti la
mano per farti saltare su. Solo la mano mi chiedi, poi farai tutto tu. Ma il mio cuore è duro come
una pietra, i miei occhi sono coperti da un velo, e non ti vedo, non voglio vederti camminare pieno
d’amore per me, al mio fianco. E la mia mano non si apre per toccare la tua. Apri il mio cuore,
Gesù, sciogli il ghiaccio che lo circonda! Trasforma la pietra in carne, il mio cuore arido, in un
cuore che ama!
Vergine Maria, per tua intercessione, chiedo di essere vinto dall’Amore e dalla Grazia del tuo Figlio
divino. Amen.